Nel "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare viene citata la festa del Midsummer Day (calcolando una lunga estate che comprendeva anche la primavera) cioè la festa del Solstizio, spostata al 24 giugno, giorno di S. Giovanni, sentita in tutto il Nord Europa: magica sospensione, celebrazione di transizione e rinnovamento tra strane apparizioni notturne e finale riaffermazione solare. Ricca di tradizioni e stratificazioni, di simbologie medievali e pagane, Shakespeare vi attinge a piene mani per il suo ricchissimo intreccio, notte popolata nel bosco/selva oscura, fate, folletti, spiriti che si discioglie nel trionfo del sole. Amore governa anche nel mondo incantato di questa stagione, svelando influenze dalle Metamorfosi di Ovidio, intrecci dalle Commedie di Plauto e Terenzio, trame dalle vite di Plutarco, intrighi metaforici da Apuleio. Oltre l'intreccio-metafora della condizione umana, Shakespeare ci mostra Amore dolcezza, bellezza e sconvolgimento-ambiguità, dopo l'intreccio labirintico, simboleggiato dall'insolita notte nel bosco, in attesa della catarsi solare. Anche il potere ammaliatore della parola della poesia viene citato. Atto I, Egeo: (...)
"Vien qua, Lisandro. Magnanimo duca, questi ha magato il cuore di mia figlia. Sì, tu, Lisandro, tu rime d'amore hai dedicato alla mia creatura, e scambiato con lei pegni d'amore: sotto il balcone, al lume della luna, le hai cantato smaniosi madrigali con accento smanioso; e insinuato senza parer ti sei nelle sue grazie, offrendole smanigli di capelli, gingilli, anelli, baie e frascherie, mazzolini, bazzecole, dolciumi (messi di gran potere su fanciulle tenere). Tu carpito hai con astuzia il cuore di mia figlia, tramutando in protervia ostinata l'obbedienza ch'ella mi deve. O magnanimo duca, se nel vostro cospetto ora mia figlia non consente a sposarsi con Demetrio, l'antico privilegio ateniese invoco, per dispor di lei ch'è mia:cioè per darla a questo degno giovine, o alla morte; in virtù di nostra legge che precisa risponde a questo caso."
Mendelssohn, affascinato dalla cultura britannica, dopo il viaggio in Inghilterra e in Scozia, compose la celeberrima Sinfonia in la minore detta Scozzese, secondo lo stile “classicista-romantico” ma anche il
Sogno di una notte di mezza estate (op. 61), composta per la commedia di Shakespeare, per orchestra, coro femminile, voce recitante, soprano e mezzosoprano.
http://www.youtube.com/watch?v=4h1MGAlkqno Teseo, nelle vesti di principe solare, afferma :"Io non credo mai a queste vecchie favole e a queste burle delle fate" (atto V) Ma la storia della Poesia ci mostra che l'Estate è anche in seguito foriera di altrettanta grande creatività.
Qui, una storia del
Madrigale, con le valenze di cui è stato caricato nel tempo. Il Madrigale rivive poi un revival ottocentesco tra N. Tommaseo e G. Carducci che riprendono le forme dei trecenteschi, Pascoli usa questa forma talvolta nelle Myricae e nei Canti di Castelvecchio, spesso piegandola a sperimentazioni.La adopera ancora D’Annunzio che sostituisce l’assonanza alla rima o rielabora schemi trecenteschi, come
La sabbia del tempo” in Alcyone
Come scorrea la calda sabbia lieve
per entro il cavo della mano in ozio
il cor sentì che il giorno era più breve.
E un’ansia repentina il cor m’assalse
per l’appressar dell’umido equinozio
che offusca l’oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo, urna la mano
era, clessidra il cor mio palpitante,
l’ombra crescente d’ogni stelo vano
quasi ombra d’ago in tacito quadrante.
Estiva di
Vincenzo CardarelliDistesa estate/stagione dei densi climi/dei grandi mattini/dell’albe senza rumore/ci si risveglia/ come in un acquario/dei giorni identici, astrali,/stagione la meno dolente/d’oscuramenti e di crisi,/felicità degli spazi,/nessuna promessa terrena/ può dare pace al mio cuore/ quanto la certezza di sole/che dal tuo cielo trabocca,/stagione estrema, che cadi/prostrata in riposi enormi,/dai oro ai più vasti sogni,/stagione che porti la luce/a distendere il tempo/ di là dai confini del giorno,/e sembri mettere a volte/nell’ordine che procede/qualche cadenza dell’indugio eterno.
Mare di Giovanni Pascoli
M'affaccio alla finestra, e vedo il mare;
vanno le stelle, tremolano l'onde
Vedo stelle passare, onde passare;
un guizzo chiama, alito risponde
Ecco, sospira l'acqua, alita il vento
sul mare è apparso un bel ponte d'argento
Ponte gettato sui laghi sereni
per chi dunque sei fatto, e dove meni?
Meriggio di Umberto Saba
Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane e gli usci le case
Non vogliono essere invase
dalla tua gloria, o sole!
Non vogliono! Troppo le fiamme
che versi nella contrada,
dove qua e là dalla strada
ferrata l'acciaio sfavilla
rovente. Pispigliano appena
gli uccelli, poi tacciono, vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini, tanta è, ora, pace, silenzio.
Chiudo insolitamente con uno stralcio in prosa, talmente di classe che pare una poesia:
"Fuori, un altro sole. Strade del Mezzogiorno, sotto l’ardente azzurro del cielo, tagliate da violente ombre violacee. E la gente vi passa, pur così carica di vita e di colori, ariosa e leggera. Voce nel sole e selciati sonori." (
Pirandello, "Berecche e la guerra", in Novelle per un anno, a cura di M. Costanzo, III/1, Milano, Mondadori, 1990 p. 573.)
Gaetano Previati, "Il Carro del Sole" (1907), olio su tela, 127x185 cm
Auguro Buona Estate a tutti!
Autore : Josh - pubblicato il 25 giugno