giovedì 7 novembre 2013

10 Racconti Gotici e lo spaccato su un'epoca


E' uscita un'antologia curiosa e di pregio, che contiene 10 racconti. Autori, tra gli altri, Dickens, Le Fanu, Mérimée. Le sorprese al suo interno non mancano, ma ce ne occuperemo alla fine perchè offre l'occasione di un excursus.
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Un passo indietro.
Per Letteratura Gotica, ci si riferisce al Romanzo Gotico o a racconti, intendendo un genere attivo dal secondo Settecento, che univa elementi romantici ad altri paurosi od oscuri, intrisi di amore e morte, varia drammaticità. Fanno parte di queste simbologie e categoria del sentire anche questo, questo e quest'altro tra i miei post.

Il vocabolo si diffonde in quest'uso per lo più in area anglosassone, e identifica vicende ambientate spesso nel Medioevo, con un sentire che predilige castelli, rovine, sotterranei e vari ambienti tenebrosi, ma non solo.
Se questo è lo sfondo, non si tratta sempre e solo di un'estetica (intesa proprio come tipologia della percezione), ma di esplorazione di alcune dimensioni dell'esistenza unite ad un senso drammatico particolarmente vivo, e vi è un nesso formale tra architettura reale/immagine e costruzione narrativa nelle opere letterarie.
Un profondo senso del tragico e dell'ineluttabile percorre le storie d'amore e di terrore, per vicende impregnate di amore perduto, circostanze dolorose, elementi preternaturali e soprannaturali, indicibili prove e rovelli interiori.


(Cattedrale di Metz, Francia)

Il Rinascimento che esaltava un linguaggio classico greco-romano e in certo modo apollineo, bollò spregiativamente  lo stile gotico in architettura medievale, trattato da Hesperia al link (in origine nelle magnifiche Cattedrali in Francia nel XII sec. poi in Europa occidentale nel XIV e XV sec. e Spagna, Portogallo, e paesi tedeschi, anche se il gotico inglese si diffuse precocemente già a partire dal 1175)  
ma proprio certe cuspidi, la linea curva e sinuosa, l'irresistibile svettare verso l'alto in cerca dell'ascesi, i reticolati, i pinnacoli, la forma arzigogolata, il senso del terribile e del solenne, il Sublime che atterrisce, erano "gotici" come i conflitti e sinuosità interiori descritti nella letteratura (neo)gotica nella ripresa successiva.


(Gargoyle a Notre Dame, Parigi)

Il termine "gotico" in origine si riferisce proprio ai Goti, l'antico popolo germanico, e venne usato per la prima volta per indicare questo stile artistico e architettonico da Giorgio Vasari (cui ho dedicato un post per i 500 anni) come sinonimo di nordico, barbarico, capriccioso, contrapposto alla ripresa del linguaggio classico rinascimentale.

La perdita della connotazione negativa del termine risale alla seconda metà del Settecento, quando prima in Inghilterra e Germania si ebbe una rivalutazione di questo periodo della storia dell'arte che si tradusse anche in un vero e proprio revival, il Neogotico appunto (anche in architettura, interni e mobili), che attecchì gradualmente anche in Francia e Italia, come reazione al neoclassico razionale dell'età dei "Lumi". Venivano ora esaltate l'emozione, lo struggimento, il Sublime (sembra in realtà un ritorno al dionisiaco).


(edificio neogotico a Bruges: dei misteri di un artista legato alla città mi ero occupato qui)

Le stesse rovine degli edifici (poste ad arte anche nei giardini) evocavano il decadimento delle creazioni umane, il senso mortuario delle cose e il cupio dissolvi.
Viene comunque evitata la conoscenza approfondita del Medioevo che non era naturalmente così oscuro come veniva dipinto, anzi tutt'altro, basti pensare al fiorire di notevoli punte della nostra civiltà (tutta la Patristica, le invenzioni tecniche e pratiche, la luminosa civiltà benedettina non erano l'unico faro in un'età non così buia).

Contribuisce alla diffusione della rilettura del gusto gotico nella nuova accezione lo stesso Romanticismo, che già si richiamava al mistero, al primitivo e tenebroso.
Per uno sguardo più ampio ad un certo tipo di temperie romantica, si rimanda a "La Carne, la Morte, il Diavolo..." post ispirato a Mario Praz di Hesperia.

Il primo testo che fece da apripista alla tendenza letteraria fu il romanzo breve "Il Castello di Otranto" di Horace Walpole nel 1764. L'autore in quell'epoca aveva iniziato la costruzione del Castello di Strawberry Hill, fuori Londra che arricchì di straordinari pezzi d'arte, comprese numerose reliquie.


(un interno del Castello di Strawberry Hill)

Nel 1800 è seguito da altri autori come Matthew Gregory Lewis, Ann Radcliffe, Charlotte Dacre e Mary Shelley: di nuovo le costanti sono sentimentalismo e romanticismo, ma anche rivolta contro il razionalismo illuminista, inquietudine per l'uso inedito e immorale di scienza e tecnica conosciute nella rapida industrializzazione e furono alla base della nascita del gothic revival.


(Castello di Strawberry Hill) 

Se "Il vecchio barone inglese" di Clara Reeve è un'imitazione del Castello d'Otranto, da segnalare "Vathek" in francese (1785) di William Beckford, "I misteri di Udolpho" (1794) e "L'italiano, o il confessionale dei penitenti neri" (1797) di Ann Radcliffe, "Il monaco" (1796) di Matthew Lewis, "Frankenstein" (1818) di Mary Shelley, "Il vampiro" (1819) di John William Polidori, "Melmoth l'errante" (1820) di Charles Robert Maturin.


(vetrata della Cattedrale di Chartres)

L'oscurità diventa strumento per accedere al sublime (al contrario della luce che rientra nel senso del bello e dell'armonia) secondo il concetto orrorifico di sublime (l'incanto del mostruoso) espresso da Edmund Burke.

Predominano così in questi romanzi figurazioni e oggetti imponenti che incutono timore (palazzi possenti, catene, l'elmo che campeggia minaccioso all'inizio del Castello di Otranto di Walpole);
il senso di vastità, di cose non misurabili; la mancanza di rapporto causa-effetto nella narrazione; infine l'approssimazione: John Milton nel Paradiso Perduto accennava solo vagamente all'aspetto e alle fattezze del diavolo.

Altre costanti: nel Castello di Otranto di Walpole, e oltre con la Radcliffe e Lewis, giovani donne sono costrette a fuggire da terribili seduttori, e le vittime sono in realtà più o meno figurativamente stritolate in ingranaggi perversi. L'ambientazione è medievale, ma a volte anche borghese e contemporanea, la minaccia contro i protagonisti proviene in questi testi dall'autorità politica e religiosa, e da episodi di corruzione maligna e abuso di potere.


(Gargoyle-bat a Nottingham)

"L'italiano, o il confessionale dei penitenti neri" (1797) di Ann Radcliffe e "Il monaco" (1795) di Matthew Lewis ne sono esempi: in più "Il monaco" contiene giudizi al vetriolo sulla Chiesa Cattolica, secondo la prospettiva inglese d'allora, e più in generale l'ambientazione in paesi cattolici, in vecchi castelli, abbazie e conventi è scelta per mostrarne le monarchie assolute che non avrebbero tutelato a sufficienza i diritti dei cittadini: consueto iato tra paesi Anglosassoni Calvinisti -che poi così liberal non erano, visti roghi e decapitazioni, e Cattolici Postlatini.

In realtà il gothic revival in Inghilterra raffigura il nero dell'esistenza anche attribuendolo alla Tradizione Cattolica e al legame con la Sede Romana: in questo rispecchia anche la scelta (nel senso letterale di airesis) inglese protestante di allontanarsi dalla Chiesa.

Siamo dunque alla Letteratura come Sintomo, quasi che, persa la Comunione, si ripiombi nell'oscuro mare dell'essere.
La riforma allora appare come una ferita che taglia in due l'Europa; e sembra che da quella ferita, dalle viscere della terra fuoriescano i mostri che infestano l'immaginario del neogotico.

Naturalmente anche l'anglosassone, il (neo)gotico è homo religiosus, ogni essere umano è concepito come aperto all'Infinito. Ma venendo meno la Comunione, se non si accoglie più la Rivelazione, si finisce per costruirsi una via personale e per accedere all’antirivelazione luciferina (i mostri) che sin dal principio della storia si è offerta come  tentazione all’umanità. In questa falsa gnosi domina il caos terrifico e si subisce senza difese l’eternità cangiante del mondo, minacciosa e non ordinata, che può portare alla disperazione del Nulla.

La tematica religiosa in questi testi del gothic revival intesi come orrorifici è infatti spesso presente, talvolta con connotazione negativa, specchio della cesura storica inglese.
L'ascesa di Enrico VIII e la rottura con l'autorità religiosa di Roma ebbero il suo peso, la scissione del reale sembra generare il ripiegamento dello stile, e un'inversione dei significati.
E' curioso infatti come l'architettura gotica medievale fosse più che sacra, religiosa e osservante, nel suo slancio verticale,
mentre la cosiddetta letteratura (neo)gotica del revival 700-800 veda il nero e la minaccia proprio insito in un'idea terribile e orrorosa del sacro.




Ma nel periodo, scrittori non cattolici e cattolici sono spesso caduti in disgrazia e la vita pubblica inglese fu messa a durissima prova, con numerosi martiri e sangue.

Qui Martiri cattolici vittime dell'Inquisizione anglicana, e qui acute osservazioni con possibili paralleli col presente.

Il 1533 è l'anno di rottura con la Chiesa Cattolica, che porta allo scisma anglicano. Segue una dolorosa interpretazione filocattolica e anglocattolica e anche anticattolica nella cultura inglese. Alla restaurazione di Maria I d'Inghilterra la Sanguinaria ha fatto seguito la contro-restaurazione di Elisabetta I, la Regina Vergine, fino al riconoscimento dei principi calvinisti e alla sottomissione alla Corona.

Nei due secoli della letteratura gotica, numerosi artisti e scrittori inglesi di fede cattolica così come di fede anglicana sono stati protagonisti della loro epoca spesso fino alla perdita della libertà o della vita.




Tommaso Moro, cattolico, fu decapitato dopo avere opposto un rifiuto al giuramento di Supremazia che indicava il sovrano come capo della nascente Chiesa anglicana (1534).
John Skelton, precettore di Enrico VIII, si rifugiò nell'abbazia di Westminster dove rimase fino alla morte a scrivere satire.
John Milton, a causa degli scritti polemici sul divorzio, cadrà in disgrazia e si ritirerà a vita privata. Francesco Bacone fu condannato al carcere per peculato.
Di famiglia cattolica, Alexander Pope era discriminato per il battesimo tradizionale ricevuto.
Daniel Defoe, autore del "Robinson Crusoe" sosteneva la libertà religiosa tra anglicani e cattolici in UK, ma fu accusato di diffamazione verso la chiesa d'Inghilterra per il suo testo "La via più breve per i dissenzienti".
Jonathan Swift scrisse "I viaggi di Gulliver", ma la critica ufficiale lo ridusse a narratore per bambini.
Questa è solo una minima parte del campo di tensioni ideali e sangue vero che la storia ha generato e che si specchia nella letteratura inglese dopo la rottura col Cattolicesimo.


I simboli della letteratura del revival gotico si diffondono presto nel Romanticismo inglese, poi europeo per tutto l'800. Addirittura nei "Promessi Sposi" ci sono stralci e situazioni simili a quelle del gotico, come la vicenda della Monaca di Monza costretta dal genitore dispotico alla clausura, o rapimenti e oppressioni della vergine innocente, con l'episodio di Lucia, segregata nel castello dell'Innominato. Ancora tracce ritornano nelle atmosfere cupe di "Notre-Dame de Paris" (1831) di Victor Hugo, ambientato nel tardo Medioevo, con personaggi come il mostruoso Quasimodo o la fanciulla Esmeralda, vittima innocente di un crudele sopruso.

Il potere assoluto, il feudalesimo e il dispotismo contribuiscono ad alimentare lo sfondo del gotico sublime. Saranno temi poi ripresi nell'Ottocento anche dagli scrittori americani, che hanno vissuto la violenza sottile e sotterranea dei rapporti o plateale e spietata di regimi puritani e fondamentalisti.

"Frankenstein o il Prometeo moderno" di Mary Shelley, oltre alla fama, ha il merito di superare schemi del primo romanzo gotico del culto dell'irrazionale, per articolare una visione di scienza e tecnica maligne, uscite dal lecito e naturale quanto dal sacro, e volgerla in chiave fantascientifica e morale.
Il romanzo introduce tematiche attuali e di risonanza in un'epoca in cui la ricerca stava accelerando le sue scoperte: il rapporto fra l'uomo e la scienza, i limiti della scienza oltre i quali non è lecito spingersi, la figura della creatura artificiale che si ribella al suo creatore, e di più "il Prometeo moderno".
Il tema vero era il Dott. Victor Frankenstein e la creazione del mostro, per adorazione di scientismo e biotecnologia manipolatrice che arriva prometeicamente alla ribellione contro i canoni naturali e sacri dell'esistenza.
La Shelley infatti scelse il riferimento a Prometeo per indicare l'Hybris degli scienziati di poter fare tecnicamente qualsiasi cosa, anche ricreare la vita a modo proprio. La Shelley unisce 2 tradizioni della vicenda di Prometeo: sia quella del titano ribelle contro Dio padre/Zeus, sia la versione delle Metamorfosi di Ovidio
in cui Prometeo plasma gli esseri umani dalla creta (questa lettura si avvicina al Demiurgo gnostico-massonico).

Altri testi del filone evolvono dal gusto iniziale e affrontano tematiche differenti.
Edgar Allan Poe supera l'ambientazione di antichi castelli, rovine medievali, e i temi come fantasmi, e creature mostruose, e si avvicina all'uomo comune: le paure irrompono  nel quotidiano, l'io viene scandagliato nelle sue opere, sono raffigurate paure individuali e collettive dell'uomo moderno anticipando la psicanalisi. Derivano dal gotico ancora autori del tardo Ottocento, come Robert Louis Stevenson con "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", con il tema del doppio bene e male nella stessa persona, e Arthur Conan Doyle, con i misteri di Sherlock Holmes, ma di più dei suoi racconti fantastici e del terrore. Si potrebbe continuare fino a Bram Stoker e H.P. Lovecraft e oltre. Nel 900, l'eredità di questi autori sfocia in nuovi generi narrativi differenti: giallo, il noir, la fantascienza, l'orrore, e il cinema ne sarà un veicolo notevole, a partire già dal muto.

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L'antologia curata da Enrico Badellino, edita da Skira 
"Arte e Mistero: Dieci Inquietanti Racconti" si appoggia a un'accezione del gotico intesa in senso lato come Unheimlich, per cui comprende elementi fantastici, passaggi di stato tra animato e inanimato e simili.
Statue assassine, disegni, dipinti e incisioni che prefigurano delitti, ritratti di persone defunte che si animano intrecciando inquietanti liaison con i viventi: scrittori come Hawthorne, Mérimée, Dickens, Poe, Erckmann, Nesbit, e anche Pirandello e Capuana - accanto a maestri della ghost story come Le Fanu e M.R. James - hanno affrontato il rapporto tra l'opera d'arte e il mondo degli spiriti, aprendo prospettive narrative sulla contaminazione tra l'aldiqua e l'aldilà della tela, tra questo e l'altro mondo.
La novella di Pirandello è "Effetti di un sogno interrotto". Un uomo che vive in una casa cupa e barocca osserva dal letto un quadro che ritrae una donna sdraiata in una grotta. Volto splendido, capelli sciolti e seni scoperti. Un vedovo suo ospite un giorno riconosce nel dipinto l'immagine della moglie scomparsa e vuole il quadro, perchè non tollera che un estraneo ne contempli la nudità.  Il proprietario del quadro una notte è convinto di aver incrociato lo sguardo vivo e in movimento della donna del ritratto, e chiama così il vedovo per donargli il dipinto.
Plutarco già aveva utilizzato il tema di statue che ...facevano movimenti creando un effetto di spiazzamento e straniamento sullo spettatore. Spiega Badellino che quella della statuaria classica quindi politeista è un'antica tradizione, che però dopo il Cristianesimo muta di segno. Gli dei greci immaginari e allegorici divengono come demoni.
La rappresentazione muta di scopo, si fa o sacra o profana, Vera Immagine o pagana, sia nella considerazione cristiana tradizionale, sia nella già citata lotta tra Cattolici e iconoclastia protestante.
Il fantastico moderno, sorto tra XVIII e XIX secolo, sarà come un contrappasso rispetto al piatto razionalismo dei lumi, e l'evento soprannaturale o preternaturale assume la valenza di un'intromissione inquietante nell'ordine razionale e apparentemente conosciuto delle cose.

Chiudo con Léon Boëllmann e la sua Suite Gothique, op. 25



Josh


20 commenti:

Hesperia ha detto...

Di queste raccolte gotiche che citi, il mondo editoriale ne ha già fatte molte. Se ora ripubblica questi classici, è segno evidente che c'è domanda. In un periodo così disastrato, nessuno si arrischierebbe, in caso contrario.
Molti dei libri e degli autori citati (Il Monaco di Lewis, Ann Radcliff, Le Fanu, Walpole) sono dei classici e ovviamente li ho letti.
Ho in particolare un bel libro di Le Fanu (tra i quali lo splendido racconto "Carmilla").

Grazie per la citazione sulle cattedrali, dove però, con mia grande sorpresa, ho visto che le immagini non esistono più. Misteri informatici. Uno di questi giorni mi riprenderò la briga di cercare altre immagini delle cattedrali citate e di caricarle.

Josh ha detto...

Sì, per me c'è domanda del "genere" anche perchè, pur tra la crisi di editoria e numero decrescente dei lettori, molto cinema, specie di serie zeta e anche meno, si spaccia per...gotico qualcosa che è solo paccottiglia.

Nasce così talvolta la voglia di approfondire come siano nati stili e categorie.

Le raccolte, magari anche di prove di autori che di solito si occupavano di altro, spesso servono anche a questo.

L'altro sintomo è anche quello poco allegro, cioè non si fa poi così tanta buona letteratura oggi, per cui si tende a riscoprire qualcosa del passato, piuttosto che puntare su talenti spesso inesistenti del presente.

Hesperia ha detto...

Vedo però, se non vado errando, che nella raccolta manca ETA Hoffmann, un autore imprescindibile per comprendere il racconto gotico nord e mitteleuropeo.
Cito Gli Elisir del Diavolo, La principessa Brambilla, Il piccolo Zaccheo, e molti altri.

Influssi hoffmaniani li troviamo anche in Gogol nei suoi "Racconti di Pietroburgo".



Josh ha detto...

Molto bella "Carmilla" di Le Fanu.

sul mistero informatico:
in uno dei miei collegamenti di ieri al tuo post sulle Cattedrali, le immagini non si vedevano.
Ieri sera invece si vedevano tutte.

Oggi cliccando sul link è ancora tutto al suo posto e le immagini sono proprio lì!
per cui non toccare nulla che van bene.

Nota che Google in questi giorni sta cambiando impostazioni sulla privacy e simili, ma le cose sono tutte al loro posto.
Cfr. anche lo spazietto dei commenti, è un po' diverso negli ultimi giorni: cornicetta in blu invece che nero, scrittura nei commenti inquadrata diversamente.

Comunque mi raccomando lascia il post sulle cattedrali così, che c'è tutto, verificato già da 2 pc differenti.

Hesperia ha detto...

Secondo alcuni altri editori "Le veglie di Pietroburgo" (Il Naso, Il Cappotto, il ritratto ecc. ).
Mentre sulle donne scrittrici di gotico hanno fatto (in passato) una raccolta con la Shelley, la Radcliff e altre, che ho (non ricordo più bene il titolo ma mi pare "La donna e il mostro" o "La donna e l'orrore").

Il filone razional- pan scientifico però mi piace di meno dell'altro.

Hesperia ha detto...

Di Carmilla (Millarca e Mircalla) ne hanno fatto anche una versione cinematografica "Il sangue e la rosa" di Vadim con Annette Stroyberg e Elsa Martinelli. Un film che mi aveva spaventato a morte da ragazzina.

Josh ha detto...

Hoffmann lo conosco discretamente,
piace anche a me, ma nel post sono rimasto nella panoramica più vicino al mondo inglese.

il filone paura scientista è meno affascinante da un punto di vista letterario anche per me, rispetto al gotico 'classico',
ma alcuni interrogativi etici che pone nei limiti etici della scienza sono attuali, per certi versi.

Johnny 88 ha detto...

Bellissimo post Josh. Personalmente ho una certa passione per la letteratura gialla e thriller, e ovviamente m'è capitato di "sconfinare" nel gotico con Conan Doyle; Mary Shelley; Bram Stoker; Poe e R.L. Stevenson. Invero la storia cominciò alle elementari con Conan Doyle e il mitico Sherlock Holmes. "Uno Studio in Rosso" è stato uno dei primi libri che ricordo d'aver letto, credo fosse in seconda elementare :)

Nessie ha detto...

Le gargolle di Notre Dame, fanno davvero impressione. Sembra di vederci un Quasimodo vagare all'interno :-).

Josh ha detto...

Ci domandavamo ieri, Hesperia, come mai il gotico è sempre di moda.
Anci non è nemmeno moda, è "sentito".

E così il perchè di questa antologia, in un'epoca di crisi di mercati, editoria, lettura.

Quale arte consolatoria se non il terrore, in tempi bui come questi?
almeno mostra una catarsi.
Ed è arte incredibilmente realistica, per analogia, col buio, questo sì vero,
ancorchè ammantato di finto progresso, nella vita vera che viviamo, sotto la cappa caliginosa delle magnifiche e progressive sorti dell'EU, del bel sol dell'avvenir che si aspetta. E ci proibisce anche di esprimere una qualche opinione, sia mai che urta qualche minoranza.
Tempi bui-arte gotica.
I peggiori incubi di ieri sono la realtà tangibile d'oggi.

http://www.italianiliberi.it//Edito13/l-italia-vittima-di-quel-3-percento-che-ci-ha-spinto-nel-baratro.html

Josh ha detto...

Nessie, Notre Dame è proprio un capolavoro, nella sua interezza.

:-)

qui una breve sulla storia della gargolla

http://it.wikipedia.org/wiki/Gargolla

in ottica cristiana, anche se la stratificazione culturale è multipla, sembra l'oggettivazione di quel mondo demonico di cui parla S.Paolo che vorrebbe "insinuarsi fino negli spazi celesti" a loro ovviamente vietati.
Suggestive, comunque.

Josh ha detto...

Grazie Johnny 88...troppo buono.

Questa è una categoria del gusto che mi ha colpito fino dall'infanzia, anche a me quindi...magari passando da altri racconti, e nel mio caso anche parecchio influenzato dalla musica e dal cinema.

AH seconda elementare? Precoce! :-)

Ottima lettura Conan Doyle! :)
Mary Shelley e Bram Stoker sono ormai classici, talmente rivisitati negli ultimi decenni anche al cinema, che dovrebbe essere obbligatorio per tutti conoscerli.

Poe continuo a pensare sia un autore anche maggiore di come è stato considerato. E' stato capace di passaggi interiorizzati molto sottili e fuori del suo tempo, della sua epoca.

Josh ha detto...

Allego una poesia di solitudine e disadattamento di Poe, famosa, ma perchè non mettere anche questa, qui:

Alone

From childhood's hour I have not been
As others were; I have not seen
As others saw; I could not bring
My passions from a common spring.
From the same source I have not taken
My sorrow; I could not awaken
My heart to joy at the same tone;
And all I loved, I loved alone.
Then- in my childhood, in the dawn
Of a most stormy life- was drawn
From every depth of good and ill
The mystery which binds me still:
From the torrent, or the fountain,
From the red cliff of the mountain,
From the sun that round me rolled
In its autumn tint of gold,
From the lightning in the sky
As it passed me flying by,
From the thunder and the storm,
And the cloud that took the form
(When the rest of Heaven was blue)
Of a demon in my view.

Johnny 88 ha detto...

Con Edgar Allan Poe ho un rapporto un po' "traumatico". Spiego il divertente aneddoto.

Avevo circa 12 anni ed ero a casa con l'influenza, mia madre prese una vecchia raccolta di racconti di E.A. Poe. Leggemmo insieme "La Lettera Rubata" e "Gli Omicidi della Rue Morgue", dopodiché mi sfidò a leggere "Il Pozzo e il Pendolo" che nella raccolta era classificato come "Racconto agghiacciante". Mia madre uscì dalla stanza e mentre stavo leggendo quel racconto entrò urlando spaventandomi a morte. Mi ci vollero anni prima di riprendere in mano qualcosa di E.A. Poe :D

Josh ha detto...

Beh insomma, oggi se ti capita, ci si può accostare a Poe con più tranquillità...

Certo che tua madre ha un sense of humour tutto suo :-)

Hesperia ha detto...

Le poesie di E.A Poe sono sublimi e i suoi racconti mettono un panico e una perturbazione tutta interiore (unheimlich).

Vedo che nella raccolta c'è anche Henry James, uno dei miei preferiti. Cos'hanno messo? "Il giro di vite"? Certamente qui siamo nel neogotico. Indimenticabile il film di Clayton basato su detto racconto, con Deborah Kerr, sceneggiato da Truman Capote.

Josh ha detto...

Già Hesperia, Poe poeta è notevole. Sono legato a quella poesia che ho postato sopra fin dall'infanzia.

Nella raccolta di Skira il James che c'è non è il grande Henry ma il poco conosciuto Montague Rhodes James, questo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Montague_Rhodes_James

Il giro di vite di Henry in effetti sarebbe stato troppo lungo per un'antologia di racconti.

Ho l'edizione Einaudi in italiano, circa 180 pagine (seppur pagine piccole) sono, non è proprio un racconto da antologia, e temo, si sarebbe "divorato" (per costruzione e intensità) alcuni degli altri racconti, più esili per struttura e contenuti.

Hesperia ha detto...

Nonostante il discreto numero di pagine (io ho la versione edita per Garzanti) "Il giro di vite" si inserisce più nella realtà del "romance" che in quella del "novel", due categorie importantissime che vengono distinte solo la lettura inglese, per capire la narrativa.

Il "romance" è il racconto di gesta, di avventure, di fantasmi, di spettri . Insomma il "romance"
è una narrazione fantastica.

Mentre il "novel" è romanzo d'ambiente, di maniere, una vera e propria fotografia della realtà d'epoca. Un esempio per tutte: "Orgoglio e pregiudizio" fa parte del "novel" e non del "romance".

Viceversa i testi che abbiamo citati nella raccolta fanno parte del "romance" anche se poi li chiamano "Gothic Novel". Ma guarda caso, davanti al termine "novel" ci mettono l'aggettivo "gothic".

Il "gotico" però è parte integrante del "romance".

Hesperia ha detto...

Qui altre suggestioni circa la differenza tra "novel" e "romance":

http://strategieevolutive.wordpress.com/2013/05/14/novel-romance/

Una classificazione che ovviamente non esiste nella letteratura italiana, ma solo in quella angloamericana.

Josh ha detto...

magistrale puntualizzazione :-)