giovedì 12 gennaio 2017

Elleboro, fiore d'inverno




Tra i pochi fiori di questo rigido periodo invernale va segnalato per la delicatezza della candida corolla pendula, l'Elleboro, fiore da cinque sepali appartenente alla famiglia delle ranuncolacee. Ce ne sono di diverse specie: l'Helleborus niger ( o rosa di Natale), l'Helleborus viridis (foto in basso)  (= elleboro verde) , l'Helleborus foetidus(="cavolo di lupo"), ecc.

L’elleboro era conosciuto e utilizzato dagli antichi per le sue proprietà medicinali. Nonostante conoscessero la reale pericolosità della pianta, si credeva che il decotto delle radici fosse un valido rimedio alla pazzia.  Un esempio di tale credenza lo si riscontra nel poeta Orazio il quale consigliava di recarsi sull’isola di Anticitera (isola greca tra Creta e Cerigo), luogo in cui cresceva l’elleboro, per curare le turbe causate dalla pazzia. Si narra inoltre, secondo un'antica leggenda, che con la medicina ricavata dall’elleboro, furono guarite dalla pazzia le figlie di Preto, re di Argo, che credevano di essere state tramutate in vacche.



Essendo un fiore che sboccia nel periodo decembrino (ma la sua fioritura si protrae fino ai primi di marzo), è ovviamente legato alla tradizione Cristiana. Narra una leggenda che una pastorella vagasse per i campi in cerca di un dono da offrire a Gesù Bambino ma, essendo stato un inverno molto freddo, non riuscì a trovare neanche un fiore da offrire. Disperata per l’accaduto, iniziò a piangere ed il suo pianto attirò l’attenzione di un angelo che si trovava di passaggio. L'angelo si pose vicino alla bambina e tolse un po’ di neve dalla strada... Immediatamente comparvero alcune particolarissime rose bianche dalla corolla semplice che la bimba raccolse per portarle in dono al Bambin Gesù.

Nei boschi e nelle brughiere della provincie del Nord Italia, vi sarà certamente capitato di imbattervi nella specie "elleboro verde", fiore da sottobosco i cui cinque sepali hanno quasi lo stesso colore delle foglie e degli steli (leggermente più chiara la corolla, rispetto alle foglie), fino a quasi creare un singolare mimetismo. Non provate a raccoglierlo e trapiantarlo, perché non si adatterebbe facilmente al di fuori del suo habitat boschivo. L'Elleboro verde perdura fino alle porte della primavera.

Elleboro verde

Essendo un fiore invernale viene chiamato dagli inglesi Christmas Flower, considerato il fiore natalizio per eccellenza. In Francia viene chiamato Rose de Nöel; del resto pure da noi in Italia è conosciuto anche come "Rosa di Natale". Lo troverete esposto nelle vetrine dei fioristi in questo periodo, in suggestive composizioni floreali natalizie: vischio, bacche rosse ed ed elleboro, stelle di Natale bianche, rosse o rosa con ellebori, pungitopo e/o agrifoglio ed elleboro, e via con la fantasia floreale.





8 commenti:

Nausicaa ha detto...

Bello l'elleboro verde. Voglio provare a fare una composizione mescolandolo con quello bianco, anche se penso che forse fioriscano in due stagioni diverse.

Sympatros ha detto...

Non una grande poesia, ma comunque rende il concetto. L’elleboro invocato come farmaco alla follia d’amore:
“abbi tu, o fior, di me pietà,
appresta alle mie labbra il succo eletto
che nelle foglie tue celato sta.
Sanami…”

Alfin t'ho scorto, desiato fiore,
alfin piangente chiederti potrò
che tu lenisca il barbaro dolore
che i ridenti giorni avvelenò.
Chè tu cresci qual me: negletto e solo
vesti l'ajuole che l'algor sfiorì,
qual me, che in mezzo allo sconforto e al duolo
trascorro solitario i mesti dì.
A te, povero Elleboro montano,
veder non lice dell'estate il sol,
non lice a me di stringer quella mano
che tanto mi fu prodiga di duol.
Ahi pazzo! troppo in alto collocai
la mia fè, la mia speme, il mio desir.
Ahi pazzo! Che in amor non ricordai
esser lungo il penar, breve il gioir.
La mia mente vacilla e l'intelletto
s'oscura; abbi tu, o fior, di me pietà,
appresta alle mie labbra il succo eletto
che nelle foglie tue celato sta.
Sanami, o almeno sulla tomba mia
schiudendoti del sol ai raggi d'or,
addita a lei, come per lei morìa
non un pazzo, ma un martire d'amor.
Pietro Gori

Hesperia ha detto...

Sì, Nausicaa è così. A meno che prelevarli da qualche serra, in natura l'elleboro verde (quasi alle porte della primavera) e l'elleboro bianco fioriscono in mesi diversi. Ho provato a prendere quello verde e a trapiantarlo in giardino, ma non ha attaccato. E' un fiore da sottobosco. Ciao.

Hesperia ha detto...

Grazie Sympatros, la poesia è molto indicata al fiore e al tema del post.

Te ne dico un'altra che forse conoscerai già prelevata da una delle "Fables" di La Fontaine ("Le Lièvre et la Tortue).

La Tartaruga sfida la Lepre in una corsa, e la Lepre incredula le disse:

"Ma commère, il vous faut purger avec quatre grains d'ellebore". Nel senso che gli dà della pazza:

http://www.la-fontaine-ch-thierry.net/lievtort.htm

Ma la Tartaruga non si dà per vinta:

"Sage ou non, je parie encore".

GL ha detto...

"Quando il mondo ci pare sottosopra, la vista di un fiore può riportare l'ordine" - Ernst Junger, La capana nella vigna. (Diario)

Hesperia, mi sembra di aver detto che il vostro blog lo trovato per caso cercando informazione per un certo fiore.

Hesperia ha detto...

Sì Gl, ricordo. E si trattava dell'Iperico, il fiore giallo del sole col quale si curano le depressioni.

GL ha detto...

Si, ho riletto articolo, bello, molto bello, e per di più ho avuto una forte nostalgia per i bei tempi antichi del blog.

Non preoccuparti per la povertà di partecipazione di adesso, è un fenomeno generale della blogsfera. Gli esperti danno parecchi spiegazioni, però a me nessuna me pare convincente.

Hesperia ha detto...

Grazie, sei gentile. Ora sono rimasta sola e aggiorno quando posso. Ovvio che è la politica in un momento travagliato come questo a farla da padrona, e non la cultura.

Ho sentito Josh, sta bene ma ha un po' di problemi coi suoi che sono anziani.