mercoledì 2 gennaio 2013

Fenice e fenicotteri tra mito e natura






Post fata resurgo


Tra i miti che mi hanno sempre affascinato fin da giovanissima c'è quello della Fenice, l'uccello che risorge dalle sue  stesse ceneri. Tanti sono stati i cantori di questo mito e molteplici le civiltà da Occidente a Oriente, che l'hanno declinato a  seconda delle loro culture. Cominciamo con la mitologia greca.
Nei miti greci (ma non solo) era un uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume — una rosa ed una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco —.
Il motto della Fenice è Post fata resurgo ("dopo la morte torno ad alzarmi").
 In Egitto era solitamente raffigurata con la corona Atef o con l'emblema del disco solare. Contrariamente alle "fenici" di altre civiltà ,quella egizia non era raffigurata come simile né ad un rapace, né ad un uccello tropicale dai variopinti colori, ma era inizialmente simile ad un passero (prime dinastie) o ad un airone cenerino, inoltre non risorgeva dalle fiamme ma dalle acque.
Impossibile tracciare nel dettaglio tutte le varianti di questo celebre mito a cui è stato dato il nome di importanti teatri (a Venezia) , di aerei da guerra, il cui logo è servito a molte case editrici con il mito dei libri e del sapere che risorge dalle ceneri. Eccone dunque un compendio. Non ultimo, il mito della Fenice venne incorporato nello stesso Cristianesimo attraverso la vita del  Cristo ed il suo ciclo Morte-Resurrezione.
 L'uccello di fuoco è  tra le sue varianti, anche un'antica fiaba popolare russa raccolta da Afanasjev che parla del principe Ivan  allorché sorprese il meraviglioso pennuto in procinto di svolazzare intorno ad un albero di mele d'oro all'interno del giardino di un mostro. Il Principe si avvicinò furtivamente all'albero a approfittando di una nuvola che nascondeva la luna  rendendo buio il giardino, catturò l'uccello con un retino d'amianto.  L'Uccello di Fuoco implorò il principe di lasciarlo libero e gli offre una delle sue penne di fuoco. Il principe lo liberò ed esso gli promise di  tornare subito da lui in caso di pericolo . E difatti sul finir della fiaba, l'uccello con una scatenata danza ruppe l'incantesimo del mostro e salvò il Principe. Qui la fiaba popolare russa. 
L'Uccello di Fuoco è anche un bellissimo balletto di Serghej Diaghilev su musica di Stravinski.









Osservando uno dei tanti documentari della natura che si vedono durante le festività natalizie, mi capitò  di vederne uno che concerneva i fenicotteri del lago di Natron in Tanzania. E immediatamente, nell'osservare il meraviglioso piumaggio di questi uccelli dalla danza leggera  sia quando posano le lunghe zampe di trampoliere sul terreno,  sia quando si librano il volo, ebbi la sensazione che le mitiche fenici fossero proprio loro. Intanto perché hanno il nome con le prime 5 lettere uguali. Poi perché il piumaggio del fenicottero vira dal rosa pallido a quello più carico, all'arancio  bruciante fino al vermiglio, come i colori della leggendaria Fenice. E la danza del fenicottero al tramonto sul lago di Natron è una danza di...fuoco. Il nome in francese del fenicottero richiama le fiamme (flamant rose) e pure quello in Inglese (flamingo). I nostri fenicotteri in Sardegna e quelli in Camargue sono rosa, mentre quelli africani raggiungono pigmentazioni d' arancione,  purpuree   e vermiglie, incendiando i cieli col loro volo.
Ma ecco un'altra importante suggestione. Il Lago di Natron è di origine vulcanica e spesso i fenicotteri vi depongono le uova  proprio sotto le ceneri incandescenti. Poi le uova si schiudono, i pulcini si fanno largo nel mondo e l'eterno ciclo della vita ricomincia. Dalle acque del lago, alle ceneri del vulcano, fino all'aria dei cieli, è certamente lui,  il Fenicottero,  il misterioso uccello  su cui hanno favoleggiato artisti, poeti e mitografi che attraversa i 4 elementi della Natura: terra, acqua, fuoco e aria. Qui il trailer del famoso documentario  sul mistero della vita dei fenicotteri, "Le ali di porpora" della Disney Production .

Sarà forse perché viviamo tempi incerti e foschi, ma questo della Fenice è un mito luminoso, rassicurante cui  il nostro immaginario attinge costantemente in momenti di smarrimento. Una sorta di éternel retour.
E la Natura ce ne restituisce la sua sfolgorante conferma.

 
Qui su questo blog, Il Giardino delle Fate (ma quanti giardini paralleli!) altre suggestioni su di un mito che attraversa quasi tutti i popoli, etnie, religioni e civiltà. Per non dire di artisti, poeti, pittori e disegnatori che hanno immortalato questa strana creatura meravigliosa nei più svariati modi e con i più caleidoscopici colori.

Hesperia

67 commenti:

marshall ha detto...

Anche nella Divina Commedia c'è un ponderoso collegamento con tale mito. In un Canto, dove il pensiero del Sommo viene "illuminato dalla Grazia" in maniera "strabordante", paragona l' UOMO all' Araba Fenice che "more e poi rinasce".

E' sicuramente uno di quei passaggi secondo i quali la Chiesa di Roma ha decretato Sacro il Poema e "Dante poeta cristiano", anzi cristianissimo.

Hesperia ha detto...

Marsh,

Il mito della Fenice può avere due e più modi differenti di comprensione. Stando alla prima interpretazione, Fenice è simbolo della ricerca o della conoscenza che supera ogni ostacolo. Ne farebbero fede le leggende di Fenice re dei Dolòpi, consigliere attento e riservato dell'eroe Achille ed esempio di virtù per l'armata greca nella piana di Troia.

La seconda interpretazione, che fa capo al mito del leggendario uccello semidivino, l'Araba Fenice, è più complessa, in essa si intrecciano elementi della religione cristiana a cognizioni arabe in ambito astronomico.

Se vai sul testo e clicchi alla parola "compendio" vi troverani una serie di interpretazioni interessanti. Non solo greche e latine. Perfino i cinesi avevano un mito del genere. Ciao.

Hesperia ha detto...

Refuso sulla penultima riga : vi troverai.

E non dimenticare di guardare il documentario della Disney Production gli spezzoni di "Le ali di porpora" che ho messo nel finale. E' davvero stupendo.

marshall ha detto...

Hesperia,
i miei due commenti sono perfettamente uguali, cancellane uno per favore. Peccherebbe di un errore grammaticale, ma è comprensibile anche così.
----------------
Vista alla luce della fede cristiana, e forse anche di altre religioni, la "metafora" della FENICE che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte sarà un pezzo forte per Josh e GL, dei quali sono ansioso di leggere i rispettivi commenti.

GL ha detto...

@marshall
Non so cosa dire in più del post, oppure precisare.

Ho da dire OT per il tuo commento, che è discutibile la cristianità del Dante, almeno secondo il contesto della sua epoca. Lui ha avuto un processo dal vivo e dal morto. Tutte le sue opere, tranne la Commedia (nome strano, avevano Zelig nel Medioevo?), dopo la sua morte erano messi in Indice. La situazione è un po simile con da Fiore, come già discusso nel post precedente.

Hesperia ha detto...

Come ho scritto nel post, il cristianesimo incorpora questo mito, ma il mito lo preesiste poiché è avanti Cristo.

"Già menzionata dal poeta Esiodo, l'Araba Fenice fu descritta compiutamente da Erodoto, storiografo di Alicarnasso vissuto nel quinto secolo ante Cristo. Egli scrisse nelle “Storie” che la Fenice fosse un uccello originario dell'Etiopia. Il suo piumaggio sarebbe stato colorato variamente ed il suo aspetto simile a quello di una grossa aquila. Avrebbe potuto vivere fino a cinquecento anni, ma per altri autori fino 1461 e perfino quasi tredicimila anni"

Qui il resto del mito:

http://www.astercenter.net/mitologia/fenice/fenice.html

Per favore, rimanete nel topic.
Sarebbe interessante chiedersi come nascono i miti? Rispondere che fanno parte dell'immaginario collettivo è forse troppo semplicistico.

Hesperia ha detto...

Rimane pure il detto "L'Araba Fenice che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa".

Il mito della Fenice riguardò principalmente la fisiologia: essendo esemplare unico della sua specie, non avrebbe potuto riprodursi come gli altri animali, ed una volta morta sarebbe sempre rinata: quando la Fenice avrebbe avuto il sentore di morte, sarebbe volata in un luogo segreto dell'Arabia (da qui l'appellativo “araba”) e, dopo essersi raccolta in un nido fatto di ramoscelli d'incenso, si sarebbe lasciata morire.

Quali uccelli le rassomigliano di più? I fenicotteri, perché hanno un piumaggio di rara bellezza e perché sovente sono usi deporre le uova dei loro piccoli nei crateri dei vulcani o nelle sabbie vulcaniche del lago di Natron in Tanzania.

Hesperia ha detto...

Non dimentichiamo inoltre che spesso i miti presso le antiche civiltà erano modi immaginifici legati al "meraviglioso", per spiegare fenomeni del tutto naturali e reali, dato che quei popoli non disponevano ancora di metodi razionalistico-scientifici.

marshall ha detto...

un OT per
GL,
che Dante sia stato "eletto" dalla Chiesa Poeta Cristiano, il primo, il più Grande tra loro, non ho dubbi. Circa 10 anni fa, le Edizioni Paoline avevano pubblicato una serie di libri dedicati ai Dottori della Chiesa, fuori serie pubblicarono "Dante Poeta Cristiano" additandolo come "fulgido" esempio di cristianità.

Sympatros ha detto...

La verità è che a nessuno essere vivente piace morire. Una volontà cieca e superindividuale lo spinge alla vita. L'osservazione della morte e la susseguente paura di essa, hanno determinato ( in un animale un po' particolare, dotato di autocoscienza) il sentimento e il desiderio di esorcizzare e di superare la morte, con le fantasie e i miti della resurrezione. L'esperienza e la visione della vita ciclica della natura ha fatto il resto. La primavera come resurrezione dalla morte invernale viene presa come paradigma di riferimento e supporto immaginifico. Non è un caso che le presunte resurrezioni spesso avvengono in primavera.

Sympatros ha detto...

Nel mito dell'Araba Fenice, l'umano desiderio di vincere la morte e di risorgere si perfeziona come mito assoluto, cioè va a soddisfare il desiderio di resuscitare dalla morte in maniera perfetta, cioè non nel modo della precedente vita, magari fatta di stenti e di brutture. Il volo, la conquista dell'alto, l'immagine dell'uccello sollevato da terra, nel cielo, libero da brutture, bellissimo…. è l'immagine della vita sognata, è il mito assoluto. Pure il cristianesimo utilizza questo mito, ma lo lega al concetto di sofferenza…. la resurrezione in questo caso non è fuga dalla sofferenza nella bellezza del mito.. ma la sofferenza diventa strumento essenziale, da mezzo diventa quasi un fine. Insomma è conditio sine qua non perché avvenga la resurrezione.

Hesperia ha detto...

Oh, finalmente qualcosa di attinente al post! I miti nascono anche dal desiderio. O forse aiutano i popoli a combattere le loro angosce. Bravo Sympatros.

Scusa Marsh, ma ti avevo cortesemente pregato di attenerti al tema. Di Dante mi pare se ne sia parlato anche troppo altrove.

Hesperia ha detto...

Riporto anche il mito cinese della Fenice dove lo chiamavano "uccello di cinabro".

Anche nella cultura cinese è presente la figura mitologica di questo uccello. Ebbe nome di Tan Niao, ovvero “uccello di cinabro”, dal colore rosso fuoco con cui sarebbero state colorate le piume.Secondo i Cinesi sarebbe stato l'uccello del fuoco e dell'estate impregnata della canicola del sole, e la cavalcatura celeste degli immortali".

Hesperia ha detto...

Perché ho aperto l'anno proprio con questo fulgido mito? Non è un caso... Perché stiamo vivendo la morte della nostra civiltà , del nostro Paese, della nostra economia, del lavoro che dà dignità all'uomo. Ed ecco che i miti (che poi sono simboli e metafore) ci vengono in soccorso.
In buona parte dei casi non sono veri, ma abbiamo bisogno di crederci

Sympatros ha detto...

Anche se con un po' di sforzo, facciamoci entrare pure Dante nel mito in questione.

La resurrezione in una vita perfetta nel mondo di Dante passa per il Purgatorio. Le brutture del peccato, le ferite del peccato devono essere purgate e sanate dalla sofferenza del Purgatorio. Le anime del purgatorio sono dei futuri santi… però la loro bellezza è in qualche misura deturpata dalla ferita del peccato. Questi versi sono un'immagine luminosa di quel che dico.

biondo era e bello e di gentile aspetto, 
ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.

La bellezza di Manfredi è deturpata dalla ferita sul viso.. ferita fisica e allegoricamente morale…. che sparirà quando salirà, risorgerà a nuova vita nel Paradiso.

Hesperia ha detto...

Ah, ho capito, hai colto in me una punta di dispetto e allora fai come quei professori pedanti: beccati Dante!
:-)
Buona notte!

Sympatros ha detto...

Il ripetersi dei miti in civiltà e culture differenti e distanti sta a supportare il concetto di archetipo e del fatto che l'uomo, l'animale-uomo, sciolto e liberato dalle sedimentazioni storico-culturali, è sostanzialmente uguale difronte alla natura e alla vita. Ha le stesse paure e gli stessi desideri.

Sympatros ha detto...

Buona Notte

GL ha detto...

Buon giorno a tutti!

Se la causa del mito del Fenice si può spiegare dal desiderio di vivere, angoscia, paura della morte, come si può spiegare il mito della caduta? Con il desiderio di morire, thanatos e robe varie psicologiche?

Spiegare in questo modo i miti, e sperare in loro (concretamente nella rinascita) vuol dire che ogni speranza è vana, la civiltà è morta, e tutto il resto.

Attento con approcci e paragono del mito pagano con miti religiosi. Concretamente esiste un Gesù mitico e un Gesù storico, ma mai sentito per un Fenice storica.

PS. Hesperia, se è possibile mi dai il link del post dove avete parlato di Dante eretico.

Hesperia ha detto...

@ Sympatros - Il ripetersi dei miti in civiltà e culture differenti e distanti sta a supportare il concetto di archetipo e del fatto che l'uomo, l'animale-uomo, sciolto e liberato dalle sedimentazioni storico-culturali, è sostanzialmente uguale difronte alla natura e alla vita. Ha le stesse paure e gli stessi desideri.

E difatti non a caso, ho parlato di "éternel retour". Come ben saprai, molti tra gli studiosi di miti sono degli strutturalisti i quali studiano le variabili ma anche le costanti delle varie etnie, razze umane e culture.

Hesperia ha detto...

Infatti caro GL si parla di "caduta delle aquile", ma mai della Fenice, la quale viene sempre inserita nel circuito delle metamorfosi rassicuranti di morte-rinascita.

Dato che insisti con Dante, ci sono varie pubblicazioni su Dante appartenente al filone esoterista dei Rosacroce:

http://www.ibs.it/code/9788886452380/filalete-ireneo/esoterismo-rosacroce-nella.html

Poi però finiamola lì con Dante.

Anonimo ha detto...

Ciao Hesperia, Buon Anno a te e ai tuoi ospiti.
Magari ti farà piacere questa romantica scena presa dal film 'La mia Africa', dove Meryl Streep e Redford sorvolano quel lago di cui parli e vedono un cielo fiammeggiante di fenicotteri:

http://www.youtube.com/watch?v=j38t2lDi4GU

Rosalind

Hesperia ha detto...

Grazie Rosalind, Buon Anno anche a te.

Sì, la ricordo benissimo quella scena, tant'è vero che l'ho cercata su Internet senza trovarla. Perciò ti ringrazio per averla trovata. E' un paesaggio mozzafiato che chiunque di noi vorrebbe visitare, dato che la natura prevale sull'uomo.

GL ha detto...

@Hesperia:

"Infatti caro GL si parla di "caduta delle aquile", ma mai della Fenice, la quale viene sempre inserita nel circuito delle metamorfosi rassicuranti di morte-rinascita".

Che senso ha questa risposta?

Quanti italiani credono che Fenice e i miti salverà Italia dalla crisi? Oppure quanti italiani si consolano e si rassicurano con i miti?

La credenza nei miti non ha nessun supporto popolare, tempi, rituali ecc, come succedeva per esempio in Grecia antica, e neanche il supporto di élite, quasi tutta indifferente. Per esperienza personale ci sono soltanto certe persone, maggioranza intellettuali, affascinati dalla mitologia e dal film fantasy.

Hesperia ha detto...

Che senso ha questa domanda?

GL ha detto...

Che senso hanno i giochi di parole, se non per passatempo?

johnny doe ha detto...

Già Nietzsche aveva osservato che il mito(pure cristiano),indipendentemente dalla sua verità,serve alla vita.

johnny doe ha detto...

Direi che quasi tutto lo Stilnovo ,Dante compreso,sono in odore di eresia...molto vicino al Catarismo.

Nessie ha detto...

Scusa Johnny, ti ringrazio del passaggio, ma desidererei che un post sul mito non si trasformasse né in una disputa religiosa né in un trattato su Dante, che merita grande rispetto come è ovvio, ma che ci porterebbe, data l'ampiezza dell'argomento, inevitabilmente fuori tema.

Mi pare che in questo senso Nietzche sia più vicino alla realtà del mito, quando dice che esso serve alla vita. Poi ci sono altri studiosi di miti come Robert Graves e come Neumann e Frazer (Il ramo d'oro).

POtremmo invece, inserire quello della Fenice nel novero dei miti ignei, come quello di Prometeo e di Vulcano.

Curioso poi che sempre per rimanere nel contesto mitologico, ci fosse pure un centauro di nome Fenice noto per la sua sapienza.
E sempre per rimanere nelle simbologie, molte case editrici adottarono il loro della Fenice per mostrare come dal rogo riemerga la cultura e la sapienza.

Hesperia ha detto...

Chiedo venia, adottarono il "logo" della Fenice e non il loro come da refuso.

GL ha detto...

Nietzsche è il limite estremo del disprezzo contro la rivelazione giudaico-cristiana dalla posizione dei miti greci, che lui vuole fare rinascere come Fenice dal cenere del mondo moderno, decadente e malato proprio per la mancanza del mito.

C’e ancora di più, per Nietzsche, non è la verità o falsità presupposta del mito, ma è la falsità come valore in se stessa che serve alla vita. Vedete cosa ha scritto arrabattandosi per capovolgere i valori tradizionali base:

“Per quanto grande possa essere il valore della verità, del disinteresse, potrebbe darsi cionondimeno che all’apparenza, alla volontà del falso, all’interesse ed alla cupidigia bisognasse ascrivere un valore superiore e più fondato per tutto ciò che si riferisce alla vita”. (“Al di là del bene e del male”, paragrafo 2)

Oltre al di la del bene e del male, siamo al di là del vero e del falso, e sono pigro per trovare la citazione accademica per dimostrare che siamo fatalmente anche al di là del bello e del brutto, con conseguenza diretta art brut e robe varie moderne disprezzate dai adoratori dell’arte tradizionale che spesso, per ironia, sono ammiratori di Nietzsche (forse perché lui dava legittimità alla contraddizione, al conflitto, alla polemica ecc, perché servono alla vita).

Anonimo ha detto...

Una curiosità sul perché i fenicotteri sono rosa o arancio o addirittura rossi:

http://cultura.biografieonline.it/fenicotteri-rosa/

Perchè si nutrono di sostanze a base di betacarotene come molluschi, gamberetti, alghe ecc. Dunque meglio mangiano più accentuata sarà la sfumatura del loro piumaggio.

Zeta

Hesperia ha detto...

Grazie Zeta, notizie interessanti.
E difatti i pulcini nascono grigi, goffi con zampe lunghe e poi pian piano si tingono di colori meravigliosi.Come nella favola del Brutto Anatroccolo.
Come ho già scritto, però, i fenicotteri dei nostri laghi e delle nostre paludi mediterranee (Sardegna, Camargue ecc , non arrivano ad avere il pigmento carico di quelli africani. Evidentemente lì ci sono alimenti particolarmente ricchi di quel betacarotene di cui parla il link.

Josh ha detto...

e rieccomi anche su questi schermi con un felice 2013 a tutti :-)

Dunque, il tema è affascinante. Mi sono sempre piaciuti i fenicotteri, bellissimi animali.

E il mito della fenice l'ho sentito sempre mio, perciò complimenti per il post, e per la scelta tematica.

Vero quel che leggo nel post, della fenice morte/risurrezione inglobato anche nel cristianesimo.
Pare quasi ovvio, in fondo.

ma era un simbolo che ha attecchito molto anche nell'esoterismo, che si giova della somma di tradizioni precedenti da vari paesi e popoli.

Il simbolo racchiuso in sè dalla fenice:
La vita che rinasce dalla morte, il potere di finire un ciclo e iniziarne un altro:
non solo riferito alla morte-morte vera e risurrezione-risurrezione vera come promessa dal cristianesimo, ma anche intesa come:
persone con una capacità di immensa rigenerazione di sè nell'arco di tempo della vita terrena stessa

Per es. uno stadio alchemico era rappresentato dalla fenice, la nigredo..quando dalle cose morte e putride poteva invece nascere una nuova vita.

Credo sia un "mito" parecchio costruttivo e rivoluzionario, nel senso anche della rivoluzione di sè e del 'potere' spirituale di cambiare la propria vita, l'ho sempre avvertito più forte letto in questo modo, pur nella compresenza di altre vie interpretative tutte interessanti.

Hesperia ha detto...

Ciao Josh, Buon Anno anche a te.

Giusta la tua suggestione sull'alchimia e l'esotorismo. Il ciclo di vita della Fenice e la sua così drammatica rinascita dalle proprie ceneri, ne fecero il simbolo della rinascita spirituale, nonché del compimento della Trasmutazione Alchemica, processo Misterico equivalente alla rigenerazione umana (“Fenice” era il nome dato dagli alchimisti alla pietra filosofale).
Certamente i filosofi del Rinascimento (Marsilio, Plotino ecc.) ne sanno qualcosa, anche se al momento mi sfuggono i riferimenti.

Josh ha detto...

Aggiungo che questa specie di "scambio" simbolico, cioè come la nuova luce che esce dalle tenebre,
la nuova vita che nasce dalle cose putride-morte o bruciate,
in astrologia è riassunto
dal segno dello Scorpione, che racchiude in sè la fenice (non nell'ottica della figura dell'animale ma in chiave simbolica).

Anticamente i segni Bilancia e Scorpione, stagionalmente vicini, erano uniti in un segno solo e si chiamavano Aquila.
Oh beh sempre di...volatili si tratta:-)
In seguito, per affinamento di tastiera simbolica e affinamento psicologico-interpretativo, si è arrivati alla distinzione tra Bilancia e Scorpione.

ma è lo Scorpione che assomma in sè la potenza rivoluzionaria della fenice. Morte e risurrezione sì, ma di più autocombustione e capacità di ripartire con una nuova vita più volte nel corso della vita.

Questa caratteristica "da fenice" in astrologia è propria anche delle personalità ovvio segnate dallo Scorpione,
ma anche di chi pur trovandosi diversamente "segnato", abbia forti valenze di Plutone, talvolta Urano, talvolta della casa VIII. Questo almeno secondo una parte di certa Tradizione.

Josh ha detto...

p.s. un paio di riferimenti in questo senso:

Fenice come aspetto alla dinamica morte-resurrezione Scorpione (in cerca di nuova vita, di nuovi piani dell'essere)

Scorpione/Fenice/Aquila/Serpente
sono varie creature associate con il segno. Come la Fenice...in modo meno plateale... il serpente che si rinnova e si rigenera spogliandosi periodicamente della sua vecchia pelle.

Ciascuna "morte" sarà sperimentata come un periodo di crisi, durante il quale qualsiasi cosa che è diventata obsoleta viene eliminata, seguita dalla generazione di un capitolo della vita completamente nuovo.

La vita è intesa dunque come dover passare attraverso il fuoco per rinascere.
cfr.

http://www.esopedia.it/index.php?title=Scorpione_%28astrologia%29

http://www.gabriellla.it/astrologia/scorpione/default.htm

Josh ha detto...

aggiungo: la fenice ha a che fare, più che non si pensi, con il cuore della verità emotiva di molti di noi,
e questa verità va oltre le leggi apparenti della vita e della morte, come inconsciamente sappiamo bene.

:-)

johnny doe ha detto...

"ma è la falsità come valore in se stessa che serve alla vita."
Già,verissimo...ma non ho voluto metterla giù così radicale,visto che poi ci avrebbe portato lontano...riaprendo certe tematiche... che,come dice Nessie,non sarebbero state in tema.

Certo questo mito è uno dei più affascinanti e forieri di riflessioni e interpretazioni,come si vede anche dai commenti.
A me piace quella della continua rigenerazione personale,attraverso diverse morti...volesse il cielo che lo fosse anche per la società...tra parentesi,sono dello Scorpione.

Josh ha detto...

caro Johnny, chissà perchè mi ero convinto tu fossi del cancro.

Così per parlare, sono bilancia ma ho giove + nettuno + venere in scorpione, con anche plutone culminante ....e anche a me piace quella della continua rigenerazione personale, attraverso diverse morti e rinascite...o meglio, la vedo come una necessità imperiosa

penso che più che una cosa che piace, è una cosa che fa parte di alcune persone, e che sperimentano spesso questa dinamica nel corso della loro vita, e non potrebbero fare altrimenti

con questo io non "credo" propriamente nell'astrologia in senso pieno...diciamo che ci sono diversi tipi di sapere, tanti livelli in tutte le cose....
che si compenetrano, e talvolta hanno uno stupefacente potere rappresentativo e simbolico di tratti umani molto veri :-)

Hesperia ha detto...

Creature fantastiche che colpiscono l'immaginario collettivo ce ne sono sempre, caro Josh. Hai parlato di serpente e mi viene in mente Quetzalcoatl, il serpente piumato dei Maya, strana creatura a cui attribuivano poteri magici

http://en.wikipedia.org/wiki/Quetzalcoatl

Poi l'astrologia ci sguazza su questa cose delle leggende e simbolismi.

Sarebbe però interessante capire perché ogni cultura si inventa i suoi strani uccelli magici. Guarda caso, anche i russi avevano nella cultura popolare, l'uccello di fuoco della fiaba di Afanasjev di cui ho linkato anche il balletto di Diaghilev.

Sullo Scorpione. La bestia o insetto (quella vera) e che mi fa una paura boia, visto che è velenosa, se la chiudi in un angolo e non può difendersi, si dà la morte da sola alzando la coda col piccolo rostro e iniettandosi da sola il veleno fino a morire. Come vedi, la natura ha i suoi misteri almeno quanto il mito.

Hesperia ha detto...

Johnny, allora come mai che nel post sui gioielli, gemme e pietre preziose del 31 gennaio 2011 nel tuo commento 1 febbraio delle ore 20: 01 hai scritto testualmente:

"Tutte le componenti di questo amuleto sono collegato al segno del Cancro a alla Luna e alla notte del solstizio in cui son nato.Queste sono le mie poche nozioni astrologiche.
Le pietre,smeraldi in particolare, son sempre state una delle mie tante passioni"

Il cancro nasce nel solstizio d'estate, lo scorpione è un segno autunnale, nell'equinozio.

http://esperidi.blogspot.it/2011/01/gioielli-gemme-pietre-preziose-e.html

Hai avuto un'amnesia su te stesso ? :-)

GL ha detto...

Anche i moderni Mallarmé e Borges:

http://www.marsilioeditori.it/autori/libro/3178614-il-mito-della-fenice-in-oriente-e-in-occidente

Hesperia ha detto...

Sì Gl e anche D'Annunzio.

Hesperia ha detto...

La bibliografia su questo tema è pressoché sterminata e oltre a quanto ha riportato GL c'è anche questo saggio La Fenice e il Mago in PDF, legato all'alchimia :

http://books.google.it/books?id=xwOv7mxMopMC&pg=PA49&dq=la+fenice,+la+cenere&hl=it&sa=X&ei=Al7rUIfvE8aShgf_oIDwBw&ved=0CFEQ6AEwBQ#v=onepage&q=la%20fenice%2C%20la%20cenere&f=false

GL ha detto...

Per chiarire meglio la mia posizione riferito al mondo mitico, mi permettete (Hesperia e altri) un altro OT.

Durante le ferie sono andato al cinema, e in mezzo alle commedie volgari e horror orribili, non c’era altro di meglio che il film fantasy LO HOBBIT con i protagonisti della trilogia “Signore degli Agnelli”.

http://wwws.warnerbros.it/thehobbitpart1/

Non è importante se era bello o no, significativo o no, ma da tutto il film non ricordo niente di più che una frase dell’arcimago Gandalf che mi ha fatto molto impressione:

(trascritto a memoria, con press a poco)

“Senti figlio mio, la vera magia non è il potere del mago, il mistero ... ecc, la vera magia sono i atti semplici degli uomini sulla terra, atti di coraggio e di generosità”.

Hesperia ha detto...

Scusa GL ma i film fantasy, sono una rappresentazione volgare, annacquata e da cassetta del mito. Mi spiace che il film ti abbia annoiato ma io quei film lì, non li vado a vedere.
Se proprio vuoi vedere un bel film, c'è quello di Tornatore "La migliore offerta" che ho appena visto. In tanta pacchianità, finalmente un buon film. Davvero...

GL ha detto...

@Hesperia

Sono curioso, hai la stessa idea anche per Tolkien?

Ho letto la descrizione della trama del film di Tornatore in Wiki. Da quel che ho capito e interpretato, forse mi sbaglio ma è esattamente quel che penso su quello che si cerca nell'arte e quello che si trova nella vita (è indicativo il rapporto il ritratto di donne - la donna "reale"). Mi fa piacere il fatto che esiste una illustrazione artistica di una idea vera. Il film mi sembra come per dire molto pedagogico, anche se so bene che quasi nessuno impara di regolare la sua vita da un film o da un romanzo.

Per vederlo non so, ho impressione che il film è molto depressivo. E' vero o no?

Nessie ha detto...

Depressivo? No, non direi...E' un film che contiene un giallo al suo interno e che tiene col fiato sospeso. Insomma, un intrigo, un mistero che se te lo rivelo poi ti tolgo la sorpresa.

GL ha detto...

Va bene Nessie tu sei nel tuo diritto e in un certo senso hai ragione di fare ironia sul mio moralismo e pedagogismo, ma non vale nel mio caso perché io non accumulo la memoria con film belli, ritratti belli di done belle e rapporti con donne belle che ti lasciano la bocca amara. Per certe cose sono molto selettivo, per certe altre non ho nessun pregiudizio, leggo e guardo anche cose volgari, nessun problema, basta divertirmi (nel senso mozartiano del termine). Non vado in cinema (o qualunque altra attività culturale) per uscire depresso, mi basta la mia depressione, e ho anche per gli altri se vogliono.

johnny doe ha detto...

johnny è del cancro,paolo tinti,alter ego fb,scorpione...

Josh ha detto...

@Johnny:

fammi capire.

Johnny è del cancro
e invece quel Paolo lì è Scorpione.
Ma io ho parlato col Cancro o con lo Scorpione, con Johnny o con Paolo?
Quindi col nick Johnny Doe in quanti sono a scrivere?

cioè:
Quanti siete lì dentro?
:-))

più persone usano quel nick o trattasi di personalità multipla?

va a ssapè....

Hesperia ha detto...

Eh! Eh! te l'avevo detto Josh, che eravamo alla Second Life.

Josh ha detto...

ok Hesperia..ce mancava la Second Life:-)

ognuno poi faccia come vuole eh

boh...tu, io..usiamo un nick,
ma assicuro che nella vita reale sono tale e quale quello che mi si legge qui

johnny doe ha detto...

siamo in molti che utilizzano lo stesso profilo e nick per praticità,paolo in prevalenza è su fb,e ha il suo bel da fare lì,qualche volta commenta in giro.
Solo un paio di volte é intervenuto qui....magari avessi second life....vorrà dire che pur con lo stesso nick,metterà il nome...

johnny

johnny doe ha detto...

il nick con la vita reale non c'entra nulla,ognuno sa la sua,l'importante è che uno dica quel che pensa.

paolo
https://www.facebook.com/stavrogin2






paolo tinti ha detto...

posto il link,non so se esce il profilo fb

Nessie ha detto...

Sì ma sul mio profilo di Saura Plesio, con chi parlo di solito? Con Johnny-Johnny o con Paolo? Così tanto per sapere... in caso contrario si gioca a UNO NESSUNO CENTOMILA.

Josh ha detto...

Aggiungo che la sciura SauraPlesio ed Hesperia è lei, ma è sempre lei e in quelle due ci scrive sempre solo lei;

e il sor Josh sono io e come Josh ci scrivo solo io

:-))

Josh ha detto...

Johnnyyy ...lasciami essere un po'....

ma se ci diamo un appuntamento reale per incontrarci,
chi di voi si presenta? :-))

johnny doe ha detto...

oh ragazzi,ve l'ho già detto....Paolo è solo intervenuto un paio di volte,nemmeno so su che....sono io,Johnny,che di solito vi rompe le scatole con polemiche...poi noi siamo in 6,di cui però due mancano da un paio di mesi....e noi abbiamo due blogs,tre gruppi su fb con circa 700 followers ognuno(che ho dovuto lasciare ovviamente a Paolo e che gestisce molto bene), più un altro dedicato a L.F.Céline che curo insieme ad Andrea Lombardi (che ha il più bel blog italiano su Céline)....mai lavorato tanto...capirai se sto a badare chi degli amici usa il mio nick!

un nick in fondo vale l'altro,poco interessa il nome,ma ciò che dice..è tutto virtuale sul web,non conoscendoci di persona...
Josh,si presenta chi vuoi tu...bye

GL ha detto...

Visto la situazione ipervirtuale (anche a livello globale) io direi che no vale neanche ciò che si dice, basta che si dice qualcosa, anche senza senso, perché il mondo è senza senso ha detto Nietzsche e una moltitudine di grandi pensatori dopo di lui. Poi Nietzsche è anche il precursore dell'anonimato perché ha detto che lo spirito dell'uomo è molteplice, e non duale come ha detto Goethe (Faust).

Josh ha detto...

dai GL cerchiamo di non complicare ulteriormente la cosa...ah ah :-))

Johnny: ok, capito, non prendertela, abbiam scherzato
:-)

johnny doe ha detto...

Vero,come dice N.,è un'illusione il soggetto unificante,siamo diversi io che premono per uscire,e non si sa mai quale riesce a manifestarsi.
C'è tutto e il contrario di tutto.

C'entra poco con il modesto discorso sui nicks,ma è tanto per complicare anch'io....
ma no,Josh,perchè mai dovrei prendermela per queste cosucce,ho solo spiegato...me la prendo per ben altro...specie in questi mesi

Josh ha detto...

@Marshall:

"Anche nella Divina Commedia c'è un ponderoso collegamento con tale mito. In un Canto, dove il pensiero del Sommo viene "illuminato dalla Grazia" in maniera "strabordante", paragona l' UOMO all' Araba Fenice che "more e poi rinasce".

E' sicuramente uno di quei passaggi secondo i quali la Chiesa di Roma ha decretato Sacro il Poema e "Dante poeta cristiano", anzi cristianissimo."

Dante ha parti cristiane e molte parti assolutamente non cristiane, ma sospese tra rivisitazioone del mondo calssico classico e pagano, con temi anche gnostici et similia.

La sua struttura dell'aldilà non è prettamente cristiana.

tema peraltro già trattato qui:

http://esperidi.blogspot.it/2011/02/aldila-nekyia-inferno.html

Josh ha detto...

@Marshall

"che Dante sia stato "eletto" dalla Chiesa Poeta Cristiano, il primo, il più Grande tra loro, non ho dubbi. Circa 10 anni fa, le Edizioni Paoline avevano pubblicato una serie di libri dedicati ai Dottori della Chiesa, fuori serie pubblicarono "Dante Poeta Cristiano" additandolo come "fulgido" esempio di cristianità."

invece i dubbi li abbiamo noi, che conosciamo la duplicità cattolica, e l'opera di Dante quotidianamente.

Diciamo che da un certo punto in poi, per comodità, l'enciclopedismo dantesco comprendeva anche aspetti del cattolicesimo.

Se Dante fosse stato questo "gran cristiano" sarebbe santo.
E forse non lo era.

Le Paoline pubblicano di tutto.
Anche testi massonici. Intendo, non è che perchè un testo compare nelle Paoline, allora è vero o cristiano, in automatico.

cfr. per le Paoline esce un saggio di Antonio Panaino, affiliato al Grande Oriente d'Italia, e Direttore scientifico di Hiram, rivista del Grande Oriente.
Il libro per le Paoline di Panaino è stato presentato dinanzi al Gran Maestro Gustavo Raffi

http://fidesetforma.blogspot.it/2012/12/le-edizioni-san-paolo-e-il-saggio-sui.html

Ti ricordo che secondo la Dottrina Cattolica un Massone è scomunicato in automatico Latae Sententiae.
E allora perchè le Paoline lo pubblicano?


E sempre le Paoline mettono in dubbio in maniera modernista uno dei libri biblici cardine del Cristianesimo, cioè il valore profetico del Libro di Isaia (mai messo in dubbio dalla teologia cattolica, ortodossa ed evangelica classica):

http://www.paoline.it/Conoscere-la-Bibbia/LIBRI-DELLA-BIBBIA/articoloRubrica_arb75.aspx

http://www.paoline.it/Conoscere-la-Bibbia/LIBRI-DELLA-BIBBIA/articoloRubrica_arb74.aspx

http://www.paoline.it/Conoscere-la-Bibbia/LIBRI-DELLA-BIBBIA/articoloRubrica_arb76.aspx

Josh ha detto...

p.s. Marshall sul credito che dai alle Paoline, poco sopra ti ho citato il caso del Libro Massonico pubblicato da Panaino con il beneplacito del Grande Oriente d'Italia e Raffi.

Le Paoline lo pubblicano,
ma la Chiesa Cattolica tuttora sulla Massoneria sostiene questo:

http://www.doctrinafidei.va/documents/rc_con_cfaith_doc_19810217_massoni_it.html

quindi Le Paoline non registrano abitualmente la posizione cattolica.
Nemmeno su Dante, e diversamente se vuoi, su Isaia.