lunedì 27 giugno 2011

Una chiave di lettura del presente di E. Benetazzo



Nella calura estiva, e nella mia più completa défaillance mentale, lascio parlare chi ne sa più di me: un articolo illuminante come solito, di Eugenio Benetazzo.

"Il libero mercato semplicemente non esiste: chi pensa che tutto quello che sta accadendo attorno a lui sia il frutto della casualità e del processo evolutivo umano, è meglio che continui a vivere nella sua beata ignoranza. Pur tuttavia esiste una mano invisibile, ma non intesa come meccanismo economico che regola l'economia in modo tale da condurre la società al più ampio benessere in virtù della ricerca della massima soddisfazione a carico di ogni singolo individuo. La mano invisibile è in realtà l'ingerenza nella vita di tutti i giorni di una potente establishment di lobby planetarie che ha ben presente che cosa dovrà accadere nel prossimo futuro.

L'idea di base è facilmente comprensibile: creare una società di individui isolati privi di autocoscienza, senza ideali e punti di riferimento. Il raggiungimento di questo processo di metamorfosi è stato conseguito grazie ad una meticolosa pianificazione: nulla è stato lasciato al caso, globalizzazione compresa.

Tutto è iniziato con il ridimensionamento del settore primario (agricoltura) in cui la moltitudine della popolazione mondiale era assorbita ed impegnata. Con una propaganda consumistica ingannevole hanno convinto milioni di persone nel mondo occidentale (adesso stanno facendo lo stesso con quello orientale) ad abbandonare la coltivazione della terra per proiettarsi in un finto mondo, migliore solo in superficie, spingendoci a vivere dentro nidi di scarafaggi, ognuno per conto suo, tutti contro tutti.

Abbiamo abbandonato la vita sana e gratificante all'aria aperta per fare l'interinale che fa il pendolare tra l'ufficio e un monolocale in cemento a Baranzate di Bollate oppure lo sportellista sfigato e depresso della grande banca d'affari che vende prodotti porcheria a pensionati e coppie neosposate. Sono stati grandi, non vi è dubbio: ci hanno spinto a fare lavori che non ci piacevano per comprare beni e servizi di cui non abbiamo bisogno. Il passo successivo è stato quello di mettere a reddito l'infelicità, soprattutto quella di coppia: la strada intrapresa è stata diabolica ovvero portare l'emancipazione della donna sino al fanatismo per polverizzare la famiglia tradizionale basata sui valori cristiani sostituita da famiglie mononucleari ispirate agli ideali di vita promossi da Maria De Filippi.

La colonna portante della società è venuta destituita lentamente e progressivamente producendo un riverbero mondiale al volano dei consumi: adesso tutti hanno un appartamento, un frigorifero, una televisione, un'automobile, un telefono cellulare. Tutto doppio. L'infelicità rende parecchio all'establishment: una persona infelice e sola infatti tende a cercare gratificazioni personali attraverso il consumo sfrenato di beni e servizi (superflui o inutili) che arricchiscono virtualmente la sua vita e colmano il vuoto degli affetti personali. Invece il multiculturalismo è stato lo strumento inventato e propagandato per distruggere i popoli e creare una melma senza identità, un gregge di soggetti facili da governare e sfruttare, senza grandi capacità di reazione.

Il penultimo passo del processo devolutivo studiato a tavolino è di recente introduzione: creare delle reti virtuali di relazioni sociali con lo scopo di schedare e profilare gratuitamente ogni individuo al fine di conoscere con approfondimento i suoi gusti, le sue amicizie, i suoi desideri, le sue paure, lo stile di vita ed i gusti sessuali. Se vi avessero chiesto di fornire queste informazioni dedicate con un provvedimento di legge ci sarebbe stata una sommossa popolare ovunque invece l'avete fatto gratis da soli invitando anche altri vostri conoscenti a farlo.

Pensate che oggi ci sono persone che vivono con un alter ego rappresentato dal loro iPhone considerandolo ormai come una estensione artificiale del proprio corpo. La fase finale coinciderà con il controllo globale di tutte le interazioni sociali ed economiche di ogni individuo, probabilmente attraverso l'introduzione di un transponder di identificazione a onde radio che servirà per effettuare da prima pagamenti istantanei con moneta elettronica e successivamente servirà per identificare e localizzare le persone e monitorare tutti i loro movimenti e fenomeni di consumo. Tutto questo non sarà imposto dall'alto con la forza o con una legge, ma sarà proprio il singolo individuo a richiederlo a gran voce. So things they are. Così stanno le cose.

Eugenio Benetazzo"

da qui ma ovviamente anche qui

(nell'immagine in apertura, Mel Gibson in "Mad Max 2: the Road Warrior", 1981)

Josh

lunedì 20 giugno 2011

Ezra Pound e l'Usura

Personaggi geniali come Ezra Pound ne nascono forse uno ogni secolo. Per questo la genialità, che è merce rara,  viene messa ingabbiata e imbrigliata. E non lo dico tanto per dire, visto che Ezra Weston Loomis Pound venne per davvero racchiuso in gabbia sotto il sole fino a perdere i sensi. Un profilo d'artista assai complesso il suo, antico e insieme moderno, classico e visionario verso il futuro. Ezra Pound nasce il 30 Ottobre 1885 a Hailey nell'Idaho. Viene da una famiglia di Puritani del New England e Quaccheri della Pennsylvania. La famiglia lascia il Far West e si stabilisce nei pressi di Filadelfia dove Pound risiede fino al trasferimento a Rapallo nel 1929. Nel 1898 compie il suo primo viaggio in Europa con la famiglia. Nel 1901 si iscrive all'Università di Pennsylvania in Arts and Letters. Studia le lingue romanze e scopre i poeti provenzali cui in seguito dedicherà numerosi studi e traduzioni. Nel 1906 ottiene una borsa di studio, viaggia in Europa, Spagna e Italia. Torna in America ma non gli viene rinnovata la borsa di studio, dopo quattro mesi di insegnamento come docente di letteratura spagnola e francese in un'Università dell'Indiana, è invitato a dare la dimissioni perché il suo stile di vita è ritenuto troppo bohémien. Nel 1908 s'imbarca per l'Europa con 80 dollari in tasca (considererà sempre l'optimum per uno scrittore possedere solo ciò che entra in due valigie). Va a Londra, Parigi, Venezia, pubblica i suoi primi libri di poesia. Conosce ed aiuta in tutti i modi artisti poeti musicisti.
Nel 1914 diventa segretario del poeta irlandese William B. Yeats, infaticabile sostenitore di Joyce e impone la pubblicazione delle prime poesie di Eliot. Intanto la sua attenzione poetica si concentra sui Cantos. Nel 1925 si trasferisce da Parigi a Rapallo dove resterà stabilmente fino al 1945 dedicando le sue energie alla stesura dei Cantos e alle traduzioni di Confucio. Nel 1931-32 intensifica Nel 1931-32 intensifica gli studi economici e la sua polemica contro le manovre economiche internazionali. Nel '41 viene ostacolato il suo rimpatrio, resta in Italia e riprende i suoi discorsi alla radio. I suoi discorsi erano preceduti dall'annuncio che non gli sarebbe stato chiesto di dire nulla in contrario alla sua coscienza o incompatibile con i suoi doveri di cittadino degli Stati Uniti. Alla radio riprende il tema delle conferenze svolte alla Bocconi, insistendo sulla natura economica delle guerre. Il 3 maggio del '45 due partigiani vengono a prelevarlo, viene condotto al comando alleato da lì, dopo due settimane di interrogatori, viene trasferito a Pisa nelle mani della polizia militare. Per tre settimane è rinchiuso in una gabbia di ferro, esposto al sole di giorno e agli accecanti riflettori di notte. Trasferito poi sotto una tenda, gli viene concesso di scrivere. Compone i Canti Pisani. Viene trasferito a Washington, dichiarato traditore, viene richiesta per lui la pena di morte. Al processo viene dichiarato infermo di mente e rinchiuso per dodici anni nel manicomio criminale di Saint Elizabeth. Incominciano a circolare petizioni da parte di scrittori ed artisti da tutte le parti del mondo e si fanno sempre più insistenti le proteste contro la sua detenzione. Nel '58 viene liberato, si rifugia presso la figlia a Merano. Escono i suoi Cantos , partecipa invitato a numerose attività artistiche e letterarie, mostre, convegni a livello internazionale accolto con tutti gli onori.
Nel 1972 muore a Venezia dove è sepolto.

INTRODUZIONE AL CANTO XVL

Pound avvertì che una caratteristica del sistema industriale sta nell'accentuarsi della dicotomia tra economia naturale ed economia finanziaria. Per dirla in termini odierni, tra industria e  finanza.
Ora, dal 1931, occupandosi febbrilmente della politica del suo paese, e seguendo un costume tipico della democrazia americana, Pound aveva preso a scrivere a senatori e membri del Congresso, per indurli a convincersi che l'uso innaturale e scorretto della ricchezza produceva sulla nazione un'influenza perversa.
Indicando in Jefferson, il presidente degli Stati Uniti che aveva redatto la Dichiarazione d'Indipendenza nel 1776, il "principe giusto d'America", vedeva, al contrario, in Roosvelt, che riteneva influenzato negativamente dall'alta finanza, il campione d un regime politico - economico corrotto: "L'ordine civico sorge dall'ordine etico", ribadirà nel 1944, e citerà ancora una volta Confucio: " Il tesoro di una nazione è la sua onestà".
Pound combatteva l'idea che la moneta fosse trattata come merce, criticava la sua tesaurizzazione.


In pratica si richiamava all'idea aristotelica di usura, fatta propria anche dalla tradizione cristiana, secondo la quale l'interesse sui prestiti di denaro sarebbe un peccato contro natura, pur senza spingersi all'estremo di condannare ogni attività finanziaria.
Per lui l'usura è "una tassa prelevata sul potere d'acquisto senza riguardo alla produttività", e sovente senza riguardo persino alla possibilità di produzione, come dice nel Canto XLV (45).

CONTRO L'USURA

Con usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la facciata,
con usura
non v'è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l'Annunciazione dell'Angelo
con le aureole sbalzate,
con usura
nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
non si dipinge per tenersi arte
in casa ma per vendere e vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,
il tuo pane sarà staccio vieto
arido come carta,
senza segala né farina di grano duro,
usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con usura
nessuno trova residenza amena.
Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio
CON USURA
la lana non giunge al mercato
e le pecore non rendono
peggio della peste è l'usura, spunta
l'ago in mano alle fanciulle
e confonde chi fila. Pietro Lombardo
non si fe' con usura
Duccio non si fe' con usura
né Piero della Francesca o Zuan Bellini
nè fu "La Calunnia" dipinta con usura.
L'Angelico non si fe' con usura, né Ambrogio de Praedis,
nessuna chiesa di pietra viva firmata :"Adamo me fecit".
Con usura non sorsero
Saint Trophine e Saint Hilaire,
usura arrugginisce il cesello
arrugginisce arte ed artigiano
tarla la tela nel telaio, nessuno
apprende l 'arte d'intessere oro nell'ordito;
l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane amante
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra giovani sposi
CONTRO NATURA
Ad Eleusi han portato puttane
carogne crapulano
ospiti d'usura.

Frasi e aforismi celebri di Pound:
I politici sono i camerieri dei banchieri. (da Selected prose)




  • Il tempio è sacro perché non è in vendita. (dai Canti, n. 97)







  • The temple is holy because it is not for sale.

    • L'arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere nulla. Esiste come esiste l'albero, si può ammirare, ci si può sedere alla sua ombra, si possono coglierne banane, si può tagliarne legna da ardere, si può fare assolutamente tutto quel che si vuole. (da L'artista serio)
    • Non riesco a immaginare come un artista serio possa mai considerarsi soddisfatto del proprio lavoro. (da Inferno)
    • Non usate alcuna parola superflua, alcun aggettivo che non riveli qualcosa. (da Letters of Ezra Pound)
    • Oggi il nome «democrazia» è rimasto alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite una parola accademicamente corretta, ma forse meno comprensibile, che significa: dominio dei prestatori di denaro. (da Valuta, lavoro e decadenze)
    • Parlo della bellezza. Non ci si mette a discutere su un vento d'aprile. Quando lo s'incontra ci si sente rianimati. Ci si sente rianimati quando si incontra in Platone un pensiero che corre veloce, o un bel profilo in una statua. (da L'artista serio)
    • Una piccola quantità di denaro che cambia di mano rapidamente farà il lavoro di una grande quantità che si muove lentamente. (da Selected prose).
    • Se un uomo non è disposto a rischiare qualcosa per i suoi ideali, o i suoi ideali non valgono niente, o non vale niente lui
    Qui la sua biografia e opera: http://www.francocenerelli.com/antologia/pound.htm
    E per un profilo più dettagliato sul pensiero civile, economico e poetico di Pound ecco due filmati importanti:
    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=1gMGLADmkw8
    http://www.youtube.com/watch?feature=fvwp&NR=1&v=FxzzlgRSKXI

    Da evitare gli articoli che vorrebbero paragonarlo ad un antesignano dei no global, come quello recentemente comparso sul Corriere, dato che è in atto un pensiero "revisionista" dell'opera del Poeta-Profeta.

    Hesperia

    lunedì 13 giugno 2011

    Il dandy e il fascino blasé dell'antimodernità

    Il Giardino delle Esperidi si riserva di ospitare altri blogger che trattano argomenti affini al nostro e che possono contribuire coi loro pezzi ad arricchire e a rendere vivace il nostro dibattito. Per dare un seguito al tema da me già svolto ne "L'importanza di essere Oscar", ospito il post "Dandy e dintorni" dell'amico Johnny Doe del blog "Le bateau ivre". Dalla lettura del pezzo si possono ricavare questi interrogativi: possono esistere ancora i dandy in epoca attuale? E come possono resistere alle sirene e ai disvalori della modernità? Come possono soddisfare la loro eccentricità senza passare attraverso i media? Il dandismo è una moda o piuttosto una filosofia di vita?

    Charles Baudelaire
    E' una specie di culto di sé, che può sopravvivere alla ricerca della felicità da trovare nell'altro, a esempio, nella donna; e che può sopravvivere persino a tutto ciò cui si dà il nome di illusioni. E' il piacere di stupire e la soddisfazione orgogliosa di non essere mai stupiti. Un dandy può essere un uomo cinico, può essere un uomo che soffre, ma, anche in questo caso, egli sa sorridere come lo Spartano addentato dalla volpe.
    Così, per certi aspetti, il dandismo confina con lo spiritualismo e con lo stoicismo. Ma un dandy non può essere mai un uomo volgare. Se commettesse un delitto non ne sarebbe degradato, forse; ma se il delitto avesse origine da una causa ignobile, il disonore sarebbe irreparabile. Il lettore non si scandalizzi dinanzi a questa gravità nella frivolezza e ricordi che vi è una grandezza in tutte le follie, una forza in tutti gli eccessi.
    Questi uomini possono farsi chiamare raffinati, favolosi, magnifici, leoni o dandy, ma tutti vengono da una stessa origine; partecipano del medesimo carattere di opposizione e di rivolta; sono rappresentanti di ciò che vi è di migliore nell'orgoglio umano, del bisogno, troppo raro negli uomini di oggi, di combattere e distruggere la volgarità. Di qui deriva, nei dandy, quell'orgoglioso atteggiamento di casta e di sfida, anche nella sua freddezza"
    (Charles Baudelaire, "Scritti sull'arte")
    Lord Byron
    Oscar Wilde


    Il Dandy è un rivoluzionario e un illusionista. È la creazione a partire dal nulla. È per la gratuità, per il trionfo del nulla, per l'ozio, contro il lavoro, la democrazia, contro l'utilità e il progresso. È un esempio di quell'intellettuale negativo, inattuale, perché rifiuta la logica del mondo 'borghese', regressivo perché tutto inverte; sceglie un altro tempo di vita, anzi ferma il tempo. È difficile farne l'identikit, perché ci sfugge, è incollocabile. Quella del dandy è un'estetica della 'singolarità'".
    "Il poeta è il dandy e il dandy è il poeta. Il dandy è un comportamento e il comportamento del dandy è la maschera immobile dell'impassibilità assunta come natura."
    (G.Franci, 'Il sistema del dandy')


    Da non dimenticare la simbolica fascinazione del dandy per il Viaggio, metafora della vita, e dell'attesa. Baudelaire, in "Spleen e ideale", racconta un suo fantastico viaggio attraverso il mare, per giungere ad una terra promessa, ricca di felicità, quanto di mistero; egli trova così dolce e piacevole la lunga attesa, che al momento di attraccare, domanda sconsolato se il viaggio è "Già finito?".


    "Esiste solo un modo per sfuggire all'alienazione dell'odierna società: allontanarsi."
    (Roland Barthes)

    -Un uomo molto ricco, in un casinò, vinse una grossa somma. Un famoso dandy era lì nei pressi, l'uomo lo apostrofò:
    "E voi cosa ne fareste di tutti questi soldi?"
    Per il seduttore sensuale il piacere culmina nel possesso, ma il seduttore intellettuale è un personaggio più complesso... è un 'homo ludens' che vive di calcoli raffinati e decadenti, che distilla e concentra il piacere...".
    (Diario del seduttore, Kierkegaard)

    Max Beerbohm, sul letto di morte, declamò al medico, che gli domandava come stava, i versi di Swinburne: "Non c'è fiume così stanco che infine non trovi il mare".

    Il dandy, disinteressato a vibrare all'unisono con la storia, cerca negli sconfitti un riflesso della propria virtù che più ama: il distacco da ogni interesse, l'ebbrezza d'esser in minoranza, il gusto del gioco e della morte. Il dandy non è mai per qualcosa, ma sempre e soltanto contro qualcos'altro. Sentenzia Cocteau: " L'estetica dell'insuccesso è l'unica durevole. Chi non capisce l'insuccesso è perduto".


    Dandy e snob
    Lo snob (sine nobilitate) sta al dandy come il valet Leporello a Don Giovanni
    Una differenza fra lo snob e il dandy è che, mentre il primo si fa spedire da Cuba una scatola di sigari Cohiba che non fumerà mai e terrà sigillata, bene in mostra nel salotto, il secondo s'accende un Antico Toscano con la sua ultima banconota da centomila lire.
    Lo snob? Un imitatore.
    Il dandy? Un… inimitabile.
    Dandismo e snobismo si escludono a vicenda.
    Lo snob, che non cerca la differenza ma il privilegio, aspira ad aggregarsi a una classe sociale elevata; mentre il dandy, per il quale non conta che 'differirsi', è, per destino, un 'fuori/classe'.
    Snobismo: malanno sorto da un sentimento d'inferiorità compensato con l'ambizione e l'attitudine all'autoinganno. Almeno nella forma, lo snobismo non è troppo dissimile dalla schizofrenia: malattia devastante, ma che gli snob credono à la page.
    Jean Cocteau
    Peraltro, è nell'altrui devastazione mentale che il dandy accerta l'equilibrio perfetto della propria mente.


    I dandies hanno messo radici nel letame, ma è grazie ad esso che le orchidee fioriscono più rigogliose, finché infine il fiore muore e resta solo il letame"
    (C. Connoly)

    Dandy, splendi un po', se puoi; ma soprattutto, 'tramonta'.




    dal Blog "Le Bateau Ivre" .
    http://www.pojanlive.com/2010/07/dandy-e-dintorni.html

    martedì 7 giugno 2011

    La Catena di Sant'Antonio

    La cosiddetta Catena di sant'Antonio non ha nulla a che vedere col santo del 13 giugno. E' stato un espediente inventato da buontemponi del dopoguerra, per spillare soldi dalle tasche di povera gente, sfruttandone l'ignoranza e la superstizione ancora molto diffuse in quel periodo; tutto questo succedeva nonostante anche i parroci durante le prediche avessero preso ad avvertire la gente di non farsi accalappiare da quei furbi, perchè quello che promettevano in cambio dell'obolo eran tutte fandonie. Il fenomeno si era poi  esteso fino agli anni '80, e anche ora, come par d'intuire da quanto segue, sembra esserci un rigurgito, come un tentativo per rinverdirlo, confidando sul fatto che ignoranza e superstizione esistono tuttora.
    A dire il vero, avevo anche letto di un santo napoletano che aveva ideato un meccanismo del genere, ma solo per raccogliere i fondi necessari per sfamare i suoi poveri orfanelli; però di questa storia non trovo più riferimenti. Quella che invece sto per raccontare sembra una storia uscita dal romanzo di Giuseppe Pontiggia, Vite di uomini non illustri, o da uno dei tanti racconti di Giovannino Guareschi, ai quali dava poi titoli così popolari.
    L'ispirazione m'è venuta dopo aver constatato che ci sono internauti in cerca di notizie a  riguardo della Catena di sant'Antonio; me ne sono accorto dagli accessi al mio blog generalista effettuati tramite la frase chiave: Catena di Sant'Antonio. E anche il 2 giugno, mentre scrivevo, c'era stato l'ennesimo passaggio di un navigatore che aveva digitato: "Catena di Sant'Antonio soldi"; idem il giorno successivo, 3 giugno, con ben tre passaggi.  Può essere che il fenomeno stia tornando di moda? O che magari, anche per via della crisi e delle restrizioni che si vanno preannunciando, qualcuno sia in cerca d'idee sul come raggranellare soldi agevolmente, e che abbia trovato magari nella Catena uno dei modi? E qui devo subito smontare gli illusi, poichè, come vedremo, è solo agli ideatori o ai primissimi della Catena che va qualcosa; ai successivi vanno solo rimasugli, o nulla. Solo tempo e soldi buttati alle ortiche. A convalidare la tesi sulla probabile esistenza di persone in cerca d'idee per raggranellare soldi, m'aiutano anche i dati del  recente rapporto INPS, secondo il quale il 50,8 percento dei pensionati percepisce meno di 500 euro al mese. E' così giocoforza che vi sia chi tira la cinghia, e qualcun altro che invece si dia fare per aumentare i proventi; e tra i vari modi vi potrebbe stare benissimo, perchè no, anche questo. Perchè questi pensionati, anche se dovessero bussare a certe porte le troverebbero chiuse  per via della mancanza cronica di fondi. Soldi che invece a volte vengono sperperati, come si desume dagli ultimi due post di Josh. Sembra infatti quasi che - ma per fortuna pare siano solo una piccola frangia, quella forse dei più insospettabili - chi sta dietro a quelle porte faccia a gara con colleghi dello stesso genere per sprecare denaro pubblico; spendendo i denari, anzichè in vere opere assistenziali, in quella specie di opere d'arte moderne, quali meglio illustrate nei due citati post di Josh (cliccare qui).
    E' quindi plausibile pensare che quella categoria di pensionati sia costretta a inventarsi qualcosa per arrotondare la magra pensione, magari facendo resuscitare la classica Catena di Sant'Antonio.
    La più colossale, la più universale - per via delle ripercussioni create a livello globale, fu quella ideata da un banchiere americano negli anni antecedenti al 2008. Quell'anno eravamo piombati nel pieno dello scoppio della bolla speculativa sui mutui sub-prime, per via della gigantesca Catena di sant'Antonio messa in piedi da Madoff, il guru di Wall Street; il suo caso finì sulla bocca di tutti gli abitanti della terra, per via delle conseguenze catastrofiche verificatesi a catena in tutto il mondo. La vicenda avrà degli strascichi che si protrarranno per almeno 30 anni, fino a quando le generazioni attuali non avranno lasciato gradatamente questa terra. Madoff era riuscito a far sognare tutti, pronosticando la crescita continua, sulla quale doveva pur sperare affinchè si mantenesse in piedi la sua fragile impalcatura.
    Con questo post voglio invece riesumare la storia di una catena di sant Antonio alla quale anch'io ingenuamente presi parte circa trent'anni fa.
    Un cliente mi aveva convinto della bontà e del facile arricchimento che ne avrei conseguito. E per far si che vi aderissi mi aveva promesso un consistente ordine. E quindi, in quel frangente molto ingenuo non fui: era stato come se avessi reinvestito, in quella sorta di giocata, parte delle provvigioni ricavate da quell'ordine. Comunque sia, furono soldi buttati al vento. E lo sapevo già in partenza, infatti a tutt'oggi dovrei essere ancora in attesa dei proventi di quella favolosa somma che mi era stata prospettata: Campa cavallo, che l'erba cresce!
    Chissà se, leggendo la storia, quel mio amico si riconoscerebbe? Già, perchè era un mio coetaneo, io poco più che ventenne, lui di qualche anno più di me. Era figlio unico e con i suoi genitori abitava a Milano, in zona Monumentale. Aveva due grandi passioni: il calcio, e correre dietro alle ragazze. Il calcio però era quello delle grandi discussioni al bar, non quello praticato, poichè aveva la vista molto difettosa che lo costringeva a portare occhiali con lenti molto spesse. Appena diplomato, aveva subito trovato impiego come venditore in un'azienda del settore stampa. Suo padre era il direttore di una grande azienda tipografica, che i proprietari decisero di chiudere in quel periodo, ponendola in liquidazione. Occorreva rinnovare i macchinari, e loro, anziani, non se l'erano sentita di continuare. Ci pensò il padre del mio amico che la comprò con la liquidazione e poi la rivoltò sottosopra. E fu lì che ci conoscemmo, e il figlio cominciò a far pratica alternandosi con l'altra attività di venditore. Ma passiamo di palo in frasca e veniamo a quel gioco della Catena. Si trattava di mandare, a mezzo vaglia postale, una determinata somma al primo di una lista di sette o otto persone, fornitami dall'ultimo di quella lista, che, nel mio caso, era stato quell'amico buontempone. La "lunghezza" di quell'elenco, sette o otto, ma che potevano/possono anche essere cinque o sei oppure nove o dieci ecc., lo decide l' "organizzatore" del gioco, colui che trarrà senz'altro il massimo del beneficio da tale "gioco/catena".
    Spedita la somma a quel tale, avrei dovuto compilare tre o più liste simili a quella che mi era stata consegnata, dopo aver trovato tre o più "gonzi" come me a cui "impartire" le medesime istruzioni che mi erano a mia volta state fornite, depennando il primo (quello al quale avevo spedito i soldi) e mettendo al suo posto, quindi al primo posto, quello che nella lista consegnatami era al secondo posto.
    In tal caso, se tutti avessero rispettato a perfezione, e senza alcuna interruzione le regole del "gioco", colui che nelle tre liste da me compilate era passato dal secondo al primo posto, veniva citato al primo posto di 81 oppure 243 oppure 729 oppure 2187 oppure 6.561 oppure 19.683 cartelle (se non addirittura il tutto moltiplicato per tre, a seconda se dovetti spedire tre e non un solo vaglia) a seconda se l'elenco da me compilato doveva essere costituito da una lista di 5 oppure 6 oppure 7 oppure 8 oppure 9 oppure 10 nominativi con tanto di indirizzo cui far spedire i soldi.
    Questi ragionamenti avran fatto girare la testa a qualcuno, ma tant'è. E in ogni caso, a seconda delle varie possibilità, fate un pò voi il calcolo di quanto teoricamente avrebbe incassato il primo della lista!!
    E' evidente che si tratta di un raggiro ben congegnato. Con piccoli singoli versamenti, il primo della lista riceverebbe (teoricamente) una montagna di soldi. Ma prima o poi la catena si estinguerebbe comunque, per "esaurimento" di persone da coinvolgere nel gioco. E così gli ultimi della catena resteranno con il classico cerino acceso in mano. Infatti, come detto, dopo trent'anni sono ancora qui in attesa di ricevere qualcuno di quei 729, o 2187 vaglia da due o tremila lire ciascuno d'allora, e non s'è mai visto nulla.

    In conclusione della storia devo dire che quel mio amico, da quando ha ereditato l'azienda di suo padre, ha smesso di fantasticare ed è diventato un imprenditore di successo. E tutto questo nonostante l'attuale periodo non sia particolarmente favorevole.
      
    link correlato: Catena di Sant'Antonio
    foto: Sant'Antonio al momento dell'uscita in processione il 13 giugno, Chiesa Maria SS. Immacolata di Catenanuova (EN) - da Wikipedia
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    Nota: vale ancora l'avvertimento del post precedente: per qualche giorno sarò senza computer, pertanto mi sarà impossibile rispondere prontamente a eventuali commenti.