sabato 31 gennaio 2009

René Magritte, il tranquillo sabotatore




Bello e casuale come l'incontro tra un ombrello e una macchina da cucire su un tavolo di sezione anatomica. Era questo il motto dei surrealisti raccolto e fatto proprio con toni poetici da René Magritte, detto il tranquillo sabotatore. Universi onirici, stupefacenti, spostamenti di significati e di significanti, Magritte svolge un tipico illusionismo onirico; illustra, ad esempio, oggetti e realtà assurde, come un paio di scarpe che si tramutano nelle dita di un piede o un paesaggio simultaneamente nella parte inferiore notturno e in quella superiore diurno, ricorrendo a tonalità fredde, ambigue, antisentimentali, quali quelle del sogno. Nei suoi enigmatici quadri crea nell'osservatore una sorta di "cortocircuito", già a partire dagli arcani e criptici titoli dei suoi dipinti. Sfida le leggi di gravità, con pietre in cielo che levitano come nuvole e nuvole che scendono per entrare in una coppa come panna e gelato. Accentua il carattere grigio della pioggia di città con una...pioggia di omini con ombrelli, bombetta in testa e impermeabili. Ma nonostante i suoi rivoluzionarismi visivi resta comunque un poeta. Certamente deve a De Chirico, padre della Pittura Metafisica, la sua ispirazione. Ma poi è una lezione che prosegue fino a trovare una sua cifra personalissima a suo modo ingenua e smaliziata, incantata e disincantata. Insieme a Paul Delvaux (un altro pittore che amo) è considerato esponente di grande spicco del surrealismo belga.








Tra senso e nonsenso

Nel senso di esistere è imperniata la condizione umana, trovare un senso logico, concreto, corrispondente al vero, al trascendente è bisogno primario dell’uomo. La continua ricerca di un equilibrio tra il sé e l’esternazione del sé, si configura in una parabola tra etica e utopia, come quintessenza del pensiero per scorrere tra la linfa del mondo. Ma dietro l’apparente tranquillità delle cose c’è il sogno, il presagio, lo spirito, il surrealismo con il suo spostamento del senso.
Il surrealismo non nega la realtà, la trasfigura, crea sconcerto e inquietudini, induce al mistero, all’enigma assai più della pittura astratta. Fondamentalmente i principi basilari sono due: gli accostamenti inconsueti e le deformazioni irreali. I primi, già spiegati da Max Ernst come “accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse" (il famoso motto dell'ombrello e della macchina da cucire).
Per libera associazione di idee si uniscono oggetti e spazi che non hanno niente in comune, distanti fra loro e appartenenti a contesti diversi. Ne risulta una visione di bellezza inedita, assurda, al limite del concepibile quasi, a voler frantumare le nostre certezze. Le seconde nascono dalla metamorfosi. Corpi, oggetti, forme rivelano la nature delle cose nella loro trasformazione in qualcos’altro. Caducità di uno stato transitorio che suggestiona la mente con inganni visivi, suscita sensazioni sospese tra l’apparenza della realtà e il suo profondo, e induce a riflettere sul divenire comprensibile e l’onirico, il mistero, l’impenetrabile.

Oggi forse questi "effetti speciali" ante litteram non ci stupiscono più di tanto, poiché il cinema di finzione con l'avvento delle tecniche computerizzate li ha fatti propri, così come il mondo della pubblicità che se ne è impossessato e li ha banalmente replicati. Ma è certo che vanno riconosciuti e conferiti l'onore delle armi e il diritto di primogenitura a questi grandi e visionari maestri dell'avanguardia surrealista. Anche perché da sempre l'arte precede scienze e tecniche e ne è in qualche senso la suggeritrice e l'ispiratrice inconsapevole.







Magritte è sonnambolico, abbandonato al sogno e alla mentalità infantile, quella che scorge mostri favolosi nelle nuvole spostate dal vento. Ma la sua pittura ci aiuta ancor oggi a osservare la realtà con occhio fatato, trasfigurandola. E allora due finestre luminose e un lampione acceso di una casa attorniata da uno specchio d'acqua in mezzo al bosco, ne fanno un maniero incantato dove tutti noi, moderni Pollicini, ci perdiamo e ci ritroviamo, tra il diurno del cielo e il notturno del lago e del bosco. Una scrittura visiva, la sua, così fortemente personalizzata, che afferma come in un urlo la sua inconfondibile individualità. Magritte è un pittore che si colloca "al di là della pittura". La attraversa e in un certo senso, la supera. Ma forse è proprio quanto voleva.







Mostra a Milano a Palazzo Reale dal 22 novembre al 29 marzo . Per INFO qui


Hesperia







19 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho visitato in una mostra a Roma ed è addirittura magico. Consiglio vivamente di andare a vedere questa mostra che è davvero esaustiva in materia di dipinti e grafica, mi dicono alcuni miei amici.

Anonimo ha detto...

Io sono sempre stato un figurativista. Pertanto sono poco amante della modernità. Il surrealismo in realtà non demolisce la figura, si limita a trasferirla in contesti desueti. E questo, quando però non arriviamo a fare operazioni come quelle di Duchamp nei "ready made", che francamente non mi piacciono perchè preludono alla pop art dei vari Andy Warhol.
Non è il caso di Magritte che invece mantiene una sorta di realismo magico nel paesaggio, erede in questo del nostro genio De Chirico.

Hesperia ha detto...

Demetra, grazie. Ho intenzione di vedere questa mostra prima della sua scadenza in marzo e spero di andarci con Aretusa. Ciao

Hesperia ha detto...

Mario, Duchamp coi suoi baffi alla Gioconda e coi suoi oggetti come la ruota di una bicicletta francamente non piace nemmeno a me e ha dato la stura a quelli che non sono capaci di dipingere o che mettono un barattolo di zuppa di verdura come oggetto d'arte (vedi Warhol).
Magritte è ovviamente altra cosa. E pure Delvaux.

Anonimo ha detto...

Ce ne sono tanti di questi quadri che mi piacciono. Quelli che appaiono qui nel post mi piacciono tutti. Ma ce n'è uno che vorrei vedere:
http://www.cnbc.com/id/15840232?video=1017519662

Quello dell'occhio ingrandito che mostra un cielo con nuvole, in mezzo al quale c'è un punto nero della pupilla.

Hesperia ha detto...

Bellissimo Marlowe! Conoscevo quel dipinto. Hanno tutti qualcosa di stupefacente anche oggi che siamo diventati molto più smaliziati.

marshall ha detto...

Hesperia,
non entro in tema perchè conosco assai poco di Surrealismo. Però, grazie a queste tue perfette informazioni e precisazioni, ora ne sò qualcosa in più. E l'idea di andare a visitare questa mostra, si è fatta stuzzichevole. Dopo tutto, se non erro, quel tragitto espositivo dovrebbe essere "facilmente agibile...da chiunque".
Ciao.

marshall ha detto...

Hesperia,
ho visitato la Galleria virtuale e, dei 14 quadri "esposti", quello che mi è piaciuto di più è stato il n.11 "Shéhérazade".
E' un pittore molto fantasioso!
Grazie a te, per averlo portato alla ribalta.

Hesperia ha detto...

Sì, è un pittore quasi esclusivamnete di fantasia. Surreale (parola presa dal poeta Apollinaire) vuole infatti dire al di là della realtà. Palazzo Reale, è una zona (la zona del Duomo) raggiungibilissima per chi vuole recarvisi. Ciao.

Anonimo ha detto...

Ciao Esperia molto interessante il tuo post su Magritte.
Nemmeno io amo molto l'arte contemporanea nelle sue molteplici espressioni, meno ancora mi piacciono quelle recenti come le installazioni.
Il surrealismo invece e Magritte in particolare, mi piacciono molto.
Sono magici e visibilmente molto appaganti.
Ho letto gli orari della mostra, e se non accade nulla possiamo andarci anche settimana prossima, per ulteriori accordi ci sentiamo tramite mail.
Ciao Are

Josh ha detto...

Per un verso Magritte mi piace come momento della storia dell'arte, e per molti dei singificati e implicazioni che spieghi; proprio i toni a-sentimentali e talvolta apparentemente freddi mi annoiano dopo un po', o meglio non mi ci riconosco sempre...anche se la sua pennellata perfetta è a dir poco ammirevole.

Paul Delvaux, che citi, è invece nel mio Olimpo personale.
Comunque la mostra è da vedere.
Tra i dipinti di Magritte che hai inserito, mi piacciono molto il 4 e il 5.

Hesperia ha detto...

Grazie Mary, okay allora per accordi ci si sente in pvt. Per me, settimana prossima, in linea di principio potrebbe andare bene. Ciao.

Josh, in parte concordo. Ma, quantunque Delvaux mi piaccia, devo dire che anche lui come nordico è anti-sentimentale, specie nell'uso del colore.
Il difetto di questo genere di pittura è stato l'essere stata molto diffusa e replicata in immagini pubblicitarie e in posters. Purtroppo.

Anonimo ha detto...

Hesperia, uno dei quadri di Delvaux che preferisco te lo segnalo al link. Mi cattura non tanto il colore in questo caso, ma gli elementi nel quadro: nella geometria di una classicità sospesa e onirica tra colonne doriche e ioniche esplodono l'erotismo, la signora in rosso e nero, la morte.
C'è un Vulcano, a mio avviso, nel sottosuolo dell'animo di Delvaux.
La stessa carica non la ravviso, o non mi arriva, da Magritte.

http://www.equilibriarte.org/upload/forum/070329114417-363.jpg

Hesperia ha detto...

Sì, lo conosocevo, ma è un po' cimiteriale e marmoreo per i miei gusti. Francamente gli preferisco "La nascita del giorno".

http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.griseldaonline.it/foto/checcoli/5E-%2520paul-delvaux-la-nascita-del-giorno-1937-venezia-coll-Peggy-Guggenheim.jpg&imgrefurl=http://www.griseldaonline.it/percorsi/3checcoli_5e.htm&usg=__ppeN0dclykfCeOw6nVZpw91Bik8=&h=596&w=750&sz=76&hl=it&start=5&tbnid=ro5h_FNtexDmDM:&tbnh=112&tbnw=141&prev=/images%3Fq%3Ddelvaux%26gbv%3D2%26hl%3Dit%26sa%3DG

Spero che si veda, ma certamente lo conoscerai, questo universo arboreo al femminile :-)

Anonimo ha detto...

Molto bello anche 'la nascita del giorno', sì vero (si vede, nonostante il link sia venuto lungo).
Hai ragione, il femminile arboreo mi piace, tra questo dipinto e le 'cattive madri' di Segantini (s'è per quello anche le sue Madonne sospese sugli alberi:-)

a.le.gi ha detto...

Curiosità. Ecco un'originale "rilettura" di Magritte fatta da una cantante libanese che si chiama Julia Boutros:

http://www.youtube.com/watch?v=amAyUx2-JiA

Ciao.

Nessie ha detto...

Grazie Alessandro, la musica è un po' noiosa e monotona, ma il video è carino e Magritte si presta per i videoclip, dove peraltro viene molto imitato.

Anonimo ha detto...

Hesperia,
a ieri, i visitatori sono stati 120.000.
Giovedì sera, 19 marzo, nel Tg4delle 19 hanno comunicato che c'è stato un incremento del 31 percento di visitatori nei musei italiani. Non ricordo il periodo cui si sono riferiti, ma sarà senzaltro dell'ultimo inverno, rispetto al precedente.
Per presentare il servizio, hanno mostrato la fila di visitatori nell'attesa di poter entrare a Palazzo Reale per vedere la mostra di Magritte.
E tutto questo, nonostante la crisi economica!! Non è stupefacente ?
A proposito, sai perchè dava tutti quei nomi strani alle sue opere?Ciao.

Nessie ha detto...

Per interrompere la relazione tra titolo e contenuto, credo. I titoli non sono più raffigurativi del contenuto pittorico ma servono a creare un effetto sorpresa. Per farla in breve, non c'è nessun legame né relazione. Motto del surrealismo era "épater le bourgeois" (sbalordire il borghese). E difatti...Ciao Marsh