E' un piacere poter parlare in breve di questo piccolo "team" di Autori.
Dietro a questa apparente 'sigla',
si cela un duo di geniali compositori dell'era del jazz, ovvero
Richard Rodgers (1902 - 1979), compositore, e Lorenz Hart (1895 - 1943), il paroliere.
La premiata squadra è coautrice di uno dei più riusciti songbooks di standards molto noti nel jazz e nella musica internazionale di classe, con alcuni punti ricorrenti.
Le indimenticabili melodie di Rodgers sono spesso sentimentali, ariose, ma particolarmente intense, con una qualità introspettiva molto moderna per l'epoca, famose e continuamente reinterpretate anche in versione solo strumentale.
Le parole di Hart (formazione letteraria, giornalista, accademie d'arte, di discendenza dal poeta Heinrich Heine), nella loro apparente semplicità, sono piccoli brani poetici:
alla loro comparsa sembravano il primo alfabeto dei sentimenti e di un differente modo di narrare in questo genere musicale, più dei brani pur ottimi dei Gershwin o di Irving Berlin o di Cole Porter.
Hart era in fondo un poeta della disillusione della (sua stessa) generazione USA,
la sua attività va dal 1919 fino agli anni '40, che comprendeva la (così attuale anche per noi oggi) crisi del '29;
sensibilità personale e circostanze contingenti ne fanno un abile ritrattista dello smarrimento esistenziale, della solitudine sentimentale, della caduta delle illusioni per la vita "moderna" e spersonalizzata nelle gelide metropoli, grazie alla creazione di immagini verbali interiorizzate e inedite.
Il lavoro di Rodgers-Hart si concretizzò al principio in ben 28 musicals (anche se i brani loro più famosi nei decenni successivi appartengono ad una dimensione di rilettura intimistica e non tipicamente Broadway), e più di 500 brani musicali, di cui ricorderemo solo alcuni, illuminati e fatti vivere da grandi interpreti degli strumenti o della voce nel tempo. La pregnanza del loro connubio tra musica e parole uscirà dal genere musicale originario (saranno riletti decenni dopo anche nel pop e nel rock), anche se Rodgers-Hart possono essere considerati tra i capostipiti di una qualità di scrittura musicale che mira all'interpretazione emotiva dei loro pezzi, dalla tensione estrema che pulsa tra le note e quasi liberatoria.
La cifra più personale (sia nella musica sia nelle parole) che li pone tra i maggiori del Novecento in questo ambito, ricorrente nei loro lavori più riusciti, è la capacità di inscenare una sorta di oscillazione dell'emozione tra poli differenti, un'ambivalenza dei significati dei fatti dell'esistenza, una gioia di vivere su cui incombe spesso un risvolto drammatico,
da cui scaturisce il loro tono poetico:
vittoria/sconfitta, slancio del desiderio/utopia e disillusione,
poesia/brutalità, fantasia/realtà, ideale/ caduta....dipinte in brevi efficaci tratti.
_Dal loro primo musical, la classicissima "Manhattan", in origine da "The Garrick Gaieties" 1925, qui nella versione di Dinah Washington e l'insolita Blossom Dearie
_"I didn't know what time it was" in origine da "Too many Girls" (musical del 1939), qui nella splendida versione di Sarah Vaughan,
o qui anche nella versione di Charlie Parker + strings.
_La famosissima "My funny Valentine" da "Babes in Arms" (1937) da cui divennero noti anche "Where Or When", "The Lady is a Tramp"...
qui nelle storiche versioni di Miles Davis e di Sarah Vaughan
_"Blue Moon" da "Manhattan Melodrama" (1934) qui nella versione di Tony Bennett
_"Little Girl Blue" da "Jumbo" (1935) nelle versioni, diversissime,
di Nina Simone tra pianismo classico e blues, e l'intensa versione soul-rock di Janis Joplin
_ "Spring is Here" da Nina Simone, e qui, strumentale da Bill Evans
"Glad to be unhappy" da "Lady in Satin" di Billie Holiday
"Wait 'til You see her" (1942 da Jupiter) di cui si ricorda una celestiale versione di Ella Fitzgerald (assente in toto dal web), qui presente ma remixata in una recente compilation Verve,
qui invece nella versione classica Miles Davis e Gil Evans.
Buon ascolto
Josh
martedì 17 gennaio 2012
Rodgers & Hart
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23 commenti:
Classici di altissima qualità e di grande livello, Josh!
Il duo Hart e Rodgers è un evergreen e gli intepreti sono uno migliore dell'altro.
Mannhattan mi piace perfino più in questa versione di Dinah Washington che in quella della Fitzgerald.
Per Blue Moon (che hanno rifatto praticamente quasi tutti) questa versione di Tony Bennett mi pare davvero raffinata.
Per non dire di Sarah Vaughan, davvero inimitabile.
Janis Joplin non è la mia passione ma in questa versione devo dire che sa dare il meglio di sé. Eppoi Nina Simone, Bill Evans.
Non si sa più dove mettere ...le orecchie.
Tornerà a parlarne, dato che si tratta di "indimenticabili".
...e la mia Billie? non l'hai messa dentro? :-)
Ciao Hesperia...
Rodgers-Hart li sento da sempre più vicini al mio temperamento, anche se ho gran quantità anche di tutti gli altri autori.
Aggiungo che le loro parole sono meno banali, e hanno anche uno psicologismo sulla fenomenologia dell'amore notevole, che per es. manca a Cole Porter....
Ho di Ella Fitzgerald il suo R&H songbook:
a me Ella piace, ma di fatto la sua resa di R&H è un po' piatta....nella sua versione ci sono anche moltissimi archi, ha poco ritmo ed è parecchio lento.
Diciamo... a Ella, con la sua voce angelica riescono meglio brani levigati, o giocosi..."a tisket a tasket..I lost my yellow basket" :-)) , ma mai darle pezzi drammatici...la parte di blues presente nel jazz non fa per lei.
Per es. bella "Wait 'til You see him" di Ella,
ma niente di che la sua My Funny Valentine, e un po' piatta la sua Little Girl Blue.
"Manhattan" è più vitale nell'interpretazione di Dinah Washington; ecco in questo caso era bella anche quella di Ella Fitzgerald per me, ma Ella invece con altri pezzi la trovo non adatta.
"Blue Moon" è quasi inflazionata, tanto è stata fatta e rifatta, ma qui Tony Bennett (che ha inciso l'intero songbook dei nostri) ne dà una versione che a me piace molto.
Di Sarah Vaughan abbiamo parlato spesso sul blog nei post musicali:) al di là che per me è una delle massime voci jazz del 900, nel suo caso Rodgers & Hart calzano a pennello:
le più belle My Funny Valentine sono sue e di Miles Davis, e per me non ce n'è per nessuno/a:-))
Sarah è tra le poche a tirare fuori il potenziale drammatico del brano.
In tempi recenti ci ha provato Dee Dee Bridgewater, sulle orme di Sarah (e non di Ella), con risultati minori, ma non "fuori parte".
Mantenersi invece sempre lontani da quella lessa scopiazzatrice di Diana Krall:-))
Ho voluto mettere "Little Girl Blue" nella versione di Janis Joplin per tanti motivi...anche perchè come accennavo R&H non sono stati amati solo nel jazz.
A me piace il jazz, ma non solo.
Janis Joplin può essere disturbante per chi è abituato alla classica o al jazz più avvolgente,
ma ci sono pezzi che sembrano tirare fuori la sua anima, cosa che interpreti più posate e corrette non fanno mai.
Credo che "Little Girl Blue" possa essere un pezzo toccante e drammatico e la sua versione è per me inarrivabile, se non per bellezza ma per intensità.
Della serie, se non ci emozioniamo più neanche un po' nè con Miles Davis, nè con Sarah Vaughan, nè con Janis Joplin allora datemi un pizzicotto perchè devo scoprire se sono ancora al mondo.
Però è anche un testo che va fatto proprio e interpretato, fatto vivere.
Sì, per stavolta per Billie Holiday avevo saltato il giro: ha inciso tanto, ma non molto di Rodgers & Hart,
e quanto c'è a riguardo per me non è tra i brani migliori di Billie...
Comunque è qui, la sua versione di "I didn't know what time it was" da "Songs for distingue lovers":
http://www.youtube.com/watch?v=q_rXXnYENVI
insomma, tutti i pezzi citati li ho a casa in vinile, e già al momento del post ho messo (e non messo) apposta a seconda di chi a mio avviso riusciva meglio :)
Sì hai ragione, non è il suo pezzo migliore, in effetti. E del resto ci sono due Billie: quella con la voce squillante e pulita come uno strumento musicale (è già uno strumento in sé, la sua voce) e quella più raschiata ed espressionista con la voce alterata dalle troppe droghe dure. E' evidente che io preferisco la prima.
Sarah Vaughan ha un vocione da contralto inimitabile davvero. Lei e Billie Holiday sono state a lungo amiche e rivali. Poi la seconda finì in galera e Sarah le tolse il saluto. La Billie se la prese a morte e ne rimase ferita.
Curiosamente ogni volta che salta fuori un nuovo astro del jazz si dice sempre "la nuova Billie Holiday" o la "nuova Sarah Vaughan". E regolarmente non è mai vero.
C'era anche Lena Horne che era brava.
Ecco questo pezzo appartiene alla prima Billie con la voce pulitissima e non ancora estenuata. Non è della ditta Rodgers e Hart, ma è bellissimo:
http://www.youtube.com/watch?v=9wJST-aOwXQ
"I've got the right to sing the blues". LO ha interpretato anche Lena Horne, ma la sua versione è quasi una sigla di lei.
Nessun commento particolare a questo strordinario duo,e ai tanti grandi interpreti (e Frank?) delle loro composizioni,faremmo notte.
Solo indimenticabili momenti di gioia.
@Hesperia:
già...ho tutte le incisioni di Billie e conosco il pezzo che segnali. Ne ha incise più versioni, una anche per la Verve era Norman Granz, sempre bella.
A me piaceva molto la sua "Yesterdays" da Jerome Kern:
http://www.youtube.com/watch?v=_DdK7il-NQs
Riguardo quel che dici, a me di Billie piace anche l'ultimo periodo con la voce rauca....:-)
un album come "Lady in Satin" non sarebbe stato la stessa cosa con la voce intatta...
a proposito, in "Lady in Satin" proprio di R&H c'è "Glad To be Unhappy":
http://www.youtube.com/watch?v=hqaR0eKBXMc
e nella sua ultima registrazione, pur se lei non era in forma, c'è un brano che mi ha sempre fatto impazzire, un testo bellissimo interpretato con il suo indugiare sul tempo per rendere la tensione psicologica del pezzo:
"It's not for me to say"
http://www.youtube.com/watch?v=f30ZJpzKjkU
ciao Johnny Doe...
certo dobbiamo mettere anche un po' di Frank Sinatra :)
sue, da R & H, mi piacciono "It never entered my mind" e "The Lady is a Tramp"
http://www.youtube.com/watch?v=Y-MeRZ868PE
e
http://www.youtube.com/watch?v=ymo1GOH8REI&ob=av2n
A me,Josh,sopratutto l'ultima voce di Billie...Lady in Satin...splendido
@Johnny
ecco tra gli ultimi suoi album, la tracklist di "Lady in Satin" ...
non si butta niente, infatti:-)
I'm a Fool to Want You (Joel Herron, Frank Sinatra, Jack Wolf)
For Heaven's Sake (Elise Bretton, Sherman Edwards, Donald Meyer)
You Don't Know What Love Is (Gene DePaul, Don Raye)
I Get Along Without You Very Well (Hoagy Carmichael)
For All We Know (J. Fred Coots, Sam M. Lewis)
Violets for Your Furs (Tom Adair, Matt Dennis)
You've Changed (Bill Carey, Carl T. Fischer)
It's Easy to Remember (Lorenz Hart, Richard Rodgers)
But Beautiful (Johnny Burke, Jimmy Van Heusen)
Glad to Be Unhappy (Lorenz Hart, Richard Rodgers)
I'll Be Around (Alec Wilder)
The End of a Love Affair (Edward Redding)
Ho anch'io due bellissimi album della Decca di Billie.
Del periodo arrocchito mi piace "Don't explain", una canzone che lei stessa ha composto.
Dello zio Frank adoro "That's life" e anche "For once in my life".
Vado OT e apprendo che oggi è morta una grande del R&B : Etta James.
Ti propongo di ascoltare questo splendido "Security" di Otis Redding, di cui lei fa una straoridnaria interpretazione:
http://www.youtube.com/watch?v=5DMnYr9Vn5k
@Hesperia:
già, "Don't Explain" di Billie è parecchio riuscita.
Sì conosco Etta James. Poveretta....qui stanno scomparendo tutti....
Molto bella la sua versione da Otis Redding....
Sempre di Etta, da un suo album del 2006 "All the way"...c'è addirittura una versione stellare di "Purple Rain" (da...Prince!) qui al link (c'è anche una splendida chitarra):
http://www.youtube.com/watch?v=uOd07NS94Bo
Josh, da ragazzina ricordo perfettamente che quando avevo qualche 100 lire me le suonavo e tintinnavo al juxe-box (oggi oggetto preistorico) per ascoltare Etta (in particolare questa versione di Security, perché metteva una gran voglia di ballare), Otis Redding (in particolare in "The Dock of the bay" e "Try a little tenderness" che è stupenda), Aretha Franklin in Respect e Natural Woman. Insomma, l'età dell'oro del R & B e del soul nasceva allora e io c'ero dentro in pieno:-)
Interessante la versione della James di "Purple Rain". Ma questa è gente che sa fare di tutto: jazz, blues, R & B, soul, pop. E del resto cantava dall'età di 5 anni.
Senti un po' cos'è di formidabile questa sua versione di "You've changed" che già conosci e che altre hanno fatto:
http://www.youtube.com/watch?v=6yW-_vKlnJQ
Davvero bella..."You've changed" è un altro pezzo che deve sempre molto all'interpretazione, all"aggiunta" d'artista, di chi lo canta.
@Nessie:
"Insomma, l'età dell'oro del R & B e del soul nasceva allora e io c'ero dentro in pieno:-)"
lo sapevo che ti piacevano soul e R&B...hanno più scatto e più "fuoco" di certo jazz, dunque ti corrispondono di più:-))
ah Nessie...
visto che hai accennato alla nascita del soul e del r'n'b,
ti linko una stellina forse dimenticata dalla voce enorme ed incredibile,
lei faceva musica a cavallo proprio tra soul e r'n'b ma già nei '70, quindi non agli labori del genere,
ma già contaminata (lievemente) dalla disco.... comunque assolutamente di classe...
ma senti che roba:-) è talmente bella
Jean Carn "Don't You Know love when you see it"
http://www.youtube.com/watch?v=eQQInNo718o
Grazie Josh,ho ascoltato, davvero una perlina sofisticata :-)
dopo le nostre (graditissime) divagazioni,
per tornare a Rodgers & Hart,
ancora:
_"Have You Meet Miss Jones?"
da Frank Sinatra
http://www.youtube.com/watch?v=wZIVgszUs7c
_"You Took Advantage Of Me"
da Ella Fitzgerald matura + Joe Pass
http://www.youtube.com/watch?v=VjDHVG1LTYM
_"You are Too beautiful"
versione Vaughan
http://www.youtube.com/watch?v=_7iMRNEDfHk
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