domenica 5 aprile 2009

La domenica delle Palme e la S.Pasqua

Ci fu un tempo che oggi mi appare remoto dove la mia vita subiva la scansione del calendario gregoriano. Si onoravano tutte le festività: i santi, i beati, i patroni del villaggio e di quelli adiacenti con relative processioni e le fiere. E di tutte le festività, la mia preferita era la Pasqua, ancor più del Natale. Allora c'erano dei perchè non dissimili da quelli d'oggi: i giorni che si allungano fino a tarda ora, il risveglio di una natura festante, il tripudio di fiori... E le galline di mia nonna che facevano le uova e i pulcini di nuova covata. Mia zia mi portava dalla sua sarta perché mi confezionasse un nuovo elegante vestitino primaverile. Mia madre mi comprava le scarpe bianche un po' decolleté da bambola (col cinghino alla caviglia allacciato da un bottoncino) e dovevo preservarle immacolate per la giornata pasquale. Eppoi c'era l'uovo di Paqua di cioccolato fondente (il mio preferito) con le incrostazioni in zucchero. Oggi amo la Pasqua perché non si è costretti a passarla tra parenti come il Natale. Non ci sono fatui regali da fare e da ricevere né corse ai negozi affollati. I pranzi sono leggeri e a base di verdure di stagione. Gli alberi gemmano e fioriscono in veli rosa e bianchi, e il tintinnio giubilante delle campane m'infonde allegria
La domenica delle Palme si andava al mattino presto dal fiorista a comprare le palme dalle lunghe foglie lanceolate nuove di un bel verde-giallo tenero, intrecciate manualmente fino a farne delle piccole sculture vegetali. A Sanremo li chiamano parmureli e sono diffusi per tutta la Riviera Ligure. Costavano care e mia madre me ne comprava una non molto grande. Mentre io l'avrei voluto gigantesca come quella che portava il parroco quando officiava la Messa. Poi c'era il momento solenne della benedizione nel quale alzavo la mia palmetta circondata da una "asparagina" (così la chiamavo) di rametti d'ulivo verde-argenteo più scuro e aspettavo che un po' di quell''incenso profumato si aspergesse su di me e sulla palma che riportavo a casa come se dovesse propiziare chissà quali benefici sulla mia vita. Quindi mia madre e mia zia, durante la settimana di Passione mi mandavano in chiesa per la Via Cruicis, dove le donne invocavano iterazioni ossessive sulle piaghe del Signore. Queste donne coi loro cantici monotoni mi impressionavano alquanto. Nel mentre, il sacerdote con i chierici percorrevano le stazioni del Gòlgota di un Cristo sofferente. Era un' età dove si aderisce ai riti e alle cerimonie senza spiegarseli. Lo si fa con la curiosità e l'entusiasmo dei bambini. Perfino il sepolcro mi pareva una festa di luci, di profumi di ceri accesi, di azalee e tuberose, e non qualcosa di mesto. Una strana pianta dai pallidi e lunghi germogli era lì in bella vista su una ciotola di rame brunito accanto all'urna del Signore.
Erano i lupini. Ovvero i germogli di luppolo. Mia madre mi aveva raccontato la sua leggenda. Quando il Signore venne braccato dai soldati lui si nascose in mezzo ad un campo di lupini , ma questi si misero a fremere e a sibilare palesando la sua presenza. I soldati lo videro e lo catturarono. Non so quanto ci sia di vero in questa leggenda agiografica tramandata per via orale e che non ho mai visto riscritta. So che nell'Italia del Sud mettono nei sepolcri germogli di fagioli, di ceci, lenticchie e anche di lupini quasi a indicare che pur nella morte, la vita germoglia, segue il suo corso, continua. E forse per propiziare questa continuità.
Poi ci sono i dolci pasquali o le torte salate di verdura, come la torta pasqualina fatta per la ricorrenza.
Il numero delle sfoglie sta a ricordare gli anni di Gesù e queste 33 sfoglie erano chiamate dalle nostre nonne le 33 bellezze. Se proprio non ve la sentite di assoggettarvi a tanta fatica, potrete ridurre il numero delle sfoglie e potrete stenderle con la macchinetta con la gradazione più sottile tirandole poi ancora un pochino con le mani.
Questa torta salata deve il suo nome alla tradizione che la vuole obbligatoriamente nel menù del pranzo pasquale. La sua preparazione è lunga e laboriosa ma il risultato merita tanta fatica. Ecco il link della ricetta.
Mia sorella in occasione di un suo viaggio a S.Pietroburgo in Russia mi ha raccontato che nella tradizione pasquale cristiano-ortodossa si usa ancora portare le uova in chiesa e i dolci fatti con queste, per farli benedire. Peccato che una simile usanza non si compia anche nelle nostre chiese. Trovo che sarebbe molto bello. In fondo ha a che fare col "dacci oggi il nostro pane quotidiano". E l'uovo è principio di vita. Una vita che si rinnova col rinnovarsi della nuova stagione. Buona Pasqua agli Esperidi e a tutti i navigatori e visitatori!
Hesperia

16 commenti:

philip marlowe ha detto...

In Russia ci sono anche le uova-matrioscia incastonate l'una dentro l'altra come le bamboline. Mettono le uova perfino come elemento decorativo sulle catenelle dei lampadari che pendono nelle chiese e ci sono dipinti e icone che rappresentano il Cristo con l'uovo in mano.
Buona Pasqua anche a te Hesperia e a tutti gli Esperidi e lettori.

Anonimo ha detto...

Oggi quel tipo di palma intrecciata che hai messo sul blog nella foto in alto, ce l'aveva anche il Papa a Roma a S. Pietro mentre sfilava. Da noi non si trova e ci si deve accontentare del solito ramoscello di ulivo. Dove si comprano?
Ernesto

Hesperia ha detto...

Philip, sì le ho viste anch'io le uova a matrioscia una dentro l'altra. E ho notato che l'uovo compare regolarmente nelle loro icone sacre nell e mani di santi o dello stesso Cristo. Buona Pasqua anche a te.

Hesperia ha detto...

Ernesto, credo che il Vaticano e il Papa le palme che hai visto oggi in tv le faccia arrivare direttamente dalla Riviera Ligure. Sanremo e Brodighera hanno un'industria artigianale molto florida di quest "parmureli". Leggi qui:
http://www.sanremonews.it/it/internal.php?news_code=84895

Hesperia ha detto...

Refuso: Bordighera. Chiedo venia :-)

Se abiti al Nord come la sottoscritta, è evidente che le palme siano introvabili e che ci si debba accontentare del comune ramoscello d'ulivo.

Aretusa ha detto...

Hesp, leggendo il tuo pezzo, mi sono tornate in mente le Pasque della mia infanzia e i miei ricordi di bambina:-)
Anche per me la Pasqua é la festa preferita, forse, appunto, perchè coincide con l'inizio della Primavera, stagione che amo molto.
Ottima la ricetta per la pasqualina, mi cimenterò...
Ciao Are

Marsh ha detto...

Hesperia,
mi soffermo alla prima parte perchè mi è parso di leggere una pagina felice di Leopardi.
Sono ancora sotto l'influsso della rilettura dell'"Infinito", il cui tema è stato magistralmente riproposto dal blogger Sarcastycon.
Passando alla tradizione ligure delle palme, non devi andare troppo in là negli anni, per rivivere quei bei ricordi d'infanzia. Sono stato dieci (o 11) anni fa, nel giorno delle Palme, nel Duomo di Arma di Taggia, e, all'uscita della messa, offrivano una moltitudine di oggettini intrecciati con foglie di palma essicate. Ti confesso che quella è stata una delle più belle giornate delle Palme della mia vita. Tra l'altro, il giorno prima, sabato, era passata, sull'Aurelia, che è alle spalle del Duomo, sopraelevata rispetto ad esso, la Milano-Sanremo (da qui, chi volesse, può dedurre esattamente in che anno eravamo): che festa, quel giorno, io, con i miei figli ancora piccoli.
Ciao, per ora, perchè non vorrei imitare Leopardi.
Mario (Marsh)

Hesperia ha detto...

Are, la torta pasqualina è piuttosto complicata e va fatta nella ricetta tradizionale, coi carciofi. In ogni caso la fanno anche con gli spinaci o le bietole, ma mi piace di meno.
Vai al mare o ai monti per Pasqua? Allora auguri a te e ai tuoi!

Hesperia ha detto...

E' vero Marsh, nel Ponente Ligure, la domencia delle Palme è una ricorrenza ancora molto sentita. E si fanno strane composizioni con i fili di palme intrecciate, tipo dei canestri.
Mi è piaciuta molto la tua testimonianza ad Arma di Taggia, che tra l'altro è ancora un bel posto.
Buona Pasqua anche a te e ai tuoi!

Aretusa ha detto...

Anche a me piace di più con i carciofi:-)
Vado al mare a trovare i miei e tu?...grazie per gli auguri, che contraccambio.
Cmq. ci sentiremo ancora:-)

Hesperia ha detto...

Sì, anch'io al mare. Speriamo che faccia bello. Parto fra qualche giorno. E sospendo i blog almeno fino a martedi. Un pensiero a quei poveretti dell'Abruzzo sotto le macerie che faranno davvero una settimana di Passione.

Josh ha detto...

Tanti Auguri di Buona Pasqua a tutti.
Un pensiero a tutti gli abitanti dell'Aquila e dintorni.

Hesperia ha detto...

Ciao Josh, trascorri una serena Pasqua con i tuoi cari.

Are, ti ho cambiato l'avatar, mettendoti il mirto fiorito. Porta felicità.

Josh ha detto...

Ti ringrazio, ricambio di cuore! Faremo del nostro meglio...

Orpheus ha detto...

Hesp é bellissimo il mirto fiorito:-)
Mi piace molto. Lasciamelo sempre:-)
Buona Pasqua anche a te e agli amici che ci seguono.
Io dovrei partire venerdì...
Mi unisco al tuo pensiero per tutti quei poverini dell'Abbruzzo, che in questo momento sono in mezzo ad una strada e piangono amici e parenti...una Pasqua tristissima.
Ciao un abbraccio a tutti
Are

Nessie ha detto...

Mary, puoi usarlo anche come avatar. Poi fai una prova :-).
Pare che come al solito Pasqua e Pasquetta sarà bagnata. O quasi. Sì, ho pensato anch'io a questi poveretti senza tetto in un disagio pesantissimo. E questo, quando va bene e che non ci sono feriti né morti. Oltretutto da quelle parti appenniniche ci fa pure un freddo cane.