Ottone Rosai (1895-1957) è stato pittore importante, originale e parecchio controverso.
Via Toscanella
Mi occupo qui solo rapidamente e un po' controvoglia di questo Autore, quasi ignorato a lungo dal mondo dell'arte e della critica ufficiali (una buona mostra fu a Firenze, primavera 2008), onde evitare contrapposizioni varie; la rapida analisi avverrà così specie dal punto di vista visivo, dietro richiesta di Marshall & co., anche se alcuni elementi biografici sono inscindibili come ovvio dall'interpretazione della sua arte, e non possono entrare nello spazio breve di un post.
Per una biografia ragionata sul pittore rimando qui e qui . E, per chi non lo conoscesse già, anche dai link si capisce il perchè della controversia. Un omaggio pensoso qui.
Nato a Firenze, da giovanissimo è già in grado di realizzare incisioni di livello negli anni 10, nel 1913 è vicino ai Futuristi, conosce scrittori e pittori: Papini, Soffici, Marinetti, Boccioni, Carrà, Severini. Partecipa con merito e decorazioni ufficiali alla I GM. Scrive lui stesso poesie e testi.
Attraverso la sperimentazione e lo studio dell'immagine fonde la passione per il Trecento e il Quattrocento, il Rinascimento fiorentino con la rivoluzione pittorica-prospettica portata da Cézanne: la rappresentazione della profondità di campo attraverso il tronco di piramide rovesciata della prospettiva classica si evolve nella visione "a sferoide" di Cézanne.
E' condizionato anche dalla pittura metafisica, le cui atmosfere sospese si ritrovano in alcune sue opere, così come si avverte l'influsso di Giorgio Morandi e di Carlo Carrà. La sua pittura è d'interesse e qualità anche per le materie adoperate: da una tradizionale tecnica quattrocentesca impiega spesso un impasto di tempera e lattice di fico, che dà una straordinaria dimensione tattile e pastosa alle sue realizzazioni. Questi elementi convergono nelle serie delle sue nature morte, paesaggi, figure.
Cupolone con Campanile
Aderì in seguito al fascismo: dal momento che in Italia la critica, anche la critica letteraria oltre che la critica d'arte, è sempre stata militante, fu inviso ai critici d'arte di sinistra per le sue idee politiche, e fu inviso anche ai critici di destra per la sua omosessualità. Fu considerato cioè una sorta di 'fuori norma' da qualunque parte lo si osservasse, una contraddizione vivente doppiamente sconfitta dalla storia.
Detto fascista di sinistra, prima futurista e interventista, come altri socialisti aderì in principio al fascismo rivoluzionario per l'idea della distribuzione delle terre ai contadini, ma se ne allontanò in parte quando si trasformava in dittatura, fino a ritornare il "ribelle" del popolo del quartiere di Santo Spirito.
Carabinieri
Dal 1920 al 1930 si assiste al periodo considerato il suo classico pittorico, dipinge strade di Firenze, paesaggi e uomini. Il marchio "Rosai" nell'accezione comune corrisponde a una lunga teoria di "vinti" non necessariamente intesi in senso verghiano ma ripresi nella sua pittura in una condizione di spoliazione, privazioni, umiltà e spesso immersi in un silenzio irreale,
su tele scarne e riempite di pochi elementi, in cui pare abbia volutamente lavorato per sottrazione, e per concentrazione.
Uomo sulla panchina
La Firenze rappresentata è quella di osterie, piccole vie, una Firenze dimessa e defilata, a volte magica e sospesa, a volte appena accennata o poco riconoscibile sotto un cielo pesante come lo spleen baudelairiano che mette in evidenza un'umanità intensa, ma non si troverà in lui la Firenze Rinascimentale nel senso della citazione classica dello splendore e dell'equilibrio.
E' questo ultimo stile dagli anni 30 in poi a dare la fama a Rosai, unitamente all'accusa, da parte dei detrattori, di provincialismo, bozzettismo, vedute ristrette e populismo toscano "dolente".
Giocatori di toppa
In realtà nonostante l'adesione al fascismo e i condizionamenti stilistici storici, da cui ci si sarebbe aspettati uno stile visivo molto differente, più rutilante, Rosai dà corpo a una pittura personale, antiretorica, attenta al microcosmo quotidiano, in grado di concentrarsi sull'essenzialità delle figure con una maestria forse superiore a Sironi, ma con un'umanità e una capacità d'introspezione nota solo al nostro.
Nudo
Non troviamo in Rosai una pittura magniloquente nè per temi nè per stile di rappresentazione, e anche in questo risiede la sua originalità.
Ancora, gran parte della pittura di Rosai meno nota ma esistente in quantità, si incentra sui nudi maschili, chiaramente ennesimo ostacolo al suo pieno riconoscimento d'artista presso il grande pubblico, e al dare via libera all'esposizione serena di alcune sue opere.
giovedì 4 marzo 2010
Rosai
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
66 commenti:
Josh,
perchè controvoglia?
La prima cosa che mi è balzata agli occhi, è quella via Toscanella, rassomigliante tanto alla via centrale del mio paese.
Continuo nella lettura.
Grazie, anche a nome degli "Universitari del Tempo Libero".
Ciao.
Josh,
ad un primo giro di lettura, così a caldo, ho capito il perchè del tuo controvoglia. Parlare di Rosai non è certo come parlare dei Tiziano, dei Giorgione, o dei Tintoretto a Venezia.
Ti ringrazio, comunque, per l'atto di "umiltà" che mi hai voluto dedicare.
Ad un prossimo giro di lettura.
Ciao.
Carissimo:))
'controvoglia' certo non perchè ho seguito un tuo gradito consiglio,
ma perchè per scandagliare uno stile (e quindi, spesso, una persona) bisogna a volte entrare nel suo privato, nel suo segreto...e questo è un po' problematico stavolta. Il suo carattere, l'omosessualità, il fascismo militante, le accuse di andare con "prostituti", me lo rendono una personalità molto complessa.
Così guardo i quadri:)
in cui però tutto questo, nascosto c'è.
E poi già mi immaginavo le polemiche, non certo le tue :)) ma se arrivano commenti strani io banno tutti...
Josh,
se ti riferisci in particolare a chi conosciamo, lasciaceli prima leggere. In "Girgenti amore mio", col richiamo ai sofisti, e in "L'accademia dei Pugni", con quello spunto inaspettato su Don Lisander, mi ha fatto commenti interessanti, da buon erudito.
Ciao.
Oh povero Josh! :-) capisco il tuo imbarazzo nell'entrare in una psiche che non ti appartiene. Certo che questo Rosai poveraccio, alla fin fine è stato trattato da paria da una parte (i rossi a causa del suo fascismo militante) e dall'altra (i neri a causa della sua omosessualità).
Strano destino davvero.
Hesperia,
visto che l'hai accennato, entro nel vivo della questione.
Quando i cosiddetti universitari del Tempo Libero mi chiesero di rivolgermi a Josh, affinchè scrivesse di Rosai, è perchè c'è ben poco di scritto su di lui. Leggendo il post di Josh, con i relativi link allegati, mi sono reso conto del perchè. Nè io sapevo che Rosai fosse stato un omosessuale, e in epoca in cui c'è stata una sorta di culto della virilità; una doppia tragedia per "il povero" Rosai.
Paradosso dei paradossi, proprio ieri ho commentato di un poeta dalla estrema sensibilità, al quale è stata inaugurata una targa ricordo (per uno che scrive: "Se Venezia non avesse il ponte, l'Europa sarebbe un'isola" - ditemi un pò voi!), leggendo poi nella sua biografia che è stato un omosessuale.
Per me è stato un colpo.
E qui mi fermo.
Ciao a tutti.
Marsh
Josh
In modo semplicistico giudico i quadri da un punto di vista estetico-sentimentale per cui, interessandomi meno l’autore o perlomeno lo prendo in considerazione in un secondo momento, do la prevalenza al fatto che il quadro susciti in me emozioni e che, contemporaneamente, ne capisca il messaggio emotivo che l’artista mi vuole trasmettere. Questi quadri del Rosai non mi piacciono anche se penso di comprendere, almeno in parte, quello che l’artista vuole comunicare.
Nel quadro, piuttosto bruttino,sempre a mio giudizio, con la cupola del Brunelleschi e il campanile di Giotto, credo di poter interpretare che il messaggio sia costituito dal muro, che impedisce una visuale completa, e dallo spazio antistante vuoto. In altre parole, a mio opinabile parere, l’autore ci vuol dare il senso d'impotenza e di frustrazione che limitano la sua esistenza,la dicotomia tra essere ed apparire.
Parli di prospettiva sferoidale, abbastanza visibile nel quadro “Via Toscanella”, seppur con qualche indulgenza a quella classica nella parte sx del dipinto, che, se può essere un evoluzione da un punto di vista esclusivamente pittorico, non lo è da un punto di vista raffigurativo. Dare un effetto grandangolare ad un quadro significa andare oltre la realtà mostrandone una visione distorta e trascendente che può anche essere la volontà dell’artista. Io preferisco una prospettiva classica magari con 2 o 3 punti di fuga in modo da modificare tutte le lunghezze e lasciando inalterate le linee. In effetti, ad essere pignoli, ci sono due possibili giustificazioni per adoperare una prospettiva sferica. La prima è che viviamo su un geoide, cioè sulla Terra, che è una sfera, un po’ ammaccata, per cui le linee hanno una curvatura come i meridiani ed i paralleli. Questa curvatura, dato il diametro della Terra, non è apprezzabile sulle piccole misure. La seconda è che la retina dei ns. occhi è una superficie curva per cui le immagini che vi si formano hanno una prospettiva sferoidale. Resta il fatto che le immagini che noi vediamo non sono quelle della retina, quindi quella provenienti dalla realtà, ma quelle rielaborate dal cervello. Il nostro vero organo della vista non è l'occhio ma il cervello. E' il cervello che raddrizza le immagini capovolte che gli arrivano dall'occhio. E' il cervello che fonde le immagini provenienti dai due occhi per dar loro l’effetto 3D. E' il cervello che decide se un oggetto è vicino o lontano. Il cervello può anche correggere un'immagine completandola delle parti mancanti. Il cervello ci fa vedere immagini stabili nonostante i nostri occhi si muovano in continuazione.
E’ il cervello dunque che ci fa piacere o meno un quadro? Non penso che sia solo il cervello a far piacere un quadro a me e non a te, certamente influiscono altri fattori come la sensibilità e il proprio percorso esistenziale. Cmq dubito che le immagini rielaborate dai ns. cervelli siano eguali e questa sarebbe già una spiegazione di un possibile diverso giudizio estetico.
Ciao
Sarc.
ps bannami pure ahahah
Sarcastycon,
sono stupito della scientificità del tuo commento!
Ogni mia ulteriore elucubrazione è superflua.
Ciao.
Eppure ha fatto un ritratto a Montale... che col fascismo d'accordo proprio non era! La grandezza della Firenze umanistico-rinascimetale finisce per schiacciare i fiorentini, legati sentimentalmente a questa città. La storia e i modelli dei padri son troppo alti e finiscono per recidere le ali ai fiorentini, artisti o aspiranti artisti che siano. Firenze si mostra invece più benevola nei confronti di chi fiorentino non è. Benevola ispiratrice nei confronti di Foscolo, Manzoni, D'Annunzio e anche di Montale che si ritrova in Firenze in contemporanea con Rosai. Certo son più le differenze che l'analogie con Montale. Montale antifascista, Rosai fascista... una visione universale in Montale.. una un po' chiusa e provinciale in Rosai. In comune hanno l'atteggiamento antiretorico e antidannunziano.... la profondità e lo spessore intellettuale di Montale è fuori discussione e fuori concorso. Rosai, anche se non lo conosco bene, non mi sembra persona mediocre, sia nell'arte che nella vita, c'è coerenza e anche rispettabilità artistica.... ma dal punto di vista intellettuale, restare legato ad una idea di fascismo "socialista", populista, ne mette in evidenza i limiti....
Io banno, tu banni egli banna.... sto tremando di paura..... ed ella?
L'omosessualità è roba di sinistra. La destra la vorrebbe nascondere, vorrebbe che non ci fosse.... ma essa se ne impippa delle inibizioni, va platealmente a comparire proprio a destra. Il nazismo inventò e appoggiò per un certo periodo l'omosessualità sana fra maschi super maschi, iper-virile, cameratesca, non quella ebraico-decadente, che mimava il rapporto eterosessuale, imitando anche la sessualità femminile.
Tutta questa carnevalata durò per un periodo, fin quando gli omosessuali virili non diventarono così forti, da rappresentare un pericolo per il monopolio del potere di Hitler, il quale risolse tutto alla sua maniera, sterminandoli tutti nella notte dei lunghi coltelli. Le SA furono sbaragliate e Rohm, che rifiutò di suicidarsi.. venne anche lui trucidato.
L'omosessualità di Rosai a quale tipo apparteneva, a quella virile-virile o a quella ebraico-decadente? Boh... non lo so.... ditemi voi!
C'è da ridere... pure sull'omosessualità... destra e sinistra non riescono a mettersi d'accordo.... la mia è più buona della tua!
Sympatros,
tuo commento n.1.
Sei stato straordinario fino alla fine, ma quella postilla finale ha rovinato il tuo bel lavoro.
Vado al tuo commento 2.
Intervallo musicale SERIO e distrazione culturale
http://www.youtube.com/watch?v=OCOW9ZckXfM
Canto, ripiegamento melodico, riflessione canora sullo sconforto dell'esistere, sul piacere triste, balsamico e grandioso che accompagna il mistero dell'essere e del soffrire!
Accettazione del dolore, dell'incomprensibile dolore, nella speranza che dia un valore, un senso, un significato all'esistenza..... umano... tutto troppo umano.... Il resto è pallido nulla.
Questo mi par di sentire nella grandiosità barocca del pezzo e nel genio di Bach!
@Marshall quando dici
"Paradosso dei paradossi, proprio ieri ho commentato di un poeta dalla estrema sensibilità...leggendo poi nella sua biografia che è stato un omosessuale.
Per me è stato un colpo."
no, nel mio caso non è per quello, e non è un colpo a parte che lo sapevo da prima.
Ci sono migliaia di artisti omosessuali che mi piacciono e stimo. Uno Oscar Wilde. Un altro Carlo Coccioli.
Non mi pare, tra l'altro, d'aver scritto nulla di strano o stupefacente riguardo della sua omosessualità.
ma il fatto che fosse anche fascista della prima ora, e storicamente incompreso da entrambe le fazioni politiche lo rendeva un caso su cui potevano "arrivare commenti strani" visto che gente gira per il web, con la testa a comparti stagni.Tutto lì:)
@Sarcastycon: io pure giudico i quadri e mai mi sognerei di giudicare la persona, e di più in questo caso, che ha vissuto la vita/sessualità/politica in modo così scisso e lacerato.
Chiaramente per comprendere la serie di nudi maschili dei suoi amanti l'elemento omo è presente nello sguardo e nella rappresentazione.
Come gusto personale, se devo parlare di nudi maschili dell'epoca preferisco i nudi di De Pisis.
Sympatros,
sul tuo commento 2 vorrei non intromettermi: c'è parecchio della Storia che ancora devo sviscerare. Però, se ti è possibile, non mettere sempre il tutto nello scontro destra-sinistra, fascisti-antifascisti. Penso sia il caso che in questo blog si debbano giudicare le persone dalle loro opere - artisti, attori, pittori, scrittori, poeti, e quant'altro - indipendentemente dal loro privato e dalla loro idea politica. Mai ci metteremmo a discutere del privato e delle tendenze sessuali di Leonardo, o di Michelangelo.
@Sarcastycon:
continuando a leggere il tuo commento: bravo! anche da parte mia.
1)a me Via Toscanella piace, e anche l'uomo sulla panchina, e il nudo "generico" che ho messo.
2)Sarc ti cito "Nel quadro, piuttosto bruttino,sempre a mio giudizio, con la cupola del Brunelleschi e il campanile di Giotto, credo di poter interpretare che il messaggio sia costituito dal muro, che impedisce una visuale completa, e dallo spazio antistante vuoto. In altre parole, a mio opinabile parere, l’autore ci vuol dare il senso d'impotenza e di frustrazione che limitano la sua esistenza,la dicotomia tra essere ed apparire."
Sì il messaggio del Cupolone è il muro, come dici, simbolo dell'esclusione/frustrazione della pienezza della vita.
@Sympatros:
hai scritto un commento preciso e intelligente. Le mie minacce di ban erano per eventuali maleducati e rissosi.
Isolo invece l'argomentazione che preferisco tra quelle che hai messo "In comune hanno l'atteggiamento antiretorico e antidannunziano...." riferito a Montale, per forza, e a Rosai, è la pura verità.
Poi sul 2ndo commento:
Ti cito "L'omosessualità è roba di sinistra. La destra la vorrebbe nascondere.."
ahahaha
diciamo, va là, che la "destra" tende a basarsi su valori tradizionali-anche familiari M/F che possono non coincidere con alcuni aspetti di scelte bohemien di alcuni omosessuali. Che esistono da sempre anche a dx. La questione hitler (dubito poi che le dx di oggi c'entrino qualcosa) e dei 2 tipi di omosex è interessante da un punto di vista storico-antropologico, ma..è corretta.
Questa tua è da manuale: "pure sull'omosessualità... destra e sinistra non riescono a mettersi d'accordo.... la mia è più buona della tua!"...
non si può negare che dx e sx litighino anche su questo, già.
p.s. Bach è uno degli intermezzi migliori che si possano scegliere.
@Marshall: sul privato degli artisti: dipende...pare che anche Michelangelo e Leonardo...
Josh,
appunto li ho citati, i due capisaldi dell'Arte e delle Scienze dell'Umanità.
Josh,
per quanto riguarda Leonardo, nessuno al mondo si sognerebbe di metterne in dubbio la grandezza, di Michelangelo, invece, ci sono anche quei versi immortali di Ugo Foscolo che ce lo ricordano:
"Io quando il monumento vidi...
e l'arca di colui che nuovo Olimpo alzò in Roma a' celesti;..."
Alzò un Olimpo, nientemeno. Come dire: noccioline!
(quat'è bella, quant'è musicalmente stupendamente poetica quella parte dei Sepolcri!)
Ciao.
@Sarc quando dici:
"In effetti, ad essere pignoli, ci sono due possibili giustificazioni per adoperare una prospettiva sferica. La prima è che viviamo su un geoide, cioè sulla Terra, che è una sfera, un po’ ammaccata, per cui le linee hanno una curvatura come i meridiani ed i paralleli. Questa curvatura, dato il diametro della Terra, non è apprezzabile sulle piccole misure. La seconda è che la retina dei ns. occhi è una superficie curva per cui le immagini che vi si formano hanno una prospettiva sferoidale. Resta il fatto che le immagini che noi vediamo non sono quelle della retina, quindi quella provenienti dalla realtà, ma quelle rielaborate dal cervello. Il nostro vero organo della vista non è l'occhio ma il cervello. E' il cervello che raddrizza le immagini capovolte che gli arrivano dall'occhio. E' il cervello che fonde le immagini provenienti dai due occhi per dar loro l’effetto 3D. E' il cervello che decide se un oggetto è vicino o lontano. Il cervello può anche correggere un'immagine completandola delle parti mancanti. Il cervello ci fa vedere immagini stabili nonostante i nostri occhi si muovano in continuazione.
E’ il cervello dunque che ci fa piacere o meno un quadro? Non penso che sia solo il cervello a far piacere un quadro a me e non a te, certamente influiscono altri fattori come la sensibilità e il proprio percorso esistenziale. Cmq dubito che le immagini rielaborate dai ns. cervelli siano eguali e questa sarebbe già una spiegazione di un possibile diverso giudizio estetico."
Interessante e scientificamente esatto Sarc:))
Quella rivoluzione della visione (da prospettiva a tronco di piramide rovesciata del Rinascimento e successivi alla quella a sferoide e in seguito, esplosa), apportata da Cézanne, comunque tende a sottolineare dell'altro, un cambio epocale: prima, la visione a tronco di piramide, si rifaceva, nella storia dell'arte e in Estetica, alla certezza della conoscibilità e misurabilità del reale, all'aspirazione di unione tra reale e ideale, all'unità serena tra saperi;
Cézanne rompe quella tradizione di rappresentazione (è comunque a modo suo un classico) per indicare la SCISSIONE ormai storicamente avvenuta tra oggettivo e soggettivo, tra realtà misurabile e percezione dell'io esploso.
La rottura di significati ed equilibrio che si consuma dal 1789 in poi, la fine del vecchio mondo ha ripercussioni anche nella certezza della realtà, l'io non ha più basi d'appoggio certe nella realtà se non l'ondeggiare di sè.
Oggi poi dopo esser passati dal "così è se vi pare", siamo alla menzogna imperante.
Quoto il commento di Sarc: francamente da quel che ho potuto vedere, Rosai non è nelle mie corde indipendentemente dalle:
a) scelte ideologiche (ci furono artisti che aderirono ai fasci che invece esteticamente mi piacciono)
b) scelte sessuali (ci sono stati artisti e musicisti omosessuali che mi piacciono).
Tuttavia la sua vita e il personaggio in sé è intrigante.
Josh
vedo, con piacere che sei tornato sull'argomento prospettiva. Io penso che valga la pena di farci post specifico, perchè i varii cambiamenti del tipo di prospettiva usata, hanno influenzato fortemente, fin dalle origini, la pittura.
La prospettiva frontale usata dagli antichi egizi, serve a mettere in risalto le proprietà somatiche delle figure umane. E’ un insolito modo prospettico di pitturare: un viso disegnato di profilo, con occhio, spalle e petto, appartenenti invece ad una prospettiva frontale. L'attaccatura delle braccia è una combinazione delle due prospettive e gli arti inferiori di profilo per dare l’impressione e l'orientamento del movimento. Ogni singolo elemento della figura è raffigurato nella sua prospettiva più importante, pertanto potremmo dire che l’immagine risultante è un assemblaggio di più viste prospettiche differenti. Credo che i cubisti considerassero la pittura egizia la loro antesignana.
La prospettiva sferoidale era già conosciuta dagli antichi greci, leggi Euclide , anche se la chiamavano prospettiva angolare e l’hanno applicata anche in architettura.
La prospettiva centrale, cioè a tronco di piramide rovesciato con i prolungamenti dei lati che convergono in punto di fuga principale, rigorosamente centrale rispetto al piano del quadro, ha una sua origine italiana: la "definizione" del quadro come "intersezione piana della piramide visiva viene introdotta da Leon Battista Alberti . Successivamente Piero Della Francesca giunge ad una trattazione rigorosa e matematica, con il De prospectiva pingendi (1478).
Con Cezanne si ha un ritorno alla geometria prospettica angolare di Euclide. Ma il pittore ne accentua l’effetto sferoidale, da qui il nome. Non so se Cezanne conoscesse o meno la geometria angolare euclidea, ma personalmente ritengo che i grandi artisti abbiano insito il mondo platonico delle idee e che, conseguentemente, dipingano le loro impressioni sotto l’influsso degli archè, altrimenti difficilmente si riesce a spiegare l’esistenza di capolavori assoluti.
Una considerazione mia e per questo opinabile: l’applicazione rigorosa della prospettiva, da parte dell’ artista, sicuramente produce un quadro tecnicamente perfetto, ma quasi certamente privo di emotività. Pitturare un oggetto rompendo, solo per quell’oggetto,la prospettiva generale del quadro, lo mette in evidenza ed in questo modo l’artista può inviare agli altri il suo messaggio.
Vi risparmio le prospettive in spazi non euclidei, cioè ellittici, iperbolici di Lobačevskij, Riemann o del Beltrami, geometrie conosciute già da alcuni secoli e quelle più recenti in spazi multidimensionali di Calab-Yua usati nella geometria quantica e nella teoria delle stringhe.( per rappresentarli ci vorrebbe un fisico che fosse anche un pittore, ma io non so dipingere eheheh).
Josh
Trascurando le complicate teorie su accennate, ti chiedo se esista una pittura con prospettiva ambientata in uno spazio deformato, di tipo einsteniano per intenderci. Visto che Salvator Dalì nel quadro “La persistenza della memoria” rappresenta la deformazione dello spazio-tempo con i famosi orologi, ma non usa una prospettiva ambientata in un simile spazio.
ciao
Sarc.
Hesperia
anch'io sono della tua idea,l'arte è cultura e la cultura è al di sopra di ogni speculazione parrocchiale.
ciao
Sarc.
Sarcastycon,
condivido la tua idea, di far condensare in uno scritto organico e funzionale tutte le idee, anche quelle originali, esposte qui, ma anche in vostri post precedenti, con i relativi commenti; tuoi e di Josh, ma anche di Sympatros.
Corredandolo di esempi, foto e link, ne verrebbe un post molto utile, anche a scopo didattico.
Ho notato, infatti, nei vostri scritti di cui sopra, buoni e originali elementi.
Il risultato sarà maggiore se riuscirete a semplificare al massimo la comprensibilità di argomenti altrimenti ostici.
Di tutto quel lavoro, come di consueto, nessuno vi compenserà di un centesimo, ma potreste anche entrare nella storia dell'arte, e quella sarà la vostra giusta ricompensa.
:-))
In pista e...buon lavoro.
Josh, Sarc.,
il concetto da voi espresso, di PROSPETTIVA SFEROIDALE, mi si è schiarito ulteriormente guardando con occhio critico il quadro "Via Toscanella". Anche se, secondo me, il pittorte ha un pò "cannato", restringendo troppo il marciapiede, là sù, sulla sinistra, prima dell'inizio della curvatura della strada. A meno che, il marciapiede fosse veramente così, e cioè che si andasse restringendo. Oppure che quella casa è un lungo casermone, molto più lungo di quello che ci ha fatto apparire il pittore; in questo caso, però, ci sarebbe qualcosa che non va nelle proporzioni della lunghezza della casa, in rapporto con la sua altezza, la giù, prima dell'inizio della curva.
Spero di essermi fatto comprendere.
E comunque, credo anche che quello che per me può sembrare un evidente "svarione", dipenda anche da quanto espresso da Sarc. nel suo primo commento.
Marshall
il marciapiede probabilmente è così come l'ha pitturato,in quanto la strada stringe e per mantenere un larghezza sufficiente è stato sacrificato il marciapiede, secondo me.
Cmq nel mio 1° commento avevo fatto notare che la parte sx del quadro segue una prospettiva tradizionale infatti se prolunghiamo la linea del tetto e quella della base della casa, sopra il marciapiede, si vede, facilmente, che che convergono in un punto di fuga pressochè centrale, anche gli spigoli verticali della casa sono segmenti paralleli e non curve.
Sulla parte dx,specie verso la fine della strada, si ha l'impressione che le case siano leggermente "piegate" verso l'interno, come se fossero pitturate su una superficie anch'essa leggermente concava e pertanto l'effetto sferoidale risulta minimo.
Questo è quello che ci vedo io nel quadro...
se vuoi vedere un effetto sferoidale più evidente guarda a questo link http://boletus.altervista.org/impress/ce/cezanne4.jpg
il quadro di Cezanne "Le grandi Bagnanti"
ciao
Sarc.
Sarc.,
quel quadro di Cezanne "Le grandi bagnanti" lo conosco molto bene. Ne abbiamo discusso a fondo con Josh in un post, qui sul Giardino, che credo sia proprio dedicato a Cezanne, e alla "rivoluzione" da lui apportata (la terza, dopo Giotto e poi Raffaello, se non sbaglio) nel modo di dipingere.
Per quanto riguarda il "Via Toscanella" credo sia proprio come dici. Sarebbe bello però vedere com'è adesso quella via. Hai capito a cosa sottintendo? Poichè su Gogle Immagini non ne ho trovate di foto sulla attuale via Toscanella.
Ciao.
Sarc.,
ho verificato il fatto che dici: la strada effettivamente si restringe in quel punto. Si vede che era un "vizio" o un' "abitudine" di costruire a quelle epoche. Un fatto del genere, che noi adesso consideriamo un obbrobrio, esiste anche nel mio paese. Pensa che, per non abbattere quell'edificio considerato altamente storico per la città (è uno dei più antichi del paese), han dovuto creare il senso unico alternato semaforizzato. Dei camin neanche a parlarne: proibito il loro transito.
Marshall
non sapevo che ne avevate già discusso, ti ho indicato quel quadro solo per fare un confronto di prospettiva Cezanne - Rosai
ciao
Sarc
ps quando non ho torto ho sempre ragione...
Sarc.,
errata corrige.
In quella frase del commento sopra -
"...semaforizzato. Dei camin neanche a parlarne: proibito il loro transito". -
mi sono mangiato la o, e potrebbero quindi sembrare i camini di cui forse parli più sopra.
---
Si. Di Cezanne e della rivoluzionaria PROSPETTIVA SFEROIDALE, inventata e portata nel mondo dei pittori da lui, m'aveva già fatto una lectione magistralis, ad personam, Josh.
Tanto per precisione.
Ciao.
Marshall
per i camion avevo capito...
capita spesso che scrivendo in queste finestrine di commettere certi errori,a me capita spesso di perdere la visione d'insieme dello scritto, al punto che se devo scrivere qualcosa di lungo e d'importante lo faccio in word e poi lo copio.
Non so cosa abbia scritto Josh a proposito della prospettiva sferoidale, ma sicuramente non l'ha inventata Cezanne, ma Euclide e fu applicata dai greci anche in architettura.
D'altronde C aveva una cultura umanistica e, quasi certamente, non aveva una conoscenza matematica tale da poter sviluppare una simile geometria.
Ma questo è ininfluente sulla grandiosità dell'opera di C e, come ho scritto in precedenza, i veri artisti hanno un quid "innato":
non nascono con una "tabula rasa" come noi comuni mortali.
ciao
Sarc
Sarc.,
infatti, se non ricordo male, Josh non mi parlò di Euclide. Ecco perchè vi dico: scrivete (e dico scrivete, il che vuol dire che non è rivolto solo a Josh) quel post.
Ciao.
2 note, e grazie a tutti per i numerosi commenti cui provo a rispondere in ordine.
@ Sarc "vedo, con piacere che sei tornato sull'argomento prospettiva. Io penso che valga la pena di farci post specifico, perchè i vari cambiamenti del tipo di prospettiva usata, hanno influenzato fortemente, fin dalle origini, la pittura."
dunque: Non ci farò un post specifico:) lavoro, anche alcuni pomeriggi, e il resto, non ho tempo, sono oberato.
E va a finire che i post per me devono essere sfogo di qualcosa che mi ossessiona al momento...e a parte qualche approfondimento non riesco ad accettare post su proposta a meno che io non sia rimasto senza idee, perchè il blog per me è un sfogo istintivo e non un lavoro metodico, quindi deve essere una cosa che mi prende in quel momento lì. Ho scelto poi il blog a più mani prprio perchè il mio tempo è poco....perchè ho già molti doveri in cui mi chiedono e lì devo fornire trattazioni complete.
Il tema però è interessante: per trattarlo esaurientemente servirebbero Volumi.
Tu Sarc hai già scritto qui una storia della prospettiva che vale da sè un ottimo post, per cui direi : fallo tu! e sarà un successo:)
@ Sarc che dice "La prospettiva sferoidale era già conosciuta dagli antichi greci, leggi Euclide anche se la chiamavano prospettiva angolare e l’hanno applicata anche in architettura."
vero
Sarc "La prospettiva centrale, cioè a tronco di piramide rovesciato con i prolungamenti dei lati che convergono in punto di fuga principale, rigorosamente centrale rispetto al piano del quadro, ha una sua origine italiana: la "definizione" del quadro come "intersezione piana della piramide visiva viene introdotta da Leon Battista Alberti . Successivamente Piero Della Francesca giunge ad una trattazione rigorosa e matematica, con il De prospectiva pingendi (1478)."
perfetto.
ma qui Sarc "Con Cezanne si ha un ritorno alla geometria prospettica angolare di Euclide. Ma il pittore ne accentua l’effetto sferoidale, da qui il nome."
il modo di Cézanne di riprendere lo sferoide è solo Concettuale, d'ispirazione, per rompere con la regolarità della visione/rappresentazione precedente IN PITTURA, non è una scelta da geometra o da architetto, la sua scelta ha valore simbolico ma non di citazione dei greci e meno che mai di Euclide, e specie non ha valore di fedeltà al reale.
Non è geometricamente misurabile la sua visione/rappresentazione a sferoide e non è fedele alla realtà, ma è deformante per i motivi di cui sopra.
Sarc "chiedo se esista una pittura con prospettiva ambientata in uno spazio deformato, di tipo einsteniano per intenderci."
tu fai troppa razionalizzazione anche in questo ambito:) La pittura ha una storia, l'estetica come filosofia estetica è la storia di numerose teorie della percezione, ma nessuna si rapporta in modo così geometrico e razionale alla realtà, specie nelle epoche post 1700 e 1800...
in cui vige la soggettività.
Se esiste una pittura con prospettiva ambientata in uno spazio defromato di tipo einsteniano? Sarc non sei tanto comprensibile:))
Euclide con i pittori c'entra poco e meno ancora Einstein.
Dalì in “La persistenza della memoria” rappresenta la deformazione dello spazio-tempo con i famosi orologi, ma non usa una prospettiva ambientata in un simile spazio perchè in pittura nulla risponde a teoremi matematici.
@Marshall:
lo farà Sarcastycon il post che dici....io ho tutta una serie di altri argomenti per i prossimi post.
@Sarc again
"Non so cosa abbia scritto Josh a proposito della prospettiva sferoidale, ma sicuramente non l'ha inventata Cezanne, ma Euclide e fu applicata dai greci anche in architettura."
Cézanne non è un matematico, un teoremista, un geometra o un architetto...cfr sopra.
Nel modo in cui C. utilizza la prospettiva a sferoide, in pittura a olio, é il primo.
E non la applica scientificamente come un teorema di Euclide ma come una lente un po' deformante.
Come dici Sarc "Cèzanne aveva una cultura umanistica e, quasi certamente, non aveva una conoscenza matematica tale da poter sviluppare una simile geometria"
certo, e proprio non gliene fregava nulla di farlo, perchè non è un iper-realista di teoremi euclidei ma anzi un poeta che crede alla non-misurabilità oggettiva del reale.
I quadri non rispondono a teoremi geometrici mai, e meno che mai in epoca di visione soggettivistica.
Josh
dunque
per quanto riguarda Cèzanne, ho anche detto che il fatto che non conoscesse la prospettiva angolare euclidea è ininfluente sulla grandiosità dell'opera dell'artista.
Concordo con te circa la non rispondenza sic et simpliciter tra il quadro e la geometria, infatti ho scritto che quando il pittore vuol inviare un messaggio deve pitturare all'interno del quadro un oggetto che rompa la prospettiva in modo da evidenziarlo e di conferigli il compito di "messaggero".
Per quanto riguarda la prospettiva in uno spazio deformato, volevo sapere se esistono dei pittori che tengono conto di come si deforma l'immagine a velocità relativistiche. Esemplificando pitturo un quadro in prospettiva classica dopo di che lo faccio viaggiare alla velocità della luce,o quasi, le immagini si deformano in quanto si deforma il supporto su cui è pitturato.
Riprendendo la mia domanda: esistono dei pittori che rappresentino nei loro quadri questa situazione? E' una pura e semplice curiosità.
In effetti sono "iperazionalista"
che ci vuoi fare? ma sei sicuro che sia un difetto?
E' stato un piacere, per me, aver letto i commenti di Josh a Sarc.: è stato come aver assistito ad una lezione di Storia dell'Arte, ad alto livello.
Grazie.
Marshall
il merito è da attribuire essenzialmente a Josh e alla sua straordinaria conoscenza dell'Arte e alla sua preparazione umanistica. Io provenendo da percorso educativo indirizzato alle scienze ed anche alla filosofia, chiaramente ho una "prospettiva", tanto per rimanere in argomento, diversa; quindi l'approccio ad un tema avviene da angolazioni divergenti.
Questo significa solo una maggior dialettica iniziale, ma quasi sempre le ns. conclusioni coincidono. D'altronde un capolavoro è un capolavoro e come l'artista ci sia arrivato alla fine importa poco, l'importante è che l'abbia realizzato.
ciao
Sarc.
Sarc:) sì ho letto! :D
Volevo dire, su Cézanne prima, (vedi, non penso conoscesse la geometria euclidea ma metti che pure la conoscesse) se però la cerchi alla perfezione, col misurino anche nelle 'bagnanti' non c'è tale e quale. C'è un accenno, ma in un'ottica di deformazione.
A parte quel suo periodo, Cézanne era uno sperimentatore inquieto e poco riconosciuto, non era un 'citazionista' del passato anche se le influenze si possono intravedere, non era un neoclassico, conosce tutti i realisti, romantici, sperimentatori dell'epoca, attraversa una fase 'naturalista', ha il culto della 'spontaneità', rimane affascinato dalla pittura a forte contrasto chiaroscurale, sviluppa il problema spazio-colore e quello della profondità di campo, ha una fase impressionista (che interpreta come parcellizzazione dello spazio per ricostruirlo poi in modo compatto e monumentale, diversamente dagli altri impressionisti che tendono alla dissoluzione e alleggerimento dell'immagine), cerca poi di aggiungere emozione alla pittura e di renderla quasi filosofica, e negli ultimi anni la sua riflessione su spazio e colore lo porta a presagire la sperimentazione cubista, continuando a scomporre e ricomporre l'immagine per soddisfare teoria del punto di vista e soggettività. Per dire: sembra più, il suo, un lavorìo genialoide su se stesso che non sull'immagine del mondo di fuori.
Sarc :"Concordo con te circa la non rispondenza sic et simpliciter tra il quadro e la geometria"
Certo. Però ci fu un'epoca, a parte il Rinascimento e altri che hai giustamente citato tu, fino anche ai Vedutisti veneziani, in cui la prospettiva è usata in maniera quasi scientifico-misurabile, e loro stessi usavano macchine ottiche per quadrare la realtà.
Ecco, l'unità della percezione di quel mondo si ruppe. E Cézanne lo sa e lo vuole dire.
Sarc "Per quanto riguarda la prospettiva in uno spazio deformato, volevo sapere se esistono dei pittori che tengono conto di come si deforma l'immagine a velocità relativistiche. Esemplificando pitturo un quadro in prospettiva classica dopo di che lo faccio viaggiare alla velocità della luce, o quasi, le immagini si deformano in quanto si deforma il supporto su cui è pitturato.
Riprendendo la mia domanda: esistono dei pittori che rappresentino nei loro quadri questa situazione? E' una pura e semplice curiosità."
si e no :) Come si fa a far viaggiare un quadro a velocità della luce? A me sembra fantascienza.
Come non so se ci siano pittori che dipingano, come dicevi, uno spazio deformato di tipo einsteniano.
A parte che non sono uno scienziato, in base a quel che ho letto di Einstein, non ha insegnato a nessuno come dipingere uno spazio einsteniano.
Poi magari sono io che non ti so capire.
Su questo altro punto: di pittori su prospettive in spazi deformati ce ne sono milioni, negli ultimi 2 secoli specialmente. Ma la realizzazione della deformazione delle loro prospettive non l'hanno ottenuta in maniera scientifica.
la "velocità relativistica" non so come possa essere applicata in pittura nella deformazione delle immagini.
Credo che sia bene l'intertestualità tra saperi, ma è anche vero che non ogni disciplina e settore lo si possa spiegare con la matematica e la geometria o le scienze.
L'approccio scientifico alla pittura esiste, ma di solito adopera i mezzi suoi propri, della disciplina di cui si occupa (pittura, visione, tecniche), è raro applicarne altri.
Comunque prova i Vorticisti: http://it.wikipedia.org/wiki/Vorticismo
solo come idea di deformazione e movimento, ma il resto che cerchi mi sa non ce l’hanno (almeno coscientemente) nemmeno loro. Non so se potrai legarli alla dimostrazione che cerchi.
Sarc "In effetti sono "iperazionalista"
che ci vuoi fare? ma sei sicuro che sia un difetto?"
No. :)
Anzi ne avessi avuta io un po' di più di razionalità molte mie cose sarebbero andate diversamente:) Ma non sarei stato più io.
@Marshall & Sarcastycon: che esagerati! Le lodi sperticate che intessete obnubilano il mio senso critico :)
Tornando a Rosai, Cézanne (o meglio un periodo di C.) è solo uno dei suoi modelli e nemmeno il più influente.
Ci sono più periodi anche di Rosai, come accennavo nel post. Morandi metafisico e Carrà hanno una loro importanza nel suo stile. Qualcosa di cubista e futurista anche è talvolta presente.
L'elemento che a me piace meno di Rosai invece è quello bozzettista, di scene del popolo, suonatori, quadri tra l'altro o molto scuri, o dai volumi pesanti, spogli o dalla costruzione ancora più scarna di quelli qui mostrati.
Penso la cosa che si nota ancora in Rosai sia spesso l'assenza di cielo, che appesantisce i quadri in senso claustrofobico, maggiore quando oltre alla mancanza dell'elemento aria e azzurro, si assiste anche a qualche deformazione voluta dei volumi, che contribuisce ad appesantire. Diverso è il discorso dei nudi di cui qui è solo un esempio, che presentano spesso una certa tensione deformante del tratto.
Josh,
a questo punto, e poichè davanti a me c'è costantemente una copia in scala ridotta del celebre "Quarto Stato" (ricordo di una mia gita a Volpedo) ti chiederei se anche in questo c'è quella che tecnicamente si chiama "prospettiva sferoidale". Pellizza da Volpedo, infatti, se non erro, è successivo a Cezanne.
Josh
ho cercato di fare un immagine
non avendo trovato quella che vidi su una rivista scientifica
http://sarcastycon.files.wordpress.com/2010/03/aereo00222.jpg?w=1024
Nella parte sx vedrai l'aereo come appare al naturale, in quella dx ho cercato di riprodurre l'immagine supponendo che l'aereo viaggiasse, rispetto all'osservatore, ad una velocità relativistica.
Più ci si avvicina alla velocità della luce più le misure si accorciano e più il tempo si dilata.
Cqm lascia perdere il mio era solo un pour parler.
ciao
Sarc.
Josh
concordo con quanto dici
"[Cèzanne]... rimane affascinato dalla pittura a forte contrasto chiaroscurale, sviluppa il problema spazio-colore e quello della profondità di campo, ha una fase impressionista (che interpreta come parcellizzazione dello spazio per ricostruirlo poi in modo compatto e monumentale,...."
Non so se C conoscesse la teoria dei colori, ma questa volta suppongo di si.
Un effetto prospettico si può dare benissimo accostando i colori in un determinato modo, cioè scegliendo tra i colori primari ( il rosso,il blu e il giallo, detti anche colori base perchè non sono una miscellanea di altri colori) ed i colori secondari e terziari( che si ottengono mescolando i colori primari in percentuali uguali o disuguali). La teoria è ben più complessa di quanto possa scrivere in un commento, cmq vi sono i colori "caldi"(giallo arancio e rosso) "freddi"(dal viola al blu)
i colori caldi hanno la prerogativa di "avanzare", quelli freddi di " allontanare" l'oggetto rispetto all'osservatore.
Se si utilizzano colori freddi per lo sfondo e colori caldi per il primo piano, si può creare in un quadro l’illusione della prospettiva e degli effetti tridimensionali.
al link http://sarcastycon.files.wordpress.com/2010/03/stanze2.jpg
riporto due immagini,due stanze, dimensionalmente identiche, ma colorate in modo diverso. All'occhio appaiono, oltre che cromaticamente, anche dimensionalmente diverse.
La pittura è un' arte ed in quanto tale non la si può ingabbiare i schemi rigidi,che penalizzerebbero l'estro del pittore, ma nello stesso tempo utilizzando, anche discrezionalmente, le teorie fisico-matematiche si possono raggiungere dei risultati straordinari.
Come vedi sono il solito pignolo razionale eheheh....
Ti ringrazio perchè, con questo tuo post, ci hai dato la possibilità di approfondire degli argomenti, non certamente usuali.
Ciao Sarc.
Josh
resta il fatto che un Cèzanne lo appenderei al volo ad una parete di casa, mentre un Rosai certamente no.
ciao
Sarc.
Sarc.,
quella citazione dell'aereo che viaggia a velocità prossima a quella della luce, mi porta ad una considerazione notevole che adesso, in questo momento, non ho tempo di farti; ma ci tornerò sopra più tardi. Hai aperto uno "squarcio" notevole, anche se non ha nulla a che fare con la pittura, e quindi, forse, non sarà questo il sito in cui parlarne.
Ciao.
Sarc.,
non è esattamente quello che volevo scriverti, perchè questo ha a che fare col tuo ultimo commento, mentre l'altro ha a che fare con i precedenti commenti, che adesso non ti voglio anticipare.
Non credo tu sia uno stampatore, nè tanto meno credo tu conosca a menadito le tecniche di stampa, ma quello che hai esposto, su colori primari, secondari, e terziari è la prima lezione che viene impartita a chi vuol diventare uno stampatore a colori. Oggi ci sono anche mezzi tecnologici più sofisticati, ma quando giravo io per tipografie era usuale imbattermi in clienti con le mani sporche di inchiostri da stampa, perchè indaffarati con bilancini e spatole a creare i colori individuati a Pantone dai loro clienti. Il Pantone è una sorta di cartella colori a tabella che, partendo dai quattro colori base - il giallo, il rosso, il blu e anche il nero - indica le percentuali di questi tre + uno colori base, necessari per formare le altre infinite tonalità. LA BRAVURA DI UN PITTORE LA SI POTREBBE INDIVIDUARE ANCHE NELL'ARTE SAPER CREARE, E IN QUALE MODO, CON QUALI MATERIE BASE, TUTTE QUELLE SFUMATURE.
E qui mi giunge obbligo di parlare di uno stampatore eccezionale, che, pur con macchine antiquate e superate, sapeva eseguire stampe artistiche d'eccezionale qualità. Non esiste più, e quindi posso farne il nome, omettendo però il nome della città, si chiamava Grafiche Esperia. Di lui ho un gran bel ricordo, perchè si era prodigato a farmi gratuitamente lezioni di stampa. Da lui, come ricordo imperituro, ho ricevuto in omaggio un volume che conservo come una reliquia; parla nientemeno che di una grande maestro della tecnica divisionista, amico di Segantini (non mi viene il nome, ma Josh avrà già capito di chi si potrrebbe trattare).
Ma credo d'aver parlato troppo, per cui sopendo. Una cosa è certa: Sarc., con i tuoi ultimi commenti hai sollevato un bel "polverone".
Ciao.
Marshall
mi sono attenuto ad un minimo sulla teoria dei colori,dando solo qualche cenno sui fondamenti.Potevo partire dalle onde elettromagnetiche,lunghezze d'onda,diffrazione,spettroscopia etc, ma non l'ho fatto perchè è come partire da Adamo ed Eva per spiegare perchè le grandi bagnanti sono nude...
Ho e abbiamo un po' divagato dal tema del post, ma come ho scrtitto prima il Rosai, secondo il mio metro di giudizio, dice ben poco o, forse meglio, quello che vuole dire non mi piace.
ciao
Sarc.
@Marshall:
Nel Quarto Stato di Pellizza da Volpedo non c'è prospettiva sferoidale.
http://zirconet.files.wordpress.com/2009/11/quarto_stato-11.jpg
La cosa che si nota di più da un punto di vista prospettico nel Quarto Stato è il ...realismo, senza deformazioni, quasi fotografico, e il tentativo di dare l'impressione dell'incedere della massa verso lo spettatore in movimento tramite i chiaroscuri:
il tutto è realizzato con la tecnica divisionista,
aggiungi un'atmosfera quasi 'sabbiosa', un leggero effetto seppia....L'accumlarsi delle teste della folla, e dietro il paesaggio non presentano deformazioni o profondità di campo volutamente rimaneggiate. Ci sono solo più piani: le 3 figure davanti, la donna con bimbo colta in movimento, dietro loro 3 un 'piano orizzontale' con altre persone in parata che camminano, e via così.
@Sarc: vista l'immagine dell'aereo, e le 2 versioni. Ho capito un po' quel che intendi, ma non so esserti d'aiuto per altri corrispondenti in pittura.
----
Su Cèzanne e i colori: conosceva sì la teoria dei colori, e il tema spazio-colore-plasticità è stata una delle sue ossessioni:
Pensa anche alle sue nature morte, quel che dici anche tu lo si nota anche di più:
http://www.videposters.it/static/images/510x510-11880/Paul-Cezanne-La-vase-paille.jpg
http://www.ibiblio.org/wm/paint/auth/cezanne/sl/cezanne.skull.jpg
http://www.ibiblio.org/wm/paint/auth/cezanne/sl/cezanne.compotier-pitcher-fruit.jpg
http://www.giurdanella.it/image/Paul_Cezanne_mele_e_arance.jpg
@Sarc...il tuo esempio delle 2 stanze rende bene l'idea per l'importanza dei colori in funzione dimensionale,volumetrica, prospettica..
ahah ah l'appenderesti un Cèzanne in casa? :D anche io, se avessi la scorta ma non mi piace la vita blindata. Mi sa che lo venderei anche se a malincuore, poi farei la vita da nababbo.
Chiaramente siamo in altro ordine di grandezze ma non è quotato poco anche Rosai, certo non come C.
@Marshall quando dici "LA BRAVURA DI UN PITTORE LA SI POTREBBE INDIVIDUARE ANCHE NELL'ARTE di SAPER CREARE, E IN QUALE MODO, CON QUALI MATERIE BASE, TUTTE QUELLE SFUMATURE."
sicuro è uno dei metri di giudizio.
Non dimentichiamoci che il termine Arte, che noi magari viviamo in modo a volte ideologizzato e astratto, un po' iperuranio, ci viene dal Latino "Ars"...che ci viene dal Greco "Techne"...che ha poi dato orgine da noi a tutte quelle parole con cui indichiamo tecnica, metodo....L'Ars è anche una Techne insomma.
@Marshall: su Grafiche Esperia chissà se ne sa qualcosa la nostra Hesperia/Nessie:)?
Tutto in famiglia insomma. Scherzo.
mmm grande maestro della tecnica divisionista amico di Segantini?
Non posso sapere chi è il soggetto delle stampe di valore di cui parli ma provo:
Lo stesso Pellizza da Volpedo? ma l'avresti detto tu, che già eri in argomento.
Angelo Morbelli? Gaetano Previati (mio preferito)? ...Vittore Grubicy de Dragon?
Antonio Fontanesi? Filippo Carcano? Le prime cose di Balla?
penso Previati, però.
Josh,
è un prezioso libro d'arte, corredato di perfette riproduzioni di tutti i quadri di quel pittore, ma, siccome ho parecchi libri -raccolti in tutti quegli anni - chissà dove l'ho "infognato"; e mi è difficile trovarlo.
Sò per certo che quel pittore era originario e ha vissuto dalle parti di Verbania Intra, perchè gliel'avevano commissionato quelli della banca popolare di Intra in occasione del centenario della loro fondazione. Forse, e dico forse, si tratta proprio di Fontanesi a cui, tra l'altro, Milano aveva dedicato una nuova via, in quegli anni.
Comunque non erano nè Segantini, perchè sò tutto di lui (per dieci anni mi sono occupato della stampa di un catalogo per un premio intitolato a lui), e non era nemmeno Carcano, che escluderei per altri motivi.
Previati non posso escluderlo con assoluta certezza, e quindi sarebbe "indagato" assieme a Fontanesi.
Gli altri che citi sono esclusi dall'indagine con estrema certezza.
Posso solo aggiungere che la sua pittura è molto simile a quella di Segantini, con la differenza che i suoi colori dominanti erano quelli scuri, con largo uso del marrone scuro.
A te l'indagine.
Ciao.
Josh
a proposito di appendere quadri in casa, mia madre negli anni 50 acquistò una riproduzione(anche se non le amo)dei Girasoli ti mando il link con due immagini
una è alla national gallery di Londra,l'altra in casa mia.Siccome sono cattivello non ti dico quale delle due è la copia eheheh.
ciao
http://sarcastycon.files.wordpress.com/2010/03/girasoli.
Josh,
ho letto adesso la tua risposta sul Quarto Stato.
Io su quella piazzetta di Volpedo dove Pellizza radunò tutta quella folla, per dipingere quel quadro gigantesco, ci sono stato ed ho pure le foto ricordo, con tutto il mio gruppetto di quel giorno, posizionato a mò di quella folla.
L'ho già scritto in un mio post, ricordo tutto di quella giornata di metà settembre. Ricordo anche che in quell'occasione sperimentai di persona cosa fosse la "Sindrome di Stendhal". E per così poco. Figurati se dovessi andare a Firenze, e visitassi Santa Croce!!
Finchè non fummo usciti da Volpedo, era come se fossi in una sorta di trans; meditabondo pensavo a quelle strade, a quei vicoli, percorsi in lungo e largo da Pellizza, che vi aveva praticamente vissuto tutta l'esistenza.
---
Sarc., a dopo per confabulare con te sulla "dilatazione del tempo".
Ciao a tutti.
Josh,
credo d'aver individuato quel pittore in Carlo Fornara.
qui una scheda:
http://www.italica.rai.it/index.php?categoria=arte&scheda=fornara_parabola
Conosci qualcosa di lui?
Sarc.,
scrivi "Più ci si avvicina alla velocità della luce più le misure si accorciano e più il tempo si dilata".
E' questo l'argomento in questione, ma poi ho pensato che non sarebbe questa la sede per parlarne: si tratta infatti di dover parlare dei grandi misteri che attanagliano l'uomo: Dio e l'Universo, "creazione dell'uomo e di tutte le cose visibili e invisibili", Big Bang, Eternità o infinità, ecc.
Lo spunto mi è venuto da quanto sopra e da quel commento dove parli di quell'aereo; commento che non riesco più a trovare (a parte l'accenno che te ne fa Josh).
Per farla breve, dato che questa non mi sembra la sede appropriata, credo che quell'aereo, se dovesse raggiungere la velocità della luce (limite massimo, oltre il quale nulla può - "o forse potrebbe" - andare), diverrebbe esso stesso luce. A quella velocità, infatti, tutte le forze subatomiche che tengono "insieme" gli elettroni ai nuclei, gli atomi agli atomi a formare le molecole, ecc. verrebbero annullate, controbilanciate dalla velocità a cui sta andando tutta la massa di quell'aereo. E quindi, tutte quelle particelle elementari (elettroni, atomi, ecc.) si scioglierebbero da tutti i legami subatomici, assumendo "vita" autonoma e propria. L'aereo, così come lo conoscevamo, non esisterebbe più; sarebbe diventato anch'esso un fascio di luce.
Come vedi, tutto questo ci porterebbe a immaginare una forza misteriosa di potenza inimmaginabile (che i credenti identificano con Dio) che ha dato origine e inizio al creato. Poichè prima, prima del BIG BANG, come posso supporre, sia stata tutta luce; intesa come infinità, elevata all' infinita potenza, di microparticelle vaganti liberamente in quello spazio che, come posso ora supporre, sia stato l'infinito stesso.
Ecco il punto: che quadro ne verrebbe, se quell'aereo raggiungesse la velocità della luce, come tu hai immaginato?
Alla luce di quanto sopra, che ti direbbe, quindi, quella pala di Tiziano Vecellio, conservata in quella chiesa di Venezia: Trasfigurazione di Cristo?
Credo che con quel ragionamento dell'aereo alla velocità prossima della luce, tu ti sia avvicinato di molto alla quasi dimostrazione scientifica dell'esistenza di "un" "Creatore": Dio.
Da qui, a dimostrare l'infinito, o immensità, visto che a te piace di più questo termine, il passo è breve. Per tornare alla tua affermazione iniziale, basta pensare alla massima dilatazione del tempo, ad una sua dilatazione infinita e giungere così all'eternità, dove di tempo non ha più nessuna logica parlare.
Ciao. E dormici sopra! Mi raccomando!
p.s.: lo pubblico come post.
Marshall
pubblicalo come post
così posso commentare adeguatamente spero....
ciao
Sarc.
@Marsh: sul pittore, deve essere quel Carlo Fornara. Non ne so molto oltre quello che se ne dice sui libri consueti. Non ne ho monografie o apparati critici specifici.
@Sarc: dal pc, non si distingue la copia dall'originale:))
@Marsh, quando racconti della tua esperienza a Volpedo, e della Sindrome di Stendhal, scrivi:
"Finchè non fummo usciti da Volpedo, era come se fossi in una sorta di trans.."
Credo di aver capito cosa volevi dire, e io pure scrivo strafalcioni spesso, specie nei commenti ma...:D
Non per fare il pignolo, insomma 'trans' come l'hai scritto, nella migliore delle ipotesi è particella latina, che passa nelle lingue europee a indicare passaggio, attraversamento, come Trans-Europe Express, per es; o per dire i trans (nel senso di M'Arrazzo) cioè transeunti da un'identità sessuale a un'altra; quella che volevi dire tu mi sa che era la trance, come stato ipnotico-psicologico-attonito causato dall'arte :)
Comunque dipende dai temperamenti, a me Santa Croce non fa quell'effetto, ma nulla me l'ha mai fatto.
@Marsh ancora: ho letto sotto cosa pensi dell'aereo di Sarc,
"credo che quell'aereo, se dovesse raggiungere la velocità della luce (limite massimo, oltre il quale nulla può - "o forse potrebbe" - andare), diverrebbe esso stesso luce. A quella velocità, infatti, tutte le forze subatomiche che tengono "insieme" gli elettroni ai nuclei, gli atomi agli atomi a formare le molecole, ecc. verrebbero annullate, controbilanciate dalla velocità a cui sta andando tutta la massa di quell'aereo. E quindi, tutte quelle particelle elementari (elettroni, atomi, ecc.) si scioglierebbero da tutti i legami subatomici, assumendo "vita" autonoma e propria. L'aereo, così come lo conoscevamo, non esisterebbe più; sarebbe diventato anch'esso un fascio di luce."
diciamo che l'aereo, portato alla velocità della luce,
pija foco.
Con buona pace di Sarcastycon :D
Josh
le immagini non si distinguono?
allora posso andare al mueso e fare uno scambio....
cmq è quella di sx.
ciao
Sarc.
Josh, Marshall
andate piano perchè andare alla velocità della luce è pericoloso: se trovi un autovelox sai che multa prendete...
Josh,
ovviamente non mi riferivo ai trans del tipo Lux...., ma sono certo che hai capito.Come spiegarti: era, diciamo, una sorta di "estasi", forse come quella che provò proprio Stendhal in Santa Croce.
---
Ecco, si scrive trance, nel modo in cui l'hai scritto tu.
---
Sì, forse è questione di temperamento, perchè a me qualche volta è capitato.
---
Quella dell'aereo è una supposizione fantascientifica.
:-)
Fra.,
faccio seguito alla tua richiesta sulla prospettiva sferoidale, qui esposto, che hai trovato un pò difficile da comprendere.
Il concetto di PROSPETTIVA SFEROIDALE è facilmente intuibile se si raffrontano quadri moderni (da fine '800 in poi, o meglio, da dopo Cezanne in poi) con i quadri del BEATO ANGELICO, per esempio. Ed in particolare, se vai a vedere: "Le tentazioni di Cristo" e "Fuga in Egitto", vedrai che lì di prospettiva non ne vedrai neanche il benchè minimo accenno.
Comunque, la mia è un'opinione di uno qualunque. Altri sono gli esperti in materia, di questo blog.
Fra., ed altri,
per chiarimenti vi rimando al seguene link: http://storiaaquaeductus.blogspot.com/2010/03/piramide-rovesciata-e-prospettiva.html
Posta un commento