Nelle leggende celtiche i cigni (che appaiono anche in questo blog sia nel template che nel mio avatar) sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco del sole da cui trae l'energia per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, è considerato un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla musica e al canto.Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente. Nel Medioevo era l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla ricerca del Graal, la Sacra Coppa dove fu raccolto il sangue di Cristo durante l'ultima cena. Lohengrin, il personaggio dell'Opera wagneriana legata all'antica saga, è il Cavaliere del Cigno, e ha un cigno nell'elmo. Visitare il
Neuschwanstein Schloss in Baviera, è per l'appunto un'ascensione spirituale al castello del
Montsalvat, il leggendario castello dei cavalieri del Graal . Esso troneggia candido su uno sperone di montagne proprio come un superbo cigno (
schwan) di pietra (
stein). Ma non possiamo prescindere dal re di Baviera Ludovico II
(Ludwig II) che ne fu l'ideatore. Un giovane principe infelice divenuto precocemente re a 18 anni che fu incapace di amministrare saggiamente il regno, per inseguire i suoi "castelli in aria". E tuttavia, che castelli! Il sovrano alto 1, 91 e assai bello visse con grande tormento la sua omosessualità, in conflitto col suo spirito ferventemente religioso.
Ludwig II von
Wittelbach nacque nel Castello di
Nymphenburg non lontano da Monaco e potrete trovare la sua biografia
qui. E anche nel lungo film di
Luchino Visconti inerente alla sua vita. A
Nymphenburg, c'è ancora la sua cameretta verde arredata che la sottoscritta ha potuto fotografare eludendo la sorveglianza di una
fraulein che pareva una Kappler in gonnella.
Per lui vivere voleva dire costruire, edificare. Infatti spese quantità di denaro ineguagliabile per assecondare la sua smania di edificare castelli, così lussuosi e sfarzosi da far andare in fallimento le casse dello stato.
Fece costruire il Castello di
Herrenchiemsee sul lago omonimo di Chiemsee su modello di Versailles, Il castello di
Linderhof; poi una bellissima quanto bizzarra Casa Reale sullo
Schachen a quasi 1866 metri simile a uno chalet svizzero dove il contrasto tra l'esterno ligneo (rustico) e l'interno (sfarzoso e aureo) richiama proprio il calice del Graal: modesto come la coppa fatta da un falegname eppure prezioso. Ma il castello che meglio caratterizza l'eccentrico re delle fiabe medievali è proprio il Neuschwanstein, ad un tempo reggia e rocca fortificata in stile romanico con elementi gotici, che incastonato tra monti, boschi e laghetti alpini, si erge scintillante come una pietra preziosa, e sorge sulla località di Fuessen non lontano dal
Hoheschwangau, castello dei suoi genitori nel quale egli trascorse l'adolescenza. All'inizio Neuschwanstein doveva nascere come una sorta di tempio dedicato a Wagner e immortalare saghe e leggende delle sue opere. Poi attinse ispirazione direttamente dalle saghe originali. Grande fu l'ammirazione di Ludwig per il musicista che amava autodefinirsi
Tondichter (poeta del suono), di cui fu munifico mecenate. Con i suoi fondi privati gli finanziò l'affitto di una casa a Monaco, una villa sul Lago di Starnberg, un appannaggio annuo e aveva già pianificato la costruzione di un teatro a Monaco dedicato ai festival wagneriani. Un anno dopo per intercessione dei suoi ministri, Wagner fu fatto allontanare. Descrivere questo castello in questo spazio è pressoché impossibile: molte sono le chiavi di lettura relative all'edificazione, alla planimetria delle stanze, ai mobili e alle suppellettili, alle innumerevoli simbologie mistico-religiose-mitologiche che lo pervadono, ai dipinti murali. Mi limiterò a descrivere gli interni privi di quadri, ma con esclusive pitture murali commissionate da Ludwig sulla base delle saghe epiche. Visitare le stanze del maniero è un po' ripercorrere le pagine di un libro illustrato a tema.
La sala di soggiorno è ispirata a
Lohengrin e su un mobile vi campeggia un candido cigno in maiolica di dimensioni naturali. Sulle pareti, le pitture murali ispirate alle sequenze più importanti di questa saga.
La camera da letto potremmo anche chiamarla sala
Tristano e Isotta,poiché è questa saga che dà ispirazione alla stanza e ai dipinti murali. Tuttavia anche qui c'è un lavabo d'argento con un grosso cigno dal cui becco esce acqua. E i cigni si ritrovano anche sui tendaggi delle finestre del maniero. Il letto è sovrastato da intagli di legno di rovere simili a guglie e a pinnacoli in stile gotico (occorsero più di quattro anni perché gli intalgiatori portassero a termine l'opera)-
Lo studio è legato al
Tannhauser. Gli atri del castello (inferiore e superiore) all'
Anello dei Nibelunghi (Sigfrido).
L'ambiente di maggior suggestività è senz'altro
la sala del trono con colonnati in vernice laccata mescolata a polvere di lapislazzulo dello stesso intenso celeste. E celeste è il colore che ritorna in tutti i drappi e i tendaggi del castello. Come celeste e bianco sono i colori della bandiera della Baviera. Vi sono raffigurati i sette Re santi e giusti con il grande affresco di San Giorgio che uccide il drago e la pittura sulla cacciata di Lucifero da parte del'arcangelo Michele. I dipinti murali illustrano le vite dei Re santificati.
Infine si accede alla salone delle feste (sala dei Cantori) dove riabbiamo scene dal
Parsifal e un affresco su tema dell'incantato giardino di Klingsor dove vi domina il verde smeraldino.
Una nota speciale meritano i lampadari in ottone indorato tempestati di cristalli di Boemia colorati a mo' di rubini, smeraldi e zaffiri. Sembrano corone ferree degli antichi re franco-germanici. E' interessante sapere che in tutti i lampadari del Castello il numero delle candele è divisibili per 12, in riferimento all'Apocalisse di San Giovanni ove si dice che la Gerusalemme celeste ha 12 porte.
Oggi questo castello è mèta di visitatori provenienti da tutto il mondo, ma queste maree di turisti, armati di macchine fotografiche e videocamere, non sarebbero certamente gradite al "re delle fiabe", che già disprezzava la sua epoca definendola rumorosa e volgare. Quindi, figuriamoci oggi! I castelli sono una testimonianza della sua profonda ribellione verso il suo tempo. Paradossalmente, però, quest'opera che mandò in bancarotta le casse dell'allora regno di Baviera, oggi costituisce la sua principale fonte di introito.