domenica 4 maggio 2008

Il castello del cigno di pietra (Neuschwanstein)

Nelle leggende celtiche i cigni (che appaiono anche in questo blog sia nel template che nel mio avatar) sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco del sole da cui trae l'energia per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, è considerato un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla musica e al canto.Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente. Nel Medioevo era l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla ricerca del Graal, la Sacra Coppa dove fu raccolto il sangue di Cristo durante l'ultima cena. Lohengrin, il personaggio dell'Opera wagneriana legata all'antica saga, è il Cavaliere del Cigno, e ha un cigno nell'elmo. Visitare il Neuschwanstein Schloss in Baviera, è per l'appunto un'ascensione spirituale al castello del Montsalvat, il leggendario castello dei cavalieri del Graal . Esso troneggia candido su uno sperone di montagne proprio come un superbo cigno (schwan) di pietra (stein). Ma non possiamo prescindere dal re di Baviera Ludovico II (Ludwig II) che ne fu l'ideatore. Un giovane principe infelice divenuto precocemente re a 18 anni che fu incapace di amministrare saggiamente il regno, per inseguire i suoi "castelli in aria". E tuttavia, che castelli! Il sovrano alto 1, 91 e assai bello visse con grande tormento la sua omosessualità, in conflitto col suo spirito ferventemente religioso.
Ludwig II von Wittelbach nacque nel Castello di Nymphenburg non lontano da Monaco e potrete trovare la sua biografia qui. E anche nel lungo film di Luchino Visconti inerente alla sua vita. A Nymphenburg, c'è ancora la sua cameretta verde arredata che la sottoscritta ha potuto fotografare eludendo la sorveglianza di una fraulein che pareva una Kappler in gonnella.
Per lui vivere voleva dire costruire, edificare. Infatti spese quantità di denaro ineguagliabile per assecondare la sua smania di edificare castelli, così lussuosi e sfarzosi da far andare in fallimento le casse dello stato.
Fece costruire il Castello di Herrenchiemsee sul lago omonimo di Chiemsee su modello di Versailles, Il castello di Linderhof; poi una bellissima quanto bizzarra Casa Reale sullo Schachen a quasi 1866 metri simile a uno chalet svizzero dove il contrasto tra l'esterno ligneo (rustico) e l'interno (sfarzoso e aureo) richiama proprio il calice del Graal: modesto come la coppa fatta da un falegname eppure prezioso. Ma il castello che meglio caratterizza l'eccentrico re delle fiabe medievali è proprio il Neuschwanstein, ad un tempo reggia e rocca fortificata in stile romanico con elementi gotici, che incastonato tra monti, boschi e laghetti alpini, si erge scintillante come una pietra preziosa, e sorge sulla località di Fuessen non lontano dal Hoheschwangau, castello dei suoi genitori nel quale egli trascorse l'adolescenza. All'inizio Neuschwanstein doveva nascere come una sorta di tempio dedicato a Wagner e immortalare saghe e leggende delle sue opere. Poi attinse ispirazione direttamente dalle saghe originali. Grande fu l'ammirazione di Ludwig per il musicista che amava autodefinirsi Tondichter (poeta del suono), di cui fu munifico mecenate. Con i suoi fondi privati gli finanziò l'affitto di una casa a Monaco, una villa sul Lago di Starnberg, un appannaggio annuo e aveva già pianificato la costruzione di un teatro a Monaco dedicato ai festival wagneriani. Un anno dopo per intercessione dei suoi ministri, Wagner fu fatto allontanare. Descrivere questo castello in questo spazio è pressoché impossibile: molte sono le chiavi di lettura relative all'edificazione, alla planimetria delle stanze, ai mobili e alle suppellettili, alle innumerevoli simbologie mistico-religiose-mitologiche che lo pervadono, ai dipinti murali. Mi limiterò a descrivere gli interni privi di quadri, ma con esclusive pitture murali commissionate da Ludwig sulla base delle saghe epiche. Visitare le stanze del maniero è un po' ripercorrere le pagine di un libro illustrato a tema.
La sala di soggiorno è ispirata a Lohengrin e su un mobile vi campeggia un candido cigno in maiolica di dimensioni naturali. Sulle pareti, le pitture murali ispirate alle sequenze più importanti di questa saga.
La camera da letto potremmo anche chiamarla sala Tristano e Isotta,poiché è questa saga che dà ispirazione alla stanza e ai dipinti murali. Tuttavia anche qui c'è un lavabo d'argento con un grosso cigno dal cui becco esce acqua. E i cigni si ritrovano anche sui tendaggi delle finestre del maniero. Il letto è sovrastato da intagli di legno di rovere simili a guglie e a pinnacoli in stile gotico (occorsero più di quattro anni perché gli intalgiatori portassero a termine l'opera)-
Lo studio è legato al Tannhauser.


Gli atri del castello (inferiore e superiore) all'Anello dei Nibelunghi (Sigfrido).
L'ambiente di maggior suggestività è senz'altro la sala del trono con colonnati in vernice laccata mescolata a polvere di lapislazzulo dello stesso intenso celeste. E celeste è il colore che ritorna in tutti i drappi e i tendaggi del castello. Come celeste e bianco sono i colori della bandiera della Baviera. Vi sono raffigurati i sette Re santi e giusti con il grande affresco di San Giorgio che uccide il drago e la pittura sulla cacciata di Lucifero da parte del'arcangelo Michele. I dipinti murali illustrano le vite dei Re santificati.
Infine si accede alla salone delle feste (sala dei Cantori) dove riabbiamo scene dal Parsifal e un affresco su tema dell'incantato giardino di Klingsor dove vi domina il verde smeraldino.
Una nota speciale meritano i lampadari in ottone indorato tempestati di cristalli di Boemia colorati a mo' di rubini, smeraldi e zaffiri. Sembrano corone ferree degli antichi re franco-germanici. E' interessante sapere che in tutti i lampadari del Castello il numero delle candele è divisibili per 12, in riferimento all'Apocalisse di San Giovanni ove si dice che la Gerusalemme celeste ha 12 porte.
Oggi questo castello è mèta di visitatori provenienti da tutto il mondo, ma queste maree di turisti, armati di macchine fotografiche e videocamere, non sarebbero certamente gradite al "re delle fiabe", che già disprezzava la sua epoca definendola rumorosa e volgare. Quindi, figuriamoci oggi! I castelli sono una testimonianza della sua profonda ribellione verso il suo tempo. Paradossalmente, però, quest'opera che mandò in bancarotta le casse dell'allora regno di Baviera, oggi costituisce la sua principale fonte di introito.
Hesperia

28 commenti:

Sympatros ha detto...

Montagne, castelli, laghi, simboli di una forma e di un'espressione di un romanticismo nordico, nostalgico di una solitudine fiera e sublime, intrisa di un paganesimo barbaro e di misticismo medievale cristiano. Lo stare, in alto, in solitudine, presenta componenti religiose con i monasteri medievali, che amavano collocarsi sempre in posizioni alte e suggestive, dove si era più vicino al cielo e l'aria più leggera dava quasi una sensazione fisica dello spirituale, questo per i monasteri. I castelli erano in alto, per motivi strategici di difesa e di controllo, ma anche come segno di forza e di minaccia. In Austria e in Germania i nostalgici dei castelli ci sono sempre stati, anche perché è una specie di monumento per il Medioevo, che loro considerano il momento più alto della loro potenza. Anche lo stesso Hitler si fece costruire in alto una specie di nido d'aquila, sulle Alpi bavaresi o austriache, non ricordo.

Sympatros ha detto...

Adesso un pò ot, un rientro desiderato nell'ombroso giardino, per riposare dalle battaglie politiche!

Sempre a proposito dei nicks, delle maschere e della vita virtuale nel Giardino dell'Esperidi.

IL VIRTUALE
Riversare il proprio io, fiducioso e con l'illusione che dall'altra parte ci sia qualcuno che ascolti, legga e capisca, è una delle prerogative nevrotiche della vita virtuale, uno strano trasfert, che non si sa bene se avrà effetti benefici o dipendenza, una finzione che permette di illudersi che dall'altra parte ci siano anime in grado di decodificare, di capire, di mettersi in sintonia, di mettersi in una postura d'ascolto, un ascolto anche esso straordinario, che esula dalla vita normale, dalla vita reale, che tanto reale poi non è. E' il giuoco del dire, dell'alludere a cose non dicibili o parzialmente dicibili, di uscire in qualche modo dal ruolo, che l'essere nel sociale ci affida, essere pirandellianamente con un'identità che ci garantisce la normalità, ma che tutti noi in fondo, di tanto in tanto vorremmo perdere ed entrare nel giardino dell'Esperidi, per vivere quei sogni taciuti, nascosti o inconsci. Se il tutto viene fatto, con un controllo razionale e illuministico dell'io, è senz'altro positivo e psicologicamente utile. Insomma bisogna prendere il virtuale a giuste dosi, che sono sempre piccole dosi e distanziate nel tempo, se no son guai!

Hesperia ha detto...

L'incontro tra il paganesimo barbarico e il misticismo medievale cristiano avenne nell'anno '800 col Sacro Romano Impero e l'incoronazione del Re Carlo Magno, come saprai. Quindi data da tempo antichissimo. Tutti i castelli medievali sorgevano sulle alture, per potersi difendere meglio e per avvistare i nemici da lontano.
La prima pietra di questo castello fu posata nel 1869 quando eravamo già nel pieno delle Rivoluzioni industriali. Quindi potremmo dire che è nato sulla nostalgia di un tempo che fu.
Sympatros, col virtuale take it easy. Altrimenti sembra di ingoiare delle intere folle in corpo.

Anonimo ha detto...

Ho visitato anch'io questo castello incantato e incantevole qualche anno fa. E' solo che ci vorrebbero molti mesi di effettivo studio e non le solite visite turistiche modello fast food, con la guida che parla dalle cassettine preregistrate. Credo che ci tornerò. Ma come trovare un periodo favorevole? Dicono che è frequentato perfino in inverno da giapponesi assatanati.
Adele

Anonimo ha detto...

Per il momento ricambio velocemente la visita (belli gli argomenti che tratti!!!) ringraziandoti del commento.
Tornerò con più calma a leggerti!

Ciao
Anna

Hesperia ha detto...

Adele, i giapponesi vengono in Germania quasi esclusivamente per questo castello, ignari che c'è molto altro da vedere.
Se poi si pensa che la Disney Production si è ispirata a questo per farne il suo logo, capirai qual è il tramite e la mediazione culturale (con tutto il rispetto per i cartoni animati) da cui attingono interesse. Nel lungometraggio-cartoon di Cenerentola e di La Bella Addormentata il disegno è ispirato a Nueschwanstein.

Grazie Anna per la visita :-)

Anonimo ha detto...

Questi argomenti per me che sono un fervente wagneriano sono musica, perciò credo che visiterò questo castello che non ho ancora visitato.
Però hesperia, ho aperto i link relativi alle saghe epiche che hai citato e in alcuni (Tristano e Isotta) si fa riferimento alla saga popolare, in altri direttamente al libretto di Wagner.
Ti invio anch'io questo link tratto dalla morte di Sigfrido nella scena finale del film Excalibur.
http://it.youtube.com/watch?v=0GOe5SUlPPY&feature=related
Molto eccletica l'accoppiata di Boorman, saghe di Thomas Malory e Wagner. Però funziona.

Egle ha detto...

Oh che bello!
Questo castello mi fa sognare da quando ero piccola e mio padre mi faceva fare viaggi fantastici nel suo studio solo con un libro aperto.
Ora ne conosco meglio anche la storia e mi dispiace non averlo visitato in occasione della mia visita in Baviera anni fa.
Il personaggio di Ludwig poi, é affascinante come quello di tutti i visionari, bello e tormentato..
( A proposito, strano che questo castello, fatto costruire da un omosessuale, sia stato preso come simbolo dai bloggers machi del Castello della "destra"...)
Comunque grazie Nessie, per aver raccontato cosi' bene e in dettaglio questo castello magico.

Sympatros ha suggerito altre riflessioni sulle altezze e sulle dimore o monasteri piazzati in alto..altissimo, come la Sacra di S,Michele in val di Susa che conosco bene..

Per il virtuale...per me é ancora abbastanza misterioso, dopo 13 anni di frequentazioni..

Aretusa ha detto...

Cara Hesperia come sempre un post interessante e assai piacevole da leggere, oltre che per le bellezze di cui parli, anche per tutta una serie di ricordi legati al tema.
Il castello di Neuschwanstein è il castello delle favole per eccellenza, e da bambina, guardando i cartoni animati della Disney, chi non ha sognato di danzare stretta ad un bel principe (come Cenerentola), nel favoloso salone di un altrettanto favoloso castello?
Le favole, quelle dei Fratelli Grimm, di Andersen, di Perrault erano il mondo fatato dell’infanzia, un mondo pieno di fantasia, dove il bene e il male erano ben contrapposti e dove una morale finale, insegnava i veri valori della vita.
Al giorno d’oggi, purtroppo quel mondo è andato perso, i bambini vengono a contato ancora in fasce con la violenza più efferata e i video-giochi fanno si, che non ci sia più una contrapposizione netta fra il bene e il male, visto che i bambini stessi manovrano il killer, che diventa un “eroe” ai loro occhi, come la violenza gratuita diventa un divertimento.
Quanto tutto ciò abbia nociuto alla società lo tocchiamo ogni giorno con mano.
Ancora oggi un ragazzino bruciava con le sigarette accese un compagno di classe…
Ho tergiversato un po’ sul valore pedagogico delle fiabe…
Tornando al Castello e al Principe Ludwig, spero un giorno di poterlo visitare, dev’essere un posto da sogno.
La Baviera, poi, è tutta molto bella. Anche Ludwig è un personaggio storico che mi ha molto affascinato, grazie anche al film di Visconti. Helmut Berger bello e ambiguo, tormentato e perverso quel tanto, aveva contribuito non poco a farmi apprezzare il film.
Che cmq. rimane una delle opere più riuscite di Visconti (a mio parere).
Ciao Are

Hesperia ha detto...

Intanto mi scuso un po' con tutti se ho dovuto mettere tutti questi link, ma non potevo tempestare la piattaforma di castelli, a scanso di appesantirla (in Baviera ci sono 800 fra castelli e rocche). Perciò ogni volta che faccio cenno a uno ci metto il link. Idem per le saghe epiche.
Olandese volante, le saghe ai quali si è ispirato Ludwig sono di antica tradizione popolare celtica e non tutte si trovano sul web. Quelle di Chrétien de Troyes de ciclo del Graal, sono riprese anche da Thomas Malory qualche secolo più tardi.
Per quelle che invece non ho trovato, mi sono basata direttamnete sulle notizie relative ai libretti wagneriani.

Hesperia ha detto...

PS: dimenticavo, ho visto il link di Excalibur, uno die miei film preferiti di quel genere e ti ringrazio per la morte di Sigfrido-Artù.

Egle, è una fortuna avere dei padri buoni mediatori di letteratura per l'infanzia.
Sì, curioso che il nuovo corso dei "castellani" ultrà, abbia proprio preso questo logo a suffragio delle loro teorie. E pensare che Ludwig era pure pacifista :-))). Quando si dice l'ignoranza!
Nel film di Visconti Helmut Berger era perfetto come sfortunato monarca bavarese (morì annegato sul lagoe le sue cause del decesso sono ignote a tuttoggi). E anche Elisabetta di Baviera (poi regina e imperatrice austro-ungarica) interpretata da Romy Schneider è davvero somigliante al ritratto autentico della vera regina, ed è rimasta Sissi per sempre. Anche col grande Visconti.

marshall ha detto...

Fuori tema.
Hesperia,
ho trovato questo blog scritto tutto in milanese. Forse ti potrà interessare.
A dopo, per la lettura del post.
Ciao.
Marsh
http://brughbirlinghitt.blogspot.com/2008_04_01_archive.html

Anonimo ha detto...

Un castello meraviglioso, sospeso fra boschi e cielo, svettante sopra la mediocrità. Certo Ludwig era un uomo speciale. Alla morte del padre, fece del castello di Hohenschwangau la sua residenza preferita E di esso diceva:"E' un paradiso in terra che popolo con i miei ideali, sentendomi felice." Da queste sensazioni di pace e felicità nacque l'idea di erigere il castello romantico (Neuschwanstein) un luogo veramente da sogno...Anche la strada romantica che porta al castello è singolare: colline dolci , boschi ricchi di vegetazione, pochi casolari e qualche chiesetta e fiori, prati, cielo... e silenzio; sembra veramente un posto incantato, lontano dalla "civiltà".
Adatto per la meditazione solitaria o per l'amore. Bisognerebbe andarci con la persona del cuore e arrivare al castello in carrozza, magari indossando vestiti d'altri tempi, di stoffe preziose e del color dei lapislazzuli.
Un castello che si può sognare e può farci sognare. Rosalind

Hesperia ha detto...

Are, temo che la Walt Disney production abbia nuociuto non poco nei confronti degli assalti turistici che, per l'appunto, hanno trasformato Fuessen e Neuschwanstein in una sorta di Disneyland. Senza, ovviamente, nessun disprezzo per le fiabe animate che adoro ancor ora che sono...ehm,...diventata grande: -)
Più interssante invece sarebbe assistere a un'opera wagneriana nella splendida sala dei Cantori del Castello: la sua cornice ideale.
Helmut Berger è bellissimo, ma per noi donne è un bello impossibile (viste le sue tendenze). Eppoi adesso è diventato vecchio.

Hesperia ha detto...

Marsh, adesso lo visito quel link, grazie.

Rosalind, tu sogni carrozze intarsiate d'oro zecchino con principi in preziose livree color lapislazzulo chiuse da alamari dorati, ma la realtà è ben diversa, e lo sai anche tu.Al massimo ti tocca salire su una di quelle carrozze aperte tirate da due robusti cavalloni aveglinesi con un buricchio di deutsch gonfio di birra per cocchiere insieme e pigiata con altre sei persone che manco conosci":-) "L'unico e la sua proprietà esisteva solo nella mente di Max Stirner. Ergo, è meglio farsi la salita a piedi: è più salutare e meno deludente. E comunque la Romantische Strasse bordeggiata di betulle tra foreste e alpi bavaresi, è assai pittoresca.
Sì, è vero nel castello di Hoheshwangau (cliccare il link) non lontano dal Castello del cigno , Ludwig trascorse ore liete.
Viceversa lassù sul Neuschwanstein, avvenne l'interdizione del re dai suoi pieni poteri, considerato pazzo.
Non vincere le guerre e mandare in malora le casse dello stato, gli è stato fatale.

Aretusa ha detto...

In parte é vero, però bisogna ricordare che é anche, grazie ai soldi dei turisti che i castelli vengono mantenuti in tutto il suo splendore...la manuntenzione costa cifre da capogiro.
Purtroppo ogni medaglia ha il suo rovescio.
Anch'io sono una patita delle fiabe animate e scritte. Ho un vecchissimo libro di fiabe di Hans Christian Andersen (che apparteneva a mia nonna), e spesso la sera prima di addormentarmi ne leggo una.
La mia preferita "La Sirenetta" che finisce in modo molto diverso dall'edizione disneyana, ma é bellissima...

Eh si, ormai Berger é passatello, però rimane un uomo interessante...
Ciao Are

Aretusa ha detto...

EC "il loro splendore"

Hesperia ha detto...

Sì, i castelli costano cifre da capogiro per la loro manutenzione e restauro. E nel nord-Europa i restauri sono accuratissimi, a differenza che da noi che mandiamo in malora tutti gli innumerevoli beni culturali che abbiamo. Per curiosità ti dico l'impiego dei materiali di costruzione del Neuschwanstein nel 1872:
- 9.300 quintali di marmo di Salisburgo.
- 91.000 quintali di pietra arenaria di Nurtig (quella grigio-biancastra).
- 400.000 mattoni fortmato standard germanico.
- 3.600 cubi di sabbia.
12.000 quintali di cemento.
1.000 quintali di carbon fossile.
2.050 metri cubi di legname per impaalcature.


Ti lascio immaginare poi i costi per i trasporti in alture fatti con gru azionate a macchine a vapore, visto che allora non c'erano i mezzi tecnico-meccanici di oggigiorno...

Anonimo ha detto...

Beh, signore e signorine, ci sarei io che sono bello e "possibile". Lasciate perdere Helmut Berger che non è pane per i vostri denti :-).
Hesperia avrai visto che c'è stato un proliferare di cinematografia su questi temi della tavola rotonda e del Santo Graal. Si vede che oggi il bisogno di sacro e di leggendario è forte. Dopo Excalibur, c'è stato King Arthur che è meno bello del primo.
Divertenti i commenti che ho reperito su you tube: The sword will rise again.
...And Arthur will come.
Qualcuno si augura evidentemente di uscire dalle tenebre in cui siamo sprofondati.

Hesperia ha detto...

Apprezziamo l'offerta Flying Dutchman :-)
In effetti Helmut Berger è troppo ambiguo e tenebroso, almeno per i miei gusti.
Sì, è da tempo che la cinematografia sfrutta queste saghe e leggende per fare film non sempre all'altezza e talvolta girati in modo discutibile.
Faccio un esempio di mediocrità assoluta: "Il primo cavaliere" con Richard Gere che fa morire tempestivamente il povero re Artù per poi poter convolare a nozze con Ginevra. Mai visto niente di più scemo e pataccaro.
Ho letto anch'io su You tube i commenti su Excalibur sulla spada che sorgerà ancora nel link che hai messo :-)

Anonimo ha detto...

Ciao Hesperia, ho fatto un viaggio per parchi nazionali durante il ponte del 25 aprile. Bello e mi rilassa la natura, come dicevo a Egle. Ma leggendo questo post con queste descrizioni, devo dire che cercherò d'ora in poi dei luoghi che coniughino la natura all'arte. Perché vivere solo la natura alla fine mi stufa.

Nessie ha detto...

Baudelaire diceva che la natura era un insignificante "ammasso diverdure", ma amava, come tutti i dandy della decadenza, le iperboli e i paradossi (oltre che l'artificio). Ovviamente anche l'Italia è ricca di località che sappiano coniugare natura e cultura. Nell'alta Maremma c'è una campagna collinare bellissima con chiesette e pievi di grandi maestri del Rinascimento (Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti ecc.), ad esempio. OT: Sono un po' incavolata perché alla Fiera del Libro di TO, con tutte le bellezze italiane che abbiamo, hanno ripreso la mia Venere botticelliana, con la faccia di una modella ucraina. Ciao Demetra

Anonimo ha detto...

Nei paesi nord-Europei hanno molto ma molto più rispetto che da noi. Avessero un terzo delle nostre bellezze, le terrebbero nelle teche di vetro.
Non ci mancava altro che la modella ucraina per rifare la Venere botticelliana alla Fiera del libro. Se volevano mettere lì un'icona di bellezza, non avevano che da prendere la Venere di Botticelli così com'è all'origine e ingrandirla. E basta. Ciao Nessie-Hesperia

Anonimo ha detto...

@Sympatros, sul virtuale: Il Giardino (nel senso di qs. blog) è un luogo virtuale dove ci si confronta, e trattandosi di temi culturali spesso vengono trattati archetipi che ci appartengono personalmente. Non vedo però nè fase nevrotica, nè dipendenza nè transfert, nè maschere pirandelliane ma nemmeno finzione (l'unica forse il nome e cognome di nascita trasfigurato in un nick, ma finisce lì). Nella scrittura in genere, e nel confronto anche culturale qui, più che finzione ci vedo far capolino qualche parte di verità dell'essenza di tutti i partecipanti. Nel mio caso, sono qui sopra tale e quale come sono nella vita reale, proprio uguale, nessuna finzione; e dall'altra parte ci sono proprio anime in grado di capire e decodificare, sia qui sul giardino, sia nella vita reale, certo non ogni passante per strada potrà capire ogni cosa che diciamo. Comunicazione e ascolto è fondamentale anche nella vita reale, in realtà manca qui sul blog solo il contatto visivo e tattile con le persone, ma per il resto tutti questi infingimenti non li trovo mica. Il bello del confronto virtuale qui è solo che per es. io sto a Bologna, un'altra a nord vicino Genova, una addirittura in Canada: qui invece ci si confronta nell'immediato su un tema che ci piace, ecco tutto lì, si realizza l'annullamento della distanza, non sarebbe così facile trovarsi e fare tavole rotonde nello stesso luogo e tempo (e prima che tutti fossimo liberi nello stesso momento...e magari siamo attratti dagli scritti degli e degli altri, nella vita di corsa sarebbe più difficile cogliersi, incontrarsi, distratti dalla velocità e rispettive apparenze fisiche), ma nessuno mi sembra davvero esce qui dal ruolo sociale, nè vive qui sogni taciuti o nascosti o allude a cose non dicibili come dici (mica è un privè di un club 'trasgressivo' in cui si lasciano moglie e mariti a casa eh:)) i sogni taciuti nascosti e inconsci ti auguro di realizzarli appieno nella vita reale..:)

Anonimo ha detto...

@Hesperia: affascinante il Castello, l'ho visitato, ma ormai è passato parecchio tempo, comunque mi colpì. Il pattern disneyano toglie molto alla storicità...:)
Excalibur di John Boorman è un ottimo film anche per me.
Anche il Ludwig viscontiano è un grande film, però tragico...voi signore pensate a Helmut Berger, ma Romy Schneider in quel film (Sissi un po' più donna)è un'apparizione, bellissima a cavallo, e vestita di nero con la veletta, una delle donne più belle e magnetiche di sempre, per me, non mi stancherei mai di guardarla, mi toglie il fiato.
Chretien de Troyes c'entra parecchio con quelle saghe, post davvero interessante e scritto così bene.

Hesperia ha detto...

Grazie Josh, ognuno di questi castelli visitati (ne ho visti tre, ma ovviamente la mia preferenza va al Cigno di pietra), meriterebbe mesi di studio, analisi e di indagine. Elisabetta d'Austria, Baviera e Ungheria (quella vera) ha nei ritratti (specie quello coi puntali di diamanti tra le lunghe chiome), lo stesso viso di Romy Schneider: un'assomiglianza davvero impressionante.

Sul virtuale: Internet (che vuole dire rete internazionale, non dimentichiamolo) ha aspetti insieme positivi e inquietanti. Sogni e incubi.L'idea che spezzi lo "ius loci" di ciascheduno di noi, a mio avviso è un incubo. IO sono lontano per dei Km. ma posso "collegarmi". Sicché annulla le distanze, i contesti, lo spazio-tempo.
D'altro lato (quello positivo) ti mette in contatto con persone che magari non incontreresti mai per strada o al supermercato.
Credo che su questo tema dovremmo tornare più nel dettaglio. Per intanto, vorrei sottolineare l'immensa banca-dati personali che mettiamo involontariamente a disposizione (le tracce informatiche)nel caso di una dittatura totalitaria.

Anonimo ha detto...

Che meraviglia questo blog!
Ed ora che vi conosco me lo gusto con tranquillità!

A presto!

Hesperia ha detto...

Grazie Anna, è una scommessa che ho fatto insieme ad amiche e amici che stimo, quella di un blog semplicemente culturale, allo scopo di riappropriarsi di radici italiane ed europee che spesso ignoriamo: un vero patrimonio. Ciao.