Terza e ultima puntata. Innumerevoli sono le incarnazioni della Dark Lady nella cultura e nelle arti del Secondo Novecento, grazie alla diffusione di nuove ondate di artisti (e) nel cinema, e dell'ampliarsi di questo stilema declinato con nuove sfumature: nella musica, nella moda, fin di recente, ai videoclip e alle performance artistiche più varie. Smarrita l'aura di irraggiungibilità divistica delle grandi signore del cinema muto, dissolto l'alone in bianco e nero del noir americano classico anni '40, dal cinema USA, abbiamo l'epitaffio davvero magistrale di un vecchio modo di fare cinema nero, che comprende una critica pesante alle falsità del cinema stesso nella prova sui generis di Bette Davis e Joan Crawford in "Che fine ha fatto Baby Jane?" di Robert Aldrich, un viaggio nel grottesco, nella follia, nel dramma della colpa e del ritorno del rimosso del 1962, un familienroman terribilmente perturbato con tratti gotici, eccessivi, grand-guignoleschi e crudeli.Un' incarnazione del tutto bonaria del tipo è invece Carolyn Jones (nel ruolo di Morticia) (foto in alto al centro) nella famosissima serie 'La Famiglia Addams' (di cui, anche un remake con Angelica Huston) con all'interno un po' d'ironia gentile sul topos della dark lady goticheggiante, nel suo mondo bizzarro e simpaticamente head over heels. Sempre negli Usa, gli anni 70 offrono film coloratissimi, introspettivi, di crisi, con una morale dura e amara, in cui la dark lady se presente, è meno fulgida, ed è solo una parte di un racconto corale, una tra i protagonisti; non tutto è incentrato su di lei e sulla sua fascinazione come nel caso di "Marlowe, il poliziotto privato" di Dick Richards del 1975 (da Raymond Chandler, con Charlotte Rampling). Il film stesso è un omaggio nostalgico e retrò ad un cinema anni '40 (a una letteratura, e a un tipo di donna) ormai sepolti nel mito delle origini del cinema; sulla stessa linea si può porre il bellissimo e disperato "Chinatown" (1974) di Roman Polanski con Faye Dunaway, "Il lungo addio" di Robert Altman del 1973, sempre da Raymond Chandler, all'insegna della disillusione, della perdita di senso e di valori dell'esistenza nella modernità. Tra le ancor più recenti generazioni, la fascinazione di un certo mondo, contaminato con il presente, riemerge anche in David Lynch, pur con gli opportuni spostamenti simbolici, principalmente in "Blue Velvet" (Velluto blu) (1985), interpretato da Dennis Hopper e Isabella Rossellini (qui nella foto a sinistra).
Film diversi tra loro, che rappresentano solo un accenno della nuova femme fatale, che vantava già prima della Nouvelle Vague un'ampia rappresentatività traendo temi dai polar, dai romanzi polizieschi e neri, della serie noire, dal realismo poetico urbano, interpretati poi al cinema con uno stile personale, in grado di distaccarsi già alla fine degli anni '50 dal condizionamento del cinema americano degli anni '40,f ino a elaborare un universo di figure, tropi, storie proprie e profondamente... francesi.Come insegna "Lo straniero" di Camus "può farsi notte anche sotto un sole accecante e ci sono colori più neri del nero". La fittissima produzione 'gialla' e non solo di Claude Chabrol, gli 'esperimenti' di Jean Luc Godard, ognuno di loro con numerose attrici-musa (Stephane Audran, Anouk Aimée, Catherine Deneuve, Anna Karina, specialmente in alcuni ruoli) rappresentano anche un ripercorrere continuo e critico di questa tipologia del femminile, oltre che di generi cinematografici ormai storici. Sempre François Truffaut girerà a sua volta un nostalgico e ironico "Finalmente Domenica!" con Fanny Ardant nel 1982, in cui la dark lady...non c'è, nonostante un bianco e nero particolarmente sgranato (Nestor Almendros alla fotografia). La donna non è affatto pericolosa e si tratta in fondo di un divertissement "anti-noir", senza morale crudele né vera fatalità. Diversamente nella contemporaneità, un'attrice come Beatrice Dalle ha per anni sottolineato queste caratteristiche della sua immagine ("Betty Blue, 37° 2 le matin" di Jean Jacques Beineix, 1986, ennesimo ed eccentrico dramma di amore e morte).
Vera icona 'di genere' presente stabilmente in numerosi noir, horror, sarà invece nel cinema italiano e internazionale Barbara Steele (a destra)
Più dell'apparizione inquietante di Clara Calamai per Dario Argento in "Profondo Rosso" del 1975, Barbara Steele, di origine inglese, è la protagonista di molti film italiani,oggi finalmente ricordati e tenuti in grande considerazione, di eccezionale fattura e ispirazione. "La maschera del demonio" di Mario Bava, del 1958, dal racconto di Gogol. Recita poi con Vincent Price, attore di culto dell'horror, ne "Il pozzo e il pendolo" tratto da Edgar Allan Poe, nel 1961, di Roger Corman. Compare anche in "8 e 1/2" di Fellini. Diventerà la musa del cinema horror italiano con i successivi "L'orribile segreto del Dr. Hitchcock" del 1962, e "Lo Spettro" del 1963, di Riccardo Freda; "Danza macabra" e "I lunghi capelli della morte" del 1964 di Antonio Margheriti. Anche dopo un rallentamento della carriera, compare nel "Demone sotto la pelle" di David Cronenberg del 1975.
Nel mondo della musica pop e rock e dello spettacolo, va segnalata Nico ( a sinistra), prima, voce femminile, oltre Lou Reed, nei Velvet Underground (per cui canta l'indimenticabile "Femme fatale"), sviluppa una carriera solista particolare da musa sepolcrale del rock, dai testi visionari e atmosfere oniriche e glaciali (album "Marble index", "Desertshore", "The end", "Camera Obscura")
Siouxsie incarna la Dark lady gotica per antonomasia, in tematiche, stile musicale. Rinascendo dalle ceneri del postpunk dalla fine degli anni '70 dà forma finora alle sue visioni apocalittiche, con testi suggestivi, riferimenti all'esoterismo, ballate ipnotiche di passione e distruzione,una delle donne più copiate nel rock degli ultimi 30 (e oltre) anni. (album "Join hands" , "Ju Ju")
ma ancora...Diamanda Galas, soprano "sperimentale", dalle incredibili doti vocali e sceniche, dedica i suoi album a fasi particolari dell'ispirazione: cfr. "The divine punishment" con stralci dal Profeta Geremia, "Saint of the Pit" con testi da Baudelaire, Tristan Corbiere....come un'indagine su tutto il nero dell'esistenza. Da segnalare anche il suo concept-album "Defixiones-Will and Testament" dedicato al massacro dei cristiani armeni, ellenici, anatolici e greci operato dai Turchi all'inizio del secolo scorso, e per decenni insabbiato con pretesti vari.
ma ancora...Diamanda Galas, soprano "sperimentale", dalle incredibili doti vocali e sceniche, dedica i suoi album a fasi particolari dell'ispirazione: cfr. "The divine punishment" con stralci dal Profeta Geremia, "Saint of the Pit" con testi da Baudelaire, Tristan Corbiere....come un'indagine su tutto il nero dell'esistenza. Da segnalare anche il suo concept-album "Defixiones-Will and Testament" dedicato al massacro dei cristiani armeni, ellenici, anatolici e greci operato dai Turchi all'inizio del secolo scorso, e per decenni insabbiato con pretesti vari.
Gitane, Demone vocalist dei mitici Christian death (album "Catastrophe ballet"), ora con attività solista, ha mescolato gothic rock con accenni soul e blues (da ascoltare l'ottima "Lullaby for a troubled man"). Una menzione speciale va per la poetica voce e presenza di Rose McDowall, già collaboratrice di Current 93, Coil, e di vari progetti musicali in ambito neofolk, oltre alla sua carriera nelle Strawberry Switchblades e Sorrow. Ancora Monica Richards e Faith & The Muse....
Insomma, a ben vedere la dark lady si è trasformata nel tempo, ora replicandosi, ora, contaminandosi con vari generi musicali, artistici, nelle arti visive e non ultimo anche nel fumetto d'autore.
Autore: Josh
24 commenti:
Beh, visto che siamo alla fine della serie (bravo Josh e complimenti!) facciamo pure un piccolo cenno sulla moda e il costume.
Quasi tutti gli abiti delle signore in nero da te citate nella trilogia, sono state vestite a Hollywood dalla grande costumista Edith Head, che ha ricevuto parecchi Academy Award, proprio per i costumi. Oggi questi abiti sono oggetti di culto per i collezionisti.
Ha vestito Barbara Stanwick in La "Fiamma del Peccato", Alida Valli ne "Il caso Paradine", Kim Novak in "La donna che visse due volte" e Eva Marie Saint in "Intrigo Internazionale" e molte altre dive.
Un'altra piccola notazione delle dark lady attuali è il tratto paranoico, compulsivo e piscopatico che le affibbiano (Kim Basinger in "Analisi Finale e Glenn Close in "Attrazione fatale" ad esempio). Povere donne! :-)
Grazie dei complimenti immeritati, Hesperia, anzi grazie a te anche dell'aiuto perchè da quando è nata la 'saga' di questo tema, come sai, di trasformazioni me ne sono capitate parecchie, tra pc che si rompono, suocera, traslochi e rivoluzioni più o meno piacevoli, insomma è un miracolo avere ancora la testa a posto per scrivere....
Infatti stasera me ne sto in pantofole.
Ah sì, Edith Head i premi per i costumi li ha meritati proprio tutti. Fa parte di quell'alto artigianato d'arte che speriamo non sparisca.
Sicuro nelle attuali dark lady cinematografiche si sfiorano psicopatologie serie, si insiste molto sull'aspetto 'somma di perversioni' e vari intorcicamenti mentali e comportamentali. Mi viene anche da dire che se per un verso è mutata la misura 'classica' del racconto, è anche vero che la realtà che ci circonda ha raggiunto un grado di follia notevole, forse c'è un qualcosa di realistico (a mio avviso in entrambi i generi m e f).
L'essenziale è sopravvivere e riuscire a portare a termine i nostri progetti creativi, non trovi? E a volte aiutano. Ma dove sono finiti i tuoi belli avatar? Non vedo né il mausoleo né il cavalluccio :-).
A proposito della moda legata alla femme fatale, è chiaro che il cinema abbia reso indimenticabili alcuni abiti con i quali la dark lady si rivela nella sua aura sfolgorante.
Chi non ricorda l'abito verde smeraldo di Madeleine-Judy (alias Kim Novak) quando fa il suo ingresso al ristorante col marito e James Steward la scorge per la prima volta? E perfino le pettinature e acconciature (il celebre caschetto di Louise Brooks coi due "tirabaci" sulle guance di "Il vaso di Pandora", ad esempio).
Per non dire dei dettagli come ciondoli, gioielli e monili (il braccialettino alla caviglia della Stanwick in "La fiamma del peccato" che poi si è diffuso a livello di massa).
Poi ci sono le donne dark del rock e pop, e allora la moda diventa un po' più casual in pelle nera (pantaloni o chiodi) o un po' più "metallara" o borchiata.
Per finire anche il fumetto ha ripreso questo lontano archetipo (Eva Kant in Diabolik, Satanik, Cat woman, Valentina, Corto Maltese e le sue gitane ecc.).
Visto che sono stato tirato in ballo in materia di detective privati, :-) aggiungo qualcosa riguardo ai ruoli femminili che nei noir attuali sembrano essersi ridotti e marginalizzati.
Mi viene in mente per esempio "L.A. Confidential" tratto da un romanzo di Ellroy dove Kim Basinger interpreta il sosia (o meglio il clone) di Veronica Lake, senza però avere una parte così essenziale nell'intrigo.
E anche in "Chinatown", di Polanski, ispirato con ogni probabilità alla Signora di Shanghai il personaggio intepretato da Faye Dunaway, è un bel po' più sottotono, nonostante la torbida storia di incesto col padre che la riguarda, rispetto al ruolo di Rita Hayworth.
Per me, un noir senza la dark lady alla fine non è nemmeno un noir e difatti quello di Truffaut è un gialletto-rosa che francamente mi ha entusiasmato poco.
grazie Josh
una piacevole lettura
ciao
sarc
Ciao Josh, ben tornato, spero che i tuoi problemi si siano sistemati:-)
Devo dire che la tua trilogia sulla dark lady, é da antologia del cinema, tanto é esauriente e completa.
Un lavoro con i fiocchi.
Non te n'é sfuggita nemmeno una:-)
Ho salvato le puntate sul PC, perchè una "panoramica" come la tua é sempre un piacere da leggere e può servire anche per un consulto sul tema.
Fra la parata di "dark lady" che hai presentato questa volta, la mia preferita è Morticia: adoravo La famiglia Addams (quella originale).
Vedo che hai citato anche Angelica Houston, una bravissima attrice, ma che nei panni di Morticia non mi ha convinto.
Ciao Are
Hesperia, gli avatar ci sono tutti! :-) Come dici, la moda ha avuto un ruolo non secondario nel sottolineare questo tipo.
Philip Marlowe, vero, ma Truffaut a parte Finalmente Domenica, con i suoi Jules et Jim, La sposa in nero, ma anche Tirate sul pianista! di noir ne ha fatti, diciamo, in senso pieno.
In realtà il caso Francia e noir ( e riletture critiche) in genere meriterebbe un'enciclopedia...A tutt'oggi da Jean Jacques Beineix a Leos Carax la struttura classica dei film è ancora molto forte nonostante le apparenze di un montaggio stravagante o di alcune scelte creative e modaiole.
Per i noir USA dagli anni '70 in poi, certo lo smalto è minore, e meno fattori ruotano intorno alla dark lady: i motivi sono molti. _Nei film noir USA '40 il senso costante è una morale spietata, quasi veterotestamentaria: infatti la dark lady classica è una Eva, e nello stesso film la città è una Gomorra, o Babilonia: sono 2 funzioni del racconto cioè, negative entrambe, e in equilibrio.
La donna/Eva/Dark lady porta a perdizione, così come la città è il Regno di Caino, un oscuro ingranaggio che stritola. Questo in tutto il noir classico.
_nei noir USa anni '70 nostalgici diciamo che questa Eva/dark lady passa in parte in secondo piano perchè viene messo l'accento sulla crisi dei valori, sulla morte della società, sulla fine anche della lealtà tra uomini, sulla crisi del patto sociale, sul potere del denaro ma non solo legato alle malizie delle donne, sull'assurdità dell'ingranaggio (cioè Babilonia è sempre più Gerusalemmme caduta e idolatra).
Questo spostamento della messa a fuoco dell'analisi, all'interno del soggetto dei film, finisce per topgliere un po' di spazio alla dark lady.
Sarcastycon, troppo buono. :-)
Aretusa, grazie del bentornato...mah quei problemi lì credo dureranno anni, diciamo che al momento abbiamo trovato un modo per arginarli per un po'.
Secondo me qualche dark lady mi è sfuggita:-)Sulla perdita dell'aura della dark lady USA nei '70, già Hitchcock la demitizza nel film del 1976 'Complotto di famiglia' (lì è Karen Black)
....un'altra, invece tuttora all'opera, di classe, non al cinema ma nella musica è Monica Richards,
vocalist dei Faith & the Muse
http://www.mercyground.com/sounds/home.html (si può guardare e sentire)
Per gli Addams, Morticia piaceva anche a me, ha accompagnato la mia infanzia. Penso che Angelica Huston sia una brava attrice, magari in altri films.... di Carolyn Jones ce n'è una sola! :-)
Bentornato anche da parte mia, Josh! In quest'ultima terza parte vedo che sottolinei il passaggio della dark lady e femme fatale dalla cultura alta a quella pulp e di largo consumo. A mio avviso non senza qualche rischio. E non solo per la perdita d'aura di cui avete già parlato. Ma perché mi pare che siamo arrivati alla serialità e riproducibilità di dozzina. Se pensiamo a tutti i bei dipinti così rari e unici di grandissimi maestri del colore, ai film di grandi artisti che l'hanno celebrata e ci accontentiamo poi dei dozzinali modelli underground del rock e pop, beh...non vorrei che ci fosse il rischio che anche Luxuria o Marilyn Manson, passassero per dark lady e donne fatali. Ciao a tutto il Giardino.
cara Demetra, bentrovata...comunque Luxuria e Marilyn Manson & Dita Von Teese sono ben fuori dai canoni, anzi sono proprio out.
Penso, almeno personalmente, che le artiste anche rock citate siano di tutto rispetto, almeno nel loro genere, come autrici (di testi e musiche)e interpreti/performer...e non siano nè davvero pop, e niente affatto di largo consumo.
per es. Nico, Siouxsie, Diamanda Galas non sono mai state nè sono oggi nè davvero pulp nè 'di massa', nè fanno una 'vulgata' anche perchè i i loro testi, per esempio, sono poetici e frutto di ricerche non così immediate, non si tratta solo di moda, ma di carriere lunghe decenni.
Solo un altro genere di 'performing arts'...le succitate non sono nè seriali, nè simili tra loro, nè tanto facilmente riproducibili.
Non mi sentirei di chiamare Siouxsie o Monica Richards o Lydia Lunch dozzinali modelli underground, di dozzinale non hanno nulla.
O se sono dozzinali loro, le gran signore, beh ce n'è di roba da buttare, prima.
Scusa caro Josh, ma nella musica non abbiamo evidentemente gli stessi gusti. Nulla di grave, spero. A me vedere una pazza che ulula tra le candele accese contorcendosi come una diavolessa, francamente mi fa un certo effetto. Ancora di più dopo averla sentita nell'Anticristo. Poi quella tratta da Baudelaire Heautontimorumenos ovvero Il punitore di se stesso, la trovo insopportabile. Faccio malapena fatica a sopportare la perversione nella poesia (sebbene Baudelaire lo trovi geniale) , figurarsi nella musica pop o rock.
Il pezzo di Nico "Femme fatale" ha giri armonici e melodie abbastanza acquisiti e la trovo datatissima.
L'altra che hai messo in link non l'ho ancora ascoltata. Ma poi magari ti dico la mia :-)
Josh, abbiamo dimenticato la perfida "Marchesa di Meurteil" de "Le relazioni pericolose", nella versione interpretata da Glenn Close: davvero malvagia nello schermo come nel romanzo di Laclos.
Da allora Glenn Close, non si è tolta più la parte della cattiva di dosso (compresa nel ruolo di Crudelia Demon).
Una precisazione su quanto hai detto a Marlowe sul noir. Jules e Jim, interpretato da Jeanne Moreau non fa parte di quel genere, nonostante lei faccia la parte di una femme fatale. Appartiene al genere sentimental-drammatico, ma non è un noir. Tanto meno lo è il romanzo omonimo di Henri-Pierre Roché da cui è tratto.
Al contrario, ha uno svolgimento arioso, leggero e tutto girato in esterni, con il triangolo amoroso come protagonista.
@Demetra
i gusti son gusti. E lo spazio nei commenti è anche atto a ospitarli.
uno può detestare il rock.
A me piace parecchio la classica, il jazz, ho un'impostazione classica, ma mi piace anche il rock e la rottura dell'armonia classica. Qui si cercava un filo conduttore di un concetto.
Francamente trovo azzardati i da te citati Marilyn Manson, che fa metal-postindustrial, che non può centrare nulla con le dark lady visto che è un maschio, e Luxuria che nemmeno fa nè cinema nè musica.
A te non piacerà il rock, nulla di che. O forse trovi insopportabile il pattern gotico, cosa innata infatti il piacerselo o meno.
Non parlare di goth in un post sulle dark lady mi pare comunque un po' difficile.
Rimango però dell'idea che Nico, se datata o meno (del resto femme fatale era di qualche decennio fa, cioè il brano ha quasi 50 anni, in un post che ha un percorso principalmente 'storico') non sia dozzinale, specie negli album solisti citati; la sua versione di My funny valentine in 'Camera Obscura' è commovente, così la sua 'heroes' , 'the end', frozen warnings' ed è andata ben oltre il rock, fino a una commistione non banale con la musica sacra. E non lo hanno fatto in dozzine.
Uno può ben dire 'non mi piace', ma immagino anche che non hai gli album citati, e non hai mai visto nessuna delle suddette dal vivo.
Idem non mi pare che Siouxsie, beninteso nel rock, sia dozzinale, visto che ha inventato da sè un genere, non è la brutta copia di nessuno;
Diamanda Galas anche se a tratti orripilante sia senza talento o dozzinale nemmeno lo penso, nè le sue ottave si trovano dappertutto.
Se il gusto non è opinabile, E' il tuo concetto di "riproducibilità di dozzina" che non trovo applicabile a queste artiste, che non sono nemmeno loro tutte insieme una dozzina.
Ma è anche vero che non è da tutti avere una Venere in Scorpione
:-)))
Nessie, chiaramente ho messo tutto nel calderone, è chiaro che Jules & Jim non è in sè un noir, nè il libro di Rochè nè il film, anzi il film è arioso...con alcune soluzioni geniali di regia (la ripresa al tavolo da pranzo all'aperto, la corsa sul ponte con jeanne coi baffi e la sigaretta, le parole delle lettere scritte sullo schermo): il nero in quel caso risiede nel cuore volubile e pericoloso di Jeanne.
Credo la scena finale sia spiazzante, con quella macchina nera che va veloce e diretta verso il baratro, come un taglio netto.
visto che siamo al momento delle specifiche, ne scrivo un'altra:
@Hesperia, quando scrivi "Poi ci sono le donne dark del rock e pop, e allora la moda diventa un po' più casual in pelle nera (pantaloni o chiodi) o un po' più "metallara" o borchiata."
urge un distinguo. Nel rock e nel pop, 'dark' in Italia indica goth nel resto del mondo, è legato a una cultura musicale darkwave e coldwave solo ed esclusivamente del post-punk, che rispolvera medioevo, e 1800 fin de siecle con tendenze varie. C'è il nero, talvolta dettagli rossi e viola, ora pelle, ora corsetti, cose neovittoriane, pizzi, anche gonne. ma nulla di metal.
Il metal, sia come subcultura sia come stile è tutt'altro, a mio avviso una vera grezzata, e anche alcune commistioni recenti doom-metal, o un certo finto gothic-metal non ha alcun debito con il post punk o la new wave nè nell'estetica nè nella musica (bassi, chitarre, temi sono tutt'altri), perchè il metal deriva diretto dall'hard rock dei primi '70.
Per chiarezza, tra le citate, Nico non ha mai fatto metal, Siouxsie non ha mai fatto metal, Monica Richards e i Faith & the Muse non hanno mai fatto metal, Diamanda Galas non ha mai fatto metal, Lydia Lunch non ha mai fatto metal, Gitane Demone non ha mai fatto metal, Rose McDowall non ha mai fatto metal, nè per quel che importa, appartengono a quella subcultura, nè si sono mai vestite come metallare.
Josh, ma che spiegazioni da attento lookologo! Io per "borchiato" mi riferivo tuttalpiù a qualche fibbia e non direttamente all'heavy metal. Hai fatto lo stilista per caso? :-)
Hesperia, il mio c.v. va con elasticità da sgomberacantine a insegnante :-))
Però no, lo stilista non l'ho fatto, non fa per me, ma in campo pubblicitario (e familiare) ci ho avuto a che fare.
Il distinguo era attento anche perchè amanti della new wave/gotici/e e all'opposto metallers (quelli che ruttano invece che cantare) si detestano con tutto il cuore da quasi 40anni, non hanno gli stessi miti, nè le stesse musiche né origini, nè lo stesso stile di abiti, hanno addirittura concerti, locali e negozi ben separati. Sempre meglio non si incontrino :-))
Per Demetra: la prox volta con argomento musicale potrei parlare ampiamente dei miei cori per Cesar Franck in chiesa, o di Puccini, o un post su Satie e la sua arte povera scarnificata.
Ma non riuscivo stavolta a farli entrare come femme fatales nella 2nda metà del 1900 :DD
OT: Josh, non ho nulla contro il mondo del rock (ai concerti ci andavo anch'io); a patto che lo si lasci confinato nel suo dominio.
Ieri ho assistito all'insediamento di Obama e a tutta l' Obameide: beh,francamente pareva un 'oceanica adunata in stile Woodstock. Un megaconcerto rock in mondovisione.
Aretha Franklin poi con quel cappellino con la farfalla con strass, faceva rimpiangere quando friggeva polli fritti in ciabatte e grembiule ne "I blues Brothers" :-)
Hesperia, ho visto solo un pezzo dell'insediamento di Obama ieri.
L'adunata era oceanica, vero...sai che a me sta storia dell'Obama "il più bello" (a me pare mostruoso) con la "moglie più bella" (ah sì?), hanno anche detto "magra" (eeeeeh?) ed "elegante come Jacqueline" (daje!)
mi ha stufato un sacco.
Però non mi ha dato proprio l'idea di adunata oceanica alla Woodstock (io per es. vado ancora, non sempre al Wave Gothic Treffen e al M'era Luna festival....per il jazz invece ad altre cose più raccolte, per la classica a teatro: ogni cosa ha un suo ambito)...
Se Woodstock fu, in parte, anche spontanea, l'Obameide fluviale mi sa di 'cosa preparata', una regia calcolatissima, erano state chiamate le varie comunità che volevano esser rappresentate all'Obameide, e certo tanta gente IPNOTIZZATA che crede ciecamente nel divin presidente come a un dio, un senso di idolatria disturbante....
Aretha Franklin...guarda per me è una grande artista soul e ho molti dei suoi dischi, anche io la preferivo nei Blues Brothers, ma l'ubriacatura obamiana è grottesca su tutti: Aretha poi vedo che insiste, perchè già era al concerto per Bill Clinton, si vede che non le è bastato.
In queste cose, fossi un artista, sarei molto più 'schivo'...nella vita personale Aretha mi pare comunque caotica: figlia di un pastore, diventa ultraliberal, ha 3 o 4 mariti,e dai con tutte le cause de ultrasinistra travestite da 'battiste' (in realtà l'antica fede battista aveva una certa severità ed etica che poco c'entra con i canti carnascialeschi o certe scelte ultraliberalsinistrate)... Chiaro allora che i discorsi sognanti con i vagheggiamenti di Obama (con un po' di Kennedy di Lincoln di Roosevelt, preparati a tavolino) fanno colpo, bastano 2 o 3 paroline magiche, la "libertà", il "sogno", la "passione", l'"unità", "il...dialogo", la "speranza" e blablabla e si adunano masse oceaniche....
Detesto poi l'aura 'messianica' creata ad hoc attorno ad un politico, che , delle 2, invece che darmi l'idea del Messia, mi dà nettamente l'idea del suo contrario, un po' come in Apocalisse, specie quando si ululano troppe 'gloriae' nelle piazze da parte di troppa gente.
Mah...Scusa Josh ma alla spontaneità dello showbiz e degli eventi musicali, francamente non ci credo neanche se la vedo. Quanto a Woodstock, avrà ospitato tanti bravi cantanti e artisti rock, ma non dimentichiamoci che in questi raduni di massa girano fiumi di droga a gogò, promiscuità, gente che si spoglia nuda a fumare spinelli, dimenticando di curare i loro pargoletti, magari abbandonati sull'erba ecc. Queste cose le so bene, visto che vengo da quella generazione. Suvvia, cerchiamo di essere un pochino onesti e obbiettivi fino in fondo. Li ho visti io coi miei occhi al concerto di Dylan a San Siro, farsi delle canne giganti, e vedere girare bustine sugli spalti...
E comunque la cultura politica americana di massa è quella del grande raduno (convention) e non certo quella della regalità con tanto di etichetta. Fine dell'OT, e chiedo scusa.
Beh sì c’era un’organizzazione anche lì, lo showbiz c’è. Woodstock non appartiene alla mia generazione, non c’erano i generi di qui parlavamo qui, ma di mio gradimento c’erano Jimi Hendrix, Janis Joplin, Sly & the Family Stone, i Grateful Dead, i Creedence Clearwater Revival, i Blood Sweat and Tears, che apprezzo, ma non sono un hippie né un freakettone nè un fautore di peace and love floreale:-)
giravano anche parecchi soldi (showbiz), per spontaneità intendevo passione per la musica. C’era anche dell’altro. Chiaramente W. fu una grande adunata in cui girava droga, sesso, nudità e molte cose…oltre. Io non la vedo così unicamente perché quando vado a un concerto è solo per la musica, solo per i suoni, da sempre non uso droga, non faccio sesso in pubblico in mezzo a sconosciuti, né abbandono i miei figli nel prato tra gente ignuda (i figli stanno a casa, specie se piccoli), perché ho una personalità mia non condizionabile. Ma sicuramente molti vivono i concerti così come descrivi. Bustine e robe varie circolano, è che a me non interessano. Non ne sono esenti neanche i teatri, talvolta.
A me non piace il grande raduno di massa della politica americana, per quanto sia senz’altro una loro forma mentis costante….non ho una passione politica così vicina a una ‘fede’ e mi annoierei a morte, penso che la politica attuale sia fatta da lobbies economiche extranazionali, e non nutro alcuna vera speranza in uomini politici che in realtà altro non sono che espressione di quelle lobbies e così sarà la loro politica negli anni successivi, senza nessuna eccezione. Mai sopporterei attese di ore, e discorsi lunghi mezze giornate con ricchi premi e cotillons perchè non ripongo umane nè sovrumane speranze in un 'uomo' più o meno carismatico. Sei scusatissima per il simpatico OT
PS: E' evidente che i concerti rock contagino tutti e ovviamente non tutti i giovani che vi accedono, appartengono alla genìa che abbiamo testé descritto (e per fortuna!). Ma l'episodio (per me angoscioso) del bambino "dimenticato" che strillava, purtroppo l'ho visto coi miei occhi al concerto di Dylan, con l'autoparlante degli organizzatori che continuava a fare annunci su quei scelleratissimi genitori con tutta probabilità...in trip.
Beh, per fortuna oggi l'Obameide (o Obamiade) è finita e si raccolgono i rifiuti dei "ricchi premi e cotillons" :-)
La mia preferita di questa sezione di dark lady (per tornare al topic) è la Moreau che ricordo di aver visto anche in 'Eva' di Joseph Losey e ne La storia immortale di O. Welles.
Ottima attrice Jeanne Moreau, caro Philip Marlowe, mi ha sempre intrigato. E sono speciali i 2 film che citi, "La storia immortale" di Welles è poetico e geniale (in realtà non ho trovato nessun film 'brutto' di Welles...mi ha sempre inchiodato alla poltrona).
Ricordo che "Eva" di Joseph Losey mi colpì moltissimo: nella colonna sonora del film c'è una versione capolavoro, proprio intensa, di "Willow weep for me" di Billie Holiday, montata sulle immagini.
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