ottimo pittore non conosciutissimo, è attivo in epoca Rinascimentale, ma si distingue
grazie a uno stile personale ed eclettico:
nel suo repertorio entrano opere originali assai varie tra loro e talora un po' eccentriche.
Nasce a Bologna in una famiglia di pittori, è noto specialmente per pale d'altare, affreschi e decorazioni di facciate,
e non va dimenticato che fu per una ventina d'anni direttore artistico e architetto decoratore della Basilica bolognese.
Giorgio Vasari nelle 'Vite' ricorda l'incredibile rapidità tecnico-esecutiva di Amico, e la sua realizzazione del chiaroscuro
adoperando entrambe le mani contemporaneamente, con toni chiari in una mano e toni scuri nell'altra, e lo definisce 'uomo capriccioso e di bizzarro cervello'.
(Volta della Cappella della Croce nella Basilica di S. Frediano a Lucca)
il Vasari non comprese appieno il talento del pittore, e dice anche di Amico:
"Costui, venuto finalmente in vecchiezza di 70 anni,
fra per l'arte e la stranezza della vita, bestialissimamente impazzò."
Sarebbe stato un piacere vederlo dipingere, in quella furia compositiva, magari condita con il caratter, già tipico del luogo.
Carlo Cesare Malvasia, nel suo "Felsina pittrice" ne parla
come di un artista irrequieto che mentre girava per tutta Italia "disegnava in certe vacchettine di carta pecora": si tratta di un primo riconoscimento nel 1678.
In realtà si deve attendere il grande critico Roberto Longhi negli anni '30 per avere una rivalutazione appassionata del pittore e dell'opera, che il geniale studioso inquadra in un'ottica antirinascimentale.
E il lavoro critico di Francesco Arcangeli, che vede Aspertini come protagonista
in una lunga linea diacronica di pittura geniale e 'dissidente' che parte da Vitale, poi il nostro, fino a Ludovico Carracci e Giuseppe Maria Crespi -
tappe di un'arte che spesso ha rifiutato la norma, per un primato dell'espressività.
Le figure di Amico possono essere non sempre "belle" secondo il Verbo Quattrocentesco,
prive di quella bellezza ultramundana, iperuranica e neoplatonica, ma di grande efficacia e carica espressiva, spesso nascondono a loro volta un simbolismo e più significati riposti.
L'Umanesimo e la classicità sono ancora presenti, ma in forma dissonante, più emotiva,
in un'epoca in cui l'Umanesimo e il Classicismo si avviavano al tramonto e il Manierismo stava per essere superato:
infatti l'Antico è presente, ma come in forma decadente (le rovine) e malinconica.
Tra i punti di riferimento ideali e i modelli di Amico ci sono elementi molto disparati:
l'eredità di Albrecht Dürer Bologna nel primo decennio del 1500)
le rovine romane, le antichità, la scuola 'concreta' bolognese,
la scena romana di pittori come Filippino Lippi
e Pinturicchio , contatti con Raffaello, Michelangelo, e
la suggestione a lui derivata dalle prime esplorazioni delle grotte della Domus Aurea.
Qui sopra:
la visione drammatica, fantastica e quasi espressionista.
Già ai primi del 1500 sperimenta forme di raffigurazione che possono rientrare nell'anticlassico,
quasi estreme per l'epoca: su tutte basti notare la sua Pietà del 1517
(tempera su tela cm 181 x 266, Cappella Garganelli in San Petronio, Bologna), eseguita con criteri visionari e in parte deformanti (dipinto sottostante)
a Bologna, Pinacoteca, 27 sett 2008-11 genn 2009.
Sono presenti 120 opere, che ricostruiscono anche il contesto culturale, l'humus,
e le varie direttrici ideali pittoriche dell'epoca,
con prestiti da musei americani ed europei;
itinerari organizzati (per gli affreschi) alla Chiesa di Santa Cecilia,
di San Giacomo Maggiore, di San Petronio, Collezioni Comunali d'Arte,
Chiesa di San Martino, Chiesa di San Domenico, Chiesa di Santa Maria della Vita,
e Rocca Isolani di Minerbio (3 sale affrescate). Visitare sito:
http://www.amicoaspertini.it/
Josh