lunedì 23 giugno 2008

The long walk

Ieri la PBS, televisione "pubblica" americana, ha trasmesso un bel documentario sulla deportazione degli indiani Navajo, (lo si puo' comperare e cosi' contribuire al finanziamento della PBS) e mi ha fornito l'idea di parlare di questo Popolo antico e straordinario.

Nel 1864, migliaia di indiani Navajo, gli "Uomini", furono deportati dalla loro terra, la magnifica Monument Valley e il Canyon de Chelley, fino in New Mexico in una postazione chiamata Bosque Redondo dove sarebbero stati tenuti insieme ad altri indiani, gli Apache.

Nella loro terra, i Navajo, coltivavano il grano e allevavano le pecore e vivevano pacificamente all'ombra dei picchi rocciosi. La Madre Terra é sacra per loro e sono devoti allo Spirit of the Land.

Fu il generale Kit Carson ad occuparsi della deportazione e non risparmio' metodi violenti, anche se le intenzioni degli americani non erano del tutto cattive. Volevano infatti anche sottrarli ai messicani che, appena potevano li riducevano in schiavitu'.

I soldati americani bruciarono le coltivazioni, distrussero le loro abitazioni ( le sacre hogans) , uccisero le greggi e constrinsero alla fame la popolazione per convincerla a partire.
Il Popolo Navajo dovette camminare giorni e giorni al freddo degli altipiani, con la neve e con poco da mangiare. Molti morirono annegati nell'attraversare i fiumi perché non sapevano nuotare e molte furono le donne incinte che non riuscirono a sopportare il viaggio.

Quelli che sopravvissero e arrivarono a destinazione furono ammassati con gli Apache in un campo e continuarono a patire fino a che, infine, visto il fallimento dell'operazione, e con l'elezione di un nuovo Presidente, furono riportati indietro.

Il Popolo Navajo é un popolo saggio e fiero ed é abituato a vivere in uno dei posti piu' suggestivi del mondo. La Monument Valley é infatti un luogo che impressiona e toglie il respiro. Si ha la sensazione che, veramente, il Grande Spirito abiti là, nel vento, tra le aquile.

In seguito, durante la II seconda guerra mondiale, molti Navajo parteciparono e furono decorati e utilizzati per codificare i messaggi, a causa del loro linguaggio.

In questi ultimi tempi si cerca di porre rimedio ai tanti soprusi che gli Europei hanno fatto agli indiani d'America. Una decina di giorni fa il Premier del Canada ha ufficialmente chiesto scusa per le sofferenze inferte agli autoctoni.
In questo caso ci si scusava per aver strappato moltissimi bambini indiani alle loro famiglie per inviarli in pensionati, veri orfanotrofi, dove si pensava di fornire loro una migliore educazione

Nel video la Long walk






Cliccare qui per un altro bel filmato esplicativo.

Qui una Ghost Dance

Ed ora il filmato col canto che preferisco:





Egle

33 commenti:

Hesperia ha detto...

E' un documento molto interesssante e ci sono delle ferite ancora aperte. Non bisogna mai dimenticare che in questo caso, gli autoctoni erano loro, gli indiani. Gli allogeni invece, i coloni europei. Alcuni video non si sentivano. Forse è You Tube che è fuori servizio. La Monument Valley l'ho vista solo nei film western (Sentieri selvaggi di John Ford) . Certo che dal vivo dev'essere mozzafiato.

Egle ha detto...

Ben alzata Hesperia!
Io sto andando a nanna...é tardissimo.
Gli indiani d'Anerica ne hanno davvero subite di tutti i colori. E dire che molte tribu' erano pacifiche, hanno aiutato e curato i primi gruppi di esploratori. Molte delle loro ricette sono usate tutt'oggi. Come lo sciroppo d'acero..
I Navajo in particolare sono un popolo di belle persone e fanno dei magnifici gioielli con i turchesi.

Speriamo che i video si possano vedere. Quando li ho messi funzionavano.
Ora vado a dormire. A domani!

Anonimo ha detto...

pochi commenti....magari perchè la nascita della nazione americana è fondata sul sopruso?

Sympatros ha detto...

E' bene mantenere il mito, oppure è meglio vivere senza miti? E' bene che i ragazzi abbiano dei miti? Da ragazzino, la mia fantasia si è nutrita, è cresciuta, si è dilatata e realizzata, con le esaltanti e avvincenti avventure dei cow boy, negli sterminati paesaggi ostili e fascinosi della Monument Valley, al seguito di Tex Willer e del suo coraggio. C'era già un certo buonismo nei confronti degli Indiani in quei fumetti, ma gli eroi, gli eroi con cui bisognava identificarsi erano bianchi. Con certa letteratura e filmografia degli anni sessanta il mito del West e dei cow boy comincia a incrinarsi, certe comode verità storiche cominciano a cadere e con esse anche i miti della fanciullezza. La letteratura per ragazzi, anche la fumettistica, è spesso fuorviante e inocula nelle giovanti ed esuberanti fantasie errori di giudizio che poi è difficile estirpare. Ma si puo' vivere, specie a quell'età, senza miti? Non credo, il mito è il sale della vita.

Hesperia ha detto...

Sono d'accordo Symp. Infatti io rimasi malissimo quando iniziò la saga dei western dalla parte dei Nativi come "Piccolo grande uomo" o Soldato blu, o Corvo rosso non avrai il mio scalpo. E continuai per molto tempo a preferirgli quelli classici della frontiera firmati da maestri come John Ford o Howard Hawks. Sono belli anche questi secondi dalla parte del pellerossa. Ma i primi oltre che dei maestri straordinari erano proprio quelli della frontiera e dell'American Dream. Che coincide sempre con la voglia di rifugiarsi nel mito. Appena il mito decade inizia il disincanto.

Anonimo ha detto...

Molto belli i video. Anche se del primo non ci ho capito niente perché il mio inglese è molto scarso.
Comunque, se il premier canadese ha chiesto scusa per lo sterminio siamo a posto. NO?

Egle ha detto...

Eccomi..
La nascita di tutte le nazioni é piena di soprusi..

Sympa,
anche io sono d'accordo col fatto che é importante avere dei miti. E i cowboys lo sono sempre.. E direi che non volevo stare nella retorica indiano-buono bianco-cattivo, perché si sa che le cose sono sempre piu' complicate di quanto se ne sa.
Mi piacciono particolarmente i Navajo. La Valle dei Monumenti é cosi' grandiosa e solenne, che il fatto di averci abitato ti eleva in qualche maniera.

Egle ha detto...

Oggi gli indiani negli Stati Uniti stanno meglio che in Canada, dove c'é ancora molta miseria, problemi di alcol e di droga e rivendicazioni varie.

Il Premier del Canada si é scusato prevalentemente per un fatto che é avvenuto nell'ultimo secolo, quando si é cercato di educare i bambini indiano come se fossero bianchi.

Oggi, col senno di poi, si é capito che é stato un errore madornale, ma al tempo, forse, era sembrata un'iniziativa lodevole.

Sympatros ha detto...

Avevo visto un post, ora è sparito, io avevo preparato la risposta, che invio lo stesso

Caro Ciccio, le tue perplessità sono fuori luogo, perché nel mio post io parlo di "La letteratura per ragazzi, anche la fumettistica, è spesso fuorviante e inocula nelle giovanti ed esuberanti fantasie errori di giudizio che poi è difficile estirpare." Il mito, non il contenuto del mito, è legato alla fantasia, la fantasia è naturalmente attività preminente nella fanciullezza e ha come caratteristica quella di collocare il contenuto, qualsiasi sia il contenuto, in coordinate spazio-temporali dilatati e non reali o meglio non razionali. Per usare un termine usato da un grandissimmo narratologo russo, il Bachtin, il tempo-spazio, il cronotopo, dei creatori di miti, cioè dei poeiti epici e anche appunto dei fanciulli, risulta essere un luogo e un spazio senza fine e senza confini. Il tempo non scalfisce il mito, Tex Willer ha sempre la stessa età, come Enea, Ulisse, ecc,. In parole povere io affermavo la necessità, anzi l'ineluttabilità del mito, come bisogno primario del fanciullo, però stai attento io parlavo del mito e non del contenuto di esso, il quale è materia transeunte, che può essere inficiata da errori storici, come quello sugli indiani. Il contenuto muta ed è fallibile, il mito no. Io sono cresciuto col mito del rapporto combattivo e "maschio" con la natura e con gli animali, ammazzare un animale non era prroprio una tragedia. I fanciullli di adesso invece hanno altri miti, molto differenti, ma sempre miti sono e sempre svolgono un'attività pedagogico-evolutiva. Il contenuto è soggetto al tempo della storia e della realtà, ed è, quindi, criticabile e fallibile. Ciò che è giusto oggi, è sbagliato domani.
E' chiaro che la società degli adulti propone alla fantasia dei bambini, a volte anche n maniera irrispettosa, dei contenuti e dei valori, che nel prosieguo storico verranno considerati discutibili e persino dannosi o criminali, ma siamo sul piano dei contenuti-valori e non sul piano del mito.

Hesperia ha detto...

L'ho bannato io perché è lo stesso persecutorio troll Andrea (si chiamava ciccio anche da Siro) che rompe per ogni dove finché poi finisce sempre in rissa. E qui di risse non ne vogliamo.

Aretusa ha detto...

Cara Egle post molto interessante e video bellissimi.
Purtroppo, gli indiani ne hanno subite di tutti i colori, ma si sono anche difesi ferocemente (non che non ne avessero ragione).
Ho in mente scene terribili di scalpi grondanti sangue...
Per quel poco che conosco della loro storia, ricordo che anche fra le varie tribù, non regnava sempre il perfetto accordo.
E le "guerre" fra tribù erano cruetissime.
Inutile negare che a quei tempi, in quelle terre selvagge, la violenza era all'ordine del giorno.
C'è da dire, che purtroppo i "bianchi" hanno fatto vere e proprie razzie e sconvolto l'habitat e la vita dei nativi.
Le mandrie di bisonti. fonte di cibo e vestiario, sono stati in pochi anni sterminate, e l'introduzione dell'alcool, ha portato non pochi problemi ai pellerossa.
Sempre quando due civiltà sono entrate in contatto, la più debole ha avuto la peggio.
Non amo molto i film western tradizionali, mi sono sempre piaciuti quelli pro-indiani.
Il mio preferito "Il piccolo grande uomo" con un magnifico Dustin Hoffman.
Recentemente ho apprezzato molto "Balla coi lupi" soprattutto grazie a Duecalzini, il lupo:-), e Gli Spietati di Clint Eastwood...
Ciao Are

Egle ha detto...

Grazie cara Are,
io non riesco a dimenticare quel posto magnifico ( la Monument Valley) e l'atmosfera che si respirava. Se ho avuto delle vite precendenti, devo essere stata laggiu'...
Ho perfino pensato di far disperdere là le mie ceneri un giorno..:-)
Le notti erano fredde e limpide e con la luna potevi vedere quei picchi ed era come stare in un pianeta, un pianeta qualunque dell'Universo.
Un Popolo che é cresciuto là non potrà mai vivere in nessun altro posto.

Invece per le tribu' canadesi il discorso puo' essere diverso. Ci son state tribu' molto crudeli e ancora oggi alcuni di loro sono alquanto violenti. C'é sempre un contenzioso riguardo alla terra, alle riserve, alla caccia..

Pero' all'inizio, quando ai tempi di S.De Champlain o di J. Cartier, gli indiani aiutarono e tra l'altro guarirono dallo scorbuto i marinai europei.

Anonimo ha detto...

sympatros,hai fatto tutto da solo.
sei tu ad avere collegato l'esistenza del mito alla sua relazione con la realtà e la verità.
sei tu che all'incrinarsi del mito dei cowboy sotto le spinte del "soldato blu",fai corrispondere una necessità di mantenimento del mito stesso,quale propulsore della fantasia giovanile.sei tu che ritieni demolente del mito,la scoperta della scomoda verità.quindi deciditi:il mito puo' sopravvivere nonostante la verità,si o no?

Sympatros ha detto...

Ciccio non hai capito un tubo

Sympatros ha detto...

Il mito c'è stato e il mito ci sarà. Per esempio, se tu hai dei figli, li educherai a certi valori morali e a certi "miti" di riferimento. Su questi i tuoi bambini scorazzeranno con la loro fantasia e creeranno dei miti. Potrebbe succedere che in età adulta i tuoi piccoli verranno a sapere, essendo tra l'altro mutate le situazioni storiche, che il contenuto dei loro miti, che tu gli hai inculcato, sono degli errori ecc. Il mito, come esperienza vissuta resta, il contenuto viene rigettato. Spero di essere stato più comprensibile, se non non ci posso fare niente.

Sympatros ha detto...

Buffalo Bill che è metafora del bianco conquistatore e, quindi, aggressore, dal punto di vista della verità storica, non si identifica col coraggioso, avventuroso Buffalo della fantasia, del mito e dei fumetti.

Tutto ciò che va a confluire nel mito, viene da esso stesso trasformato. La guerra di Troia è la storia di un conflitto fra super-potenze del tempo, per motivi niente affatto mitici, ma molto più pratici, come la supremazia sui mari e sui commerci e sulle città della costa. Ma, una volta che se ne è impossessato la fantasia del poeta, creatore di miti e, in qualche misura, eterno fanciullo, tutto quel contenuto acquista appunto un valore mitico, anche se noi sappiamo che la realtà storica è più prosaica e forse moralmente discutibile.

Il mito è attività fondamentale e naturalmente necessaria nella vita di un bambino, potenzialmente pericolosa nella vita dell'adulto. Il demitizzare è attività specifica dell'intelletto umano, della scienza e della conoscenza. Il demitizzare puo' assumere anche le caratteristiche della passione, chi scrive ne sa qualcosa, il piacere della demolizione, dello smascheramento, della negazione sistematica di punti di riferimento di tipo morale, religioso, ideologico. Bisogna avere coraggio in questa opera di demolizione che fa tremare la terra sotto i piedi e toglie i colori e i sali dell'esistenza, che sono spesso menzogne mitiche. Ne vale la pena? A voi l'ardua sentenza.

Anonimo ha detto...

sympatros,io ho capito benissimo e non devi scomodarti oltremodo a spiegarmi i perchè pedagogici del mito.secondo me vivi una contraddizione:da un lato sleghi il mito dal suo contenuto reale,dicendo che
"Il mito, come esperienza vissuta resta, il contenuto viene rigettato"
ma dall'altro lato ritieni che l'opera di demitizzazione legata alla scoperta della verità,metta in discussione il mito e non il suo contenuto,dicendo che
" Bisogna avere coraggio in questa opera di demolizione che fa tremare la terra sotto i piedi e toglie i colori e i sali dell'esistenza, che sono spesso menzogne mitiche. Ne vale la pena? A voi l'ardua sentenza.
anche il tuo esordio,quel
"E' bene mantenere il mito, oppure è meglio vivere senza miti?",mi sembra chiaramente esplicativo di cio' che sembri intendere.
la mia riflessione era molto,molto semplice...è possibile che le scuse di un capo di stato,circa la deportazione di un intero popolo,sortiscano riflessioni sulla caduta del mito dei cowboy?
prendendo per oro colato cio' che l'autore del post ha scritto,è possibile che nessuno di voi abbia pronunciato la parola "poveracci" questi pellerossa?una logica aberrante

Sympatros ha detto...

A Ciccio ascolta, quella che tu decanti come verità, non è una verità asettica, è una verità condita di moralità, perché in fondo connoti come cattivo e come chi sta dalla parte del torto l'uomo bianco, ma questo è giudizio non solo storico, ma morale. Ma la moralità puo' fare parte del mito, del transeunte ideologico, che una volta spira di qua e una altra spira di là. La verità semplicemente storica è che i bianchi, più forti, hanno attaccato gli indiani, più deboli, e si sono impossessati dei loro pascoli e dei loro terreni. Bada ho detto si sono impossessati, non hanno rubato, perché il secondo verbo avrebbe assunto delle connotazioni di tipo morale e sarei finito in un altro campo e in altro ambito di discussione.

"...che nessuno di voi abbia pronunciato la parola "poveracci" questi pellerossa?una logica aberrante "

Ho capito volevi le lacrime del coccodrillo, e così i poveri indiani sarebbero stati cornuti e mazziati, con la vicinanza sentimentale fondamentalmente anzi direi strutturalmente ipocrita di noi bianchi.

Anonimo ha detto...

a sympatros,non fare il furbo con me..io non decanto nessuna verità,infatti ho precisato "prendendo per oro colato cio' che ha scritto l'autore del post".
come vedi,io non ho espresso nessun giudizio sugli avvenimenti,ma sulla reazione frivola che ha in voi suscitato il racconto,il cui contenuto(falso o autentico) nessuno di voi ha contestato.o mi sbaglio?
ecco,se nessuno di voi si oppone alla presunta veridicità del racconto mi fa presumere che lo condivida...e allora,come ci si puo' preoccupare del mito dei cowboy se si parla del massacro di un popolo?
quindi,o mi contesti la veridicità del post,o altrimenti è meglio che lasci perdere,non arrampicarti sugli specchi.praticamente,adesso il mito non è piu' slegato dal contenuto,mi sembra di capire....le lacrime di coccodrillo non c'entrano nulla,non buttarla in caciara.

Sympatros ha detto...

Sentimi, Ciccio, ascolta, adesso un po' abbiamo chiacchierato, forse non ci siamo capiti, non fa niente, cose che succedono. Ci troviamo in un blog, che non è né tuo né mio, non buttiamola in caciara. Stammi bene, e togliti il mio nome da dosso oppure pagami l'affitto.

Hesperia ha detto...

Grazie per la tua deontologia Sympatros. Infatti il signore in questione ha preso anche (e sottolineo anche) questo blog, per la sua personale buca delle lettere. Ancora una replica e banno tutto. Lui sa perchè.

Anonimo ha detto...

Egle, sarebbe interessante sapere a partire da che data è nata la conflittualità tra i coloni e i nativi. Se si festeggia il giorno del Ringraziamento (Thanksgiving) è proprio per ricordare quando i Padri Pellegrini furono salvati dalla morte per fame, grazie ai famosi "tacchini" e altri cibi dei nativi.
Interessante post, ciao.
Olandese Volante

Anonimo ha detto...

caro sympatros,mi dispiace averti messo davanti alla tua pochezza...perdonami,non sapevo che i cowboy fossero così importanti per te..ma d'altronde,come dici tu,il mito è importante per i fanciulli.
beato te,continua a giocare con le pistole.
quale nome mi dovrei togliere di dosso?ti chiami forse ciccio?
ti chiami

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
unedame ha detto...

Caro Sympa, ora hai assaggiato anche tu gli inutili e maleducati e offensivi commenti di Andrea/Ciccio.
Per questo nessuno lo sopporta e non é gradito da nessuna parte.
Ora mi scaricherà addosso una batteria di parolacce, ma fa niente, siamo abituati.

Egle ha detto...

Caro Olandese,
a dire il vero non so quando esattamente siano cominciate le ostilità fra gli eserciti francesi, inglesi e gli indiani..
Prometto che mi informero'e ti faro' sapere.

Sympatros ha detto...

L'errore di Ciccio, da quel poco che l'ho conosciuto, chère Unedame, mi sembra il tipico errore di chi è più interessato all'attacco dell'avversario, e, nel caso in questione, di un presunto avversario, che non alla riuscita della discussione, necessita di pacatezza. Quel che non ho capito è come mai si era impossessato del mio nickname, forse, perché essendo Sympatros, gli risultava "simpatico", ma lui non sa, che in altre circostanze, io mi chiamo Antipatro, e, quindi, più antipatico e meno pacifico. Comunque il mondo è bello perché è vario.

Egle ha detto...

Sympatros,
hai proprio capito il tipo. Quello che gli interessa é litigare, senza manco sapere a chi si rivolge.

Anonimo ha detto...

ragazzi,lasciatevi dire una cosa:voi avete grossissimi problemi di relazione con il prossimo..appena qualcuno manifesta una opinione diversa dalla vostra,qualunque sia il modo,entrate in emergenza.
capisco che non abbiate argomenti per ribattere,ma rasentate veramente la patologia...vi rendete conto che siete capaci soltanto di darvi ragione l'uno con l'altro?

Anonimo ha detto...

a sympatros,non si diventa veri sofisti se si saltano le scuole elementari.
se tu avessi imparato a leggere,forse ti saresti accorto che io NON mi sono appropriato del tuo nick...mi sono firmato di volta in volta,per farti capire che mi rivolgevo soltanto a te,"andreaxsympatros"...non credevo che fosse così difficile da capire.
riguardo la tua analisi,è semplicemente errata,come ti ho dimostrato.mi dispiace averti ancora una volta messo davanti a cio' che sei:uno smargiasso tutto fumo che appena confutato,comincia a balbettare.se sei così in gamba come vuoi far credere,perchè non provi a ribattere?rileggi cio' che hai scritto sin dall'inizio...se hai un minimo di onestà intellettuale dovresti accorgerti che ho ragione.la lezione è finita

Sympatros ha detto...

A CiccioBello, "mi dispiace averti ancora una volta ,,,,, " ma in quale vita ci siamo mai incontrato noi due?

"perchè non provi a ribattere?" Fossi matto, neanche per sogno, già la vita reale è spesso un litigio, mo' pure quella virtuale vogliamo rovinare, no, caro CiccioAndrea, non ti seguirò, se vuoi la ragione te la dò volentieri, ma non ti seguirò, risparmio le mie energie per i litigi veri. Ristammi bene, rilassati che la vita è breve!

Sympatros ha detto...

A Ciccio, Ciccio pasticcio, ascoltami per un attimo serenamente, tu hai detto la tua io ho detto la mia, le posizioni restano inalterate e senza punto d'incontro, chi leggerà il blog può farsi un'idea, probabilmente ci sarà qualcuno che ti darà ragione e qualcun altro torto. Continuare e ribattere non ha senso e non porta da nessuna parte, l'unica cosa che ci resta da fare è la sfida a duello, io ero bravo con la fionda, ti va bene? Se sì, fammelo sapere che ti manderò i padrini.

Anonimo ha detto...

ancora una volta in questo post,intendevo...non mi sembra difficile da capire.comunque non è un problema,se non vuoi parlarne...ma ti consiglio un consulto,perchè dire che ci rimane solo il duello..beh,non mi sembra proprio il caso!