venerdì 18 aprile 2008

Lalique c'est chic

Nell’ambito delle arti decorative, dove i mutamenti di gusto e di stile avvengono lentamente e dove è più complesso e difficile l’apprendimento tecnico, non sono molte le figure che hanno saputo travalicare i confini, espressivi e stilistici, di un determinato movimento o di una determinata tecnica.
A questa esigua schiera di artisti geniali appartiene René Lalique, designer dall’inestinguibile fantasia, orafo di fine originalità (creò gioielli per artisti di gran fama, come Sarah Bernhardt) e infine fecondo vetraio.

Lalique riuscì a creare forme di ineguagliabile bellezza in ogni campo in cui si espresse, passando dagli spunti naturalistici dell’Art Noveau alle eleganti geometrie Decò.
Ancora oggi sono molto ricercati gli oggetti e i gioielli realizzati dal grande designer, e hanno raggiunto quotazioni elevatissime sul mercato antiquario.

I gioielli di Lalique sono fra le creazioni più raffinate ed affascinanti dell’Art Noveau: collane, bracciali, spille, pendenti, pettini da capelli sono quasi tutti esemplari unici firmati personalmente dal maestro.

L’originalità dell’opera di Lalique consiste nella scelta di materiali spesso di poco valore (vetro, corno, tartaruga, pietre e metalli semi preziosi), modellati in forme d’ispirazione fantastica e/o letteraria, realizzati con grande cura e raffinatezza.
Nel corso della sua lunga attività come orafo, Lalique non smise mai di sperimentare nuovi metodi di lavorazione, riuscì a lavorare il metallo come un ricamo, applicò lo smalto su ogni tipo di superficie per dare ancor più risalto alle sue creazione, e si oppose all’abuso dei diamanti come uniche pietre dure da utilizzare in gioielleria.
I suoi pezzi sono un trionfo di bellezza, di armonia, di sensualità, di grande appariscenza, ma che non scadono mai nel “Kitsch”.

Intorno al 1890 Lalique si dedicò a cercare un materiale non solo consono al suo mondo poetico, ma che gli permettesse, di raggiungere un più vasto pubblico. Ed incontrò il vetro.
Mai “matrimonio” fra un artista e il suo mezzo d’espressione fu più felice e prolifico, se da orafo Lalique aveva raggiunto un notevole successo, in qualità di vetraio superò se' stesso.
Come per i metalli Lalique sperimentò lo sperimentabile, le tecniche che impiegò abbracciano quasi tutta la storia del vetro, dall’antica fusione a cera persa, alla soffiatura a canna, ai grandi blocchi di materiale vetroso al vetro soffiato a stampo con i suoi affascinanti effetti semi-lucidi, fino al raffinato demi-cristal, prodotto esclusivamente dalla fabbrica Lalique fino al 1945.
Dal punto di vista estetico si allontanò dalle sfavillanti creazioni di Daum, Tiffany ed Emile Gallé, proprie di quel periodo, per dare ai suoi pezzi l’impronta del suo indiscusso e raffinato gusto personale.
Lalique rivelò in tutto il suo algido splendore la bellezza del vetro puro.
Fu maestro del vetro incolore, creatore “di un soffio impalpabile, la brezza gelata della notte polare” come lo definì Guillaume Janneau nel suo libro Modern Glass.
Lalique è il testimone di un epoca in cui la ricerca del bello, l’ originalità e la cura dei particolari e dell’esecuzione, erano presenti anche in piccoli oggetti di ogni giorno, come una boccetta di profumo o un pettine per capelli.
Oggi la produzione di massa ha appiattito tutto e la bellezza è stata soppiantata dalla griffe o dal valore. Nella mentalità comune, la bellezza di un anello non è data dal design originale o raffinato ma dalla grandezza della pietra preziosa. Fino ad arrivare al paradosso di pagare centinaia di euro un jeans strappato e sporco di vernice perché di D&G.
Alcuni oggetti firmati René Lalique
Aretusa
















Spilla da corsetto Museu Calouste Gulbenkian, Portugal.








Bonbonnière-Museo D'Orsay

















Pettine da capelli










Flacone da profumo

36 commenti:

Hesperia ha detto...

Mammamia che cose bellissime hai messo in vista, Are! E' proprio la linea del design a colpire. Sei riuscita a superare i problemi tecnici della piattaforma? Ho visto che anche TCQV si è ricordata del Giardino.
Quanto prezioso artigianato artistico abbiamo qui in Europa! Speriamo che gli Eurocrati (stavo per dire eurocretini) si ricordino di proteggerlo e preservarlo dai cloni cinesi, dalle contraffazioni e che sappiano proteggerne il trade mark. Sapevi, per ciò che riguarda l'Italia, che proprio a Milano esiste una prestigiosa scuola degli smalti e oro?

Anonimo ha detto...

Interessante post Aretusa.:)

Per Lalique ho sempre avuto una passione. Artista geniale e rivoluzionario, una vera gioia per gli occhi e per la mente, fino al piacere tattile. Preferisco il Lalique Déco per le linee sinuose, la tensione sottesa nelle figure, vere e proprie sculture di luce, penso alle sagome femminili, le statuine, corpi stilizzati che escono plastici dai vasi: ne ho un po', li preferisco sul legno scuro Ruhlmann trattato a lucido, per intercalare con le sculture di luce le pantere scure e gli arcieri di bronzo.

Anonimo ha detto...

Oltre alle ottime scelte che fai di solito, Aretusa, gusto tra l'altro in cui mi riconosco abbastanza, come in tante riflessioni di Hesperia, è particolarmente vera la tua analisi finale.
'La produzione di massa ha appiattito tutto e la bellezza è stata soppiantata dalla griffe o dal valore.'
In particolare penso che la bellezza è stata soppiantata dalla griffe e basta, nemmeno più dal valore, come nel caso della malattia dei costosi jeans strappati D&G. Non c'è nemmeno quasi più il valore, solo il nome, o l'aura creata da un abile marketing, intorno a un nome. Grazie al cielo esistono prodotti molto ben fatti qua e là in cui nome in qualche caso corrisponde a qualità: sì nell'altissimo artigianato, che poi è ancora arte per pochi e i costi sono ulteriormente centuplicati.

Aretusa ha detto...

Si, Hesperia bellissime.
questo post mi ha fatto "sudare".
Reperire immagini in rete che facessero onore alla bellezza delle creazioni di Lalique, non é stato facile.
Inoltre ieri sera non riuscivo ad inserirle...e scrivere di Lalique, senza metterci immagini, non mi sembrava il caso.
Lalique non é molto conosciuto, anche le biografie sono scarse.
Io l'adoro, ho una vera e propria passione, per lui.
Devo dire che sono nelle mie sia il Liberty che il decò...
Anche a Milano? Sapevo di quella napoletana.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Grazie Josh, vedo che anche tu provi per l'arte di Lalique un piacere quasi"fisico", hai ragione é una vera gioia per gli occhi e per la mente.
A me ha sempre affascinato la sua natura eclettica sempre alla ricerca di nuove forme e materiali, senza mai cadere nel banale o nel grossolano, la sua abilità tecnica sopraffina e la sua incredibile sensibilità artistica.
Per ovvie ragioni ho sintetizzato molto l'opera di Lalique, fra l'altro fu anche un abile uomo d'affari, celeberrimi i profumi Coty, nelle sue splendide bottigliette(ho un intero libro solo su questo argomento).
Bellissime anche le sue scatole, i cofanetti, gli accessori da toilete...i calamai decò, i portacenere, sono pochi gli oggetti di normale uso, in cui non si é cimentato.
E poi le sculture Suzanne, quella che ho messo, é forse tra le più conosciute (infatti sono riuscita a trovarne una foto), ma quelle a cui fai riferimento anche tu, sono altrettanto splendide.
Come quelle di animali: cavalli,civette, galli, pavoni, pesci...era un vulcano quell'uomo.
Ci sarebbe da dire per ore e ore.
Ho parlato poco anche dei vasi...ma ripeto, impossibile elencare tutto in un post.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Dimenticavo hai ragione sull'artigianato, e a parte il problema dei costi e della reperibilità, va aggiunto che pian piano sta sparendo.
Le nuove generazioni crescono con un gusto per il bello alterato, quando, addirittura, non azzerato, e, quindi man mano che gli anziani muoiono, non vengono rimpiazzati dai giovani.
Ormai imperano gli orribili capi di D&G, e le altrettanto banali borse di Miuccia Prada.
Tutta "fuffa" dal valore intrinseco di due lire e vendute a centinaia di euro...ai "boccaloni" che non si sentono "in" senza un capo firmato.
Nell'ambito dei gioielli qualche grande orafo resiste, penso a certi gioielli di Cartier, ma a parte il costo stellare, chi si fida ad indossarli?
ciao Are

Sympatros ha detto...

Mi sono trovato per caso a passare, in questo giardino, in questo hortus conclusus, locus amoenus, anzi amenissimo. Il fascino delle donne del tramonto, del v-espero raffinato é grande. La prossima volta che passo dirò delle cose belle che vi ho vedute, adesso, invece, anche per variatio, dirò delle cose in bianco e nero che vi ho scorte.

Cosa è il preziosismo? Potremmo dire, senza andare molto lontano dal vero, che è parente stretto dell’estetismo, con punte di contatto con lo snobismo, con un legame intimo col narcisismo, con l’erotismo e l’autoerotismo compiaciuto, ma anche è il tentativo intellettuale di controllare, di disciplinare di impedire il “de-cadere” nel vuoto dei valori, nell’insicurezza, si vuole restare attaccati all’ancora di salvezza dell’arte, del bello, del bello anche come chic. Qualcosa si vorrà esorcizzare, qualche paura si vorrà neutralizzare col culto del bello e della raffinatezza, però io dico una salus victis nullam sperare salutem!

E poi mi è venuto un dubbio, non è che questo fascinoso gineceo escluda in fondo, forse incosapevolmente, i fruitori dell'altro sesso, perché la rarefatta atmosfera, preziosa e fatta di uno charme così tenue, che solo una sensibilità femminile è in grado di intercettare e fruire. Mi pare si voglia estromettere la corposità banale ed il corpo, anche quando c'è, viene sottoposto ad un processo di sublimazione, che lo allontana dalla realtà. Comunque, in quel che ho detto, domina l'elemento impressivo di una fugace visita pomeridiana, chiedo venia, mi sono sforzato di essere tenue in sintonia con la magia del luogo.

Hesperia ha detto...

Volevo aggiungere qualcosa più in generale sull'artigianato artistico. La tendenza a credere ad esempio che i gioielli delle griffe di Damiani, Salvini (e altre conosciute) ecc. siano superiori a ottimi orafi che lavorano più nell'ombra e non griffati. In Italia ci sono tante botteghe artigiane da scoprire che costiuiscono davvero realtà preziose di arti, mestieri, antiche tecniche e antichi saperi trasmessi di padre in figlio.

Sympatros, benvenuto nel blog dove come puoi vedere gli elementi maschili sono più che bene accetti e contribuiscono attivamente alla riuscita di quello che tu chiami "locus amoenus". Visitaci pure senza problemi, non puoi farci che piacere.

Egle ha detto...

Carissima Aretusa,
che belli gli oggetti pieni di anima di Lalique!
Io l'avevo scoperto per caso quando avevo ricevuto un centrotavola di vetro o cristallo, per regalo di nozze e avevo vent'anni e non avevo capito l'importanza del dono che avevo ricevuto. Fu un ospite che mi informo' della sua preziosità. Io l'utilizzavo ome un comunissimo portaoggetti un po' retro'e poi lo ruppi anche...non so piu' dove sia finito..
Non conoscevo quei magnifici gioielli che hai inserito..
Che piacere, vedere queste opere perfette!

Egle ha detto...

Voglio dare un saluto di benvenuto a Sympatros che mi ha visitato oggi sul blog del Québec.
Sympatros, questo delle Esperidi vuole essere un posto dove ci divertiamo con cose soavi per evadere dagli affanni della politica e dell'attualità..:-)

Sympatros ha detto...

Egle, pensavo di trovarmi nel Quebec , in un lontano mondo, ospite di una gentile signora, che avrebbe tollerato il mio francese scolastico, mai usato, ed invece siamo qui, il mondo è piccolo, miracolo del mondo digitale!
Hai usato i termini di evasione e soavità.
La soavità la possiamo forse far rientrare nei canoni della classicità, della proporzione, dell'armonia, dell'equilibrio tra le forme, ma la tentazione e il passaggio, dalle forme belle e contenute a ciò che io su chiamavo preziosismo, può essere breve; vista, però, la tua dichiarazione di evasione temporanea in un mondo soave e sognante, ritiro in parte le cose un pò grigie dette nel precedente post e vi auguro un dolce otium e un dolce naufragar in questo mare di pensieri e oggetti raffinati.

Ci sono vari modi per rapportarsi con la classicità, per in tanto vedo che l'abbiamo fatto con i nomi, a proposito, la classicità è di destra o di di sinistra? La domanda naturalmente non prevede risposte, perché altrimenti si rovinerebbe l'atmosfera soave e sognante di Egle.

Sympatros ha detto...

Significato e fine della bellezza raffinata


Quando per circostanze storiche inclementi e dure, l'umanità si ritrova in una situazione di barbarie e di rozzezza, l'arte langue, il bello altrettanto, nell'evolversi degli eventi in senso positivo, cominciano a far capolino e a ripresentarsi la figura della donna e la bellezza della natura, visto naturalmente da un occhio maschile.
Il processo di raffinamento è lungo e prevede periodi di corposità e periodi di sublimazione. Comunque, bellezza naturale e figura femminile vanno sempre di pari passo. Per semplificare il discorso, ricorro ad un'analogia. E' lo stesso processo che vi è nel mondo delle piante, che partono dal seme, gradualmente crescono, diventano grandi, fanno i frutti, ed i frutti sono prima verdi, poi procedono verso la maturazione, che li fa divenire profumatissimi, ma il profumo è preludio e sintomo della.... putrefazione, ... che brutta parola! Il preziosismo rischia di essere quel frutto profumatissimo.

Anonimo ha detto...

Salve Sympatros. Dici "i frutti sono prima verdi, poi procedono verso la maturazione, che li fa divenire profumatissimi, ma il profumo è preludio e sintomo della.... putrefazione ..." Certamente. Nella circolarità che descrivi, questo sembra proprio il punto in cui i fattori bilancia si avviano verso lo scorpione:) Per non rovinare atmosfere, non risponderò alla questione della classicità se di dx o sx, ma come processo di equilibrio raggiunto in armonia, mi pare la risposta sia scontata:)

Sympatros ha detto...

Credo che abbia diritto ad un mio commento anche l'interessante post precedente, sulle cime tempestose. Dal preziosismo luminoso e classico di Aretusa al romanticismo tempestoso e nordico di Hesperia.
Oh, l'amour!

Amore come desiderio, come forza cieca, che muove l'universo intero, una forza insita nelle cose, particolarmente nella sfera biologica, tra piante e animali; una forza cieca che esige soddisfazione, i cui scopi restano misteriosi, anzi forse non ci sono proprio. Il desiderio, l'eros tende ad una soddisfazione, che dovrebbe consistere nel possesso dell'oggetto del desiderio, ma, in realtà, le cose non stanno così, specie per l'animale-uomo; l'oggetto del desiderio si rivelerà inadeguato, perché il desiderio è qualcosa di assoluto, infinito, un desiderio indicibile, destinato a restare insoddisfatto e dall'insoddisfazione ne consegue rabbia, delusione, tristezza.
Varie sono le strategie di difesa che l'animale-uomo ha predisposto a difesa di questo desiderio sconvolgente: per prima cosa ha trasformato il desiderio in Amore, oltre il fisico vi ha inserito il bene velle, il voler bene, togliendo un po' di belluinità all'eros rendendolo un po' più "ipocrita". Anche l'amore, sublimato e romantico, genera sofferenza e insoddisfazione e a volte anche morte, e l'uomo vuole sfuggire alla sofferenza e alla morte. e allora abbiamo la tecnica atarassica dell'amore. Per non soffrire, è necessario intraprendere un processo di anestesia, tagliare, sfrondare gli aspetti e le eccessive implicazioni sentimentali e lasciare gli aspetti fisici. Ma, così, mi si obietta, ridiscendiamo la scala evolutiva. No, non è proprio così, siamo nella sfera dell'umano, si rivaluta quello che gli antichi chiamavano gioco d'amore, è qualcosa che ha che fare col classicismo, che rinuncia agli amori impossibili e tempestosi di tipo romantico. E' un gioco d'amore che prevede equilibrio, raffinatezza, ma anche gioia, piacere, e, in fondo, anche rispetto. E' un sensualismo soave e un pò artificiale, in sintonia con il locus amoenus e il giardino dell'Esperidi. Non me ne vogliano i romantici!

Anonimo ha detto...

Che stupende suppellettili Aretusa. La bomboniera leggo che si trova nientemeno che al Museo d'Orsay. E le foto sembrano valorizzarne luci e colori, come se gli oggetti si potessero toccare. La sirenetta (prima immagine) in che materiale è realizzata? Sembrerebbe vetro...

Hesperia ha detto...

Grazie per le belle parole, Sympatros. Credo però che "classico" e "romantico" siano due categorie che lungi dal contrapporsi, si integrano felicemente. Del resto, basta pensare che molte delle arti figurative, degli arazzi, arredi e del gusto per le preziosi suppellettili (tabacchiere, portapastiglie, bomboniere, cofani,lampade da scrittoio ecc.) divenuti veri e propri "objets d'art" hanno trovato nel periodo della decadenza (detto anche tardoromanticismo) il loro massimo splendore e culto estososi poi fino al Novecento.

Sympatros ha detto...

E per non creare dissapori fra le tre Esperidi, eccovi il post di commento all'articolo sur le bon ton di Egle.

La ricerca del tempo perduto, la nostalgia, intesa etimologicamente, come dolore della mente, per un mondo perduto, per un luogo borghese o piccolo borghese, fatto o immaginato di buone maniere, di galateo non esibito, fatto di piccole cose. Un luogo che forse è un non luogo, immaginato e non reale. In effetti, in Italia, una civiltà borghese, un gusto borghese, una educazione boghese, forse non c'è mai stata o, se c'è stata, lo è stata in ambito molto ridotto e ha dato l'impressione di essere dominante nell'immaginario collettivo, perché "l'altro mondo" ancora non aveva diritto di parola. Ad un certo punto, nel dopoguerra, quest'altro mondo irruppe nella società e nella storia, e si mise a parlare e forse ad urlare e forse, non avendo galateo, non sapendo camminare, secondo etichetta, calpestò gli oggetti preziosi di Aretusa. E' reazionario vagheggiare un ritorno a certi modi, alle buone maniere codificate? Credo proprio di no. E' reazionario, però, pensare che tutto ciò che è successo sia negativo e che il negativo sia da addebitare al comunismo. La società di massa e del benessere economico ha dato diritto di cittadinanza nella società. a masse di persone, che altrimenti ne sarebbero state escluse, questo è fuor di dubbio un bene, Il problema sta in questo, la democrazia di massa è in grado di produrre regole di comportamento e di vivere civile condivisibili? Io credo di sì. Certo non si può sperare che una democrazia di massa si trasformi in una raffinatezza di massa, però, se è democrazia, deve permettere e rispettare, che chi vuole possa creare i suoi "loci amoeni" e proporre modelli di comportamenti urbani e civili.

Spero che le Esperidi abbiano guardato, nel loro giardino, con incanto "amoroso",
il passaggio di Sympatros, satiro "fascinoso" e narciso.

Sympatros ha detto...

Perché mi sono fermato nel giardino delle Esperidi?

E' chiaro che il senso della realtà è forte in me e i piedi sono radicati per terra e la realtà non è imbrigliabile nei canoni di bellezza, di armonia e soavità del Giardino delle Esperidi. Mi sono fermato perché io credo che sia altrettanto reale, ma proprio reale, il desiderio di evasione, di dar voce a ciò che è nascosto, intimo, ma fortemente reale in noi, e voi, mie Esperidi siete state reali per me e ho guardato, un pò incantato, l'osmosi, lo scambio fra voi e le vostre parole, fra voi e gli oggetti preziosi, in uno scambio di bellezza reciproca, vi ho visto belle mie Esperidi.

Ps Però ricordatevi che, in quanto satiro, devo dire che il corpo e il tatto hanno le loro ragioni!!

unedame ha detto...

Ma guarda il nostro Sympatros che viene a smuovere le acque del nostro laghetto pieno di ninfee!

Il satiro vuole scuoterci un po' dalla nostra pigrizia e dalle nostre illusioni..

Nel bon ton d'autrefois io ci vedevo delle regole di rispetto di una società borghese e anche aristocratica che rispettava il prossimo, dall'umile contadino al principe.
Il vento delle rivoluzioni ha spazzato via tutto e non ha sostituito una parte importante del vivere civile. É vero, tutti hanno piu' soldi, tutti stanno meglio....meglio....? Chi sa?
Nei vituperati Stati Uniti d'america, dove puoi vedere orrori e cose disgustose, la gente é gentile, non cerca di passarti davanti, ti apre la porta, ti saluta e ti chiede come stai..
Mi interrogo...
Comunque a casa di mio padre ho lettere dei suoi famigliari che si scambiavano notizie con rara cortesia, gentilezza, tatto. Nell'inizio secolo..
Questo per dire che anche da noi in Italia la borghesia aveva raggiunto una certa raffinatezza.

Aretusa ha detto...

Grazie Egle, un peccato che tu abbia rotto quel centrotavola di Lalique...oltre alla bellezza, avrebbe avuto un bel valore.
Lalique in effetti é più noto come maitre de verre, ma é stato un grandissimo orafo.
I suoi gioilelli sono piccole opere d'arte.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Sympatros per me la classicità é di destra...
pensa solo all'architettura sotto il ventennio...
Il comunismo aborre tutto quello che é bello, perchè indice di ricchezza.
Nessun regime comunista ha prodotto nulla di bello perchè come dici tu "Quando per circostanze storiche inclementi e dure, l'umanità si ritrova in una situazione di barbarie e di rozzezza, l'arte langue"....
So che la politica dovrebbe essere tenuta fuori dal giardino.
Ma questa é storia.
Benvenuto nel giardino:-)
Are

Aretusa ha detto...

Grazie Demetra, si la sirenetta é in vetro.
Lalique é stato grandissimo nella lavorazione del vetro, non per niente fu definito il maestro del vetro incolore, "creatore “di un soffio impalpabile, la brezza gelata della notte polare”...
Molti musei hanno oggetti di Lalique e vederli dal vero é ancor più commovente ed emozionante.
La purezza del bello, mi commomuove sempre.
Ciao Are

Sympatros ha detto...

Ora che tutte e tre le ninfe hanno risposto, dico che passerò, di tanto in tanto, da voi, o mie Esperidi, e se avrò qualcosa da dire la dirò, e se no, vi guarderò con occhio "satirico" e furtivo dalle siepi del vostro giardino. Gratia cum Nymphis geminisque sororibus audet ducere nuda choros.


Ps Mi sa che la ninfa Aretusa è un po' scalpitante e ha difficoltà a restare nel ruolo di ninfa e vorrebbe parlare di politica, ma non penso sia il caso e lo dico anche a Josh.

Aretusa ha detto...

Hai ragione sono una ninfa scalpitante:-)
Ciao Are

Anonimo ha detto...

Ninfeggio politicamente talvolta già da Nessie :)

Anonimo ha detto...

Come rude maschione che ama Bogey devo ammettere che questi argomenti non sono il mio forte. Però, se dovessi trovare una bella donna che si mette qualche goccia di profumo sul collo, estraendolo da quella boccetta di cristallo...beh...apprezzerei :-)
Quella libellula cos'è? una spilla?

Aretusa ha detto...

Marlowe, se poi le le due gocce di profumo sono come la camicia da notte di Marilyn....;-)

Si la libellula é una spilla da corsetto.
Ciao Are

Nessie ha detto...

Gli ultimi due interventi sono spassosissimi! Da mettere in una commedia rosa.:-)))

Sympatros ha detto...

La tentazione del Satiro

O mie Esperidi, lasciate il vostro giardino, io vi condurrò, per altri giardini io vi condurrò, proibiti, vogliate seguirmi in passeggiata, pei sentieri colmi di gladioli e di rose, dove è possibile andare solo in Maggio, sotto i giochi del sole, i canti, nelle brezze del mattino. Io vi condurrò, oltre vi condurrò, per territori oscuri e tenebrosi, dove dai meandri del vostro animo profondo saliranno i fantasmi orrorosi, le paure stringenti e tenebrose, ma voi non abbassate gli occhi, resistete alla loro vista e vedrete che, pian piano, si calmeranno, anzi sorrideranno un pò e noi usciremo alla luce del mezzogiorno, nel giardino di Armida, dove tutto ciò che piace è lecito e tutto è armonia e canto e tutto splendente come gli oggetti preziosi di Aretusa, e tutto è perfetto come la levigata prosa e i tappeti di Hesperia e tutto è dolcemente soave come la femminilità e la nostalgia di Egle e tutto è prepotentemente eros come il desiderio di un Satiro. " S'ei piace, ei lice. Se piace è lecito.
E nel giardino di Armida i più si fermano. Ma io vi condurrò, per i sentieri scoscesi, sulle montagne calve, dalle pietre aguzze, nei territori del dolore, senza alberi, fino alle alte cime splendenti, dove al sole del tramonto ancora i vostri visi sorrideranno e guarderanno con lieve tremore le ombre della notte che si allungano.



PS O Esperidi, se volete sapere quali e cosa siano questi altri giardini della tentazione, dovete chiederlo direttamente al Satiro, perché, io, Sympatros, sinceramente, non lo so.

Egle ha detto...

Mmmmhhh!
E ora vogliamo sapere..Pero'...chissà se ci conviene seguire il satiro per un cammino sconosciuto? Lasciare la calma e la pigrizia per inoltrarci in scure foreste e cime perigliose?

Sympatros ha detto...

Le ninfe non hanno detto né sì né no all'invito del Satiro. Come interpretare ciò?
Come segno di pudico riserbo femminile, che non esclude, però, l'intima tentazione di seguire il Satiro in questo viaggio dai risvolti misteriosi, carico di pericoli, ma anche di promesse affascinanti, oppure molto pragmaticamente vogliono dire: Ah, Satiro, ci hai scocciato!
Comunque, non c'è bisogno di ribadire, che Sympatros col Satiro non c'entra. anzi, secondo me, forse il Satiro ha esagerato, perché non è bene portare sulle montagne calve tre gentili signore, lo spettacolo dall'alto è senz'altro grandioso e dà un'idea di possesso e di comprensione del senso, o forse del non senso, della vita e del dolore; e, per arrivare su, è necessario portare pesi, e l'indistruttibile mio maschilismo mi dice che non è bene portare donne sulle montagne calve, dalle pietre aguzze, da dove si può guardare e vedere......... si può guardare ...... e vedere.

Aretusa ha detto...

Caro Sympatros, il giardino di Armida mi tenta, come non essere attratta da un simile luogo incantato e colmo di delizie...ma il satiro mi lascia perplessa...preferirei Rinaldo;-)
Come dice Walter:" Si può fare". Parliamione....
Ciao Are

YASHAL ha detto...

Buona sera,vorrei chiedere se qualcuno di voi conosce il nome della pietra utilizzata da LALIQUE per la spilla libellula e anche l'eventuale descrizione del gioiello.
La richiesta è piuttosto urgente in quanto serve per l'esame di stato.
Ringrazio coloro che possono aiutarmi,distinti saluti YASHAL

Anonimo ha detto...

Ciao YASHAL, ho preso le notizie che ti scrivo su questo libro:L'arte di René Lalique di Patricia Bayer e Mark Waller
La libellula é un ornamento da corsetto del 1897 circa in oro, smalto, pietra di luna e diamanti, firmato Lalique e acquistato nel 1903 da Calouste Gulbenkian direttamente dall'artista.
Questa ibrida libellula termina con una figura femminile intagliata in un crisopazio, mentre le zampe enormi, evocano quelle di un anomale selvaggio. Una figura di fantasia dall'aspetto piuttosto inquietante.
(cm 27x26,5)
Si trova al Museo Calouste Gulbenkian aLisbona spero di esserti stata utile.
Ciao Are

Anonimo ha detto...

EC
Animale inquietante...

Anonimo ha detto...
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