-
Dal Corriere della sera di giovedi 19 agosto, estraggo queste eccellenti riflessioni sulla nostra Costituzione fatte dal "giurista" Francesco Cossiga ( Sassari 26 luglio 1928- Roma 17 agosto 2010 ). Nessuna mitizzazione sul ruolo della nostra carta costituzionale nata come un onesto compromesso del dopoguerra tra "corporativismo cattolico e principi sovietici", una sorta di Yalta nostrana. Nessuna retorica apologetica sul ruolo del Presidente della Repubblica così come scaturisce dal nostro statuto ("in questo quadro la figura più incerta è quella del Presidente della Repubblica...Al Capo dello Stato la maggior parte dei giuristi ha attribuito il potere generico e astratto di "garante della Costituzione", senza specificare peraltro garante di che cosa, di chi e con quali mezzi!") . Uno scritto che è anche un viatico a futura memoria per chi ha buone orecchie per intendere...
Leggere tutto l'articolo "Non esiste il presidente garante. Siamo stati tutti interventisti", ovvero tutti uomini di parte, un pezzo di bravura giuridica condito con quel sale dell'intelligenza e del disincanto che contraddistinse il mandato presidenziale e la carriera politica di Cossiga.
Testamento spirituale di un Capo di Stato in fondo scomodo anche a se stesso.
Che la sua terra sarda dove riposa le sia lieve, Presidente.
9 commenti:
Chi ha buone orecchie per intendere? E chi ne ha di questi tempi...
Morto lui, siamo tornati ai presidenti ingessati che si attaccano alla forma per meglio tradire la sostanza.
E' un eccellente articolo critico su una costituzione anche troppo mitizzata ma che in realtà col suo pleotorico assemblearismo, in fondo limita la vera sovranità popolare. Nel finale Cossiga vi fa esplicito riferimento.
Da far studiare nelle scuole.
Credo che questo articolo ben si adatti nei confronti dell'attuale Presidente Napolitano, così incapace di mostrare orecchio vero i veri bisogni degli elettori: quello di non veder vanificare i propri voti.
Per il resto anche Cossiga ha compiuto degli errori, caro Eugenio. La differenza è stata che almeno lui ha avuto il coraggio di dichiararli come tali.
Temo che i media abbiano avuto troppa fretta di fare di Cossiga una sorta di santino.
Ida Magli ne ha un'altra opinione e non è un caso che questo suo personalissimo punto di vista non sia stato ospitato da nessun giornale. Nemmeno dal Giornale.
http://www.italianiliberi.it//Edito10/Cossiga.html
Pier Francesco
Pier Francesco, ho avuto modo di leggere anch'io l'articolo che mi hai testé linkato di Ida Magli. E' una testimonianza che mi ha messo un po' in crisi, rispetto a questo post che in ogni caso non voleva essere un santino nei confronti di Cossiga (l'ennesimo santino), ma offrire un materiale di spunto nei confronti della figura del presidente così come è scaturito dalla nostra Costituzione.
"siamo stati tutti interventisti" in realtà vuol dire "siamo stati tutti schierati".
E questo è vero.
Un saluto a tutti...non sono ancora ufficialmente "rientrato" al 100%, senza che questo implichi che indistinte parti di me se ne vadano, ignare l'una dell'altra, qua e là in frammenti di vacanza :-))
Alquanto interessante. Quando ci sarà da scrivere la storia (vera) di quei controversi anni, penso che molte delle cose pensate e maturate da Cossiga sembreranno attuali e veritiere.
Personalmente più del suo stesso periodo da Presidente, controverso, mi sembra abbia avuto una notevole lungimiranza negli anni post-presidenziali: ha avuto più volte il coraggio di dire cose che nessuno osa, far luce su certi equilibri (o squilibri) nella vita politica italiana e internazionale, nell'economia, senza guardare in faccia a nessuno, e a mio avviso ha colto nel segno. La sua lucidità d'analisi degli ultimi anni e il suo coraggio li ho trovati davvero particolari.
Ciao Josh, e ben ritrovato!
Sono d'accordo anch'io sul fatto che alla fin fine il periodo più interessante di Cossiga sia stato quello del senato della Repubblica come emerito ex presidente, quando non aveva veri incarichi e quando la sua senescenza gli permetteva di dire la scomoda verità. O come la chiamava Zavattini, la veritààààààààà. Cioè quella che possono permettersi di dire i matti.
PS: stavo per scriverti per ricordarti che se hai qualcosa di interessante da scrivere sul Giardino sonnecchioso, potresti iniziare tu il mese di settembre e poi riprendere i turni.
Bentrovata anche a te.
Un post d'apertura ok, lo scrivo entro la settimana direi :-) va bene?
Perfetto Josh! poi scrivo due righe in pvt a tutti gli Esperidi per un saluto di rimpatriata.
L'argomento è a tuo piacere. Ma visto che anche a te piace il cinema se vuoi, se ti va, puoi parlare della Mostra a Venezia e magari spiegare perché il cinema italiano oggi stenta ad avere una fisionomia. Non facciamo che vedere vecchi spezzoni per ricordare come eravamo :-(
Cmq fai tu...Ciao a presto
Il post l'ho scritto poco sopra, un paio di cose degne di nota che mi hanno colpito,
ma niente cinema contemporaneo, che mi interessa sempre meno.
Quello italiano poi, a quanto vedo, è ormai fatto di storie poco interessanti, dialoghi proprio da poco, riprese e idee di regia da fiction e soap opera, nessuna personalità, nessun appeal filosofico nell'indagare le situazioni, nessuna nuova idea del 'vedere' con la mdp, autocommiserazione, celebrazione di fasti poco esistenti, e appartenenza del tutto come sempre a una sola (o sòla) fazione politica, come solito.
Non potrei quindi scrivere un post sul cinema di adesso, specie italiano, se non per lamentarmi come nei post passati sul cine...:-)
Posta un commento