giovedì 16 febbraio 2012

Viaggio musicale intorno al mare


Mi piace intraprendere questo viaggio musicale intorno al mare che è per me una fonte di energia dalla quale non posso allontanarmi troppo senza sentirmi quasi indebolita e fiaccata. E' come una ricarica della quasi ho assolutamente bisogno. In questo lungo interminabile inverno mi sorregge solo un pensiero: poter rivedere le azzurrità del mare, carico di luci, di calore e di sfumature. Mai le stesse. Ovvio che penso alla superficie acquea marina quando si scalda e scintilla sotto il sole, sebbene anche il mare d'inverno "poco moderno" ha un suo fascino mentre infieriscono i venti, si sente il clangore degli alberi maestri delle imbarcazioni, e i gabbiani stridono nei cieli grigi. Ed eccoci alla parola francese "la mer" assonante con  "la mère", la madre. Ma è anche vero che il mare è per i latini quel mostro nero eternamente in movimento ." Ma che paura che ci fa quel mare scuro / che si muove anche di  notte e non sta fermo mai", canta Paolo Conte, il quale sogna "gamberoni rossi" e croccanti da mangiare quando la pioggia bagna l'entroterra piemontese della non bella provincia di Alessandria, mentre Genova è lontana anche se poi è vicina di pochi chilometri dalla sua. Ecco quindi l'eternelle Mer.  
La mère /  La Mer/ qu'on voit danser le long des golfes clairs/ a des reflets d'argent/ la mer... nell'immortale canzone di Charles Trenet di cui sono state fatte parecchie cover in molte lingue. Ricordo fra tante "Beyond the Sea" di Bobby Darin

Anche la famosa  Ebb Tide (Bassa marea), canzone che va continuamente in crescendo ricorda il moto ondoso e la sua risacca. Qui nell'interpretazione insolita di Tom Jones dalla voce notoriamente possente. Ne esistono versioni più note di Frank Sinatra, The Righteous Brothers, i Platters e anche di Pat Boone , ma per cambiare ho scelto questa. 


Sassi di Gino Paoli ha uno stile laconico e dimesso che l'autore stesso, ammette essergli stato ispirato dalla poesia di Montale. I sassi levigati dal mare sono metafora di parole aspre e  consumate di un amore in procinto di finire. Una curiosità: lo sciabordio delle onde è stato ricostruito con un semplicissimo trucco di quelli che fanno sorridere rispetto a come è progredita e sofisticata oggi l'industria discografica: facendo passare una penna d'uccello su un disco di vinile. Bella l'armonica che suona nell'intermezzo tra una strofa e l'altra.

E l'alba mi sveglierà Mediterranea e sola/ mentre mi pettino il primo sole è mio...Lampare che tornano a dormire dopo la pesca, ma soprattutto una voce solatìa che ricorda il mare, una voce da sirena crudele e fascinosa: quella di Giuni Russo, artista bravissima ma sfortunata, dato che è morta precocemente e lo show business non l'ha valorizzata come  avrebbe dovuto.  Cresciuta ad Ustica, chi meglio di lei può esprimere i sentimenti di un risveglio nella casa isolana sul Mediterraneo, mentre all'alba si incendia di sole?  

E nel pomeriggio/quando  il sole ci nutriva/ di tanto in tanto un grido copriva le distanze/ e l'aria delle cose diventava.... irreale... Mare, mare, mare voglio annegare....Più fortunata la carriera di Battiato, rispetto a quella della collega e amica Giuni Russo, e questa canzone "A summer on a solitary beach" è un sogno impossibile da realizzare se non nel passato remoto della nostra memoria, giacché la meravigliosa estate su una spiaggia solitaria non esiste che nei nostri desideri. Tutti vorrebbero trovarla e  perciò il risultato è la solita spiaggia affollata e presa d'assalto che sappiamo.   




Il  mare d'inverno / è solo un film in bianco e nero / visto alla tv / e verso l'interno / qualche nuvola dal cielo / che si butta giù / sabbia bagnata / una lettera che / il vento sta portando via / punti invisibili / rincorsi dai cani / stanche parabole di vecchi gabbiani / e io che rimango qui sola / a cercare un caffè / il mare d'inverno / è un concetto che il pensiero non considera / è poco moderno / è qualcosa che nessuno mai desidera / alberghi chiusi / manifesti già sbiaditi di pubblicità/macchine tracciano solchi su strade / dove la pioggia / d'estate non cade / e io che non riesco / nemmeno a parlare con me / Mare mare / qui non viene mai nessuno / a trascinarmi via / are mare / qui non viene mai nessuno / a farci compagnia / Mare mare / non ti posso guardare così / perchè questo vento / agita anche me / questo vento agita anche me... 

Questa di Enrico Ruggeri è forse una delle migliori canzoni sul mare, perché non è consolatoria né ruffiana né  vuole essere una di quelle canzoni-tormentone da scodellare d'estate per vendere di più. Si vede che l'ha scritta sospinto dall'urgenza di un sentimento malinconico, forse di un amore irrealizzato. E improvvisamente anche il paesaggio marino è diventato poco accattivante, addirittura ostile. Portata al successo da una giovane  (e allora bella)  Loredana Berté, che gli dà  un mordente rabbioso, la ripropongo cantata dal suo autore, che sa  infondere un senso di desolazione che ben si confà al paesaggio marino nella stagione inclemente. 





Il mare mi piace in tutte le stagioni, e per gustarselo  in santa pace l'autunno e l'inverno sarebbero l'ideale  venti e pioggia permettendo, perché le spiagge e le scogliere disabitate tornano ad essere regno degli uccelli marini, delle onde e dei venti. 
Il tema del naufragio sentimentale è la famosa canzone di Paolo Conte "Onda su onda" e quella frase musicale  "la nave è una lucciola persa nel blu /mai più mi salverò", ci fa sentire bambini impauriti nella tempesta e magari in balia delle onde. 
Ma onda su onda, vicissitudine su vicissitudine c'è sempre un'isola che può recare conforto al naufrago: "Stupenda l'isola è...il clima è dolce intorno a me/ ci sono palme e bambù/ è un luogo pieno di virtù/steso ad asciugarmi il corpo e il viso/ guardo in faccia il paradiso/ Onda su onda/ il mar mi ha portato qui...
La canzone è stata interpretata sia da Bruno Lauzi che gli conferisce melodia e musicalità pur mantenendo ironia, e dallo stesso Conte che ne fa quasi un copione cinematografico buffamente picaresco.  Mi piacciono ambedue le versioni. 




Il viaggio termina in stazione, una stazioncina rivierasca dalla cui porta di ingresso s' intravvede l'ultimo lembo  d' azzurro di mare,  prima di separarmi da un paesaggio che mi ha allietato ma  che devo lasciare. Tanti oleandri, un caffé, un giornale spiegazzato e la voce meneghina  e un po' brumosa di Giorgio Gaber, accompagna i miei pensieri, dal finestrino di un treno che sta per partire. 

Una stazione in riva la mar/dopo l'estate mi accoglierà/ 
con un giornale ed un caffé/con un ricordo di te/

Una stazione in riva al mar/con pochi treni  ma molti fior/ 
con qualche inutile dolor/ con dei ricordi d'amor/.

Ed io guarderò verso il mare/ per vedere l'estate che muore/ 
Con un giornale ed un caffé/con un ricordo di te. 

Una stazione in riva la mar/dopo l'estate mi accoglierà/
con un giornale ed un caffè/con un ricordo di te.

Coda - Con un giornale ed un caffè/con un ricordo di te



Corollario sonoro : La Mer di Debussy                                                                                                                              Hesperia

22 commenti:

Hesperia ha detto...

Nota: la canzone di Giorgio Gaber "Una stazione in riva al mare", non si riesce a trovare su you tube, mA solo in Mp3. Prego chi se ne intende di fornire il link di una traccia sonora già scaricata da allegare al testo, perché non so scaricarla.

roby ha detto...

L'unico sito che ho trovato è questo qua :

http://www.playme.it/giorgio-gaber_689/una-stazione-in-riva-al-mare_521054m.html

Ma vogliono generalità come il numero di cellulare. La canzone la conosco perché è un bel valzerino garbato e intimista nello stile Gaber e mi pare fosse il retro di Trani a gogò nella versione vinile. Ma poi se si manda il numero di cell ti spediscono un mucchio di pubblicità nel telefonino e non conviene.
Delle due versioni di Onda su Onda preferisco quella di Conte. Mentre il Mare d'inverno mi piace più cantato dalla Berté.

Josh ha detto...

cara Hesperia, post interessante e variato, su cui occorre soffermarsi in più punti.
E come potrei mancare di darti anche tutte le mie canzoni marine, dopo aver commentato le tue? :-))

ma prima, ascolt'a'mmè.

se la canzone di Gaber che cerchi era su youtube, è un conto: era su youtube, responsabile youtube che l'ha messa in condivisione dai suoi canali, magari come video di un'esibizione o un clip.

In giro, invece, in mp3 come dici, potrebbero (quasi sicuramente) essere mp3 abusivi...
sarebbero legali solo se provenienti dal sito di Gaber (o eredi) o dal sito della sua casa discografica o dei possessori di diritti, se LORO e solo loro avessero deciso di concederla omaggio-fre download.

In tutti gli altri casi, sarebbero mp3 pirata. E se tu lo prendi e lo metti anche su,
contribuisci alla violazione massificata del suo copyright.

Visto che a me non risulta che i brani di Gaber circolino ufficialmente free, ma si pagano ancora, anche in formato compresso mp3, ti sconsiglio di mettere un mp3 nel post.

Josh ha detto...

p.s.
e anche se tu personalmente acquisti l'mp3 e lo paghi, ma poi lo metti sul blog,
può essere interpretabile come una "pubblica esecuzione" senza permessi, il che è un'altra violazione del copyright.

a dopo, entrando nel merito dei pezzi citati.

Beh è ovvio che per te il mare è un elemento vitale...con quel segnone d'acqua che sappiamo:-))
Non trascurerei però nemmeno la parte "fuoco", che col mare magari non c'entra, ma con te sì c'entra:-))

Nessie ha detto...

Grazie Roby, quel sito lì che hai messo lo conoscevo anch'io. E' solo che prima permetteva di ascoltare un segmento sonoro prima di scaricare. Ora invece vedo che vogliono cellulari e altre registrazioni, perciò hai ragione, senza previo ascolto: meglio lasciar perdere.

Sono andata a verificare ed è vero: è un retro di Trani a gogò di un altrettanto vecchio 45 giri.

Onda su Onda, come ho scritto, mi piacciono tutte e due le versioni. Sul "Mare d'inverno" trovo apprezzabile la versione di Ruggeri, più desolante e meno rabbiosa di quella della Berté.

Hesperia ha detto...

Vabbè, ho sbagliato avatar, nel commento precedente x roby :-)

Josh, su you tube di Gaber c'è molto del vecchio repertorio intimista, ma non questa canzone, che prima si trovava almeno come traccia sonora. Ora invece ti obbligano a rilasciare dati. E forse non è il caso...
Sull'acqua e il fuoco, è vero quel che dici, dato il mio ascendente di un segno tipicamente estivo.

La Mer mi fa pensare anche all'altra Mer di Debussy, brano di musica classica che ora magari aggiungo all'antologia, dato che mi piace molto con tutti quei movimenti. Poi torno su Ebb tide che è sempre un grande classico.

Hesperia ha detto...

Devo aggiungere che mi piacciono anche quelle canzonettucce spensierate e senza impegno come "Con le pinne, fucile ed occhiali" di Vianello, perché mi ricordano un'Italia più autentica di quella odierna, l'Italietta de noantri che entrava nel miracolo economico.

Josh ha detto...

Molto carina la prima classicissima "La mer" di Trenet, nota in tantissime versioni.

L'assonanza che si crea in francese è particolare, mare-madre: è come se si parlasse di una sorta di acqua primigenia da cui germoglia la vita. Il simbolo certo è noto, ma è come se in francese fosse sottolineato anche a livello acustico nelle parole stesse.

I "gamberoni rossi" di Paolo Conte a me fan venire fame solo a sentirli. :-)

Di "Ebb Tide" hai fatto bene a scegliere la versione di Tom Jones, non mi dispiace affatto, anche se penso ce ne siano migliaia di versioni.

Aggiungo una mia canzone in cui c'entra il mare, ne ho...una marea...in mente, ma qui:

Billie Holiday "I cover the waterfront"

http://www.youtube.com/watch?v=zbN_aB8OIv8

anche l'andamento racconta di una che viene via dalla città e arriva al mare, come una fuga alla ricerca di qualcosa di autentico:

Away from the city that hurts and knocks,
I’m standing alone by the desolate docks
In the still and the chill of the night
I see the horizon the great unknown
My heart has an ache
It’s as heavy as stone
With the dawn coming on, make it last

I cover the waterfront
I’m watching the sea
Will the one I love
Be coming back to me

I cover the waterfront
In search of my love
An I’m covered
By a starlit sky above

...

Josh ha detto...

su 'Sassi', Paoli e Montale:

è inevitabile che i poeti genovesi e liguri in genere adoperassero il mare sempre come ingrediente di poesie.

Ma l'hanno fatto molto di più di altri autori che pur vivevano sulla costa, è un mare diverso anche da quello di Napoli (non solo fisicamente, è diverso anche nei brani poetici e nelle canzoni che ne risultano)
penso sia per il modo in cui si arriva al mare in Liguria, o da come lo si intravede già dal treno, o certi strapiombi.
E' "la sorpresa del mare", qualcosa di vitale sul serio.

...le scaglie di mare di Montale sono tra le tante altre cose penso una specie di patrimonio di immagini collettivo.

tutta la scuola genovese e affini di compositori e autori poi ancora utilizzano il mare in molte immagini poetiche raramente banali.

Insomma un autore di canzoni può essere un poeta...magari diversamente, in altra maniera.
Ma questo diventa vero specie dopo generazioni, come le nostre, in cui la Poesia, in senso letterario, dorme da un pezzo e allora certe canzoni con un po' di magia sono un po' di piccola letteratura laterale, tascabile.

il pezzo che hai messo è bello..poi a me Paoli di solito piace.

un flash:
ci sono molti pezzi di Fossati dove c'è il mare.

Per me Fossati è un ottimo compositore per sè e per gli altri. la cosa che non mi piace di lui è l'essersi schierato troppo politicamente negli ultimi anni, e me ne ha fatto cadere un po' la stima, ma è un paroliere capace di immagini non comuni.

per es. da "La costruzione di un amore" (pezzo suo, per Mia Martini)
c'è un'immagine:

l'amore è "come un'altare di sabbia in riva al mare"

O senti "Passalento"

http://www.youtube.com/watch?v=-mBbsDiB16c

col finale:
signore di questo porto
vedi mi avvicino anch'io
vele ancora tese
bandiera genovese
sono io.

si arriva all'identificazione con la vicenda d'acqua, la vita come metafora della navigazione.

Josh ha detto...

Bello il pezzo di Giuni Russo, certo sfortunatissima.

"Il mare d'inverno" la preferisco nella versione della Bertè (d'allora), perchè Ruggeri come autore ha scritto bei pezzi, ma non mi piace moltissimo quando li canta lui.

aggiungo da Dusty Springfield e Michel Legrand "Sea and Sky"

http://www.youtube.com/watch?v=tRPn20D4s84

Dal "pop" inglese anni '80 del tutto in controtendenza con le cadute di gusto dell'epoca, ci sono 2 album marini:

uno è di Ben Watt "North Marine Drive";
l'altro è di Tracey Thorn "A distant Shore".

Poco dopo i 2 formeranno gli Everything But The girl.
I 2 album solisti iniziali hanno come sfondo i mari del nord, e un pop liquido, acustico, freddo ma morbido, di notevole eleganza. Magari ti piacciono.

dopo ti linko i pezzi.

Josh ha detto...

allora qui Ben Watt

"North Marine Drive"
http://www.youtube.com/watch?v=LgqHg9NNmjY


qui Tracey Thorn:

"Plain Sailing"

http://www.youtube.com/watch?v=bE2GLsoxOJE


e


"Seascape"

http://www.youtube.com/watch?v=tIACbweaniw

Josh ha detto...

da Rimini..."underground" di classe anni 80, un cult della mia adolescenza, la poesia dei

Violet Eves "Listen Over the Ocean"

http://www.youtube.com/watch?v=MMzBAWq73pk

e senti parole e intonazione di
"Galaxy Bar"

http://www.youtube.com/watch?v=rlLkw5wEfGc

...settembre scivola al Galaxy bar

Hesperia ha detto...

E te pareva Josh, che non mi mettessi le tue antologie canore :-) ! Ora le ascolto ad una ad una, poi ti dico.
Anche a me piaceva di più la versione della Berté all'inizio (parlo del "Mare d'inverno"). Poi ho sentito il povero Ruggeri che rincorreva un'amore difficile e che si è preso un sonoro bidone e rimase solo prigioniero del paesaggio marino invernale (è una cosa tosta, per un meneghino come lui). Da qui la sua canzone. E allora ho cominciato ad ascoltare la sua versione sotto un'altra lente. Sì, Ruggeri ha la voce un po' brumosa (anche Gaber del resto) da cortili di ringhiera sul canale Villoresi.

Credo che ci sia una "milanesità" anche vocale. Si pensi alla Melato con quel vocione che sa di nebbia, a Celentano che come dice la Vanoni "ha una voce ignorante", che poi è la sua caratteristica.

Poi torno su Giuni Russo, su cui mi piacerebbe fare un post speciale.

vincenzo ha detto...

Vi siete dimenticati le canzoni napoletane. Parlano quasi tutte di mare (Marechiaro, O' Marinariello, Piscatore e' Pusilleco , Luna Caprese ecc)

Hesperia ha detto...

Hai ragione Vincenzo, ma lì c'è da squadernare un'intera antologia visto che il repertorio partenopeo parla quasi esclusivamente di sole e di mare. Poi ci sono pure le barcarole.

Hesperia ha detto...

Josh, ho ascoltato i pezzi: mi piace quello di Dusty Springfield e anche Seascape. Gli altri sono brani molto ben elaborati, ma un po' freddini.

I mari del Nord mi attirano poco per farci il bagno. Mi sono tuffata nella Manica ma praticamente ho fatto tocca e leva :-). Eppure eravamo d'estate. Poi non ha i colori del nostro Mediterraneo e ha un fondale fanghiglioso.

Ascolta questa di Giuni Russo, ha una vocalità straordinaria, è proprio la voce del Mediterraneo :

http://www.youtube.com/watch?v=nrwAjd-ktVc

Josh ha detto...

@Vincenzo: conosco discretamente tutto il canzoniere napoletano e non l'ho dimenticato, ma è infinito...poi qui aggiungiamo anche cose un po' per volta.
Indubbiamente però a me la canzone napoletana piace, specie se ci sono grandi interpreti, ma mi rappresenta poco, io non sono così ....caldo.

Comunque preferisco le cose tratte da Di Giacomo, che era anche un poeta vero....
ma di lui il brano che preferisco (Era de Maggio) non ha ...il mare! :-)

Josh ha detto...

Hesperia, bellissima quella di Giuni Russo, era una grande artista, ma allora aspetto il post e non saturo di commenti su di lei.

Quando hai un attimo, Devi sentire quella "Galaxy bar" in italiano dei Violet Eves linkata poco sopra.

Poi parlando di caffè e oleandri, mi è venuta in mente questa:

"Sotto il sole, con il mare" della Vanoni

http://www.youtube.com/watch?v=SI4QWP784JI

Josh ha detto...

dal mondo, rock un po' oscurato ma classe da vendere:

Siouxsie, un brano sensuale e più caldo del previsto, suonato ottimamente e quasi "latino":
"Sea of Tranquility"

http://www.youtube.com/watch?v=XZeYzK6MjaY

"Cool water
Washing land
Wash away - Wash away
Clues of fingerprints
Forensic traces
Footsteps on the ocean bed
Walk away...
There are more stars in the sky than grains of sand..."

_qui un mare "soprannaturale"

"Sea of Light"

http://www.youtube.com/watch?v=0sS4aBY_Nt8

_Per chi ama il rock (non grezzate) Qui Peter Murphy "Deep Oceans Vast Sea"

http://www.youtube.com/watch?v=539fmHhmDQc

Hesperia ha detto...

Era de maggio, è una bellissima canzone. Ne ha rifatto una cover anche Battiato.

Questa dell'oleandro della Vanoni la conoscevo ed è carina.
Ma questa qua che ora ti metto dal titolo "Caldo" scritta da Pino Donaggio è ancora meglio:

http://www.youtube.com/watch?v=hCYzrXgA9MM

Hesperia ha detto...

Quei due di Siouxsie sono ..."abissali", direi.

Questa è famosissima, ma è sempre d'atmosfera (The Captain of her heart):

http://www.youtube.com/watch?v=FiAMunMJAj0

marshall ha detto...

Sarà un caso?
Ieri con mio nipote tolosano (vedi post Tolosa, il vero paese di cuccagna), parlavamo di dolce Francia, riferendoci alla Francia meridionale, e lui m'ha proprio accennato a Charles Trenet e al suo brano Douce France.