Uno strumento musicale progettato 500 anni fa da Leonardo Da Vinci è stato costruito di recente da un pianista polacco. L'ha anche suonato nel suo primo concerto all’Accademia di Musica di Cracovia.
Il progetto di Leonardo era uno tra le incredibili invenzioni di vario genere (dalle macchine belliche, a quelle per volare, altri strumenti musicali etc..) del grande inventore del Rinascimento Italiano.
Lo strumento musicale è curioso, una sorta di contaminazione tra un clavicembalo, un organo e una viola da gamba, come ha dichiarato il suo costruttore, il pianista Slawomir Zubrzycki (sopra nella foto), che lo ha suonato per la prima volta all’Accademia di Musica di Cracovia, davanti ad un pubblico divertito e soddisfatto dal melodioso e indefinito suono.
la "viola organista" è costituita da 61 corde in acciaio, facenti capo ad una tastiera simile a quella di un pianoforte a coda. A sostituzione dei martelletti (che nel pianoforte colpiscono le singole corde) ci sono ben 4 ruote le cui circonferenze sono avvolte in capelli di coda di cavallo. Quando le ruote vengono attivate (attraverso un'apposita pedaliera), le corde emettono un timbro sonoro simile al violoncello.
Seguendo con precisione le istruzioni per la costruzione, il suono dovrebbe essere proprio quello che aveva immaginato Leonardo quando impresse la sua idea su carta, nella tipica scrittura rovesciata conosciuta come Codice Atlantico.
Ci sono voluti tre anni a Zubrzycki per portare a compimento la realizzazione dell’invenzione.
Di seguito, una performance della "viola organista" di Sławomir Zubrzycki, all'INTERNATIONAL ROYAL CRACOW PIANO FESTIVAL il 18 Ottobre 2013,
Aula Florianka.
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Con esattezza la viola organista leonardesca è precursore dello strumento tardo-rinascimentale detto Geigenwerk e di vari strumenti dei secoli successivi, detti Bogenklavier, Gambenklavier o più genericamente Streichklavier.
L'idea originale di Leonardo, descritta in quattro disegni del "Codice Atlantico" (folio 218 recto-c, 1488-1489) e in altri quattro disegni del Manoscritto H della Biblioteca dell’Institut de France (ff. 28 verso, 28 recto, 45 verso e 46 recto, 1493-94) deriva dal meccanismo degli strumenti medievali detti organistrum e symphonia, antenati della ghironda.
In quegli strumenti, esistenti fin dal XII secolo, una corda di budello animale era tesa fra due ponticelli fissi su una cassa armonica ed era sfregata, invece che da un arco, da una ruota di legno messa in rotazione da una manovella. La corda poteva produrre le diverse note della scala grazie a un sistema di ponticelli mobili, detti tangenti, azionati da tasti; si trattava in tutti i casi di strumenti monofonici, che emettono solo una nota alla volta.
Lo strumento disegnato da Leonardo, invece, ha una corda per ciascuna nota, come nel clavicembalo o nel clavicordo (strumenti già esistenti ai suoi tempi). Al di sotto delle corde si trovano due o più ruote che girano simultaneamente su perni paralleli, trascinate da una cinghia, sotto l'azione di una manovella. I tasti, disposti come nel clavicembalo, portano le corde corrispondenti a contatto con la ruota sottostante, oppure (a seconda dei disegni) con la cinghia di trasmissione. Lo strumento può quindi eseguire più note contemporaneamente ed è a suono continuo, come l'organo a canne, dato che le corde suonano per frizione, anziché essere pizzicate (come nel clavicembalo) o percosse (come nel clavicordo). L'effetto sonoro è quello di un insieme di strumenti ad arco (all'epoca di Leonardo detti genericamente "viole"): da qui il nome "viola organista". La viola organista è uno degli strumenti musicali più complessi di Leonardo da Vinci, ne sono stati fatti nel tempo tentativi di costruzione, e non va confusa con un altro progetto ricostruito solo recentemente, la Clavi-Viola, disegnata sul foglio 93 del Codice Atlantico.
Si ignora se Leonardo abbia mai costruito lo strumento descritto. Il primo strumento simile ad essere sicuramente realizzato fu il Geigenwerk del 1575 di Hans Haiden, un inventore tedesco di strumenti, illustrato anche nel trattato Syntagma musicum di Michael Praetorius (1619). Un analogo strumento del 1625, opera dello spagnolo Fray Raymundo Truchado, è tuttora conservato nel Musée des instruments de musique di Bruxelles. Una moderna ricostruzione del Geigenwerk del costruttore Akio Obuchi, basata anche sui disegni della "viola organista", è stata utilizzata in un concerto a Genova, nel 2004.
Tutti questi strumenti, il cui scopo è simulare l'effetto di un insieme di strumenti ad arco, hanno storicamente incontrato una scarsa diffusione finora, a causa della difficoltà di rendere la frizione, e conseguentemente l'intonazione e la qualità timbrica, uniformi per tutte le corde.
Josh
9 commenti:
Leonardo non finisce mai di sorprenderci e pochi personaggi sono stati così eclettici nonché dotati di talento multiforme come lui. Possiamo dire, un vero genio.
POi guardo meglio i links e ascolto anche l'esecuzione. Ma il clavicembalo o cembalo, è uno strumento che mi piace molto.
Ripasso dopo...
Ah, ecco un'altra cosa: Leonardo si è anche cimentato nelle fiabe e in racconti assai stravaganti.
Insomma, non ha tralasciato proprio niente...
Sì era un genio senza dubbio...si è cimentato in ogni zona dello scibile
Davvero insolita la genesi e il macchinario progettato per qusti strumenti. Ingegnoso è dire poco.
E comunque sia, funziona....il pianista ci fa concerti:-)
Ho ascoltato l'esecuzione dello strumento. Effettivamente ha un vibrato particolare. Piuttosto grave, rispetto ai comuni cembali.
Ho visitato una bottega artigiana di clavicembali, strumento intorno al quale ruota una fitta rete di botteghe artigiane collaterali (falegnami, ebanisti, liutai, decoratori, pittori, collaudatori e tecnici). Si trattava di modelli italiani del '600 e di modelli francesi del '700.
Ovviamente i clavicembali che ho visitato io avevano un suono più argentino di quello ascoltato.
Tiglio, abete, pioppo, ebano, noce, faggio, bosso e perfino il pero sono i tipi di legno utilizzati a seconda delle parti che compongono lo strumento.
Dalla fase dell'assemblaggio, il cembalo passa ai decoratoriche provvedono a dipingerlo a seconda del loro estro con capricci settecenteschi, di trompe l'oeil e di altri motivi.
Ovviamente parlo di secoli più avanzati di quello del tuo post, su modello leonardesco. Parlo di modelli più recenti del '600 e 700. Però mi piacerebbe sapere quale repertorio musicale si adatta al clavicembalo usato da Zubrzycki.
cara Hesperia, tutto vero.
L'impressione è proprio di un suono grave, e la definizione "viola" organista calza assai. Sembra il suono di una viola, ma caratterizzata come uno strumento ad archi di timbro mediobasso.
Aggiungici l'organista, l'idea di quel continuum degli strumenti a canne.
Si voleva cioè ricreare il suono di una piccla ensemble ad archi, ma in uno strumento solo.
Certo che ttti gli altri klavier, cembali clavicembali, non hanno nè l'effetto della viola, nè un registro così grave, nè l'effetto di ensemble, ma un suono molto più argentino.
E' un'arte preziosa quella di liutai che hai ricordato. Arte e tecnica, come significava tekne un tempo.
E che decorazioni.
Gli artigiani-artisti conoscono anche le vibrazioni e naturalmente la curvabilità di ogni tipo di legno, di ogni essenza, senza le quali i risultati finali degli strumenti sarebbero differenti,
anche dal punto di vista del suono, del timbro.
Quel Zubrzycki mi sa ci suona un po' di tutto con lo strumento che ha costruito, anche melodie d'epoca successiva al progetto di Leonardo, come si sente nel video...
Musica rinascimentale, per esempio, riuscirebbe molto bene.
Ma anche scelte varie da camera.
Penso anche a Gesualdo da Venosa, per esempio.
Ho idea che dovunque si voglia o si possa dare una resa di un brano che sembri "per archi" anche se poi di fatto è per tastiera,
la viola organista sia adatta.
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