lunedì 17 maggio 2010

Breve tra teatro e cinema

In queste pagine si è già fatta notare la derivazione letteraria del cinema (come ne esiste una pittorica-iconica, da un punto di vista visivo) quanto l'idea autoriale della Regia.
In alcuni casi ed epoche invece si assiste ad una parentela più stretta anche del cinema con il teatro: la si nota dall'organizzazione degli spazi visivi nei film, o per la partitura classica del montaggio delle scene, o per un'interpretazione forte e caratterizzata degli attori che supera la pellicola stessa, o per scene insistite in interni o piuttosto statiche, o per il primato della parola e del gesto.

Ci sono svariati testi su questo argomento e lunghi studi specifici per epoca e genere, ma più che un'importante disquisizione teorica, il post stavolta ha solo l'intenzione di ricordare con affetto alcuni grandi attori italiani che hanno lavorato con personalità sia a teatro sia al cinema segnando un'epoca e un gusto.



Carmelo Bene attore, scrittore, drammaturgo e regista di genio quindi Autore a tutto campo di cui segnalo oltre alla rivoluzionaria attività teatrale i film, anche sperimentali e visionari:
"Nostra Signora dei Turchi" (1968) , "Capricci" (1969), "Don Giovanni" (1971), "Salomè" (1972), "Un Amleto di meno" (1972) quest'ultimo tratto da Jules Laforgue, “Hamlet, ou les suites de le pitié filiale” (1877). Densi di riferimenti letterari, teatrali, musicali, pittorici, un unicum anche nella storia del cinema.

E alcune Signore del Teatro italiano che hanno appassionato anche al cinema.




Rossella Falk (qui un bel collage di fotogrammi) una delle migliori attrici di teatro italiane (e non solo) magnetica anche al cinema: presente in 8 e 1/2 di Fellini, ma anche in "Quando muore una stella" di Robert Aldrich, e in film considerati minori dei nostri anni '70,
come "Alba pagana" di Ugo Liberatore, "La tarantola dal ventre nero" di Paolo Cavara, "Sette orchidee macchiate di rosso" di Umberto Lenzi.
In realtà le grandi signore del nostro teatro in quegli anni hanno prestato il volto e la loro recitazione enigmatica al nascente noir italiano dei '70, nobilitandolo e rendendolo un genere studiato parecchio anche all'estero, specie in USA nei decenni successivi (per le soluzioni visive, la scelta degli attori, l'intreccio: chiedere a Tarantino).
Per le interpretazioni teatrali complete non-riassumibili rimando al link, ma vanno citate almeno "Un tram chiamato desiderio" e "La dolce ala della giovinezza" da Tennessee Williams, le "3 sorelle" di Cechov, "Maria Stuarda" di Von Schiller, "L'Aquila a 2 teste" e i "Parenti terribili" da Jean Cocteau, e il recente bellissimo "Sinfonia d'autunno". Forse tra i testi teatrali che preferisco in assoluto.





Valentina Cortese ha avuto una densissima attività cinematografica e teatrale che è impossibile riassumere in 1 sol post, ed è in pratica un'icona del mestiere d'attrice in Italia e nel mondo.
Per il cinema la possiamo vedere in "Primo Amore" di Gallone, come nella "Cena delle beffe" di Blasetti negli anni 40, nei "Miserabili" di Riccardo Freda, nei "I corsari della strada" di Jules Dassin, nella "Contessa scalza" di Joseph Leo Mankiewicz, ne"Le Amiche" di M. Antonioni, ne "La ragazza che sapeva troppo" di Mario Bava, anche la Cortese era in "Quando muore una stella" di Aldrich, in "Effetto Notte" di Truffaut, in "Un'orchidea rosso sangue" di Pierre Chereau, "Jane Eyre" e "Un tè con Mussolini" di Franco Zeffirelli.




Marina Malfatti famosa anche in Tv grazie allo sceneggiato tv "Malombra" tratto da Fogazzaro, diretto da Diego Fabbri (in onda nel 74, seguono numerose altre serie televisive di qualità), dagli anni 80 in poi è stata molto presente a teatro con lavori di grande qualità che spaziano dal teatro classico a testi moderni.
Al cinema fu a sua volta protagonista di horror italiani anni '70, aggiungendo eleganza e mistero grazie al fascino personale:
"Sette orchidee macchiate di rosso" di Umberto Lenzi, "La Dama rossa uccide 7 volte" di Emilio P. Miraglia, "Un fiocco nero per Deborah" di Marcello Andrei.... Per la filmografia completa si rimanda al link.

nota d'attualità: date le polemiche fisse ormai a ogni festival di teatro o cinema che sia, mi auguro ancora (e lo auguro al nostro paese) un teatro che ti tiene legato alla sedia e che sappia toccare le corde dell'animo come quello sopra citato, e anche un cinema che abbia di nuovo qualcosa da dire, dai contenuti, alla forma, all'eleganza, allo stile, personalità di attori/attrici comprese. Anche se superare o eguagliare i citati sarà impossibile.

27 commenti:

Silvia ha detto...

Bellissimo post!!!!!!
E grandi gli interpreti che hai elencato,La Falk e la Malfatti sono ancora presenti nei nostri teatri continuando a riscuotere un meritatissimo successo!
Un abbraccio Silvia

Josh ha detto...

Grazie Silvia! Troppo buona:-)

Senza tanto pensarci su, è un periodo che mi venivano in mente sempre questi attori, i loro visi, certi gesti: ho visto parecchie cose loro, di qualcuno quasi tutto il cinema, di altri anche lavori a teatro. Così detto fatto ho buttato giù un omaggio.
Da bambino mi colpivano molto le 3 signore, molto austera Valentina Cortese (è anche una comica divertente), e intriganti La Falk e la Malfatti e non me le sono dimenticate più. Carmelo Bene mi faceva un po' paura:-) Mi sono piaciuti anche da adulto, ma questi 4 sono per me anche ricordi d'infanzia e frammenti di immaginario.

Fai bene a ricordare che la Falk e la Malfatti sono in attività, fa sempre piacere vederle. Anche i testi che scelgono non sono mai banali, o almeno sono spesso nelle mie corde.

Grazie del commento. E dell'abbraccio.

marshall ha detto...

Facendo una considerazione sul finale di post, se penso a quel film italiano presentato a Cannes, e di quel che se n'è detto di estremamente negativo, tanto da indurre il nostro Ministro dello Spettacolo ad annullare la sua presenza all'inaugurazione della rassegna, vien da chiedersi cosa c'entrino col cinema, cotali che si fanno chiamare registi.

Josh ha detto...

Caro Marshall benritrovato. Ho notato che avevate scritto parecchio tu e Dionisio ma ho avuto un periodo di superlavoro lontano dal pc...recupero con i commenti quando possibile.

Ah quel film italiano a Cannes ora? :-) Ma è italiano? Ma è un film ahaha
Guarda non si sa che dire. La G. è per me pesante e monocorde, non fa ridere. Il fratello come comico è più bravo e molto sottile. Il padre è stato in passato un altro di quei casi difficili del Pdl. Nemmeno io sarei andato a Cannes...quando il livello è quello. Anche se poi non andando è come se Bondi avesse fatto pubblicità indiretta al film.
Ma vedrai che come sempre tutti gli 'oppositori' andranno a vederlo per premiare "l'alternativa".

Il motivo del post di oggi, a parte l'elemento affetto-memoria verso questi attori, film e testi teatrali è che ci può essere un'arte stravagante, anche fortemente critica, di rottura, sperimentale provocatoria o classica,
ma fatta pur sempre con un valore che oggi fatico sempre di più a trovare.

marshall ha detto...

Josh,
l'ho immaginato che sei stato molto preso, come penso lo sii tuttora, altrimenti avresti fatto una "lenzuolata" di commenti a quel mio post su Dresda, che, tra l'altro, mi era stato ispirato da quel tuo "Vedute", fin dall'inverno scorso.

Devo interrompere il commento perchè serve ad altri il computer. Lo riprenderò più tardi.

Hesperia ha detto...

Hai fatto bene, caro Josh, a ricordare questi nomi del nostro teatro e cinema. Vale la pena di ricordare anche la loro strepitosa partecipazione agli sceneggiati tv, molto qualificati e ben diversi e lontani dalle attuali "fiction", parola che come sai aborro. La Malfatti l'hai già citata in Malombra. E aggiungo anche l'indimenticabile Lea Massari, la Grousenka dei Fratelli Karamazov e anche l'Anna Karenina da Tolstoi. Brava attrice sia di teatro che di cinema. Come pure la grande Anna Proclemer e Ilaria Occhini.
Per non dire di Giorgio Albertazzi, attore che se passasse "a sinistra" sarebbe considerato un genio. E invece deve accontentarsi di essere giudicato bravo.
Di Bene ho visto il citato Nostra Signora dei Turchi, Macbeth, il Manfred e Omelette for Hamlet.
Sempre bravo anche Umberto Orsini che l'ho visto di recente a teatro nel dramma di Miller "Erano tutti figli miei" con l'indimenticabile Giulia Lazzarini. Quando morirà questa gente davvero formata in anni e anni di lavoro, cosa rimarrà del teatro italiano?

Hesperia ha detto...

PS: di Valentina Cortese, ricordo la sua partecipazione straordinaria in "Effetto notte" di Truffaut, mentre Albertazzi ha lavorato anche per il cinema in "L'anno scorso a Marienbad" di Alain Resnais.
Ma anche la Massari piacque ai registi francesi come Louis Malle in "Un soffio al cuore".

dionisio ha detto...

Caro Josh, bentornato, abbiamo sentito la tua mancanza, come quella di Hesperia temporaneamente fuoriuscita in terra d'Albione.
Il tuo post suscita, accanto all'ammirazione per i personaggi che evochi, anche amarezza proprio perché parli d'un periodo in cui il mondo del cinema ci regalava commozione e bellezza attraverso coloro - attori e registi - che avevano saputo coltivare il proprio talento artistico con lo studio e l'applicazione che consente di pervenire a quella padronanza del mestiere attraverso la quale soltanto si riesce poi a trasmettere agli altri il mondo di emozioni e di pathos che è dentro di noi. Questo lo dico perché da un po' di tempo a questa parte si sente proprio il difetto del mestiere nei prodotti che il cinema ci somministra, in modo particolare in Italia, sia da parte dei registi che degli interpreti.
Oltretutto c'era un fascino personale - sia delle attrici che degli attori - che oggi non si trova più.
Il cinema piace a tutti coloro che ne hanno conosciuto la stagione migliore (oggi indubbiamente attraversa un periodo di decadenza) e, come abbiamo avuto modo di dire io e Hesperia su un altro sito, un tempo assumeva per noi lo stesso valore di formazione che hanno certe opere letterarie, quelle che ti aiutano a conoscere meglio te stesso e il mondo che ti circonda.

marshall ha detto...

Rieccomi Josh,
e rieccomi col fuori tema, ma nel tema.
Nel mio post su Cinematografia; Voglio essere profumo, mi consigliasti la lettura del Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi.
L'ho trovo così superlativo che sto già pensando al mio prossimo post ispiratomi dalla sarcastica/arguta battuta dell'Elisa..."a cui stava bene la lingua di Porta Ticinese in bocca...".
La figura di Demetrio, poi, ben diversa da quel bonaccione e quasi buono a nulla, così come mi si era sembrato di vederlo alla sua entrata in scena.
Personalmente lo metto solo un gradino sotto al capolavoro manzoniano, ma davanti a innumerevoli tanti altri romanzi.
Ecco: chi mi saprebbe dire se esiste già una sua trasposizione cinematografica? In caso negativo (ma anche positivo) si potrebbe trarre l'idea per un film "ad ampio respiro", tutto milanese, tutto ambientato e incentrato sulla Milano di fine '800. E con questo potrei spingermi nell'osare a dire: "Altro che Baaria"!
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p.s. m'è piaciuto conoscere da Hesperia, quel particolare sulla biografia di Giorgio Albertazzi. Una nota peraltro intrisa di profonda tristezza e rammarico!
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A seguire

Josh ha detto...

cara Hesperia, la Malfatti ...oltre alle doti artistiche...era un mio sogno erotico adolescenziale.
:-)
Gli sceneggiati d'allora erano ben altra cosa dalla fiction.
Sì anche Lea Massari è sempre stata un'ottima attrice. Molto belli pure i film che ha fatto all'estero...di nuovo esce il nostro già citato "L'amante" di Claude Sautet (certo il soffio al cuore di Louis Malle è uno dei suoi migliori)...c'è il bellissimo 'La prima notte di quiete' di Valerio Zurlini che ti citai mesi fa, e 'la corsa della lepre attraverso i campi' di Renè Clement...e tanti altri...

Albertazzi, Orsini, la Proclemer...non si discutono!
Hai ragione...mi chiedo anche io un domani che resterà pensando al cinema 'ggiOvane...e pure a teatro tante volte, una volta scomparsi i nostri grandi.

per il resto dei comemnti...arrivo domani

Hesperia ha detto...

Sì, però Dionisio, mi pare che Josh voglia insistere innanzitutto sulla preparazione teatrale di questi attori. Queste personalità citate, non sono figli del "ciak si gira", del divismo e dello star system, ma di un paziente lavoro di contatto col pubblico basato su repliche infinite e studio dei classici.
Rossella Falk, Romolo Valli, Annamaria Guarnieri, Tino Buazzelli (tutti provenienti dalla prestigiosa "Compagnia dei giovani" del dopoguerra) sono stati anche attori di cinema, ma non c'è dubbio che la loro formazione sia eminentemente teatrale. Questo li rende ancora più duttili ed eclettici, se vogliamo. Ma non dimentichiamo da dove vengono.

Lo stesso Gassman è stato grande attore di teatro prestato al cinema.

dionisio ha detto...

Ho capito benissimo, Hesperia. Penso che il mestiere di attore si impari con un lavoro intenso che ti permetta di affinare le doti interpretative che hai in te ma che deve essere, per così dire, estratto da te e perfezionato attraverso le prove a cui sottoponi lo strumento che usi (in questo caso il tuo stesso corpo, la tua voce, il tuo gestire, ecc.). E indubbiamente il teatro è la scuola più appropriata per l'attore perché lo sottopone a una ripetizione prolungata della stessa parte che gli dà modo di conoscere sempre più il personaggio che interpreta e quindi di portarlo alla perfezione. Ciò che conduce a migliorare continuamente le capacità interpretative anche in successive interpretazioni perché si saprà usare sempre meglio lo strumento con cui si lavora.
L'attore di teatro probabilmente è avvantaggiato rispetto all'interprete che comincia a recitare solo col cinema, ma, se uno è dotato, diventa un grande interprete anche se recita solo al cinema. Anche in questo caso il mestiere di impara (si perfeziona, si affina) con la pratica.
Per esempio, quel grandissimo attore che era Totò, ai suoi inizi non era ancora il Totò che ti fa ridere anche quando hai già visto la stessa scena cento volte.
Del resto il discorso vale per tutti i mestieri. Perfino disegnare, che è una cosa che scopri di saper fare istintivamente, con estrema facilità (basta una matita e un foglio e ti accorgi che sai riprodurre l'oggetto che hai davanti a te), solo quando ti impadronisci del mestiere, affinando le diverse tecniche e trovando quella che più ti si confà, riesci a fare qualcosa più della semplice riproduzione, qualcosa che ha un'anima(la tua anima).
Sono andato un po' fuori tema, ma ci siamo capiti, credo.
In sostanza, ci troviamo di fronte al fatto che prima si capiva che per dare il meglio di ciò che è dentro di noi bisogna sottoporsi a un tirocinio duro e impegnativo e non smettere mai di lavorare e perfezionarsi. Oggi no, si crede che tutto ti cada dal cielo e ci si accontenta del primo risultato che ottieni.

Hesperia ha detto...

Con una differenza, tuttavia, caro Dionisio: che mentre l'attore teatrale può diventare grandissimo anche al cinema (Vittorio Gassman in Italia e Lawrence Olivier in Inghilterra ne sono la dimostrazione palese), il viceversa avviene assai raramente.
Questo anche una "cinefila" incallita come la sottoscritta è costretta ad ammetterlo. L'attore di cinema di solito tende a vedere il teatro come "un rifugio" quando diventa troppo anziano per ottenere delle parti di rilievo sullo schermo. Perchè nell'attore e nell'attrice del grande schermo prevale l'elemento seduttività. Inutile negarlo.
Per il resto sono d'accordo: oggi prevale il gusto per la scorciatoia e si crede che fama, successo e denaro debbano piovere dal cielo senza impegno e fatica. Con i risultati mediocri che vediamo.

Josh ha detto...

@Dionisio: Anche se cinema e teatro sono in crisi un po' dappertutto di recente, è vero che in Italia si sente di più questo fenomeno. In particolare il cinema....ti dirò dagli anni 80 a ora non saprei bene quale film italiano sia passato alla storia, al di là dei generi: è dura eh...giusto qualche uscita di qualche grande del passato ancora vivente, poche opere giovani.
Sì va bè qualcosa c'è ma non certo da gridare la miracolo. Eppoi sempre quel cinema di pseudo-denuncia sociale mafia e sindacato...cioè lunghe cicalate per immagini, poca regia e poco mestiere d'attore. E' sempre esistito il cinema di denuncia...ma bisogna saper fare anche quello, non trasformarlo in cinema a tesi o in falso cinéma vérité. Insomma, più vizi che virtù.

Il fascino personale di attrici e attori delle ultime generazioni è una nota dolente. Non è solo che devono ancora crescere...infatti non vedo recitazioni strepitose (e fascino zero) e vale anche per molte 40enni e 50enni.

Josh ha detto...

@marsh:
a me quel Demetrio Pianelli di De Marchi è piaciuto molto, purtroppo è un libro sottovalutato. Mentre la narrazione procede, e alcuni fatti non sono allegrissimi ma veritieri, si ha uno spaccato della piccola borghesia dell'epoca, e c'è anche un'analisi psicologica raffinata, dei bei passaggi. La descrizione dei tipi umani, i rapporti familiari, il conflitto sentimenti-denaro-potere sono i passaggi riusciti meglio, per me. Vedrai poi come finisce...molto ma molto veritiero!
Il più grande realismo che capta De Marchi è quello del cuore umano, e delle dinamiche comportamentali.

La trasposizione cinematografica esiste: regia di Sandro Bolchi del 1963 con Paolo Stoppa, Luca Ward, Mara Berni, Loretta Goggi...

qui

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=50718

non l'ho visto però.

Josh ha detto...

Tornando ai nostri attori, sì come dice Hesperia, stavolta la particolarità, oltre al fascino personale, era la loro provenienza dal mestiere teatrale.
Sembra una garanzia contro cadute, dopo così tanto lavoro a teatro.

Anche gli attori lei che cita, che abbiamo visto anche al cinema, hanno lavorato anni e anni a contatto col pubblico in teatro, su testi vari, non erano solo di celluloide, non frutto solo di bellezza (oggi chirurgica) o di bravura del regista (oggi regie abbastanza piatte tranne rari casi).

E' una vecchia teoria che per essere attore di cinema non serve la stessa preparazione e allenamento dell'attore di teatro. In fondo è il regista che inquadra, l'attore nel film deve essere meno sopra le righe, ci pensa la mdp a fare un primo piano avvicinandosi, non ci sarebbe bisogno di calcare il gesto e la voce.
Ma se il rischio è come oggi di avere registi di cinema che riprendono gente che parla senza segni di interpunzione nella ripresa, senza sottolinature nè linguaggi creativi,
e pure gli attori parlano come al mercato o come automi imbambolati, almeno la provenienza da un serio lavoro teatrale dovrebbe essere una garanzia! :-))
Ecco il sovrappiù del mestiere a cosa sarebbe servito. Rivedendo vecchi film, o anche solo quelli citati, compresi quelli di serie B, o i neri '70 e gli horror...nonostante i generi non graditi a tutti ancora si obbediva a questi canoni.

Josh ha detto...

Dionisio, è vero ci sono stati buoni attori di cinema e io stesso ho forti preferenze. Non faccio elenchi ma sono una marea.

Però sono d'accordo con Hesperia sul fatto che l'attore teatrale può essere ottimo al cinema (Gassman, Olivier...e siamo con loro anche alla regia) (ah Orsini anche al cinema è ottimo, e un'altra che ha fatto molto bene, a mio avviso, sia a teatro sia al cinema è Valeria Moriconi), un attore di cinema che diventi dopo più grande a teatro è raro.
Nel caso della Moriconi, esordisce giovane al cinema, ma sempre molto giovane inizia a teatro: ha portato avanti entrambe le cose (a teatro con De Filippo, Glauco Mauri, Ronconi...e molto altro).
Oggi è più famosa a teatro che al cinema, ma per me alcuni suoi film erano belli, ci aggiungeva qualcosa di particolare.

Oggi non solo come dice Dionisio si crede tutto cada dal cielo: a qualcuno davvero cade dal cielo...tipo le veline e le squinzie passano al cinema come nulla, dopo di che sono dette "attrici".
Mi chiedo anche chi è che sceglie...guardiamo solo all'impostazione delle voci oggi bah..C'è pure un problema di casting eh:-))
E aggiungo: si tende anche oggi a fare pure un teatro sciocchino talvolta: a parte i grandi testi immortali, o quelli underground -off...ma come si sono visti al cinema film che altro non erano che riassunti di telefilm....a teatro si sono visti film ridotti malamente per il teatro e cose simili. Aggiungiamoci la scelta di giovani attori che hanno l'espressività di una lattina di cocacola, il gioco (non) è fatto.

Hesperia ha detto...

Josh, altro che "teatro sciocchino" si tende a fare oggi! Anche il teatro italiano soffre della stessa crisi del cinema, se non addirittura peggiore. Prima avevo l'abbonamento a Milano ma ora mi sono stufata: su sei spettacoli se ne salvano sì e no malapena un paio. Tutto il resto serve a finanziare lo sfascio teatrale in mano al solito fasullame.
Ormai i grandi "miti" teatrali sono i Bisio, i Paolini e le Lelle Costa. Purtroppo.
Ronconi, sinceramente mi ha rotto: lungo, palloso, prolisso, cervellotico fino all'inverosimile come quel penoso "Infinities" che ho visto alla Bovisa...Eppoi ormai è rimasto solo lui nel panorama sconfortante. Il teatro italiano è terra desolata.
Insomma, l'abbonamento non lo faccio più. Che devo fare? Finanziare una carcassa in disuso?

dionisio ha detto...

Mi pare che siamo d'accordo su tutto: il cinema, il teatro, tutte le forme d'espressione artistica oggi sono in crisi e ai palati fini (non mi definisco tale per snobismo, questo è stato il mio pane pressoché da quando sono nato e posso almeno affermare tranquillamente d'aver imparato a distinguere, come gli amici a cui mi rivolgo del resto, il bello dal brutto), ai palati fini, dicevo, oggi non resta che inorridire. A teatro non vado più da anni (semplicemente perché a Genova fanno delle emerite schifezze)e al cinema nemmeno perché, salvo qualche eccezione, non c'è nulla di buono da vedere, oggi. Preferisco rivedermi, a casa, i film dei miei amati Ingmar Bergman, Orson Wells, Sergej Ejzenstein e altri capolavori sparsi dei vari generi: western, noir, poliziesco,melodramma, commedia (tra cui quella italiana degli anni sessanta e settanta). E' come per la letteratura: stufo di provare a leggere le porcherie che si pubblicano oggi, continuo a rileggere i miei autori preferiti, quelli su cui mi sono formato: Shakespeare, Omero, Virgilio, Dante Alighieri, Dostojevskij, Cecov, Stevenson, Kipling, Conrad, D.H. Lawrence, Georges Bernanos, Hugo von Hofmannsthal, Thomas Mann, Pirandello, Borges, James Joyce, William Faulkner.

Nessie ha detto...

Già che hai citato "L'aquila a due teste" e "I parenti terribili", Josh, di J.Cocteau, mi vengono alla memoria due grandissimi attori del teatro francese (la famosa Comédie française) come Jean Marais e Edvige Feuillère, che portarono questi due testi citati, sia a teatro che al cinema nella riduzione cinematografica.
Ecco, un tempo c'era una buona osmosi tra le due realtà (quella teatrale e quella filmica). Oggi non c'è che la mediocrità da ambo le parti. E trovare solo l'accettabile è impresa ardua.

Josh ha detto...

ahah Hesperia dici che la definizione teatro 'sciocchino' era poco? in effetti...
E comuqnue Bisio è ancora meglio di Lella Costa, per me. E ho detto tutto:-)

Comunque come dite tu e Dionisio, nemmeno io sto andando a teatro spesso, non ho l'abbonamento da un pezzo, e al cinema vado ancora meno: sì perchè rischio di incontrare 2 attori che detesto e che sono dappertutto come quell'imbambolato coi labbroni di Michael Pitt o la gigiona Scarlett Johansson
che non li posso vede. A parte gli scherzi c'è ben poco che mi prenda. Ogni tanto mi rivedo vhs e dvd che ne ho la casa piena. Anche se poi quando in casa finisce che ascolto più musica che su di me ha un effetto liberatorio e catartico.

I testi di Jean Cocteau sono capolavori nella storia, e sia Jean Marais sia Edvige Feuillère erano attori giganti! ad avercene.

dionisio ha detto...

A Josh e a Marshall (fuori tema). Scusate amici, solo oggi ho scoperto i vostri commenti sul mio blog. Il fatto è che non ci entravo da tempo. Grazie.

Josh ha detto...

Figurati Dionisio! Avrei scritto molto di più se non fossi sempre così di corsa, quanto ho letto da te è molto interessante e condivisibile. Ri-passerò volentieri.
A me il fondo nero del tuo blog piace, solo che in principio sembrava non prendere i commenti, tra l'altro, e non si riuscivano a leggere bene.

ecco ti lascio un'immagine che mi è capitata l'altro giorno, è un giovine attore citato sopra oggi presente in molti film, non mi piace affatto, rappresenta per me lo stato agonizzante del cinema attuale.....
ma quando sono depresso guardo sta foto e non riesco a smettere di ridere per dei quarti d'ora.
Fatti 2 risate anche tu:-D

http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/michael-pitt/michael-pitt-20050519-40776.jpg

sarcastycon ha detto...

Josh
ho visto la foto e
mi sembra che il soggetto abbia le labbra a "canotto pirelli"
che sia un caso?
ciao
Marcello

dionisio ha detto...

L'ho visto Josh e ti do completamente ragione: se questa è l'ultima generazione degli interpreti del cinema, ne rappresenta alla perfezione la condizione comatosa col suo sguardo ebete, inespressivo, probabilmente di chi è assuefatto alla canna o a qualcosa di peggio. Confesso che non l'ho mai visto recitare; anche se qualche prodotto non proprio vecchissimo, da quanto ho commesso l'ingenuità di abbonarmi a Sky (ingenuità nel senso che, contrariamente a quanto credessi, non fanno che riciclare la stessa roba per mesi), ogni tanto mi capita di vederla. Tra l'altro, come ha notato Marcello, la faccia semra pure taroccata.

Josh ha detto...

@Sarc: mah magari i labbroni erano naturali così....anche se dubito;
ma è l'espressione di Michael Pitt che ha dell'incredibile. Quel dover avere l'aria "sfatta" a forza dice molto su una generazione e sul cinema odierno.

@Dionisio: non ho l'abbonamento a Sky nè altro via tv...ormai dal passato ho visto di tutto o quasi, dei recenti se proprio è il caso andrò al cinema, ma dubito.
A parte questo, ho notato dai conoscenti che hanno Sky da anni che anche i serials come i film li vedi in anteprima, ma l'anno dopo li rivedrai tutti su rai 1 rai 2 rete4...cioè si paga per vederli prima, ma dopo tanto li mandano in chiaro...(cfr. Lost, Casalinghe Disperate, Fringe)
In realtà oggi ho troppe spese, mi bastano gli extra per dischi rari etc, passioni antiquarie così taglio negli abbonamenti. E non per discuere la tua scelta, ma io non do e non ho mai dato nè darò mai un becco di quattrino a Murdoch e soci.

sarcastycon ha detto...

Josh
visto che siete entrati in argomento SKY, vi dico quello che ho fatto io.
Avevo SKY, poi quando venne fuori quel farabutto di Murdoch con gli articoli, sui suoi giornali, contro l'Italia, lo disdissi.
Mi hanno telefonato almeno 3 volte proponendomi sconti ed agevolazioni, alchè ho risposto che non avrei rifatto l'abbonamento a SKY neanche se me lo avessero proposto gratis.
eheh
Ho allora sottoscritto con merdiaset, ma non ho intenzione di rinnovarlo quando scade.
I film che danno non sanno di niente e come avrai notato non ho commentato il post perchè il cinema non mi piace molto, lo tovo falso e taroccato.
Solo pochi films hanno un certo valore.

Il teatro è tutt'altra cosa: l'attore non può ripetere la scena decine di volte, come accade durante le riprese di un film, e poi in fase di montaggio vengono scelte le migliori.
L'attore di teatro non può permettersi di sbagliare, neanche l'intonazione della voce, mentre quello di cinema il più delle volte viene doppiato da professionisti.

ciao
Marcello