Una volta gli inglesi, i tedeschi, gli americani venivano a completare la loro educazione classica in Italia. Si chiamava il "Grand voyage" e ci son rimaste testimonianze nei loro libri, dipinti, memorie.
Ci hanno lasciato anche giardini come gli Hambury in Liguria o ville come la S.Michele fatta costruire da Axel Munthe ad Anacapri
L'Italia resta ancora oggi una meta agognata e oggi che vivo all'estero ne apprezzo ancor piu' le bellezze e se mi rendo conto che ne ho conosciuto solo una minima parte.
Ma non volevo parlare dell'Italia, volevo parlare di viaggio, del viaggiare, del conoscere e crescere interiormente durante il viaggio.
Certo, ai tempi di Goethe, si gustava il tempo e la lunghezza del viaggio. Si facevano schizzi ed acquerelli per fissare nella memoria le ore e i paesaggi, e si scriveva, si pensava..Viaggiavano praticamente solo i ricchi.
Oggi no. In genere la gente consuma i viaggi come i salami. Si chiamano pacchetti viaggio e ti infilano di tutto un po'. Un po' di cultura, molto cibo, shopping, danze e, possibilmente, sesso.
É il fast travel, come il fast food. Ingrassi e non ti resta niente.
A questo modo di spostarsi velocemente, al cardiopalmo, c'é un'eccezione: é tutta americana e si chiama il road trip.
Anche sul road trip si son fatti centinaia di film, perché il viaggio é la metafora della vita, e durante il viaggio tu cresci e riesci a scoprire prima di tutto te stesso.
In America, Canada compreso, tu prendi la macchina, il treno quasi mai, qualche volta l'autobus come il mitico Greyhound, oppure il motorhome, e vai sulla strada.
La strada é accogliente per tutti.
Mentre viaggi ad una velocità massima di cento km all'ora o anche meno, hai riconquistato il tempo del viaggio. E guardi le praterie e i tramonti, e il cielo che é bellissimo qui, un cielo mutante. E hai tempo di fermarti dove ti pare e magari cominciare una nuova vita.
Egle
mercoledì 20 febbraio 2008
Viaggiare
Pubblicato da unedame alle 06:09
Etichette: stili di vita
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60 commenti:
Sul 'Grand Voyage' o Grand Tour'memorabili rimangono quelli di Byron, Goethe, Stendhal, de Sade...e libri corrispondenti, e per la pittura penso solo alle 'vedute' di Camille Corot...davvero tutto il bel mondo di arti e lettere ha svolto apprendistato e formazione da noi.
Ho sempre amato i viaggi, ma i viaggi al cardiopalma dei moderni 'pacchetti', con gli 'all in one formula' li ho sempre fuggiti con orrore. Detesto i viaggi organizzati: me li organizzo io:)) la dimensione del road trip invece è propria della cultura americana, per alcune scoperte è affascinante: certo i miei viaggi non sono mai assomigliati più di tanto a "Easy Rider" di Dennis Hopper (vedi, tanto è introiettata la dimensione del road trip che ci sono i road movie)...anche se mi stanco parecchio a guidare per giorni, preferisco treni e aerei. Ingrassare in viaggio? Mai accaduto, finisco sempre per mangiare poco, stare a giro tutto il giorno, la sera e parte della notte compresa, per cui di solito dimagrisco moltissimo in viaggio, mi dimezzo, solo per correre ovunque a vedere tutto quello che mi sono prefisso. :)
E' vero Egle. Un tempo il viaggio aveva la funzione di iniziazione alla vita ed era un fenomeno élitario. Si mandava il giovane in "viaggio di istruzione" per permetterglil di accrescere il proprio bagaglio culturale. Oggi invece, ci sono questi dannati progetti Erasmus, che nel migliore dei casi finiscono come "il giallo di Perugia". I riferimenti che hai fatto su Goethe e Stendhal, trovano altri numerosi e illustri esempi nel periodo romantico e post (George Sand e Chopin,Rimbaud, Gauguin, Gide ecc.). Uno per tutti più moderno, Borges che viaggia da "cieco". Ma cosa vede? Lui rispose che viaggiava per "sentire i rumori del mondo". Nel frattempo , però , la cosa è talmente degenerata da farci quasi rimpiangere la quiete delle nostre case e in fondo la vera frontiera è il viaggio da fermi, inteso come riscoperta. Il problema è che se tutti viaggiano, l'ALTROVE diventa impossibile e dappertutto finisci col trovare le stesse dinamiche che - guarda caso - sono quelle stesse che ci hanno messo in fuga.
Il road trip americano, come ha sottolineato Josh , è parte integrante della loro cultura dello spostamento. Loro sono un popolo già nato itinerante. E a tale proposito, occorre ricordare i road-movie, di cui ci siamo dimenticati di parlare nel post sottostante sul cinema. Me ne abbiamo già dette tante...:-)
x Hesperia: vero quanto dici, e specie qui "Il problema è che se tutti viaggiano, l'ALTROVE diventa impossibile e dappertutto finisci col trovare le stesse dinamiche che - guarda caso - sono quelle stesse che ci hanno messo in fuga." Concordo in pieno. Aggiungo anche che il punto è se tutti viaggiano, l'altrove diventa impossibile e dappertutto non solo trovo le stesse dinamiche ma anche proprio le stesse persone. Ebbene sì, mi è già capitato più volte, non so se sia un mio ..karma. Ho iniziato a viaggiare, specie viaggi 'culturali', per motivi di studio e approfondimenti, quindi erano viaggi di scoperta e formazione fin dai 14 anni...Nel tempo, fino a oggi, ho trovato ex compagni di scuola che non vedevo da 20 anni nell'unica locanda aperta la sera all'isola di Aran, ex colleghi di università che non vedevo da 10 anni a NY, persone del liceo a Montpellier, pure ex fidanzata a Roskilde, ed ex colleghi di lavoro a Oslo, e persone della chiesa a Bath e Londra, ma lì si sa c'è mezzo mondo del quartiere dove si vive di solito in Italia. Non c'è scampo!:))
Josh, voglio raccontare un aneddoto di viaggio. Mi viene in mente l'Amleto "C'è del marcio in Danimarca...". Scherzi a parte, io e mia sorella dovevamo partire per la Danimarca per un viaggio di piacere, e s'era proprio alla vigilia dell'intervento Nato sulla Serbia nel '99. Proprio in quel periodo fummo funestati da una serie di scioperi che ne ritardarono la partenza, ultimo dei quali, quello dei controllori di volo Alitalia. Quando poi decidemmo di partire, sull'aereo x Copenehagen c'era un cittadino sudafricano proveniente da Joahnnesburg che aveva fatto 18 ore di volo e se la rideva nel vedere io e mia sorella terrorizzate dall'aereo mentre sorvolava le Alpi svizzere (soffriamo entrambe di panico da volo). Questo "boero" (tanto per intenderci, dato che era un bianco) magnificava la Danimarca perché era cosiderata "very safe". E cioè molto più sicura del paese dal quale scappava. E io a mia sorella:"Visto? Very safe, qui di cattive sorprese non ne avremo: niente scioperi, cortei, blocchi stradali ecc. ecc.".
Una sera eravamo in un pub sul canale a sorseggiare una birra e a goderci il panorama, quando sentiamo tumulti, grida, spari di candelotti lacrimogeni.
"CHe cavolo è?" Spaventate, lasciamo il tavolo all'aperto, per entrare di corsa al riparo del locale e vediamo un corteo di serbi inferociti con le loro bandiere che manifestavano davanti al Ministero degli Affari Esteri danesi, per la partecipazione della Danimarca alla Nato sul bombardamento di Belgrado. Poi ne vediamo sbucare un altro davanti all'ambasciata americana. E da dove saltano fuori tutti questi serbi? - chiedo perplessa alla barista. La quale mi risponde che ci sono molti immigrati serbi in Danimarca che vi lavorano.
Poi il corteo sfreccia dall'altro lato del canale in un fumo di candelotti lacrimogeni e grida.
UHmm...very safe. Da quel momento ho capito che non c'è più un lembo del mondo che sia "safe" e che è diventato un piccolo condominio isterico e litigioso.
Il rientro fu ovviamente,guastato dai ritardi dell'aereo da Milano. Ci misero dentro una navetta, ma non si partiva se non con forte ritardo e con le hostess danesi che scuotevano la testa, parlando male di noi. ("Alitalia, always on delay"...). Arrivate a Malpensa, inesorabile, il bagaglio che non arriva...e ore per attenderlo. Come ho gustato la mia home sweet home !
Ma non tutti i viaggi sono così, per fortuna e a volte ce ne sono certi dove tutto fila liscio come l'olio. Autentici miracoli, di questi tempi...
Esilarante:)) sì ci dev'essere qualcosa in Danimarca..un po' come 'Il castello dei destini incrociati' di Italo Calvino, un luogo dove si rimescolano tutte le carte dell'esistenza:) Nel mio caso collego la dismissione in diretta del muro di Berlino del 1989 che vidi(ma c'era una bolgia inavvicinabile di picconatori esagitati insieme ai postumi di un brutto concerto di reunion dei Pink Floyd, la città tutta invasa fino alla Porta di Brandeburgo) al seguente incontro, pochi giorni dopo, della mia ex a Roskilde completamente ubriaca, che ululava sui tavoli di un pub una versione di "Summertime" molto Janis Joplin della serie 'facciamoci sempre riconoscere'. A quell'epoca la mia nuova ragazza ed io stavamo studiando il Beowulf, ed eravamo in viaggio a tema, e vedere lì la ex in quel numero da etoile fu proprio incredibile: il collegamento alla trama del libro, del Beowulf che libera il re di Danimarca dal 'terribile mostro', venne da sè, e fu divertente lo stesso:D
A parte tutto, certo ci sono viaggi che vanno bene ancora, ma dopo l'11 sett. o l'immigrazione molte cose sono cambiate, il mondo non è poi molto sicuro, a parte treni e aerei con ritardi e malfunzionamenti, manifestazioni e cortei in cui ci si trova in mezzo proprio malgrado. In Germania sono 20 anni che non si contano lotte tra la comunità turca e i tedeschi di sempre, che possono scoppiare in ogni momento. Amburgo e Francoforte sono splendide città, come Monaco, ma la sicurezza è sempre meno. La Francia ha le sue banlieues. Dell'Olanda e Uk poi non parliamo, quanto a sicurezza, hanno zone anche delle maggiori città che sembrano terre di nessuno per molte ore al giorno. Ancora negli anni '80 da giovanissimo prendevo il bus da solo la sera a Londra aspettando a Trafalgar Square, oggi non sarebbe più possibile. Ammesso di trovare ancora qualcosa di inglese in Uk, tra fumi di olio di palma e odori di spezie esotiche. Gli Usa non sono da meno quanto a sicurezza o imprevisti.
Negli ultimi anni ho ridotto di molto i viaggi fuori continente o delle Capitali, anche per motivi familiari, e ri-uso l'auto per più puntate vicine a riscoprire l'Italia, ma quando sono davvero stanco e pieno, nulla è come la campagna toscana o le Alpi, o le 5 Terre nei luoghi più sconosciuti, nella privacy e silenzio, lontani da tutto. Mal che vada inforcheremo anche noi una Harley-Davidson, stivaloni e chiodo e faremo come Dennis Hopper on the road, ma non ci appartiene più di tanto:P
Per quanto riguarda il viaggio, il viaggiare, il conoscere e crescere interiormente, quindi viaggio/viaggio (anche)dentro se stessi pensa Egle a Ulisse stesso, a Dante (la Commedia è un Viaggio), l'Ulisse di Joyce è un viaggio, nei Poemi Conviviali di Pascoli c'è il viaggio, il Wilhelm Meister di Goethe, il mito del Wanderer del Romanticismo (viaggio come percorso interiore e spirituale, in cui la meta è nell'altra dimensione) da Novalis in poi (e Plotino prima e Hoelderlin), il flaneur in Baudelaire, il passeggiatore solitario di Rousseau...O l'attitudine di Seneca che parla di viaggio come di scoperta interiore, ma anche relativizza il tutto sostenendo che è vano viaggiare per risolvere qualcosa di interiore se il viaggio divenisse fuga, sarebbe come portare in giro il sè malato, senza affrontarlo; o pensa alla stessa scuola 'peripatetica', gli allievi di liceo di Aristotele che passeggiavano durante le lezioni, da cui il nome.
Il tema è denso:)
Io lo faccio nei Balcani..certo le strade non sono come quelle americane...:-)..ma c'è tanto da scoprire.
Aconzio
Anche qui da questo argomento c'è da ricavarne un florilegio(quanto mi piace 'sto Giardino!).
Volendo la letteratura è nata come viaggio (le tre cantiche dantesche che Josh ha citato). Il Bildungsroman (o romanzo di formazione) dove il protagonista compie un viaggio iniziatico e cresce parallelamente al suo viaggio (tanti romanzi, come il Meister, Barry Lindon, Educazione Sentimentale di Flaubert, Siddharta di Hesse, l'Immoralista di Gide, Passaggio in India di Forster, Lord Jim di Conrad ecc.). L'elenco potrebbe continuare ad libitum e il viaggio è un "rito di passaggio". Ma anche a tutti noi accade che ci siano viaggi che ci regalano qualcosa di prezioso e indissolubile e altri che invece, è meglio dimenticare. Attualmente, mi piace andare alla ricerca del genius loci italiano. Ovvero di posti poco frequentati, di scorci paesaggistici desueti, ma che rivelano il meglio del nostro paese. E se magari lì si trovano buone trattorie o ritrovi non mondani, allora si ha come l'impressione che il tempo si sia fermato. Insomma esistono "luoghi dell'anima " e "non luoghi" . E da questi ultimi, sfuggo come la peste.
Allora, Aconzio, raccontaci qualcosa di più...
Non saranno tutti sassaiole carsiche, capre e guerre intestine, si spera. O "espera" :-)
Cari amici, mi spiace che oggi il mio tempus fugit e non posso restare qui molto a discutere con voi.
Ci tornero' stasera con calma.
Avete citato talmente tanti "viaggi"..letterari e filosofici che mi son cari..
Io ho passato un periodo della mia vita a non viaggiare perché avevo paura dell'aereo ed ora ne prendo almeno otto all'anno, ma non mi piace andare in vacanza con quel mezzo.
Troppo rapido, destabilizzante.
In Italia i miei viaggi e le mia vacanze erano in qualche modo ancora elitari, ma qui, sulla strada, mi mischio ad ogni genere di persone e vivo una libertà dagli schemi che mai avrei avuto prima.
Buonissimo il commento sull'ALTROVE che non c'é piu'. Anche io potrei testimoniare di incontri casuali fatti a Londra, tanti anni fa, con amici..
Quello che appunto cerco é un ALTROVE, che spesso ci portiamo dentro come speranza.
Come "L'America non esiste, te lo dico io che ci sono stato.." era in un film francese che non ricordo.
Ma anche il viaggio come fuga citato da Josh...Fuga da se stessi o ricerca autentica? Henri Laborit nell'Elogio della fuga" faceva la promozione della fuga come indispensabile reazione umana e animale.
Ora devo andare, cari amici,ma stasera torno volentieri da voi.
Aconzio, tu quoque, cosa cerchi?
per me Aconzio, a quanto dice, cerca il Vello d'oro come nelle Argonautiche di Apollonio Rodio.
Non si rende conto però che sia i Balcani sia la Colchide d'allora oggi sono un pochino diverse:))
Occorre dire che il concetto di "distanza" oggi si è profondamente modificato. E forse siamo tutti un po' più disincantati perché purtroppo ci sono fotografie, dépliants e documentari tv che uccidono l'effetto "meraviglia". Perciò abbiamo la sensazione di un déjà vu.Inoltre gli aeroporti appartengono al novero dei "non luoghi" e sono tutti uguali. Ad esempio, io ricordo con stupore fanciullesco (avevo pochissimi anni) i viaggi da un capo all'altro della Liguria in treno per andare da mia nonna in "villeggiatura" (altro termine desueto) che abitava all'estremità del Levante. E quel viaggio, benché di neanche 100 Km, mi pareva lunghissimo e carico di meraviglie viste dal finestrino del treno in corsa, e guastate qua e là da qualche galleria, messa lì a interrompere l'incantesimo.
Così come non potrò mai dimenticare il mio primo arrivo della mia vita di 18enne, alla Stazione di Venezia Santa Lucia. E la sorpresa di trovare lo scintillio della laguna palpitante a poca distanza dal treno.
A gentile richiesta..
Le mie escursioni riguardano soprattutto l'Albania.
Questo Paese rispetto a quelli della ex Jugoslavia è ancora vergine. Al contrario basta andare nel vicino Montenegro e trovare più 'ordine' certo ma anche tutte le banalità del turismo già avviato, russi e onnipresenti casinò compresi. Meno approssimazione nei servizi certo ma una mentalità più prettamente commerciale.
L'Albania è come una vergine.
La natura antica e poco lavorata dall'uomo la rende per intenderci l'esatto opposto della Toscana.
I contadini lavorano la terra come mille anni fà, dappertutto si trovano asinelli in groppa ai quali ci si può godere il panorama al piccolo trotto immersi in una natura intatta.
Le strade talora sono in costruzione. Ciò dilata i tempi dei normali viaggi in auto ma da tempo per pensare e per concentrarsi su ciò che ci circonda.
A questa natura quasi violenta fatta prevalentemente di montagne ma anche di coste meravigliose ed intatte (no industrie, no barche, solo mare) si unisce una storia che è possibile scorrere su più livelli: le testimonianze si susseguono da prima di Cristo fino al Comunismo e ai suo bunker disseminati sul territorio.
E' possibile ripercorrere la storia romana e, solo ad esempio, le battaglie tra Cesare e Pompeo che anche qui ebbero scenario.
Oppure i resti della civiltà pelasgia degli Illiri con le loro città che datano anche due secoli prima di Cristo. O la storia di Pirro scendendo giù a sud, o quella Bizantina, alla scoperta di chiese ortodosse piene di meraviglie che non ti immagini. Castelli, città fortificate, moschee, chiese cattoliche e siti archeologici non ancora valorizzati ma di incredibile valore. Il liceo di Giulio Cesare nella antica città di Apollonia, o la porta schea citata da Virgilio nell'Eneide nell'antica città di Butrinti (patrimonio dell'Unesco).
I balcani sono sempre un mosaico culturale eterogeneo. In Albania questo mosaico si fonde in un Paese grande meno della Sardegna e con altrettanti ovini i cui prodotti insieme a quelli della terra rientrano nella dieta quotidiana si tratta di prodotti normalmente biologici.
La religione qui non diventa mai contrasto nè lo sono le differenti origini etniche o geografiche. Gli Albanesi la cui immagine appare così cruda all'estero in Patria sono amichevoli e gentili, curiosi e disponibili, isolati e costretti come sono nel loro mondo virginale.
Arrivando qui ci si libera di tutte le ansie del mondo c.d. civile. Microcriminalità? Furti?
I primi tempi a Tirana mi guardavano come un folle super attento a chiudere per bene l'auto con bloccasterzo, antifurto, e tute le diavolerie che in Campania mi sembrano ovvie e naturali.
Da comunitari e italiani poi si vive un particolare clima di favore e cortesia. Nel mio caso accentuato dal fatto che dopo un anno e mezzo parlo quasi correntemnte l'albanese...caso più uncio che raro visto che l'80% della popolazione parla correntemnte l'italiano e potrebbe mettervi in imbarazzo ricordandovi uno per uno i film di Totò o i testi delle nostre canzoni come neanche noi le ricordiamo.
C'è anche il rischio che vi si reciti la Divina Commedia a memoria.
Il mio amore cmq è il sud del Paese, da Valona fino a Saranda al confine con la Grecia. Sembra di rivivere un Meridione italiano di quaranta anni fà, affacciato sul mare Ionio, con le bellezze intatte, con la possibilità di godersi un paradiso in terra quasi senza compagnia se non quella di capre, pecore, mucche e pastori, e senza le congestioni che ci appaiono normali in tutti i luoghi di vacanze del Mediterraneo.
Il vello d'oro l'ho già trovato.
Il punto piuttosto è fino a quando durerà tutto ciò. La 'normalizzazione' prima o poi arriverà ed allora forse coronerò il sogno e l'intenzione di andarmene a vivere in Egitto per riscaldarmi affacciato alla finestra di una casa affacciata, tra i palmizi, sul Nilo.
Aconzio
in Egitto non andrei manco morto a vivere (scusate l'adynaton). Non vorrei essere accoltellato da qualche fondamentalista nel bel mezzo di una Messa, come è accaduto più volte anche ai fedeli.
Ho trovato questo blog molto bello e raffinato. Sia per le immagini che per i contenuti e ho dato un'occhiata anche agli argomenti trattati in precedenza. Anche gli interventi letti denotano persone colte e garbate.
Avete parlato di tanti scrittori-viaggiatori e vorrei, nel mio piccolo, ricordare Bruce Chatwin e i suoi viaggi in Patagonia. Senza volermi paragonare a lui, anche a me piace cercare nei miei viaggi quel selvatico che la società "normalizzata" ci toglie sempre più. Ma a volte questo comporta anche certi rischi. Ciao
Stefano
permettimi Aconzio di dissentire con questa tua affermazione sull'Albania che proietti in maniera molto arcadica e francamente irreale:
"La religione qui non diventa mai contrasto nè lo sono le differenti origini etniche o geografiche."
si vede che c'è tutta un'altra Albania da qualche parte che non è esattamente l'Albania che conoscono tutti gli altri:il cristianesimo in Albania è vessato non poco, e i fondamentalismi musulmani fanno sentire la loro pressione sia sul poco cattolicesimo sia sull'ortodossia rimanente, sia sugli evangelici. Senza contare gli scontri etnici-politici. Tenuto conto che sono in contatto con i centri di ricerca ufficiali universitari UK e UE, sui Balcani e le migrazioni, a parte i servizi territoriali delle varie chiese i cui reportage conosco bene.
x Egle, quando dici "volevo parlare di viaggio, del viaggiare, del conoscere e crescere interiormente durante il viaggio"
c'è poi un'altra dimensione ancora, quando citi anche l'Altrove. Nel mio caso, essendo cristiano, l'Altrove è un locus teologico: il Regno futuro, e insieme il regno di pace e carità già presente in noi oggi, come stato spirituale. Nel Medioevo (e in tanti casi anche oggi) alcuni cristiani hanno in sè la dimensione del viaggio per terre e per mari come crescita spirituale nella forma pellegrinaggio (Santiago de Compostela, per es. e la ricerca simbolica di ogni Quest, Graal escluso, che poi è una figura dell'ennesima cosa). Io non sono tipo da pellegrinaggi intesi come viaggi per mare e per terra in forma spiritualizzata: il Dio vivente è ovunque, non è per me più in un luogo che in un altro; credo a una ascesi, che è sì un viaggio, ma è interiore e verso l'alto...slegato al viaggiare in senso kilometrico, almeno nella mia personalità: il "trovare", in senso sacro, per me non è di chi va o di chi corre in un luogo, ma di chi si spoglia di sè e accoglie la presenza divina in sè...pur avendo viaggiato davvero parecchio. Pensa al significato duplice dell'Esodo, percorso reale di Israele d'un tempo fuori dalla schiavitù, e figura anche del nostro viaggio, ora fatto di fiducia, ora di infedeltà ed errori, figura del nostro camminare fuori dalla schiavitù alla 'vita vecchia' per dirigerci alla 'vita nuova' centrata in Gesù: questa verità è metafora del vero viaggio/pellegrinaggio, la vita stessa. :)
Aconzio, può darsi che col tempo, l'Albania riesca a farci dimenticare Enver Hoxa e i suoi bunker qua e là disseminati. Certamente la normalizzazione gli toglierà qualche residuato pastorale, qualche altra cosa che ti piace, ma darà anche benefici. Io non sono un'antimoderna "per partito preso". L'Egitto dev'essere bellissimo e il mar Rosso ha splendidi colori. IO però dopo le stragi di Taba e di Sharm non mi ci avventuro.
Caro Stefano, anche se il post lo ha scritto Egle, ti ringrazio. Anzi, ti ringraziamo comunque per i complimenti sul blog.
Chatwin è un autore-viaggiatore molto letto a casa mia da mio marito. Io però non ne ho conoscenza , se non indirettamente. In questo caso trattasi di un viaggio nella "wilderness", suppongo.
Josh, sull'altrove come "locus teologicus" mi trovi in pieno accordo. E del resto ci fu il fenomeno dei "chierici vaganti" del periodo medievale.
Ma l'Altrove, del secondo romanticismo (che poi è la Decadenza) - e penso a Rimbaud e alla sua massima "la vie est ailleurs" - è altra cosa. Come lo fu per Paul Gauguin e la sua fuga a Tahiti.
Qui siamo alla negazione dell'esistente e all'utopia della fuga, un atteggiamento mentale che è perdurato a lungo. Fino ai nostri giorni, direi.
Grazie Hesperia di aver condotto il discorso elegantemente in porto; vero che l'Altrove del Decadentismo è certamente l'utopia della fuga e la negazione dell'esistente.
A proposito di negazione dell'esistente, ricordo ad Aconzio sull'Albania terra 'vergine' a suo dire, ribadito più volte, un po' di storia. A parte che la vita notturna di Tirana di 'vergine' ha davvero poco-nulla, direi invece che è tutto troppo esibito. Negli anni ‘80 prima dell'elezione di Milosevic in Serbia, in Kossovo(il nucleo serbo delle terre serbe) oltre metà dei serbi che vi vivevano fu costretto a fuggire a causa del terrorismo albanese iniziato con l'attentato dinamitardo che nel 1979 distrusse il Patriarcato di Pec, e continuato per tutti gli anni 80 con omicidi, stupri etnici (a proposito di verginità, fatto anche a suore nei monasteri), rapimenti, incendi dei raccolti nei campi serbi, e bombe dentro le chiese, con la copertura della polizia e della magistratura a quei tempi completamente in mano albanese (colpo di stato interno), e su istigazione dei leader politici albanesi e dell'intellighenzia albanese, che invitavano all'Università di Pristina i rappresentanti del governo di Hoxha a quei tempi al potere in Albania, e istigavano al razzismo verso i serbi e tutti gli slavi in nome di un'ideologia totalitaria che identificava gli albanesi con gli antichi illiri e rivendicava una 'grande Albania' formata da tutte le terre abitate un tempo dagli illiri, scalzandone ovviamente tutti i legittimi proprietari del momento.In quegli anni lo sosteneva anche il NYTimes, poi diventato filointerventista pro Albania e antiserbia e per il Kossovo all'Albania durante la presidenza Clinton e la collaborazione di D'Alema, ma che negli 80 in un dossier sul Kosovo, denunciava il terrorismo albanese e descriveva la condizione dei serbi del Kosovo come quella di stranieri in casa propria costretti a subire la discriminazione nei posti di lavoro pubblici ed ogni genere di crimine e di angheria da parte degli albanesi.
Negli anni '90 malgrado l'espulsione voluta da Milosevic dei poliziotti, magistrati, professori universitari e medici albanesi in Kossovo, e la repressione del terrorismo albanese dell'UCK (che proprio vergini quanto a crimini non sono) che in quegli anni trovò il sostegno degli USA e di molti stati europei, a causa del terrorismo i serbi (e non gli albanesi) continuarono a scappare con diminuzione numerica della loro comunità, mentre gli albanesi emigravano in Kossovo dalla vicina Albania per impossessarsi delle case e delle terre che i serbi erano stati costretti ad abbandonare.
L'Albania sarà anche vergine nell'Altrove di Aconzio; Il Kossovo però è stato stuprato dall'UCK, con sostegno ..equivicino.
Quando dopo una presunta 'strage di civili' a Rakak, che per molti testimoni oculari era stata una sparatoria tra poliziotti serbi e narcoterroristi dell'uck, la Nato iniziò la guerra contro il popolo serbo, i media parlarono di fosse comuni dove i serbi gettavano i cadaveri di decine di migliaia
(Madeleine Albright disse 500.000) di albanesi uccisi dai militari serbi. Non credo che Milosevic fosse un santo, tutt'altro. Ma finita la guerra, gli ispettori internazionali hanno setacciato tutto il Kossovo e non hanno trovato tutte queste fosse comuni, oltre ad accertare che i morti con segni di tortura mostrati a scopo propagandistico erano morti probabilmente per cause varie, talvolta anni prima, presi dagli obitori e dai cimiteri serbi, e fotografati magari con filo spinato al collo per far credere che fossero albanesi uccisi e torturati dai serbi...Gli stessi dati del filoalbanese tribunale dell'Aja parlano di 3000 morti per cause violente in tutta la guerra, di cui non viene specificata la nazionalità, e che quindi vanno divisi equamente tra tutte le etnie, serbi e albanesi come in tutte le guerre. Ormai non più in molti credono alla faccenda della pulizia etnica serba contro gli albanesi, di cui le prove anche scarseggiano...gli unici a subire pulizia etnica sono stati i serbi, sia da parte degli ultranazionalisti croati sia dai trafficanti albanesi dell'uck, sia prima nei progetti separatisti e attentati albanesi fin dalla fine dei '70, mirati alla realizzazione della 'grande Albania'. Il sogno della 'Grande Albania' nazionalistica era antico, oggi non è semplice patriottismo, ed è stato rimpolpato dal ritorno del fondamentalismo islamico, che come noto, è Religio Terriera dell'espropriazione per antonomasia. L'intervento militare NATO e degli 'equivicini' dalla parte dell’uck con la scusa della pulizia etnica nei loro confronti, è un po' come se ai tempi del genocidio degli armeni, i paesi Nato fossero intervenuti militarmente a favore della Turchia, con la scusa di salvare i turchi dalla pulizia etnica che gli armeni avrebbero immaginosamente praticato nei loro confronti.
Certamente auspichiamo terre di viaggio più serene. Saluti.
Mamma mia...Josh hai detto una marea di cazzate...molte fuori luogo anche riguardo al tema del post che non mi sembrava fosse la politica.
Per favore 1) 'non rompermi le palle' co sto fatto del Kossovo che con la vita in Albania non c'entra un fico secco; 2) io vivo qui da un anno e mezzo permettimi che ne sappia più di te.
Quanto alla vita notturna di Tirana idem, vieni e vedi.
Non so dove vivi in Italia ma qui non girano tutte le puttane e la cocaina che sono dappertutto nel BelPaese di un tempo.
La religione? ..ma di che parli?
Non hai la minima idea di cosa sia un bektashish, nè di quanto gli albanesi non si idetifichino minimamente in un credo o in un edificio religioso, di come spesso l'amico non ha manco idea di quale religione sia il suo amico stesso tale è il disinteresse.
Il tuo è veleno gratuito e sommamente ignorante.
Viaggiare?...mi sembra che più in la del viaggio organizzato chi ha risposto al mio post non possa andare.
Hesperia mi dispiace per te che non riesci apprezzare altro se non il mondo sicuro-sicurissimo-supersicuro come il nostro civile europeo terirorio italiano pieno di cronaca nera insicurezza e morti ammazzati.
In Egitto sono solito sedermi con gli egiziani musulmani o copti che siano e bere in una lenta ora una tazza di te rosso parlando di qualsiasi cosa senza remore nè problemi. Quando non ci sono dietrologie ma rispetto e franchezza si può parlare di tutto e con tutti. E la mente , oltre il corpo, possono viaggiare liberi.
L'essenza vera del viaggio la si capisce vaggiando non scrivendo di viaggio.
Quanto all'Albania già vengono consistenti gruppi di Olandesi, Tedeschi e Austriaci in vacanza cosa della quale mi occupo personalmente. Mentre gl'inglesi stanno comprando appartamenti e terreni. Altro che Italia terra di viaggiatori. La dovrebbero cancellare quella scritta a Roma.
Io sono sconcertato dal vostro provincialismo. La distanza dal resto d'Europa cresce in ogni momento e non mancate mai di confermare la cosa.
Ignoranti siete e tali dovete rimanere mi spiace solo per la prole se ne avete.
Quanto al resto questo modo di fare non mi garba per niente.
Essere invtato in un blog che si vorrebbe interessato alle arti ed alla cultura e poi solonizzare, anche maleducatamente, su questioni che che con le prime non c'entrano, sa di trappola ed onestamente lo trovo sciocco.
Inde Aconzio si libera della maschera, ritorna Zagazig, e vi manda serenamente a quel Paese.
Non tornerò nemmeno per leggere le solite risposte acide, tempo perso.
Meglio gli Albanesi di voi.
Legenet!!!
Zagazig
Aconzio/Zagazig: "Io sono sconcertato dal vostro provincialismo"
sicuro sia nostro il provincialismo?:)) e tu quando scrivi che l'Albania è una terra vergine, con tutto quanto è successo, ma ti sembra realistico? E l'Egitto? certo bellissimo, ma in che condizioni ci vive chi ha idee contrarie? E quanti attentati e gruppi terroristici? stiamo scherzando?:P
Aconzio/Zagazig " Mamma mia...Josh hai detto una marea di cazzate...molte fuori luogo anche riguardo al tema del post che non mi sembrava fosse la politica"
il tema non è la politica, ma parli di Albania ed Egitto come luoghi edenici, e come paesi altri da ciò che sono.
Aconzio/Zagazig 'non rompermi le palle' co sto fatto del Kossovo che con la vita in Albania non c'entra un fico secco"
c'entra dal momento che l'Albania ha voluto il Kossovo a tutti costi, e dopo Hoxha e l'UCK e la guerra parlare di Albania come paese vergine è un bel trip. Nessun veleno.
Aconzio/Zagazig "mi sembra che più in la del viaggio organizzato chi ha risposto al mio post non possa andare." vai tranquillo:)
Aconzio/Zagazig "nè di quanto gli albanesi non si identifichino minimamente in un credo o in un edificio religioso, di come spesso l'amico non ha manco idea di quale religione sia il suo amico stesso tale è il disinteresse."
lo so, è il frutto della tabula rasa comunista di Hoxha.
Aconzio/Zagazig "Quanto all'Albania già vengono consistenti gruppi di Olandesi, Tedeschi e Austriaci in vacanza cosa della quale mi occupo personalmente."
ecco perchè non accetti interpretazioni differenti: vendi quei viaggi! il tuo post era pubblicità occulta, troppo rosa per essere tutto vero. :D
Aconzio/Zagazig "Mentre gl'inglesi stanno comprando appartamenti e terreni. Altro che Italia terra di viaggiatori."
L'Italia è terra di viaggiatori, ma capisco che gli inglesi ora comprino dove dici. Io ho venduto a Londra.
Aconzio/Zagazig "Essere invitato in un blog che si vorrebbe interessato alle arti ed alla cultura e poi solonizzare, anche maleducatamente, su questioni che che con le prime non c'entrano, sa di trappola ed onestamente lo trovo sciocco."
'maleducatamente'?? sei tu che hai usato formule maleducate: tipo 'non rompere le palle', chi ti ha detto nulla?
Le questioni c'entrano se vieni a dire che Albania ed Egitto sono paesi rosa e pacifici, incontaminati, senza alcuna forma di conflitto, dopo atti terroristici gravi e gesti di guerriglia conclamati.
Poi se bisogna dire che non ci sono perchè affermi che vendi viaggi, è un altro paio di maniche.
Zagor, rieccoti con l'ascia in mano :-) A me, a dire la verità non dispiacque il tuo intervento. E credo che se vivi laggiù, indubbiamente ne sai di più di noi che non ci viviamo...Poi però non ti devi mettere a dire che chi non d'accordo con te,coi tuoi gusti, coi tuoi punti di vista, come è accaduto a Josh, si mette a "solonizzare". Non capisco questa permalosità. Nessuno l'ha buttata direttamente sul politico se ciascuno di noi ha i propri luoghi privilegiati, piuttosto che altri.
Per ciò che concerne la sicurezza, sono convinto che sia vero quanto dici: forse forse se andiamo avanti così, ce n'è più qua di insicurezza. Resta comunque un interrogativo: sì, ma chi ce l'ha portata? A noi bastavano e avanzavano i nostri. Parlo di delinquenti, ovviamente. Ma questa è un'altra storia... E francamente non mi si può accusare di averla gettata sul politicume. E nemmeno sullo screanzato, visto che sei tu che mandi tutto a carte 48. Amen.
Vorrà dire che litigheremo per altri blog, più schiettamente e apertamente politicizzati.
SEi sempre Nessie?
Un abbraccio da Roby
Sì, Roby. E' solo che qui sono a Occidente. Perciò sono sotto Espero, la stella del tramonto:-) Ciao. Vuoi parlarci dei tuoi viaggi, visto che sei sempre a zonzo?
Oh-oh..Signori! Suvvìa non litigate!
Noi siamo qua pacifiche, sdraiate ad ammirare l'occasum e il nostro spirito é neutro...
Aconzio, anche se politicamente se ne puo' avere un'immagine diversa, la tua Albania appare bucolica. Non mi é dispiaciuto il quadro che ne hai fatto.
Forse é la "tua" rappresentazione mentale, forse la realtà é diversa, non lo so e non mi importa in questo contesto, l'importante é come vivi tu la tua esperienza.
La tua testimonianza é genuina.
Josh,
anche la tua visione é corretta, anche se io non son giudice di nulla.
In questo caso il relativismo é d'obbligo..:-))
Io non avevo pensato all'ATROVE come locus teologico...forse sarebbe il momento che ci pensassi anche io...
E ti ringrazio per aver ricordato i viaggi originali, nel senso di origine...i pellegrinaggi e gli spostamenti dei popoli..
Quanto al resto i tuoi interventi talmente ricchi e piacevoli che mi sento alquanto..impreparata. Posso solo imparare e gustare queste conversazioni.
Viaggiare, viaggiare…allontanarsi da ciò che è conosciuto per conoscere luoghi e usanze diverse, città nuove, popoli lontani, la loro storia.
Il viaggio per me é acquistare una più grande consapevolezza, attraverso l’esperienza del diverso.
E per far questo il viaggio, deve essere “vissuto”, concordo con Egle e con coloro che detestano il “fast travel” l’ennesima stortura di una società, incapace di assaporare il piacere della conoscenza fine a sé stessa. Oggi tutto è un esibire, e così si collezionano viaggi, come un tempo farfalle.
Non amo parlare dei viaggi che ho fatto, soprattutto in una serata mondana, e il principale motivo, è che il parlarne non è volto a scambiarsi impressioni, ma a tentare d’impressionare i presenti…una tristezza.
Invidio i tempi di Goethe, in cui del viaggio si gustava tutto e che rappresentava un momento di crescita anche spirituale, oltre che di svago.
Per questo detesto i pacchetti tutto incluso, che mai utilizzerò.
Inoltre nella scelta dei viaggi mi guida anche una forma di “etica”, non sono mai andata a Cuba, per esempio, a causa del regime castrista, o nei paesi musulmani, per via della religione islamica (non esiste un solo paese che non applichi in varie forma la sharia).
Per il resto amo i viaggi a stretto contatto con la natura, e per questo mi attirano molto il Canada e l’Australia.
Ci sarebbe anche l’Appalachian Trail (che ho conosciuto grazie ad un libro di Bill Bryson), una “passeggiata” di 3.400 chilometri dalla Georgia al Maine, il capostipite di tutti i sentieri a lungo percorso, che attraversa foreste enormi foreste.
Poi mi piacciono le città d’arte, e in Italia siamo fortunati, in tal senso.
Infine il mio pallino è Hollywood, per visitare i luoghi simbolo del cinema …
Ciao Are
Invece a me i viaggi piace raccontarli e sentirli raccontare, ma detesto le diapositive. Quando qualche amico mi fa vedere le sue diapo del viaggio mi dico tra di me. "Oh, no! le diapositive No!".Difficile imprigionare un'emozione (a meno che non si sia molto bravi) con la sola foto.
A questo punto scelgo l'intermezzo musicale. La musica adatta al nostro tema: "The Weight" from The Band, da Easy Rider.
Ecco il link:
http://www.youtube.com/watch?v=QMy3AbpkYvw
Per la sottoscritta, bagaglio leggero. Non amo troppi pesi in viaggio :-)
Buon ascolto e buona visione!
Egle, i complimenti mi imbarazzano, e poi non sono meritati, ho scritto quanto mi era venuto in mente ma stimolato dalle vostre riflessioni.
Aggiungo un link, un brano che ho avuto spesso in viaggio che mi dà senso di libertà: l'immagine è quel che è, diciamo che qs. artista nel video non ha idea della propria non-immagine. Ma la musica è Pat Metheny con i Lyle Mays per le ed. ecm, un senso del viaggio particolare
"Are you goin' with me?" alb. "Offramp", o dal vivo appunto album "Travels"
http://it.youtube.com/watch?v=zn3zIBBmXiU
x Aretusa, se pensi tra le altre cose all'Australia, l'immaginario australiano o all'alterità del lontano in genere v."Frontier"
http://it.youtube.com/watch?v=1f7jRKSnmus
Cara Aretusa,
anch'io oggi come oggi, non andrei a Cuba, né in Cina...a dire il vero l'Oriente non mi attira..sono proprio un'esperide! :-)
Ma mi godo i viaggi qui é, anche se non sono ancora stata a Hollywood, ho visto un sacco di posti legati alla storia e al cinema.
Hesperia lo sa perché mi segue nei miei vagabondaggi anche sull'altro blog..
L'anno scorso ho visitato Savannah e son passata nella Shenandoah valley. L'anno prima mi ero fatta la route 66 e il New Mexico..
In Maine sono andata piu' volte e tutto il New England é affascinante. A Bangor, dove vive Stephen King, ci sono passata piu' volte..:-))
Ma ora la smetto senno' sembro una diapositiva!
Ah, Are..dimenticavo!
Io sugli Appalachi ci sto seduta sopra..:-))
Infatti si allungano fino da noi o scendono, come si vuole, fino in Georgia..
Hesperia:
Il video di easy Rider..e la musica..in quei posti li' ci sono stata appunto nel 2006 e non potro' mai dimenticare!
Josh, che bel pezzo, raffinato..ora cerco anche io qualcosa da farvi sentire..
A proposito di luoghi dell'anima..
Io ho sentito forte il senso dello "spirito" in due posti solamente.
In Italia in Sardegna, alla Basilica di S.Maria di Saccargia. Perduta e solitaria.
E nella Monument Valley, nella riserva Navajo. Niente mi é mai sembrato piu' vicino alla terra o a Dio.
Ma io sono un po' pagana e relativista, purtroppo!
Nei luoghi della Monument Valley hanno girato "Sentieri selvaggi" di John Ford, un film western che amo molto. Ricordate? Con John Wayne (lo zio Ethan) alla ricerca della piccola Debbie (Nathalile Wood) rapita dagli indiani. Beata te, Egle, che quei posti lì ce li hai nello stesso continente.
Una delle mie fisse è visitare le case degli scrittori, che considero luoghi dell'anima. Perciò Egle se ti capita, vai ad Amherst a visitare la casa con l'orto della Dickinson. Emily non è mai uscita da quel giardino, fonte di tante sue ispirazioni.
Qui vicino a Ivrea ad Aglié , ho visitato la casa di Gozzano a Villa Amarena, con il salotto di nonna Speranza e tutte le "piccole cose di pessimo gusto" (chincaglierie e ammenicoli vari, tazzine da té ecc.).
E ovviamente a Gardone, il Vittoriale di D'Annunzio, con un bagno straripante di pietre preziose, quarzi,agate, lapislazzoli ecc. Ma mi fermo anch'io sennò divento uan diapositiva. :-)
Dimenticavo: Amherst, si trova nel Massachussets, ma certamente lo saprai già.
Ma dove è finito il Drago dalle uova d'oro? Domani dovrà lasciarci l'aureo ovetto e lui ci sta trascurando impunemente :-)
Chi ha visitato l'Australia quel tanto da potercelo raccontare?
Stella
Cara Stella se ne vuoi saperne di più sull'Australia c'è un bellissimo libro di Bill Bryson "In un paese bruciato dal sole".
Bryson ha attraversato in treno l'interno desertico dell'Australia, da Sidney a Perth, lungo la leggendaria Indian Pacific,il risultato é un diario di viaggio ironico, dettagliato, ma mai noioso. Uno splendito ritratto dell'Australia vista da un turista non australiano, che ne esalta tutte le caratteristiche da quelle più affascinati, a quelle più terribili.
Molte notizie riguardano la fauna(come in tutti i libri di Bryson) alquanto micidiale: come le terribili meduse a scatola,gli esseri più velenosi del pianeta, che uccidono in pochi minuti.
Consiglio veramente i libri di Bryson anche perchè, strappano tante risate e informano...
Quello sull'Appalachian trail s'intitola "Una passeggiata nei boschi". E io leggendolo mi sono innamorata di quei luoghi.
Ciao Are
Grazie Josh...la musica é un po' inquietante, ma il video é molto bello.
Ciao Are
Cara Egle, spero un giorno di poterti venire a trovare:-)
le zone in cui abiti, sono fra le mie preferite.
Così magari sugli Appalachi ci andiamo insieme...
:-)Forse anche a Hesperia interessa la cosa.
Tre donne in cerca di avventura, pace e solitudine. Ci divertiremmo molto. Secondo me i viaggi fra sole donne sono più divertenti, i mariti "rompono" sempre.
Ciao Are
Mah Aretusa secondo me i mariti fanno anche altre buone cose tranne che rompere sempre eh:)
Comunque per Hollywood forse bisogna fare presto: cfr.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=241347
Anche secondo me :-). Devo anzi dire, che quando è in viaggio, mio marito non rompe mai. Direi che è la sedentarietà che lo rende nervoso, e la routine che mette a dura prova la vita di coppia. Cmq Are, accetto il tuo invito :-).
Hesperia:
mi hai dato un buon suggerimento. Non avevo ancora pensato ad Amherst. E dire che non sono lontana da li'...
Anche a me piace visitare le case...il Vittoriale l'avevo visitato da ragazzina, piu' tardi la casa di Pascoli a Castelvecchio e vorrei andare a Recanati in futuro.
Avevo dei parenti nel canavese che avevano una vecchia casa tipica che era come quella del Gozzano. La ricordo con molto affetto perché ci passavo quindici giorni tutti gli anni a settembre.
Are:
anche a me piacerebbe fare un bel giro negli States con voi due! Proprio per il fatto che ci piacciono le stesse cose, a quanto pare!
Potrei portarvi col mio camper anche a Rhode Island a vedere le Mansions e la casa del Grande Gatsby..( dove hanno girato il film)
Pero' bisogna darsi i turni alla guida...In questo i mariti di solito sono utili..:-))
L'invito é esteso anche a Josh, naturalmente, visto che si sta mostrando cosi' partecipe! :-D
Che gentile Egle per l'invito, ma non vorrei disturbare un viaggio per sole donne a fare la figura del guidatore salame tra le dame:) scherzi a parte, sono tornato da poco dall'UK, e l'estate scorsa ero negli States a fare il giro per tutti gli art deco districts (quello era il tema); non ho in mente di tornarci a breve, e poi devo fare i conti con altre dame qui cui sono discretamente "vincolato":P Sono partecipe però ai Vs. blogs perchè trattate temi che mi interessano, e perchè sono stanco di sentire in giro che l'intellighenzia è solo comunista, tutti gli altri sarebbero provinciali; esiste come evidente un mondo culturale vivo e attento anche in altre aree di pensiero, piuttosto quella sinistra è disinformacja.
Allora é fatta...
In futuro un viaggio insieme:-)
Ciao ragazze e ciao Josh
Are
Guardando il video di questo celebre road-movie (che deve parte del suo successo anche alla colonna sonora) non ho potuto fare a meno di fare le mie considerazioni. Il viaggio è legato fortemente all'American dream. Ma proprio perchè è una proiezione letteraria (e per letteraria, intendo anche filmica), contiene in sé anche il sogno in frantumi. L'American dream di questi personaggi, finisce con la morte del protagonista (Dustin Hoffmann in "Un uomo da marciapiede"); idem quello di Easy Rider; idem quello di "Una calibro per un professionista" (con Jeff Bridges che muore giovane e Clint Eastwood che prosegue da solo). Si ottiene quel che si cerca, eppoi una volta ottenutolo, si muore. Chi ha detto che la letteratura americana è così ottimista? Palle. C'è del tramontismo anche in lei. Vedere il finale de "Il grande Gatsby" di Fitzgerald. Scusate i pensieri pessimisti. Forse, perché sono influenzata.
Beccatevi questa intramontabile "Everybody's talkin'"
http://www.youtube.com/watch?v=QorkFwpOo6E&feature=related
É tutta questione della bottiglia. Mezza piena.
Quando hai raggiunto la méta puoi anche morire.Hai esaudito il sogno e hai dato un senso al viaggio...
Sempre stupenda l'Everybody's talking..
P.S.
Ho trovato l'indirizzo della casa della Dickinson. É vicino alla 91 e l'estate prossima ci andro' di sicuro.
Egle, salvo pochi rarissimi casi, la letteratura non è mai così "rassicurante". Quasi in nessun paese. Non deve esserlo del resto, poiché la sua funzione non è quella di rassicurare ma di indurre a una riflessione. E quando sento molti europei criticare gli Americani sulla faciloneria e gli happy endings, mi rendo conto che non conoscono niente e che parlano solo per luoghi comuni. Moby Dick è un viaggio in nave che finisce in modo apocalittico: un'apocalisse quasi biblica. E a proposito della Dickinson di cui visiterai la casa, "I Felt a funeral in my brain" (Sentii un funerale nel mio cervello) è una poesia perturbante e tutt'altro che rassicurante. Ma ora sono stanca e vado a nanna, sennò divento una guastafeste. Anzi, una guastaviaggi. E comunque Jon Voigt di "Midnight cowbow" con la valigia di pelle di vacca sul video di You Tube, è davvero un programma :-)
Hai ragione Hesperia, del resto nella letteratura americana i drammi non mancano e anche i racconti d'orrore alla Edgar Allan Poe o alla Stephen King che molti prendono solo per un venditore commerciale.
E anche il cinema non é sempre happy ending.
Oggi per caso mi son vista un pezzo di un film con Orson Wells già grassissimo, Charlton heston e Janet Leight, poliziotti sulla frontiera americana, ma il titolo inglese non lo so, perché i maudits français traducono tutto.
il pensiero di Hesperia almeno riguardo all'american dream e alla dimensione del viaggio/frontiera interiore/svolta nella vita può essere dilatato con "Gli Spostati" di John Huston, "Sugarland Express" di Spielberg...
anche '5 pezzi facili' di Bob Rafelson come viaggio, american dream che sconfina però nella perdita di sè non scherza...
x unedame: i film tratti da Stephen King spesso vengono presi solo per horror; alcuni lo sono, ma altri sono riflessioni, apologhi. Magari non è il tema del viaggio, ma c'è la trasposizione di un ideale che fallisce in un mondo di coscienze di 'morti dentro', è una forma di critica sociale filosofica molto forte. A parte Carrie (De Palma) e Shining (Kubrick), i temi sono più metaforici in La zona morta (Cronenberg), Stand by me (Rob Reiner), Misery (Reiner, sul valore etico o meno della letteratura, vittima-carnefice), Cose preziose, Le ali della libertà, il miglio verde..
per il resto i viaggi possono essere tanti, non deprimetevi, si può sempre scegliere:-)
Heaven or Las Vegas?
http://it.youtube.com/watch?v=dtBr5JKSuks
Direi che con i due ultimi interventi di Egle e Josh, abbiamo davvero sviscerato tutto. Il viaggio-sogno-fuga reca in sé la perdita dell'allontamento, della separazione e dello sradicamento (la figura del "drifter", un termine che si usa per le foglie al vento, e del "drop out" che emerge spesso nella lettaratura americana (filmica e narrativa). Poi può esserci anche un fastidioso ospite che si autoinvita da sé: la morte. Ma qui siamo nel regno dell'ineluttabile imprevisto.
Con "Zoo di vetro" di Tennessee Williams siamo addirittura al "sogno" in frantumi (come il vetro).
Alla fine Tom conclude in questo modo: "Viaggiavo viaggiavo ...cercando di sostituire col movimento quello spazio che mi era negato". Cito a mente perché non ho sotto il naso la pièce.
OT: Egle quel film tremendo di Orson Welles di cui parli è "L'infernale Quinlan".
Hesperia sei insuperabile!!
Era proprio quello!
Josh, hai citato tutta una serie di film indimenticabili, credo che ti porteremo a forza nel nostro viaggio..:-))
Ormai nemmeno piu' i ricchi hanno il tempo per viaggiare come si faceva una volta. E poi se tutti viaggiano diventa un po' da tamarri. :-)
Io viaggio prevalentemente a piedi, quindi immagino quanta strada dovrei fare da quelle parti.
Sono sempre dell'idea che un bel laghetto tra i monti, gli orsi e gli originali sia la cosa migliore. :-)
Aretusa, grazie infinite, non manchero' di comprarlo e leggerlo. In attesa di visitare un pezzo di Australia.
Stella
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