venerdì 23 settembre 2011

La residenza rivierasca della Regina Margherita

Bordighera è un angolo di  quiete del Ponente Ligure, situata tra cielo, mare e immersa in una vegetazione rigogliosa che mescola quella mediterranea di pini, lecci, olivi, cipressi,  pittospori, mimose,   a quella tropicale. Già territorio di sperimentazione botanica a cura di  agronomi e naturalisti inglesi e tedeschi grazie alla mitezza del suo clima,  vi sono state  trapiantate fin dall'antichità,  specie di alberi come il ficus magnolia che ha dimensioni davvero colossali, il banano, l'albero del pane, l'avocado, l'albero del pepe, palmizi di ogni varietà,  ecc.
Monet transitò e soggiornò da queste parti per cercare, lui uomo del Nord, i colori caldi del Mediterraneo.  Come pure l'impressionista e vedutista  lombardo Pompeo Mariani che ha lasciato qui, la sua magione,  una sua fondazione e il suo grande atelier.  


Bordighera dipinta da Claude Monet

Qui a Bordighera svetta candida tra rigogliosi alberi secolari, la dimora incantata della Regina Margherita di Savoia, moglie di Umberto I, lungo l'elegante Via Romana che segue il percorso dell'antica Julia Augusta. Questa prestigiosa residenza  fu edificata tra il 1914 e il 1916 per volere della sovrana che  amava trascorrrervi la stagione invernale.  Vi  morì infatti nel 1926. La terrazza con una stupenda vista panoramica spalancata sulla baia di  Bordighera, è già in sé un vero capolavoro dove natura e arte si intrecciano indissolubilmente..




Tra le sale della storica villa si dipana il percorso permanente, teso a ricostruire l'atmosfera seducente di una dimora d'epoca. Ricordo che la regina Margherita possedeva altre importanti dimore a Venaria,  Gressoney, Aglié, a Napoli e a Roma. Grazie ad un sapiente restauro sono stati recuperati anche stucchi, tempere, parquet e vetrate artistiche originali. Di grande bellezza gli affreschi in cui la Regina amava far rappresentare,  agli angoli dei soffitti, proprio le sue fiabesche ville sabaude sparse per l'Italia. Il bagno di Margherita (interamente restaurato con grande dispendio di mezzi) reca il celebre decoro a nido di vespa nella piastrellatura e in ogni rombo intarsiato in oro compare una piccola "margherita", un vezzo che amava ripetere anche nel decoro dei soffitti e delle pareti. Anche tra le suppellettili preziose, colpisce una grande margherita in peltro, quasi un'autocitazione.
I primi piani della Villa sono dedicati alla Regina e ai suoi celebri ritratti  con le immancabili collane di perle (ne sfoggiava di lunghissime e  con molti fili) ed orecchini in parure. Tutti i gioielli della regina sono conservati in copia nel castello di  Racconigi in provincia di Cuneo. Quelli originali invece, pare siano situati nel caveau della Banca d'Italia (oggi Bankitalia). Ma qui si aprirebbero vari punti interrogativi sulla loro proprietà:  i gioielli della Corona sono  ancora dello stato italiano? E perchè Bankitalia non li espone al pubblico nella loro autenticità e splendore?

Nei piani successivi si accede all'esposizione permanente di opere (prevalentemente del 600 e 700, ma non solo) della collezione Terruzzi,  un famoso mecenate milanese, adibendo la Villa a polo museale e culturale: oltre 1200 i pezzi esposti, tra cui tavole  a fondo oro del  '330  400, nature morte italiane e straniere del periodo compreso tra il 1500 e il 1800, importanti nuclei di dipinti del '600 e '700 rappresentativi di diverse scuole italiane , preziosi arredi e collezioni uniche di porcellane di Sèvre.

Il ratto di Proserpina (Luca Giordano)
Tra le opere di scuola napoletana (una scuola assai cara alla Regina, grande amante ed estimatrice delle arti figurative) oltre alle tele di Luca Giordano, che decorano le pareti con tutto il vigore di questo artista, anche i dipinti di Paolo De Matteis, Francesco De Mura e Giuseppe Recco. Altri fulgidi esempi della scuola emiliana sono invece costituiti da Il ritrovamento di Mosé e L'Adorazione dei Magi.
Alcuni dei pezzi più suggestivi della quadreria li troviamo al primo piano, nella sala destinata all'alloggio per i membri della famiglia reale: un Cristo alla colonna di scuola caravaggesca e un'Adorazione dei pastori del giovane Jusepe de Ribera detto Lo Spagnoletto.

In tutte le sale, pezzi d'arredo preziosissimi, arazzi, tappeti, poi  porcellane orientali, bronzi, argenti, ceramiche tra le quali spicca per numero di eccelsa qualità il celebre servizio Minghetti, realizzato nel 1888 per il Duca di Montpensier Antoine d'Orléans.

Villa Regina Margherita  è stata acquisita nel 2009 dall'Amministrazione Provinciale di Imperia e della Città  di Bordighera nonchè dalla Regione Liguria che in quello stesso anno siglarono insieme, un accordo con la famiglia Terruzzi, dando avvio ai lavori di restauro, con l'intento di realizzarvi un polo museale. Ovviamente non mancarono i contributi delle solite banche. E' stata certamente un'operazione di grande valenza ed impegno, tesa a ridare splendore ad un importante bene architettonico, oltre che a valorizzare e rendere accessibile al pubblico una parte consistente della collezione della famiglia Terruzzi. Ma la sottoscritta si chiede fino a che punto sia giusto, pur nella bellezza e nell'incanto delle cose visitate,  snaturare la storicità della villa sabauda, per farne un contenitore (ancorché prezioso)  che rimescola varie ere e varie scuole pittoriche -  in un'offerta turistica del territorio ligure, seppur di altissimo livello. E qui apro una parentesi sulle nuove concezioni "museali" che tendono a  mescolare e a creare contaminazioni tra l'antico e il moderno. Ma questo è un'altra storia e magari un altro post.

Qui, altri articoli sulla Villa: http://www.mondointasca.org/articolo.php?ida=20796

La dimora sovrana

Hesperia

20 commenti:

maurizio ha detto...

Temo che i gioielli della Corona in mano a Bankitalia gli Italiani non li vedranno mai. Non era forse questa, nel quadro dei 150 anni dell'Unità d'Italia un'ottima occasione per mostrarli al pubblico? Soprattutto nel contesto della Villa sovrana di cui parli. Così non è stato.

Hesperia ha detto...

Mah...è una domanda che mi sono posta anch'io Maurizio. Non ho voluto di proposito appesantire il post con queste implicazioni, ma mi pare molto pertinente quello che asserisci circa le iniziative dei 150 anni, tra le quali non avrebbe dovuto mancare quella di aprire al pubblico coi gioielli della Corona. Ma forse, chissà, tutto ciò avrebbe riaperto antiche ferite.

Anche i passaggi proprietà della Villa sovrana non sono molto chiari: la Provincia acquisisce, insieme alla città e alla regione di concerto con il mecenate milanese Terruzzi che vi cede in cambio tutta la sua collezione.
Nell'ombra...le banche che non vengono mai citate ma che in realtà ci sono. E del resto basta pensare al Crédit Suisse che ha esposto tutta la sua collezione di dipinti internazionali (ci sono anche i nostri Tiziano, Botticelli, Tintoretto ecc.) alla National Gallery di Londra.

marshall ha detto...

Hesperia,
parlando di Terruzzi e della sua collezione, mi spingi inevitabilmente ad un fuori tema. Mi viene i mente di quando, negli anni '70 e '80, Terruzzi era molto conosciuto in borsa per essere il re dei metalli non ferrosi, quali zinco e stagno. Qualche anno fa, poi, era tornato alla ribalta delle cronache per le traversie in merito alla sua notevole collezione di quadri che voleva donare, ma data l'enorme quantità incontrò problemi pure per donarli. Non sò come andò a finire.

Parlerò di Bordighera con altro commento.

Hesperia ha detto...

Sì, Marsh, Terruzzi era molto ricco: il re dei metalli e dello zinco e stagno, come dici. Ha fatto forti investimenti in opere d'arte di elevato valore artistico, come del resto fece l'avv. Agnelli al Lingotto, come sai.
Ora è accaduto come ho scritto nel post. Dal 2009 è riuscito a far restaurare la Villa Regina Margherita ideata dall'arch. Broggi la quale funge da "contenitore" di lusso per la sua numerosa splendida collezione di dipinti, porcellane, ceramiche, vasellame, mobili, arazzi ecc.

marshall ha detto...

Hesperia,
che bella storia hai portato alla luce: ho anche letto l'articolo dal Corriere da te consigliato. E' emerso lo spaccato di una gran bella Italia, comunque sia e in qualsiasi altro modo la si voglia vedere.

Hesperia ha detto...

Marsh, a chi non piacerebbe disporre di tanti "buen retiro" sparsi per l'Italia?

"Quando voglio pensare a qualche cosa di piacevole e di riposante mi viene subito davanti agli occhi la mia cara villa di Bordighera...», scriveva nel gennaio del 1923 la sposa di Umberto I, rimasta sola dopo l'assassinio del marito per mano dell'anarchico Bresci.

Dentro la Villa c'è ogni bendidio che vale la pena di visitare,come ho appena fatto. Ma la mia critica è che la collezione del magnate e mecenate Terruzzi è perfino troppo pletorica e straripante.

marshall ha detto...

Hesperia,
ma, come ben vedi, lei li ha voluti e goduti in vita, ed ora sono diventate patrimonio collettivo, a disposizione di tutti. Avevo allora avuto ben ragione quando scrissi, a proposito del centro storico di Genova, fatto di belle ville signorili ( ora patrimonio dell'Umanità ), costruito dai nobili genovesi nel XVI secolo, che anche i ricchi servono!!!

cooksappe ha detto...

non male!

Hesperia ha detto...

Qui altre notizie su Guido Angelo Terruzzi e la sua collezione, che a suo tempo, cercò di accasarsi" a Palazzo Reale a MI:

http://www.riviera24.it/articoli/2009/10/16/71127/

Certo che i ricchi servono, Marsh. Ma dato che oggi stiamo assistendo allo sfacelo, non vorrei mai che mentre la Monarchia ci ha lasciato reggie, ville, giardini, parchi botanici, dipinti, arazzi, gioielli ecc. la Repubblica ci lasciasse solo debiti, macerie e svendite allo straniero quale bottino di guerre finanziarie.

marshall ha detto...

Hesperia,
questo post è interessante, perchè contiene anche la spunto per la stesura di un giallo di sicuro successo, alla maniera di Alfred Hitchcock: ...i gioielli della Corona sono ancora dello stato italiano?

Ma forse tale giallo, o romanzo storico esiste già.

Hesperia ha detto...

No, non esiste. Purtroppo siamo nel bel mezzo del giallo, Marsh. I gioielli di Margherita (dicono che ci siano anche collier di rarissime perle rosse) e di tutta la Casata Sabauda, ce li ha sotto consegna Draghi e Bankitalia. E dato che sulla nostra riserva aurea (la quarta al mondo) si rumoreggia che sia depositata alla Fed, non vorrei mai che ....Beh, a pensar male ci si azzecca. A buon intenditor...

marshall ha detto...

Hesperia,
da come mi hai fatto sottintendere la questione, credo allora che un romanzo storico di successo potrebbe uscire da tutta la vicenda.

Alla stregua di quella famosa storia sull'Oro di Dongo, che deve aver appassionato un paio di generazioni di lettori, e che è ancora viva; tanto è vero che io l'ho letta solo questa estate (e ne ho apprese di veramente belle. E in questo punto anch'io ti dico: a buon intenditor).

Josh ha detto...

finalmente ho mezzo attimo di respiro ed eccomi al post, interessante nella descrizione e dalle immagini sontuose.

Anche il clima e l'esposizione di Bordighera è speciale, con le piante rare e varie dei suoi giardini.

Già i gioielli veri erano alla Banca d'Italia, poi mutata in Bankitalia.

Come la nostra riserva aurea pare siano conservati alla Fed (auguri!) e chissà se sono ceduti anche quelli come la riserva aurea alla BCE.
Questi sono segni di estrema ed assoluta soggezione politica ed economica agli USA_UE, che hanno dell'assurdo.

Josh ha detto...

Molto bello 'il ratto di Proserpina' di Luca Giordano.

La scuola napoletana poi ha sempre avuto pittori enormi, dai colori caldi e dalle forme poste in una sorta di tensione appassionata e vitalistica.

La scuola emiliana è a sua volta parecchio variegata, di solito è ricordata per saper mescolare, diciamo così, passionalità e realismo, a volte realismo inedito, anche drammatico, quasi pre-espressionista (con le dovute proporzioni).

Josh ha detto...

Hesperia: "....la sottoscritta si chiede fino a che punto sia giusto, pur nella bellezza e nell'incanto delle cose visitate, snaturare la storicità della villa sabauda, per farne un contenitore (ancorché prezioso) che rimescola varie ere e varie scuole pittoriche - in un'offerta turistica del territorio ligure, seppur di altissimo livello."

come dire...meglio vederle così che non vederle per niente....:-)
ma indubbiamente è stata trasformata una villa ex-viva, con una sua funzione e suoi riti, un suo décor, suoi usi...in un museo....
Il mescolare antico e moderno poi è sicuramente anticronologico,
ma sarebbe stato antistorico anche avere ancora quei sovrani...e così....

Indubbiamente c'è un valore artistico nel restauro, ma è chiaro che un'esposizione di capitali bancari nell'impresa implica un desiderio di guadagno dall'investimento turistico.

Il clima naturale dell'epoca, se si cerca la pura ricostruzione ed evocazione visiva originale, oggi non si troverà più: tutto è stato mutato per crearne un oggetto di pregio per la fruizione di massa, magari vissuta, di solito, in maniera acritica.

Josh ha detto...

su: "anche i ricchi servono" di Marshall

al di là dell'assonanza con la telenovela "anche i ricchi piangono" :-)) diciamo che i ricchi ci saranno sempre e anche i poveri (senza alcun riferimento al complesso musicale).

Dopo l'era dell'aristocrazia, irrimediabilmente terminata con la rivoluzione francese, s'è assisito all'arrembaggio breve della borghesia (ovvio già esistente prima), fino ai tempi attuali della "civiltà di massa" che al di là del censo reale o ipotetico è più che altro l'era del volgo, in senso latino, vulgaris....
E sono morte o simili quasi tutte le arti.

"Anche i ricchi servono", ma viene da dubitare che se dai ricchi d'un tempo, almeno nel vecchio continente, non erano disgiunti, prima della "Caduta", valori morali, ideali e noblesse, oggi dei nuovi ricchi non si conserveranno di sicuro le dimore e i dipinti..:-)
Mi sembra invece ci si avvii verso un mondo in cui non c'è aristocrazia, non c'è nè borghesia nè ceto medio, ci sono banche che hanno potuto comprare più o meno lecitamente l'esistente, e per converso c'è una marea indistinta di nullatenenti o pocotenenti.
Allora quasi preferivo i ricchi di quell'ieri che fu: a volte erano anche mecenati e colti, oggi in linea di massima si tratta solo di speculatori senza scrupoli e senza cultura.

Hesperia ha detto...

Vero quel che rilevi Josh, sul vigore e sul vitalismo, nonché le calde tonalità cromatiche della scuola napoletana, cara alla Regina, anche per una ragione: ai Borbone erano subentrati i Savoia e più tardi, vollero accaparrarsi in loco, il meglio della pittura della zona.

Vengo ai criteri "museali" già materia di aspra critica da parte di importanti addetti ai lavori, come Jean Clair. E sui quali intendo tornare in altro futuro eventuale post. Mi è capitato di vedere uno splendido castello feudale, debitamente restaurato con all'interno l'esposizione dei famosi "tagli" di Fontana. E' un'operazione oltre che anacronistica, come da te rilevato, anche subdola. Come dire? Dentro il castello, Fontana assurge a riverberare "aura" anche se i suoi lavori sono "'na ciofeca". UN tempo di diceva: "il medium è il messaggio". Analogamente potremmo dire: l'arte è il castello stesso. Non so se rendo l'idea.

Hesperia ha detto...

Quanto al "giallo" sui gioielli della Corona, ho fatto ricerche sul web e pare siano di valore incalcolabile e inestimabile, poiché oltre a tutta la dinastia sabauda ci sono quelli di contesse e granduchesse imparentate con la stessa.

Era stato promesso da parte di Bankitalia, che sarebbero stati esposti al pubblico. Ma come ha già scritto maurizio, temo anch'io che se non l'hanno fatto per il 150esimo, non li vedremo mai. Vai a sapere perché e per quali motivi, ci dobbiamo accontentare di qualche copia-patacca a Racconigi.
In ogni caso, è un pezzo della nostra storia che manca all'appello.

Josh ha detto...

E pensare Hesperia, ispirandomi all'esempio che fai di splendido castello con all'interno nientepopdimeno che ...Fontana con le sue fesse fessure e fesserie,
anticamente invece,
nelle dimore nobiliari di campagna per es., accadeva il contrario:
edifici sì importanti ma semplici e lineari (a volte nel 500 emiliano e toscano, di nuovo nel 700 e 800 lombardo) all'esterno,
e il meglio era tutto all'interno, con stucchi, soffitti dipinti o decorati, e collezioni di quadri, sculture e mobilia che dall'esterno non avresti saputo indovinare (della serie, per restare alle dimore di campagna "al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere" nascoste all'interno:-)...

Oggi invece abbiamo la pop art o le schegge impazzite del postinformale e della transavanguardia dentro ai castelli medievali....

Hesperia ha detto...

Aggiungo a quanto detto prima sull'introduzione delle Banche, nelle varie cordate finanziarie che la Fondazione Terruzzi e i restauri di Villa Margherita sono state possibili, grazie all'intervento della Carige, una banca genovese, del gruppo Intesa.

Per rimanere alla contemporaneità della Regina Margherita di Savoia, nellì'itinerario ci hanno mostrato anche la Magione e il parco botanico di Pompeo Mariani, pittore lombardo ottocentesco, già ritrattista di corte e amico personale della sovrana, con annesso il suo meraviglioso e ampio atelier ancora allestito come lui l'aveva lasciato. Detta residenza del Mariani ospitò in precedenza Claude Monet.
Non ne ho parlato direttamente se non con breve cenno, perché altrimenti il post sarebbe diventato troppo chilometrico.
In ogni caso, lui sì, fece parte integrante del "paesaggio umbertino".