martedì 25 ottobre 2011

Dinastie millenarie

Castiglion Fiorentino, panorama - da Wikipedia

Quando Marcello - l'amico blogger cui è stato dedicato il blog aggregante Il Castello 1 - mi raccontò della durata millenaria della dinastia dei conti di Mammi - da cui volle prendere la sua nick name, facendosi chiamare Marcello di Mammi - fui alquanto scettico nel credere si sia potuti risalire ad origini così remote: in mille anni possono succedersi trenta, quaranta, o anche cinquanta generazioni, e non è facile seguire il filo certo che le unisce, anche tenuto conto che nel frattempo si è passati dal Medioevo, all'Evo Moderno, con tutti gli accadimenti avvenuti.  Della contea e dei Conti di Mammi - mi raccontò Marcello (vedi qui al commento n.4) - si conoscevano le origini, risalenti agli anni 960 o 962, al tempo degli Ottoniani, imperatori del Sacro Romano Impero. Il Granconte Ugo, dei Conti Lambardi, aveva loro dato ospitalità, unitamente a tutto il loro seguito e alle scorte armate,  durante le discese a Roma per le investiture. Li avranno poi anche ospitati quando furono diretti nella città eterna con l'esercito per sedare i disordini scoppiati per motivi legati al papato, e quando poi Ottone II fu diretto a Stilo per combattere contro i saraceni. Per tali servigi il Granconte Ugo era stato nominato Conte della neocostituita contea di Mammi, da Ottone I o Ottone II, negli anni 960, o 962. Il loro castello, posto in posizione strategica, su un'altura nei pressi di Castiglion Fiorentino, era inespugnabile, garantendo così incolumità e sicurezza ai preziosi ospiti (vedere anche il post Adelaide e gli Ottoniani). Come sappiamo da quel commento, la dinastia si estinse nel 1953 per mancanza di eredi maschi.

Battaglia di Cortenova (1237). I reduci di quella battaglia, combattuta e persa dalla II Lega Lombarda contro Federico II, trovano ospitalità e rifugio presso Pagano Della Torre, signore della Valsassina (dal sito *). 

Tale scetticismo si è poi dileguato allorquando ho avuto modo di approfondire la storia di altri casati dalla storia millenaria, come quella dei Della Torre, o Torriani, originari della Valsassina, e quella dei Seccoborella di Vimercate, la Vicus Mercatus Romana, uno dei centri più ricchi di storia della cosìddetta Lombardia minore, oggi trascurato o dimenticato.
Ai Della Torre, o Torriani, ci sono numerosi richiami e riferimenti storici anche nel romanzo di fine Ottocento Lasco il bandito della Valsassina, testè recensito. Sia pur con licenza poetica, i Torriani irrompono nel romanzo attraverso la descrizione del loro simbolo araldico e il ricordo di un loro avo che partecipò alla Prima Crociata: "La porta principale che guardava in faccia a Taceno, terra di cinque o sei case e altrettante stalle addossate, accosto a una chiesa sul ciglio della montagna, portava sotto l'insegna di una mezzaluna turca una iscrizione in latino che ricordava la gloria d'un antico abitatore del castello, il quale aveva combattuto sotto le scorte dei Torriani conti della Valsassina, in terra di Palestina a liberare il sepolcro di Cristo".  


Stemma della famiglia Della Torre - da Wikipedia

E in effetti un Martino Torriani, conte della Val Sassina, combattè nella Prima Crociata, trovando la morte nel 1148 sotto le mura di Damasco. Questo fatto conferirà perenne lustro al casato. Lustro ancor maggiore venuto loro dal ruolo che i Della Torre ebbero nella Milano rinascente dalle oscurità del Medioevo. I Della Torre furono reggitori della Milano medievale, in compagnia e in competizione continua con i Visconti. I due gruppi si fronteggiarono spesso, finchè nella decisiva Battaglia di Desio, del 21 gennaio 1277, i Visconti ebbero la meglio, e la numerosa famiglia dei Torriani dovette fuggire disperdendosi nei suoi tanti rami, diretti e collaterali. Un ramo dei Torriani si ritirò sulla sponda occidentale del lago di Como, creando un feudo a Rezzonico, un borgo dal quale presero il secondo nome. Suoi membri si trasferirono a Venezia, dando origine al ramo dei Rezzonico veneziani, con dimora a Ca' Rezzonico, oggi diventata sede del Museo del Settecento Veneziano (gli interni sono stati illustrati nei giorni scorsi, sabato 15 e sabato 22, nel corso del programma Il Loggione). Il ramo dei Torriani Rezzonico di Venezia nel 1758 ha dato al mondo un papa, papa Rezzonico, Papa Clemente XIII.
Ponte romano di san Rocco, Vimercate - da Panoramio

Un caso singolare è quello dei Seccoborella da Vimercate. Nella loro villa dalle origini millenarie -divenuta proprietà e sede del comune di Vimercate, dopo l'estinzione del casato allargato ai Conti Trotti - "nella sala di attesa del palazzo comunale, che immette nell’ampia aula consiliare, si scorge un grande albero genealogico della famiglia: da Guiffredus Sicus, vissuto verso il 1100, alle sorelle Maria, Caterina e Giulia, che furono le ultime persone della famiglia".“Alla base del dipinto - scrive Antonio Bandini Buti  in due medaglioni, indipendenti, sono nominati due personaggi, da cui la nobile famiglia si vantava di trarre la propria discendenza: un conte Ricimer Siccus, patrizio romano di sangue gotico, nominato dall’ imperatore Severo (II e III secolo d.C.) vicario imperiale di tutta Italia; e il pontefice Giovanni XVI (considerato da alcuni storici il XVII della serie), eletto papa il 9 giugno 1003 (l'epoca degli imperatori Ottoniani si è conclusa l'anno precedente) e morto il 31 ottobre dello stesso anno.
 Avendo retto la chiesa per così breve tempo (meno di cinque mesi), egli non lasciò quasi traccia del suo pontificato, così come scarsissime sono le notizie biografiche che se ne hanno. Da una pietra scoperta nel marzo 1750 nella pieve di Santa Maria in Ripagnano, in diocesi di Fermo, e illustrata dal card. Cesare Borgia, risulta che questo papa era nato a Ripagnano da un Giovanni della nobile famiglia Sicco o Siccone e da una Colomba di cui non è detto il casato. Vi si apprende pure che, recatosi a Bologna, vi era stato solennemente ricevuto da Petronio Console.               

Dall'epoca di quell'albero genealogico al 1400 non sono molte le notizie riguardanti questa famiglia.
Nel 1450, nella casa dei Seccoborella fu firmata la pace tra i milanesi e Francesco Sforza, avvenuta dopo tre anni di assedio alla città di Milano, la quale lo aveva esautorato, approfittando di una sua momentanea assenza per impegni militareschi nelle Marche (vedi anche il post Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza) . Nel 1467, un Giorgio Secco è capitano della Martesana. Nel 1475 Vimercate fu concessa in feudo ai Seccoborella da Galeazzo Maria Sforza.

Sul finire del Cinquecento un personaggio della famiglia s’affaccia alla ribalta delle cronache mondane, ma la storia è alquanto lunga, sarà quindi oggetto di apposito post.

Lo scritto in corsivo è tratto dal cap.XXIII della Storia di Vimercate - Eugenio Cazzani - Edizioni Artegrafica Luigi Penati e figli - Vimercate - I Seccoborella pag.561.

Villa Sottocasa, sede del Museo del Territorio (MUST) di Vimercate - da Wikipedia

21 commenti:

Yanez ha detto...

Conobbi, un giorno, un remoto discendente degli Altavilla, i predoni normanni che strapparono la Sicilia all'Africa. Egli possedeva dei documenti che attestavano il suo retaggio, ma io non volli conoscere altro, per paura della vertigine.

marshall ha detto...

Yanez,
è un piacere quello che mi racconti. Sciascia è stato favoloso nel descrivere gli Altavilla in Il Consiglio d'Egitto, romanzo storico, ambientato nella Sicilia di metà del secondo millennio, la cui lettura ho goduto dall'inizio alla fine.
Di loro ne parlo in questo post, che è la trascrizione della pagina di un saggio con riferimento alla città di Palermo.

Hesperia ha detto...

Marsh, vedo che il tuo post è su Tocqueville.

Di Napo Torriani (o della Torre) c'è un affresco alla Rocca Borromeo di Angera sulla sua sconfitta con i Borromeo.

marshall ha detto...

Hesperia,
ti ringrazio per l'informazione. Per curiosità, vado subito a vedere.
E' un anno che rimuginavo sul motivo condensato nel titolo, ed è un peccato che nel frattempo Marcello se ne sia andato, altrimenti questo post sarebbe stato un diluvio di commenti da parte sua.
Ah la bella storia d'Italia, come la conosceva lui, erano in pochi a conoscerla. Ah, come si fa a non amare questa striscia di terra nel mondo!!!
La storia di Vimercate, che ho riscoperto questa estate grazie ad un mio vicino, mi ha riservato sorprese e meraviglie.

Hesperia ha detto...

http://www.milanofuoriporta.it/la_rocca_di_angera_e_lo_stato_de.htm

Qui la storia della Rocca Borromeo, ma ho sbagliato: la contesa non era tra Napo Torriani e i Borromeo, ma coi Visconti. Solo più tardi i Borromeo divennero i signori della Rocca d'Angera, di Arona e di tutto il Lago Maggiore (isole comprese).

marshall ha detto...

Hesperia,
l'episodio che citi non mi è nuovo. Devo averlo letto in una biografia di San Carlo, scritta magistralmente da una scrittrice inglese.

Napoleone Torriani, altrimenti conosciuto come Napo, dalla Storia mi risulta sia stato uno tra i più battaglieri di quella dinastia. Mi viene in mente l'episodio di Sondalo quando suo fratello, vescovo di Como, fu imprigionato e, messo in una gabbia, fu esposto per giorni e giorni al pubblico ludibrio nel centro di Sondalo. Napo gli andò in soccorso, lo liberò e, per punizione, rase al suolo la città.

marshall ha detto...

Hesperia,
e quindi siamo stati in due ad aver ciccato. Ti ringrazio per la precisazione.

Yanez ha detto...

Un delizioso divertissement, il libro di Sciascia. Domani leggo l'altro tuo post.

marshall ha detto...

Hesperia,
ho trovato il sito di Toqueville che m'hai segnalato. Eccolo: toque-ville.it.
Lo indico perchè ho fatto una certa fatica a reperirlo. Pensa che sono anche capitato sul blog di Maurizio Sacconi, che però sembra fermo al novembre 2010.

marshall ha detto...

Hesperia,
caspita che bel sito quello di Milano fuori porta.
C'è pure il link sul
Castello di Vezio, che mi verrà utile quando mi deciderò a scrivee la conclusione del post sulla Regina Teodolinda.

marshall ha detto...

Hesperia,
ecco il link sulla Rocca di Angera, poichè nel commento l'indicazione è troncata sul finale.

marshall ha detto...

Hesperia,
nella storia di cui al link qui sopra, sulla Rocca di Angera, si parla della Repubblica Ambrosiana, e cioè di quei tre anni, raccontati nel post, in cui Francesco Sforza fu esautorato dal comando su Milano (1447-1450).

Hesperia ha detto...

Marsh, la Rocca d'Angera l'ho visitata dozzine di volte, dato che abito nella provincia varesina. Lì c'è pure il museo della bambola con tutte le bambole appartenute alle dinastie delle principesse Borromeo, oltre ad armature ed antichi arazzi. Una di queste discendenti, Beatrice Borromeo, è stata anche una vallettina di Santoro e faceva la nobile de sinistra durante la puntata di Anno Zero. Sciocca, presuntuosa e antipatichina.
Cossiga di lei, disse che i suoi antenati Federico e Carlo Borromeo si sarebbero rivoltati nella tomba a sentire le sue scemenze.

Qui un post su questa principessina-contessa de sinistra:

http://sauraplesio.blogspot.com/2008/05/che-roba-contessina.html

marshall ha detto...

Hesperia,
beata te che hai potuto visitarla una dozzina di volte, io neanche una volta. Purtroppo!
Quella volta che ci volevo, e ci potevo andare - saranno stati or ora circa 16 anni fa - c'era in corso una mostra di treni, forse di quelli veri, antichi e a vapore. Non andai, e poi me ne ebbi a pentire. Forse te ne ricorderai.
Sul museo della bambola, ho visto un servizio in un programma di Bell'Italia di circa due anni fa; c'eran proprio le Borromeo, tra cui un'anziana signora, a presentarlo.

Sulla contessina di sinistra, ebbè penso ci sia una fortissima incongruenza sul fatto di esseredi sinistra e nel contempo contessa.La faccenda stride alquanto; non la pensi anche tu?

Yanez ha detto...

Beatrice Borromeo non era una delle discendenti, era una delle bambole.

marshall ha detto...

Yanez,
infatti, nel programma di Santoro la contessina sembrava volesse fare la parte della bambola. Mi ero sintonizzato sul programma rarissime volte, e forse quasi esclusivamente per verificare le sue movenze e il suo modo di parlare. Era immancabilmente con la erre moscia, e sarà pure stato un "dono" di natura, ma credo ci sia anche chi non fa nulla per correggersi, quasi a voler manifestare in quel modo la propria superiorità! (ohimè). Se così fosse, sarebbe una doppia, tripla incongruenza il volersi poi dichiarare di sinistra. E in questo, in quella frase di Cossiga c'era stata lungimiranza.

Hesperia ha detto...

Bella, la conclusione di Yanez :-)

marshall ha detto...

Yanez,
sono riuscito ad accedere al tuo sito. Lo credevo nuovo, ed invece tra i commentatori vi ho scorto molti bloggers di mia conoscenza: Hesperia, Nessie e Johnny doe in primis.

Josh ha detto...

interessante post, Marshall, vedo che l'ottica storica proprio ti si confà!

molto documentato!

riguardo a cose uscite nei commenti, mi fa piacere che ti piaccia Sciascia.

ah, poi dici "Ah, come si fa a non amare questa striscia di terra nel mondo!" riferito all'Italia....

Tutt'al più arrivo all'amore-odio, perchè cose da farsi girare i cosiddetti ce ne sono, da tanto, da sempre, anche troppe:-)

Josh ha detto...

l'appellativo di "bambola" per la Borromeo è pure troppo!

:-))

marshall ha detto...

Josh,
poichè tutto quello che c'è oggi in Italia non è venuto su da solo, ma è il frutto di sacrifici, sofferenze e patimenti dei nostri avi, anche per questo amo svisceratamente questa Patria; e penso anche sia unica e irripetibile. Ecco anche il perchè ho imparato ad amare la storia.

Per quanto poi riguarda quello che scrivi:
Tutt'al più arrivo all'amore-odio, perchè cose da farsi girare i cosiddetti ce ne sono, da tanto, da sempre, anche troppe:-)

Conoscendoti, penso di sapere a cosa ti riferisci. A tal proposito, poco fa, in un sito che reputavo serio, visitato in cerca di una notizia storica, ho commentato un articolo che m'ha fatto girare ..., dal titolo: "Meglio Andreotti o il bunga-bunga ?".
Non essendo questo un blog di politica, evito qui di commentarlo, ma penso che l'autore si farà vivo.