Da quando, ormai da qualche anno, si è diffuso l'uso di internet,
molte sono state le interpretazioni del fenomeno, in ambito mediatico, pubblicitario, estetico e filosofico, con conseguenti a volte troppo facili esaltazioni a tutti i costi, così come esagerate demonizzazioni.
Solo ultima di questi giorni è l'esagerazione che dipenderebbero da internet o da Facebook di Mark Zuckerberg (il sito faccialibro in cui mettere in vista solo le porcellane buone, inventarsi un'immagine pubblica di sè, in cui è scomparsa la privacy, e poter confrontare le belle figliuole a livello mondiale) le "rivoluzioni" in zona Maghreb e non dagli USA che le hanno attentamente preparate e sobillate, come invece è chiaro ai più attenti,
o la sciocchezza che l'arrivo di internet o Facebook costituirebbe per un popolo... la "democrazia".
Non avendo tempo da perdere con la vulgata (per essere educati), ci fermiamo a un livello differente, stavolta.
Il primo aspetto da puntualizzare sarà invece di una semplicità estrema:
come medium (inteso, singolare di media, che è latino e non inglese, come da pronuncia televisiva sbagliata che si sente in giro) il web è un mezzo, appunto, in sè vuoto, o quasi, non fosse per qualche pubblicità di troppo e imposizione guidata di modelli tendenti all'unico-spersonalizzante; poi, dipende chi ci s'incontra, gli scopi della comunicazione, e in soldoni, cosa ci mettiamo dentro anche noi utenti finali e che rapporti intratteniamo.
In questa ottica, internet può essere anche cultura, o meglio spolverata di cultura, perchè la cultura si fa altrove, sui libri, centinaia, migliaia, in più lingue, antiche e moderne, acquisendo abilità, chini per anni e anni in biblioteca, o svolgendo professioni in cui si produce cultura per gli altri, ma un riflesso di quell'impegno a quel punto si può trasferire anche sul web.
Conta ancora il lato umano, quindi la parte di anima che distilliamo in ciò che scriviamo o creiamo, anche sul web. Ecco allora che a quel punto anche il web inizia a rappresentare un mezzo attraverso cui può passare un valore, ma solo a queste condizioni, almeno a mio personale avviso.
Per non essere troppo vaghi, porterò un esempio, ovviamente nato al di fuori di internet, ma che condivide una riflessione sul potere della scrittura a distanza e del confronto tra spiriti, a volte, in parte affini.
"84 Charing Cross Road" è un film del 1987, diretto da David Hugh Jones, impreziosito dalla presenza di alcuni attori di spessore: Anne Bancroft, Anthony Hopkins, Judy Dench e molti altri. Un film anticinematografico in un certo senso, perchè si sviluppa a partire da lettere private, in base a scrittura e riflessioni, intorno ad un rapporto epistolare e non ruota intorno a grandi azioni o fatti rutilanti da mostrare.
(la locandina)
Un film sulla scrittura a distanza, sui libri anche, da cui alcune intuizioni sono applicabili anche al rapporto tra utenti in Internet oggi, qualche decennio dopo.
La trama è tratta dalla raccolta epistolare di Helen Hanff (il suo libro è del 1970):
una scrittrice americana, la stessa Helen Hanff interpretata dalla Bancroft nel film, vive a New York, e alla ricerca di alcuni libri di pregio, si rivolge ad una libreria specializzata a Londra (ubicata all'84 di Charing Cross Road, appunto). Per Helen, partendo dall'ordine di libri oltreoceanico, incomincia così un rapporto umano-epistolare con il direttore della libreria, Frank Doel (interpretato da Antony Hopkins), in cui ci si scrive spaziando a svariati campi dell'umanità, a parte gli ordini strettamente librarii.
La libreria è realmente esistita a quell'indirizzo, si chiamava Marks & Co.
Oggi c'è anche una targa commemorativa.
(la targa)
Helen e Frank non si incontrano mai, ma diventano amici scoprendo affinità e il piacere dello scambio, tramite una corrispondenza ventennale, nella condivisione di interessi ed emozioni comuni (la letteratura, i libri, vari sprazzi dalle proprie vite).
Nelle lettere dibattono tra l'altro sui Sermoni di John Donne, ricette di budino, l'Incoronazione di Elisabetta II, e i temi del tempo della loro corrispondenza tra 1948 e 1968.
Tra i libri fuori stampa ordinati da Helen figurano edizioni particolari di "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen, Catullo, Orazio, Platone, la Vulgata, il Nuovo Testamento in greco, "I racconti di Canterbury" di Chaucer, Tocqueville e Virginia Woolf...
Per vari impegni, Helen rimanda la visita in Inghilterra fin quando sarà troppo tardi: Frank muore di peritonite nel Dicembre 1968.
Alla fine Helen visiterà Charing Cross Road di cui conosceva i dettagli, i racconti quotidiani, e vedrà la libreria vuota nell'estate del 1971, un viaggio che descriverà nel libro successivo del 1973 "La duchessa di Bloomsbury Street".
(Marks & Co, la libreria)
Un libro e un film intenso questo 84 Charing Cross Road,
particolare e introspettivo anche nella versione cinematografica, che può insegnare molto su come rendere istruttivi e profondi i rapporti anche nell'era della scrittura internettiana;
una meditazione sulla scrittura a distanza, sottile, che può accomunare le persone in quanto si sono scelte per le loro interiorità specchiate nel rispettivo scrivere, nella gratuità, e non per altri motivi.
A volte le vicende narrate, come qui tra noi, non sono fantasia, ma accadono ancora.
Josh
martedì 15 marzo 2011
Cultura, Umanità, Web e 84 Charing Cross Road
Pubblicato da Josh alle 01:00
Etichette: amici, media, varia umanità, web
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37 commenti:
Il libro della Hanff ce l'ho e l'ho letto. Il film con quei due colossi di bravura citati (Ann Bancroft e Anthony Hopkins) l'ho visto e apprezzato. Bella la tua idea di averne ripreso i contenuti qui sul post.
Forse devo dire che se alcuni rapporti internettiani emulassero questa amicizia così alta, pur sempre frutto della scrittura e della lettura cartacea e perciò umanistica (la prima, quella epistolare, fatta addirittura a mano), sarebbe davvero più che apprezzabile.
Non è così, anche se come hai giustamente rilevato alcuni rapporti d'elezione e di affinità, possono nascere comunque grazie alla rete.
Quanto ai sistemi di condivisione (facebook, twitter e vari social network) non li demonizzo ma temo richiedano una maggior attenzione e analisi. Chi li ha creati ha a disposizione una vasta banca dati di portata mondiale, in cui è possibile quantificare e registrare usi, costumi, consumi, stili di vita, preferenze, hobby, tempo libero, idee e tendenze: insomma una serie di dati utilissimi al marketing per la felicità dei gonzi che permettono la "tracciabilità" delle loro vite on line.
Dimenticavo di dire che nel mio recente viaggio a Londra, ho cercato quella libreria, ma ho visto solo la targa. Non lontano da quella, ce n'era un'altra assai più modesta, simile a quella di Notting Hill, dove mi hanno detto che gli Inglesi non sono così sentimentali come noi, quando trattasi di affari. Non ricordo bene se al suo posto c'è uno di quei tristi negozi in franchising o altro. Una cosa è certa: non c'è più la libreria antiquaria che ha ispirato libro e film.
Ho piacere che abbia letto il libro. Sì il film è intenso, specie per merito dei 2 super-attori.
Magari sul web fosse sempre così. Non sempre è possibile, ma talvolta sì, in fondo sul Giardino va abbastanza in questa maniera.
Su Facebook e Twitter non mi sono dilungato.
A parte che li detesto, specie facebook e non sono iscritto a nessun social network. Nè mai mi ci iscriverò.
E' vero che chi li ha creati ha a disposizione una banca dati mondiale, in cui è possibile "monitorare" tutti i gonzi che si iscrivono.
E te la spacciano per 'libertà'. Semplicemente non sono nemmeno d'accordo con le stupidate giornalistiche di questo periodo che parlano di rivoluzioni spontanee del Maghreb e le altre false, con il pretesto che è arrivato facebook e sciocchezze del genere.
I dati raccolti dalle iscrizioni ai vari social, è chiaro che sono uno sconfinato database per il marketing, ma anche per altro.
Quando si domina anche la mente, cioè l'immaginario degli utenti, sapendo cioè cosa loro piace, quali sono i desideri, le aspirazioni...sarà più facile servirsi dellem persone, manipolandole, fingendo di dar loro ciò che desiderano.
Il 'potere' può farne un uso davvero
pericoloso.
Più facile (e tragico) di così....
ma non ne ho parlato in questi termini nel post, il fuoco che avevo in mente erano più rapporti umani tra utenti,
e non il rapporto tra utente-privacy-gestore di dati.
ah sì, è da un pezzo che non c'è più la libreria...
Parecchio tempo fa c'era un bar,
ora non so,
è parecchio che non vado a Londra, mi manca com'era tempo fa, ma per come è ora non me ne può fregare.
Dovrei chiedere ad amici miei cosa c'è in quella strada.
Indubbiamente "La romantica donna inglese" del film di Joseph losey è un'astrazione, sono meno romantici del previsto, del resto avevano e hanno un impero commerciale, il loro senso del capitalizzare tutto è proverbiale.
bel post! sull'argomento Internet ci sarebbe da parlare fino a domattina. In ogni caso non bisogna sottovalutare il fatto che la scrittura si è trasferita sul web. Magari snaturalizzandosi e diventando più volatile e istantanea. Con i suoi pro e i suoi contro. Forse negli studenti ha l'effetto di non potersi memorizzare e di favorire i comodi copiaincolla.
Ho visto il film ma non letto il libro.Film pregevole e con grandi attori.
Non è così irreale la cosa,visto che intrattengo da più di un anno una corrispondenza similare con una persona che mai ho visto.
Non so nemmeno il suo vero nome.
La cultura comporta fatica e anche rinunce,in nessun modo internet può sostituirla o surrogarla.
E' solo un aiuto,bufale a parte,ad una più veloce consultazione.
Un bignami,sotto certi aspetti.
Men che meno serve Facebook o simili,dove si fa generalmente tutt'altro che cultura e che non è certo il mandante delle false rivoluzione,ma è però un mezzo di cui si serve.
Ho scarsa fiducia che attraverso internet,almeno per ora,passino grandi valori e una corrispondenza è un esempio troppo riduttivo del mezzo,tanto più che l'esempio citato non ha alcuna connessione con internet.Si tratta della vecchia e cara lettera cartacea il cui uso,nonostante il web,non sarebbe male ripristinare.
E' un po' come il libro stampato e l'e-book.Anche il contatto materiale dell'oggetto,la calligrafia della lettera...sono sensazioni che il web non consente.
@Paolo
la scrittura come dici si è in parte trasferita sul web. Per certe cose è positivo, per gli approfondimenti a mio avviso, no, perchè spesso sul web non sono possibili.
i copiaincolla sono purtroppo anche troppo frequenti, indubbiamente nell'età da studenti questo fenomeno appiattisce la creatività, le capacità mnemoniche, riassuntive. Crea brutte abitudini.
O mi si consenta la battutaccia...il copia incolla selvaggio, senza verifiche approfondite, causa anche errori nella stesura di libri in ambito 'citazione'.
La citazione in letteratura è un fatto rigoroso: bisogna accostare il testo originale che si cita, conoscerlo, citarlo di prima mano e non per sentito dire, e circostanziare bene come e dove abbiamo citato cosa.
Si veda a questo proposito la bagarre giustamente scoppiata per il libro di "san saviano", che citando a memoria e di seconda o terza mano, cioè non avendo sottomano il testo originale, attribuisce fatti e una situazione al povero Croce, tanto che sono dovuti intervenire gli eredi del filosofo a ripristinare la realtà storica. ('filosofo' è chiaramente riferito a Benedetto Croce, mica a saviano:-))
@Johnny:
E' ben riuscito il libro, ma per intenderci il film va benone.
Tutto sommato anche noi qui sul Giardino ( ma anche su Sauraplesio, o sui blog del Castello) ci siamo trovati più o meno così, leggendoci e scrivendoci, e intrattenendo un rapporto basato su vari aspetti della cultura, del presente e libri spesso: l'unica cosa diversa da 84 c.c.r. è stata l'immediatezza della mail e non l'uso della lettera di carta.
Non nego che quando Helen giunge finalmente alla libreria vuota, è tardi per incontrare il suo corrispondente,
è un po' come mi sento io all'idea che Marcello non mi scriverà più.
Comunque ad alcune persone scrivo ancora in cartaceo.
aggiungo, Johnny, sul web per esempio, almeno dalle nostre parti, non si può negare di esserci incontrati per i contenuti, e lo sottolineo.
Nella vita reale per esempio è più difficile, ci vuole tempo per capire i contenuti ...di una persona, non interagiscono solo le interiorità di coloro che scrivono, ma più elementi: l'età, lo status, la condizione sociale, le abitudini, per assurdo anche l'aspetto fisico e l'occasione effettiva dell'incontrarsi....
qui per es. siamo sempre andati direttamente ai contenuti, saltando a piè pari il resto, e sappiamo davvero cosa pensa l'altro, dopo anni di blog e corrispondenze private.
In questo caso è stata comunque un'esperienza arricchente per tutti, incominciata dal condividere un immaginario o simboli culturali.
Ecco in che cosa trovavo un nesso con il film.
Vorrei aggiungere anche la scarsa godibilità della schermata luminosa rispetto all'affettività dell'"oggetto libro" e delle sue pagine. E già che si è parlato di difficoltà di concentrazione e di memorizzazione degli studenti, aggiungiamoci anche il fatto che il libro ti permette di visualizzare la scrittura, di sottolineare e chiosare le parti interessanti.
@josh
quello che dici è certamente vero,anche se il blog,non sempre ti permette di approfondire una conoscenza che va al di là anche dei contenuti.
Almeno per certi tipi di blog,molto legati all'attualità politica p.e.,e quindi anche alla possibile polemica,a volte troppo volgare.Infatti molti non riescono a distinguere tra ironia,satira ed insulto tout court.
Diversi i blog culturali,che al di là dei contenuti e delle opinioni,ti permettono di apprezzare l'intelligenza,la cultura,l'arguzia...di un interlocutore interessante che non scivola nel banale e con cui andresti volentieri a cena,come si dice.
Insomma,è importante quel che si dice,ma anche chi lo dice.
ciao
...e come lo dice.
Perfettamente d'accordo col contenuto del tuo post, Josh. I rapporti interpersonali virtuali non potranno mai sostituire quelli reali, né la cultura si acquisisce tramite web, perché si studia (come noti tu) chinando la schiena sui libri e applicandosi a conoscere e ad usare lo strumento che si è deciso di usare per esprimersi. Anzi, personalmente, ho proprio rilevato che la permanenza sulla rete può diventare una pura perdita di tempo, se diventa preponderante fino a farti trascurare l'impegno nelle cose reali. Complimenti poi per l'esempio portato, quello del bel film interpretato da quei due mostri sacri della Bancroft e di Hopkins, un'opera che ho visto tanti anni fa e che ricordo come un piccolo gioiello. Anche là il rapporto non è diretto, eppure si instaura una sorta di magia (dovuta all'affinità elettiva) tra i due interlocutori che diventa amicizia autentica e profonda. Naturalmente non è escluso che ciò possa accadere anche tramite web, ma ciò può avvenire solo se c'è una sincerità assoluta tra gli interlocutori, cosa difficile sulla rete, specie sui social network.
Un caro saluto a tutti gli amici (come vedete non smetto di seguirvi, non appena posso).
Josh,
una volta m'hai detto che potrei fare il promotore turistico, a te dico che potresti fare il promotore cinematografico. Anche se il film è molto datato, hai messo voglia d'andarlo a scoprire, e, credo di poter dire, a molti di noi
@Dionisio: beh certo, penso che in ogni cosa serva il senso della misura. Se uno sta talmente tanto sul web da trascurare la vita reale senz'altro sbaglia.
Se si usa il web come prolungamento di vita reale, tutto può avere un senso comunque, penso la misura di questo sia individuale...
un saluto anche a te...eppoi oggi è un giorno talmente contraddittorio (l'unità...proprio adesso che la nazione non c'è più...bah)
@Marshall: con il cinema per me avviene così, ma in fondo anche con letteratura e arti visive, perchè di film ne ho visti smontati studiati molti,
e rimangono una sorta di perpetuo presente per me, un tassello di puzzle di un immaginario,
e in quanto tali non è detto che invecchino.
Per esempio non mi sentirei di dire che 84 Charing Cross Road sia un film "molto datato" come dici tu, è solo del 1987. Ci sono dei film di Murnau che per me non sono molto datati....e avanguardie del muto che erano avantissimo, per es. "Thais " di Anton Giulio Bragaglia...
Intendo che non classifico le opere d'ingegno, come up to date o datate, se veicolano un contenuto umano universale quindi che non invecchia.
Certamente però se penso al cinema degli ultimi 20 anni, e purtroppo degli ultimi 10, vedo un peggioramento ovunque, ci sono film con effettoni che anni fa non si potevano realizzare, ma che non hanno perizia di regia, recitazione peggiorata, e oggetto-contenuti penosi.
In realtà 84 Charing Cross Road nel suo piccolo narra in maniera piacevole di affinità elettive, libri, epistolarità, rapporti a distanza, cose che tutti abbiamo vissuto. Il testo è spesso portato anche a teatro, negli USA e in UK...insomma è ancora 'vivo'.
Avete già detto tutto voi su questo bel film che mi è rimasto nel cuore. Vero che è un film anticinematografico che possono apprezzare solo quelli che amano la scrittura e i libri.
Sento dire di alcuni conoscenti che si sono innamorati e perfino sposati in Internet. Secondo voi è possibile? O magari è il frutto di un medium moderno che sostituisce le lettere o le agenzie matrimoniali. Non saprei
Saluti
Rosalind
internet è stata la solita rivoluzioncella e credo, al di là delle teorizzazioni autorevoli, che non potesse essere altrimenti data il suo asservimento alla massa, al suo deragliamento cioè, e controllo monitorato.
concordo sul fatto dell'uso che se ne fa, anche se non si deve scordare il must di mcluhan sulla immedesimazione di medium e messaggio.
sulla rete ho avuto modo di conoscere gente molto interessante e blog su cui passare del tempo piacevole. si scavalcano con internet molte barriere e più velocemente, a zampe leste.
un saluto
Josh,
sì, molto datato 24 anni. Pensa che un individuo nasce e diventa uomo in quel lasso di tempo. Comunque, nel periodo intorno all'87 avevo altro per la testa, e poi non sono mai stato un grande cineamatore. Ma di come ne descrivi la trama, anche qui nel commento, invogli chiunque a vederlo.
@Marshall:
Perfetto Mario, perdonami, ma vedo che insisti a dire che un film del 1987 è "molto datato", non mi ascolti mica.
Mi spiace ma nel 2011 ancora non è uscito un film con questo argomento e con attori di questo calibro.
Sono uno storico del cinema, per cui avendo a che fare anche con film muti, o anni 40, o Nouvelle Vague-60's (per parlare di 'grandi blocchi di stile' in cui ci sono moltissime opere), mi permetto di ribadire che un'opera riuscita del 1987 non è datata, se ha un suo equilibrio interno e un messaggio umano sulla vita e sul mondo valido. Come per altre opere d'ingegno.
Bach è datato? dipende che cosa s'intende, se lo vogliamo vedere a strimpellare a sanremo sarà difficile, ma è eterno per la sua arte, perchè l'arte porta le opere fuori dal tempo.
A parte quello, come storico della letteratura ho a che fare quotidiamente con Omero e Virgilio, o l'AT, e a te stesso piace Dante:
che facciamo...sono "datati" ? :-)
Forse ogni cosa va interpretata nel proprio contesto, nell'equilibrio interno di tutte le parti, e nel messaggio che lasciano,
senza venire a dire che sono datati.
Detto questo, sono un custode del passato, sì senz'altro.
Se devo recensire un film appena uscito in maniera compiuta, come per altre cose, vengo pagato:-)
Qui invece parlo solo delle mie passioni:-)
@Rosalind:
sì è un film molto legato alla magia dei libri, della lettura e delle affinità elettive.
Su chi si innamora e si sposa dopo incontri in internet non saprei, per quel che mi riguarda; certo ho sentito anche io storie simili.
Lo trovo difficile, manca la fisicità..almeno finchè non ci si incontra, chiaro,
però è vero che almeno affinità ideali e concettuali si possono coltivare via web e danno soddisfazioni.
Si vede che c'è chi va anche oltre:-) ma quella talvolta è la zona chat e siti di appuntamenti, anche, mi sa che è ...tutto un altro giro rispetto alla nostra comunanza di gentili intelletti:-) Alcuni siti sono proprio grotteschi, per me, gli utenti si devono descrivere ...in dettaglio...e mandare anche foto eloquenti. Insomma internet può amplificare il buono e il meno buono che c'è in giro, diciamo così...:-)
un Saluto anche a Daniz, che ricorda McLuhan....
Anche a me sono capitate più o meno le stesse emozioni ed esperienze che descrivi anche tu.
Josh,
(nota: il commento precedente è stato annullato e ribattuto perchè conteneva un refuso grossolano)
@ "Perfetto Mario, perdonami, ma vedo che insisti a dire che un film del 1987 è "molto datato", non mi ascolti mica."
La mia non è certo stata una critica al fatto che hai recensito un vecchio film; ho semplicemente fatto il paragone con l'età, perchè mio figlio, nato in quell'anno, tra un pò si sposa.
E se a te piacciono film di una certa età, dai 20 / 70 anni e oltre, mettendoci anche il capolavoro del '42 di Mario Soldati, Piccolo Mondo Antico, che tu m'hai consigliato di vedere, chissà allora cosa direte di me quando vi tiro in ballo antiche storie del Rinascimento, le quali mi stanno appassionando sempre più?
Ma d'altronde, in questo blog ciascun autore scrive quel che sente e che più lo appassiona! Sennò che gusto ci sarebbe a scrivere!
A proposito, il mio prossimo post, che mi viene più difficoltoso del previsto, per via del dover condensare 94 anni di storia nel breve spazio di un breve racconto - che dovrebbe riguardare una grande ritrattista di quell'epoca, passata ormai nel dimenticatoio - dovrebbe essere un argomento più nelle tue corde che non esattamente nelle mie. Ma tantè, ci provo: mi ha molto appassionato per la sua epica e lunga vita.
Josh,
a scanso del fatto che mi dirai che non leggo attentamente i tuoi commenti, il '42 citato nel commento precedente si riferiva al film "Malombra" di Mario Soldati.
Credo che valga la pena di chiarire un concetto generale: la cultura (quella alta) è sempre "inattuale" ed è proprio questa "inattualità" a renderla poi proponibile nel corso del tempo.
Il termine usato da Marshall "datato", viene impiegato solitamente per dire che qualcosa che è stato valido in un preciso contesto storico, può sembrare un po' ammuffito o scaduto in altri. Perciò, caro Marsh, non avertene a male, ma il film in oggetto citato da Josh è "inattuale" (nel senso alto del termine) ma non "datato".
Farò un esempio pratico : "Il pendolo di Foucault" di Umberto Eco, o il "Codice da vinci" di Dan Brown possono essere considerati libri "datati", poiché ottengono un successo istantaneo che però non verrà ricordato nel tempo. Insomma, scadono come la mozzarella in frigo. Viceversa, "Le affinità elettive" di Goethe o "Le notti bianche" di Dostevskij sono dei classici. E in quanto tali "inattuali" finché si vuole , ma pur sempre proponibili in qualsiasi periodo storico, per le tematiche trattate. In altre parole un classico è contemporaneamente antico e moderno. Spero di essere stata chiara e di aver dissipato i dubbi. A volte ragionare sui termini, giova. Buona domenica a tutti.
Hesperia,
guarda che non te ne voglio per tutto questo ambaradan che è nato intorno la parola "datato". Diciamo piuttosto che a quella parola ho voluto dare lo stesso significato che ha dato lui a quel mio post su Fogazzaro, riportato qui sotto.
Come hai detto tu, avrei forse dovuto scrivere "inattuale". Tutto qui.
"...
Ma a questo punto DEVI assolutamente procurarti e vedere il film "Malombra" regia di Mario Soldati (42), fregatene se sembra datato, è un capolavoro.
..."
Buon pomeriggio.
L'ho visto Marsh, e pure "Piccolo mondo antico", due gioielli. Su Soldati scriverò in un prossimo post, perché ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente.
Marshall, Hesperia ha spiegato alla grande, usando il termine 'inattuale', molto più appropriato. Per il resto direi molto rumore per nulla.
Noto che poi inserisci un'altra successiva specifica, e copincolli un mio commento in altro contesto, di mesi fa. Riporto il tuo passaggio, il lui sarei io:
Marshall: "Diciamo piuttosto che a quella parola ho voluto dare lo stesso significato che ha dato lui a quel mio post su Fogazzaro, riportato qui sotto.
Come hai detto tu, avrei forse dovuto scrivere "inattuale". Tutto qui.
"...
Ma a questo punto DEVI assolutamente procurarti e vedere il film "Malombra" regia di Mario Soldati (42), fregatene se sembra datato, è un capolavoro."
io infatti non dico là che nemmeno quello è datato (o inattuale), ma sostengo di fregarsene se, ad occhi non avvezzi a ciò che piace a me o alla mia mentalità storicistica, possa sembrare datato. Cioè dico: fregatene se sembra (sembra, ma non è) datato, perchè non lo è.
Aggiungo che questa cosa la dico, pensando al mio interlocutore, di un film(-mito per me)del 1942 e non del 1987 come 84 charing cross road, che è l'altro ieri, cioè di 45 anni dopo comunque.
:-)
Ma aspettiamo il post su Soldati di Hesperia.
Josh,
sì il lui saresti tu, ma stavo parlando con Hesperia.
Ecco, aspettiamoci il suo post su Mario Soldati, che, da come l'ha preannunciato dev'essere una "leccornia", grazie anche al fatto è un'abituè di Tellaro, ed è stato lì che probabilmente l'ha conosciuto.
Pensate che - e stavolta mi rivolgo anche a lei - posseggo da 5 o 6 anni I racconti del maresciallo, e non sono ancora riuscito a leggerlo.
E pensare che potrebbe essere una mia biografia, dal momento che la mia nik, marshall, alcuni commentatori bizzarri me la scambiano per maresciallo :-)) :-)).
@Marshall:
"Josh,
sì il lui saresti tu, ma stavo parlando con Hesperia."
sinceramente fai come preferisci.
Stavi parlando con Hesperia, MA con lei stavi parlando di me,
su una cosa che ti ho risposto io,
nel mio post,
tirando in ballo una cosa che ti risposi mesi fa, e forse fraintendendola, come a dare la "colpa" a me di non usare i termini all'uopo,
come se io non ci fossi, nei commenti pubblici che ho letto casualmente anche io.
ma va bene eh, per me è uguale,
vedi tu:-) io non continuerò oltre.
In questo Giardino le belle sorprese non mancano mai. L'argomento del post è del tutto nuovo ed eccezionale per la novità di contenuto.
Si dice volgarmente, dimmi come mangi e ti dirò chi sei. Uno strano detto a cui non credo e che trovo alquanto arrogante. Piuttosto, trovo più consono qui dire: “Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei”, come testimoniano i due protagonisti del film ricavato dall’omonimo libro.
Io non ho visto il film e non ho letto il libro, dei quali non ho avuto l’opportunità di venirne a conoscenza. Ma è sorprendente la storia, come definirla, tipo platonico o di affinità elettive?, sbocciata a distanza, casualmente, fra i due reali protagonisti, che comunicano epistolarmente e per molti anni.
Un lungo dialogo che dura nel tempo non può essere considerato un rapporto superficiale, ma qualcosa di profondamente umano e forse anche spirituale, che forse legava i due personaggi.
Peccato non essersi conosciuti “de visus” in tempo utile. Questa per me è l’unica stranezza che emerge da un rapporto temprato nel tempo
Io non so come vadano le cose e gli scritti che si pubblicano in rete, ma qui varrebbe il discorso che ognuno scrive quel che pensa. Se pensa bene, scriverà cose giuste e vere, , se pensa male scriverà del male che ha in sè, anche in forme diverse. Ma questo accade anche nei rapporti umani diretti. Si può essere imbroglioni da vicino e da lontano, così come si può essere onesti in un rapporto "de visus" o da lontano, qualunquie sia il tipo di lontananza o di vicinanza.
Hesperia, ho dimenticato di chiedere come e dove posso trovare il libro di questo post. Scusa e grazie in anticipo.
Te lo dico io, intanto:
Il libro è proprio come citato
"84 Charing Cross Road" di Helen Hanff,
disponibile anche su ibs (tradotto in italiano), cfr.
http://www.ibs.it/code/9788877682611/hanff-helene-zzz99-premoli/84-charing-cross-road.html
Grazie Josh per la tempestività dei dati. Spero di trovare il libro con facilità. Buona Pasqua a tutti gli astanti, anche se in largo anticipo. Sono fuori sede e senza PC, ora in uso temporaneo da parte di terzi.
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