venerdì 15 maggio 2009

La regina Teodolinda tra storia e mito



Una nuova provincia s'affaccia ai nastri di partenza, fissata per il 6 e 7 giugno prossimi. Cinquantacinque comuni della provincia di Milano si sono uniti per dar vita alla provincia di Monza e Brianza. Questo post è dedicato a lei.

Il 15 maggio 589, a Verona, nell'accampamento dei Longobardi, di fronte ai cavalieri addobbati e schierati per il grande evento, venivano officiate le nozze fiabesche tra il loro re Autari e la giovane fidanzatina Teodolinda; da quel giorno Teodolinda sarebbe entrata a pieno merito nella storia e nella leggenda. Storia e leggenda di alti e bassi. Bassi, come quado Dante la ignorò o dimenticò di citarla nella Divina Commedia. Colpa non tutta sua, forse, perchè i Longobardi, come prima di loro i Celti, tramandavano solo oralmente le loro storie, e può darsi che a Dante, dopo circa 600 anni dalla morte di Teodolinda, delle storie di lei non fosse pervenuto nulla; altrimenti l'avrebbe sicuramente cantata nel Paradiso, creando per lei versi intuitivamente entusiastici e di facile ispirazione. E' singolare la storia della regina Teodolinda: acclamata, protetta, benvoluta dal suo popolo, ma anche da popolazioni italiche, conquistate con la forza dall'esercito dei longobardi invasori, e sottomesse alla mercè del loro arbitrio. La popolazione italica che più di tutte è stata avvinta dal carisma di Teodolinda, è stata quella brianzola, e in particolare Monza, che in particolari momenti della sua storia, aveva pensato perfino ad una sua santificazione.






Teodolinda, figlia di Garibaldo, duca di Baviera, re dei Bavari, entra nelle cronache alto medioevali, tanto spesso tragiche e sanguinose, nei panni di una principessa da favola. Già quando Paolo Diacono, ascoltando la poesia orale del suo popolo, trascrisse sulla pergamena tradizioni e leggende, sottolineò come la regina, con il suo operato, fosse benvoluta sia dal popolo sia dai grandi di quell'epoca.






Il merito di Teodolinda fu quello di spianare la strada all'integrazione fra Longobardi e Romani, poichè attraverso coraggiose scelte di carattere religioso, portò pace e benessere alle terre da lei governate. La pace tra Longobardi e l'Impero Romano fu un impegno costante che venne benevolmente accolto anche attraverso contatti epistolari con Gregorio Magno. La sua collaborazione con il Papa non si svolse solo sul piano religioso, ma anche su quello politico. I loro sforzi congiunti favorirono un accordo che garantì una pace decennale nel VII secolo. Gregorio serbò riconoscenza alla regina per il suo impegno sociale e politico, e le inviò numerosi doni per suggellare il rispetto e l'amicizia.






Il popolo, colpito dalla straordinaria figura della regina, celebrò attraverso racconti e leggende la potenza e la bellezza di questa affascinante sovrana Longobarda.
Eccellente cavallerizza, era giunta a Verona col suo sfarzoso seguito e il 15 maggio 589, e nel campo di Sardi, presso Verona, dov'era schierato l'esercito longobardo, avvennero le nozze tra Teodolinda e il re longobardo Autari.






A Pavia, conquistata anni prima da Alboino, e scelta quale capitale del Regno Longobardo, giunse Teodolinda, forse nella stessa estate di quell'anno 589. Ma essendo abituata al clima più fresco e temperato della sua Baviera, si trovò forse impacciata al clima estivo di Pavia, caratterizzato da elevata umidità, essendo Pavia nel basso della Pianura Padana lombarda e proprio a ridosso del fiume Ticino.






All: http://untourperpavia.blogspot.com/)Fu forse per la torridezza del suo clima estivo, che, durante il suo periodo di reggenza, Teodolinda fece spostare la capitale da Pavia a Milano, creando poi a Monza la residenza estiva, dove il clima è indubbiamente ancora migliore.






E al nome moderno della città di Monza (Modicia per gli antichi Romani) è legata una delle leggende più diffuse, create intorno la figura di Teodolinda. Ne circolano di varie versioni, che si differenziano solo per la località di partenza da cui Teodolinda iniziò la famosa passeggiata a cavallo, che poi la stancò, facendola assopire e quindi sognare.






Già il fatto che il luogo di partenza della passeggiata a cavallo sia diverso tra le varie versioni, la dice lunga sul valore storico delle leggende, ma insegna anche che la Regina aveva saputo circondarsi di un tale affetto dalle sue popolazioni che andava spesso a visitare in groppa al suo cavallo, tanto da diventare poi per loro un mito. Si può pertanto affermare che ogni borgo, ogni paese della Brianza abbia una leggenda che la lega inestricabilmente al suo mito.La leggenda del nome dato a Monza, narra che





Teodolinda si era da poco convertita al cattolicesimo e una notte, in sogno, le apparve il Salvatore che le disse di costruire una chiesa nel luogo dove le sarebbe apparsa una colomba. Teodolinda si svegliò e decise che avrebbe seguito il consiglio avuto nella notte. Un giorno, uscendo dal castello di Pavia, andò a caccia nel territorio di Monza e, mentre cavalcava nella foresta, stanca, si fermò a riposare lungo le rive del Lambro, all'ombra di un albero. Appena addormentata, in sogno, le apparve la bianca colomba che si fermò poco lontano da lei, indicandole dove avrebbe dovuto costruire l'edificio religioso.





Nella cappella all'interno del Duomo di Monza (nella foto a destra), sono affrescate quarantacinque scene della vita della regina Teodolinda e tra queste vi è quella riguardante questo sogno. Il pittore, descrivendo questa scena, ha realizzato la figura della regina e l'immagine della colomba con le parole che vennero pronunciate dai rispettivi personaggi che sono: Modo (qui) ed Etiam (si). Dalle due parole pronunciate dalla colomba e dalla regina si formò il nome di Modoetia (Monza)." (*)Il personale interessamento alla figura della regina Teodolinda, risale al tempo della mia giovinezza, quando sentivo raccontare ciò che ancora rimaneva delle antiche leggende sulla chiesetta romanica-medievale di Sant'Eusebio, a Cinisello Balsamo, incentrate tutte intorno la figura della mitica regina longobarda. L'interesse si è riacceso più tardi quando, nella Storia di Nova Milanese, mi sono imbattuto in due leggende: quella più conosciuta, riguardante la "Strada della Regina" (**), che passa per Nova, e, quella meno nota, sulla chiesetta dell'Assunta, di Grugnotorto, frazione di Nova Milanese, che la leggenda vuole sia stata voluta dalla regina Teodolinda (**).










Bibliografia: In Brianza sulle tracce di Celti e Romani (Donatella Mazza); Teodolinda regina dei Longobardi (Antonello Marieni) (*); Teodolinda la Longobarda (Alberto Magnani - Yolanda Godoy); Storia di Nova (Massimo Banfi - Angelo Baldo) (**). A dimostrazione del fatto che a Monza e Brianza l'interesse per la regina Teodolinda è più vivo che mai, domani, 16 maggio, in occasione della kermesse annuale regionale "Fai il pieno di cultura", a Palazzo Borromeo di Cesano Maderno verrà presentato un nuovo libro dall'emblematrico titolo: "Teodolinda il senso della meraviglia".












Autore: Mario (Marsh)

11 commenti:

Hesperia ha detto...

La Corona Ferrea mi fa ricordare quando da bambina stavo incantata ad osservarla dalle pagine del sussidiario che divoravo con attenazione maniacale perché allora non c'era che quella fonte di istruzione. La storia delle invasioni barbariche era il mio periodo preferito. Bisognerà cheuna volta o l'altra mi rechi a Monza a visitarla. Ciao Marsh

Josh ha detto...

Buongiorno Marshall e complimenti per il post, sfaccettato e intrigante. Ignoravo la novità della creazione di questa nuova provincia.
Monza in particolare riveste un po' d'importanza nella mia vita personale perchè è stata in passato...sede di concorsoni per me, e di lunghe sedute alla biblioteca.
Approfitto per segnalare alcuni panorami, c'è di più oltre l'autodromo...è città romana, longobarda, medioevale, asburgica e napoleonica. Cliccando al link si può andare avanti con la freccina, non c'è solo la prima foto....

http://www.panoramio.com/photo/11046353

Anche Pavia che citi è una città di fascino. L'umidità tipica si trasforma in autunno in un'atmosfera sospesa e indefinita.
Mi vengono in mente 2 personalità di epoche diverse legate a Pavia, che in qualcosa rivelano tratti della città: lo scrittore Carlo Dossi, il pittore Tranquillo Cremona.

Teodolinda è una figura affascinante. Bellissimo il gioiello che Hesperia da piccola osservava:)

Marsh ha detto...

Ringrazio l'infaticabile HESPERIA per l'editor e la puntuale e precisa iconografica aggiunta al testo.
Ho scoperto due refusi, semlici errori di battitura, dei quali mi dolgo, ma che comunque non vanno ad inficiare sulla qualità e il contenuto storico dello scritto.

marshall ha detto...

Caro Josh,
citandomi Pavia, m'hai fatto venire i lacrimoni.
La conosco benissimo e l'ho percorsa in tutte le sue direzioni, soprattutto a piedi e con qualunque condizione di tempo. Ho fatto visita per anni alle tipografie cittadine, per quasi tutte delle quali serbo gran bei ricordi.
Splendida città, splendidi abitanti!

Hesperia ha detto...

Marsh, io di "refusetti" non ne ho trovati. Se non alla parola Teodolinda dove ci mancava una "d", ma ho corretto. Mi piacerebbe sapere quelle pietre preziose della corona che cosa sono. Senz'altro ci saranno dei rubini e dei topazi.

Marsh ha detto...

Hesperia,
i refusi si trovano nell'ultimo capoverso, prima della bibliografia. Se vorrai correggerli, te ne sarò grato. Si riferiscono alla parola "pronunciate", ripetuta due volte, e due volte con un refuso diverso. Ma niente di grave.

Per quanto riguarda la Corona Ferrea, anche su di essa corrono varie leggende; la più bella l'ho letta su uno dei libri citati nella bibliografia: "Teodolinda regina dei Longobardi". La trascrivo e la mando a Marcello, pregandolo di pubblicarmela su Aquaeductus in coda al presente post, che dice essergli piaciuto molto, e che avrebbe il piacere di annoverare nel suo sito.
Intanto esaudisco una tua curiosità, che poi è anche mia. Recenti studi sulla Corona Ferrea hanno svelato che essa in realtà è un'insegna regale ostrogota risalente all'età di Teodorico e passata in successione ai Longobardi e ai Franchi. Venne rifatta nel IX secolo da Carlo Magno INTEGRANDOLA CON 21 SMALTI AZZURRI, AMETISTE E GRANATI ED ISERENDOVI NON UN CHIODO DELLA CROCE MA BENSI' UN ANELLO D'ARGENTO.
Pertanto l'aggettivo "FERREA" deriverebbe dal Kamelaukion, l'elmo con DIADEMI del tempo di Teoderico, realizzato con una struttura di telaio circolare in ferro.
E poichè è stato citato Teodorico, ache su di lui ci sono leggende che lo legano a Monza. Sembrava avesse fatto costruire un palazzo a Monza, il Palazzo di Teodorico, del quale però non è rimasto nulla.
In ogni caso, scorrendo la storia di Monza, scopro fatti a me rimasti finora ignoti, che mi portano a declamarne la sua grandezza.
Ciao.

marshall ha detto...

Mario,
ti scrivo questa precisazione di carattere puramente accademico, desunta dal Corriere Milano di ieri, 19 maggio 2009: i comuni della nuova provincia di Monza e Brianza sono 55, ma solo in 50 di essi si voterà per eleggere il presidente della provincia e i 36 consiglieri provinciali, perchè 5 comuni si sono agguunti in extremis nel perimetro della nuova provincia. Andranno quindi al voto 783 mila abitanti.

Anonimo ha detto...

Chi vive in Lombardia ricorderà che la parola deriva da Longobardia (cioè il territorio dei Longoboardi). Questa tribù di barbari, il cui nome deriva a sua volta da "lunga barba", deve aver lasciato qualcosa nel dialetto milanese e lombardo, che fa pensare un po' a un patois barbarico-germanico.
Ernesto

Marsh ha detto...

Marshall,
grazie per la precisazione. Conoscevo il dato statistico, ma non l'avevo menzionato perchè ininfluente ai fini del tema trattato. Comunque sia, grazie.

Marsh ha detto...

Ernesto,
le versioni più accreditate sull'origine della parola longobardi, sono almeno tre.
Oltre a quella da te ricordata, ve n'è una che li ricorda per le loro lunghe lance, o darde accuminate, usate per cacciare (lung dard, lung bard), e quella che ricorda le loro origini di provenienza: i bordi o bardi del fiume elba - "lungo i bardi del fiume" (lung i bard).

Ancora oggi, chi ha sicure antiche origini longobarde, è facilmente riconoscibile; oltre che per i tratti somatici particolari, anche per le capacità mnemoniche molto sviluppate. E' da ricordare che non avevano l'uso della scrittura e quindi si tramandavano tutto oralmente, riuscendo a tenere a memoria fatti accaduti fino a sette generazioni precedenti.

C'è di buono che, pur essendo pagani o ariani, ai locali sottomessi avevano lasciato ampia libertà di fede. E la loro conversione al cristianesimo, potrebbe essere vista come una logica conseguenza di questo loro "liberalismo". E forse è anche da ciò che deriverebbe l'attaccamento alla fede cristiana dei milanesi (dopo Roma, Milano è la diocesi col maggior numero di cattolici).

Anonimo ha detto...

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