Siamo entrati tra il 21 e il 22 nel solstizio di inverno. Tutti conoscono Sol Invictus ("Sole invitto") o in modo più completo Dies Natalis Soli Invicti , un appellativo religioso usato per diverse divinità nel tardo Impero romano: Helios, El-Gabal, Mitra che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all'interno di un monoteismo "solare".La terminologia relativa alla luce e alle sue fonti: lucerna, fuoco, stelle, luna e -primo fra tutti- sole, si riferisce innanzitutto alla loro realtà fisica. In seguito all'esperienza umana questi termini si caricarono di ulteriori significati mistici e divennero metafora o simbolo, assumendo di volta in volta,
significati più ampi e complessi. Nella tradizione cristiana, il Natale celebra la nascita di Gesù a Betlemme da Maria. Il racconto ci è pervenuto attraverso i vangeli secondo Luca e Matteo, che narrano l'annuncio dell'angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l'adorazione dei pastori.
significati più ampi e complessi. Nella tradizione cristiana, il Natale celebra la nascita di Gesù a Betlemme da Maria. Il racconto ci è pervenuto attraverso i vangeli secondo Luca e Matteo, che narrano l'annuncio dell'angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l'adorazione dei pastori.
Il solstizio d’inverno ricalca anche la simbologia della morte e della rinascita, incarna la morte del vecchio dio Sole e la nascita del Sole giovane e pieno di vitalità (il citato “Dies Natalis Soli Invicti” – il giorno di rinascita del Sole Invitto), come anche la morte del seme nella terra, simbolo del grembo materno, che lo conserverà fino alla sua rinascita e germinazione.
Il solstizio d’inverno veniva celebrato con grandi fuochi, candele, falò che servivano a radunare gli amici per festeggiare le giornate che si allungano man mano e la fine della lunga notte. Ovvero, la rinascita del mondo. Oggi con le modificazioni climatiche in atto, le grandi brinate che finemente decorano erba, foglie e rami di piccoli aghi di ghiaccio, la galaverna coi suoi pittoreschi rivestimenti cristallini, le abbondanti nevicate sono un ricordo lontano. I primi fiocchi di neve e i primi veri freddi di questi giorni, sono pertanto una grande festa. Restano però pagine bellissime, quadri, poesie a ricordarci le nostre orme lontane nella neve.
Inverno a Milano
Vedete là nel cielo, in quel piccolo sole
d'inverno tra le nebbie, un ricordo del sole?
Come la luna guarda e si lascia guardare.
Milano a mezzogiorno è già crepuscolare.
E gli alberi anneriti in quel freddo d'argento
hanno rami gentili, a tratti passa il vento,
un vento senza voce, a poco a poco imbruna.
Solo il piccolo sole come una grande luna.
Così il Duomo fiorito di grigio e di lichne
Appare nelle nebbie delle notti serene
Alfonso Gatto
Inverno a Milano
Vedete là nel cielo, in quel piccolo sole
d'inverno tra le nebbie, un ricordo del sole?
Come la luna guarda e si lascia guardare.
Milano a mezzogiorno è già crepuscolare.
E gli alberi anneriti in quel freddo d'argento
hanno rami gentili, a tratti passa il vento,
un vento senza voce, a poco a poco imbruna.
Solo il piccolo sole come una grande luna.
Così il Duomo fiorito di grigio e di lichne
Appare nelle nebbie delle notti serene
Alfonso Gatto
Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita neve.
Umberto Saba
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Il testamento di un albero
Un albero d’un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento
“Lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi,
tutti i semetti a voi,
a voi, poveri uccelli,
perché mi cantavate la canzone
nella bella stagione …
E voglio che gli stecchi
quando saranno secchi,
facciano fuoco per i poverelli.
Trilussa
Un Dolce Pomeriggio d’Inverno
Un dolce pomeriggio d’inverno, dolce
perché la luce non era più che una cosa
immutabile, non alba né tramonto,
i miei pensieri svanirono come molte
farfalle, nei giardini pieni di rose
che vivono di là fuori del mondo.
Come povere farfalle, come quelle
semplici di primavera che sugli orti
volano innumerevoli gialle e bianche,
ecco se ne andavano via leggiere e belle
ecco inseguivano i miei occhi assorti,
sempre più in alto volavano mai stanche.
Tutte le forme diventavan farfalle
intanto, non c’era più una cosa ferma
intorno a me, una tremolante luce
d’un altro mondo invadeva quella valle
dove io fuggivo, e con la sua voce eterna
cantava l’angelo che a Te mi conduce.
C. Betocchi
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Bacche e ruggine
L'accendersi improvviso delle lampade
nella nebbia del ponte,
l'arcana luce dei tuoi capelli
neri riflessa dall'acqua che si muove.
E giorno d'inverno ha fiorito
di bacche le siepi deserte, di ruggine
vestito i cancelli, il silenzio
dura sino a notte.
Attilio Bertolucci
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Giorno d’inverno
Nevica: l'aria brulica di bianco;
la terra è bianca, neve sopra neve;
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco,
cade del bianco con un tonfo lieve.
E la ventata soffia di schianto
per le vie mulina la bufera;
passano bimbi; un balbettio di pianto;
passa una madre; passa una preghiera!
Giovanni Pascoli
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Paesaggio invernale
Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte più intente.
Rintoccano l'ore. Ne vibra
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sopra gli alari, lo schianto d'un ciocco
che in lampi e faville rovina.
Rainer Maria Rilke
Auguri di Capodanno
Io credo all'uccellino batticoda:
che ci porti il buon anno.
Scorre liscio sull'umido tappeto
di bruni muschi, alla soglia del mare,
sosta un tratto a beccare, e poi di nuovo
scivola via come una spola, vola,
sparisce in cielo. Neppur ci ha guardati.
Ma è bello, affusolato, grigio e bianco:
porta, certo, il buon anno.
Diego Valeri