martedì 29 aprile 2008

La fuga

Si scappa da qui



E (nel migliore dei casi) si arriva qui



Nella beatissima convinzione che si tratti di qualcosa anche lontanamente simile. Che ci vuoi fare? E' il progresso. Ma la fuga continua...

Fuga (forma musicale)
Die Kunst der Fuege (L'arte della fuga)
J.S.Bach
Fuga y Mysterio
Astor Piazzolla

38 commenti:

Hesperia ha detto...

Ricapitoliamo. Che cos'è la fuga in musica (io so cos'è in letteratura, ma la musica ha un altro linguaggio) uno se lo deve andare a cercare su wiki per scoprire che è una forma musicale contrappuntistica con un numero determinato di voci.
Che cos'è l'arte della fuga di Bach, idem.
Poi si passa a forma moderne di fuga con Piazzolla e lo xilofono (o vibrafono?). C'entra? Ci azzecca? Boh?! A me pare che quello strumento metallico lì ci azzecchi poco con quelli ad archi. Ma forse, sarò...ob...soleta :-)

Egle ha detto...

Che differenza tra i due!!!!!!!!!!
Pero' io son digiuna, ho solo due orecchie maleducate e mi lascio andare a pensieri lugubri nella prima, mentre nella seconda non mi ci diverto tanto..
Vieni a illuminarci, o Drago!

Sympatros ha detto...

Nel pezzo di Bach, l'elemento apparentemente triste e melanconico, in realtà non lo è, perché il tutto è sorretto da un sapiente controllo armonico, un qualcosa di riposante, che in fondo fa assumere al contenuto sentimentale caratteristiche controllate e pacate e poi c'è qualcosa di intimistico, proprio del barocco protestante, che salva la musica di Bach dalla teatralità dell'arte barocca latina. Niente sentimenti tristi, se non sublimati e tenuti molto bene sotto controllo da una straordinaria sapienza armonica.

Nel secondo pezzo, che non conoscevo ed mi è pure piaciuto molto, mi pare che non ci sia bisogno di contenere o disciplinare armonicamente nessuno contenuto sentimentale, visto che in esso dominano gli strumenti e sembrano rendersi autonomi dal sentire umano, per liberarsi in gioco virtuosistico, in un piacere ludico del contrappunto, senza eccessive implicazioni umane e sentimentali, insomma è una specie di appropriazione dell'indipendenza del suono e della sua bellezza, in quanto suono ed esercizio sonoro, insomma è la classica autonomia del significante rispetto al significato, come si dice in letteratura.
Sì nel pezzo vorrebbe esserci qualcosa di struggente, che si richiama al pathos e ad una certa "tragicità" del tango argentino, ma viene diciamo surclassato dall'elemento virtuosistico degli strumenti, con il compiacimento per la maestria tecnico- ludica di artisti e strumenti stessi

Parole, parole....... soltanto parole!

Egle ha detto...

Bé, grazie Sympatros, é già una bella spiegazione! :-)
Tra l'altro i pezzi li avevo sentiti a singghizzo perché la mia connessione non andava bene..

Sympatros ha detto...

Di niente, Madame, tra l'altro, quella che tu chiami spiegazione, spiegazione non è, la musica e l'arte non si spiegano, è soltanto un tentativo di ri-produzione con la sintassi della parola di un qualcosa che ri-producibile non è, perché è regolato da altra sintassi e da altra logica.

Tra l'altro, riascoltati più volte, stamane, i due pezzi, specie il secondo, qualcosina cambierei nel mio giudizio, di ieri sera al primo ascolto, ma, ormai, quod scripsi scripsi, e poi non è detto che le cose percepite a mente fredda siano le più giuste!

Drago Draghi ha detto...

O Hesperide, ho messi i links apposta, in fondo, proprio per non dovermi imbarcare in complicate spiegazioni. Provo a sintetizzare.

La fuga barocca e' la sintesi di tutto il contrappunto precedente, infatti, nell'opera di Bach citata, ogni brano viene denominato "contrapunctus" o "canon". Il cambiamento, rispetto al contrappunto classico di origine medievale e rinascimentale, sta nel consolidarsi di "centri di gravita'" armonici che determinano una semplificazione dei rapporti melodici. Ovviamente si tratta di una composizione molto complicata, anzi, la piu' complicata, che tutt'ora si studia alla fine dei corsi ordinari di composizione.

Gli esempi sono rispettivamente, l'arte contrappuntistica al piu' alto grado di complessita', e la sua semplificazione ridotta a pretesto, il che mi serve per dimostrare la "progressiva" degenerazione del pensiero che sta all'origine di una qualunque opera d'arte. Storicamente la cosa sarebbe molto piu' complessa, dato che nell'Ottocento positivista ci sono stati tentativi di ricodificare queste forme, ma la tendenza alla semplificazione formale era gia' evidente all'epoca di Bach. Ora si e' alla conclusione del viaggio e, la pur semplice e gradevole fuga di Piazzolla, viene percepita come una composizione di grande complessita' strutturale.

Drago Draghi ha detto...

O Egle, e' roba complicata, ma non c'e' bisogno di essere musicisti per accorgersi della differenza tra l'estetica che sta alla base del primo, come del secondo brano.

Pensa che nell'analisi formale del primo c'e' tutta una serie di procedimenti che culminano con l'apparizione del nome stesso di di Bach, "cavato" come si usava nel rinascimento.

B A C H, che nel nostro sistema significano, Si bem, La, Do, Si beq. Chi ha fatto il video l'ha evidenziato introducendo l'immagine dell'Autore quando viene enunciato il nuovo soggetto. La composizione e' incompiuta, e si vede dall'ultima illustrazione dell'autografo bachiano. Nel momento stesso che tutti gli elementi della fuga tripla stanno per essere esposti, il brano finisce.

Sul brano di Piazzolla, invece, c'e' poco da dire. E' solo un piacevole pretesto.

Drago Draghi ha detto...

O Sympatros, quella di Bach e' musica "assoluta". E' una specie di discorso logico che necessita di una profonda conoscenza della materia per essere pienamente compreso. Per fare un paragone, e' come La Divina Commedia, con tutti i suoi infiniti piani di lettura, paragonata con il tema (nemmeno ben svolto) di un bambino delle elementari. Ormai si fa fino fatica a capire il secondo... Ho inteso paragonare l'apogeo della cultura antica con quello della cultura moderna.

Sympatros ha detto...

Drago, l'aspetto monumentale e la grandiosità dell'opera di Bach e quella di Dante legittimano il paragone che tu stabilisci fra i due grandi.
La costruzione dantesca, però, è come un'enorme cattedrale gotica, dove tutti i particolari si richiamano l'un l'altro, la Divina Commedia è un grande mare, un gran mare dell'essere, in cui gli esseri non sono naufraghi, ma hanno tutti un punto di approdo, un porto da raggiungere.
La costruzione di Bach è altrettanto grandiosa, ma diciamo che perde quella sicurezza, quel messaggio deciso e sicuro dantesco, Bach prelude e anticipa, certo in maniera embrionale, quel che diventerà il disagio e la sensibilità moderna, quel disagio che forse in maniera inconsapevole Egle ha avvertito come lugubre. L'intimo, il drammatico, come fatto individuale e non collettivo si comincia a fare strada, insieme a quel sentimento, che in lui in verità è ancora ben contenuto e controllato. Un paragone , forse ancora più azzeccato, io lo vedrei tra Dante e Mozart e, specialmente, con il "Requiem" che per me rappresenta veramente la Divina Commedia della Musica.

Nel fascinoso giardino dell'Esperidi, anche queste parole in libertà hanno forse diritto di dimora e ogni tanto, o Drago, chiudi gli occhi, in modo che io possa insidiare le tue Esperidi.

Drago Draghi ha detto...

X Sympatros

Anche se nel lavoro di Bach non c'e' uno specifico riferimento alla religione, l'unita' esiste eccome, ed e' data dal materiale tematico che e' lo stesso per ogni elemento della composizione. Sottoposto ad ogni artificio: reversione semplice e a specchio, trasposizione tonale e reale, etc. In piu' egli introduce se' stesso alla fine dell'ultimo e piu' complesso brano. Il che non va interpretato come la firma dell'artigiano, almeno, non solo, considerato che era gia' cieco e mori' proprio allora. Non credo nemmeno al paragone con l'architettura gotica, anche se pure il fattore proporzionale esiste ed e' importante in tutta l'economia dell'opera. Il trascendente rappresentato in questa musica non ha bisogno di parole ed anche il complesso calcolo non e' arido e fine a se' stesso, ma inserito nel contesto dell'Harmonia Coelestis; la stessa intesa da Severino Boezio e da Dante. Si tratta solo di linguaggi diversi. Certo, la musica non illustra altro che se' stessa: tutto sta a definire cosa sia. Ovviamente ogni complessa architettura si presta ormai ad essere interpretata in chiave massonica, nondimeno i complessi sistemi proporzionali furono indagati proprio dai Padri della Chiesa.

Hesperia ha detto...

Chiedo venia per l'OT poco sacrale, ma Sympatros è anche il blog di Sabina Guzzanti. Come mai che ho visto il tuo nick da quelle parti? Sei uno dei partecipanti a quel blog o forse sei la Sabina Guzzanti (figlia di tanto padre) in persona che viene qui a pigliarci in giro con qualcuno dei suoi camuffamenti?
Ecco il link da me reperito: ci sono dei Sympatros e degli Antipatros.
http://www.sabinaguzzanti.it/?q=node/360

Sympatros ha detto...

Hesperia, pigliarvi in giro e come mai? Certo io sono anche in qualche altro blog, alcuni di natura politica, dove quando la polemica si fa accesa, pur essendo l'uomo più pacifico di questo mondo, sono stato cacciato fuori da qualche blog e poi rientrato con altro nick, ma sempre in modo identificabile e identificabilissimo. Qui pensavo di essere giudicato per quel che dico, per quel che dico qui, in una specie di oasi, dove ci possa riposare dalle battaglie politiche, mai sanguinose, anzi spesso scherzose, almeno da parte mia. Il mio nome preferito è Sympatros. Non penso che sia da considerare presa in giro una certa galanteria classicheggiante insita nei miei post, tra l'altro cosa che io sento molto spontanea in questo blog.

Sympatros ha detto...

Non sono certo Sabina Guzzanti, anzi è proprio con il di lei tanto padre che il sottocritto ha ingaggiato varie battaglie e buttato spesso fuori dal blog e rientrato con altra nick, ma con lo stesso inirizzo di posta e lo stesso ip, e difatti Guzzanti subito mi riconosce e mi tollera fino ad un certo punto.

Sympatros ha detto...

"CONTINUA la storia del ragno in cerca di rogne nella tana blog della Mosca Regina, dovete sapere che la Mosca Regina ha chiuso la porta del suo blog a Sympatros e a tutti i parenti stretti di Sympatros, ma al ragno in cerca di rogne, anche se forse più pericoloso di Sympatros.."

Sono io Sympatros che scrivo e mi "vendico" di Guzzanti, mosca regina, che non mi fa entrare nel suo blog neanche con altri nick "parenti stretti" e mi vendico proprio nel blog della figlia, mentre un mio amico "il ragno in cerca di rogne" era in quel periodo ben accetto da Guzzanti, ora, ironia della sorte, lui è stato cacciatoto fuori ed io sono dentro, con un nick veramente ridicolo Bombolopp, ma tutti sanno che sono io Sympatros.

Hesperia ha detto...

Appunto per questo vorrei sapere... Questo - l'avrai capito da te - è un blog culturale e le dispute politiche e ideologizzanti non vengono trattate. Quando si affaccia qualche troll piantagrane di cui sappiamo IP e perfino dove lavora, viene bannato seduta stante. Però non mi hai ancora dato risposta. Come mai che Sabina Guzzanti usa il tuo nick per intitolarsi il blog?
Sei un suo amministratore? Un partecipante? E comunque anche se sei di sinistra, è ovvio che sei bene accetto se ti limiti a chiarire con correttezza i tuoi punti di vista inerenti alla cultura. In questo caso, la musica classica. Io però se fossi cacciato fuori da un blog (quello di Guzzanti padre, come ci dici) non mi cambierei mai il nick per rientrarci. Questione di dignità. Scusa l'OT.

Sympatros ha detto...

Ma Hesperia, mia bella, lo posso dire sì, o ti senti presa in giro?
Guarda che da Sabina Guzzanti c'è uno spazio aperto dove chiunque può scrivere ciò che vuole. Tra l'altro, la stessa Sabina, da qualche parte, non è che mi tratti tanto bene.

Sympatros ha detto...

Dignità, ma non diciamo parole grosse, una volta che quel nick ha subito l'interdizione, non si può rientrare bisogna cambiare qualcosa, ma poi io conosco ormai il senatore e lui conosce me, virtualmente intendiamoci, e dopo l'incazzatura il senatore ritorna tollerante. Non facciomo i seriosi. Hesperia hai a che fare con una persona seria, per quel che può valere la parola scritta su un blog. Giudicami per quello che scrivo e non per quello che eventuali avversari possano dire.

Hesperia ha detto...

Okay Sympatros (inteso come nick e non come blog) la chiudo qui perché non voglio abusare della pazienza del Drago.
Il quale Drago non mi ha ancora espresso la sua opinone sul contrasto tra gli archi (da una parte) e lo xilofono dall'altra parte, nel brano di Piazzolla.

Lo PseudoSauro ha detto...

A me Sympatro sta simpatico... comunque lo studio delle lingue antiche, spesso, giova. :-)

Il drago dorme, quindi ghe pensi mi. La questione dello xilofono e' secondaria. Il brano di Piazzolla e' stato eseguito da diversissime compagini, comprese le chitarre. Richiamandosi al jazz, oltre che al tango, l'opera di P mi pare ben interpretata. Direi che il gruppo da camera l'ha messo su Gidon Kremer (Kremerata Baltica se non erro). Mi pare ovvio che il contrappunto emerga meglio da compagini timbricamente omogenee o compatibili, ma ormai siamo ben oltre queste finezze :-)

Sympatros ha detto...

Mi sono dovuto beccare l'"umiliante" diffidenza di Hesperia per i miei Nick, ma vedo che pure tu ci giochi DragoSauro

Nessie ha detto...

Ma no Bompolopp-Sympatros, non è questione di nicks. Qui tutti ne abbiamo almeno due Egle (la Dame, Lontana), Drago-Sauro, Aretusa-Orpheus e Nessie-Hesperia che tu hai già incontrato in un'altra vita :-). Ovviamente due (e per giunta registrati) non sono i nick di un "trafficante d'armi russo" che ne dispone di una quantità.

Sauro-Drago: ecco compagini musicali timbricamente compatibili. Sarò accademica e obsoleta, ma quello xilofono non mi ci piaceva. Eppoi Piazzolla francamente lo trovo monotono. Sembra il tango del desaparicido.

Lo PseudoSauro ha detto...

E' che non mi veniva un sin-onimo per sim-patico :-) Comunque nessuna diffidenza da parte mia. Il web e' fasullo ed ognuno puo' avere le personalita' che desidera. Ci si relaziona con i nick, non con le persone, altrimenti sarebbero cazzotti da mane a sera.

Lo PseudoSauro ha detto...

Hesperia: pensa che una volta non avrebbero mai fatti certi accostamenti timbrici, proprio a causa degli armonici incompatibili, prima che a causa del diverso volume sonoro. Pero', va detto che il temperamento equabile e' relativamente recente e, comunque, alcuni accostamenti disturbano anche ora. Poi c'e' la questione dell'acustica elettronica... se fosse esistito uno xilofono nel Settecento, quello si sarebbe mangiato tutti insieme fino i vingtquatre violons du Roy. :-)

Non c'e' nulla di male ad essere accademici. E' una componente ineliminabile della nostra obsolescenza conservatrice (de che?).

Sympatros ha detto...

Ah, Nessie, ah Nessie, il mondo è piccolo, furbacchiona, Nessie2, che ha dato credito a Simona e non al sottoscritto; ma Nessie, tu, in quanto ninfa e sacerdotessa dell'amore, mi dovresti aiutare a spiegare l'animo femminile. Simona mi pare che faccia la figura di chi disprezza compra. Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris, nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Hesperia ha detto...

Symp, il numero 2 l'ho dovuto mettere, perché avevo perso la PW da Guzzanti (dove intervengo molto di rado e non ne so nulla delle beghe interne) e non potevo fare login col nick vecchio.

Drago, già che ci sei, notiziaci sul "Canone inverso". Ho visto all'uopo, un filmaccio di Ricky Tognazzi, molto pretenzioso e mal riuscito. L'unica cosa che m'era piaciuto, era proprio quel titolo lì. Il resto era da buttare.

Sympatros ha detto...

Il dissonante e apparente fuori luogo dello xilofono, nel mezzo di una strumentazione di tipo classico, è proprio quello che ha reso più interessante e gradevole il pezzo.

Che lo xilofono sia di sinistra? E che Nessie non sopporti il cambiamento nemmeno nella musica, è qualcosa di destra? Domande assolutamente retoriche, per cui ognuno si tenga per sè la risposta.

Egle ha detto...

Ahahah,
queste scaramucce musical-dialettico-semantiche mi divertono!
Ebbene abbiamo tutti tanti nomi e tante personalità, questa é la vera libertà!
Comunque la diffidenza di Hesperia é giustificata da "hesperienze" sgradevoli di un personaggio che ci affligge in perpetuità. Deve essere un contrappasso..
Sympatros qui ci porta il suo contributo "simpatico", avendo sfogato altrove le sue satire politiche..( della Sabina non sappiamo che farcene qui..:-D).

Drago: ne ho da imparare!

Sympatros ha detto...

Son contento, perché temevo, ma belle Unedame, ce n'est pas seulementent un simple compliment, parce-que je te régard dans ton blog, en haut à droite, ma belle Unedame, temevo che l'increscioso episodio dei nick e delle mie altre " vite" facesse mutare la tua ninfea dolcezza nei miei confronti, tu sognante e soave, per fortuna non è stato così.

PS Non tutto il male vien per nuocere, grazie all'increscioso episodio, mi pare di avere fatto dei passi in avanti sia nel Giardino che nella danza di avvicinamento alle stesse Esperidi. E già, "imminente luna" , Cytherea audet ducere nuda choros.

Drago Draghi ha detto...

Buongiorno o Hesperia. Non ho visto il film. Il canone inverso e' un pezzo d'artiglieria che si e' svegliato male, o un altro con tendenze sessuali poco ortodosse. Pardon... e' un artificio contrappuntistico attraverso il quale la melodia viene costruita in modo che possa essere sovrapposta all'originale dall'ultima nota alla prima. Nell'opera bachiana viene inteso in senso piu' accademico, ovvero, attraverso l'inversione degli intervalli melodici, mentre il metodo sopra viene denominato, piu' correttamente "cancrizans", ovvero, che fa come il gambero. Questo tipo di artificio e' piu' adatto alla composizione per poche voci, considerato che le limitazioni sono oggettivamente enormi. Nella composizione citata di Bach ce ne sono diversi, ma ancor piu' in Das Musikalisches Opfer (l'offerta musicale), altra pietra miliare della musica speculativa bachiana composta su di un tema assegnato a Bach da, nientepopodimeno che, Federico il Grande.

Drago Draghi ha detto...

O Sympatros, lo xilofono e' suonato da un grande virtuoso, ma fa esattamente cio' che non si dovrebbe nella musica d'assieme: si mangia tutti gli altri strumenti. Io direi che e' autoritario e "di destra". A proposito d'inversione, vedo che quella tra destra e sinistra non viene ancora correttamente percepita. :-)

Drago Draghi ha detto...

O Egle, questa roba faticano a capirla i musicisti stessi, quindi non ti preoccupare. Ho solo voluto fare un giochino di parole.

Sympatros ha detto...

Sempre a proposito di xilofono, virtuosismo, del ludico, dello scanzonato nella musica moderna, caro Drago, io ho evitato ed evito di esprimere una mia teoria in proposito: diciamo che la serietà e la drammaticità nel passato amava ammantarsi di significanti fonici seri e seriosi, nell'era contemporanea il serio si nasconde, diciamo dagli anni venti in poi, sotto forme e ritmi spesso scherzosi e dissonanti, con la riscoperta del corporeo, del futile e del banale. So che parlo un pò oscuro, ma la mia teoria non ha ancora raggiunto i termini della nitidezza nemmeno per me che ne dovrei essere il promotore. Rompere, rompere le tavole dei valori diceva un tale, e lo xilofono fa o vuole fare appunto questo!

Lo PseudoSauro ha detto...

Oggi il drago lavora. Semel in anno... quindi ghe pensi mi, che sono coerente con i miei valori e non lavoro nemmeno oggi.

Sympatros: direi che il valutare il passato col senno di poi sia tipico di ogni progressismo. Cio' che per noi e' serio, nel passato era faceto, e viceversa. Il risultato di qualunque fatica compositiva era il "diletto" dell'ascoltatore e dell'esecutore, non disgiunto dall'ammirazione per il genio umano. E, da cio' che possiamo leggere dalle cronache antiche, si divertivano davvero: molto piu' di noi che siamo costretti a soffrire da oltre un secolo di "sperimentazioni" che sono ormai un'istituzione immutabile, pena la spada di Damocle del "fascismo"... Se non ti pare un sistema un tantino coercitivo... Altra cosa erano le Avanguardie, e il Futurismo, ai primi del Novecento. Tant'e' vero che la musica "che vende" e' quella piu' semplice, mentre i fautori della "sperimentazione" sono i pochi parrucconi di ieri. Anche qui insisterei sul tema della rivoluzione che si fa istituzione. Magari l'esito politico attuale potrebbe suggerire qualche ulteriore spunto di riflessione, anche se credo che le istanze di cambiamento siano mal riposte proprio in ragione della mancanza di una reale contrapposizione ideale. E questa nasce dalla poverta' di idee post-rivoluzionaria, esattamente come il Drago ha insinuato nel suo breve post.

Anonimo ha detto...

mi sa che qui, per restare in tema, finisca in un 'Libertango':
..."Strange...I've seen that face before.."
:)) saluti a tutti

Sympatros ha detto...

Il giudizio sullo xilofono e sulla bravura dell'artista, lo esprime molto bene, con un linguaggio non verbale, la violinista bruna che guarda incantata, con un sorriso dolce divertito e soffuso di "piacere estetico". Controllare per credere, si trova quasi agli inizi. E' forse più eloquente delle nostre parole!

Lo PseudoSauro ha detto...

O Sympatros, che lo xilofonista fosse un virtuoso l'ho detto anch'io. Magari la violinista ha notato che e' anche un bel ragazzo... nella storia della musica c'e' pieno di virtuosi, dotati di fascino piu' o meno diabolico, ma il virtuosismo tecnico sta agli antipodi di quello compositivo. Piu' la tecnica strumentale si fa ardita e piu' l'esecutore diventa il centro della composizione, a dispetto del contenuto. Siccome qui si tratta di un ibrido tra musica da camera e jazz, gioca molto anche l'elemento improvvisazione, infatti, i virtuosismi dello xilofono non sono stati scritti da Piazzolla, ma improvvisati dall'esecutore o studiati prima. Ma, anche a riguardo dell'improvvisazione, la musica barocca ha raggiunto vertici insuperati, per il motivo esposto poco sopra. La padronanza di forme compositive cosi' complesse allenava mente e mani insieme elevando lo standard medio di compositore ed esecutore (che erano spesso la stessa persona). Nello studio dell'organo e' rimasta parte di questa scienza, anche se ad un livello commisurato allo standard attuale.

Lo PseudoSauro ha detto...

X Josh

Quasi non ti avevo visto, abituato come sono alla tua prosa fluviale...

Gia'... libertango, orngo tango etc. :-)

Sympatros ha detto...

Ah Sauro, forse, alla fine, stiamo dicendo o finiremo per dire le stesse cose, io già nel mio primo post ho parlato di virtuosismo, di rivincita e supremazia del "significante" sonoro e di autonomia ludica degli strumenti rispetto al contenuto, che secondo me è volutamente messo da parte. Ma perché mi maltratti la ragazza? Il tuo riduttivismo è maschilista, scherzo. Ma, infine, nel testo di qualsiasi tipo, tutto si tiene, come si dice in linguistica, anche il corpo e i movimenti del corpo avranno incantato la bruna violinista, bisognerebbe capire se sono stati "galeotti" per raggiungere un godimento musicale o se la musica era "galeotta" per raggiungere obiettivi di altro tipo, ma ripeto tout se tient.

Per finire e scandalizzarti un pò, man mano che la mia riflessione è andata avanti nel tempo, dopo una overdose di serietà e predilezione per i contenuti, mi sento attratto da un'arte che si liberi, in parte o del tutto, dalla prepotenza dei contenuti.