
Le piante della fascia climatica mediterranea hanno colori sgargianti e necessitano di poca acqua. Spesso si abbarbicano sui colli rocciosi dove il terreno è argilloso o addirittura sugli scogli. E' il caso delle ginestre, fiore selvatico assai comune che cresce in cespi tra maggio-giugno-luglio. La ginestra la si vede frammischiata alla macchia mediterranea tra mirti, lentischi, lauri e code di volpe (quei lunghi frustoni che si vedono nella foto).

Su alcune isole, tra sassaiole assolate non è raro imbattersi nel
papavero cornuto di un bel colore giallo squillante. Si chiama così a causa dei lunghi piccioli fatti a cornetto. Sono specie protetta e se ne vedono parecchi alle isole
Palmaria e
Tino (davanti a Portovenere).

Sulle dune e sulle sabbie roventi lungo le spiagg
e della Sardegna e del Sud della Corsica si trova il
cardo santo e
il cardo di sabbia o eringio di un grigio argenteo(foto a
sinistra) che quando secca, lascia cadere le sue

dure spine tra la sabbia bianca, ragion per cui è sempre meglio mettersi un paio di ciabatte se non si vuole conficcarsene qualcuna sotto la pianta dei piedi. E sempre in Sardegna, Corsica, Elba, Giglio, Parco dell'Uccellina e altre isole mediterranee, si trovano i
gigli di S.Pancrazio (qui a destra) candidi e profumatissimi, intorno ai quali brulicano sempre bionde api indaffarate. Questo giglio (giustamente protetto) e il
cardo eringio e santo sono piante semidesertiche.
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Ma di tutte le piante mediterranee, quelle certamente più curiose e bizzarre sono i
cocomeri asinini, una sorta di piccoli cetrioli selvatici pelosi e dalla pianta un po' spinosa che quando li si sfiora a malapena, sparano lontano i loro semi in una scia di liquido vischioso. Sembrano dei piccoli alieni da Jurassic park e li chiamano anche
sputaveleno. La conoscenza con queste piante la feci in un'estate che ero in vacanza alle isole
Tremiti. Mi trovai su un prato incolto a e, al mio passaggio, era tutto uno strano fruscio che mi spaventò: i cocomeri lanciarono i loro schizzi vischiosi sparando i loro semi in lontananza, se solo osavo sfiorarli col piede. Parevano quasi incattiviti della mia presenza e che bisbigliassero tra di loro, preparando la loro piccola guerra...vegetale.
Il
mesembriantemo appartiene all'ordine delle
succulente (cioè delle piante grasse) e in Sardegna lo chiamano semplice

mente
erba di Garibaldi. Si arrampica infatti sulle scogliere di
Caprera e di
Maddalena, o scende in suggestive cascate floreali sul mare. Cresce bene su tutta la fascia costiera. Se ne vedono molti anche in Liguria. Con i loro bellissimi fiori dalle corolle color ciclamino e dagli stami gialli che si aprono ai raggi del sole e che si chiudono in caso di nuvolosità, sono sensibilissimi barometri. E con le loro foglie grasse adunche come
artigli di una strega. I francesi le chiamano infatti
griffes de sorcière.

Per concludere, non potevo non menzionare il
fior di cappero che scende in un arbusto pensile da muri, rocce, castelli e torrioni in rovina. Ma può anche venir coltivato in lunghi e ordinati filari sui campi. Come alle
Eolie, alle
Egadi e a
Pantelleria di cui si raccolgono i bocciolini da mettere sotto sale e sotto aceto. E' un fiore stupendo con foglie grasse e carnose a forma di medaglia, e corolle candide dai lunghi stami violetti. Si raccolgono anche i frutticini oblunghi dopo la fioritura, a forma di piccolo cetriolo, che si trattano sotto aceto anche quelli, e si servono negli aperitivi.
Buone passeggiate e godetevi tutte queste meraviglie botaniche della natura!
Hesperia