Telemaco Signorini nasce a Firenze nel 1835. Fa parte della corrente dei Macchiaioli, ma si distingue per scelte d'arte personali: da caratterizzazioni sociali in alcuni temi, a influssi espressivi che ricevette dai numerosi contatti illustri, e per l'elaborazione di un forte linguaggio. La pittura dei macchiaioli ha una trama di relazioni con l'impressionismo anche se sviluppa una propria 'estetica' della macchia; nei soggetti ha attinenza con il verismo sociale e il naturalismo, è intrisa talvolta di realismo e descrittivismo. A volte convivono una rappresentazione sentimentale accanto a una 'documentaria' più tipicamente veristica, talvolta gli studi vengono svolti rigorosamente dal vero e anche la fotografia inizia ad essere usata per studiare la luce. Il gusto descrittivista può però spingersi fino al bozzetto, come in "La toeletta del mattino" (1898, opera tarda di Signorini, morirà nel 1901) che risente degli influssi di Degas:
Oltre all'amata Toscana, alle campagne, Signorini fu a Venezia, presso le Cinque Terre, Roma, Napoli. Conobbe Giuseppe De Nittis. I macchiaioli italiani hanno dato vita a un'esperienza pittorica originale e degna di coesistere a fianco di altri movimenti internazionali. Signorini in particolar modo è artista conosciuto e quotato anche all'estero. Si tratta nel suo caso non solo dello stile della 'macchia', ma di un approfondimento di luminosità, volumi e profondità, una sorta di drammaturgia della luce.
"Non potendo aspettare" (Signorini 1867)
La particolarità della Mostra (fino al 31 gennaio 2010 a Palazzo Zabarella a Padova) si evince già dal titolo
"Telemaco Signorini e la pittura in Europa": oltre alle opere del Nostro si avrà occasione di vederne molte altre estere, per mettere in relazione differenti sensibilità e le correnti europee tra loro.
a Parigi conobbe Zola, Manet e Degas, in occasione dei soggiorni in Francia ed Inghilterra. La mostra testimonia la sua evoluzione artistica, dalle prime esperienze all’influenza di Courbet, fino all’ultima stagione segnata dall'elemento della figura umana, con uno scorcio importante della pittura europea fine 800.
In più, presenti opere di Tissot, Decamps, Troyon, Toulouse-Lautrec, Corot, Courbet, Rousseau, Stevens, Sisley…
Uno dei leitmotiv della mostra è accostare, per esempio, gli interni di Signorini a quelli di Degas o di Toulouse-Lautrec, o mostrare le stesse vie di città italiane, francesi, inglesi, rappresentate da pittori differenti. Tra i più suggestivi di Signorini, nell'adesione alla poetica del vero della tranche de vie cittadina, sono (qui sotto) "Pontevecchio" a Firenze (criticato all'Esposizione Nazionale a Torino del 1880 per la sua fotograficità), e "Una Via di Edimburgo":
Simbolo della mostra è “Alzaia” di Signorini del 1864: uomini raffigurati nello sforzo di trascinare controcorrente un pesante naviglio, che nel quadro non compare,
Famoso anche il suo “Sala delle agitate al san Bonifazio di Firenze” per l'attenzione di Signorini a emarginati e disadattati. L'immagine dal manicomio è impostata in prospettiva obliqua e la drammaticità è sottolineata dall'ampiezza dello stanzone, immerso nella luce biancastra, su cui si stagliano impersonali le figure, qui http://www.retepiacenza.it/UserFiles/Image/arte/Telemaco%20Signorini.jpg
Qui ancora "Novembre" e "Sulle colline a Settignano"
Palazzo Zabarella, Padova: tutti i gg 9.30-19.30
chiuso il martedì se non festivo
Ingresso: intero euro 10; ridotto euro 5
Per informazioni: 049 87 53 100
199.199.100
Josh
16 commenti:
Josh,
non ho ancora letto, ma, appena citato il titolo, mia moglie mi ha subito ricordato che, da qualche parte, c'è una importante mostra a lui dedicata. Anzi, mi ha ora portato Famiglia Cristiana del 18 ottobre nella quale c'è un ampio servizio su di lui, inserito proprio in centro rivista, a significarne il valore, dal titolo: Telemaco Signorini, più di un macchiaiolo.
Macchiaioli, il cui maggior esponente è, se non erro, Giovanni Fattori, pittore molto caro anche all'amico Sarc. Di questi, dei Macchiaioli, ci siamo dilettati a scriverne parecchio; Sarc. molto più di me.
Di Telemaco Signorini so ben poco, è d'uopo quindi che mi vada a colmare la lacuna, leggendo in primis il tuo pezzo.
Josh,
L'Alzaia, il capolavoro di Signorini, "che si riteneva perduto e che giustamante è stato scelto come logo della mostra", unitamente a "La sala delle agitate" e "Aspettando", tutte opere da te citate nel post, sono riprodotte nella pagina centrale di Famiglia Cristiana del 18 ottobre, a servizio del reportage sulla mostra.
Conoscendo opere del Fattori, si è abituati ad identificare i Macchiaioli col suo genere di pittura. Le due opere di Signorini, che pubblichi all'inizio del post, sembra abbiano poco a che vedere con quello stile pittorico. Ma ciò potrebbe dipendere dal fatto che, nella mia ignoranza in materia, non ho ancora ben presente il concetto di "macchia", da cui "macchiaioli". In pratica, il termine macchiaioli da cosa derivi, se dal darsi alla macchia, o da macchia (macchia d'inchiostro, per esempio), non mi è ancora ben chiaro. Penso che molti, o forse quasi tutti, ignorino il significato vero di macchiaioli: risulta troppo semplice e banale quando si vuole liquidare in fretta l'argomento, dicendo che, semplicemente è il nome dato a quel tal movimento artistico-pittorico. Stupidamente parlando, se, per caso, il nome di macchiaioli dovesse derivare da macchia, allora nei quadri di Signorini non ne vedo, ma vedo dei bei capolavori, a parte qualche opera mal riuscita.
Marshall
Non prendertela, io Famiglia Cristiana mi rifiuto di averla in casaaa:)) E' negli ultimi anni una specie di giornale rifondarolo, e la mia sopportazione ha un limite.
Esatto quanto dici di Fattori. Aggiungiamoci anche Silvestro Lega (un geniaccio visionario) e abbiamo fatto il pieno dei maggiori.
ah ah 'macchia' come darsi alla macchia, cioè tagliare la corda? :DD
In realtà macchia significa l'accostamento di macchie di colore, si riferiva ai giochi chiaroscurali.
Sostenevano che l’immagine del vero è un contrasto di macchie di colore e di chiaroscuro, che si compongono nella visione finale. Inizialmente questi effetti erano ottenuti tramite una tecnica chiamata dello specchio nero, utilizzando uno specchio annerito col fumo che permettesse di esaltare i giochi chiaroscurali all'interno del dipinto.
In seguito alcuni adoperavano anche la fotografia.
I soggetti sono di solito paesaggi (o figure inserite in paesaggi), talvolta vie e interni, dipinti in maniera viva e vibrante, ma realistica.
Lo stile era 'verista', come reazione antiromantica, o comunque il più possibile aderente al vero, la 'macchia' come modo di riempire la tela (ma usata in maniera coerente pensando alla veduta d'insieme) era considerata antiaccademica, antiformale all'epoca.
Anche Signorini usa le macchie (ma sono adoperate con armonia, pensando al risultato finale), certo un po' aiuterebbe vedere i dipinti dal vero, e un po' più grandi, qui li ho talmente rimpiccioliti che alcuni giochi si perdono.
Come accennavo, per es. nella 'toeletta del mattino', già tardo, il modello è un po' Degas (per il colore, per il soggetto), ma l'effetto profondità di campo, l'idea del momento di vita colto dal vero, le luci e ombre sono ...'nostrane'.
Nell'apparente tradizionale 'non potendo aspettare' il gioco del chiaroscuro lo si nota soprattutto negli effetti a sbalzo delle cornici, di volumi tutti diversi, negli effetti luce-ombra dell'abito della donna, nei continui passaggi luce-ombra (le macchie lì ci sono, certo in senso armonioso di accostamento chiaroscurale).
'Pontevecchio' ha una base realistica-'fotografica' con un fortissimo contrasto chiaro-scuro. Visto da vicino si potrebbe notare la tecnica pittorica meglio. I volumi sembrano emergere dal nero dell'ombra. Anche oggi nella realta nello stesso angolo del Pontevecchio poco è cambiato, e la luminosità (ci sono infissi anche neri, porte nere qua e là) è quella.
In 'Novembre' e 'Sulle colline a Settignano' ci sono le 'macchie' sia per la resa del cielo, molto movimentato, sia per la resa della campagna, vegetali, alberi, rovi (sono in realtà contrasti di colore accostati). Certo allontanandosi dal quadro, dal vero, tutto poi si compone in armonia, per es. non rimane scomposto come nella tecnica del pointillisme...
Josh,
grazie per il commento, scritto da vero esperto di Storia dell'Arte. Finalmente ho compreso chi siano i Macchiaioli e perchè sono stati definiti o si siano autodefiniti in questo modo.
Evviva Josh, ho letto solo poco fa il tuo "SOS", ma vedo che alla fine te la sei cavata egregiamente da te, come grafica, lay out e tutto il resto. Complimenti!
Poi Signorini è tra i miei preferiti con Fattori e Segantini (quest'ultimo però è un divisionista e mostra un raffreddamento maggiore nel suo paesaggio) .
Sai per caso quanto è quotato un Signorini?
Se avessi tanti soldi mi piacerebbe davvero investire in quadri e invidio Sgarbi che ha una bellissima collezione :-)
Guarda Hesperia, la grafica alla fine è andata ma il programma tendeva a mettere tutte le immagini in fila in alto. Ho lambiccato un po' ma alla fine ha funzionato.
Segantini piace molto anche a me, ma sì siamo già in altro movimento e stile con lui.
Marsh m'ha fatto venire in mente anche le atmosfere sospese di Silvestro Lega.
Non ricordo le quotazioni di Signorini. Comunque mi sa che per noi è abbastanza off limits:))
Piacerebbe anche a me una bella collezione!
Anche se con la transumanza lavorativa sempiterna che ci combina la globalizzazione e l'Euro-Holocaust mi sa rimangono davvero in pochi quelli che potranno permettersi collezioni di alto livello...
Ragazze e ragazzi,
accontentiamoci delle stampe!
A me le stampe non piacciono un granchè, mi piacciono gli olii principalmente.
Ovviamente a questo livello non posso, ma altri olii non male ne ho.
Josh,
a chi non piacerebbero gli originali, specie di quei cinque artisti che avete citato?
Andando fuori tema, Josh, mi è nato un dubbio sulla storia della vita di Dante. Sul mio blog ne sono citati gli estremi. Forse tu, da esperto come presumo sei, sarai in grado di dipanarlo.
Josh
e bravo! sei venuto a giocare in casa mia, in Toscana e nella mia Livorno,dove la scuola dei Macchiaioli,seppur nata a Firenze, si è sviluppata con Fattori etc. ed è andata avanti per tutto il 900specie con Natali.
Natali,da alcuni viene considerato un postmacchiaiolo, ma solo per il fatto che ha vissuto a lungo(96 anni).I suoi primi quadri come stilema non si discostano molto dal Fattori.In casa avevamo uno di questi suoi primi quadri(purtroppo non è toccato a me) che rappresentava un pescatore con la canna,seduto su una bitta in pietra nel porto di Livorno,un vero gioiellino.
Occorre fare attenzione con i quadri di Natali perchè ce ne sono molti falsi seppur con la firma originale, soprattutto quelli dell'ultimo periodo. Natali era generosissimo e se qualche pittore di secondo piano,andava da lui, con un quadro, e gli diceva maestro non riesco a venderlo,ma ho bisogno di soldi lui glielo firmava....e se proprio facevano pena ci aggiungeva due pennellate.
Incredibile!!
Alcuni soggetti dei suoi quadri sono legati a grandi personaggi toscani come Puccini e Mascagni,e rappresentano scene delle loro opere.
Principalmente fu il pittore della Livorno scomparsa, non da bozzettista, ma da vero artista, dal respiro ampio.
Josh
meno male che hai scritto nel titolo "...e non solo" altrimenti avevo fatto un commento tutto OT.
E' sempre un piacere leggere i tuoi post.
ciao
Sarc.
Marshall, verrò domani, anche il weekend è stato influenzale. Mi sembra abbia già risposto bene Sympatros
Ciao Sarc....
"Natali era generosissimo e se qualche pittore di secondo piano,andava da lui, con un quadro, e gli diceva maestro non riesco a venderlo,ma ho bisogno di soldi lui glielo firmava....e se proprio facevano pena ci aggiungeva due pennellate.
Incredibile!!"
sembra incredibile, ma succede spesso in pittura...Magari Natali era più generoso di altri.
Comunque un tempo si diceva "dipinto appartenente alla scuola di...."
spesso erano maestranze, con le correzioni autoriali proprio come racconti tu.
Sono sempre affascinanti gli artisti che hanno anche un produzione del tipo 'un artista-una città' o -una zona, perchè dimostrano che quella è la loro 'patria del cuore' o Terra Madre, e dipingendola si ricongiungono alla loro origine in maniera spesso magica e visionaria.
E' un piacere anche leggere i tuoi commenti...e post nei vari blog SarcastYci. Peccato che non ho mai abbastanza tempo per tutto.
Non sei OT perchè ti sei collegato al post dei macchiaioli con una esperienza personale:)
A proposito di "Assenzio", di cui ho visto il dipinto, coi due dallo sguardo perso nel vuoto col bicchiere davanti, ho appena trovato una tavoletta di cioccolato e assenzio della Venchi di TO, ed è un accostamento che funziona. Non ridere per l'OT, ma l'assenzio come liquore lo amo anch'io :-). Ogni tanto, naturalmente, e non sono un'etilista.
Ma Hesperia, non è mica OT. C'entra col quadro di Degas.
A parte che l'assenzio piace molto anche a me. La difficoltà oggi, a parte il costo, è trovare assenzio vero, e non simil-Pernod-anicione-con anice stellato, che è anche curioso ma è un'altra cosa.
Josh
linkato
http://aquaeductus2.blogspot.com/2009/11/telemaco-signorini-e-non-solo.html
ciao
Marcello
Marcello, mi fa piacere ti sia piaciuto..uh beh sembra un gioco di parole:D...prendi pure. Mi spiace per i miei tempi di risposta, sono oberato.
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