Qualcuno ricorderà l'episodio capitato in teatro a un gruppo di attori, che ebbero l'infelice idea di buttare in un pentolone d' acqua bollente, un astice, nel corso di una pièce. Mal gliene colse a tutti costoro (regista incluso) perché vennero denunciati in Procura da zelati animalisti, per aver provocato un'orribile morte al crostaceo. Qui il vecchio episodio . Vittorio Sgarbi si fece paladino del regista Rodrigo Garcia, girando provocatoriamente con il crostaceo di plastica rossa per i salotti televisivi, per denunciar tale assurdità. Ora ce n'è un' altra.
Susanna Tamaro nel suo articolo comparso venerdi 12 aprile scorso sul Corriere stigmatizza lo zelo e l'intrusività pericolosa quanto assurda di alcuni genitori di una scuola di Orvieto, che in nome del "pedagogicamente corretto" non hanno voluto che i loro figli interpretassero il ruolo di animali di una famosa fiaba dei Grimm: "I quattro musicanti di Brema".
Buonismo (che non è bontà, ma una forma degenerativa di ipocrisia basata sul pretendere "il bene comune"), ipocrisia, zelanteria, ma soprattutto perdita di buon senso (e di sènno) stanno alla base dei mali endemici della nostra società.
Emergono altresì, fenomeni preoccupanti quale il vuoto educativo e culturale, l'eccesso di individualismo, la sopravalutazione arrogante del proprio ego, l'incapacità di rendersi conto quanto si danneggi quei figli che si vorrebbero ad ogni costo preservare dalle asperità della vita.
Chi non conosce la fiaba dei Musicanti di Brema dei fratelli Grimm? Quattro animali, un cane, un gatto, un gallo e un asino, cacciati dalle loro fattorie in quanto troppo vecchi, si incontrano e decidono di andare a Brema per diventare musicisti. Solo grazie alla loro astuzia e alla loro amicizia saranno in grado di superare molte traversie e a vivere, come in tutte le favole, «felici e contenti». Una storia conosciuta da generazioni sull'importanza dell'amicizia e sulla possibilità di ricominciare sempre la propria vita. Quale miglior fiaba, hanno pensato alcune maestre di un asilo di Orvieto, per far lavorare i bambini su questi temi, al tempo stesso divertendoli con la partecipazione a una recita? Tutto è filato liscio fino a che non si è scoperto ? o meglio alcuni genitori hanno scoperto ? che tra gli animali della rappresentazione c'era, orrore! anche un somaro. Apriti cielo! Come poteva esser venuto in mente alle maestre di coinvolgere le loro intoccabili creature in una storia dai risvolti così umilianti? Giammai! Non permetterò che mio figlio faccia l'asino! E così, per salvare la recita, il somarello e gli altri animali sono stati interpretati dalle maestre, restituendo la serenità nel cuore turbato dei genitori.Questo episodio, apparentemente marginale, è in realtà un emblema di questi tempi; dietro alla sua banalità, infatti, nasconde una serie di paradossi cui, purtroppo, sembra che tutti noi ci siamo ormai rassegnati. Come nelle gallerie di specchi dei luna park, ogni immagine rimanda a un'altra e a un'altra ancora, sempre più deforme della precedente. Alla base di tutto, c'è purtroppo un'incredibile ignoranza. Ignoranza che, in un sistema educativo ormai degradato come il nostro, si è trasformata in arroganza. A parte il fatto che l'asino è un animale di grande intelligenza e ironia, oltre ad aver gloriosamente attraversato la storia sacra della nostra fede. La leggenda popolare, infatti, vuole che la croce tracciata sul loro dorso stia a ricordare l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, in groppa appunto ad un asino, il giorno dell'osanna. Quello che trovo intollerabile, nel nostro Paese, è questa assoluta incapacità di comprendere che non tutto può essere ridotto alla banalità del primo pensiero superficiale. Limitare il pensiero alle reazioni del bianco e del nero non è molto diverso dal vivere come certe creature unicellulari ....(...).
Ma noi, per quale ragione abbiamo ridotto l'esistenza del nostro cuore e della nostra mente a questa primordiale ottusa unidirezionalità? Le fiabe hanno sempre fatto parte del racconto dell'uomo e tutti gli esseri umani hanno sempre saputo che si tratta di metafore sulla nostra vita. La fiaba ci diverte, ci fa sognare, ma ci aiuta anche a capire qualcosa della nostra natura; qualcosa che, con i movimenti dell'unicellulare, non saremo mai capaci di comprendere. La vita è cammino, contraddizione, e lo è appunto in conseguenza della complessità del nostro essere umani, segnati dal libero arbitrio. (...)
Non occorre essere dei veggenti per immaginare che i bambini ai quali è stato vietato di fare il somaro in una recita scolastica non saranno né intrepidi, né sapienti, né curiosi, ma soltanto dei pavidi nevrastenici, persone incapaci di diventare adulti responsabili, costruttori di una società civile. La perdita della sapienza educativa che si protrae ormai da qualche decennio è la causa prima del precipitare del nostro vivere comune nel gorgo oscuro della barbarie. La civiltà è ormai distrutta, sgretolata, ridotta ai minimi termini, prigioniera del diritto capriccioso del singolo che si erge a diritto universale e ha il potere di ricattare e modificare la vita quotidiana di tutti coloro, e sono tanti, che non condividono quella visione.
La Tamaro se la prende poi contro ogni forma di dogmatismo e di massimalismo quale che ne sia la sua matrice e provenienza.
Posto che non ho mai avuto simpatie per le élite di intellettuali che per troppo tempo hanno monopolizzato la cultura del nostro Paese, ridicolizzando sistematicamente tutto ciò che non rientrava nella loro visione di parte, mi turba ugualmente l'orgoglio con cui alcuni aderenti al Movimento 5 Stelle hanno proclamato di non avere intellettuali al loro interno, come se la cultura fosse qualcosa di indegno e disprezzabile. Come sarebbe stato bello, invece, se, in questo nostro momento di smarrimento, di declino e di sconforto, qualcuno avesse detto: abbiamo bisogno di sapienti, di poeti, abbiamo bisogno di arte, di bellezza, di complessità, di intelligenza. Perché alla fine, dietro a questi tanti, troppi episodi apparentemente insignificanti, si nasconde un rischio davanti al quale non ci è più permesso di rimanere inermi spettatori. (...)
Sul Corriere della Sera del 12/4/2013 l'intero articolo di Susanna Tamaro
24 commenti:
Quando ero alle elementari facemmo la stessa recita dei Musicanti e nessuno fece i problemi di lesa maestà dell'asino.....il bambino che fece l'asino si divertiva come un matto ma lo scelsero, dopo una consultazione democratica eh, ma solo perchè aveva la voce un po' rauca ...
Sì mi ricordo l'episodio in teatro, e in fondo non l'ho mai capito nel suo principio "legale"...
Dunque alcuni attori gettano in pentola l'astice, in una pièce.
Quando va bene, io lo faccio 2 volte al mese (con l'astice) a casa, almeno 2 coi gamberi, e con le uova, e con la carne etc.
Non ci si può più nutrire? quelli sono animalisti? stessero a casa a mangiare legumi.
Ok cosa devo capire...loro condannano la cosa fatta su un palco...ma non è lo stesso che fatta a casa? Cos'è sul palco si dà il ..."cattivo esempio"?
siamo in un mondo del tutto ammattito
dall'articolo dell'astice, Repubblica (figurarsi) ovviamente pubblica anche uno stralcio della protesta del regista, con parole anche senza senso
"sincero sfogo su questa «Italia cattolica appestata di profumo»
mica sono i cattolici che gli hanno vietato di cucinare l'astice sul palco...ma gli animalisti: fede verde, che poi è come sempre rossoverde.
Tornando al caso dei Musicanti di Brema, favola tradizionale, sempre rappresentata nelle recite, con i bambini felici di interpretare gli animali,
i genitori della scuola di Orvieto, sbagliano.
Sarà in nome del "pedagogicamente corretto" ma si può dire che è in nome della follia.
Secondo me è ignoranza becera e ipervalutazione di sè, e nemmeno buonismo.
Tra l'altro la favola stessa è piena di animali personficati, cos'è? va censurata...
se togliamo gli animali di lì scompare la fiaba...
anzi no, ci sono ancora i ladri, nella fiaba.
Forse quei genitori preferiscono che il figlio interpreti il ladro che non i simpatici (ma innocenti) animali...
Comunque l'art. è ben scritto, il problema a livello educativo è serio e molto reale.
Questo passaggio poi è proverbiale:
"Quello che trovo intollerabile, nel nostro Paese, è questa assoluta incapacità di comprendere che non tutto può essere ridotto alla banalità del primo pensiero superficiale. Limitare il pensiero alle reazioni del bianco e del nero non è molto diverso dal vivere come certe creature unicellulari ..."
è verissimo! però...beh ma è anche la civiltà superficiale dell'internet che rende il pensiero debole e unicellulare.
Tengo fuori noi, e altri, che pure su internet stiamo scrivendo, perchè abbiamo passato una vita reale fuori
e una vita sui libri e in "azioni di cultura" fuori.
Ma chi è 'nato' solo da esperienze web...e lì sopra unicamente si sente formato, avrà un'ignoranza abissale.
Non dimentichiamo che internet può essere -se va bene- informazione, prima di tutto, in parte un po' di sapere, ma il sapere sappiamo bene si forma altrove e va verificato altrove, come la vita stessa.
un esempio: c'è il google traduttore...tseee le lingue si imparano traducendo sui libri, o dal vivo, ma a pc staccato.
Infatti Google traduttore non traduce greco classico e latino, perchè? perchè non sono lingue commerciali e sono lingue densamente concettuali e sfumate, non "a macchinetta", vanno cioè interpretate con un senso solo umano che attiene allo Spirito.
La mancanza di intellettuali nei m5s (che poi somo mezzi comunisti lo stesso, come gli "intellettuali" di questo scarcagnato paese) sragionano proprio perchè hanno in linea di massima solo la s-cultura del web.
C'è poi anche chi ha incarichi d'oro presso la Treccani, cioè la cultura vera...
e ha studiato sui libri e non certo sul web, ha insegnato,
e ancora può prender stranbe direzioni,
avere una coscienza blanda...questo perchè non ha regolato la coscienza del sapere in un certo modo: ma lì ancora una volta si apre una prospettiva etica...
Certo che sì, che siamo in un mondo impazzito, Josh. Ma in fondo se ogni ottuso rincretinito che si rispetti osa gonfiarsi come la rana che volle sembrare il bue e gracidare le sue scempiaggini (visto che gli animali servono nelle fiabe e nella vita comune?) ebbene è perché c'è un pensiero basato sul Bene Comune (Common Good) che li rende arroganti e supportati da altri arroganti senza cervello.
E' evidente che se ai "tuoi tempi" (che poi è ieri) si poteva ancora recitare una favola di animali senza che saltasse su il genitore idiota e becero a sollevare obiezioni, è perché c'era ancora il senso della comunità e delle sue regole non scritte, ma comunque interiorizzate e fatte proprie.
E' questo che è saltato quasi improvvisamente...
Dove sono un po' perplessa sull'articolo della Tamaro è sulla fotograafia (vera) del M5S. E non perchè non sia vera. E' verissima.
"Posto che non ho mai avuto simpatie per le élite di intellettuali che per troppo tempo hanno monopolizzato la cultura del nostro Paese, ridicolizzando sistematicamente tutto ciò che non rientrava nella loro visione di parte, mi turba ugualmente l'orgoglio con cui alcuni aderenti al Movimento 5 Stelle hanno proclamato di non avere intellettuali al loro interno, come se la cultura fosse qualcosa di indegno e disprezzabile".
Ho riportato il periodo per questa ragione e perché mi viene un dubbio, che forse lei non si è posta:
Non sarà che i beceroni pentastellati, siano esattamente il prodotto di quelli che c'erano prima? E cioè "élite di intellettuali che per troppo tempo hanno monopolizzato la cultura del nostro Paese, ridicolizzando sistematicamente tutto ciò che non rientrava nella loro visione di parte"?
Io al posto suo, ci farei un bel pensierino.
Sull'astice, il regista (se è vero quel che ha riportato Repubblica, giornale su cui bisogna sempre fare la tara), ha sbagliato il talebano. Il quale non è di matrice "cattolica", ma di ispirazione animalista-verde-ecologista in stile New Age, scoppiato.
I cattolici che conosco io hanno sempre spensieratamente tirato il collo al gallo migliore per mangiarselo a Natale. E nessuno si sarebbe sognato di mandarle...un avviso di garanzia. MIa nonna, ae esempio....
Certo che anche le procure che si prestano a queste cialtronate...
Dov'è e che fine ha fatto il "de minimis non curat praetor?"
" E nessuno si sarebbe sognato di mandarle...un avviso di garanzia. MIa nonna, ad esempio....
"
C'era un refuso in "ad esempio".
Tornando agli animali, per la stessa becera ragione, si dovrebbero vietare di tradurre le favole latine di Fedro nelle scuole, visto che sono in gioco ruoli (a volte abbastanza violenti come il LUpo e l'agnello) interpretati da animali.
Ma a che razza di demenzialità ci vogliono portare? Bah...
Ma senz'altro che i beceroni penstastellati sono il prodotto dell'intelligentsja che c'era prima.
Costanti: essere de sinistra e lo sono i vecchi e i 'nuovi'; essere mondialisti, e lo sono.
Essere superficiali, e lo sono.
Per cui son degni figli ed eredi.
Sì perchè la cultura degli intellettuali ufficiali di sinistra è sempre una cultura mozza:
_appiattita sul materiale quindi materialista
>e i pentastellati pensano infatti agli "scienziati sociali" alla Zeitgeist-Gaia che poi sono mossi da una roba vecia come Sassoon e Artom> sempre la sinistra fintoverde legata ai poteri forti internazionali
_manca di spiritualità o si nutre del suo contrario:
>cfr anche solo gli ultimi scritti di Cacciari, per es. che come riassunto da Blondet e da Colafemmina, si augura che sia rimosso il kathecon, ovvero secondo il NT, desidera che sia rimosso ciò che tutt'oggi impedisce la manifestazione dell'anticristo/demonio nel mondo, perchè per il cacciarifilosofopostcomunista la manifestazione bestiale significherebbe corso e ricorso della storia quindi "rinfrescata" e dionisiaco rinnovamento, pur con tutto il negativo che porterebbe con sè.
E' bric a brac della cultura, è giocare con un'escatologia a cui non si crede...è il limite in tante, troppe cose.
Per cui la domanda è più che lecita....i m5s zotici sono i figli esatti della finta intelligentsja di prima, di cui rifiuta in parte alcuni riti esteriori, ma ne ha ereditato in pieno la banalità e i luoghi comuni.
L'ipocrisia di dire sempre di "stare con la ggaente" ma di esser legata in realtà a poteri forti su scala mondiale, invece ce l'ha tale e quale, paro paro, tanto i nonni quanto i nipoti scapestrati.
@Hesperia
"Certo che anche le procure che si prestano a queste cialtronate...
Dov'è e che fine ha fatto il "de minimis non curat praetor?"
ah è una bella domanda che fine abbia fatto quel principio.
Cialtronate in procura dici? :-))
vedi la Consulta che afferma, pochi giorni fa, punta d'urgenza,
che la prima cosa da fare in Italia è una legge, adesso, per i matrimoni gai,
mentre la gente si suicida per mancanza di lavoro e denaro, e debiti ed espropri con Equitalia/Agenzia Entrate.
A quanto pare si occupano di più di altre "Entrate",
quelle dalla porta posteriore.
Sì ho sentito dell'esternazione della Consulta. Adesso sono loro che dettano l'agenda politica. A proposito, lo sapevi che sempre la Consulta è quella che ha sancito la legittimità del prelievo forzoso che Amato ci fece nel '92? Ci furono ai tempi, molte proteste e non furono pochi i cittadini che ricorsero legalmente contestando la legittimità di detto provvedimento, ma la Consulta diede una mano al Topo. Tié: sistemati forever!
Se a qualcuno venisse in mente di muovere dei passi legali in caso di nuovi prelievi, c'è "il precedente giuridico".
E io che cerco pure il "de minimis non curat praetor" :-(
Astice
Campo di rieducazione per il gatto sorpreso a mangiare un topolino.
Colpo di grazia alla nuca per il malcapitato colto in flagrante nel tirare il collo ad una gallina, invece di scegliersela gia' defunta sui banchi del supermercato.
In nome dei Diritti umani - ormai universalizzati in un piu' generico e totale Diritto alla vita - e' fatto esplicito divieto di uccidere qualunque essere vivente. Fanno eccezione i mattatoi autorizzati che servono il mercato e la Giustizia che amministra la pena capitale, sempreche' venga rispettata la discrezione. Non e' la morte che si vuole rimuovere: e' la sua immagine che provoca dolore. Il diritto al suicidio viene garantito purche' il cadavere non sia troppo in disordine o in condizioni tali da turbare la coscienza dei benpensanti. Insomma: non si deve vedere il sangue e se non si vede nemmeno il cadavere e' meglio ancora.
La soluzione ? Ingoiare la gallina con penne creste e bargigli senza che quaesta se ne possa accorgere e il piu' velocemente possibile.
Per il gatto ci sono i croccantini.
Somaro
E' un caso freudiano quello del genitore che non vuole che il figlio impersoni l'asino. E' una normale reazione di difesa. Anche in questo caso, e' la rappresentazione che si vuole rimuovere. Nella realta' tutti gli attori sono somari - l'allievo, il docente e il genitore - ma e' meglio non farlo sapere in giro: la consapevolezza disturba.
E' l'ipocrisia al potere.
Ciao Sauro, commento molto acuto, il tuo.
"Non e' la morte che si vuole rimuovere: e' la sua immagine che provoca dolore. Il diritto al suicidio viene garantito purche' il cadavere non sia troppo in disordine o in condizioni tali da turbare la coscienza dei benpensanti. Insomma: non si deve vedere il sangue e se non si vede nemmeno il cadavere e' meglio ancora".
In nome dei diritti universali voluti dall'ONU non è nemmeno più consentito chiamarlo "suicidio", ma vi si aggiunge "assistito". Ovvero l'ossimoro. Giacché assistere ad un suicidio facilitandolo non è suicidio ma omicidio. Ma l'importante è che non si sappia in giro.
Bella, la tua immagine della gallina da ingoiare intera con penne creste e bargigli e becco. Così non se ne accorge :-).
Quanto al somaro così disprezzato e vilipeso al punto che nessuno vuol mettersi a recitarne la parte, aggiungo che in passato, una povera insegnante si è sentita denunciare per aver dato del "somaro" a un ragazzino che non aveva studiato. Denunciata dai soliti genitori zelanti terrorizzati dalla figura del somaro. E ovviamente anche dall'epiteto, considerato "discriminatorio".
come si fa a prendersela con un animale così:-)
http://speradisole.files.wordpress.com/2009/12/somaro.jpg
http://www.skuola.net/news_foto/2012/somaro.jpg
quante some caricate su quel povero somaro:-)
http://4.bp.blogspot.com/_fVooXQlHqCw/SHMdoybvgPI/AAAAAAAAApI/jUTPmGOLux4/s400/somaro.bmp
comunque è un mondo di pazzi
Un bel Somario davvero, la tua rassegna fotografica in onore del vilipeso animale, Josh :-).
Bresson, come saprai ci fece sopra un film: "Au hasard Balthazar", identificando il somaro in una sorte di povero cristo. Un capolavoro dalla parte del somaro.
Comunico ufficialmente che da oggi seguirò anche questo blog! :)
Detto questo, a quei genitori sarà venuto in mente il peso della figura di Benjamin nella "Fattoria degli animali"? Benjamin è un asino, ed è lunico, nel racconto, ad essere abbastanza acuto da cogliere il peso degli avvenimenti.
Sull'astice, mi permetto di sostenere che fare spettacolo con sevizie sugli animali è un'azione, oltre che illegale, di pessimo gusto. E' dunque squalificante in sè e per sè. Personalmente avrei considerato una pena sufficiente, per la compagnia di teatranti, questo "danno d'immagine" autoinflitto, senza sollevare polveroni e senza scomodare procure e togati (coi quali pessimi figuri a loro volta assai discutibili meno si ha a che fare, meglio è).
L'ipocrisia assai opportunamente adombrata da Pseudosauro ammorba purtroppo la nostra specie fin dall'alba della sua esistenza. Temo che sia scritta nella nostra stessa carne. Non ce ne libereremo senza sforzo. Non faremo, collettivamente, quello sforzo.
Allora Aldo, ben ritrovato anche qui :-).
Le sevizie sugli animali sono vietate nelle riprese cinematografiche. Questo va benone per i mammiferi (animali a sangue caldo). Personalmente guai per me veder maltrattare un cane, un gatto o un cavallo. Diversa cosa sono la specie ittica e affini.
Pertanto sull'astice mi permetto di sollevare alcune obiezioni. Se il contesto teatrale prevedeva una scena con l'aragosta, per cucinarla non c'è che un sistema: cacciarla in pentola viva in acqua bollente. E questa non è "cattiveria" o perfidia. Ma astici e aragoste per chi si intende di cucina non possono essere cotti morti, a rischio di una grave intossicazione. Io che provengo dal mare lo so, perché sono cose che sono successe.
Analogamente allora non si dovrebbero mangiare polpi appena pescati perché il pescatore li sbatte fortemente contro gli scogli fino a provocarne la morte. Perché li sbatte? Per mera crudeltà? No, lo fa per ammorbidirne le carni, che altrimenti risultano immangiabili come la gomma. Io non mi scandalizzo e mi mangio il polpo con patate, che è una delizia.
Per il resto, mi pare che il Sauro abbia ironicamente fotografato la realtà in cui siamo immersi: la gallina preferiamo comprarcela già bella e ammazzata, ma rabbrividiamo nel vedere l'allevatore tirarle il collo da viva. Ma come siamo diventati delicati! (continua)
Altra cosa, invece la storia dei "Quattro musicanti di Brema", recita proibita, dallo zelo pedagogico di genitori allarmati che al proprio figlio possa toccare una sorte analoga al vituperato animale con le orecchie lunghe.
Da un po' di tempo in qua, si mettono all'indice fiabe legate al repertorio popolare, perché giudicate "crudeli".
Si dà il caso che siano prevalentemente di origine nordica. E allora via dalle recite Biancaneve (sempre dei Grimm) perchè il cacciatore uccide un cervo nella foresta, per poi far credere alla crudele Matrigna che trattavasi del cuore di Biancaneve.
E mi fermo solo a questo esempio, ma ce ne sono decide di altri...
Si, ma l'intento pedagogico da parte di genitori idioti, psicologi ancora più idioti, assistenti sociale ecc. è di epurare la paura, il conflitto, la crudeltà che fatalmente esiste nell'universo (anche in Natura).
E allora vien da chiedersi: ma che razza di generazioni si preparano ad allevare?
"La fiaba ci diverte, ci fa sognare, ma ci aiuta anche a capire qualcosa della nostra natura", scrive la Tamaro.
Privare pertanto i bambini di una componente culturale come miti, fiabe e favole di animali (perché ritenute crudeli) significa condannarli all'ignoranza, all'oscurantismo e all'ipocrisia. In ultima analisi, alla rinuncia a metaforizzare la realtà. Ciao .
meno di una settimana
è passata dalla scrittura di questo post,
sembra tanto tempo con tutte le info spesso inutili con cui ci hanno bombardato,
ed è cambiato tutto in Italia per non cambiare niente,
per dirla alla DE Roberto.
Riprendo un passaggio:
"abbiamo bisogno di sapienti, di poeti, abbiamo bisogno di arte, di bellezza, di complessità, di intelligenza."
Appunto. Era vero da subito, ma dopo la settimana trascorsa è chiaro spero a tutti che viviamo in un regime.
In linea di massima eterodiretto, con in più molte insulsaggini locali grazie ai nostri fintileaders telecomandati.
Di sapienti non c'è traccia,
di complessità meno,
e di intelligenza, mi spiace ma manco l'ombra. Un panorama desolante.
In parte è questo stesso sistema che non crea lo spazio l'habitat e non rende possibile l'esistenza stessa ai sapienti, complessi, intelligenti.
E guarda un po',
il mondo "nuovo" retto della finanza da rapina coatta
è riuscito a disattivare anche quel che era nel DNA, un popolo composto di poeti, santi e navigatori.
E' vero e hai fatto un'ottima notazione. Purtroppo sono riusciti a modificare anche il DNA degli Italiani. Ma anche dei francesi. Una mia amica normanna mi invia ieri la canzone di Gilbert Bécaud "Quandi il est mort le poète", dicendo che quando ascolta questa vecchie "chansons" si mette a piangere perché parlano di una Francia che non esiste più.
L'important c'est la rose? Non, c'est l'économie. ù
Che orrore!
Il mio professore, un anziano prete salesiano, spesso ci diceva che eravamo ineducati, quindi non era colpa nostra ma dei nostri genitori.
Se non permettiamo agli insegnanti di svolgere il loro compito quali risultati speriamo di ottenere?
Le fiabe hanno una forza educativa straordinaria e riescono a parlare direttamente al cuore dei bambini che infatti le comprendono al contrario degli adulti che si rifiutano di ascoltarle.
Dici bene Fabio. Ora va di moda ricorrere al TAR e contestare i docenti, ma in questo modo senza regole né criteri condivisi non si formano le nuove generazioni.
Vero poi quel che dici su fiabe e la capacità di creare prime nuove metafore per i bambini e successivamente per gli adulti.
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