Questa é la foto di una grande città del NordAmerica e, come le altre, ha un profilo (skyline)che si lancia verso l'alto, sfruttando in altezza lo spazio e limitando in questo modo gli spostamenti nei centri delle città.
Nelle città nordamericane si vive preferibilmente nelle banlieues, nei dintorni, e i quartieri residenziali sono carini, ben tenuti e tranquilli. Le zone commerciali e industriali son generalmente ben delimitate, distanti dalle abitazioni.
Lo sviluppo delle nostre città italiane dell'epoca moderna, invece, é stato alquanto disordinato e disomogeneo.
Dagli anni sessanta si é cominciato a costruire senza alcun rispetto per l'ambiente e lo stile locale, e sono spuntati edifici bruttissimi che bisognerebbe abbattere. Abbiamo costretto la gente a vivere in locali ristretti, in condominii come alveari che suscitano l'aggressività di chi é costretto a condividere spazi irrinunciabili.
Pensare che nel passato in Italia i paesini, anche quelli piu' poveri, erano costruiti artigianalmente, con semplicità e a misura d'uomo-pedone.
Mi riferisco ai villaggi dei pescatori come Portofino o Positano. Non parlo delle città d'arte che si arricchirono di magnifici Palazzi, e neppure di cio'che resta delle architetture greco-romane, ma solo dell'Italia dei paesini, quelli con la piazza centrale, la Chiesa, la fontana.
Nelle città nordamericane non esiste il centro. Si', lo chiamano cosi', ma non é come lo intendiamo noi. É un insieme di strade, dei servizi come il municipio, ma....la piazza? Non c'é.
Non c'é il concetto di piazza. Fa parte dello stile di vita italiano e non le hanno previste.
Ultimamente ne hanno create all'interno dei grandi Centri Commerciali, spesso l'unico luogo di svago di molte cittadine. E tutto é costruito a misura di...automobile.
É imperativo il parcheggio e la possibilità di arrivare con l'auto sino alla
É anche vero che oggi stanno iniziando a rendere pedonabili certe strade piu' vecchie, le abbelliscono e ci mettono le boutiques, ma é cosa limitata a cittadine piu'..turistiche.
La vita si svolge all'interno molto di piu' che in Italia, per questo amano abitare in case
confortevoli di cui curano amorevolmente sopratutto la facciata e coltivano sogni e invenzioni
nei loro garage o nelle loro cantine attrezzatissime.
sabato 8 marzo 2008
Il piacere di abitare
Pubblicato da unedame alle 02:42
Etichette: architettura
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29 commenti:
Bello o Egle. Mi sfugge un po' la necessita' di sviluppare verso l'alto, citta' che stanno in un continente pressoche' disabitato, ma e' ovvio che si tratta di un modello culturale, prima che architettonico. Continuo a ritenere la Natura, l'opera architettonica piu' suggestiva del Nuovo Continente. :-)
Quanto a noi, stanno gia' alacremente riconvertendo l'architettura preesistente. Modello Rio de Janeiro (le favelas).
P.S.
dici bene a proposito della mancanza della piazza. In Europa esistono in quanto prima c'erano i mercati. In America preferiscono fare "piazza pulita" ogni 20 anni.
Interessante questa ricerca sui modelli abitativi, Egle. Purtroppo occorre ricordare che le piazze italiane (a noi tutti tanto care) si stanno gruadualmente svuotando, a causa degli outlet. A tale proposito c'è il libro-inchiesta di Aldo Cazzullo dal titolo "Outlet Italia" dove pone l'indice proprio sui "non luoghi". Teme che la penetrazione sistematica dell'economia globalizzata crei l'effetto cattedrali nel deserto. Tutto a discapito dell'antico borgo.
PS: Stamattina ho fatto fatica a visualizzare le foto. Forse abbiamo la piattaforma troppo carica. L'ultima casa in basso (in stile gotico) sta venendo di gran moda anche da noi, qui al Nord. E' solo che non usiamo mai il legno, ma la pietra. Per il resto, diffido sempre dai modelli di importazione.
Acc...avevo scritto un commento e mi é sparito.
Dicevo che hanno sviluppato in altezza per mania di grandezza e per praticità. Per avere tutti i servizi e gli uffici concentrati.
Anche per me la Natura é sempre il miglior architetto..
In America ti costruiscono e ti abbattono un edificio in men che non si dica.
Da quando abito qui, non sai le trasformazioni che ho già visto.
Parto, sto via un mese, e al ritorno trovo una construzione che non c'era..
Il centro di Montreal, poi, é tutto unito da percorsi sotterranei con negozi, ristoranti, per cui puoi arrivare alla stazione, fare le tue cose, prendere la metro, tornare, senza mai metterti il cappotto..
Hesperia:
temo anche io che le abitudini commerciali stiano arrivando anche da noi, pero' il nostro stile di vita, malgrado tutto, non dovrebbe cambiare molto.
A noi piace stare fuori, all'aperto, invece sia qui che negli USA, preferiscono gli interni senza mosche, caldi d'inverno e freddi d'estate..
Ma qualcosa sta cambiando per fortuna..
Certo che le intemperie nel continente americano sono molto piu' violente che da noi.
Quello che mi colpisce quando vedo i serial americani sul tipo di "Desperate housewives" sono tutti quei quartierini ben allineati coi cottage tutti uguali, i giardinetti tutti uguali e dove la gente ha l'aria di vivere in un contesto molto conformista. Magari è solo finzione. O forse no. Se dovesse essere per davvero così, penso che avrei qualche problema ad adattarmi a un simile modo di abitare e di vivere.
Demetra
cara Demetra,
hai ragione e torto allo stesso tempo.:-)
L'omogeneità é rassicurante ed é voluta anche ai fini del valore delle case.
Le case sono beni di consumo e, tranne casi abbastanza rari, vengono acquistate e rivendute come le automobili. Detto questo, c'é un amore del paesaggio e del giardinaggio e una competizione tra vicini che ti ritrovi costretto a curare amorevolmente il davanti della tua casa affinché anche gli altri possano goderne.
Non ci sono muri e le finestre non hanno persiane, spesso vedi la gente che mangia o guarda la tele.
Poi pero' c'é la legge della privacy. Ognuno fa gli affari suoi, l'importante é non disturbare i vicini.
Puoi facilmente ingrandire la tua casa o costruire un locale nel giardino o una piscina senza tante formalità. L'importante é sempre non recar danno agli altri.
Un discorso a parte merita l'arredamento che é molto piu' "povero" e standardizzato rispetto al nostro.
Francamente, il paragonare le villette americane con i loculi pseudo-sovietici nei quali molti di noi sono costretti a vivere nelle citta' italiane, mi strapperebbe un "evviva il conformismo". :-)
La cosa che invece non ho mai sopportato della societa' USA e' la velocita' della vita, ma temo che non si possa molto scegliere, e poi anche da noi ci stiamo rapidamente omologando.
Naturalmente insisto sul fatto che se di spazio non ce n'e' anche la scelta diminuisce. Se il terreno e' scarso, costa di piu', etc. Ma il cambiare casa come un fazzoletto non e' molto congeniale a noi europei.
Grazie Egle.Come al solito ci sono pregi e difetti dappertutto e in tutte le società. Però prendermi un caffé coi vicini che mi guardano, non fa per me, neanche se poi c'è la legge per la Privacy. Mi piacerebbe saperne di èiù sull'arredamento. Com'è? in stile Ikea?
Demetra
Sono stata in Canada, ma a Toronto.Non male come città ma troppo simile alle città americane tipo San Diego.La cosa più bella di Toronto è la grande Torre che domina dall'alto lo stadio di football.Ad un certo punto il pavimento è sostituito da un vetro che permette di vedere lo stadio molto in basso.La sensazione è quella di precipitare nel vuoto e infatti non si riesce a fare un passo, si è presi da un senso di vertigine.Una turista giapponese ha attraversato questo vetro strisciando per terra ad occhi chiusi.Io, invece ho solo camminato ad occhi chiusi.Molto particolare era il ristorante in cima alla torre che ruotava lentamente.Interessante ecco.
Un saluto :)
Amici, come padrona di casa, vi presento Egeria. Che fa rima con Hesperia :-) e che ha un giardino anche lei(il giardino delle ninfe). L' ho per caso, reperito nei nuovi iscritti a Tocqueville. Lì per lì ho addirittura pensato a un plagio. Poi mi sono resa conto della sua buona fede e mi sono detta che è maledettamente vera la frase un po' paradossale di Thomas Mann:"Disgraziatamente al mondo non si è mai soli". Nemmeno quando si sceglie di esserlo. Allora saluto la buona vicina di giardino e grazie per la garden-visita :-)
Egle, la penso come il Drago. Pardon, Sauro. So bene che in Usa adoperano materiali abbastanza effimeri come il legno, in luogo della pietra, e che fanno e disfano case come fossero capanne sugli alberi per ragazzini. Ma questo rientra in una filosofia on the road che non è (né potrà mai essere la nostra). In questi anni ci hanno fatto un vero e proprio lavaggio al cervello per farci entrare nella testa che la vita itinerante è migliore di quella stanziale, che il lavoro fisso è fesso, e che è meglio cambiare spesso attività. Ora però tutti i nodi di questa way of living, stanno venendo al pettine.
Cara Egle ho letto ieri pomeriggio il tuo bel pezzo sulle case, e avevo anche già scritto un commento, ma é saltato quando ho cliccato per inviarlo.
Una rabbia non ti dico...non l'avevo copiato così l'ho perso.
Vi consiglio quindi, di fare un copia-incolla prima di inviare i commenti.
Dunque tornando al "piacere d'abitare" é molto interessante il raffronto fra la struttura delle città americane e quella delle città italiane, proposto da Egle.
E in effetti tali diversità sono probabilmente dovute, agli differenti stili di vita, come avete sottolineato anche voi.
Concordo anche sul fatto che le periferie delle città italiane sono cresciute in modo caotico, credo sia dovuto al fatto, che il grande esodo dai paesi alle città, le ha fatte espandere in fretta e in modo disomogeneo.
Risultato periferie da incubo, dovute anche a un quasi, purtroppo, totale spregio dell'abiente.
Noi italiani non siamo famosi, per il rispetto del medesimo.
Quanti pezzi d'Italia rovinati dall'abusivismo edilizio!
Rapallo, prima degli anni 60' era un paesino bellissimo, adesso é una mostruosità.
Portofino no, é stata mantenuta come in origine.
Ci sono altre situazioni analoghe, Taormina é bellissima, i giardini di Naxos, appena sotto, orrendi.
In Calabria per esempio, che ho girato in lungo e in largo, ci sono paesini stupendi, ma le città fanno quasi tutte schifo. Tolto il centro storico (e a volte nemmeno quello)sono incubi architettonici.
Giù hanno la bella abitudine di costruire le case a "strati" nel tempo.
Un piano oggi, poi dopo un anno ne aggiungono un altro e così via e vanno avanti anche per 20 anni, se le finanze sono ristrette.
Il risultato é un panorama punteggiato di case sempre in costruzione, desolante.
Un vero "crimine" perchè la natura giù é bellissima.
Ciao Are
Ciao Egeria, ben arrivata nel nostro giardino:-)
Are
Un grazie di cuore ad hesperia ed aretusa.un saluto a tutti :)
Ho dato un'occhiata al tuo blog, molto interessante il pezzo sulla festa della donne su il film Erin Brockovich...e complimenti per il blog
ciao Are
Cara Demetra,
l'arredamento, se non sei benestante, é standard nel senso comprato ai grandi magazzini, per cui vedi gli stessi letti, le stesse sedie, divani ecc, dappertutto. l'Ikea ha portato un po' di nuovo e moderno per i piu' giovani.
I benestanti si fanno arredare la casa da una decoratrice che di solito sceglie i colori, i bordi di tappezzeria, i mobili, ma l'effetto é un po' pesantuccio.
Pochi comprano i mobili antichi, anche se i rigattieri ( antiquités) sono numerosi.
Nei film americani l'arredamento é di solito carino e caldo e io posso riconoscere gli elementi standard che pero' sono ben inseriti e mischiati.
Buongiorno Egeria! Piacere di conoscerti!
Pensa che io non sono ancora andata a Toronto..Viaggiamo abbastanza, ma di solito andiamo verso zone meno abitate.
Cara Hesperia,
tu hai ragione, ma purtroppo la realtà é quella: itinerante da un posto all'altro.
I primi tempi che stavo qui mi stupivo del fatto che la gente ti chiedeva per prima cosa : Dove sei ora? Nel senso dove lavori? Dando per scontato che uno cambiava..
C'é pero' da dire che perso un posto ne trovi un altro, perché non esiste articolo 18. Oppure la gente si stanca di una professione e se ne inventa un'altra.
Cara Aretusa,
mi hai fatto giustamente pensare alla Liguria che, tolti pochi posti come le Cinque Terre o Portofino, é stata macellata.
Quando ero piccola anadavo ad Alassio, era una meraviglia per i bambini per via della spiaggia e del budello dove andavamo a giocare. Dagli anni sessanta ne hanno fatto un paesone e non c'é praticamente piu' confine tra le varie cittadine, Albenga, Loano...Tutte in fila, tutte piene di case.
Ho dimenticato di rispondere al gentil Dragosauro!
É sempre meglio vivere nello spazio..
In Europa manca lo spazio.
Un conto é avere il mare davanti alla finestra, e un altro é vedere i casoni. Allora son meglio gli alberi che in autunno diventano rossi rossi.
E gli scoiattoli e gli orsetti lavatori. :-)
Sapessi come t'invidio;-)
In Italia pochi possono permettersi paesaggi naturali, quasi sempre ti affacci e vedi altre case.
Io sono abbastanza fortunata, pur abitando in centro a Milano, da una parte della casa, ho un bel terrazzo molto grande che ho riempito di camelie, limoni e un acero che d'autunno e in primavera é rosso, e piante da fiore come gelsomini, clematidi, gerani, rose e fucsie.
La mattina facendo colazione vedo le mie piante e sento gli uccellini (a cui metto da mangiare) cinguettare...é molto piacevole.
Quanto all'arredamento, non mi piace questa moda dell'arredatore. Una casa deve esprimere la personalità di chi ci abita, essere viva, accogliente, calda.
Quelle arredate da esperti, saranno eleganti ma impersonali e fredde.
Ciao Are
Gli orsetti lavatori sarebbero i procioni? Che carini!
Quello che scrivi sulla Liguria purtroppo è vero. Alcuni borghi come le 5 terre, Portofino, Camogli, POrtovenere, Tellaro e pochi altri sono rimasti davvero caratteristici, ma il Ponente ad esempio è deturpato. Eppoi hanno fatto l'autostrada da Torino a Borghetto S.Spirito ad uso dei torinesi. Insomma lo sventramento delle colline per costruire casa-vacanze e residenze secondarie purtroppo c'è. A Pegli sulla collina hanno costruito degli orrendi loculi allineati, immediatamente visibili quando si transita per Genova appena dopo la Valpolcevera.
Grazie per i complimenti aretusa, di cuore.Saluto nel frattempo Egle che non avevo ancora conosciuto.Toronto è carina ma ripeto ha il centro perfettamente uguale a quello delle moderne citta americane:Hotel, banche a bizzeffe (tutti edifici altissimi che circondano un centro commerciale grandissimo in cui la gente vive) .Particolare è la torre che ho descritto e bello il ristorante panoramico dove si può bere un vino fatto con chicchi gelati.C'è anche la città al coperto per i freddissimi inverni anche se io sono partita sapendo che c'erano -4 gradi in media e ne ho trovati 28!!!
X Egeria
Benvenuta.
X Hesperia
Le costruzioni in legno non sono tutte uguali. ce ne sono di solidissime ed eterne. In alcune zone si puo' ancora abbattere gli alberi per farne case, come avveniva 200 anni fa. Figurati in Italia o in Europa, dove devi chiedere il permesso anche solo per buttare giu' un tramezzo in casa tua... infatti una volta era proprio il sogno degli emigranti: "la casetta in Canada'". Gia' allora si poteva pensare di farsi una casa di proprieta' con poca spesa, il che era impossibile a farsi in Europa. Figuriamoci ora. Credo che sia tutto da imputare ad un consumismo che una volta non esisteva nemmeno nel Nuovo Mondo.
X Egle
Lo sai che lo "spazio vitale" e' un po' una mia fissazione :-) Ma direi che e' incontestabile che qui ce ne sia poco.
Ultimamente dedico due o tre pomeriggi alla settimana al disboscamento e alla ristrutturazione di una chiesetta, che era completamente abbandonata, immersa, in un bosco sui monti liguri. Posti bellissimi, ma in preda al degrado a causa del disinteresse del Comune. Pensa che non vengono nemmeno a portare via i rifiuti e tocca a noi di portarli giu'. Non sara' la vita del trapper, ma potrebbe essere vagamente propedeutica. :-)
Poi faro' una paginetta ad hoc.
Buona idea Drago! Tanto più che domani tocca a te, a deliziarci.
Sul legno: mi sono sempre chiesta coi cicloni e i tifoni americani, come possono resistere con un materiale tutto sommato flessibile come il legno. Non sarebbe meglio la pietra?
Noto che nell'alto Veneto esiste il costume delle case coloniche fatte con le pietre del Piave (ca' de sass).
Bellissime le vostre descrizioni.
Drago,sai l'ottimo dispendio calorico a portar giu' i rifiuti? :-)
Stella
X Hesperia
per il momento mi tengo sulla musica etnica (ma stavolta non afro-cubana), poi ne faro' una descrizione a parte.
X Stella
e quello e' niente... prima c'e' la legna da tagliare, la carriola per trasportarla e la legnaia in cui metterla.
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