
Un cane é prosa, una gatta é poesia
Prendo spunto dalla pessima sortita televisiva di Beppe Bigazzi, per tessere un’ode ai gatti, amici discreti e intelligenti, eleganti e rilassanti, coccolati senza riserve o odiati con crudeltà.
Il gatto (meglio se femmina) é l’animale con il quale mi identifico se dovessi scegliere un alter ego nel mondo animale, come ho già detto è intelligente, sceglie il suo “padrone” ma non ne diventa succube, c’è sempre un rapporto paritario fra il gatto e il suo compagno umano. E’ fiero, sinuoso e di una bellezza armoniosa, ha bisogno dei suoi spazi, e mai si capisce cosa nasconda dietro il suo sguardo impassibile. E’ un animale misterioso e indipendente per questo ha subito vere e proprie persecuzioni e non è in genere molto amato. Ma il rapporto che riesce a creare con il suo amico umano, è unico, profondo, esclusivo e per tutta la vita, fino all’ultimo istante. Quando si avvicina il momento del distacco , non è vero che va a nascondersi, con le sue ultime forze, cerca disperatamente chi ama e lo ha amato, per dirgli addio, per “addormentarsi” un’ultima volta al calore della sua mano. E’ un momento molto doloroso, che io ho vissuto e che mi ha fatto comprendere quanto sciocche siano le leggende che circolano sul gatto, e quanto al contrario, la sua fedeltà ad un unico “padrone” sia profonda e tenace. Esclusiva.
Il gatto nell’arte
Fin dai tempi remoti il gatto ha affiancato l’uomo diventando una figura simbolica molto potente, nel bene o nel male, rappresentata in ogni epoca e in tutte le varie arti.
Furono gli Egizi che iniziarono ad addomesticarlo intorno al 4000 a.C. per la sua abilità nel cacciare i topi. I gatti, e in particolare le gatte, dal Medio Regno vennero considerati animali sacri alla dea Bastet, una divinità figlia di Ra, che regnava sull’amore, sulla fertilità e sui giorni di festa.

Bastet veniva raffigurata come un gatto o con la testa di gatto e il corpo di donna. Gatti sacri vivevano nel tempio di Bastet e quando morivano venivano mummificati e rivestiti di bende di lino. Il loro capo veniva ricoperto da una maschera in bronzo con la loro effige e la sepoltura consisteva in un sarcofago a forma di gatto seduto, collocato poi nel cimitero del tempio.
Sicuramente l’epoca egizia fu la più favorevole ai piccoli felini. Anche i romani, ammiravano le qualità del gatto e quindi si trovano sue raffigurazioni su scudi e stendardi.
Ma con l’avvento del cristianesimo iniziarono le dolenti note, fu molto rappresentato ma in senso negativo, il gatto era visto come un essere diabolico, malvagio e simbolo del peccato.
“Streghe” e gatti neri se la passarono molto male.
La prima vera rivalutazione fu ad opera del geniale Leonardo Da Vinci, che arrivò a definire "un capolavoro" il gatto. A lui dedicò studi in cui lo raffigura nei suoi atteggiamenti abituali: di lotta, di gioco, di caccia, di pulizia personale.
Alla fine del 1500 il gatto fu totalmente riabilitato, e gli si spalancarono a pieno titolo le porte dell'arte moderna: Manet, Matisse, Renoir, Gauguin, dedicarono al gatto spazio sulle loro tele. E in epoche più recenti Balthus, Picasso, Andy Warhol, Fontana e persino Duchamp.

Anche sul versante letteratura il gatto compare spesso nelle favole ma anche negli scritti di Esopo, Fedro, Cicerone, Plinio il Vecchio, Erodoto, solo per citarne alcuni.
Ma i veri amanti del gatto furono i poeti: Baudelaire, Elliot, Neruda, Rostand, Rilke Verlaine, Yaets, Apolinnaire, Pessoa, Prèvert, Saba, Borges, Swinburne, Rodari.
C’è un legame molto uno stretto tra la poesia e i piccoli felini: incantati dai loro pregi, i grandi poeti di tutti i tempi hanno dedicato versi immortali al loro animale. C'é anche un'antica credenza che vuole un manoscritto morso da un gatto destinato al successo. Il poeta Aldous Huxley disse ai suoi allievi che gli avevano chiesto il segreto per avere successo in letteratura: "Se volete scrivere, tenete con voi dei gatti". Petrarca pretese che alla sua morte il suo gatto fosse imbalsamato e tumulato in una preziosa nicchia sulla quale si può leggere:"secondo solo a Laura". Torquato Tasso scrisse un Sonetto in cui chiedeva alla sua micia di illuminare il foglio con i suo occhi splendenti, per poter scrivere anche di notte. Charles Baudelaire, il sulfureo poeta francese
era un grande amante dei gatti e a questi animali misteriosi e affascinanti ha dedicato molti versi, tutti contenuti nella raccolta Spleen e Ideale. Victor Hugo era talmente grato al suo gatto che arrivò a costruire, per lui, un comodo trono. Ed i pronipoti dei gatti di Hemingway vivono ancora nella casa dello scrittore.
In conclusione non c’è animale che susciti passioni più forti del gatto, e proporlo come una “pietanza” non è indice solo di mancanza di sensibilità animalista, ma anche di cultura.
E adesso una carrellata di amanti dei gatti:
primo fra tutti LEONARDO da VINCI che lo definì "Capolavoro della Natura" e volle dipingere " questa meraviglia del Creato in braccio al Creatore". E coraggiosamente, perché in quei tempi il gatto era ritenuto una presenza diabolica.
Sono quasi quattromila gli Accademici del Tempo Passato che sono stati numi tutelari dei gatti, tra i quali:
Dante Alighieri, Cleveland Amory, Guillaume Apollinaire, Honoré de Balzac, Jacopo Bassano, Charles Baudelaire, Johachim du Bellay, Pierre Bonnard, Jorge Luis Borges, George Brassens, Fra Raffaele da Brescia, Jan Breughel le Vieux, François Boucher, Giordano Bruno, Lewis Carrol, Louis Ferdinand Céline, Marc Chagal, Jules Husson detto "Champfleury", Charles Chaplin, François René de Chateaubriand, Winston Churchill, Jean Cocteau, Colette, Carlo Collodi, Confucio, Gabriele D'Annunzio, Eduardo de Filippo, Eugène Delacroix, Charles Dickens, Gustave Doré, Alexandre Dumas, T.S. Eliot, Léonard Tsuguharu Foujita, Jean Honoré Fragonard, Anne Frank, Paul Gallico, Théophile Gautier, Franco Gentilini, Domenico Ghirlandaio, Alberto e Diego Giacometti, Nikolaj Vasulevic Gogol, Johann Wolfang Goethe, Francisco Goya, J.J. Grandville, Papa Gregorio Magno, Papa Gregorio II e III, Ernest Hemingway, E. T. Hoffmann, William Hogart, Victor Hugo, Aldous Huxley, John Keats, Rudyard Kipling, Ernest Ludwig Kirchner, Paul Klee, Gustave Klimt, Lenin, Edwar Lear, Paul Léautaud, Papa Leone XIII, Abramo Lincoln, Pierre Loti, H.P. Lovecraft, Louis XIV, Louis XV, Edward Verral Lucas, Compton Mackenzie, Stephane Mallarmé, Edouard Manet, Giorgio Manganelli, Maometto, James Mason, Jules Massenet, Henri Matisse, Antonello da Messina, Joan Mirò, Marino Moretti, Pablo Neruda, Ippolito Nievo, Charles Perrault, Francesco Petrarca, Pablo Picasso, Edgar Allan Poe, Madame de Pompadour, Augustin Paradis de Moncrif, Pontormo, Jacques Prévert, Maurice Ravel, Pierre August Renoir, Cardinal de Richelieu, Riainer Maria Rilke, Gianni Rodari giornalista, poeta, scrittore, Theodore Roosvelt, Jean Jacques Rousseau, Doganiere Rousseau, Umberto Saba, Luigi Santucci, Erik Satie, Domenico Scarlatti, Albert Schweitzer, William Shakespeare, George Simenon, Théophile Alexandre Steinlen, Frank Svinnerton, Hippolyte Taine, Torquato Tasso, Tintoretto, Mark Twain, Giuseppe Ungaretti, Susanne Valadon, Paul Valéry, Luchino Visconti, regina Vittoria, William Butler Yeats, Emile Zola.
Come si può constatare le menti eccelse amano i gatti, e io sono in buona compagnia...

Renoir


Balthus

Picasso
Aretusa