martedì 27 novembre 2012

Napoli sorprendente

 
Campanile della Chiesa di San Gregorio Armeno che sovrasta l'omonima via - da Wikipedia
 
Nella trasmissione Sereno-Variabile di sabato 17 novembre Osvaldo Bevilacqua è andato a curiosare nelle botteghe degli artigiani del presepe del quartiere Armeno di Napoli. Ma cosa ha a che fare Napoli con l'omonimo stato del Medio Oriente? In realtà nulla perchè la storia del nome è legata a fatti avvenuti in maniera del tutto casuale nei primi tempi del cristianesimo; fatti legati alla conversione di Costantino. A quella chiesa, nata secoli dopo, in seguito a quei fatti, nel centro di Napoli, fu dato il nome chiesa di San Gregorio Armeno, perchè custode di importanti reliquie del santo armeno. La strada che conduce alla chiesa, leggermente in salita, ha preso il nome del Santo a cui la stessa è dedicata: via San Gregorio Armeno. La strada, che in realtà è un vicolo pedonale, ha assunto ormai da secoli la prerogativa di essere la strada delle botteghe "artistiche" degli artigiani napoletani del presepe. E' conosciuta in tutto il mondo, tanto che non mi stupirei affatto di vederla un giorno inserita nell'elenco dei siti Patrimonio mondiale dell'Umanità.    
 
 

Via San Gregorio Armeno - dal sito Portanapoli.com

-------------------------------------------------------------------------------
 
 
 
Tunnel Borbonico - foto dal sito Tunnelborbonico.info

Nella stessa puntata Osvaldo Bevilacqua è sceso nelle viscere della città vesuviana per visitare il Tunnel Borbonico, riaperto al pubblico recentemente. L'ingresso è posto in vicolo del Grottone, 4, un percorso situato alle spalle del celebre Colonnato di Piazza Plebiscito (foto sotto), l'uscita si trova in Riviera di Chiaia, nei pressi del lungomare.

 
Piazza Plebiscito - foto di De Maio Agostino - dal sito Fotoeweb.Napoli

L'imponente opera sotterranea, un tunnel lungo quasi 500 metri (che secondo il progetto iniziale avrebbe dovuto essere di almeno 800 metri, da Palazzo Reale al mare), largo e alto quasi 30 metri in quasi tutta la sua estensione, è stata realizzata in soli tre anni, con inizio dal 1853, scavando a colpi di piccone nel tufo del sottosuolo. L'idea del tunnel era venuta a Ferdinando II di Borbone in seguito ai moti rivoluzionari del '48, che avevano coinvolto varie città italiane, tra cui Milano, Venezia e la stessa  Napoli. Qualora si fosse ripresentato il pericolo di rivolte, Ferdinando II aveva così pensato ad una veloce via di fuga che da Palazzo Reale lo avrebbe portato in tutta sicurezza verso il mare, dove si sarebbe posto in salvo. La galleria doveva essere in grado di far passare contemporaneamente cavallerie affiancate nei due sensi di marcia. Pur se non ancora completato, per ragioni prettamente tecniche, il tunnel venne inaugurato nel 1858 alla presenza del re. L'Unità d'Italia, arrivata tre anni dopo, nel 1861, sancì l'inutilità dell'opera, che non fu più portata a compimento. 
 
 
Nel giugno scorso restai stupito nell'apprendere che una signora italo-inglese, con marito statunitense, estemporanea lettrice di questo blog, sarebbe venuta in vacanza a Napoli nel mese di agosto; e lo stupore fu ancor maggiore quando disse che sarebbe venuta a Napoli per la terza volta, approfittando del fatto che i figli erano ormai diventati grandicelli. Da notare che la signora non ha alcun parente a Napoli, essendo di origini pugliesi da parte di entrambi i genitori; inoltre sua madre vive da tempo qui in Lombardia.
 
 
Allora mi chiesi cos'avesse visto di bello in Napoli, per averla preferita a tante altre località, dal momento che in tutti questi anni i nostri mass-media han fatto di tutto per creare lo stereotipo di una città di fannulloni e incivili, sommersa dai rifiuti, in preda a bande di camorristi, rapinatori, delinquenti, malavitosi? Io che, per tali motivi, e che pure in gioventù avrei avuto molte opportunità per visitare Napoli senza avere un grosso aggravio di spese - poichè sarei sceso lì dalla vicina Ciociaria - non sono mai stato a Napoli città. Dopo aver fatto ricerche per questo post, m'accorgo ora d'aver perso inutilmente un grande treno: Napoli, città dal clima migliore che non quello di Milano, e dalle bellezze architettoniche, culturali, paesaggistiche, ambientali e naturali invidiabili. Il tutto per non parlare poi della Reggia di Capodimonte, l'incombenza del cui tema lascio a Josh, blogger di questo gruppo, poichè è un vero appassionato d'arte e ha molta più competenza di me in questo campo, essendo materia a lui molto congeniale, e classica per il suo repertorio di post sull'arte.
La "lingua", poi, che tempo addietro classificavo come rozza, mi è diventata estremamente gradevole e aggraziante, soprattutto dopo avere più volte ascoltato il brano Cu' mmé, impregnato com'è di fraseggi piacevolmente poetici (ascoltare il brano cliccando qui), magicamente interpretato dalle inimitabili voci di Roberto Murolo e Mia Martini, con voce di accompagnamento e accompagnamento ritmico musicale diretto da Enzo Gragnaniello.

 
Zampognari - foto dal sito Centumcellae.it

Napoli, città oltretutto accogliente e generosa, almeno fino al 1990, e cioè fino a quando mi sono giunte notizie dei gruppi di zampognari ciociari che calavano in massa verso Napoli nel periodo natalizio. Quante volte dai miei ho sentito raccontare di questi zampognari. Gente che ho talvolta anche conosciuto di persona. Gente dedita a tutt'altro genere di lavoro durante l'anno. A Natale s'improvvisavano musicanti per andare a raggranellare qualche soldo, suonando per le strade di Napoli. Negli anni '50 e '60 il fenomeno era molto fiorente. Allora, dal paese dei miei, in Ciociaria, partivano gruppi numerosi di almeno dieci persone. E se tanto mi dà tanto, solo  dalla Ciociaria scendevano a Napoli qualche centinaio di zampognari. E c'era lavoro per tutti. I gruppi alla fine del periodo natalizio rientravano a casa con sacchetti di monete da spartire. Spartizione che avveniva equamente, indipendentemente dal ruolo da ciascuno svolto: c'era proprio un gran bello spirito di gruppo. Nei quindici/venti giorni di lontananza dalle loro case (partivano il giorno dell'Immacolata, l'8 dicembre, per rientrare dopo Natale) dalla generosa gente di Napoli  raccoglievano oboli in abbondanza, tanto da essere in grado di sostenere se stessi e le loro famiglie per mesi.

Post correlati:
I canti religiosi tra folclore e devozione
L'oro di Napoli

34 commenti:

Sympatros ha detto...

Napoli ha la faccia tosta da secoli. Tutti ne parlano male, ma alla faccia di tutti lei continua a mantenere il suo fascino..... è senz'altro la più rappresentativa città che, pur facendo parte del mondo occidentale, ha mantenuto una visione della vita e della storia che non è certamente moderna. La civiltà europea e occidentale moderna, specie quella urbana, ha sposato l'idea di tempo e civiltà nata dalla rivoluzione borghese prima e industriale dopo.... eredi della riforma protestante e calvinista. Nel mondo occidentale odierno, il tempo della storia è lineare, rappresentato da una retta che va verso un fine, per raggiungere il quale, l'agire, il lavoro il produrre ha una grande importanza. La linea retta prevede e crede possibile il cambiamento e il progresso, di conseguenza l'impegno nell'attività economica è di grande rilievo. A Napoli, città greca, il tempo è circolare, come era nell'antichità classica greco-romana. La vita, la storia è più o meno la stessa e si svolge sempre percorrendo la circonferenza del cerchio. Bisogna cercare di godersi la vita, ma l'impegno, l'agire, l'attività economico-imprenditoriale non si deve trasformare in "fatica" in ansia nel raggiungimento dell'obbiettivo, del progresso...per arrivare a quale ci si rovina la vita. C'è una forma di carpe diem nel tempo circolare, di godimento anche nella povertà... avimme 'o mare 'o sole simme 'e napule paisà... i napoletani sono forse gli unici che pure cittadini di una grande città con una grande storia.. si sentono sempre paisà. Napoli attrae coloro che sentono come ansiogeno il darsi da fare della società, non solo moderna". Virgilio, padano, fugge e si rifugia a Napoli... Lucrezio altrettanto... Goethe ne parla con simpatia nel suo viaggio turistico-culturale in Italia. Leopardi, non proprio a Napoli, ma va a finire pure lui nella zona del silenzio, nel mondo senza tempo. Per i nordici Napoli rappresenta la diversità, che genera simpatia e fastidio. Simpatia se la si guarda con occhio curioso e "poetico". Fastidio per tantissime altre cose che non sto qui ad elencare.
Interrogativo finale. La società moderna fatta di economia finanza progresso, crisi spread... è l'unico modello di società? Oppure si puo' contemperare con un pizzico di napoletanità?

marshall ha detto...

Sympatros,
grazie per l'erudito commento, che tocca tanti temi, e che sarà senzaltro oggetto di molte repliche.
Con piacere vedo che torni sul concetto di "circolarità del tempo", il quale a suo tempo fece nascere molti commenti nel post dedicato a Santa Giuseppina Bakhita. Concetto che a me è molto chiaro quando guardo un orologio digitale che stà qui davanti a me. Scandisce i decimi di secondo, i numeri cambiano continuamente, come in un vortice circolare, partendo e ripartendo sempre da uno stesso numero preso a caso. Sarà banale, ma da questo orologio esperimento dal vivo il concetto di "circolarità del tempo".

Josh ha detto...

affascinante tema quello del post, su cui tornerò, naturalmente, e simpatico anche il commento di Sympatros.

Sì Marshall, sulla circolarità del tempo già avevamo detto in parte. Ognuno può giocare con i codici culturali come vuole:-)
In origine il significato di tempo circolare è differente, nasce in clima profondamente gnostico-pagano, tra culto degli elementi e della natura letta come deificata, oppure è inteso come ouroburos, ma non è semplice avvicendarsi di belle stagioni, era un culto con le sue celebrazioni rituali, in origine anche violente.

Josh ha detto...

@Marshall:
sul tempo circolare inteso nel neopaganesimo moderno:

cfr. con cura:

http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Ruota.htm

poi qui:
http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Ruota_ottaedro.htm

esempio pratico:
http://www.ilcerchiodellaluna.it/calendari/OTTAEDRO_CICLO_ANNO_MAGICO.jpg

questo per darti una chiave di lettura...insomma è un po' diverso dal semplice orologio, specie per le implicazioni. Siamo lì nel cerchio magico, in una visione del tempo esoterica (o in un tentativo verso la stessa:-)

la visione lineare da a a b non è solo quella del progresso protestante, ma anche quella cristiana cattolica-base: alfa-omega, da nascita a vita a morte a risurrezione e Regno è fatto lineare anche cattolico.
Certo protestantesimo (e mica da solo, con precisi addentellati AT) ha invece aggiunto i valori materiali di efficienza, successo, spread...etc, ma non è che era colpa solo della visione cristiana di tempo lineare.

Ugualmente come già spiegai....chi crede in un tempo ciclico, nell'eterno ritorno, dovrebbe credere anche nella reincarnazione, il che ci porta lontano.
E chi crede in un tempo lineare, sa pure lui che ha fasi diverse, e si accorge ugualmente che le stagioni ruotano....
:-)

Hesperia ha detto...

Marsh, i tuoi "zampognari" mi hanno fatto ripensare al nostro beneamato amico Marcello e alle sue vignette quando fece Di Pietro che soffiava una zampogna :-).

Mi riallaccio a Sympatros, che così bene ha descritto lo spirito partenopeo.

Specie con quella parola spiazzante che è "fatica" per indicare il "lavoro".

Sentir dire "Nu tengo genio i' fatica'" mi fa scompiasciare dalle risate, perché per loro non solo il lavoro è "fatica" ma occorre avere anche "estro" (genio) per averne voglia.

E certamente tra pregi e difetti, non di può negare che "o' genio" ce l'abbiano.

marshall ha detto...

Hesperia,
anch'io ero di queste opinioni, ma leggendo la storia del Tunnel Borbonico, costruito in soli 3 anni a forza di picconate, e la storia di uno dei 4 castelli di Napoli, anch'esso costruito in soli 3 anni, e quando ancora non c'eran macchine e veniva fatto tutto a mano (uno di questi 4, non ricordo quale), quell'opinione è stata spazzata via dalla storia. E ora che sto leggendo la storia delle miniere Borboniche del ferro, quell'opinione è stata completamente sradicata.

A questo punto mi vien proprio da pensare che sia stato l'assistenzialismo incontrollato a rovinare il Meridione d'Italia.

Ci risentiamo tra due o tre ore.

marshall ha detto...

Hesperia,
per comprendere la filosofia che sta alla base del comportamento dei napoletani (il vivere attuando il pensiero filosofico sulla "circolarità del tempo" ), occorre riferirsi alla rivolta capeggiata da Masaniello.
Il romanzo di Luciano De Crescenzo Così parlò Bellavista illustra molto bene questa loro filosofia.

Masaniello.

Corsi e ricorsi storici, non credi che oggi siamo più o meno in quelle condizioni? Supertartassati come i popolani napoletani di quel tempo? E a qual pro? Ma qui, ovviamente, stiamo andando fuori tema alla grande, e quindi mi fermo.

Josh ha detto...

Marshall ...abbi pazienza:-))

vedi tu, la circolarità del tempo come concezione te l'ho spiegata poco sopra ...
e in filosofia, perchè è solo LI' che nasce,
non c'entra nulla con Napoli in sè,
è un'altra cosa rispetto a quella cui continui a riferirti,
anche se il post di Sympatros ripeto è molto ben scritto e simpatico.

marshall ha detto...

Josh,
non ho ancora avuto tempo di leggere tutto quello che mi hai mandato a proposito di circolarità del tempo, e me ne dolgo. Nei miei commenti sopra, quando chiamo filosofia il modus vivendi dei napoletani, chiamiamola col suo vero nome, che è appunto "loro modo di vivere". Un modo che credo sia scaturito per tutte le angherie da loro subite nel corso dei secoli, le quali credo siano state superiori che non quelle subite dai popoli del nord Italia. Per farti un esempio, a Venezia c'è stata una repubblica, la Serenissima, che ha consentito al popolo di vivere in democrazia per 1000 (mille) anni.

marshall ha detto...

Josh,
ho aperto il sito, una mastodontica raccolta enciclopedica di scritti. Per farti un esempio, mi ha distratto il titolo di un lunghissimo post su santa Ildegarda perchè credevo fosse la biografa della mia Adelaide, ma niente di tutto questo.

Sympatros ha detto...

La realtà, la verità non si taglia netta con un colpo di accetta, non c'è solo il bianco e il nero c'è pure il grigio.
Il tempo, lo spazio di un blog costringe a certi schematismi e semplificazioni, si finisce facilmente nei luoghi comuni. Anche il post che ho fatto su Napoli per certi aspetti è un luogo comune. La realtà di Napoli, la vita dei napoletani non si puo' ridurre ad un luogo comune... è materia più complessa. E' fatta anche di altre cose... cose serie, a volte tragiche, non c'è solo 'sole e 'o mare, ci sono anche le cose a cui fa riferimento Marshall. Detto questo, ribadisco che a grandi linee per Napoli, come per il sud d'Italia vale il concetto di tempo circolare, identificato come una visione della vita che s'identifica e si ritrova simile agli altri aspetti della natura circostante. La natura è qualcosa di dato, non fa progressi, è così, è sempre uguale a se stessa nella sua ripetitività circolare. Il cristianesimo, irrompendo nella civiltà greco-romana, immette in essa l'idea di linea , legata al concetto di salvezza e alla vita come scopo. Bisogna cmq fare un certo distinguo.. e mi pare di averne già parlato. Il cristianesimo cattolico, figlio senz'altro dell'ebraismo, ha però ereditato molto dall'impero romano.. e diciamo che l'idea di linea e di scopo e di salvezza viene in qualche misura "razionalizzata" e disciplinata dall'idea di tempo circolare classico che persiste nella chiesa cattolica e nell'umanesimo e rinascimento italiano.
La riforma protestante, con la lettura individuale della Bibbia, ha permesso un'influenza notevole di ideologie "lineari" presenti nell'antico testamento... antico testamento, un po' trascurato dal cattolicesimo. Questo, sempre semplificando, ha fatto sì che l'ideologia della salvezza e dell'obbiettivo da raggiungere divenne caratteristica dei paesi protestanti e calvinisti e ha fatto si che, una volta laicizzata l'idea di progresso e collocato lo scopo e la salvezza nell'aldiqua, si desse inizio ad una civiltà del fare in funzione dell'obbiettivo, al mondo borghese, all'etica protestante e allo spirito del capitalismo come direbbe Weber.
Come nell'altro post finisco con una domanda. Siamo sicuri che una visione della vita e della storia dell'uomo in funzione economicistica, legata all'idea di arricchimento e di progresso possa essere autosufficiente.... la visione classica è per sempre finita o puo' dare ancora un apporto e un contributo serio di completamento?
Non bisogna mitizzare Napoli... sotto il sole e difronte al mare ci son tante cose che non vanno, ma un certo atteggiamento nei confronti della vita, un certa napoletanità non potrebbe forse essere ancora utile alla società occidentale moderna?

Josh ha detto...

Provo a rispondere con ordine, a parte le cose inascoltate che ho già risposto, per cui mi sembra inutile ripetere, casomai metto 2 note dopo.

Sul post:
molto bello. Curioso che si arrivi a Napoli sempre con la ricerca sulle tracce degli Armeni. Questo fa capire le incredibili stratificazioni culturali della città.
Ho sempre amato Napoli, anche la sua lingua e letteratura.
I suoi presepi sono mitici.
Più volte con Nessie ed Hesperia abbiamo parlato dei beni dichiarati “Patrimonio Mondiale dell'Umanità”...dell'Unesco avevamo parlato (storicamente, della sua formazione e di collusioni massoniche) in “Alan Watt..la distopia” in questo stesso blog.
Sembra anche che i beni dichiarati “Patrimonio dlel'Umanità” se pure hanno in sé un riconoscimento di valore, pare vengano come espropriati ai legittimi appartenenti, per divenire “dell'umanità”, cioè di tutti e di nessuno, e anche su questo processo di de-proprietarizzazione dei beni ci sarebbe tanto da dire.

Josh ha detto...

Noto anche, dato il periodo dell'anno, che a Napoli sulla devozione del presepe e all'arte che lo riguarda, popolare ma pregiatissima, la tradizione del presepe per esempio usa vesti pregiate sulle statuine, ma anche non manca l'ironia con le figure famose dell'anno: presepe con i calciatori, con i presidenti e con i ministri. Fanno sorridere, ma non vorrei mai un presepe con Monti Befera Passera Fornero: mi saprebbe troppo di Halloween.
Per es. in Emilia la tradizione del presepe locale c'è ma è diversa, le figurine sono tutte di cartapesta o altri materiali, anche terracotta, pitturate a mano, ma i vestiti non sono di stoffa ma scolpiti e dipinti anche loro e non c'è ironia...o un po' di severità, o la solita poetica del 'realismo delle piccole cose' quotidiane che fa tanto vecchia Emilia.

Affascinante il tunnel borbonico. Napoli è piena di misteri. Vengono in mente certe pagine di Mastriani o di Russo. La Reggia di Capodimonte è splendida. Marshall su questo...non bisogna dimenticare che Napoli fu la Capitale di un Regno considerato di portata internazionale, e prima dell'Unità, Napoli per bellezza veniva considerata seconda solo a Parigi in Europa.

Josh ha detto...

Le tracce della sua grandeur Napoli le ha ancora, nonostante l'enorme penalizzazione che subì all'indomani dell'Unità.
La lingua di Napoli era una vera lingua strutturata, più che un dialetto. Anche l'italiano piemontese lo vissero come imposto.
Il pezzo musicale linkato è bello, ma ci sono anche autori del passato...a me piaceva Salvatore di Giacomo (anche novelliere, poeta, autore di Storia Patria e di antichità napoletane)
da cui la famosa “era de maggio” (e molte altre).
Ma la letteratura napoletana ebbe svariate punte...e il suo barocco, e il suo 700... e Basile?

E' che in questo blog quando si va città per città si scoprono tesori ovunque, e brucia 2 volte di più l'omicidio nazionale su vasta scala che stanno preparando le forze internazionali con la balla del debito usando i tecnici killer.

Josh ha detto...

sul primo commento di Sympatros direttamente.

vero che Napoli, per me direi per fortuna, non è "moderna" in senso europeo o mondialista attuale, e ha mantenuto certe radici, sono la sua identità (pur composita e stratificata) e la sua poesia.

curioso il parallelo:
cito da Symp.

"La civiltà europea e occidentale moderna, specie quella urbana, ha sposato l'idea di tempo e civiltà nata dalla rivoluzione borghese prima e industriale dopo.... eredi della riforma protestante e calvinista."

vero...da cui il gelo della tecnica, del successo, del profitto, del mercato uber alles come regno prospero adesso e qui

"Nel mondo occidentale odierno, il tempo della storia è lineare"

sì ma il tempo lineare è introdotto dall'alfa e omego cristiano, ma anche cattolico..la linearità non è che è solo protestante, ma anche cattolica.
La circolarità del tempo, dall'ouroburos al tempo esoterico alle ruote dell'anno erano precristiane ...se il protestantesimo le ha cassate, il cattolicesimo è vero le ha 'assorbite', ma non penso dipenda da questo che a Napoli è ancora possibile il bel vivere, la poesia ma anche i forti contrasti.
Napoli sarà pagana ma anche cattolicissima e gaudente (per fortuna:-)

insomma Symp trovo interessante la tua lettura ma storicamente un po' schematica

Symp "...rappresentato da una retta che va verso un fine, per raggiungere il quale, l'agire, il lavoro il produrre ha una grande importanza"

sì ma nel cattolicesimo la retta che va verso un fine è quella della salvezza.....non altre

sugli ospiti illustri: Napoli era peina di tedeschi nel 1800 e non solo per il Grand Tour. Era chiaro, come spieghi, che fuggissero lì.

NO, la società fatta di economia, finanza, progresso e spread NON è e non deve essere l'unico modello di società. Rispetto a questa, la napoletanità va benissimo.
Gli emiliani almeno non sono "cultori del mercato":-) se è anche questo che volevi sapere Sympatros...

quelli che fanno del Mercato un Vitello d'Oro degno di culto sono altri.

Josh ha detto...

sulla Napoli più tragica, se capita di leggere qualcosa di Mastriani e di Anna Maria Ortese li consiglio caldamente...comunque grandi grandissime pagine.

il tuo secondo commentone, Sympatros è più chiaro e il fenomeno è analizzato bene nelle sue gradazioni, nella chiave che volevi seguire.

rispondo anche a questa altra domanda

Symp
"Siamo sicuri che una visione della vita e della storia dell'uomo in funzione economicistica, legata all'idea di arricchimento e di progresso possa essere autosufficiente.... "

è un'idea economicistica-materialista orrenda e a cui bisogna opporsi

Symp "la visione classica è per sempre finita o puo' dare ancora un apporto e un contributo serio di completamento?"

la visione classica può inseganre molto..e la preferisco

Symp "Non bisogna mitizzare Napoli... sotto il sole e difronte al mare ci son tante cose che non vanno, ma un certo atteggiamento nei confronti della vita, un certa napoletanità non potrebbe forse essere ancora utile alla società occidentale moderna?"

per me sì, un po' di napoletanità sarebbe utilissima:-)
....altrimenti la società moderna cos'è destinata a diventare? un marasma di automi telecomandati, tracciati, già morti, e con religione il culto di una moneta falsa e privata di altri.

marshall ha detto...

Josh,
solo una parentesi per dirti che alcuni tuoi ultimi commenti son riusciti perfino a commuovermi; a me che ho un cognome (quello vero, nascosto nella nike nome) che più napoletano di così non potrebbe essere. Qualcuno dei miei antichi avi, che sicuramente sarà stato un abitante del Regno Borbonico, o del Regno di Napooli, o del Regno delle Due Sicilie, deve aver compiuto qualche atto o impresa eroica, altrimenti non me lo saprei spiegare.

marshall ha detto...

Josh,
Nel commento di prima c'è una Napoli con due o, che ovviamente è un refuso.
Il fatto degli armeni è stato puramente casuale. Certo è che essendo impregnati di Armenia, come lo eravamo in quei giorni, appena quel giorno 17 novembre sentii pronunciare la frase "Quartiere Armeno di Napoli", drizzai subito le orecchie. E da lì è poi nato tutto il resto, compreso questo mio supplemento culturale su Napoli. E ti confesso che al posto di questo post ce ne sarebbe dovuto essere un altro, quello sì incentrato tutto sull'Armenia, ma sarà per un'altra volta.

Hesperia ha detto...

Vi dico cosa mi piacciono di Napoli:

1) La pastiera napoletana
2) i babà al rum
3) le sfogliatelle
4) o' Preseppe.

Vi dico cosa e chi detesto:

Napolitano.

marshall ha detto...

Hesperia,
sulla Pastiera Napoletana concordo pienamente con te. La tua preferenza m'ha fatto tornare in mente un amico scomparso che avevo conosciuto a Ventimiglia. Erano i tempi del film Cleopatra, e alcune scene furono girate a Napoli; in quell'occasione il mio amico, ricercatissimo cuoco di nave, conobbe Liz Taylor e Richard Burton che gli avevano chiesto l'assaggio della Pastiera Napoletana. Da quel momento era diventata la sua specialità. Aprì bottega a Ventimiglia, dove molti si chiedevano il perchè di quella specialità partenopea in terra ligure, a Ventimiglia. Alla fine veniva molto apprezzata dai molti meridinali residenti in quella città di confine, ed anche dai francesi che il venerdì si riversavano in massa al famoso mercato del venerdì.
Oggi, anche la pasticceria, che fu rilevata dalla figlia, non esiste più, ma se a Ventimiglia chiedete chi era lo specialista della Pasiera Napoletana, forse ve lo sapranno ancora dire.

johnny doe ha detto...

Un bel post,Marsh...che rende giustizia,come anche altri commenti, ad una città certo con molti problemi,ma troppo spesso bistrattata.Qui ho amici e conoscenti stupendi,parte dell'altra metà del cielo di cui poco si parla.

Anonimo ha detto...

Credo di conoscere il Ventimigliese...
comunque mi è venuta voglia di andare a Napoli!

Lunatika

marshall ha detto...

Lunatika,
bentornata.
Lo so che lo sai, e credo tu conosca anche la lettrice italo-inglese della quale parlo.

marshall ha detto...

Johnny doe,
anch'io ho amici napoletani, ad uno dei quali, quando facevo il venditore, avevo insegnato tutti i segreti della carta da stampa; e nessun altro dei miei colleghi lo voleva con se, anche per non dovergli rivelare i propri trucchi e fargli conoscere i propri clienti.

Tra i tuoi amici c'è senzaltro Totò, per il quale, se non sbaglio, scrivesti un post che è un apoteosi.

marshall ha detto...

Johnny doe,
sulla tua preferenza per Totò non avevo dubbi: son venuto a verificare nel tuo blog e il suo nome figura in ben 32 post.

GL ha detto...

In questo link

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=42959

troverete una visione non cristiana del tempo che cerca di mettere insieme il tempo lineare, ciclico e tempo fisso. Se avete pazienza con i numeri in fine dell’articolo potete capire il nocciolo e la grandezza dell’idea, che nel piccolo si rifletta anche il grande, e viceversa.

johnny doe ha detto...

Sai Marsh,io parlavo in primis di amici viventi che conosco da diversi anni, e quando vado a Napoli non c'è verso di poter andare in albergo,cosa che a me dispiace per tanti motivi,anche se hanno case da poter ospitare comodamente e alla grande una intera compagnia.
Ma loro,capendo la mia sensibilità "nordista",ora mi danno la chiave in modo da potermene andare quando e dove voglio per i fatti miei,cosa impensabile per ospiti al Sud,dove si fanno un punto d'onore di non lasciarti mai solo,felici di accondiscendere ai tuoi desideri.
L'unica volta che per certe circostanze,sono andato in albergo da loro prenotato a Posillipo,mi son trovato il conto pagato.
Una settimana...e pure un regalo per l'amica che era con me!
Certo,le prime volte non mi mollavano un istante e mi han fatto conoscere i più remoti angoli della città e dintorni.
Pensa un po,un'amicizia nata in treno,parlando dei Recco pittori...!
Quando vengono da me,cerco di fare del mio meglio,ma non riesco mai ad eguagliare la loro ospitalità.

Quanto a Totò,non ha eguali...ha fatto films strepitosi,specie in compagnia di Peppino e Fabrizi,due spalle....si fa per dire...anch'esse ineguagliabile per bravura e sintonia.Come potrei descrivere questo genio (spesso a suo tempo incompreso) della napoletanità più genuina che riesce a rendere universale? Un'impresa...
Mi limito a dire che non era una maschera,come molti han detto,anche se si é prestato pure a questo ruolo,ma un grande e finissimo attore naturale da cogliere anche nelle tante piccole sfumature e invenzioni al di là di ogni copione.
Rivedere molti suoi films,non mi stanca mai.

marshall ha detto...

Johnny doe,
bisogna dirlo con tutta franchezza: in fatto di ospitalità il meridionale non ha eguali: l'ho sperimentato più volte, direttamente o per interposta persona, tanto che potrei scriverci un post di anedottica. Nella mia serie di post Viaggio in Sicilia è possibile reperire qualcuno di tali aneddoti. Sarà forse che là il sole scalda di più e ciò si ripercuote sul calore umano emanato da una persona? Mia moglie, per esempio, che è siciliana, ne è la prova lampante: con quello che ho, un'altra al suo posto m'avrebbe gettato in discarica da anni, e invece, anche grazie a lei, sono ancora qui a seguire i blog da sette anni.

Su Totò giovedì sera alle 20 su Rai 3 hanno riproposto per l'ennesima volta la scenetta di Pasquale e le Terme di Diocleziano; come detto, l'ho vista per l'ennesima volta, tanto che conosco a memoria tutte le battute (...e che 'mme frega a 'mme, che sò Pasquale io?), eppure non stanca mai. E vuoi saperne un'altra, da ragazzo avevo imparato a memoria "A levella", che ricordo ancora quasi integralmente.

marshall ha detto...

GL,
grazie per la sgnalazione. Se non sbaglio ho incontrato la tua nike in qualche altro post, o forse sul mio dedicato a Santa Giuseppina Bakhita. Il tuo link si aggiunge a quanti già indicatimi da Josh. Argomento quindi interessante, a quanto pare. E' allora d'obbligo che mi crei un briciolo di cultura in tal senso.

GL ha detto...

Se arrivi a capire l’articolo del link, la visione “induista” del tempo, non soltanto contiene in se tutti concetti del tempo (lineare, ciclico, eterna, la ripetizione e nello stesso tempo il nuovo, il progresso), ma ha anche il merito (oltre di essere il modello copiato malamente dai greci, ebrei e loro eredi) e di esprimere precisamente e numericamente la struttura del tempo. Con altre parole è simile con il concetto di Pitagora che il numero è tutto, è l l'elemento di cui tutte le cose sono costituite, mediante i numeri è possibile spiegare ogni cosa. Dunque esattamente il credo della certa scienza moderna, che, differentemente si crede con luoghi comuni, scienza (misurazione spazio-tempo) non nasce dal osservazione empirica dei movimenti celesti, per bisogni agricoli, piantare, raccogliere ecc, anzi è vero il contrario, idea "folle" che è il ritmo interiore del tempo-spazio che crea le stagioni e perfino andare della storia.

In questo contesto deve essere considerato lo sforzo di Gioacchino da Fiore quando calcolava e profetizzava con numeri e concordanze storiche. Anche se i suoi risultati rasentano il ridicolo, eresia ecc, la sua intuizione e geniale.

Anonimo ha detto...

It's really a great and helpful piece of info. I'm satisfied that you simply shared this helpful info with us.

Please stay us informed like this. Thanks for sharing.


Feel free to surf to my weblog; know more

Anonimo ha detto...

I do consider all of the concepts you have introduced to your post.
They are really convincing and can definitely work. Still, the posts
are very short for novices. Could you please extend them a little from subsequent time?
Thanks for the post.

my web page ... view next

Anonimo ha detto...

What's up, this weekend is good in favor of me, since this occasion i am reading this wonderful educational article here at my house.

my web page; know more about

Anonimo ha detto...

At this time I am going to do my breakfast, once having my breakfast coming yet again to read further news.


Feel free to surf to my web site more about