martedì 20 novembre 2012

Da Guercino a Caravaggio con Sir Denis Mahon


(Guercino, Saul contro Davide, 1646)

A Milano, a Palazzo Reale, si tiene la Mostra, una delle più importanti della stagione (dal 18 Settembre fino al 20 gennaio 2013), che spazia appunto da Guercino (nativo di Cento, Fe) a Caravaggio, con la presenza di altri Artisti, dando un'immagine potente del nostro 1600.
Sir Denis Mahon aveva ideato questa iniziativa per il suo centesimo compleanno. Si augurava di festeggiarlo presentando i suoi amati dipinti, in ossequio ad un senso del mecenatismo e della cura per la diffusione del bello, con un'etica che sembra appartenere ad altri tempi.


(Sir Denis Mahon)

Considerava l'Italia la culla del Barocco, ed era interessato principalmente al primo periodo di questo stile, già da quando nei decenni scorsi la critica ufficiale osteggiava le produzioni del periodo.
La sua azione, oltre a studi svolti in prima persona per una riscoperta, ha previsto anche un importante lascito (stimato del valore di oltre 50 milioni di euro) alla Pinacoteca Nazionale di Bologna.



(Caravaggio, i Bari,1594)

In effetti Sir Denis già dagli anni '50 organizzò la sua prima importante Mostra sui Carracci proprio a Bologna, e in pratica per 50 anni ha collaborato con Francesco Arcangeli e Andrea Emiliani, in un continuo andirivieni tra Londra e il capoluogo emiliano, contribuendo alla rinascita dell'interesse per questa fase della nostra arte. Sir Denis dedicò ricerche anche al grande Guido Reni.


(Guido Reni, Il Ratto d'Europa, 1630-1640)

"La sua era la collezione privata più pubblica che esista" affermava Nicholas Penny, Direttore della National Gallery di Londra. Tutte le opere di proprietà di Sir Denis sono infatti state donate da lui ad istituzioni pubbliche affinchè tutti potessero usufruirne.
Oltre ai generosi lasciti fatti a noi, parte della collezione privata è stata acquisita dal Regno Unito, ma il mecenate ha vincolato il lascito delle tele in madrepatria esclusivamente ai musei gratuiti.
Radicalmente di classe fino all'ultimo.


(Guercino, Madonna del Passero, 1615-16)

Scomparso Sir Denis l'anno scorso, la Mostra milanese ha luogo ugualmente secondo i piani, ad opera della società gestita da Roberto Celli, a cui Sir Denis aveva affidato la realizzazione delle mostre degli ultimi anni, in collaborazione con la Fondazione Mahon, e naturalmente con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e del Ministero degli Affari Esteri.


(Guido Reni, Una Sibilla, 1635-36)

La rassegna è ubicata al piano nobile di Palazzo Reale, curata da Mina Gregori e Daniele Benati, stesso luogo della mostra su Guercino di Sir Denis del 2003. Se la predilezione di Sir Denis andava a Guercino, lo considerò un punto di partenza per le ricerche intorno all'opera di Caravaggio, fino a Poussin, nell'intento di mettere in evidenze percorsi, scoperte, notazioni.
Alla Mostra sono presenti anche i Guercino e Caravaggio provenienti da San Pietroburgo, che sono stati oggetto di studio ed analisi da parte di Sir Denis.
Il tutto in una seconda fase si trasferirà a San Pietroburgo sotto la direzione del Prof. Piotrovsky, direttore dell'Hermitage.

Qui una biografia più approfondita di Sir John Denis Mahon.
Un articolo dal Times.
Su Rai Arte una lezione di Sir Denis su Caravaggio.

Per info sulla Mostra:
Palazzo Reale, Piazza Duomo 12 e presso Comune di Milano

Josh

23 commenti:

marshall ha detto...

Interessante la storia di questo sir Denis Mahon. Una "storia" lunga ben 101 anni. Si vede che occuparsi di arte, e farne collezione, aiuta a vivere a lungo (lo farò presente a mia moglie, che si lamenta del "disordine" creato dalla mia collezione di libri). Chissà se poi sir Denis ha un legame di parentela col generale Mac - Mahon. A Milano è famosissima la via a questi dedicata.

Josh ha detto...

Sì ho messo anche la sua foto visto che tanto ha dato e fatto per l'arte.

E in fondo si è privato di un patrimonio personale immenso anche da un punto di vista economico, che poteva gestire diversamente anche da un punto di vista familiare,
per donarlo a tutti.

Di questi tempi, la felicità del donare non va molto di moda....

Josh ha detto...

Non so se Sir Denis, di origine irlandese,
sia parente del duca francese (forse di remota origine scozzese) Patrice Maurice de Mac-Mahon della via,
ma frequentare la "bellezza", immergersi nell'arte, nel bello,
in opere poi potenti come uscite dal genio italiano (che sono trasfigurazione anche di un pensiero, di una mistica, di una teologia e filosofia)
fa parte senz'altro di quel bel vivere, buon vivere cha aiuta il cuore, la vita stessa.

Che l'arte possa essere terapeutica (anche la musica, in questo senso lo è, è riconosciuto) è vero.

marshall ha detto...

Josh,
ti ho citato via Mac - Mahon solo perchè è molto famosa a Milano, e poi perchè ce l'ho ben impressa nella mente, essendo vicinissima alla sede commerciale della cartiera presso la quale lavoravo (quella del mio post su Aldo Manuzio). Comunque, da quel che ho letto delle loro biografie, Sir e Generale credo abbiano avuto ben pochi interessi che li potrebbero accomunare, forse solo le origini, irlandesi di entrambi.

Hesperia ha detto...

Da settembre fino al 20 gennaio, faccio a tempo a vederla questa mostra con dipinti meravigliosi e nomi tra i più acclamati della nostra pittura. L'unica cosa che mi frena (pur abitando non lontanissima da MIlano) sono le code perpetue che ci sono davanti a Palazzo Reale. E mentre sei lì in fila, ti arrivano almeno una trentina di vuccumprà che ti molesta con la sua paccottiglia da piazzarti. Sai che poesia! Ci siamo trovate io e Mary (Aretusa) lì nei pressi del Duomo quando dovevamo vedere Egon Schiele e questa è stata la nostra Via Crucis, non esagero.

Hesperia ha detto...

E comunque Guercino e Reni (che è la mia grande passione) meritano anche un po' di Via Crucis :-).
Sublime la Sibilla di Guido Reni.

Meritoria la figura di Denis Mahon e auguriamoci che in GB continuino a mantenere il suo viatico.

Josh ha detto...

E' possibile che in futuro dedichi un post, mostre o no, solo a Guido Reni che è molto ben rappresentato nelle pinacoteche locali, e di cui ho visto tutto...troppo sottovalutato....
ha dipinto quadri insieme molto classici eppure moderni, un visionario.

Un altro meno noto è Giuseppe Maria Crespi. Assolutamente da scoprire.

Hesperia ha detto...

E' vero, conosciuto come Lo Spagnolo. Ma ce ne sono tanti pittori che sono considerati solo "minori" perchè non conosciuti al par di altri. Per non dire di botteghe artigiane dove venivano fuori ottimi dipinti che non recavano manco la firma attribuiti a questa o quella scuola.

Josh ha detto...

Da notare (peccato che su web ci siano così poche immagini di questa mostra che è in realtà molto importante)
la Madonna del passero di Guercino....

la grazia, o meglio quella che si chiama "levitas",
l'occasione di pittura creata, il modo in cui si appoggia la luce sui drappi degli abiti e sull'incarnato, i colori scelti e in fondo l'immediatezza della scena che è insieme solenne ma anche colta per caso in uno spaccato di vita familiare...

Nessie ha detto...

Sì bellissima la Madonna del passero, con quel gioco di luci radenti. Ed è vero che è una scena legata alla quotidianità familiare, pur mantenendo aura sacrale.

johnny doe ha detto...

Pur riconoscendo l'importanza della pittura bolognese dell'epoca per gli sviluppi posteriori (i Carracci...),devo dire che non ne sono un grande fan,non mi ha mai regalato grandi emozioni (a parte qualche opera del Guercino).
Quanto al Reni,il riproporre l'ideale di perfezione ideale di Raffaello (pur mediato dal naturalismo,leggi Carracci..e poi Caravaggio)l'ho sempre trovato fuori tempo,così come certo aspetti un po'sdolcinati e devozionali.
Chissà,forse le tristezze e le carneficine del secolo di ferro che si annunciava e che già si erano manifestate,lo inducevano a riproporre come rifugio quell'ideale di bellezza ,dolcezza,grazia e armonia raffaellesche (ma non pagane) ormai perdute...
Certo l'arte di dipingere la conosceva eccome....forse erano più le idee che mancavano.
Alla sua grazia,preferisco quella di Melozzo,o quella più enigmatica di certi trecenteschi senesi.
Non vogliatemene...più che un giudizio critico,si tratta di gusti personali.
Comunque la mostra la vedrò sicuramente.

Josh ha detto...

i gusti son gusti Johnny Doe.

però
"Quanto al Reni,il riproporre l'ideale di perfezione di Raffaello (pur mediato dal naturalismo,leggi Carracci..e poi Caravaggio)l'ho sempre trovato fuori tempo,così come certo aspetti un po'sdolcinati e devozionali.
Chissà,forse le tristezze e le carneficine del secolo di ferro che si annunciava e che già si erano manifestate,lo inducevano a riproporre come rifugio quell'ideale di bellezza ,dolcezza,grazia e armonia raffaellesche (ma non pagane) ormai perdute... le idee che mancavano...."

uhm sicuro di conoscerlo approfonditamente? intendo, certo può non piacere...ma in alcuni dipinti è di una modernità...
è fuori dal tempo Guido Reni nel senso che spesso non è situabile proprio, si pone oltre gli stili e le maniere.

Di sdolcinatezze ne ha poche, dal ritratto severissimo alla madre, alla geometrica e violenta "Strage degli Innocenti", drammatico nei volti ma razionale nella disposizione, per nulla devoto.

Intendo dire...capisco possa non piacere, ma nel se pur breve ritratto che fai, non mi sembra di rivedere Guido Reni....
ma presto un post su di lui con apparato iconografico ricco ( a costo di fotocopiarlo) lo metterò...

Hesperia ha detto...

Piaccia o meno, l'arte e le arti figurative (un tempo dette Arti Belle) , hanno un loro linguaggio, dei loro stilemi, una loro "oggettività" della e nella Bellezza. Molti sono i critici dell'arte (parlo di quelli seri e non dei ciarlatani) che hanno cercato di stabilirne le leggi e i criteri oggettivi. Penso a Winckelmann, a Jean Clair e anche allo stesso Zecchi che è soprattutto un estetologo (suo saggio La Bellezza). Ed è di questo che si dovrebbe anche parlare. In caso contrario si cade nel soggettivismo, nel relativismo, nei luoghi comuni seriali della serie "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace". Una delle frasi più idiote mai sentite nei nostri disastrosi tempi. Con ciò, è lecito avere gusti, predilizioni e preferenze. E ce li ho anch'io. Ma questa è altra cosa.
Aspetto il tuo post su Guido Reni, caro Josh.

johnny doe ha detto...

Beh...parlando di critici,Ruskin non é che fosse entusiasta..e nemmeno il Ragghianti ed altri....ma questo é relativo,viste appunto le diverse e contrastanti opinioni critiche in merito.
Guardiamo "il Suicidio di Cleopatra", vari "Ecce Homo",la "Vergine in preghiera","La Maddalena in estasi"......se non é sdolcinatezza questa!
Ben colta anche da Hegel: troppi volti patetici,occhi rivolti in alto,per suscitare devozione.
D'accordo sulla Strage degli Innocenti, e specialmente la Pietà dei Mendicanti...ma complessivamente,e pur avendo già
detto che la sua arte,il suo mestiere ben li conosceva...non mi pare di riscontrare grandi idee..

Il fatto é che in molta sua opera si sente il canone figurativo della Controriforma,ed é questa "bellezza" e grazia decorosa che Reni rappresenta,quella di un'epoca.Nelle varie sessioni del Concilio di Trento,furono stabilite precise indicazioni iconografiche ed espressive in merito.

Nessun critico serio si arrischierebbe a definire un criterio oggettivo e universale di bellezza,nè a darne una definizione.
Peraltro lo scopo dell'Arte non é certo quello di rappresentare la bellezza.
Winkelmann riflette il gusto neoclassico del suo tempo per l'arte antica,greca specialmente,con tutti fraintendimenti del caso...
Solo lui ritiene che lo scopo dell'arte sia la bellezza pura.

Non penso ci sia un criterio oggettivo ed eterno per definire tout court la bellezza, che varia da epoca ad epoca,da luogo a luogo...quelle che tu identifichi come bellezza oggettiva,può essere solo quella tipica di un periodo storico.
Questo é il relativismo inevitabile e storico,non il de gustibus.

Ma credo sia un discorso già fatto in altro post,e ognuno resterà della propria opinione.

PS- Se vuoi vedere un grande ritratto di Reni,é del Pesarese,a proposito di minori...

Josh ha detto...

solo 2 cose:

detesto Hegel.

E la creatività era propprio tentare di creare qualcosa, pur all'interno degli stretti canoni della Controriforma.

Hesperia ha detto...

@ Josh : "detesto Hegel".

Anch'io :-).

Tutto ciò che è razionale è reale e tutto ciò che è reale è razionale?
Beh potrei dire che tutto ciò che è hegeliano è dispotico e assolutista.
Ma così, poi vado OT.

Josh ha detto...

@Hesperia:

come darti torto? :-)

Hegel (uh e la 'sinistra hegeliana'?
mammamia)
è stato fondamentalmente un riduttivista (del pensiero, dell'anima...e rispetto al pensiero precedente) e meccanicista (nella logica)..e poi tesi-antitesi e sintesi...dai siamo ai giochini:-)

chiaramente il suo contributo è più articolato di così, ma per la mia sensibilità, e pensando agli sviluppi non ci siamo.
Già il solo Kierkegaard l'ha smontato in un soffio

il commento l'avevo scritto in fretta, volevo dire che spesso nell'arte, come Reni dentro i dettami della Controriforma, è arte proprio riuscire a ritagliarsi un'identità, una forma+contenuto proprio allo stretto dentro la costrizione.

Per me Reni c'è riuscito.

Per assurdo, paragone impopolare, un po'...come fece il cattolicissimo Hitchcock nel cinema, pur allo stretto dentro ai meccanismi obbligati degli studios hollywoodiani.

:-)

johnny doe ha detto...

Hegel non é qui in causa come filosofo....che pure a me non piace,propri perchè origine dei vari sistemi assolutisti...ma il suo giudizio estetico è anche un giudizio condiviso da molti critici.
Non ho motivo di non condividere il giudizio di Josh,circa l'opera di Reni nell'ambito della controriforma,ma da qui all'esaltazione di certi critici ce ne passa.
Era questo il punto centrale del mio argomentare,non certo svalutare il lavoro del pittore,ma inquadrarlo in una appropriata visione nella storia dell'arte pittorica,e senza ovviamente nessuna intenzione polemica.
Il giudizio critico su questo pittore é stato sempre molto contrastato nel corso dei secoli,evidentemente qualche motivo c'è.

Hesperia ha detto...

Come mai hai sempre la tendenza a voler l'ultima parola su tutto Johnny? Il blog non è mica una guerra all'ultimo sangue... Meno che mai poi questo tipo di blog.

Sospendere il giudizio di tanto in tanto, no?

johnny doe ha detto...

Ma no...é solo passione della discussione...specialmente su temi che mi interessano.
Non so che farmene dell'ultima parola,ma solo discutere, rispondere e chiarire...poi la discussione si esaurisce da sola..
Non é guerra,é normale dialettica...certo se a uno non interessa l'argomento...
Non so perchè, se ci si scambia diverse opinioni un paio di volte,dev'essere una polemica o addirittura una guerra e magari risentirsi invece che un normale chiarimento.



Hesperia ha detto...

Ma no Johnny, non mi risento affatto. E ti considero un amico. Normale dialettica tra segni d'acqua Cancro (tu) Pesci (io). Ho una sorella cancerina e ti assicuro che sono ping-pong continui fin dalla nascita.

Gli è che ogni buona musica dev'essere fatta di note ma anche di pause.

E sul web si suona troppa musica e troppe note, ma le pause non si vedono e non si sentono :-). Vale un po' per tutti noi, naturalmente...

johnny doe ha detto...

Forse c'entra un po' anche lo zodiaco...non saprei.
Ma non dicevano che i pesci erano un complemento ideale del cancro?
Anch'io ti considero un'amica,ci vuol ben altro per inrinare un'amicizia seppur mediatica...per questo forse non sto a fare tante pause....é anche vero che c'è molta musica in giro,anche se gli zampognari non son tutti uguali..poi io ho un'altro difetto,vedo sempre prima ciò che non mi piace,piuttosto che il contrario,anche se è molto di più....e cosa ancor più grave, é che non mi limito solo a pensarlo.
Saluti alla sorellina...con te ci sentiamo sempre...

Hesperia ha detto...

"poi io ho un'altro difetto,vedo sempre prima ciò che non mi piace,piuttosto che il contrario,anche se è molto di più....e cosa ancor più grave, é che non mi limito solo a pensarlo".

Purtroppo anch'io... Avevo un amico francese (non ricordo di che segno era) che ogni situazione di lavoro in cui era integrato era solito dire toccandosi il baffo con fare dubbioso : "Oui mais moi... je peux en apercevoir déjà les limites".
Al che sua moglie disperata, gli obbiettava: "Ma almeno prima prova a lavorarci dentro...".


In seguito era diventato un vero e proprio tormentone e con quella frase, lo pigliavamo tutti quanti in giro.
Sì, ma io...posso scorgerne già i limiti... :-)