Ne leggo una buona dal critico televisivo Aldo Grasso, su Sette, l'inserto settimanale del Corriere della Sera: il doppiaggio cinematografico sarebbe un retaggio fascista da eliminare, dato che ormai la generazione Erasmus è tutta anglofona. Suppongo che di questo passo, Grasso, sia favorevole anche a veicolare una lezione di cattedra universitaria in Inglese all'università Cattolica del Sacro cuore dove insegna Storia della radio e della televisione Ecco mi piacerebbe proprio vederlo all'opera quando toccherà a lui. Coraggio prof. Grasso: reciti la sua lezioncina di cattedra in Inglese. Ormai si spreca l'anglofilia invocata ovunque, per rendere il nostro paese più suddito di quanto non sia già: lezioni di Filosofia in Inglese, lezioni di discipline scientifiche in Inglese. Già che ci siamo, perché non rottamiamo l'Italiano e la sua Letteratura eliminandola dalle scuole di stato? Ecco dunque il testo dell'articolo di Grasso. Il corsivo evidenziato in colore è mio.
Dopo tre settimane è stato sospeso lo sciopero dei doppiatori. Si riapre, quindi, uno spiraglio sul rinnovo del contratto che è scaduto nel 2011. Lo sciopero è stato indetto dall'Anad (Associazione nazionale attori doppiatori) con il sostegno dei sindacati e dell'Associazione dialoghisti e adattatori. I doppiatori italiani sono circa un migliaio e prestano la loro voce al cinema ma soprattutto alla tv, a tutte le fiction straniere che hanno invaso i palinsesti delle reti, specie delle pay-tv.
Pur rispettando il lavoro dei doppiatori (hanno fama di essere i più bravi, siamo cresciuti con le magiche voci di Tina Lattanzi, Carlo Romano, Laura Gazzolo, Lidia Simoneschi, Emilio Cigoli..), (ha dimenticato Alberto Sordi, caro Prof, il quale ha dato avvio alla sua carriera cinematografica proprio grazie al fatto di essere stato il doppiatore di Oliver Hardy- Onllio. Più di recente anche il bravo Ferruccio Amendola, doppiatore di qualità di De Niro, Al Pacino e Dustin Hoffmann) è venuto il momento di chiedersi: ma ha ancora senso il doppiaggio? Non c'è ragazzo che non si scarichi una serie in lingua originale e la generazione Erasmus non tollera più di vedere film doppiati. Al massimo, sottotitolati. (e chissenefrega della generazione Erasmus!? Non mi dirà che tutta la grande categoria degli spettatori si limita e si riduce a questa).
Pur rispettando il lavoro dei doppiatori (hanno fama di essere i più bravi, siamo cresciuti con le magiche voci di Tina Lattanzi, Carlo Romano, Laura Gazzolo, Lidia Simoneschi, Emilio Cigoli..), (ha dimenticato Alberto Sordi, caro Prof, il quale ha dato avvio alla sua carriera cinematografica proprio grazie al fatto di essere stato il doppiatore di Oliver Hardy- Onllio. Più di recente anche il bravo Ferruccio Amendola, doppiatore di qualità di De Niro, Al Pacino e Dustin Hoffmann) è venuto il momento di chiedersi: ma ha ancora senso il doppiaggio? Non c'è ragazzo che non si scarichi una serie in lingua originale e la generazione Erasmus non tollera più di vedere film doppiati. Al massimo, sottotitolati. (e chissenefrega della generazione Erasmus!? Non mi dirà che tutta la grande categoria degli spettatori si limita e si riduce a questa).
Ormai Sky e Mediaset, Premium mandano in onda le serie con sottotitoli e nessuno si è lamentato (tra l'altro, bisogna andare in onda quasi in contemporanea con gli Usa per tentare di prevenire operazioni di pirataggio) (chi le ha detto che nessuno si lamenta? Le sono venuti a scrivere personalmente per dirle: "Caro Grasso, io come spettatore non mi lamento di leggere i sottotitoli?" Le pare bello seguire un dialogo vivace di una commedia brillante, limitandosi a leggere i sottotitoli? ).
Il doppiaggio è una tecnica voluta fortemente dal fascismo. (anche le bonifiche della Maremma Toscana e dell'Agro Pontino furono volute dal fascismo. E' forse una buona ragione per tornare alla Malaria?) .
Il doppiaggio è una tecnica voluta fortemente dal fascismo. (anche le bonifiche della Maremma Toscana e dell'Agro Pontino furono volute dal fascismo. E' forse una buona ragione per tornare alla Malaria?) .
All'inizio poteva essere effettuato in due modi: nel Paese di origine, utilizzando persone che conoscessero altre lingue, o direttamente nei Paesi in cui il film doveva essere distribuito (è il caso della Mgm, che aprì i propri studi di doppiaggio a Roma già nel 1932). Il governo italiano, prendendo a pretesto la difesa della "purezza" della lingua incoraggiò il doppiaggio italiano, invocando la maggior professionalità dei nostri attori. Del resto, i film doppiati in America dagli italo-americani creavano effetti comici irresistibili. Il doppiaggio in Italia rappresentava inoltre un notevole vantaggio per la censura: maggior controllo e possibilità di modificare i dialoghi. Il pubblico italiano cominciò così ad abituarsi a una tecnica capace di dare una voce italiana, in un effetto di illusione e di riconoscimento voce-volto sempre più affinato per ritmo e sincronismo delle labbra, alle performance delle star hollywoodiane. Nel 1933 il fascismo istituisce i "buoni di doppiaggio" a difesa della produzione nazionale. Il meccanismo prevede che per ogni film nazionale realizzato un produttore ottenga tre buoni che esonerano dal pagamento della tassa sull'importazione di film stranieri. Da allora, la pratica del doppiaggio è diventata una dei capisaldi della distribuzione.
(mi sembra un modo corretto per incentivare la distribuzione cinematografica presso un pubblico a quei tempi ancora incolto, al quale almeno fu data l'opportunità di sentir parlare in "buon Italiano". Le fa proprio così schifo?).
Con tutto il rispetto per il lavoro dei doppiatori,il procedimento pare in lenta via d'estinzione. Nelle altre nazioni europee, i film doppiati stanno sempre più diminuendo (ah, già! ormai c'è l'armonizzazione obbligatoria con le altre nazioni). Non è un bel modo per imparare le lingue?
(Certo le lingue sono importanti. Ma si è mai chiesto perché gli Anglo-Americani sono i popoli più ignoranti, più ottusi e refrattari a imparare altre lingue che non siano la loro? Quando spesso non parlano bene nemmeno la loro... Io sì e mi sono data una risposta: i dominatori da sempre impongono i loro codici. In primis, quelli linguistici. Si può pertanto doppiare i loro prodotti, che intanto, però, circolano liberamente nel nostro Paese, grazie al per Lei esecrabile "doppiaggio fascista". Mentre quelli di altri paesi (doppiati o meno) spesso non entrano nemmeno nel loro mercato. Insomma, non sfondano la barriera).
Giannini in sala di doppiaggio |
Da ultimo, caro prof. Grasso oltre al citato Sordi, ha dimenticato di menzionare il grande Giancarlo Giannini, la cui carriera si svolge ancor oggi in parallelo tra il buio anonimato della sala di doppiaggio e lo schermo luminoso. Se lo ricorda in "Shining" di Kubrick col suo memorabile doppiaggio su Jack Nicholson? Doppiaggio e arte di recitare sono due aspetti del buon cinema. Strane omissioni e dimenticanze!
da Il Tramonto del doppiaggio http://www.cineconomy.com/ 2012/ita/news.php?news=4938
18 commenti:
Mia madre ci vede poco e a leggere i sottotitoli per poter seguire una trama, non ci pensa nemmeno. Se stai concentrata a leggere i sottotitoli che scorrono via, poi non vedi le immagini in sequenza e perdi molti dettagli. Che gli piglia a Grasso? E questo sarebbe un critico? Mi sa che lo pagano proprio per scrivere di queste fesserie.
Rosalind
Quanto rompono i coglioni questi "doppiaggiofobi"! Ogni volta che mi carico un video di Big Bang Theory il 99% dei commenti attaccano il doppiaggio italiano. Ma brutti deficienti, se uno deve passare tutto un film a leggere i sottotitoli tanto vale leggersi un libro!
Rosalind, infatti un pubblico anziano sarebbe già tagliato fuori dall'idea peregrina di Aldo Grasso. A meno che non lo si faccia apposta e proprio con questo intento. Inoltre A.Grasso è dal 2008 direttore scientifico del Centro di Ricerca sulla televisione e gli audiovisivi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Niente di più facile che ci siano accordi per reclamizzare l'uniformità degli audiovisivi disponibili solo in lingua inglese come si fa ormai con gli elettrodomestici. Ti si guasta la lavatrice o lavastoviglie o il televisore? Beccati le istruzioni in inglese o in tedesco. Magari anche in cinese, ma non in Italiano.
"Mi sa che lo pagano proprio per scrivere di queste fesserie". Questo è poco ma sicuro. Il Corserva lo ha già assunto come editorialista fisso.
Lugh, siamo in mano a di "minus habentes" che amano farsi del male da soli. "Brutti deficienti", proprio! Immagina una commedia comico-brillante, basata esclusivamente sullo scambio di gags, dove devi stare lì a leggere botta e risposta e non puoi manco ridere fino a che non hai letto tutto!
Io spesso preferisco vedermi i film in lingua originale se ce n'è la possibilità, ma trattasi di mia preferenza personale. Il suddetto Grasso invece vorrebbe togliere la possibilità alla clientela di scegliere liberamente se guardare il film in lingua originale oppure doppiato. Alla faccia del "libero mercato" di cui il Corrierone tanto si lava la bocca.
Johnny, se sai l'Inglese correntemente, fai bene. Anche a me piace di tanto in tanto farlo. In particolare coi film francesi. Ma il problema è che non è obbligatorio e Grasso farebbe bene a farsene una ragione.
Sì, alla faccia del "libero mercato" e della libertà d'opzione!
Gli ha dato di volta il cervello. Oppure vuole compiacere il suo datore di lavoro.
Il Cinema e' nato cosi', altrimenti gente come Grasso farebbero un altro (e piu' utile) mestiere.
Da un punto di vista tecnico, non vale nemmeno la pena di enumerare i motivi per cui la soluzione G e' semplicemente idiota.
Da un punto di vista piu' generale, invece, pare evidente che l'unica lingua che verrebbe usata sarebbe l'inglese. Se cosi' non fosse, ognuno dovrebbe accertarsi di conoscere tutte le lingue del mondo prima di andare al cinema. Ma lo sappiamo gia' che al cinema non ci va ormai piu' nessuno.
A pro della soluzione finale di G, c'e' solo la constatazione che tradurre i grugniti, che ormai hanno sostituito quasi tutti i dialoghi, e' antieconomico, oltre che inutile. Anche gli effetti speciali non richiedono traduzione.
Io proporrei di abolire gli attori e sostituirli con gli androidi che ormai cominciamo a vedere quasi dappertutto. Tanto, ci si arriverebbe comunque, dato che la tecnologia odierna riesce a disumanizzare qualunque cosa.
Il Sauro
Ah! Ak! Quando arriva il Sauro, significa proprio che siamo a un passo dall'Apocalisse. "Tradurre i grugniti" è proprio bella! Sì perché ora a questo si sono ridotti i dialoghi di certa filmografia.
Ed è vero che gli effetti speciali di filmacci come "Avatar" non richiedono alcuna traduzione. Li capiscono anche i bantù.
Ma forse è proprio questo che si vuole, e il prof. Aldo Grasso della Cattolica del Sacro Cuore, si sta già attrezzando per l'uopo. Nessuno a nulla da obbiettargli in Cattolica? ovvero una delle università con le tasse più alte d'Italia?
"Il Cinema e' nato cosi', altrimenti gente come Grasso farebbero un altro (e piu' utile) mestiere".
Ma lui finge di non sapere che il tramonto del doppiaggio, toglierebbe via via al cinema, anche l'irrilevante figura del critico. Curioso che abbia tanta frettadi tagliarsi gli zebedei. Comincio a credere che il Progresso generi dei gran masochisti.
Questo sedicente professor Grasso,dovrebbe un po' togliersene dal cervello.....rivedendo certi films yankess in lingia originale,devo dire che i nostri doppiatori sono un valore aggiunto alla voci da paparoga di molti grandi attori americani.
Che poi la generazione Erasmus voglia solo films in lingua originale,è una balla colossale...forse i tre o quattro che conosce Grasso...anche in russo? Ma per favore...!
Bello, "voci da Paperoga"!! In effetti sì, è capitato anche a me nel sentire i dialoghi in lingua originale e di dover ammettere che i nostri attori di teatro come timbrica e come dizione sono addirittura un "valore aggiunto".
Del resto è noto che De Niro e Al Pacino si fossero congratulati personalmente con il loro doppiatore, il compianto Ferruccio Amendola.
Quanto alla tanto magnificata "generazione Erasmus" vale la pena di ricordare che ci ha regalato la "muta" Mogherini.
Un tempo l'oratoria, la dizione e l'eloquenza erano peculiarità che avevano il loro peso anche presso i leader politici e gli avvocati.
Ora vi faccio vedere una performance di qualcuno che avrebbe un serio bisogno di essere "doppiato". NOn ridete, eh? ...
http://www.youtube.com/watch?v=C2hlM9ryKcQ
pronuncia algonchina.....mon dieu,quel connard!
Il "connard" ce lo dovremmo tenere fino al 2018,se tutto va bene. In versione originale e senza il doppiatore :-)
Ridiamoci su :D
http://www.youtube.com/watch?v=XH0CSzdHwg0
E' lo stesso link di Renzi che avevo già messo io nel commento del 23 h. 02: 02. Qui sul tuo però, c'è anche il cerchio-logo MGM.
Ma dico io, non è obbligatorio sapere l'Inglese. Andreotti non lo sapeva (nemmeno Craxi, nemmeno D'Alema). Ma almeno erano affiancati da un interprete simultaneo. Che povero ganassa imbecille e velleitario!
Gentile Aldo Grasso, Le scriviamo in merito all'articolo sul (presunto) tramonto del doppiaggio.
Un ragionamento, il suo, sciatto, insignificante, scarsamente (per non dire affatto) corredato di nozioni tecniche su un mestiere ed una "missione sociale" di valore storico e identitario imprescindibile.
Certo, ai mondialisti "senza patria" simili definizioni fanno orrore, così come fa orrore la genesi storica della tecnica del doppiare i film, il classico argomento "scacciamosche" che si tira fuori quando non si sa come argomentare un ragionamento che mira, di fatto, a sostenere il masochismo ideologico che sta attanagliando la nostra civiltà ormai da decenni.
Ebbene, se a Lei fa orrore la genesi del doppiaggio, dottor Grasso, a noi fa orrore questo gioco al massacro; e quindi, dato che l'Italia è ancora fortunatamente una democrazia, ci esprimiamo in tal senso con la stessa libertà usata da Lei nel suo articolo, ma fornendo qualche dato tecnico in più a suffragare un'analisi che dovrebbe tener conto almeno un minimo di come funziona realmente ciò di cui si sta parlando.
Cordialmente
Helmut Leftbuster
www.qelsi.it/2013/i-cinefili-snob-e-di-sinistra-che-preferiscono-capire-meta-film-piuttosto-che-goderselo-per-intero/
Grazie mille ad Helmut per il bell'articolo che ovviamente condivido fin nelle virgole. Se avete inoltrato questa lettera ad Aldo Grasso, avete fatto un bel gesto identitario e intelligente.
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