mercoledì 13 febbraio 2013

Un paio di versi di T.S.Eliot


 da "Gerontion"

[...]
Dopo una tale conoscenza, cos'è mai il perdono?
Ora penso
Che la storia abbia molti passaggi nascosti, e corridoi
tortuosi
E varchi, e che ci inganni con bisbiglianti ambizioni,
E che ci guidi con le vanità. Ora penso che dia
Quando la nostra attenzione è distratta,
E che quanto ci dà lo dia con turbamenti
Così lusinghieri che il dato affama ciò che si desidera.
E ci dà
Troppo tardi quello in cui più non si crede, o se ancora
Ci crediamo, soltanto nel ricordo, come passioni
riconsiderate.
E troppo presto dà in deboli mani, ciò che è pensato
può essere
Dispensato, finchè il rifiuto propaga la paura.
Penso
Che nè paura nè coraggio ci salvino. I vizi innaturali
Hanno per padre il nostro egoismo. Le virtù
Ci sono imposte dai nostri impudenti delitti.
Queste lacrime sono scosse dall'albero che arreca
la collera.
[...]

(da Gerontion, -Londra 1919-, sopra tradotto dal v. 33 al 47)

da "Mercoledì delle Ceneri"

I

Perch'i' non spero più di ritornare
Perch'i' non spero
Perch'i' non spero più di ritornare
Desiderando di questo il talento e dell'altro lo scopo
Non posso più sforzarmi di raggiungere
Simili cose (perché l'aquila antica
Dovrebbe spalancare le sue ali?)
Perché dovrei rimpiangere
La svanita potenza del regno consueto?

Poi che non spero più di conoscere
La gloria incerta dell'ora positiva
Poi che non penso più
Poi che ormai so di non poter conoscere
L'unica vera potenza transitoria
Poi che non posso bere
Là dove gli alberi fioriscono e le sorgenti sgorgano,
perché non c'è più nulla

Poi che ora so che il tempo è sempre il tempo
E che lo spazio è sempre ed è soltanto spazio
E che ciò che è reale lo è solo per un tempo
E per un solo spazio
Godo che quelle cose siano come sono
E rinuncio a quel viso benedetto
E rinuncio alla voce
Poi che non posso sperare di tornare ancora
Di conseguenza godo, dovendo costruire qualche cosa
Di cui allietarmi

E prego Dio che abbia pietà di noi
E prego di poter dimenticare
Queste cose che troppo
Discuto con me stesso e troppo spiego
Poi che non spero più di ritornare
Queste parole possano rispondere
Di ciò che è fatto e non si farà più
Verso di noi il giudizio non sia troppo severo

E poi che queste ali più non sono ali
Atte a volare ma soltanto piume
Che battono nell'aria
L'aria che ora è limitata e secca
Più limitata e secca della volontà
Insegnaci ad aver cura e a non curare
Insegnaci a starcene quieti.

Prega per noi peccatori ora e nell'ora della nostra morte
Prega per noi ora e nell'ora della nostra morte.

[...]

(Ash Wednesday, I, Londra 1927-30)

poche note:
per Ash Wednesday
_al v. 1 "Perch'i' non spero..." reiterato, cita G. Cavalcanti "Ballatetta (d'amore e di lontananza)" v. 1
_al v. 4 cfr Shakespeare, Sonnets, XXIX, v. 7 "Desiring this man's art and that man's scope"
_al v. 6 "L'aquila antica" da Dante (cfr. Purg. IX) ai bestiari, l'aquila è simbolo di rigenerazione (cfr anche commenti post Fenice sulla simbologia dell'aquila)
_per tutto il testo, echi del Kyrie, dell'Epitaphe di Villon "Et nous, les os, devenons cendre et pouldre;/De nostre mal personne ne s'en rie,/ Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!"; B.Pascal "Pensées", passi Vetero e Neo Testamentari...

foto: notte e nebbia su un lago tra gli Appennini

altro link interno 

Josh

17 commenti:

Hesperia ha detto...

Mammamia Josh! Il poeta della Terra desolata, ci hai regalato. Il titolo della Poesia è un programma. La conoscevo, come pure Il canto d'amore di Alfred Prufrock e alcuni pezzi di "Waste Land". Tutta roba che tira su il morale :-).

Poi torno sulla prima, ma voglio ricordare un epigramma di Eliot che è un programma:

Where is the wisdom that we have

Lost in knowledge?
Where is the knowledge we have
Lost in information? »

(IT)
« Dov'è la saggezza che abbiamo

perso in conoscenza?
Dov'è la conoscenza che abbiamo
perso in informazione?".

Tristemente e lucidamente profetico.

Josh ha detto...

Avevo pronti tanti argomenti, ma mi son detto: quando mi ricapita il Mercoledì delle Ceneri nel suo stesso giorno?

Volevo anche sfuggire da accostamenti troppo facili con la cronaca di questi giorni con uno degli altri post, che prima o poi andrà su.

A me Eliot piace da sempre.

A dire il vero a scatenarmi la madeleine è stata l'anafora.

Dalla figura retorica, pensavo a "per me si va.." della porta dantesca infernale....e poi è venuto da sè l'incipit dell'Ash Wednesday

Josh ha detto...

Un altro modo in cui mi è venuta in mente, è stato perchè ho avuto l'impressione che proprio queste parole, non tutto Eliot, captassero...un sentimento diffuso in questi giorni, tipo onde radio. E ho pensato: non potevo non metterle.

Mi sono sembrate parole talmente "assolute", che le ho riportate senza vero commento, a parte quel minimo di nota, per far capire quanto Eliot paia moderno e a volte discorsivo, ma in realtà la sua è una poesia fittissima di rimandi.

Josh ha detto...

Bellissimo lo stralcio che hai riportato:

"Dov'è la saggezza che abbiamo
perso in conoscenza?
Dov'è la conoscenza che abbiamo
perso in informazione?".

Certo che è profetico. A maggior ragione per uno che conosceva i segreti dell'espressività delle parole come lui, le stratificazioni simboliche, non poteva non notare quanto riporti.

Ha sempre avuto l'aria di essere uno di quei poeti che hanno l'anima come un diapason che risuona, vibra al più piccolo segnale.

come dire:

Prima persa la saggezza, che era sostanza e forma, etica....
persa in conoscenza, quindi semplice conoscenza, un sapere che non si fa sostanza;
già poi questa conoscenza diventa informazione, mera informazione...
dato nudo non inserito in un meccanismo di senso....
oggi poi siamo alla disinformaczjia pilotata ancora più di ieri...

Josh ha detto...

ah una curiosità
non sarà un granchè, la foto l'ho fatta io qualche settimana fa

c'era un'atmosfera felpata, insolita e immobile, la nebbia davvero fitta
e un silenzio irreale
ma era stata una bella giornata:-)

Hesperia ha detto...

Bella invece la foto! E molto adatta a corredare le poesie di Eliot che si esprime quasi per "fotogrammi", frammenti e sembra isolare particolari.

Però mi piaceva l'incipit di Gerontion che non hai messo, peccato!

"Non sei né giovane né vecchio
Ma è come se dormissi dopo pranzo
Sognando di entrambe queste età".

Quasi un epigramma.

Hesperia ha detto...

Come saprai T.S Eliot è stato uno dei firmatari per sottrarre Ezra POund dalla condanna a morte. Certo che lui, POund e Joyce hanno attraversato e vissuto un secolo di autentiche tragedie.

Josh ha detto...

Sì Gerontion è ben riuscita tutta, per intero....ma qui mi premeva stavolta mettere in evidenza queste parti e un po' meno il resto, per il tipo di sentimento che ne esce.

A parte il fatto che prese per intero non sono poesie, ma ormai poemetti, nel senso della lunghezza:-)

Certo, ieri era Mercoledì delle Ceneri e ci stavano, oggi è San Valentino e l'atmosfera è già meno intonata:-)

Josh ha detto...

L'altra cosa che volevo dire di Eliot: usa naturalmente parecchia filosofia nella sua poesia.
E' uno dei pochi che può farlo senza forzare troppo il verso, senza finire essere "didascalico".
La poesia filosofica spesso finisce per sembrare un "mo' vi spiego".

Il suo è anche un bellissimo inglese.

Josh ha detto...

"Come saprai T.S Eliot è stato uno dei firmatari per sottrarre Ezra POund dalla condanna a morte. Certo che lui, POund e Joyce hanno attraversato e vissuto un secolo di autentiche tragedie."

Sì lo ricordavo.
C'è da dire che Eliot è stato un profondo conoscitore di Pound, pure verso per verso.

E almeno qualcuno firmò a suo favore, anche se...

Eliot scrisse anche un saggio, molto ben fatto
"Ezra Pound: metrica e poesia"
già nel 1917 (!)

Hesperia ha detto...

Evvabbé, non capita sempre di avere un mercoledi delle ceneri, su cui aggiornare il Giardino. Se poi pensi che è uno storico Ash Wednesday davvero speciale, con tutto quello che sta succedendo...

Hesperia ha detto...

Mi viene in mente l'incipit di Terra desolata, che è famosissimo:

"Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera. "

Quando poi capita un Aprile dolce allora gli Inglesi sono soliti dire anche nel linguaggio parlato che "Aprile non è il mese più crudele dell'anno".E' vero Eliot ha un Inglese bellissimo.

Josh ha detto...

sì molto bello l'incipit di Wasteland. Questi concetti hanno poi girato e rigirato in tanti ambiti, influenzando molte arti inglesi.

mi fai venire in mente 2 brani musicali, che ti metto

The Mission "Wasteland"

https://www.youtube.com/watch?v=-2up4WUQod0

Cocteau Twins "Throughout the dark months of April and May"

https://www.youtube.com/watch?v=Sw5cvsNphCY

Josh ha detto...

L'inglese di Eliot è molto curato, letterario, nulla a che fare ovviamente con i tecnicismi dell'inglese commerciale o borsistico, di cui ci lamentavamo.

In più è memore del latino. E della letteratura italiana classica, quanto di Shakespeare.

Le poche note messe sopra lasciano intendere quanto il suo linguaggio sia stratificato e ricco di echi e memorie letterarie, nel costrutto e nella cadenza.

Hesperia ha detto...

Belli i pezzi musicali, in particolare quello dei Mission. Notte!

Josh ha detto...

Eh beh i Mission nell'87 erano in forma.

Prima erano qui, nei Sisters of Mercy... eccoti un'altra "Land", questa però è una Heartland non una Wasteland...:-) gotico-identitario? chissà...forse bisogna dal cuore/Heart per riparare le Devastazioni

il pezzo sembra musicalmente ossessivo e circolare, ma (le parole sono in sovrimpressione) per me è molto bello.

https://www.youtube.com/watch?v=Dt1jMfLiINU

Sympatros ha detto...
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