Con tutta la bella filmografia che Dino Risi ci ha lasciato, la RAI (azienda ormai allo sbando) non ha avuto nulla di meglio che ricordare il cineasta scomparso con due filmetti tra i meno rilevanti della sua copiosa produzione. Il primo lo ha dato sabato sera alla notizia della sua morte. Ed era "Operazione San Gennaro" : divertente certo (col grande Totò), ma non all'altezza di alcuni suoi indimenticabili. Anche "Nel segno di Venere" commediola graziosa e ben interpretata, non segna particolari passaggi della storia del nostro costume come invece accade per "Poveri ma belli " e "Il Sorpasso", tanto per fare due esempi di spicco.
"Una vita difficile" con un Sordi in stato di grazia e Lea Massari fu uno straordinario affresco dell'Italia del dopoguerra, dagli entusiasmi della ricostruzione alla sua rapida involuzione. Perché non replicarlo? E ancora, "I mostri", "Profumo di donna" "Anima persa". O magari il gotico italiano "Fantasma d'amore", con l' indimenticabile Romy Schneider e un intenso Mastroianni.
Dino Risi aveva quel che manca a molti registi di film comico-brillanti della nostra povera (ma non più bella) produzione cinematografica: irriverenza, un pizzico di cattiveria, di cinismo e un sarcasmo graffiante. E' stato l'artefice di quella commedia satirica che applica il "castigat ridendo mores". E cosa ancor più pregevole, comunque fosse schierato politicamente, non ci ha mai preso a ceffoni ideologici, né lanciato messaggi taumaturgici e salvifici o pistolotti moraleggianti nei suoi film. Eppure la precisione quasi sociologica dell'Italia del boom (che si fa s-boom), di cui Gassman ne "Il sorpasso" (qui in alcune scene), incarna tutti i difetti (l'euforia artificiale, la presunzione, l'arroganza, l'irreponsabilità infantile) c'è tutta, ma la si desume indirettamente. Con leggerezza casuale e senza intenti aprioristicamente didascalici. Ricordiamo che "Il sorpasso" (cliccare titolo per vedere trailer) è stato il primo road movie della storia del cinema, un genere inaugurato, non dagli Americani come si è sempre pensato, ma proprio da lui, Risi. Lo ammise lo stesso Dennis Hopper in "Easy Rider"che se ne ispirò. L'Aurelia spider in cui stavano alla guida Gassman e Trintignant mentre attraversano la Penisola in preda all'euforia è già leggenda ineguagliata. "I mostri" inaugura quel genere a episodi di cui il regista sarà maestro insuperato: 20 sketch sulle mostruosità dell'Italia in un panorama sociale grottesco e grandguignolesco. Esilarante Gassman nell'episodio "La Musa" dove fa la caricatura dell'intellettuale omosex che raccomanda un suo pupillo, per scopi non propriamente letterari. E pure Tognazzi, inchiodato davanti alla Tv nell'episodio "L'oppio dei popoli", non si accorge che la moglie riceve l'amante in casa, nella stanza attigua. In equilibrio tra il patetico e l'umorismo nero, "Profumo di donna" tratto dal romanzo di Giovanni Arpino Il buio e il miele dove il solito Gassman (suo attore di culto per le sue straordinarie capacità d' improvvisazione, al di là d'ogni pur buona sceneggiatura) nel ruolo di un capitano cieco in preda al male oscuro, riscopre l'amore per la vita grazie all'amicizia di un giovane e di una ragazza disinteressata. E sempre da Arpino anche "Anima persa" con la Deneuve, thriller psicologico non privo di tensione.La vena umbratile di Risi la si vide soprattutto nell'ultima parte della sua produzione con "Fantasma d'amore" tra parapsicologia e ambiguità spiritistiche con una misteriosa atmosfera gotica, grazie a una Pavia immersa nella nebbia. Infine "Tolgo il disturbo", per me tra i suoi più belli, dove il nostro impareggiabile Vittorio Gassman recita, sospeso tra ironia e malinconia, il ruolo di un anziano signore reduce dal manicomio che tornando a casa, trova l'ostilità di tutti , tranne che della nipotina Rosa.
Per concludere, vogliamo menzionare la fulminante battuta di questo grande Maestro quando ottenne il Leone d'Oro alla Carriera al Festival del Cinema di Venezia del 2002 allorché gli chiesero che ne pensasse dei film di Nanni Moretti. "Quando li si guarda, vien voglia di dirgli: "Spostati più in là che voglio vedere il film".
Dino Risi aveva quel che manca a molti registi di film comico-brillanti della nostra povera (ma non più bella) produzione cinematografica: irriverenza, un pizzico di cattiveria, di cinismo e un sarcasmo graffiante. E' stato l'artefice di quella commedia satirica che applica il "castigat ridendo mores". E cosa ancor più pregevole, comunque fosse schierato politicamente, non ci ha mai preso a ceffoni ideologici, né lanciato messaggi taumaturgici e salvifici o pistolotti moraleggianti nei suoi film. Eppure la precisione quasi sociologica dell'Italia del boom (che si fa s-boom), di cui Gassman ne "Il sorpasso" (qui in alcune scene), incarna tutti i difetti (l'euforia artificiale, la presunzione, l'arroganza, l'irreponsabilità infantile) c'è tutta, ma la si desume indirettamente. Con leggerezza casuale e senza intenti aprioristicamente didascalici. Ricordiamo che "Il sorpasso" (cliccare titolo per vedere trailer) è stato il primo road movie della storia del cinema, un genere inaugurato, non dagli Americani come si è sempre pensato, ma proprio da lui, Risi. Lo ammise lo stesso Dennis Hopper in "Easy Rider"che se ne ispirò. L'Aurelia spider in cui stavano alla guida Gassman e Trintignant mentre attraversano la Penisola in preda all'euforia è già leggenda ineguagliata. "I mostri" inaugura quel genere a episodi di cui il regista sarà maestro insuperato: 20 sketch sulle mostruosità dell'Italia in un panorama sociale grottesco e grandguignolesco. Esilarante Gassman nell'episodio "La Musa" dove fa la caricatura dell'intellettuale omosex che raccomanda un suo pupillo, per scopi non propriamente letterari. E pure Tognazzi, inchiodato davanti alla Tv nell'episodio "L'oppio dei popoli", non si accorge che la moglie riceve l'amante in casa, nella stanza attigua. In equilibrio tra il patetico e l'umorismo nero, "Profumo di donna" tratto dal romanzo di Giovanni Arpino Il buio e il miele dove il solito Gassman (suo attore di culto per le sue straordinarie capacità d' improvvisazione, al di là d'ogni pur buona sceneggiatura) nel ruolo di un capitano cieco in preda al male oscuro, riscopre l'amore per la vita grazie all'amicizia di un giovane e di una ragazza disinteressata. E sempre da Arpino anche "Anima persa" con la Deneuve, thriller psicologico non privo di tensione.La vena umbratile di Risi la si vide soprattutto nell'ultima parte della sua produzione con "Fantasma d'amore" tra parapsicologia e ambiguità spiritistiche con una misteriosa atmosfera gotica, grazie a una Pavia immersa nella nebbia. Infine "Tolgo il disturbo", per me tra i suoi più belli, dove il nostro impareggiabile Vittorio Gassman recita, sospeso tra ironia e malinconia, il ruolo di un anziano signore reduce dal manicomio che tornando a casa, trova l'ostilità di tutti , tranne che della nipotina Rosa.
Per concludere, vogliamo menzionare la fulminante battuta di questo grande Maestro quando ottenne il Leone d'Oro alla Carriera al Festival del Cinema di Venezia del 2002 allorché gli chiesero che ne pensasse dei film di Nanni Moretti. "Quando li si guarda, vien voglia di dirgli: "Spostati più in là che voglio vedere il film".
Hesperia
38 commenti:
Che bel ricordo di Dino Risi! Superba ricostruzione del suo lavoro..
Molti film non li ricordavo proprio e non ho piu' avuto occasione di rivedere il Sorpasso o i Mostri..
Grazie Egle. Clicca il titolo de Il Sorpasso, e avrai il trailer del film. La scomparsa di Risi è un altro pezzo della nostra cara Italia che se ne va.
La cosa davvero eccellente di questi grandi maestri è la cura per la sceneggiatura ben scritta e l'attenzione quasi maniacale nel caratterizzare anche personaggi del tutto secondari che compaiono per pochi secondi nel film.Quasi che fra loro e quelli principali non ci fosse differenza, se non nel tempo di apparizione. Un grande lavoro artigianale che il nostro attuale cinema ha perduto.
Bel post, complimenti. Un grande maestro. Un altro tassello, che viene a mancare, di quel grande mosaico che era l'Italia amata dagli italiani e dagli stranieri. Quella del boom economico, della ricostruzione, di "Poveri, ma belli", quella che ci rendeva ancora orgogliosi di essere nati in questa splendida penisola. Quando potevamo permetterci di sorridere di noi stessi e dei nostri difetti, senza secondi fini, senza messaggi nascosti, senza implicazioni politiche o di malcelata propaganda. Che bella l'Italia quando era bella. E, soprattutto, quando era degli italiani. Mi dispiace per coloro che verranno e che, omologati e confusi in una informe poltiglia multiculturale, multietnica, multirazziale, non sapranno mai quanto era bella...
...come si chiamava quel personaggio cornuto, tronfio e impotente nel film la Stanza del Vescovo?
Non ricordo...
Aconzio
Anonimo, un nick ce lo mettiamo? Sono d'accordo. L'arte di mettere personaggi principali e personaggi secondari tirando con perizia le fila dell'ordito, è tramontata da tempo, nel nostro cinema, dove la carenza più evidente è che c'è poca scrittura (script) dietro.
Grazie Giano. Hai raggiunto la Nessie nella sua metamorfosi del Cigno? :-). Condivido la tua nostalgia del "che bella Italia quando era bella". Ma soprattutto, nostra: nei pregi e nei difetti. Curioso che dobbiamo riguardarcela nell'album di fotografie dei film in bianco e nero.
Aconzio, purtroppo non ho visto la Stanza del Vescovo. Parli del personaggio pricipale interpretato da Tognazzi?
Mario Temistocle Orimbelli, credo. Piero Chiara (dal cui romanzo è tratto il film di Risi) è un autore che mi piace poco coi suoi libertinismi lacustri.
Non vedo e non riesco a vedere film, se non molto raramente. Da ragazzino mi piacevano i film di cow-boy. Riconosco al testo filmico potenzialità, che altre tipologie di testo non possiedono. Per esempio, la capacità sincronica di utilizzare il testo descrittivo, il paesaggio, il testo sonoro e quello dialogato. Tutto in contemporanea. E ancora la grande opportunità di utilizzare in primo piano tutta l'espressività del volto umano ecc. ecc. Ma, nonostante tutto ciò, non ce la faccio mai a vedere un film intero, mi annoio un po', forse perché una dose eccessiva di razionalità mantiene sempre presente l'elemento della finzione. E questo rovina tutto. E' colpa mia. Hesperia il mio contributo c'è stato, anche se nullo!!!
sbagliato Esperia...:-)..potremmo lanciare in quiz...
Aconzio
in realtà il nome è Angelo Berlusconi...scelta di Piero Chiara nel libro che il Manifesto invece erroneamente attribuisce alla inventiva di Dino Risi.
Zagazig
Bella la battuta di Risi su Nanni Moretti. Significa che se si toglie di mezzo lui e il suo ego narcisista non resta quasi altro.
Infatti se Moretti si fa un po' più in là da parte, e non si guarda l'ombelico, del suo cinema resta poco. Mi ricordavo di questa battuta. Ho rilevato anch'io che la Rai non si è sprecata troppo nelle ricerche d'archivio e che hanno proiettato dei filmetti del tutto secondari. E pensare che hanno un grande archivio che a disposizione.
Sympa, non ti gistificare, ciascuno contribuisce come può. Non avrei mai detto, però , che il cinema non ti attraesse.
Aconzio, sulla mia enciclopedia del cinema di personaggi principali me ne dà due: Maffei e Orimbelli. Poi mi pare che ci sia di mezzo un omicidio. IN ogni caso è un film che non ho visto. Quella di Angelo Berlusconi mi giunge nuova. Vabbé che questo cognome è un'ossessione per i sinistri ...Ma Tognazzi nel film che parte fa? e Ornella Muti?
Sì, Demetra, qualche cronista ha pure commmentato che stavolta la "vera cosa di sinistra" contro il narcisismo e il minimalismo nel cinema l'ha proprio detta lui, Risi :-).
Imperdonabile la pigrizia della Rai, coi mezzi che ha a diposizione. Ci è toccato vedere il solito Marzullo che ha rabberciato un programmino sgangherato e coccodrillesco dell'ultima ora sul regista. Ma per favore!
Io ho visto il sorpasso su la 7 penso.
Moretti non è male..rosiconi!!!.:-)..e non voglio dire in questa sede Risi che riferiva di Berlusconi perchè sarebbe noioso.
Il nome del personaggio invece proviene dal fatto che il prelato da cui immagina la storia Piero Chiara era un reale prozio della moglie appunto monsignor Ermanno Berlusconi. Da questo viene il nome del personaggio Angelo che sbuca fuori dall'Africa.
Tognazzi fa la parte di uno 'stronzo' come è il suo solito e s'impicca alla fine del film quando scoprono che è un assassino....Ornella Muti è la sposina del finale tipo "e tutti vissero felici e contenti" anche con un pò di tetra ambiguità e incertezza.
Per me non è uno dei migliori film di Risi.
Aconzio
E difatti non viene considerato tale. La mia trilogia preferita è questa qua:
1) Il sorpasso
2) Una vita difficile
3) Tolgo il disturbo
POi:
4) Profumo di donna (molto meglio del remake con Al Pacino)
5) Anima persa
Poi ci sarebbero anche "I mostri" che non è male, ma io non amo troppo i film suddivisi in sketch (è un mio gusto personale). E pure "In nome del popolo Italiano" col duo Gassman-Tognazzi che ha delle gag strepitose. Però non è un prodotto compiuto come questi tre o quattro che ho citato.
Ovviamente ci sono dei "minori" come "IL vedovo" e "Nel segno di Venere" che sono carini, ma che restano dei minori.
Metamorfosi del Cigno? L'unica cosa che mi viene in mente è che circa un mese fa ho realizzato un video, che ho pubblicato su YouTube, dedicato al cigno, tra la musica di Saint-Saens ed il mito di Leda. Ma non credo che tu lo abbia visto e ti riferisca a quello. O sì? :)))
Dove l'hai realizzato? POi dammi gli estremi che mi interessa. Mi piacciono i miti che hanno dentro il cigno. Qui ho pubblicato "Il castello del cigno di pietra"http://esperidi.blogspot.com/2008/05/il-castello-del-cigno-di-pietra.html
Hai capito male, comunque. Per "metamorfosi del cigno" intendevo dire che Nessie ed Hesperia sono la stessa persona. E il logo della Venere su Loch, qui nel Giardino diventa Cigno. :-)
Ciao Nessie, infatti mi sembrava strano che ti riferissi a quel video. Adesso è tutto chiaro. Ricordavo di aver letto nel tuo blog, dove ho lasciato un commento di recente, di questa "casa" in cooperativa (devo dire che è molto bella!) e del cambio di identità. Mi ci devo abituare. Mi sa che è la prima volta che lascio un commento su questo blog, ma ora lo metto fra i preferiti, così non mi sfugge.
Il link alla mia pagina su YouTube è questo:
http://it.youtube.com/user/GianoMusic
Ci trovi, fra i video, anche quello dedicato al cigno.
Buona serata :)
Grazie Giano, ho visitato e ti ho anche messo un commento sul tuo blog: molto bella la tua crezione grafico-musicale sul brano di Saint-Saens. Però non usare il termine cooperativa per questo Giardino, sennò le Esperidi si offendono :-)
Grazie Hesperia. In quel video mi è piaciuto immaginare una fanciulla che dorme sulla riva di un lago e forse sogna, magari di essere un bel cigno. E' una "licenza poetica" che mi sono concesso, ispèirato dal mito di Leda e il cigno.
Hai ragione, chiedo scusa, mai più usare il termine cooperativa. Al massimo "collettivo"!
Scherzooooooooooooooooo...solo sentire o leggere quel termine mi fa venire l'orticaria.
Alla prossima....))
Pero' che tristezza rivedere Gasmann e Trintignant..Uno non c'é piu' e l'altro ha perduto sua figlia in circostanze drammatiche.
Ci resta ancora Monicelli..
Già Hesperia, proprio vero: con tutto ciò che c'è negli archivi Rai non è che hanno scelto il meglio come omaggio a Risi l'altra sera. Mah..
"Il sorpasso" è tra i miei preferiti, un film epocale. Pure mi piacquero "Profumo di donna", "I mostri", ma rimasi affascinato dal Risi non più 'neorealista', e meno da 'commedia', che nella particolarità della sua declinazione rimane un riferimento.
Costruire commedie ironiche, sarcastiche ma vere, cogliendo lo spirito dei personaggi tipici, nei vari decenni dell'Italia, è una capacità rara. Oggi appunto l'Italia se lo sogna un regista così.
Lo trovo geniale anche nell'altra sua vena, che non so se fu sempre capita, cioè "Anima Persa", e quel "Fantasma d'amore" che vidi da bambino e mi rimase dentro per la colonna sonora di Riz Ortolani e Benny Goodman, per Romy Schneider mostrata come un'ossessione d'amore, alcune scene e i dialoghi: anche le parole del film per me sono bellissime, mi sembra vengano mostrate cose molto vere sull'amore, sul ricordo, sulla perdita, e sull'anima della donna.
Geniale anche la battuta di Risi sui film di Nanni Moretti:))
Egle, com'erano giovani e belli nella nostra Italia in bianco e nero. Gassman pieno di vita come un vitellone cialtrone di provincia, che fa da Pigmalione allo studente. Trintignant più timido e riservato come un moderno Werther. La genialità è stata forse proprio quella di mettere due personalità così contrastanti a confronto. Quella scena cattivissima in cui fa arrancare il vecchietto per poi mettere la macchina in moto, resta davvero memorabile. Eppoi quella battuta: "A' Robé, passami er disco che famo divertì er villico". :-)
Hanno tentato di farne un remake, ma è stato un fiasco.Solo l'originale regge a tuttoggi.
Josh, hai detto bene. Prima eravamo capaci di rifletterci nei nostri pregi come nei nostri difetti, attraverso il cinema che ci faceva da specchio attento. Guarda caso, andava per il mondo e veniva da tutti acclamato. De "Il sorpasso" ho visto stralci in Inglese col titolo "Easy Life". E' fin troppo facile capire dove abbia attinto Dennis Hopper con "Easy Rider" che però non ha né la stessa grazia né vitalità né la stessa ironia.
In Francese: "Le Fanfaron".
"Fantasma d'amore" appartiene a quella vena umbratile che mostra la versalitià di questo regista comico e ad un tempo amaro. Però nonostante quella buona idea dell'amore come "ossessione" che va al di là della morte, non lo trovo un film completamente riuscito e compiuto.Vale sempre comunque la pena di rivederlo.
Ho visto i due video che hai messo in link del Sorpasso. Nel trailer c'è anche Catherine Spaak nella parte della figlia di Gassman che come padre lasciava molto a desiderare. Davvero notevole, carina e sexy da giovane. Quasi un simbolo anni '60.Ciao Nessie-Hesperia.
Luca (l'anonimo di cui sopra)
Sì Luca, carina davvero. Eppoi anche il suo modo di vestire faceva tendenza in quegli anni: coi costumi a righe in stile "vecchio costume dei nonni", gli occhiali e i boleri corti sopra i pantaloni attillati. C'era molta attenzione al costume, alle canzonette in voga, alle auto in, ai "tipi da spiaggia" ecc. in quei film.
No, decisamente Risi non può avere successori.
C'è anche suo figlio Marco Risi, che fa il regista. Ma ovviamente non è all'altezza del padre. Dico ovviamente perché vedo che raramente i figli d'arte sono all'altezza dei loro genitori. Poi c'è quell'altra scambio di battute tra Risi e Monicelli che fanno le scommesse su chi muore prima, perché non sopportano il peso della vecchiaia.
Erano carine anche le serie di "Amici miei" di Monicelli.
A quel punto, Demetra, c'è anche Nelo Risi, fratello di Dino, poeta e regista. Di lui si ricorda almeno il "diario di una schizofrenica", di solito, non male.
Sì Josh, il fratello Nelo è un poeta-psichiatra e Dino Risi proveniva da una numerosa e benestante famiglia milanese di tipo cevoviano.
Anche lui seguì studi di medicina, ma poi fu attratto dal cinema. Non manca mai lo sguardo di anatomista ed entomologo tuttavia, nella disamina dei suoi "tipi da spiaggia" ed ei suoi "mostri".
Demetra Monicelli è un altro grande vegliardo della commedia all'italiana (93 anni). Anche la Saga di "Amici miei" è stata copiata abbondantemente all'estero.Impossibile invece copiare l'Armata Brancaleone, perché è quasi una creazione di Gassman (attore-artefice).
Marco Risi ha firmato "Mery per sempre" che non è malvagio. Certo però che siamo lontani dal padre.
Anche "Tolgo il disturbo" ha una battuta memorabile al suo interno. C'è Gassman che dopo essere stato in ospedale psichiatrico torna in visita nostalgica al suo posto di lavoro dov'era dirigente. A una sua impiegata che lo rimpiange e che gli ricorda quanto fosse stato intelligente, colto e sensibile, risponde: "Beh..se ero un cretino, a quest'ora glielo mettevo in c..o a tutti quanti".
Ciao a tutti, tolgo il disturbo anch'io. Magari stasera mi vedo un dvd proprio di Risi.
Marlowe: :-)))))
Giusto, del resto in Italia viene avanti solo il cretino.
Non voglio lasciare commenti. Voglio aprire un discorso... sulla Bellezza. Ho letto non ricordo più in quale libroqueste frasi che mi hanno colpita: La bellezza salverà il mondo, diceva Dostoevskij nell'Idiota.
Oggi invece bisogna salvare la bellezza dal mondo. E' stata avvilita, deformata. Una volta il pulcrum era intimamente connesso al verum e al bonum,oggi invece la bellezza è svilita, indica solo l'effimera gradevolezza delle cose.
Lancio un appello,vorrei che tutti coloro che ancora credono nella bellezza propositiva, progettuale, non nichilista facessero qualcosa per salvarla,riflettessero su di essa e sul suo valore nella vita dell'uomo.A presto Rosalind
Encomiabile cara Rosalind, ma ci azzecca poco questo discorso così alto, con la commedia all'italiana di Risi. Ciao :-)
Comincio subito...Leggendo il libro bellezza e verità a cura di franco Rella leggo: la phronesis tragica è un sapere attraverso il patire, attraverso la passione del mondo. Questa saggezza giunge anche a chi non vuole, anche nel sonno... platone ha dichiarato guerra a questo sapere, farmaco che avvelena l'animo rendendolo propenso a credere che reale sia l'impermanenza del mondo, e non le idee che non mutano, come non muta la loro episteme. Così la sapienza, con Platone,diventa teoria, anche se trae origine paradossalmente dal pathos più grande. La teoria nasce infatti come amore, o meglio come amore della bellezza. E' questo amore che spinge l'uomo nella sua lunga peregrinazione nel mondo, dall'esilio nella caverna verso la luce che... mai muta...Rosalind
Cara hesperia so che non ci azzecca, ma volevo scrivere e non sapevo come fare, ho messo le riflessioni nel posto sbagliato.Mi insegnerai come fare...
Rosalind, dovevi metterlo sotto il post di Josh sulla poesia questo commento, capito? Qui è OT (off topics) . E cioè, fuori tema. :-). Fammi sapere se ogni tanto vuoi collaborare con noi con qualcosa di Estetica, per esempio. Ma scritta in modo semplice. La poesia la tratta già Josh. Ciao Buona serata.
Allora se vuoi pubblicare un post, mandalo al mio indirizzo email che hai già. Poi provvedo io a pubblicarlo. Ciao
No, dico, "Il vedovo" lo vogliamo buttare nel cestino ?
www.geocities.com/ilvedovo1959
Posta un commento