mercoledì 11 maggio 2011

L'importanza di essere Oscar

La carriera artistica di Oscar Wilde, irlandese di nascita,  spiccò il volo dopo il viaggio in America del 1882. Già famoso in patria più come presenza mondana che per il solo libro di versi fino a quella data pubblicato, Oscar il Dandy, sbarcò a New Yoork dal piroscafo Arizona il 2 gennaio di quello stesso anno accolto da schiere di giornalisti che avevano affittato una barca per andare a bordo a intervistarlo. Alla domanda dei doganieri se avesse qualcosa da dichiarare rispose: "Niente eccetto il mio genio". Portava chiome lunghe e folte. In scena vestiva con una giacca viola con fodera di seta color lavanda (colori oggi assai di moda, ma in passato considerati "eccentrici") camicie con jabots e nastri di raso che ne annodavano il colletto, pantaloni al ginocchio, calze di seta, scarpe basse con la fibbia scintillante. "Gli unici uomini ben vestiti che ho visto qui in  America sono i minatori del West: indossano solo ciò che è comodo, quindi ciò che è bello" fu il suo commento sui nativi. Ai minatori delle cave d'argento del Colorado parlò di Benvenuto Cellini e quelli gli replicarono  stupiti perchè mai non l'avesse portato in miniera a Leadville, lì da loro. Il suo programma culturale in giro per gli States era un ciclo di 130 conferenze dove avrebbe parlato del Bello, del Sublime e del Movimento Estetico.


Di ritorno a Londra decise di investire i suoi guadagni "americani" in una vacanza di tre mesi a Parigi, annunciando che l'Oscar del primo periodo era morto e che d'ora in poi ci si sarebbe dovuti occupare di quello del secondo periodo. Niente in comune con lo stravagante personaggio precedente col signore dai lunghi capelli e dal girasole in mano. Così il nuovo Oscar "rinacque" con un bastone da passeggio simile alla canna d'avorio di Balzac, con i capelli acconciati coi ricci sulla fronte alla Nerone (ne trasse spunto da un busto da lui ammirato al Louvre) , sciorinando celebri aforismi in francese con una verve non inferiore a quella dimostrata in lingua madre. Frequentava salotti con letterati d'ogni generazione come Hugo, Zola, Daudet, Verlaine, Mallarmé, teatri, mostre d'arte e bassifondi.



Poi, a sorpresa, nel maggio 1884, il matrimonio con la bella e un po' sempliciotta ragazza della buona borghesia dublinese Constance Lloyd, che parve porre fine alle sue stravaganze. Invano Wilde tentò di trasformarla nella sofisticata femme fatale che sempre sognò. In compenso, a detta sua, possedeva il grande merito di non parlare mai. Dalla loro unione nacquero i due figli Cyril e Vyvyan. "Li avvolgeranno in pannolini estetici e li nutriranno in biberon verdi, circondati di piume azzurre di pavone", sogghinarono gli amici della coppia.  In quanto a mobilio e suppellettili della nuova dimora della coppia, Oscar non badava a spese, poichè solo "non pagando i debiti si può sperare di rimanere nella memoria degli uomini". E' un periodo assai fecondo per la sua attività pubblicistica: direttore della rivista femminile "Woman's World" nel 1886, uscita del suo volume di racconti "Il principe felice e altre storie". Walter Pater, suo maestro e promotore di quel Movimento Estetico che vide Oscar, strenuo difensore e seguace, li definì  "autentiche gemme".
Il "Ritratto di Dorian Gray" uscito nel 1891, ebbe recensioni velenose  con relative accuse di cinismo e di amoralità che gli incrementarono - manco a dirlo -  fior di  tirature. Fu questo, un anno di polemiche, di successi, ma anche l'anno fatidico della sua fatale attrazione per Bosie, ovvero quel lord Alfred Douglas figlio del marchese Queensberry, che  pareva essere l'incarnazione vivente del suo Dorian (la vita imita l'arte...) e possedeva una bellezza "in verità più grande del genio".
Ancora successi e consensi egli sepper mietere con le sue esilaranti comedy of manners, scritte tra il '91 e il '95. Tutte le sere l'Inghilterra vittoriana correva ad affollare i teatri che mettevano in scena "Un marito ideale", "L'importanza di essere onesto" (o di chiamarsi Ernesto, a seconda delle traduzioni), "Una donna senza importanza", "Il ventaglio di lady Windermere" .
Qualche problema con la censura Wilde lo ebbe con la "Salomé" composta per Sarah Bernardt, a causa di sensuali danze dai sette veli,  atmosfere morbose e agonizzanti, come il famoso bacio della fanciulla sulla bocca della testa mozza del profeta Giovanni che fece torcere il naso al censore inglese. L'opera, scritta in francese dallo stesso Wilde, fu poi tradotta in inglese dallo stesso Bosie e illustrata dal giovane Aubrey Beardsley.

Ma ecco che al culmine della celebrità e della fortuna, come in ogni dramma della tradizione, la caduta. "Gli dei mi avevano dato  quasi tutto. Avevo genio, un nome distinto, un'alta posizione sociale, vivezza d'ingegno e audacia intellettuale" scrisse di sé in carcere dopo la catastrofe. Ma procediamo con ordine.  
Accadde che lord Queensberry, padre di Bosie, lasciò un biglietto in busta aperta, al portiere di un albergo che Oscar era solito frequentare, nel quale venne accusato a di "posare a sodomita". Wilde denunziò il marchese per diffamazione, istigato dallo stesso Bosie, che nutriva forti ostilità per il padre, ma fu una solenne autorete. A favore del marchese Queesberry testimoniarono portieri d'albergo, affittacamere, ricattatori, "pentiti" (c'erano anche all'epoca). Il resto è cosa nota. La sentenza giudiziaria decretò allo scrittore, due anni di lavori forzati e a seguito di una seconda sentenza con l'accusa di bancarotta, tutti i suoi beni furono messi all'asta. Da tanta desolazione, nasce il "De Profundis", lunga e toccante lettera dedicata all'incosciente e cinico amico Bosie. Rilasciato nel 1897 lasciò l'Inghilterra che non rivedrà mai più, per trasferirsi in Francia.
Ancora qualche tentativo di resuscitare la vita brillante di un tempo con cene a base di ostriche e champagne insieme a  lord Douglas, con cui tra liti e riconciliazioni finirà col ricongiungersi. Ma l'incorreggibile cicala continua a frinire, incurante dell'inverno ormai alle porte. "Non vedrò il nuovo secolo, gli inglesi non lo sopporterebbero" aveva profetizzato di se stesso.
Rese lieve perfino la propria morte, allorché disperando di non poter saldare il conto della pensione parigina del Quartiere Latino nella quale alloggiava disse ad un  visitatore dei suoi ultimi giorni: "Muoio al di sopra delle mie possibilità".  

La vita è troppo importante per essere presa seriamente
                                                         
Nel suo caso, anche la morte.

Hesperia

38 commenti:

Hesperia ha detto...

Il fantasma di Oscar Wilde mi ha suggerito di non mettere link sotto ai nomi scritti in grassetto. Perciò se volete informarvi ulteriormente, fatevi da soli la ricerca sul web. Lui oltre che antimoderno, è un po' egocentrico e non gradisce digressioni della sua vicenda umana:-)

Massimo ha detto...

E' un piacere leggere un brano come questo. Pur non essendo un estimatore di Wilde, la Letteratura è una delle piacevolezze della vita, con cui ossigenarsi e recuperare il senso del bello e buono ;-)

Nessie ha detto...

Grazie del passaggio in Giardino, Massimo. Hai ragione, ogni tanto dobbiamo disintossicarci dai nostri blog politici sempre così sopra la notizia e la cronaca per dedicarci al senso del Bello e del Buono.

In ogni caso, le sue commedie che ho visto a teatro, sono davvero imperdibili ed esilaranti, sempre così ricche di equivoci e misunderstanding, e le fiabe per bambini come "L'usignolo e la rosa" o "Il gigante egoista" dedicate ai suoi figli, sono una vera delizia.

Josh ha detto...

Ottimo post-medaglione letterario-biografico Hesperia.

Personalmente la via di Wilde mi mette sempre tristezza,
ma la sua letteratura! L'ho sempre trovato geniale.

Per quanto sia famoso per le stravaganze e le provocazioni,
poi per 'Ritratto di Dorian Gray', e per il teatro,
i suoi capolavori, da un punto di vista umano e letterario sono, per me,
il 'De Profundis' (mi rimase impresso quel passaggio 'Each man Kills the things he loves', tragica davvero la sua riflessione sulla natura umana)
e i racconti:
sono tutti notevoli,
ma "Il Principe Felice"
è una vetta letteraria e spirituale sul principio di amore/donazione e amore/rinuncia, crudeltà dell'esistenza,
credo lì colga alcuni aspetti segreti dell'essere, di valore universale e rasenta l'indicibile.

Josh ha detto...

Aggiungo che per es. 'il principe felice' è un racconto che affonda le radici in una ricerca spirituale seria, e non in piume di pavone e lustrini.

Invece quel Walter Pater rimase famoso diciamo per eccessi..estetici
:-)

Hesperia ha detto...

Anch'io Josh, l'ho sempre trovato geniale e pure il De Profundis che citi, ha dei passaggi molto belli.
Il ritratto di Dorian Gray meriterebbe un post tutto suo, da tanto è un vero e proprio manifesto di Estetica e un vero e proprio museo delle Delizie "fin de siècle" e non è escluso che lo farò. Certo il tema romantico del "doppio" non è nuovo e Wilde fu accusato di plagio (Pelle di Zigrino di Balzac) , ma quello che risulta essere un'assoluta novità stilistica è immettere l'elemento orrorifico dell'omicidio e del ritratto che invecchia al posto del giovane Dorian, in tanta placida fatuità.

Hesperia ha detto...

Insomma, nel bel mezzo di una scena che vorrebbe essere orripilante, Wilde è capace di insinuarvi una sigaretta oppiata, dei guanti giallo-limone o delle tabacchiere di madreperla.

Sono d'accordo sul Principe Felice, e anche il Gigante egoista in fondo ha una morale fortemente spiritale. Quante volte le abbiamo lette da bambini queste stupende fiabe!

Negli ultimi anni della sua vita Oscar si convertì alla fede cattolica, religione in fondo a lui meno aliena e familiare, (essendo nato irlandese) del rigido e ottuso protestantesimo vittoriano, contro il quale indirizzò non poche delle sue critiche.

Mario l'epicureo ha detto...

Con un nick come il mio era fatale che sentissi una calamita per questo elegante post, così ben documentato e in fondo assai divertente.
Ricostruire la vita del grande Oscar attraverso le sue stravaganze e i suoi aforismi non è facile.
E' del tutto normale che l'allievo Wilde surclassi il maestro W. Pater.
Bella la trovata di avvolgere i neonati in pannolini estetici e in piume azzurre di pavone, nutriti in biberon verdi.
A proposito è rimasta celebre da parte di Wilde, il costume di appuntarsi una foglia di insalata al bavero della giacca.
Un saluto

Hesperia ha detto...

L'ora è tarda e le parole restano nella tastiera. Volevo dire che gli snob "furono" sinceramente detestati dal dandy.

Ovviamente hanno ispirato anche alcuni film e indimenticabile fu l'attore inglese Stewart Granger nel ruolo del dandy byriniano.

E anche su Oscar Wilde è stato fatto il film "Wilde" di Brian Gilbert con Stephen Fry.
Ma in quel caso, si è in insistito un po' troppo sulla sua omosessualità e non abbastanza sul suo genio.

Hesperia ha detto...

Letto grazie, Josh. Ma non so perché, non mi convince. Questo Hichens mi pare un furbo giornalista alla ricerca della sua notorietà. A quei tempi non c'era ancora il quarto d'ora di gloria "democratica" voluta da Andy
Warhol, ma insomma, ci siamo capiti ;-).

Magari era innamorato di Bosie, e allora avrà tentato di accattivarselo con questo rovesciamento. Ma lord Douglas, oltre alla bellezza ( "in verità più grande del genio", secondo Wilde), non possedeva talento né genialità.
E lo dimostra la sua traduzione inglese della Salomé da me letta e senza'altro meno bella dell'originale francese scritta di pugno da Wilde.

Interessante poi la versione che dà Mario Praz di Oscar, da lui descritto uno scrittore alla francese (nel senso della leggerezza) che scrive in Inglese.
Dunque, una sorta di straniero in patria.

Hesperia ha detto...

Johnny, FMR è l'abbreviazione di chi esattamente?

Hesperia ha detto...

NOTA per i LETTORI del Giardino. La piattaforma di blogger è rimasta fuori servizio per più di 24 ore e molti dei commenti postati si sono volatilizzati come per magia . Mi dispiace, provvederò personalmente al copiaincolla, visto che li ho ancora nella posta di gmail.

marshall ha detto...

Hesperia,
a me è sparito l'ultimo post, quello che nel Castello è ancora visibile, ma solo per la parte introduttiva. Adesso si è chiarito l'arcano.
Ciao, e scusate il fuori tema.

johnny doe ha detto...

Purtroppo nel corso di adeguamento del mio blog,Google Apps ha cancellato inspiegabilmente alcuni mie ultimi commenti su questo blog e altri.
Sorry per l'inconveniente tecnico,come avvisato nell'ultimo mio post sul blog.

Hesperia ha detto...

Johnny, per fortuna sono tutti qui nella posta. Adesso li riabilito copiincollandoli come ho fatto nell'altro blog. Cambierà la data perché sembreranno appena scritti, ma fa niente.

Marsh, anche a Massimo e ad Eleonora sono spariti degli interi post. Oggi è stato un disastro nel mondo. Bella la democrazia informatica eh?

Josh ha detto...

@Mario

io sapevo del famoso vezzo del garofano verde sul bavero della giacca,
ma non della foglia d'insalata:-)

Johnny Doe ha detto...

Su Wilde dovrei trattenermi una giornata intera.
E' uno dei miei "fari",per citare Baudelaire.
Dirò solo questa.
Quando Lord Brummell cadde in disgrazia presso il re e si trovò senza un penny pur di non rinunciare ai suoi principi,Byron gli disse se valeva la pena vivere la vita in questo modo.
Brummell gli rispose: "Caro Byron,finchè in vita ci saranno persone come te,val sempre la pena vivere".

Non vorrei esagerare,trovandosi Wilde all'altro mondo,ma vale anche per me.

Hesperia ha detto...

Sì, mi ricordo di te, Mario l'Epicureo, titolo del noto romanzo-saggio di Walter Pater. Eri già intervenuto altre volte da queste parti. Hai sentito il richiamo della foresta?

Anche a me pare di ricordare il girasole e il garofano verde. Ma data la bizzarria del personaggio, non mi stupirebbe anche la foglia di insalata :-)

Il problema è che è difficile mantenerla bella fresca :-)

Hesperia ha detto...

Johnny, Lord Brummell e Byron che citi, però appartenevano ad un'epoca antecedente a quella di Wilde. in ogni caso, sono anch'essi figure di dandy come lo stesso Baudelaire che citi.
Da non confondere con gli SNOB, ovvero gli arrampicatori sociali, personaggi questi, che sinceramente detestati dal dandy.

Trattieniti pure Johnny.

Hesperia ha detto...

L'ora è tarda e le parole restano nella tastiera. Volevo dire che gli snob "furono" sinceramente detestati dal dandy.

Ovviamente hanno ispirato anche alcuni film e indimenticabile fu l'attore inglese Stewart Granger nel ruolo del dandy byriniano.

E anche su Oscar Wilde è stato fatto il film "Wilde" di Brian Gilbert con Stephen Fry.
Ma in quel caso, si è in insistito un po' troppo sulla sua omosessualità

Mario l'Epicureo ha detto...

Josh e Hesperia, avete ragione voi. Si trattava di un garofano verde, chiedo venia. E ho fatto confusione con un personaggio del jazz che non c'entra niente con Oscar Wilde, il pianista Thelonious Monk che aveva la fissa della foglia di lattuga nell'occhiello della giacca.

http://aseliso.altervista.org/blog/se-non-fosse-sempre-notte-non-sentiremo-il-bisogno-della-luce-thelonious/

Johnny Doe ha detto...

L'episodio di Lord Brummell l'ho citato solo come paragone a quanto io provi per Wilde.

Lo snob (sine nobilitate) sta al dandy come il valet Leporello a Don Giovanni
Una differenza fra lo snob e il dandy è che, mentre il primo si fa spedire da Cuba una scatola di sigari Cohiba che non fumerà mai e terrà sigillata, bene in mostra nel salotto, il secondo s'accende un Antico Toscano con la sua ultima banconota da centomila lire.
Lo snob? Un imitatore.
Il dandy? Un… inimitabile.
Dandismo e snobismo si escludono a vicenda.
Lo snob, che non cerca la differenza ma il privilegio, aspira ad aggregarsi a una classe sociale elevata; mentre il dandy, per il quale non conta che 'differirsi', è, per destino, un 'fuori/classe'.
Snobismo: malanno sorto da un sentimento d'inferiorità compensato con l'ambizione e l'attitudine all'autoinganno. Almeno nella forma, lo snobismo non è troppo dissimile dalla schizofrenia: malattia devastante, ma che gli snob credono à la page.
Peraltro, è nell'altrui devastazione mentale che il dandy accerta l'equilibrio perfetto della propria mente.

Un uomo molto ricco, in un casinò, vinse una grossa somma. Un famoso dandy era lì nei pressi, l'uomo lo apostrofò:
"E voi cosa ne fareste di tutti questi soldi?"
"Cosa ne farei mylord? dei debiti."

Saluti a tutti

(dal mio post http://www.pojanlive.com/2010/07/dandy-e-dintorni.html)

Hesperia ha detto...

Mario Epicureo, all'inizio cominciavo a pensare che questa faccenda della foglia di lattuga, facesse parte del Wilde seconda maniera (cioè quello con il look di Nerone). Poi ho visto nelle immagini che si trattava di un bocciolo di rosa, che aveva nella giacca.
Certo che tra Thelonoius Monk (che peraltro amo molto) e Wilde c'è di mezzo molto sia come salto generazionale che come ...colore e culture.

Resta pur sempre l'enigma della freschezza: come faceva Theloniouus a esibirsi con la foglia di lattuga mantenendosela fresca :-)

Josh ha detto...

@Hesperia:
"come faceva Theloniouus a esibirsi con la foglia di lattuga mantenendosela fresca ? :-)"

Olio extravergine di oliva?

:-)) chissà in che condizioni riduceva la giacca

Hesperia ha detto...

Molto interessante Johnny, la tua distinzione fra lo SNOB e il dandy. E assai veritiera. Il primo tutto sommato è un conformista che aspira ad esserlo sempre di più, mentre il secondo è un uomo che si pone al di là della storia e della società nel quale è immerso e dal quale prende sistematicamente le distanze.
Ora vado a curiosare il tuo post precedente sull'argomento. Ciao.

Hesperia ha detto...

mi correggo: Nella quale è immerso e dalla quale prende sistematicamente le distanze.


Josh, sei singolarmente ridanciano su questa faccenda della foglia di lattuga! vedo che deve aver colpito la tua immaginazione :-)

Josh ha detto...

al link, una breve sul libro di Robert Hitchens "Il Garofano Verde" su Wilde & co, e film principali derivati:

http://www.letteraturadimenticata.it/Hichens.htm

Josh ha detto...

ah sì Hesperia, ho come visualizzato la faccenda, e tra girasoli, garofani, lattuga e piume di pavone mi sembrava un po' un bazar :-)

Hesperia ha detto...

Ma no Josh, a parte il tormentone della foglia di lattuga di cui abbiamo appurato l'origine, in realtà siamo al mito del bric à brac che è tipico della Decadenza inglese. Passare in rassegna l'arcinoto Dorian Gray, significa imbattersi in fronzoli graziosi, squisite porcellane, tabacchiere d'ebano, pastigliere di "nacre", serenelle che profumano il salotto e così via. Tutta roba che Massimo che mette John Wayne nel suo template, non può certo apprezzare :-), come del resto ha specificato subito.

Josh ha detto...

@Hesperia:
quando hai un attimo cerca di leggere sul 'Garofano Verde' di Hichens dedicato a Wilde, al mio link

per quanto concerne John Wayne, giravano voci anche sul suo conto nelle cronache hollywoodiane :-)
nemmeno Massimo è al sicuro! ahaha

Hesperia ha detto...

Letto grazie, Josh. Ma non so perché, non mi convince. Questo Hichens mi pare un furbo giornalista alla ricerca della sua notorietà. A quei tempi non c'era ancora il quarto d'ora di gloria "democratica" voluta da Andy
Warhol, ma insomma, ci siamo capiti ;-).

Magari era innamorato di Bosie, e allora avrà tentato di accattivarselo con questo rovesciamento. Ma lord Douglas, oltre alla bellezza ( "in verità più grande del genio", secondo Wilde), non possedeva talento né genialità.
E lo dimostra la sua traduzione inglese della Salomé da me letta e senza'altro meno bella dell'originale francese scritta di pugno da Wilde.

Johnny doe ha detto...

Al campionario floreale aggiungo anche l'orchidea rigorosamente di plastica rosa portata per anni sulla giacca di velluto nera da FMR,un dandy dei nostri giorni

Hesperia ha detto...

Johnny, FMR è l'abbreviazione di chi esattamente? Ho letto il tuo pezzo sul dandysmo sul Bateau Ivre: davvero bello, complimenti.

Hesperia ha detto...

Ecco ricostruita la conversazione del salotto virtuale alla faccia di google ;-)

johnny doe ha detto...

FMR è Franco Maria Ricci,editore della più bella rivista d'arte mai pubblicata,della ristampa completa con tavole in carta fabriano dell'Enciclopèdie Diderot-D'Alambertt,tutto in grafica bodoniana,splendidi caratteri tipografici.Amico di Borges ,che fece conoscere in Italia,aveva una rete di circa cento negozi di preziose edizioni librarie in tutto il mondo.Collezionista di oggetti bizzarri,dandy naturale,di gran fascino e cultura.Mai una banalità,anche nelle cose più quotidiane.
Fortunatamente,e frequentandolo in certe occasioni,mi son fatto un'idea di quanto poteva essere un Wilde ai suoi tempi..

Grazie di aver recuperato i post.
Ciao

Guignol67 ha detto...

Oscar Wilde, quando il primo "amore" non si scorda mai...
ho letto Il ritratto di Dorian Gray quando avevo 15 anni, e conoscendo poi meglio Oscar, devo dire che da allora continuo a considerarlo una persona certamente eccezionale, sarebbe anche oggi fuori dall'ordinario, la sua arguzia e abilità di conversazione fanno di lui un uomo secondo me sempre al passo coi tempi.
Nella mia città esisteva una libreria FMR, edizioni stupende, troppo belle per sopravvivere ai gusti della gente d'oggi...

Hesperia ha detto...

Grazie Guignol, sono d'accordo anch'io. In particolare le sue commedie a teatro che sono a tuttoggi, freschissime.

Cabiria ha detto...

Leggendo il "Ritratto dio Dorian Gray", per la prima volta capii chi era gli uomini dandy. Perciò la trama di quella lettura, nel complesso, non mi piacque oerchè il protaginista per me era una figura negativa in tutti i sensi, La lettura finale anzi suscitò in me un gran ribrezzo e poca stima verso l'autore.
La lettura del "Primcipe felice" mi obbligò a riconsiderare Oscar Wilde, tant'è che ogni tanto me lo vado a rileggere. Le sue favole sono leggiadre e belle e moralizzanti.
Cabiria