Il Cardinale Pietro Bembo (Venezia 1470-1547, poi vissuto a Padova, a Roma) fu scrittore, grammatico, umanista. La sua opera fu vastissima, dall'elaborazione di una importante fase della lingua italiana, che fissò sui maggiori scrittori toscani del Trecento, alla diffusione del modello poetico di Petrarca, alla rielaborazione in musica della forma del madrigale del XVI secolo, alla rivalutazione di Cicerone e Virgilio come modelli di classicità.
In realtà si tratta di una figura dalle mille sfaccettature ardua da riassumere, e fondamentale nell’Italia del Rinascimento e per le implicazioni future.
Dalla biografia salta agli occhi il suo eccellere in campi svariati.
Poesia, Storiografia, Grammatica, Lingue Classiche... Fu anche Bibliotecario della Repubblica Veneta, e il letterato che influenzò in modo determinante la letteratura rinascimentale.
Con Aldo Manuzio rivoluzionò il concetto di libro e l'idea della sua diffusione, curando volumi di classici di piccolo formato letti anche al di fuori delle aule universitarie.
Si legò a donne affascinanti del tempo come Lucrezia Borgia, fu l'autore degli Asolani e dei Motti. Papa Paolo III lo nomina Cardinale quando ha 69 anni, e anche in questo ambito fu sempre Bembo a impostare la base della Biblioteca Vaticana come la conosciamo oggi.
(Sebastiano del Piombo, Cristo portacroce)
Fu amico, spesso guida e ispiratore di molti artisti, tra cui Raffaello, Michelangelo, Giovanni Bellini, Sansovino, Sebastiano dal Piombo, Tiziano, Benvenuto Cellini.
Anche da questa vicinanza e frequentazione continua con le arti nacque la sua idea innovativa di collezione.
(Giorgione, Ritratto di giovane)
"Bembo e l’invenzione del Rinascimento", fino al 19 Maggio a Palazzo del Monte di Pietà in Piazza Duomo, Padova, è una mostra tra le più importanti della stagione,
e fotografa anche l’Italia alla fine del Quattrocento, allora composta di corti esclusive e centri di potere dislocati, differenti e separati tra loro.
Il lavoro intellettuale incessante di Bembo è anche simbolo di coesione e di ricerca di tratti comuni del paese dalle corti disparate. Coltiva infatti un’idea personale di unità d’Italia e di identità, a partire dalla creazione di una lingua nazionale e condivisa (la questione della lingua sarà sempre alla base delle questioni dell'Unità,
fino all'Unità vera e propria, per molti secoli a venire): nelle Prose della volgar lingua (1525), Bembo pone le basi delle regole dell’italiano, fondandolo sugli scritti di Petrarca e Boccaccio.
(Raffaello, Ritratto di Elisabetta Gonzaga)
La sua dimora esiste ancora, in via dell'Altinate a Padova, anch'essa assume un valore mitico, paradigmatico. E' proprio in quella casa che si accumularono i capolavori della collezione che Bembo, poi divenuto cardinale, aveva riunito, oggetto oggi dell'esposizione.
Si tratta di opere che spaziano da Bellini a Tiziano da Mantegna a Raffaello:
l'esposizione è stata preceduta da un convegno internazionale di approfondimento. L'evento è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Centro Internazionale Andrea Palladio e la collaborazione e il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali.
Curata da Guido Beltramini insieme a Davide Gasparotto e Adolfo Tura, è guidata da un consiglio scientifico presieduto da Howard Burns, con Giovanni Agosti, Lina Bolzoni, David Alan Brown, Matteo Ceriana, Marco Collareta, Massimo Danzi, Caroline Elam, David Freedberg, Fabrizio Magani, Arnold Nesselrath, Alessandro Nova, Pier Nicola Pagliara, Vittoria Romani, Claudio Vela.
(Francesco Francia, Lucrezia)
Per l’annuncio ufficiale dell’evento era stata scelta proprio Casa Bembo, oggi sede del Museo della Terza Armata. Qui, negli anni padovani di Bembo, i primi anni Trenta del Cinquecento, era la collezione composta di dipinti di grandi maestri ma anche di sculture, gemme, manoscritti miniati, oggetti, monete rare e medaglie.
(Eusebio, Chronici canones Londra, British Library)
La ricchezza e varietà degli oggetti d’arte, raccolti per gusto estetico ma anche come preziosi testimoni per lo studio del passato, rese agli occhi dell’Europa del tempo la casa di Bembo “Musaeum”, intesa letteralmente come “la casa delle Muse”,
luogo precursore di quello che sarà il moderno museo.
Per una breve stagione, proprio grazie all’influenza di Bembo e al suo gusto,
la stessa Padova divenne centro della cultura artistica internazionale:
nasceva un nuovo modo di presentare l’arte e la conoscenza, e nasceva anche il Museo,
termine che a partire da qui diviene universale.
(Tiziano, Tobiolo e l’Angelo)
Dopo la scomparsa di Bembo, i capolavori venduti dal figlio Torquato si dispersero nel mondo ed oggi sono conservati nei grandi musei internazionali, che li hanno concessi in prestito in occasione della mostra padovana.
(Arte Romana, Antinoo)
Sul versante dell’arte visiva, per Bembo, Michelangelo e Raffaello erano la rivoluzione dell'arte del tempo, speculare a quanto stava accadendo in ambito letterario.
A suo avviso si trattava di una nuova lingua dell’arte eppure ancora classica,
memore della grandezza dell’arte romana antica, in grado di spingersi verso una perfezione extratemporale e un linguaggio universale, riconosciuto in seguito proprio come Rinascimento italiano.
(Raffaello, Ritratto di Navagero e Beazzano)
Grazie all'incessante opera di ricerca, produzione e ispirazione di Bembo, e di Michelangelo e Raffaello e di molti altri grandi artisti,
un’Italia non ancora compiuta,
succube delle grandi potenze estere sul piano militare (ma questa pare essere una costante, poi vi si aggiunge anche la soggezione finanziaria)
poteva segnalarsi in Europa conquistando il primato di civiltà legittimo attraverso le armi dell’ingegno, dell'arte e della cultura.
La mostra racconta questo spaccato, attraverso i capolavori da Mantegna a Raffaello, da Giovanni Bellini a Tiziano che Bembo collezionò, o che vide creare, spesso contribuendo anche alla loro ideazione.
approfondimenti:
_un'eccezionale galleria di dipinti
_Pietro Bembo e la Lingua Italiana
_La casa del Bembo, il primo Museo
PIETRO BEMBO e l’invenzione del Rinascimento
Da Bellini a Tiziano, da Mantegna a Raffaello
Padova, Palazzo del Monte di Pietà
Piazza Duomo 14
Per info QUI
Josh