lunedì 19 luglio 2010

La Capria e la fine del linguaggio colto

Suggerisco di leggere, durante queste giornate calde e oziose, l'articolo intelligente di Raffaele La Capria "Le miserabili metafore del potere" comparso nella pagina Cultura del Corriere del 17 luglio u.s. Si tratta di come la comunicazione tv in Italia (ma non solo nel nostro Paese) e il linguaggio dei politici (il politichese) abbiano contaminato negativamente il linguaggio  con un "parlottio autoreferenziale" che esclude il volonteroso che cerca di ascoltare. La pervasività della politica, del linguaggio mediatico e televisivo creano stereotipie di ragionamento e un bestiario di metafore e luoghi comuni il cui unico referente è il matenimento del potere. La Capria ne fornisce in modo ironico, un'avvilente  quanto esaustiva campionatura. Da tapparsi le orecchie...E invece subiamo quasi quotidianamente questo stolto lavaggio al cervello. Suggerisco inoltre di questo autore, la lettura del romanzo "L'amorosa inchiesta".

S ono una persona comune, di media intelligenza e media cultura, apro la televisione per informarmi di come stanno le cose o per capire almeno qualcosa di quello che accade nel nostro Paese e nel mondo, ma di quel che dice la televisione non capisco nulla. O il mondo si è fatto troppo complicato per dirlo con le parole, o la televisione le parole per dirlo non le conosce e non riesce a trovarle. Si lanciano sullo schermo coriandoli di cifre, numeri e numeretti sullo stato dell' economia, si vedono dati esposti su tabelle paragonati ad altri dati esposti su altre tabelle, interviene questo o quell' economista reduce da infiniti convegni, e cosa viene veramente trasmesso? Nulla. Nulla almeno di comprensibile per lo spettatore medio. Forse ci capirebbe qualcosa il ministro Tremonti? Può darsi, ma non è detto. Perché perfino quel nulla che viene trasmesso è sibillino, infatti, oggi si dovrebbe dedurre da quel nulla che tutto va benino, ma il giorno dopo siamo nella catastrofe totale, e ancora il giorno dopo le cose si stanno aggiustando ma è ancora presto per dirlo. Si aggiusteranno tra un anno o due, forse più... È possibile vivere, sperare, organizzare, pianificare la propria vita e i propri affari stando su quest' altalena di possibilità? Se quel che accade non può esser detto con le parole e non può nemmeno essere sintetizzato in qualche formula comprensibile, sarebbe meglio non dir niente. Per esempio riguardo alla crisi economica, dopo la Grecia pare stiano in difficoltà anche Spagna e Portogallo, e poi c' è l' Italia. Ma che vuol dire: e poi c' è l' Italia? Come sta veramente l' Italia? A rischio? Benino? Maluccio? Sta che non è nella condizione della Francia, della Germania, dell' Olanda, dell' Inghilterra. E questo però è poco chiaro, perché non vien detto quanto grande è la distanza tra noi e quei Paesi più fortunati. Siamo «tra color che son sospesi», tra i Paesi veramente a rischio e quelli forse a rischio, ma insomma bene non si sa. Non si sa bene nulla. E come ciechi andiamo avanti, in attesa della stangata che, dopo tante chiacchiere e tante assicurazioni, inevitabilmente, inesorabilmente, arriva. E infatti è arrivata. Ma non eravamo bravi risparmiatori? Le nostre banche non erano per questo più al sicuro di tante altre banche europee? Di chi dobbiamo fidarci? Lo stesso vale per i discorsi politici che ci ammorbano ogni sera alla tivù. Li ascoltiamo ed entriamo in una ragnatela autoreferenziale dove si dicono cose interessanti solo per gli addetti ai lavori o per i conduttori televisivi che se ne servono e li strumentalizzano a modo loro per imbastire come che sia una trasmissione. Quel che arriva all' ascoltatore di media cultura e media intelligenza è una specie di vaniloquio, perché da una parte si dice una cosa e si dice che è giusta e opportuna, dall' altra si sostiene l' esatto contrario e si dice che è ancora più giusto e ancora più opportuno. Per esempio sono anni che si parla della divisione delle carriere tra giudice e pubblico ministero, ma a proposito di questa e di tante altre questioni del genere non si arriva mai al dunque, mai a decidere alcunché, perché non ci sono nuances o lievi differenze di opinione, c' è solo da una parte il bianco e dall' altra il nero. E se le cose sono trasmesse così, se il rilevante per i titoli dei giornali e per la televisione appare ai più irrilevante, il risultato è che chi non capisce alla fin fine una cosa sola capisce: che forse hanno tutti torto, non solo, ma fanno anche a noi un torto, perché governa male chi si esprime male. Tutti, ma proprio tutti dicono che i veri problemi sono altri, non quelli che essi continuamente dibattono. Ma allora perché non ce ne parlano? Tutti concordano che di questi si dovrebbe argomentare e mentre lo dicono continuano a insultarsi e contraddirsi e mai si accordano su qualcosa per il bene comune. Tutti si appellano alla morale, mentre l' immoralità da ogni parte dilaga. I politici per primi dovrebbero dare il buon esempio... (Continua)

14 commenti:

eugenio ha detto...

Mi pare che l'articolo di La Capria, oltre a far perno sul linguaggio stereotipato veicolato dai politici e dai media, insista sull'impossibilità di far luce e di venirne a capo su qualsiasi fenomeno.
Perfino il meteo e le previsioni di questi giorni sembrano prestarsi alla fòla dell' uno, nessuno, centomila. "Avremo un'estate afosa, avremo un estate breve e con molti temporali, da domani riprende il caldo africano.." ecc.
E' un incessante chiacchiericcio autoreferenziale privo di ognii costrutto.

sarcastycon ha detto...

Hesperia
da noi si dice che "dalla zucca non puoi ricavare sangue",infatti il livello culturale dei giornalisti e dei politici è rappresentato dal contadinotto molisano...
E che vuoi sperare?
ciao
Sarc.

Hesperia ha detto...

Vero Eugenio. L'invadenza mediatica ha fatto sì, che anche la cultura è stata contaminata dal mass-mediese e dal politichese.
E con queste premesse è chiaro che la verità è sempre più una chimera. Le loro metafore per il mantenimento del potere, oscurano e rendono impossibile l'approdo a ogni obiettività e veridicità. Mi pare questo , il senso del pezzo.

Hesperia ha detto...

Sarc, da noi in Liguria invece si dice che da una razza (pesce largo) non può nascere un gattuccio (pesce lungo).
Il significato è lo stesso.

marshall ha detto...

Hesperia,
su tuo consiglio mi sto procurando il romanzo di Mario Tobino "Per le antiche scale", mia prossima lettura agostana. E visto che ne sei estimatrice vorrei mi consigliassi l'opera migliore di Raffaele La Capria. Per intanto ho letto la sua biografia su Wikipedia, scoprendo che è sposato con Ilaria Occhini, della quale sono stato grande estimatore da ragazzo, per via delle sue "grandi" interpretazioni televisive degli anni '60 e '70.

Josh ha detto...

un salutino en passant a tutti!! caro Marshall "per le antiche scale " è un buon consiglio davvero:-)
Se puoi, vediti anche il film con una scenografia e ambientazione particolarmente curata di Mario Bolognini

http://www.deastore.com/dvd/per-le-antiche-scale-mauro-bolognini/8032807011455.html

Ciao Hesperia, interessante post.
Tra i vocaboli che ormai non significano più nulla ce n'è uno non citato nell'art. che mi disturba sempre particolarmente: "sostenibilità",
usato più che il parmigiano sulle penne al ragù....
Oggi è tutto "sostenibile". bah.
Io invece nun ne puozze cchiù, altro che sostenibile:-))

ciao cari

marshall ha detto...

Josh,
è con grande stima che dò sempre ascolto ai tuoi consigli.
Avrete capito tutti, ormai, che da una cultura prettamente materialistica (ero grande appassionato di borsa e finanza), sto lentamente passando ad una cultura molto "umanistica", nel senso che sto seguendo con maggiore "interesse" le mie "latenti" questioni spirituali. Tutto questo - e ormai l'avrò ripetuto infinite volte - da quando mi han fatto entrare nel mondo dei blog.
Venendo a noi, Josh, poichè o notato che ormai tutte le biblioteche pubbliche hanno il settore filmografia, mi premurerò di ricercare la cassetta o dvd del film che mi hai consigliato.

Avrete tutti notato che ho saltato il mio turno di luglio; ho messo un pò a riposo il cervello, anche in considerazione della calura estiva, scoppiata all'improvviso, che me lo stava fondendo. Oggi la temperatura, qui a nord di Milano, dopo il temporalone di ieri sera si è parecchio mitigata, e si sta bene. Nonostante ciò, qualcosa, anche di letterario, ho continuato a scrivere nel mio blog. Piccole cose. E proprio ieri ho citato Josh in un mio commento.

Venendo a questo specifico post, avevo notato che nella trascrizione parziale del lungo articolo di La Capria si parla molto di economia, finanza e questioni economiche. E mi pare parli dei disastri avvenuti in Grecia e Spagna, ma ha tralasciato (almeno mi pare) di parlare dell'Irlanda che ha lo stesso grossi problemi da risolvere, dovuta, a quanto pare, anche là alla bolla immobiliare (ci sono immensi quartieri nuovi disabitati; case costruite nel momento del "grande" boom irlandese e mai comprate da nessuno). Ora ai problemi dei problemi si sta aggiungendo l'Ungheria, mentre la Romania ha avviato un drastico piano di rientro dal deficit, per poter essere ammessa nell'Euro.

Per ora mi fermo qui, anche perchè sto già meditando al mio prossimo post per settembre, che, nelle intenzioni, sarà l'ideale continuazione di un mio precedente post.

A dopo, per gli auguri agostani.

marshall ha detto...

"... Tutti, ma proprio tutti dicono che i veri problemi sono altri, non quelli che essi continuamente dibattono. Ma allora perché non ce ne parlano?..."

Tra i tanti, c'è anche questo passo dell'articolo che è uno schiaffo a tutti coloro che dicono che i problemi dell'Italia sono altri, e non quelli che il governo in carica sta dibattendo.
Bella la domanda che La Capria fa a quegli "oratoni-santoni", ma allora perchè non ce ne parlano?

Per quel che ne penso, quando ho sentito parlare di tali "presunti" problemi leader non di governo, ho sentito solo gran discorsi, grandi chiacchiere, grandi paroloni, ma alla fin fine è come se da costoro non avessi ascoltato niente di niente. Quello che sta veramente bollendo in pentola, lo conosce solamente il cuoco.

Hesperia ha detto...

Marsh, come avevo scritto in pvt, in estate non ci sono turni da rispettare. Chi ha voglia di scrivere qualcosa lo scrive, chi non ne ha voglia, sonnecchi pure. I turni si ripristineranno in settemebre.

Come ho scritto nel cappeao llo introduttivo all'articolo, consiglio "L'amorosa inchiesta" di La Capria.
Un saluto a Josh, e ciao a tutti.

Hesperia ha detto...

Refuso: era "cappello" introduttivo.
Per ciò che concerne la finanza a cui l'articolo fa riferimento, e alle crisi nei vari stati membri della Ue, non a caso l'articolo in oggetto si intitola "Le miserabili metafore del potere". Chi ha potere e chi prepara piatti avvelenati, caro Marsh, non viene certamente a dirci di che cosa sono composti e quali sono gli ingredienti.

Hesperia ha detto...

Josh, "sostenibile" fa parte del "somario" prefabbricato.
Ti dicono niente, in proposito, le "eccellenze"?
Abbiamo tante eccellenze negli atenei italiani. Eccellenze nell'ambito della ricerca ecc.
Tutta roba da bestiario terminologico.

marshall ha detto...

Hesperia, Josh,
è un fuori tema perchè mi preme dirvi subito della mia esperienza di lettura del "Per le antiche scale".
Di Mario Tobino avevo già letto, all'incirca 8 anni fa "Le libere donne di Magliano", un romanzo pubblicato 19 anni prima di "Per le antiche scale".
I 19 anni di differenza non sono passati invano. Pur essendo arrivato solo alla prima parte del II° capitolo, vado a memoria, ma ho già notato subito la differenza di stile tra i due romanzi. A differenza di "Le libere donne di Magliano", in "Per le antiche scale", che pur tratta degli stessi argomenti - la psichiatria, i manicomi, per usare parole del prefatore, Tullio Kezich - qui la costruzione del romanzo, le frasi, i periodi, l'uso quasi "maniacalmente" perfetto della lingua mi stanno fornendo un'immagine completamente diversa da quella che mi ero fatta di Tobino: quella di un veramente "grande" scrittore.
E così anche la pagina che scrissi su di lui, Livorno bella, ora la rivedo come quella scritta da un grande scrittore.

A proposito, Josh, chi fa la parte del Bonaccorsi - "biondo, alto, con gli occhi celesti, vigoroso, un che di longobardo" - nel film?

marshall ha detto...

Hesperia,
ho terminato la lettura del romanzo che m'avevi consigliato: Per le antiche scale. Sembra quasi un testo autobiografico, di tanto che è realistico; sembra quasi che il dott.Anselmo sia lui stesso, Mario Tobino, professionista medico psichiatra nella vita. Le scene che descrive sono talmente verosimili, che sembra proprio lui nell'attività di medico dei "matti", come lui stesso chiama i malati mentali del romanzo. Si rimane perciò stupiti nel leggere la nota a conclusione del romanzo, in cui scrive che "...Le storie però che qui sono narrate non sono mai avvenute, e i nomi e le persone mai esistite. ..."

Ora mia accingo alla lettura che consigli nel post: "L'amorosa inchiesta" di Raffaele La Capria.

Buone Vacanze.

Hesperia ha detto...

E' un suo romanzo autobiografico (parlo dell'Amorosa inchiesta). Penso che ti piacerà. Ciao buone vacanze.