Il 23 febbraio di un anno fa, veniva a mancare Marcello di Mammi.
Mi piace ricordarlo ripubblicando un racconto tratto dall'immenso archivio del suo blog. Uomo di grande cultura, anche se non ha mai voluto confermarmelo direttamente, credo provenisse dal ceppo di un'antichissima famiglia nobile, affondante le sue origini a prima dell'anno 1000. Era un lavoratore instancabile. Partecipava a concorsi letterari, tra i quali questo di Io Racconto, e tante volte, prima di spedire i suoi lavori, mi mandava la bozza per sentire un mio parere. Alcuni di tali racconti, i più brevi, sono poi confluiti nei suoi blog letterari, Sarcastycon3 e Narrare. Ricordo almeno sei dei suoi lavori più lunghi, inediti e di ottima fattura, che potrebbero costituire un regalo per la giovane figlia, se li dovesse far pubblicare.
""Una giornata strana vissuta molti, molti anni fa.
Negli anni cinquanta abitavamo vicino ad Arezzo, non lontani dal convento dei frati cappuccini. Nelle famiglie cattoliche di allora era “cosa buona e giusta” avere un consigliere spirituale; nella fattispecie impersonato da Padre Giovanni. Un vero francescano che viveva nella povertà più assoluta .Indossava un saio liso ma pulito. Una magrezza, da far paura, dovuta ai lunghi digiuni. Un’ intelligenza viva ed una grande cultura, non solo religiosa, che tuttavia non ostentava . Sapevamo che il convento era molto povero, pertanto a volte, Padre Giovanni era da noi a pranzo. La sua conversazione era sempre piacevole e profonda , la sua fede era incrollabile ma non prevaricatrice. Capitò un giorno, che ci disse, dopo pranzo, di non potersi trattenere perché aveva molta strada da fare. Alla domanda dove fosse diretto ci rispose: a Siena. Da casa nostra a Siena c’erano circa sessanta chilometri. Gli chiedemmo come intendesse andarci. Risposta :a piedi e aggiunse la divina Provvidenza mi accompagnerà. Dopo averci salutato partì. Rimanemmo perplessi ben sapendo che non aveva mai denaro con sé. Dopo un po’ mio padre ,che poi tanto cattolico non era , mi disse: te la senti di vestire i panni della divina Provvidenza? Prendemmo la macchina e raggiuntolo ci avviammo verso Siena. La strada di allora passava per Montesansavino ed in cima al passo ci investì in pieno un temporale . Non si vedeva più niente ci dovemmo fermare: tutto intorno tuoni, grandine e fulmini. Allora ,mio padre, professore di fisica, forse per rincuorarmi, disse: in queste condizioni la macchina si comporta come una gabbia di Faraday pertanto non c’è alcun pericolo. Il frate aggiunse :la divina Provvidenza non mi ha mai abbandonato.Sapevo perfettamente cosa fosse una gabbia di Faraday, ma vi assicuro che un conto è studiarla sui libri del liceo e un altro starci dentro!!Non osai dire ad alta voce quello che mi passò per la mente. E se la famosa gabbia non funzionasse? E se la divina Provvidenza fosse impegnata altrove? Andò tutto per il meglio. Non so se per merito della gabbia ,come sosteneva mio padre o per merito della Provvidenza, come sosteneva il frate, oppure per il caso come pensavo io.Ossia lo scienziato , il credente e lo scettico.
(è un episodio veramente accaduto)""
Per sopraggiunte altre incombenze, il mio impegno con Il Giardino delle Esperidi dovrà subire un ridimensionamento. Non potrò più uscire con la cadenza attuale di una volta ogni tre settimane, bensì solo saltuariamente.
8 commenti:
Morale del racconto: ma il frate dov'era? Era con loro in macchina? In questo caso, la Provvidenza era la macchina, Marcello e suo padre.
Ricordo anch'io che Marcello mi inviava sempre i suoi racconti da farmi visionare prima di inviarli a qualche concorso letterario.
Di lui ho tenuto da parte molte vignette che conto di reimpiegare.
Per quanto concerne la tua partecipazione più sporadica al Giardino, quando hai pronto qualche pezzo, fammelo sapere qualche giorno prima. Auguri per il prossimo...lieto evento, Marsh. La vita continua, per fortuna...
Hesperia,
sì, il frate era in macchina con loro due, padre e figlio; il primo non credente, Marcello già fin d'allora agnostico. Un bel trio, a quanto pare, e il frate, in quella occasione si era completamente abbandonato alla Divina Provvidenza, così come fece il fondatore del suo ordine, San Francesco.
Potremmo aprire un capitolo, parlando della Divina Provvidenza; mi limito a quanto dicevano i nostri vecchi per tutti i casi difficili che si trovavano a dover affrontare: "quello che Dio vuole", dicevano.
...Il lieto è avvenuto oggi, e poichè è in anticipo di almeno 10 giorni, si dirà che anche questo è stato un caso? come quel fatto di ieri collegato al tuo post?
...Misteri della fede.
Il lieto che? Il lieto "evento"? Temo che ti sia rimasta la parola nella tastiera:-). E allora, congratulazioni!
Hesperia,
no, l'ho scritta apposta così, il lieto è appunto quello.
Quando dico che Marcello era uomo di grande cultura, non lo dico a caso. Qui, nel commentario di questo post, c'è un breve saggio (Marcello è Sarcastycon).
Lo conoscevo meno di voi,ma abbiamo avuto una bellissima discussione sull'entanglement...colgo l'occasione pe ricordarlo anch'io con rimpianto.
Johnny doe,
la ricordo benissimo quella discussione che aveste sull'Entanglement.
Se qualcuno avesse dubbi in merito a quello che ho detto sul suo grado di cultura, basta andare a leggere anche quel post.
un pensiero sempre al comune amico Marcello, e alla sua umanità e ironia, che ci ha tenuto compagnia a lungo...
Posta un commento