martedì 23 marzo 2010

Egon Schiele quando l'ossesione diventa arte-in mostra a Milano


E’ in mostra a Milano, a Palazzo Reale un’interessante esposizione di Egon Schiele, a cura di Rudolf Leopold e Franz Smola e in collaborazione con il Leopold Museum di Vienna, da cui provengono le opere esposte. Il titolo è “Schiele e il suo tempo” e presenta circa 40 dipinti e opere su carta dell’autore, tra cui i celeberrimi “Donna inginocchiata con abito rosso-arancione” (1910), “La danzatrice Moa” (1911), “Autoritratto con alchechengi” (1912), “Case con biancheria colorata” (1914), “Donna distesa” (1917).
Guardando i dipinti di Schiele si avverte subito lo stretto contatto fra la sua arte e l’erotismo. Un erotismo che nulla concede al romanticismo e al sogno, ma é carnale, diretto, vibrante e colpisce per la carica lasciva e l’attenzione per i particolari sessuali. La sessualità è esibita sfacciatamente, e riporta ad un’ossessione erotica angosciosa e inquietante. Le donne ne sono l’oggetto ed Egon Schiele le rappresenta in pose oscene, con corpi scarni e volti lividi, divorati dagli occhi, il tratto è spigoloso, nitido e incisivo. Donne sfrontate, peccaminose e prive di innocenza, consapevoli della propria sensualità.

Schiele disse: “Io dipingo la luce che emana da tutti i corpi” ma è una “luce” che ha molte ombre e zone oscure, e porta a galla il rapporto morboso fra il geniale artista e le donne.
Rapporto che gli procurò aspre critiche e anche guai giudiziari. Nel 1912 fu incarcerato per tre settimane a causa di un’accusa di “pornografia artistica” ma anche per aver sedotto una quattordicenne; Schiele ha sempre respinto tale accusa.
Nato a Tullin nel 1890, la sua infanzia fu segnata dalla morte del padre malato di depressione. Il suo primo periodo artistico fu influenzato dall’arte dell'Estremo Oriente, dallo Jugendstill di Ferdinand Holder e, soprattutto, dall'incontro con Gustav Klimt nel 1907. Schiele tuttavia, si avvicinò ben presto all'Espressionismo che interpretò liberamente dando vita ad uno stile molto personale e non catalogabile. Già nel 1908 Schiele tenne la sua prima personale che vide affiorare il suo stile originale: la fisicità distorta e deformata, la tragica visione dell’uomo. Il pubblico dell’epoca fu scioccato dall’erotismo esplicito, dallo stile scarno e duro completamente privo di compiacimenti estetizzanti.

Nel 1911 il pittore incontrò la giovanissima Wally Neuzil, che fu la sua modella per alcuni splendidi quadri. Fu accusato di corruzione di minori e di pornografia, processato e prosciolto.
Nel 1915 Schiele lasciò Wally e sposò Edith Harms. Nel matrimonio trovò la serenità agognata e una diversa ispirazione. Nel 1918 partecipò con successo alla quarantanovesima mostra della Secessione Viennese e tenne esposizioni a Zurigo, Praga e Dresda.


Morì a Vienna nell’autunno del 1918 a soli 28 anni, di influenza spagnola, tre giorni dopo la moglie, incinta di sei mesi. Una fine tragica, beffarda per un uomo che aveva vissuto, fino al matrimonio, sopra le righe, un pittore “maledetto” la cui arte aveva scandalizzato e sconvolto i suoi contemporanei, un temperamento ribelle dal pessimo carattere, insolente come “insolente” è la sua pittura, che ben poco si adattava ai salotti virtuosi del tempo.
Un uomo in balia delle sue ossessioni che ha saputo tradurre in arte, e che gli hanno donato l’immortalità.
Alcuni siti con opere di Schiele QUI QUI
QUI
Arethusa

10 commenti:

Hesperia ha detto...

Brava Are, che ce l'hai fatta a postare nonostante l'influenza. Come stai ora?
Cosa aggiungere a quanto hai già esaustivamente scritto, se non che Egon Schiele e un autentico genio, un innovatore? Anche i suoi autoritratti hanno un che di veramente inquietante (unheimlich, in tedesco) ed è proprio questa la sua cifra che lo rende immeditamente riconoscibile e diverso da tutti.
OLtre a ciò è un vero cantore di quella repubblica di Weimar che mise la Germania alla fame e che fu cagione di quella crisi morale che spiana la strada al nazismo.
Ciao

Anonimo ha detto...

Indubbiamente è un pittore che ha un segno grafico tortuoso, complesso e inimitabile. E' visibile la sua provenienza da Gustav Klimt che è stato suo maestro, ma poi se n'è distaccato trovando una sua cifra inimitabile. Però cara Aretusa, devo confessarti che a casa mia un suo quadro, non me lo appenderei alle pareti:

1) perché non me lo potrei permettere a causa delle quotazioni

2) perché lo trovo oltremodo angosciante.

Ernesto

Josh ha detto...

Egon Schiele a me piace, è come dite un genio, certo in alcuni quadri è volutamente provocatorio e 'decadente'.

Anche questa mostra sarebbe da vedere.

Se lo appenderei alle pareti? mah...fermo restando che se ne avessi uno, lo metterei all'asta e vivrei dopo di rendita :)) stavolta potrei non esser così venale: un poco angosciante lo è sì, ma specie per rappresentare la sua idea di sensualità 'vigorosa'.

Aretusa ha detto...

Grazie Hesp..scusa il ritardo con cui ti rispondo...ma sono sempre più incasinata.
Verso Schiele nutro sentimenti ambivalenti...mi affascina, ma la sua spigolosità dei tratti...non è nelle mei corde.
Anche se ne riconosco la genialità.
Ciao Are

PS l'influenza é passata...in fretta...meno male:-)

Aretusa ha detto...

Ciao Ernesto nemmeno io appenderei un suo quadro alle pareti...perchè se avessi così tanti soldi preferei altri artisti: Chagall e Magritte per esempio:-)
Più in sintonia con i miei gusti...
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Josh spero di andarci con Hesperia...
dopo Pasqua.
Direi che ha una visione della sessualità....sfacciata:-)
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Chiedo scusa a tutti...per il ritardo nel rispondere....ma ho sempre mille cose da fare
un bacio e se non mi sentite più Buona Pasqua
Arethusa

Hesperia ha detto...

Okay Are, magari dopo Pasqua ce la vediamo.

Più che "sensualità vigorosa" o "sessualità sfacciata" a mio avviso c'è una sessualità morbida e malaticcia. Mi riferisco in particolare a tutte quelle prostitute-bambine o ragazzine magrissime e perfino scheletriche che ben danno la visione della rovinosa repubblica di Weimar.

Josh ha detto...

Concordo con Hesperia che riporta giustamente l'attitudine di Schiele non solo al suo temperamento personale, ma la inserisce nel contesto Weimar...
Non si può astrarre dalla storia e dal contesto, e il contesto fu esattamente quello.

Cara Mary, Buona Pasqua anche a te se non ci riusciamo a sentire prima.

marshall ha detto...

Non sapevo nulla di costui. Ne hai fatta una descrizione completa, concisa e chiara. Ho visto anche un bel paginone della mostra sul Corriere.
Bene, ho imparato qualcos'altro.