mercoledì 14 maggio 2014

Laghi, santi e draghi





Il bello dell'Italia è che dietro casa, trovi già i luoghi di vacanza, di svago e di relax, come non avviene in nessun altro paese al mondo. Speriamo di non perderla. Maggio è il mese dei laghi (piccoli, medi e grandi), così come giugno e luglio lo è del mare, come agosto quando fa troppo caldo, lo è per la montagna. 
Mai come in aprile-maggio le località lacustri del Nord Italia si ammantano di fiori e di rare specie botaniche nelle ville e in parchi stupendi. In nessun altro luogo ho visto azalee,camelie e rododendri, roseti rari, belli e rigogliosi come sui laghi.  Poi glicini, iris, maggiociondoli. Il perché è semplice: c'è la torba e il terriccio acidofilo che favorisce la crescita e proliferazione dei fiori e piante citate. Un percorso maggiolino è il lago d'Orta con annessa l'isola di San Giulio. Orta è in provincia di Novara ed è una cittadella piccola e splendida. Intanto, perché è interamente pedonalizzata e adatta al passeggio e ad ammirare i suoi magnifici negozi. Poi per le sue luci. Molti signorili palazzi con facciate in serizzo (la pietra chiara del Lago Maggiore e dintorni) e  riflettono la luce del lago che mai come in primavera diventa blu cobalto e ultra limpido a causa dei ghiacciai che si sciolgono.
Le caratteristiche viuzze per scendere al lago
Il centro di Orta, completamente pedonalizzato, è caratterizzato da viuzze strette molto pittoresche tra le quali,  la principale corre parallela alla riva del lago e si interseca con alcune ripide vie che si allontanano dal lago portando verso il Sacro Monte d'Orta (già Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, tanto per non cambiare). Il Sacromonte d'Orta fu costruito durante la Controriforma e dispone di 20 cappelle. Su in salita, un panorama mozzafiato che fu già cornice ideale dell'idillio tra Nietzsche e Lou von Salomé. Ma torno lungolago dove numerose imbarcazioni traghettano all'Isola di San Giulio. Bello ammirare l'isolotto  stando seduti su una panchina dell'imbarcadero 





L'Isola di San Giulio  dista circa 400 metri dalla riva. L'isola è dominata dall'edificio dell'ex seminario, costruito nel 1844 sulle rovine del castello. Il seminario ospita oggi il convento di suore benedettine di clausura Monastero Mater Ecclesiae. Sull'isola si trova anche la Basilica di San Giulio, il più importante monumento romanico del novarese. Secondo la leggenda agiografica, San Giulio, nato in Grecia, navigando sul suo mantello steso sull'acqua, approda verso fine Trecento su questo isolotto infestato da serpenti e draghi (simboli di spiriti demoniaci): li sconfigge ed edifica qui la sua centesima chiesa. 



S.Giulio uccide i serpenti e i draghi
In faccia al negozio di souvenir dell'isola, s’incontrano le mura della prima delle quattordici ex case dei canonici, casa Tallone. Cesare Augusto Tallone (1895-1982): costruttore di pianoforti e accordatore personale di Arturo Benedetti Michelangeli. Una sala è sede di un festival annuale di musica classica e sacra. Accanto c’è l’entrata del ristorante San Giulio, l’unico dell’isola. Pochi passi e si apre una piazzetta con antico pozzo, dove si affaccia l’ex seminario diocesano costruito nel 1844 abbattendo le rovine del castello, abitato un tempo dal duca longobardo Mimulfo e poi dalla regina Willa. Qui vivono le cento monache dell’abbazia benedettina Mater Ecclesiae (1973) capeggiate da Anna Maria Cànopi. Vita di preghiera e  di restauro di paramenti ecclesiali. La piazzetta è dedicata a Tallone, numerosi vicoli  hanno dei  caratteristici "capitoli" al lago. Si continua il circuito acciottolato anulare sfiorando le mura dei giardini da indovinare, un tempo hortus conclusus dei canonici novaresi. Villa Lina, Barbara, Miramonti. Ancora un punto di fuga: il vicolo Sant’Elia porta a uno splendido pontile con vista Monte Rosa, innevato a vita. La darsena è decorata con aperture geometriche tipo fienili: mattoni in cotto, graffiati con nomi, iniziali, date. Segni anche sotto le volte dello splendido portico rosaceo slavato del palazzo vescovile, che chiude la passeggiata ellittica.
 
Giriamo l’angolo ed entriamo di lato nella basilica romanica del XI secolo: tanti affreschi degni di nota che spaziano dal Quattrocento al Barocco, ma il pezzo forte è l’ambone cesellato nel serpentino olivastro d’Oira. C’è persino un libro intero dedicato a questo capolavoro. Almeno un paio di dettagli: un grifone che morde la coda a un coccodrillo che in realtà rassomiglia a un drago a testa in giù, la figura presunta di San Guglielmo di Volpiano, monaco nativo dell’isola. Alle sue spalle, un felinaccio che ghigna più dello Stregatto di Alice (1865). 
Se scendete giù nella cripta, ci sono le spoglie di San Giulio e appeso al soffitto, l’anello-vertebra di un fantomatico drago, probabile coccodrillo. Agiografia, mito e culto popolare si fondono. I turisti se ne stanno pazientemente in fila per vedere il santo vestito con ricchi paramenti adagiato nell'urna.
La cripta con l'urna di San Giulio


Un personaggio dell’isola è la minuta e ciarliera signora Villa  che gestisce il negozio di souvenir da quarant'anni. La signora ha 75 anni e voga ancora la sua barca a remi per recarsi  a Orta. "Il braccio d'acqua non è tanto, ma l'età c'è e comincia  a farsi sentire" - lamenta  lei. Mi racconta  che quattro case  di S. Giulio appartengono a degli svizzeri.  All’'entrata del negozio, tra le cartoline e le guide turistiche, c’è un affresco quattrocentesco con una madonna del latte. Dentro diversi cimeli, come i remi della prima edizione assoluta degli europei di canottaggio svolta nel 1893 sul lago d’Orta. Sì, perché Orta ha anche un'importante squadra-canottieri. 
 Quasi quasi, compro anch'io una mattonella propiziatoria di ceramica da porre all'ingresso della mia casa, così come l' ho vista posta in un  antico portone dell'Isola di San Giulio con un detto in veneziano del Seicento. Ecco il testo: 




Orta San Giulio ha ispirato il racconto di Gianni Rodari dal titolo "C'era due volte il barone Lamberto ovvero I misteri dell'Isola di San Giulio" (Einaudi) e ha fornito la sua cornice per esterni in numerosi film. 



3 commenti:

nausicaa ha detto...

Orta San Giulio è incantevole e ho dei bellissimi ricordi anch'io di un gita fatta da quelle parti, tant'è vero che ci sono ritornata di recente. Non bisogna dimenticare anche le sue belle gioiellerie e il suo artigianato e vasellame.
Per molto tempo il Lago d'Orta è stato senza pesci a causa dell'inquinamento dovuto a scarichi di solfati di rame. Ora la fauna ittica è tornata ma la pesca è strettamente regolamentata.

Hesperia ha detto...

Ciao Nausicaa, un bel nick ti sei scelta. Dall'isola dei Feaci, all'isola di San Giulio :-)

Sì, in effetti il lago d'Orta è rimasto senza pesci fino agli anni'80 quando sono intervenuti con un procedimento chimico inverso per il ripristino che si chiama "liming" (non chiedermi di cosa si tratta perché non sono un'esperta).

Gli scarichi di cui parli furono di industrie tessili per la produzione del rayon. In pochi anni il lago diventò invivibile per la maggior parte delle specie pelagiche e dell'intero lago. Dagli anni 80 graduale miglioramento anche a seguito di interventi massivi del citato liming.
Ora fanno bene a regolamentare la pesca.

Sì, ho visto anch'io delle belle gioiellerie con fogge di coralli antichi.

Hesperia ha detto...

La leggenda del santo che una volta approdato a Orta, non trova barcaioli che lo traghettano e stende il suo mantello per camminare sull'acqua, ha scatenato la fantasia di tanti illustratori di immagini e stampe a sfondo sacro.