martedì 6 novembre 2012

Gli Armeni a Venezia

 
Ponte dei Ferali - dal sito: Photo.net

 
Sotto - Trattoria Anima Bella - foto mia, dalla visita virtuale di Venezia effettuata col motore di ricerca Geomondo

Venezia. L'edificio ai cui piedi si trova il Ristorante Trattoria Anima Bella (quello dalla tenda rossa delle due foto) dovrebbe essere - o forse lo potrebbe anche diventare - un edificio storico per la Diaspora Armena nella città lagunare. Il motivo lo vedremo, ma avrebbe un motivo ancor più valido per diventarlo, se risulterà che in quell'edificio venne stampato il primo libro al mondo in lingua armena. La lingua armena, almeno quella antica, il cui alfabeto era formato di 36 lettere, tra cui 8 vocali, e per tale motivo molto complessa, l'aveva "inventata" il monaco Mesrob Mashtots nel V secolo, con lo scopo di divulgare la Bibbia tra quei monti nella lingua locale, la lingua armena. La Bibbia, tra quella popolazione, cristiana da sempre, fino ad allora veniva tramandata di generazione in generazione solo oralmente. Al santo monaco si deve pertanto l'invenzione dell'alfabeto armeno, ricavato dalla tramutazione in segni di tutti i possibili suoni emessi dalle labbra di un caucasico. Ne era uscito un alfabeto complesso, che però via via nel tempo si era venuto smussando e affinando, fino a diventare l'alfabeto armeno moderno, composto di un minor numero di lettere. In ogni caso restava sempre una lingua difficoltosa. Fu forse per questo motivo che a Venezia, pur essendo divenuta agli inizi del Cinquecento la patria mondiale della stampa, nella quale venivano stampati libri in qualsiasi lingua, moderna o antica, persino nell'ostico greco antico, sembra che nessun tipografo si sia voluto avventurare con l'armeno. Nel Cinquecento Venezia era talmente popolata di armeni, che vendere libri stampati nella loro lingua non avrebbe comportato rischi di invenduto. Ad affrontare le difficoltà della lingua ci pensò allora un armeno stesso, Yakob. Personaggio certamente colto, del quale non si conosce altro che il nome, è stato lui a stampare il primo libro della storia in armeno. Era il 1512, ed entro il 1514 ne stampò altri quattro, per poi svanire nel nulla, quasi inghiottito nei meandri della storia. Il suo non è stato un primato di poco conto, se si pensa che nei successivi oltre cinquant'anni in tutto il mondo, compresa la stessa Venezia, non verrà più stampato un solo libro in lingua armena, e che per trovarne uno, stampato in quella lingua, nella terra dove la stessa veniva intesa correntemente, nel Medio Oriente, e precisamente in Persia, bisognerà attendere di vederlo nel 1638, esattamente 126 anni dopo le pubblicazioni veneziane di Yakob. Da notare anche che nel 1512 è ambientata la storia narrata nel mio post precedente, storia che vede per protagonista Aldo Manuzio, giunto ormai all'apice della notorietà "mondiale" in campo editoriale.

Ma riprendiamo la narrazione che avevamo lasciato in sospeso, quella che ha come protagonista la casa sotto cui ora c'è la Trattoria dalla tenda rossa. Lì aveva visto la luce la prima casa albergo del mondo. Era nata nel 1253 per iniziativa di Marco Ziani, nipote del famoso doge veneziano Sebastiano Ziani. Persona molto ricca già di suo, ancor prima che diventasse doge, lasciò poi la ricchezza in eredità al figlio, doge pure lui, e da questi al nipote Marco; tra quell'eredità c'era anche la "famosa" casa di cui si parla.
Marco Ziani - dal sito Venezia Nascosta

In seguito ad una lunga permanenza in Armenia, Marco Ziani aveva stretto forte amicizia con abitanti di quella terra, della quale s'era innamorato, essendosi trovato molto bene. La stima e la riconoscenza verso gli abitanti di quella terra fu tale che decise di lasciar loro in eredità quella casa dei pressi del Ponte dei Ferali. Nell'atto di donazione lasciò anche una cospicua somma di denaro per sopraelevarla. Il risultato fu la casa albergo Hay Dun, nata col precipuo scopo di dare piena ospitalità per tre giorni a mercanti armeni in arrivo o in transito da Venezia. I mercanti armeni erano famosi già all'epoca per i loro commerci di tappeti e tappeti kilim. Dal Caucaso portarono anche fichi, albicocche, meloni, mandorle, melograni. Poco distante da quella casa, un isolato dopo, nacque un quartiere popolato di armeni, la famosa Calle degli Armeni (foto sotto). Ci si arriva oltrepassando il Sottoportico degli Armeni (foto sotto).

Rispetto a quei tempi, e rispetto anche al secolo scorso, il quartiere è diventato meno popolato, e pur trovandosi alle spalle di Piazza San Marco, nelle sue immediate vicinanze, a detta di Fausto Maroder, che del vivere a Venezia è un perfetto documentarista, Calle degli Armeni è diventato un quartiere tranquillo, e lo è perfino nei periodi di maggior ressa, quando c'è l'incalzare della folla per grandi manifestazioni, quali il Carnevale di Venezia. Sviluppatosi in quel secolo XIII, il quartiere si è anche dotato di una sua chiesa, la Chiesa di Santa Croce degli Armeni, dipendente dalla Chiesa Armena. Ancora oggi "vi si celebra la Santa Messa ogni ultima domenica del mese".

 
Calle dei Armeni all'incrocio con Calle Fiubera - foto mia dalla visita virtuale di Venezia effettuata col motore Geomondo
In fondo allo stretto camminamento (calle) di sinistra, è visibile il Sottoportico degli Armeni (foto sotto). Sul Calle di destra, Calle Fiubera (perchè vi si costruivano le fibbie), è visibile la tenda rossa della Trattoria Anima Bella 

 
Sottoportico degli Armeni. Foto mia - dal giro virtuale di Venezia effettuato con Geomondo
 

 
La rete commerciale e i possedimenti veneziani all'inizio del XVI secolo - da Wikipedia
 
Come detto, Yakob sparì nel nulla, ma il suo libro, pur essendo di contenuto elementare e stampato nella difficile lingua armena, ebbe molta fortuna in Venezia. Il libro del venerdì, questo il titolo, era una sorta di Zibaldone. Conteneva sì preghiere e invocazioni, ma anche pensieri e consigli disposti senza un ordine preciso. Il suo successo fu però tale che attorno ad esso era nata perfino una leggenda dal risvolto straordinario. Narra di un gruppo di mercanti imbarcati su una nave al seguito del loro prezioso carico di merci pregiate. In arrivo dal Medio Oriente, quando giungono in vista della miriade di isolette dell'attuale Croazia, vengono avvistati da un gruppo di quelle imbarcazioni pirate che infestavano la costa slava, le quali si fanno loro incontro con fare minaccioso. I mercanti, vistisi perduti, e non sapendo più a che santo votarsi, rendono l'anima a Dio e si mettono a leggere ad alta voce le invocazioni contenute nel libro. Di lì a poco si solleva una forte nebbia che rende invisibile ai pirati la loro nave.  Approfittando dell'evento inaspettato, la nave dei mercanti si allontana dalla costa slava, facendo rotta verso quella italiana, dove troveranno la sicura salvezza, per sè e per i loro preziosi carichi.

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Curiosando, dal libro di Alessandro Marzo Magno, alcuni dati sullo stato dell'editoria armena nella Venezia del tempo: "nel XVI secolo si registrano 17 titoli armeni: 8 a Venezia, 6 a Costantinopoli, 3 a Roma. Nel secolo successivo verranno pubblicati 160 titoli, in maggioranza a Venezia; mentre nella città lagunare dal 1512 al 1800 si contano 19 tipografie appartenenti ad armeni e non che stampano in armeno e pubblicano ben 249 volumi di ottima qualità, sia dal punto di vista dei contenuti sia della tecnica di impressione" .
 
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Antico e moderno oggi convivono nei calli delle mercerie. A ridosso di quel Rio delle Ferali, nei pressi di Campo San Zulian, a 10 metri dal Ponte dei Ferali e a meno di 50 metri dalla Trattoria Anima Bella, c'è un Negozio Ferrari con tanto di bolide di Formula 1 esposto in vetrina. Questa è una ulteriore conferma di quanto possa essere trafficata di turisti la Calle Fiubera.

 
Store Ferrari in Marzaria San Zulian 782 - foto mia, dalla visita virtuale effettuata a Venezia tramite Geomondo
  
Bibliografia
L'Alba dei Libri - Alessandro Marzo Magno - Garzanti
Venezia quotidiana - Carla Coco - Editori Laterza
Wikipedia

33 commenti:

Josh ha detto...

wow Marshall...un lavoraccio anche stavolta.
Ti vengono bene i post storici con aggancio locale, o meglio, a partire da un luogo ci si incammina poi in un viaggio.

La questione degli Armeni è importante, e per altro verso è un pezzo di storia che grida vendetta, veramente.
Un'altra terra, popolo, nazione epurata, senza nessuna giustificazione possibile, questa volta dai Turchi

Josh ha detto...

un pensiero anche a Venezia che proprio in questi giorni è ritornata sott'acqua...

marshall ha detto...

Josh,
a i turchi...
sarà stata una questione di vendetta, perchè gli armeni sono sempre stati fedeli al cristianesimo. E la loro tragedia è iniziata fin dai tempi della prima islamizzazione.
Non c'è che dire, gente tosta, grande popolo.

E Venezia? Fausto ne fa la "giusta" cronaca ogni giorno. Non come certe tv che terrorizzano la gente col dire che l'acqua alta durerà giorni. In realtà, quando ciò si verifica, avviene solo per poche ore al mattino, e poche ore al pomeriggio, e... con gran piacere per i turisti.

Josh ha detto...

sulla questione armena, genocidio dimenticato, cfr questo portale.

oltre alla pagina linkata, c'è il link ad altre pagine e documenti.

http://freeweb.dnet.it/liberi/genoc_armeno/genoc_arm.htm

marshall ha detto...

Josh,
sito interessante che inizia con la storia del popolo armeno.
Trasformo la segnalazione in link,

eccolo.

marshall ha detto...

Josh,
dal sito ho scoperto con piacere che la maggiore comunità armena esistente in Italia ha sede proprio qui a Milano. Negli anni '80, quando vendevo carta, l'Armenia Editrice di Milano era un grosso cliente della Cartiera presso la quale lavoravo (quella di quell'ispettore del post su Aldo Manuzio), e col mio collega l'editore aveva instaurato una fiorte amicizia.

Da buon collezionista di libri, meglio se antichi, penso incessantemente ad un piacevole episodio di quel periodo: a quel mio collega-amico, che seguiva con dovizia quel cliente, l'Editore aveva donato una loro pregevole edizione. Stranamente si trattava del Corano stampato in arabo (così diceva lui, ma ora, a pensarci bene, forse era stampato in armeno). Stranamente perchè fin d'allora sapevamo che l'Armenia era cristiana. Chissà che fine ha fatto quel libro, nelle mani di quel collega, del quale ho perso ogni contatto?

Hesperia ha detto...

Concordo con Josh, vedo che ti sei appassionato alla storia di Venezia a cui hai già dedicato altri post e in particolare dei libri antichi. Se passo da Venezia non mancherò di riguardare la Calle degli Armeni, dove sono già passata (dato che è nelle vicinanze di S. Marco) ma senza prestare troppa attenzione.

A proposito di Armeni, essi presidiano insieme alle comunità di altri cristiani (ortodossi, copti, francescani) la Chiesa della Natività di Betlemme e la Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme.

Josh ha detto...

@Hesperia:

"..A proposito di Armeni, essi presidiano insieme alle comunità di altri cristiani (ortodossi, copti, francescani) la Chiesa della Natività di Betlemme e la Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme."

verissimo...e talvolta sappiamo anche ogni tanto si danno delle matarellate in testa tra loro di santa ragione uno con l'altro. Spettacolo poco edificante.
Dev'essere l'aria del posto che porta male.

Hesperia ha detto...

E forse non sai Marsh, che il cantante francese (originario armeno) Charles Aznavour è ambasciatore d'Armenia e rappresentante permanente di questo paese presso l'ONU. Ora risiede a Ginevra e ha una fondazione Aznavour pour l'Arménie.

Ho visto i caratteri della lingua armena ed è davvero uno strano cirillico.

Hesperia ha detto...

Sì, Josh, si sono presi a colpi di sedie e di candelabri addosso, proprio lì al Santo Sepolcro. Sempre in abito talare :-)

Josh ha detto...

tra i cantanti classici Aznavour è un mito! punto e basta.

Vi omaggio di questa toccante versione di un pezzo tutto suo, 'Hier Encore' cantata poco fa, un capolavoro (nota anche in inglese rifatta da molti altri, come "Yesterday when I was Young"):

https://www.youtube.com/watch?v=6l8cIObZL7E

Josh ha detto...

e una magistrale versione inglese:-)

https://www.youtube.com/watch?v=mLx8L04L8Dk

Hesperia ha detto...

Aznavour canta in sette lingue. La conosco Hier Encore. Ma ne ho delle altre ancora più nel cuore. Tra le quali Les Comédiens, L'Istrione (Le Cabotin) e soprattutto " Paris au moi d'Aout":

https://www.youtube.com/watch?v=5mQVFAEGbCM&feature=fvsr

Per non dire di Et Pourtant:

http://www.youtube.com/watch?v=27J3i4xGDA0

Hesperia ha detto...

Josh, ti racconto un aneddoto su Aznavour. Ero a scuola e facevo le medie. Durante la ricreazione mi sono messa a fare "l'istriona" e mi sono messa a imitare Aznavour (mi riesce alla perfezione) cantando a squarciagolA "Il faut savoir". Ad un tratto vedo che le mie amiche si spanciavano più del necessario, mi giro e c'era la Prof. di Francese che mi guarda con aria truce. Invece di essere CONTENTA che sapevo tutte le parole a memoria... :-)

Altri tempi, altre severità!

marshall ha detto...

Josh,
sempre da quel sito sono rabbrividito nel leggere sulle atrocità dei turchi compiute contro gli inermi armeni.
Ecco uno stralcio:

"Nel 1914 la situazione armena peggiora irrimediabilmente. In quell'anno infatti il governo turco decide di entrare in guerra a fianco degli imperi centrali e subito si lancia alla conquista dei territori azeri "irredenti". La Terza Armata turca, impreparata, male equipaggiata, mandata allo sbaraglio in condizioni climatiche ostili, viene presto sbaragliata a Sarikamish nel gennaio 1915 dalle forze sovietiche. L'esercito turco indica i responsabili della disfatta negli armeni che, allo scoppio della guerra avevano comunque assicurato il proprio sostegno all'impresa turca. Il clima si fa sempre più teso e, tra il dicembre del '14 ed il febbraio del '15, il Comitato Centrale del partito Unione e Progresso, diretto dai medici Nazim e Behaeddine Chakir, decide la soppressione totale degli armeni. Vengono creati speciali battaglioni irregolari, detti tchété, in cui militano molti detenuti comuni appositamente liberati; essi hanno addirittura autorità sui governi ed i prefetti locali e quindi godono di un potere pressoché assoluto.
L'eliminazione sistematica prende l'avvio nel 1915, quando i battaglioni regolari armeni vengono disarmati, riuniti in gruppi di lavoro ed eliminati di nascosto. Il piano turco, pensato e diretto dal Ministro dell'Interno Talaat, prosegue poi con la soppressione della comunità di Costantinopoli ed in particolare della ricca ed operosa borghesia armena: tra il 24, che resta a segnare la data commemorativa del genocidio, ed il 25 aprile, 2345 notabili armeni vengono arrestati mentre tra il maggio ed il luglio del 1915 gli armeni delle province orientali di Erzerum, Bitlis, Van, Diyarbakir, Trebisonda, Sivas e Kharput vengono sterminati."

Per il completamento andare sul sito.

marshall ha detto...

Hesperia e Josh,
avevo sentito di quelle matarellate avvenute nella Basilica della Natività di Betlemme, ma non avevo fatto caso che vi fossero implicati anche sacerdoti della Chiesa Armena.

johnny doe ha detto...

Un bel post interessante Marsh....poco sapevo sugli stampatori armeni a Venezia.
A proposito di genocidio armeno,c'è stato un bel film che ho visto sull'argomento,ma non ricordo il titolo...certamente Josh lo troverà.E' la migrazione di una famiglia verso l'Armenia,tra mille vicissitudini.
Sempre a proposito di stampa in certe lingue,ricordiamo gli stampatori ebrei di Soncino.

Altro argomento citato nel post,i tappeti kilim.Essendo stato molte volte in Turchia,ne ho acquistato uno in villaggio montagnoso presso Erzurum,mentre lo stavano tessendo all'aperto,davanti casa.
Ricordo che il Kilim non é un tappeto annodato come i persiani,ma tessuto,senza pelo, in prevalenza da popolazioni nomadi,e molto più antico.Come tutte le civiltà più antiche,il disegno é geometrico.
Un giorno vi racconterò un viaggio da Erzurum fino al confine cinese,lungo la via della seta....Baku,BuKhara,Samarcanda,Taskent....con deviazioni all'Aral...e con tutti i mezzi...quanri tappeti avrei dovuto portare...!!
Guarda un po' di palo in frasca dove son finito...colpa do marsh...

marshall ha detto...

Jonnhy doe,
grazie per le gran belle testimonianze: ...film sulla deportazione di quella famigliia armena,...tappeti kilim che hai visto annodare,...stampatori ebrei di Soncino. Nulla di tutto questo sapevo, mentre sugli stampatori di Soncino ne avevo sentito una volta parlare molto vagamente; è un argomento interessante, anche perchè Soncino è qui a due passi da Milano, ed io, guarda caso, ci sono nato in quella provincia di Cremona; mi piacerà quindi approfondirmi sull'argomento. Tra l'altro a Soncino c'è anche un bel castello visconteo, molto ricco di storia, e ancora ben conservato, che meriterebbe un post tutto suo.

E poi quelle notizie sui tappeti kilim.
Grazie per tutti gli spunti.

marshall ha detto...

Jonnhy doe,
quel viaggio sulla Via della Seta deve essere stato molto avventuroso; parli delle località che hai toccato, come se niente fosse, e invece hai calpestato il terreno calcato dai primi uomini. Non a caso L'Arca di Noè è stata localizzata da quelle parti.

Aspettiamo la storia di quel viaggio.

marshall ha detto...

Johnny doe,
caspita, l'argoento Stampatori Ebrei di Soncino non è da poco, se gli hanno perfino dedicato un museo:
Museo Soncino.

marshall ha detto...

Hesperia,
sì sapevo che Aznavour è di origine armena, ma non ero aggiornato sul fatto che fosse diventato
"ambasciatore d'Armenia e rappresentante permanente di questo paese presso l'ONU".

E visto che tu sei molto attenta a queste cose, mi sapresti dire se qui a Milano - dove ho letto esserci una comunità di 1300 persone della Diaspora Armena - se c'è qualche personaggio celebre di origine armena?

Così per curiosità.

marshall ha detto...

Hesperia,
tanto per stare in tema con Venezia, Aznavour è stato un grande nostalgico della città lagunare attraverso la canzone
Com'è triste Venezia.

Hesperia ha detto...

Purtroppo non conosco nessuno dei 1300 e avendo appena fatto la ricerca su google circa la comunità armena milanese non mi è saltato fuori niente di rimarchevole. Magari puoi provare tu, Marsh.

Ah sì, "Com'è triste Venezia" (Que c'est triste Venise) è sempre un grande evergreen di Aznavour.

marshall ha detto...

Hesperia,
molto carino quell'aneddoto di quando imitasti Aznavour. Ecco perchè conosci bene il francese.

Josh ha detto...

ripasserò e risponderò a tutto...ma intanto...

Liszt su una Venezia insolita

https://www.youtube.com/watch?v=dDEBfJxsJZ8

e..capolavoro

https://www.youtube.com/watch?v=RaIrJoqO1xc&feature=relmfu

marshall ha detto...

Josh,
sto ascoltando il secondo brano, sai che mi ricorda vagamente quel Ravel interpretato da Michelangeli.

Josh ha detto...

caro Marshall...m'hai sgamato...
vado matto per certi adagi in cui è presente il piano e una certa insistenza sul Re minore:-)

marshall ha detto...

Josh,
a me poi, quell'adagio di Ravel, interpretato "magistralmente " da Michelangeli, come hai visto è rimasto stampato nella mente, per via delle tante e tante volte che l'ho ascoltato.

johnny doe ha detto...

Concerto per piano e orchestra di Ravel,Michelangeli,Celibidache,LSO -
Londra 1974....inarrivabile,senza paragoni...

marshall ha detto...

Johnny doe,
come vedo, quel Ravel ha contagiato anche te.
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In questo sito Viaggio attraverso l'Asiastan si parla di un viaggio attraverso l'antica Via della Seta, passando anche per l'Armenia. A parte il fatto che non menzionino la storia dei tappeti, per un attimo m'è comunque sembrato fosse un tuo sito, dato che il racconto combacia con molti punti del tuo commento qui sopra.

Josh ha detto...

@Johnny

:-)) il pezzo come dici è bellissimo, uno dei miei preferiti....
e Marshall ha buona memoria...
lo misi in questo post

http://esperidi.blogspot.it/2010/09/settembre-chardin-e-la-poesia-delle.html

il resto lo fanno Michelangeli e Celibidache

marshall ha detto...

Josh,
ho riletto con piacere quel post, dedicato al pittore francese Chardin. Ho notato che anche quella mostra era stata allestita al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, proprio come la mostra del tuo post precedente.
Ti farà anche piacere sapere che sul pittore Chardin era stata impostata una lezione in quella famosa "Università del tempo libero", per la quale furono presi dal tuo post tutti gli spunti per la lezione.

marshall ha detto...

Josh,
mi sono commosso alla lettura dei commenti di quel post su Chardin: contiene tre commenti del compianto Marcello, sui quali sorvolai in quel momento. Sono invece rivelatori di quanto gli sarebbe accaduto qualche mese dopo, specie quando parla di fiori e foglie.