giovedì 28 luglio 2011

La terra di Lasco

Foto del paese di Parlasco in Valsassina, sopra Bellano. In questo territorio, e in tutto il suo circondario, si svolsero le vicende storiche narrate da Antonio Balbiani nel suo romanzo storico Lasco il bandito della Valsassina, alias Conte di Marmoro.

Foto inviate e gentilmente offerte da Angela Acerboni (cliccare per ingrandire).








mercoledì 20 luglio 2011

L'Amitié (L'Amicizia)


Il Giardino  rallenta e sonnecchia sotto l'afa estiva. Si fa per dire, visto che questa metà del mese di Luglio è caratterizzata da fredde perturbazioni. Ma l'estate continuerà, oso sperare, perciò i posting si diraderanno. 
Lascio agli amici, navigatori e lettori questo video dall'emblematico titolo L'Amitié (L'Amicizia), intepretato da Françoise Hardy, qui ancora molto fanciulla.
Il pubblico maschile apprezzerà senz'altro la grazia, la semplicità e la dolcezza di questa cantautrice d'Oltralpe che canta e compone ormai da 50 anni, imitata sfacciatamente (anche nel look e nella pettinatura)  dalla mediocre Carla Bruni, la quale però nonostante gli sforzi evidenti sugli spezzoni video sul web, non riesce ad avere né la sua freschezza né la sua autenticità.
Il testo originale segue qui sotto, mentre sul video scorre la traduzione in Italiano.
Una curiosità: questa canzone è stata inserita nel film "Le invasioni barbariche", un film che non ho amato molto (a parte la canzone in oggetto) e ne esistono altre versioni in duetto. Una con la Hardy e Michel Delpech.

Beaucoup de mes amis sont venus des nuages
Avec soleil et pluie comme simples bagages
Ils ont fait la saison des amitiés sincères
La plus belle saison des quatre de la Terre

Ils ont cette douceur des plus beaux paysages
Et la fidélité des oiseaux de passage
Dans leurs cœurs est gravée une infinie tendresse
Mais parfois dans leurs yeux se glisse la tristesse

Alors, ils viennent se chauffer chez moi et toi aussi, tu viendras

Tu pourras repartir au fin fond des nuages
Et de nouveau sourire à bien d'autres visages
Donner autour de toi un peu de ta tendresse
Lorsqu'un autre voudra te cacher sa tristesse

Comme l'on ne sait pas ce que la vie nous donne
Il se peut qu'à mon tour je ne sois plus personne
S'il me reste un ami qui vraiment me comprenne
J'oublierai à la fois mes larmes et mes peines

Alors, peut-être je viendrai chez toi chauffer mon coeur à ton bois

Buone vacanze per chi deve ancora partire e buon proseguimento per chi è già nei luoghi di villeggiatura e ....avec amitié!

Hesperia

lunedì 11 luglio 2011

Lasco e il suo territorio


Lasco il bandito della Valsassina, alias Conte di Marmoro, è il personaggio principale dell'omonimo romanzo storico di Antonio Balbiani.
La vicenda si svolge nel periodo della dominazione spagnola, al tempo dei bravi di manzoniana memoria. Lo scrittore fu allievo spirituale e amico del Manzoni, anche se tra loro correvano 53 anni di differenza; e lo fu al punto che in suo onore si cimentò nel seguito dei Promessi Sposi. Nacque così il romanzo storico di ben 500 pagine I figli di Renzo Tramaglino e di Lucia Mondella. Anche nel Lasco ritroviamo numerosi collegamenti con i Promessi Sposi, vi sono infatti ben tre capitoli dedicati unicamente alle vicende storiche riguardanti la calata in Italia dei lanzichenecchi, il periodo di carestia precedente la loro calata e la terza, e più devastante tragedia, l'ondata di peste portata da loro in Italia. In tutta la Valsassina e la Valvarrone - valli del lecchese, alle quali si può accedere da Bellano e Dervio - la peste risparmiò solo gli abitanti di Pagnona. Vi è anche un capitolo dedicato interamente alla vicenda umana dell'Innominato, personaggio anonimo dei Promessi Sposi, che Balbiani avrebbe identificato in Bernardino Visconti.  


Essendo dunque un romanzo storico, ciò che mi ha spinto a leggerlo è stata anche la curiosità di scoprire quale briciolo di fondamento avesse la frase di un calendario predisposto nel 2010 per gli abitanti di Mornico. Multicolore, dedicato a dodici sgargianti fiori e piante da giardino che lì crescono spontaneamente in ogni dove (*), una frase in prima pagina attira l'attenzione: Mornico, il Giardino dell'Eden. Titolo suggestivo. Campanilismo, pubblicità turistica o c'è dell'altro?  Mornico è una frazione del comune di Vendrogno (Lecco), alle spalle di Bellano. Dopo questa frase accattivante, preceduta dal passo della Genesi 2,8-9 ("Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta d'alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male" ), a seguire il seguente messaggio che sa molto di pubblicità:

Antiche leggende, confermate tuttavia da recenti scavi in loco, fanno ritenere con assoluta certezza che l'Eden corrisponda all'area della Muggiasca dove oggi sorge Mornico. La posizione invidiabile, con vista impagabile sulla Valsassina e sul massiccio delle Grigne, l'esposizione a meridione col bacio costante del sole, la brezzolina che scende leggera dal Monte Muggio rendono il clima tanto dolce, piacevole e così favorevole allo sviluppo di fiori e piante che ci permettono di comprendere la scelta originaria del Creatore nel piantarvi il suo fantastico giardino. E, in effetti, ciò di cui si fa esperienza in Mornico è l'incontro con la bellezza...






Quanto ci sia di effettivamente concreto nell'affermazione, o se sia solo una réclame, sarà oggetto di eventuali approfondimenti futuri, nel frattempo, però, grazie a questa lettura ho ampliato la conoscenza della zona. Un elemento non trascurabile, che potrebbe dare un senso di concretezza alla frase degli ideatori del calendario, è che la Valsassina e la Valvarrone si trovano sullo stesso parallelo, e ad appena 50 km in linea d'aria dalla Valcamonica, dove, durante l'Età del Ferro, si era sviluppata la civiltà dei Camuni. Ferro di cui è stata ricca la Valsassina, con miniere attive già in età preromana. E proprio a Premana, in Valvarrone, vi è uno dei più antichi distretti manufatturieri del mondo, specializzato nella lavorazione del ferro. Ancor oggi i suoi abitanti sono quasi tutti dediti alla produzione delle rinomate forbici di Premana. Come si può constatare dalle immagini di questo post, vi si producono anche i campanacci (il post contiene anche un link che vi porterà a scoprire la festa di "Premana rivive l'antico", che si svolge in autunno).
Resti delle antiche miniere di ferro e di altri minerali (tra cui anche l'argento), ormai in disuso, si trovano anche al Pian dei Resinelli, in Alta Valsassina, dove stanno per essere lentamente riattivate, a scopo esclusivamente pedagogico-turistico (qui, al Pian dei Resinelli, la riapertura al pubblico di antiche miniere di piombo).
Tornando quindi al testo del calendario di Mornico, è campanilismo, pubblicità turistica, o qualcosa di più emblematico e suggestivo? Quale che sia la verità, è innegabile che la zona sia molto bella, e ciascuno lo può constatare facendo un giro virtuale della valle con il motore di ricerca di Google Maps View. Si potrebbe iniziare da Bellano o da Lecco, che sono poste ai due estremi della valle. Oppure puntando direttamente su Mornico o Parlasco, dove, in epoca medioevale, c'era un castello dei Torriani, la Rocca di Marmoro del romanzo, nella quale Balbiani ha ambientato la sede del bandito Lasco. Nei suoi pressi Taceno con l'ingresso alle ex Terme di Tartavalle (che i nuovi proprietari stanno cercando di rilanciare). Nel romanzo l'acqua di Taceno viene definita di proprietà terapeutiche miracolose. Infatti, preparata una pozione con erbe segrete della zona e acqua del torrente, la maga Bissaga

guarì una donna in un caso molto disperato. Condannata al rogo per stregoneria, il suo nome sarebbe poi rimasto nella toponomastica locale. Altre località meritorie di visita virtuale sono Cortenova, Primaluna, Introbio, Pasturo, fin poi arrivare a Ballabio da dove si scende verso Lecco .
Ed eccoci quindi a Parlasco, in Valsassina (Lecco), che oggi, con i suoi poco più di 100 abitanti, è diventato uno dei comuni più piccoli d'Italia, a causa del progressivo spopolamento da parte dei giovani, che vengono attratti dalle città. Le amministrazioni dei comuni della valle compiono ogni sforzo per cercare di arginare il fenomeno, rivitalizzandola. In questa ottica si inquadrato i progetti promossi dai comuni di Taceno e Parlasco di affrescare i muri esterni delle case con scene riguardanti gli antichi mestieri della valle a Taceno, e a Parlasco (cliccare qui per leggere il comunicato) con scene tratte da questo romanzo storico di Antonio Balbiani.

La Valsassina, che unisce Bellano a Lecco, baipassando il tratto di lago che le separa, è stata, tramite il Sentiero del Viandante, che l'attraversava (qui alcune foto del tratto superiore Corenno Dervio, situato a nord di Bellano), l'unica strada per via di terra praticabile; e questo fino al 1832 quando venne inaugurata la strada costiera (l'attuale Strada Provinciale 72 Lecco-Colico) mediante apertura delle prime gallerie.
Con la pubblicazione del romanzo, nel 1871, la Valsassina cominciò a godere di un periodo di relativa maggior fama, tutti gli abitanti della valle e del lungolago, soprattutto orientale, lo conoscevano. Lo leggevano e rileggevano, durante le fredde serate invernali, nel chiuso al tepore delle stalle. Oggi, invece, come per il caso del Medeghino e di Forte Fuentes, ben pochi dei locali ne conoscono le storie.
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E qui sospendo il racconto. Nei prossimi giorni sarò nella terra di Lasco, dove raccoglierò altre notizie su di lui e sul suo territorio; in particolare su quella sorta di Valle del'Eden, che mi ha molto incuriosito. Non avrò il computer al seguito, mi sarà quindi impossibile rispondere prontamente a eventuali commentatori.
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(*) Rosa (Rosa 'Queen Elisabeth'), Cotogno del Giappone (Chaenomeles superba 'Rowallane'), Iperico (Hypericum 'Hidcote'), Valeriana rossa (Centranthus ruber), Dalia (Dahlia 'Fashination'), Giacinto (Hyacinthus 'Ben Nevis'), Tulipano (Tulipa 'Appel doorn's Elite'), Iris (Iris latifolia 'Duchess of York'), Edera (Hedera helix), Tritoma (Kniphofia uvaria 'Grandiflora'), Amarena (prunus cerasus), Primula e Viola (ibridi).

Foto 1: copertina del libro - Ia edizione 1871
Foto 2 e 5: gli affreschi di Parlasco. Dal sito hollowvoices.splinder.com contenente le foto di tutti i 14 affreschi.
Foto 3: Valvarrone - dal sito montagna.tv
Foto 4: La strega Bissaga: dal sito Valsassinanews
Foto 6: dalia gialla con punte di rosso - dal sito ROYALTY FREE

Aggiornamento dell'8 dicembre 2012
Parlasco, aggiunti altri 2 murali oltre ai 14 già esistenti (Il Giorno - 30/6/2012 - di Stefano Cassinelli)

mercoledì 6 luglio 2011

L'Occidente

L'ultimo mio post della stagione.
Sempre in sintonia con la mia semi-pausa estiva, propongo un brano degli italiani IANVA,
"L'Occidente", in linea con alcuni degli ultimi nostri post.
Magistralmente scritto, ci sono alcune particolarità rispetto ai canoni consueti neofolk:
se permane l'influsso military pop, da notare la presenza di sonorità tradizionali italiche, quasi mediterranee rispetto al glaciale del neofolk delle nazioni più a Nord come Germania o UK,
e un uso magistrale della tromba, l'italiano retrò, poetico e dannunziano, e una strumentazione particolarmente accurata più vicina al folk noir cantautoriale quasi orchestrato.
Seguono audio e testo:



"Come genti del Nord, dai barbarici Numi
Che scambiarono per Roma i marmi di Luni,
O gli Altaici dell'Est, errabondi e ferini,
Fondatori d'imperi per pascolarvi ronzini

O i predoni del Sud, autoeletti Signori
Inventandosi un dio da servi-pastori,
Abbiamo stomaci esausti, ma appetiti da iene,
Tutti incontro alla sera che viene

Dove va a cadere il sole, sepolcreto di tramonti:
Quando s'alza il fortunale, si sa, chi avanza
Per primo affonderà

Deleghiamo ogni cosa, anche l'esser violenti,
Ma la guerra dei ventri ci scopre impotenti,
Sempre sotto tutela di un corretto pensare
Che ci castra quel tanto da tirare a campare

Dentro a questo circuito, senza ieri o domani,
Per leccar quattro ossa come s'addice ai cani:
Non ho più alcuna voglia di fare il possibilista,
Guardo solo la notte che è in vista

Dove va a morire il sole, l'orizzonte inghiotte i giorni,
La stagione del Maestrale, lo sai, dispero che torni
Dove va a sfinirsi il vento, l'orizzonte incontra l'onda,
Sono oltre al mare aperto e più in là, ma non vi è sponda

Tra Vladivostok, la propaggine estrema
E le Orcadi che sono d'Occaso il diadema,
Suggestivo, lo so, ma a che pro ci si crede,
Se il tenerci alla pelle resta l'unica fede?

Ci ostiniamo a pensarci quali punti d'arrivo,
Ma il più morto di loro è pur sempre più vivo
Di chi ormai ha di sacro giusto un osso sul culo
E d'un tratto la notte è già un muro

Muro che non sente pianti, muro che recinge il niente:
Solo un punto cardinale e nulla più quest'Occidente

E se il sole vi si spegne, e se ora è giunto il tempo,
Quella fiaccola di Atene che tu sai, difendila dal vento
Che verrà..."

se il video non si vedesse o sentisse, andare qui

qui invece sito degli Ianva

Arrivederci a Settembre, e Buona Estate a tutti!

Josh

lunedì 4 luglio 2011

Death Of The West

Con la settimana entrante, mi congedo dal Giardino in vista dell'estate, personalmente ritornerò su questi schermi più avanti. Colgo l'occasione per salutare tutti gli Esperidi e i lettori/commentatori, e augurare a tutti una serena estate.
Seguiranno adesso questo e un altro post, non scanzonati, ma di breve riflessione.

Non servono molte parole per capire il testo fortemente critico di questo vecchio ma a mio avviso splendido e profetico brano dei Death in June (Douglas P.), non lontano dai significati degli ultimi post qui pubblicati.
Il brano fu composto in occasione dell'album "Burial" (1984), poi coverizzato e reso famoso anche dai Sol Invictus.
Di seguito anche il testo, su cui consiglio di soffermarsi, alla luce degli ultimi nostri post.





They're making the last film
they say it's the best
And we all helped make it
It's called the death of the West
Inserisci link
the kids from Fame will all be there
Free cocacola for you!
And all the monkeys from the zoo
Will they be extras too?

They're making the last film
they say it's the best
And we all helped make it
It's called the death of the West

A star is rising in our northern sky
And on it we're crucified

A chain of gold is wrapped around this world

We're ruled by those who lie


(nel caso il video caricato non funzioni, cliccare qui per sentire e vedere)

qui invece il sito dei Di6

Josh