Amedeo Bocchi, "Malinconia", 1927 (Roma)
sabato 26 settembre 2009
Declinazione di grigio
Amedeo Bocchi, "Malinconia", 1927 (Roma)
Pubblicato da Hesperia alle 18:56 15 commenti
Etichette: poesia e pittura
domenica 13 settembre 2009
A Venezia una passerella rosso shocking:cala il sipario
A Venezia una passerella rosso shocking o parafrasando un altro celebre film Morte (del Cinema) a Venezia, finalmente é calato il sipario sulla ormai “famigerata” più che famosa 66ima Mostra del Cinema, dove il cinema è stato umiliato e calpestato per fornire un palcoscenico sfavillante ai soliti riti autoreferenziali di una sinistra povera di idee, ma sempre piena di sè.
Il clou della demenzialità è stato ospitare lo show propagandistico del 'dittatore 'Chàvez. Una “fiction” in piena regola, con venezuelani, trasportati e pagati dal governo del Venezuela, che cantavano l'inno nazionale e che hanno accolto garruli e festosi il caudillo di Caracas (pena la perdita del posto di lavoro). Federico Accorsi lo ha denunciato con una lettera destinata al direttore della Mostra Marco Muller: "Nel Paese sudamericano gli impiegati pubblici vengono costretti ad assistere alle marce, pena il licenziamento. Autobus rossi del governo e pullman affittati, trasportano gente umile che si accontenta di elemosina.”
Ad umiliare il Cinema, comunque sarebbe bastata la vergognosa presenza di Oliver Stone, confezionatore di santini per autocrati e del suo “South Of The Border” elegia di un dittatore, Chàvez appunto, che nel suo paese ha chiuso una decina giornali. Chiusi. Punto. Non querelati. Chiusi. E che, un giorno si e l’altro anche minaccia gli altri giornali della medesima sorte. Stessa faccenda per le televisioni ne ha già chiuse almeno tre. Chiuse. (e non elenco tutte le sue altre esternazione di massima democrazia che toccano altri campi economici, politici ecc.), notizie di prima mano di un blogger che vive da quelle parti e comunque reperibile sulla stampa estera in internet.
Or bene quando Chàvez è entrato in Sala Grande, accanto all’amico americano anti-americano Oliver Stone, la platea di poveri beoti e “ananeurizzati” rossi è scattata in una standing ovation, con gridolini osceni di “Viva la Revolución”!
Quale “Revolución” quella che schiaccia i diritti del popolo?
E poteva mai mancare Michael Moore grande estimatore della sanità cubana, in concorso con "Capitalism: a love story", che si è premurato di dare un consiglio a noi poveri “mentecatti” che votiamo Silvio Berlusconi: “Cercate di risolvere il problema Berlusconi e fatelo in fretta, perché non ci state facendo una bella figura, come italiani".
Forse l’ingombrante (in tutti sensi) Moore non sa, essendo ammiratore di Castro al pari del suo compatriota Stone, che in Italia ci sono LIBERE elezioni e quindi, non c’è modo di “sbarazzarsi in fretta” di Berlusconi, che eletto, ha il diritto/dovere di governare fino alla scadenza della legislatura. Ogni altro modo di “liberarsi in fretta” di lui, chiamasi golpe e nulla ha a che fare con la democrazia, anzi è quella brutta abitudine propria dei regimi dittatoriali, tanto cari ai due paladini del più becero luocomunismo globalizzato.
In chiusura di questa triste parata non poteva mancare l’opportunista ideologizzato per eccellenza, quello che sputa nel piatto dove mangia.
Michele Placido che prende quattrini dalla Medusa per fare i suoi film e nel contempo si dedica al più trito anti-berlusconismo. Quando una giornalista gli ha fatto notare la “lieve” incongruenza di essere sul libro paga di colui che tanto aborre, Michele ha dato in escandescenze, dimostrando che tanto placido non è quando gli si scoprono gli altarini. Il suo film in concorso "Il grande sogno" è l’ennesima sviolinata sul ’68, perché se c’è un dato incontestabile, è che questi registi se la cantano e se la suonano, tanto anche se vanno in 5 a vedere le loro “opere” ci sono i finanziamenti statali.
E a proposito, il sessantottino Placido (firmatario dell'appello di Repubblica) ha deciso di fare il bieco forcaiolo e denunciare Brunetta per una frase lapidaria sui registi che usano e abusano dei finanziamenti pubblici nella quale non è nemmeno nominato, però si è sentito diffamato dall’accostamento dell’aggettivo “placida” a "leggermente schifosa", solo il Presidente del Consiglio non può querelare chi lo descrive come "porco" impotente e semi pedofilo, perchè in tal caso é minacciata la libertà di stampa.
Parafrasando Massimo Troisi, "Non gli resta che piangere".
Aretusa
Pubblicato da Aretusa alle 11:16 25 commenti
Etichette: cinema, mostra venezia