Adolfo Wildt
Il puro folle (Parsifal), 1930
La mostra in corso a Forlì su Adolfo Wildt (Milano, 1868-1931) "Wildt. L'Anima e le Forme da Michelangelo a Klimt" offre l'occasione di spendere qualche parola su questo notevolissimo scultore, tra i massimi del Novecento.
Nonostante la cattedra di scultura all'Accademia di Brera, e la nomina ad Accademico d’Italia, la critica nei suoi confronti ha spesso adottato giudizi controversi.
Troppo classico per i contemporanei, ma troppo moderno per i conservatori; troppo nordico per i mediterranei, ma troppo simbolista per i formalisti neoclassici.
Adolfo Wildt, Santa Lucia (particolare), 1927
Le peculiarità di Wildt si notano fin da un primo sguardo: influenzato dalla forma classica, tipicamente greco-romana, armoniosa e insieme attratto dall'anticlassico, dall ' "ellenistico", dal realismo, dal barocco, dall'espressionismo delle figure.Rinascimento e gotico, marziale ma anche decadente, terribile e sensuale, lineare e sinuoso, maschile e femminile, equilibrio e contorsione, compostezza e lascivia, vigore e consunzione, apollineo e dionisiaco, lacerato tra questi poli si dibatte un Artista enorme ma difficilmente catalogabile.
C'è il passato in lui, ma anche il presente, la linea perfetta e la decadenza, il simbolismo quindi l'eclettismo funambolico.
Adolfo Wildt
Mater Purissima, 1918
Ciò che salta agli occhi fuori da ogni dubbio è l'incredibile abilità tecnica nel trasformare il marmo.
Adolfo Wildt
Carattere fiero-anima gentile (particolare), 1912
La mostra in corso deve molto al patrimonio di opere a Forlì, grazie al mecenatismo della famiglia Paulucci di Calboli, e alla disponibilità dell’Archivio Scheiwiller.L’idea dell'esposizione è un percorso che mette in relazione opere di Wildt con personalità con cui l'artista si è misurato, come Fidia, Cosmè Tura, Antonello da Messina, Dürer, Pisanello, Bramante, Michelangelo, Bramantino, Bronzino, Bambaia, Cellini, Bernini, Canova,
e dei moderni Previati, Dudreville, Mazzucotelli, Rodin, Klimt, De Chirico, Morandi, Casorati, Martini, Messina, Fontana, Melotti.
Adolfo Wildt
Santa Lucia (particolare), 1927
I temi principi di Wildt (tra cui mito e maschera) lo avvicinarono alla musica di Wagner, a D’Annunzio, a Bontempelli; come ritrattista, ancora famosi e storici gli enormi busti di Mussolini, Vittorio Emanuele III, Pio XI, Margherita Sarfatti, Toscanini.
Adolfo Wildt
Vir temporis acti, 1911
Da un punto di vista critico, anche il titolo della mostra non è casuale. Il concetto di "Anima" messa in relazione con la "Forma" non è da considerarsi in senso generico, ma l'espressione si riferisce segnatamente ad un saggio di George Simmel su Rembrandt, interpretato alla luce dei valori critici di George Lukàcs del 1911.Il dualismo anima e forma percorre come un campo di tensioni l'arte e la cultura tedesche, ed è portato in Italia come valore filosofico e luogo d'indagine principalmente da Pirandello.
La stessa scultura di Wildt nasce anche da questo dissidio, e insieme al desiderio di vivificare la materia, voleva conferire alla scultura eloquenza, vitalità, anima appunto, e sacralità innovativa. In questa ottica, la categoria della forma poteva apparire come entità del passato, concrezione del tempo, quindi ormai fuori dal tempo, mentre la vita è il pulsare stesso nel tempo.
Di volta in volta, le sculture di Wildt possono anche essere lette in questa chiave, come temporanee "incarnazioni" di anime in una forma data, via via diversa a seconda dei tipi di rappresentazione/creazione, mai uguali, ma in qualche modo rispondenti al criterio enunciato.
Ancora QUI una rassegna di altre sue opere.
Josh
15 commenti:
La forma come conquista di quell'equilibrio, di quella compostezza, di quell'armonia in grado di disciplinare il corporeo, il passionale, il dolore.. a questo erano arrivati i greci. Ai moderni questo è interdetto, anche a questo scultore che non conosco, nemmeno lui si sottrae al piacere dell'angoscia….la forma classicheggiante, invece di purificare, è anch'essa motivo di piacere, di edonismo del dolore. La forma soccombe all'angoscia, alla dissonanza, anche se in questo caso levigata. Il piacere, la sensazione ne sono alla base, come in molta parte dell'arte contemporanea, ricerca di sensazioni e di edonismo l'alludere, il giocare, il crogiolarsi con l'inquietudine non disciplinata dalla forma, che diventa ancilla dell'inquietudine e del sensazionalismo in genere.
Grande plasticità e grande tecnica scultorea. Ma i maestri a cui Wildt si rifà, traspaiono tutti in filigrana. Mi piacerebbe sapere perché la scultura, un tempo "arte maggiore" è oggi stata relegata e confinata alle piazze nelle forme grottesche e destrutturanti che tu Josh, hai già descritto in apposito post.
Hai parlato di collezione Scheiwiller. E' lo stesso editore di poesia che già conosciamo?
Ci sono delle verità nelle cose hai scritto Sympatros, anche se a me Wildt piace lo stesso.
Oggi abbiamo un Sympatros un po'...moralista:-)
Hesperia, senz'altro si vedono eccome le "citazioni", o meglio ciò che Wildt ha man mano assorbito, trasposti poi nelle sue opere.
Per es. Santa Lucia è un po' Berniniana, più che Canoviana.
Altrove è quasi Déco, altrove mortuario.
Spesso inquietante.
Ma l'anima, per restare al gioco anima e forma, della sua e della nostra epoca è davvero inquietante.
Cioè mi domando se avesse potuto mai creare una scultura da "felicità raggiunta" in una contemporaneità di fatto esplosa.
Scheiwiller è proprio l'editore milanese. Ha ereditato opere e materiali di Wildt.
Poi ci fu Artemia Wildt Scheiwiller, figlia dello scultore Adolfo Wildt e moglie di Giovanni Scheiwiller.
Per es. qui, si vede come le opere e l'editoria siano andate di pari passo, ma per loro le opere di Wildt sono sculture di famiglia in pratica:
http://it.wikipedia.org/wiki/Vanni_Scheiwiller
Di Vanni Scheiwiller ho dei testi di poesia nella collana "All'insegna del Pesce d'oro", ma non sapevo della sua parentela così prossima con Wildt. E nemmeno della sua collezione d'arte.
Sì, nella Santa Lucia è rintracciabilissima la testa della Santa Teresa nella sua Estasi del Bernini.
Però è altrettanto evidente l'inquietudine novecentesca già rintracciata da Sympatros. Pur essendoci plasticità e grande rispetto per la materia, la figura umana ha dei toni espressionistici (specie nell'Idiota, nel ritratto di franz Rose, e nel prigioniero)presi dalla rassegna che hai linkato.
Esatto, pensavo anche io che come modello per la S. Lucia avesse le Estasi di S. Teresa del Bernini, mi sembra quasi "scoperta" la parentela (è anche una delle mie sculture preferite in assoluto:-)
Sì c'è comunque tutta l'inquietudine '900 che diceva Sympatros.
L'espressionismo di alcuni visi, l'esagerazione dei gesti, delle "smorfie" (in quell'aspetto, anche io intendevo il suo 'tardo ellenismo' per es. nel post, cioè di arte ellenistica intesa non più come Grecia classica, ma tarda, in cui se rimane qualcosa del classico, si insinuano anche criteri deformanti)
Josh, confesso che non conoscevo questo scultore notevolissimo che non si dovrebbe ignorare, specie per chi si occupa di arte. Ma sai, visti gli anni in cui lavorava, e considerato che tra i suoi lavori figuri anche un busto di Mussolini, si capisce anche perché sia scomparso dalla scena per tanto tempo (l'ostracismo o meglio la cancellazione totale a chi non aveva abiurato per tempo l'adesione al fascismo, o addirittura finto di essergli sempre stato ostile, in Italia era garantita; si pensi a D'Annunzio e a Curzio Malaparte, tanto per citare gli esempi più vistosi, di cui ancor oggi la critica delle zucche vuote non si decide a riconoscere il valore; anche chi tenta di farlo non può esimersi, vuoi per conformismo, vuoi per timore, dal buttare lì qualche distinguo...).
Tornando allo scultore, tutte le cose che avete detto, tu, Sympatros e Hesperia, sono giuste e condivisibili. Aggiungo solo questo: l'eclettismo è il risultato di una condizione di crisi e di incertezza (e l'espressione artistica riflette la crisi di identità grave in cui il mondo occidentale è impantanato da tanto tempo ), una crisi che nei suoi esiti peggiori è approdata nelle secche del nulla, del futile e dell'inutile, per non dire del brutto e del ripugnante, e in quelli migliori è il prodotto di chi, animato pur sempre da un impulso creativo sincero, e spesso sofferto, non riesce a far altro che aggirarsi in una sorta di museo ideale dove trovare i modelli a cui rifarsi, quelli che più lo ispirano, che lo affascinano, che rispondono di più all'estro o allo stato d'animo del momento.
Verissimo quel che rilevi, Dionisio.
E infatti in ambito letterario non è andata diversamente per D'Annunzio e Malaparte, e molti altri scrittori e artisti in generale, che non erano dell'epoca giusta.
Anche se..che so...a caso Rossellini e Dario Fo nel fascismo c'erano dentro con 2 piedi, ma data l'anagrafica, ne uscirono all'indomani e cambiarono la casacca in rossa in un battibaleno; intendo erano anche vivi per farlo...la generazione precedente invece no...
Io conobbi la scultura di Wildt al liceo, ma è anche vero cercavo sempre artisti insoliti.
Molto giusto quel che dici sull'eclettismo, come risultato di crisi...dopo di che o il nulla, o la putrescenza del brutto....
o almeno l'aggirarsi nel museo ideale dei modelli
..quest'ultima categoria poi mi sembra anche un po' anche quello che proviamo a fare nel blog, a ben guardare:-)
Lo facciamo anche nella vita, Josh. Tutti siamo assediati dal nichilismo imperante, dalle macerie di una anticultura che sta seppellendo la bellezza e il valore dell'inestimabile patrimonio costruito in tanti secoli dai nostri progenitori. Non ci resta che difendere con tutte le nostre forze quel patrimonio,ma spesso si ha l'impressione di essere solo dei samurai che continuano a battersi con la spada contro forze che adoperano fucili e cannoni.
OT: Dionisio, già che sei a tiro, e avendo visto che hai ricevuto l'avviso di google, facci sapere se dopo Josh, sei già in grado di postarci qualcosa. Ciao e a presto.
Buona domenica a tutti.
Sono in grado, sono in grado, cara Hesperia.
Se Josh ha postato il 21, io lo farò a fine mese, a meno che non vogliate anche prima.
Ciao a presto.
Molto bene. Allora bentornato, Dionisio!
Josh, ho visto di recente una bella mostra di Rodin a Legnano e trovo molte affinità anche con questo straordinario scultore.
allora bentornato a Dionisio!
Hesperia, Rodin è uno scultore straordinario.
Mantiene molto della classicità.
A volte aggiunge punte volutamente preziosistiche,
a volte sembra cupo, passionale, volutamente contorto, comunque un grande, dalla scultura a tratti particolarmente drammatica.
http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/auguste_rodin.htm
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