martedì 4 febbraio 2014

CC, che carriera!






Claudia Cardinale è stata per anni il volto-simbolo del buon cinema italiano. Ripercorrere la sua strabiliante carriera è pertanto, ripercorrere la storia del nostro cinema quando era vero cinema, apprezzato e guardato con rispetto e interesse nel mondo intero. Ma anche la nostra storia e i nostri costumi. Oggi è un'anziana signora, con tanto di nipoti, che ha avuto la fortuna di girare film bellissimi con grandi registi e che può ritagliarsi ruoli teatrali di prestigio in Francia dove risiede stabilmente. Ma anche ricordare con piacere la grande mole di lavoro fatto, ricevendo numerosi premi alla carriera, mostre retrospettive, tributi ecc.  Più della Loren e della Lollo, la quali, è vero che hanno pure loro, spiccato il volo per l'estero, ma sono pur sempre rimaste prigioniere di cliché e di ruoli un po' caserecci. Claudia è attrice ad un tempo nazionale ed internazionale, grazie al fatto di essere nata bilingue. Nasce a Tunisi nel 1938 da genitori di origine italiana (siciliani per l'esattezza), ma parla il dialetto siciliano, l'arabo e naturalmente il francese, lingua di studio e di cultura in uso nelle scuole tunisine. Non padroneggia invece molto bene l'Italiano che migliorerà man mano che procede la sua carriera in Italia. I suoi genitori, Yolanda e Francesco, erano nati in Tunisia, figli di emigranti siciliani: i nonni paterni erano commercianti di Gela, trasferitisi là, quando era ancora un protettorato francese; i nonni materni, avevano una piccola impresa di costruzione marittima a Trapani ma poi si stabilirono a La Goletta, dove esisteva una numerosa comunità italiana. A La Goletta Claudia (il cui vero nome è Claude) insieme alla sorella Blanche trascorre meravigliose vacanze al mare dai nonni, mentre il padre costruisce per le ragazzine una barca in legno. Pur essendo entrambi i  suoi genitori educati in scuole francesi, il radicamento nella terra d'origine era tale che il padre, ingegnere delle ferrovie, scelse di mantenere la nazionalità italiana invece di prendere quella francese, cosa che la Cardinale ha rifatto in omaggio a lui: residente a Parigi, potendo scegliere mantiene la nazionalità italiana.
La sua carriera prende l'avvio con piccole frequenti parti, in ottimi film d'autore e fu questa la strategia del produttore Franco Cristaldi che poi diventerà suo compagno di vita e darà il suo cognome al bambino che lei ebbe, quale frutto di una tormentata violenza sessuale. La Cardinale decise stoicamente di tenere il bambino e di crescerlo con amore,  ma il contratto con la Lux Vides (la più grande casa di produzione cinematografica con a capo Cristaldi) la obbligherà a non rivelare la maternità,  ad andare a partorire in segretezza a Londra, e di far passare il proprio figlio per fratello minore: una grande sofferenza per lei, come confesserà molti anni dopo in una famosa intervista rilasciata a Enzo Biagi .


La sua carriera inizia per caso con un concorso la più bella italiana a Tunisi nel 1957 che le dà l'opportunità




da Il bell'Antonio (Bolognini)


di compiere un viaggio a Venezia. Qui viene assediata di paparazzi dai quali cerca di difendersi con la sorella Blanche.
 Il suo primo film è  "I soliti ignoti" di Monicelli, nel piccolo ruolo di Carmelina, la sorella di un Tiberio Murgia, fratello possessivo che non vuole farla fidanzare con Renato Salvatori.
 Il suo carattere introverso e ritroso la porterà, per paradosso, a dover subire l'insistenza di registi che intendono scritturarla per i loro film,  proprio quando lei non vuole credere alla possibilità di diventare attrice. E' il caso di Mauro Bolognini che la scrittura per "Il Bell'Antonio" ottimo film tratto dall'omonimo romanzo di Vitaliano Brancati e storia "siciliana" di un uomo bello, gentile ed elegante, e assai ambito dalle ragazze, ma in realtà, con problemi di virilità. Con Bolognini, autore a lei carissimo, gira del resto un bellissimo film
da Senilità (Bolognini)
insieme a Belmondo "La viaccia" , intriso di preziosismo crepuscolare, oltre a "Senilità"  tratto dall'omonimo romanzo di Svevo, nel ruolo di Angiolina, femme fatale che condurrà alla rovina il protagonista. Più tardi sempre per Bolognini, un film rimasto poco valutato come "Libera, amore mio" nel ruolo della figlia di un famoso anarchico.
Anche Valerio Zurlini, di cui mi sono già occupata in specifico pezzo,  la vuole protagonista in "La ragazza con la valigia", nel ruolo di  Aida, una ragazza madre di provincia, costretta a nascondere la maternità, una  parte perfetta per lei, dalla quale - come dichiarerà - farà poi fatica a staccarsi giacché fin troppo speculare alla sua dolorosa esperienza. Di questo si accorge il sensibile Zurlini che la seguirà con affetto sul set.
La ragazza con la valigia (Zurlini)

Con Visconti esordisce in un ruolo marginale di Ginetta in "Rocco e i suoi fratelli", ma poi lui la valorizza quale indimenticabile protagonista in Il gattopardo nel ruolo di Angelica, la bella promessa sposa al nipote del principe di Salina, Tancredi (Alain Delon). Nel film la Cardinale ricopre due parti: quello della citata Angelica e quello più "selvaggio"  e ritroso della madre, donna bellissima ma tenuta sotto chiave dal marito che la conduce personalmente a Messa al mattino presto, velandola di nero, poiché geloso della sua bellezza. Due parti distinte della sua personalità: quella solare e quella lunare, come Visconti ha voluto acutamente mettere in evidenza. Il Gattopardo conquista trionfalmente la Palma d'oro a Cannes. La Cardinale presenzia brevemente sulla Croisette, giusto il tempo sufficiente per la storica fotografia sulla spiaggia in compagnia dei "tre gattopardi", Luchino Visconti, Burt Lancaster, Alain Delon e un ghepardo vero tenuto al guinzaglio sulla spiaggia.  Di recente nel 2011 lei e Delon hanno presenziato a Cannes per una versione restaurata e rimasterizzata de Il Gattopardo, felicemente acclamati dal pubblico, ma anche con una punta di malinconia da parte di entrambi,  nel constatare che  tutti i loro compagni di lavoro erano morti e che loro due (legati da lunga e fraterna amicizia dai tempi di "Rocco e i suoi fratelli") erano gli unici superstiti rimasti in scena.
Alain Delon e Claudia Cardinale a Cannes per la versione rimasterizzata de Il Gattopardo
 
 Ancora una parte di protagonista  in "Vaghe stelle dell'Orsa" accanto a Jean Sorel, in una storia scabrosa di incesto tra sorella e fratello che non ottenne molto successo di pubblico. Ma contemporaneamente a Visconti, la vuole anche Fellini, innamorato del suo volto dopo averla notata con Germi in "Un maledetto imbroglio".



Il primo film importante della sua carriera è infatti Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi, regista che per lei è una vera rivelazione. Fino a quel momento ha lavorato senza essere conquistata dal cinema, ma grazie alla sapiente direzione del burbero e laconico regista-attore (ci siamo già occupati di lui in questo post), con il quale nasce un'immediata affinità tra due caratteri simili, comincia ad imparare cosa sia il mestiere della recitazione e a sentirsi a proprio agio davanti alla macchina da presa.

Si tratta della sua prima vera prova di attrice, per la quale riceve una lusinghiera recensione da parte di Federico Fellini («una Cardinale che io mi ricorderò per un pezzo. Quegli occhi che guardano con gli angoli accanto al naso, quei capelli bruni lunghi e spettinati (...) quel viso di cerva, di gatta, e così passionalmente perduta nella tragedia»). Fu così che in 8 e mezzo, le affida il ruolo della Musa ispiratrice e per la prima volta non vuole farla doppiare ma le lascia la sua voce roca così singolare.
Inoltre fa esprimere al proprio alter ego Mastroianni una reverente dichiarazione d'amore all'attrice («Quanto sei bella, mi metti in soggezione, mi fai battere il cuore come un collegiale. Che rispetto vero, profondo, comunichi.») e la trasforma in una sorta di eterno femminino salvifico.
 Passare da Visconti a Fellini, per lei sarà quasi uno choc e, come dichiarò in alcune interviste, mentre con Luchino tutto era perfettamente pianificato nel dettaglio, con Federico si trovavano sul set senza sapere come muoversi perché tutto era creatività, genialità e improvvisazione da parte del maestro. Per Citto Maselli invece interpreta "I delfini" e  "Gli Indifferenti" tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, il quale scrive  anche un libro  su di  lei.
da I delfini di Maselli



Comencini la ingaggia in "La ragazza di Bube" tratto dal romanzo di Cassola. Più tardi nella maturità la collaborazione con Comencini in "La storia" tratto dal famoso romanzo di Elsa Morante, trasmesso in puntate per la tv. Antonio Pietrangeli ne "il magnifico cornuto" accanto a Tognazzi, fu un'esperienza che lei non ricorda con piacere a causa della corte troppo insistente di Tognazzi. Ottimi ricordi invece per Marco Ferreri in L'Udienza accanto a uno stralunato Enzo Jannacci che si smarrisce nei sotterranei burocratici del Vaticano. Claudia ricorda il disincanto del regista che sempre sapeva sdrammatizzare le situazioni e ricordarle che dopotutto è solo finzione..

ll suo carattere umile, ma nel contempo ostinato, tenace e laborioso la porterà a non sentirsi mai "arrivata" e a buttarsi con costante impegno in ogni esperienza lavorativa: dai film di impegno a commedie leggere come la buffa commedia all'italiana di Luigi Zampa "Bello, onesto immigrato Australia sposerebbe compaesana illibata" con Alberto Sordi. In Australia per la presentazione del film, Claudia racconta che gli immigrati di origine italiana volevano toccare lei e Sordi, perché rappresentavano un pezzo d'Italia.  Anche una della serie di "La pantera rosa" di Blake Edwards accanto a David Niven, segue il filone comico-brillante.
Con la Francia ha sempre coltivato una doppia e parallela carriera all'Italia. Molti dei film girati Oltralpe, non arrivano nemmeno qui. Ma tutti la ricorderanno ne "Il clan dei marsigliesi", una gangster story alla francese che ebbe successo anche da noi, con accanto il ritrovato amico J.P. Belmondo con cui aveva già girato "La viaccia".
E pure accanto a Brigitte Bardot ne "Le due pistolere", una commedia ambientata nel west, dove lanciarono lo slogan CC contro BB e volarono tra le due finti sganassoni. In realtà, sono sempre state molto amiche e Claudia ammette di aver avuto il poster della Bardot appeso in camera in Tunisia quando ancora non pensava di certo a fare del cinema. Nel frattempo nel 1975 si incrina il sodalizio decennale con Cristaldi, il suo pigmalione-padrone. Come lei ammette nelle interviste, la Vides divenne padrona di ogni dettaglio della sua vita, in un contratto "all'americana". A posteriori, sostiene di non essersi mai sentita davvero la compagna di vita di Cristaldi, perché non si è trattato di un rapporto paritetico: è sempre stata in una posizione svantaggiata, subordinata rispetto al produttore, «Cenerentola gratificata dalla sua generosità», da un lato per il grande debito di riconoscenza nei suoi confronti per averla aiutata nel momento critico della gravidanza segreta.  Tant'è vero che non riuscirà mai a chiamarlo per nome, ma lo chiamerà "Cristaldi". 
Si innamora così del regista napoletano Pasquale Squitieri e vuole andare a vivere con lui. Cristaldi avrà una reazione inattesa facendo scattare rappresaglie meschine, boicottando sia la sua carriera che quella del suo nuovo compagno, arrivando a fare il vuoto a entrambi.  E quando Visconti programma quello che poi si rivelerà essere il suo ultimo film "L'innocente" tratto dal romanzo di D'Annunzio, la parte non sarà per Claudia, bensì per Laura Antonelli. Ma intanto la Cardinale si riprende quella vita vera che il contratto con la Vides non gli permetteva di vivere e compie un viaggio sentimentale da una costa all'altra degli Usa con Squitieri, dal quale poi avrà una figlia: Claudia jr. Fu finalmente per lei, una maternità vissuta in grande serenità.


Grandi problemi invece con "Fitzcarraldo" di  Werner Herzog girato nella calura della foresta amazzonica accanto al caratteriale e turbolento Klaus Kinski. "Benedico il cielo per aver ingaggiato Claudia Cardinale nel cast del film" ricorda Herzog "dato che era l'unica persona che stava nelle grazie di Kinski e riusciva a  farlo ragionare". Quel Kinski che faceva bizzarrie e pazzie assurde rifiutandosi di girare, trovò in lei un'amica di cui fidarsi, rientrare in sé   e  riprendere il lavoro. Partners di ottimo livello come John Wayne, Burt Lancaster, Jack Palance, Rock Hudson, la affiancano in numerosi film di produzione statunitense. In Usa gira anche un buon western dal titolo "I professionisti"  di Richard Brooks, col ritrovato Burt Lancaster.
 
C'era una volta il west


Ma il vero grande western che le conferisce piena popolarità internazionale è il nostro epico  spaghetti-western di Sergio Leone "C'era una volta il West" con la famosa colonna sonora di Ennio Morricone. Primo nome della Cardinale  su tutti i  cartelloni del mondo seguito dai nomi di veri colossi del cinema come Henry Fonda, Charles Bronson e Jason Robards. Il ruolo interpretato è quello di Jill Mc Bain, vedova volitiva che cerca di rifarsi una vita su un terreno dove sarebbe dovuta passare la ferrovia. Una grande soddisfazione professionale!
Ancora un ruolo di donna con la valigia che cerca di farsi uno spazio per sopravvivere in un clima di violenza, polvere e  sangue. Ancora il treno da cui scende  con un cappellino di paglia in testa. Ma soprattutto  ancora lei, più matura e consapevole, che sorride, fiduciosa, alla vita, con quella sua strana dose di ingenuità che in fondo non ha mai perso. Un ruolo singolare di matriarca che si fa largo in un genere cinematografico quasi esclusivamente maschile.  Ed è con questo trailer dalla splendida musica  di Ennio Morricone che voglio chiudere. 



C'era una volta il cinema,  i suoi artefici e i suoi protagonisti, prima che serialità, banalità, volgarità, violenza gratuita, cattivo gusto, rutilanti effetti speciali fine a se stessi,  lo sciupassero.

Hesperia

17 commenti:

Josh ha detto...

bel post e che bella donna:-)
la Cardinale era una ragazza dalla bellezza sconvolgente.

Molto appropriate le parole che riporti su di lei di Mastroianni, sono quelle le emozioni che lei suscitava.

Da adulta è cambiata molto, ma è lo stesso una bellissima signora. Nei suoi 40 e 50 anni è sempre una bellissima donna, ma molto diversa.

la tenacia, secondo me, è uno degli elementi che traspaiono di più da lei.
Ha degli occhi che trafiggono, molto intelligente anche.

Rispetto a Sofia e la Lollo, ho sempre preferito la Cardinale.
E sentirle anche parlare e argomentare, Claudia mi piace in pratica sempre..le altre 2 meno, specie Sofia.
Claudia è sempre stata molto più spumeggiante, e anche diretta: quando vuol dire una cosa la dice, e senza tanti giri nè ovvietà.

Hesperia ha detto...

Le tipologie di bellezza di un tempo nel cinema, aderivano soprattutto a stilemi di "espressività". Specie per l'attrice. L'attrice doveva avere soprattutto una magica simbiosi con la macchina da presa. Perciò non si guardava tanto come oggi, al peso-forma, alla linea ecc. E difatti il volto era considerato interessante in quanto non rassomigliava a nessun altro. Oggi, viceversa, mi pare prevalgono le stereotipie.

Mastroianni nel Bell'Antonio, era innamorato di lei, e lei che è sempre stata una soggetta testarda, lo respinse, perché non voleva mai mescolare il lavoro con i sentimenti, e perché aveva intravisto nel bel Marcello, quasi un bisogno psicologico di innamorarsi di tutte le partner che le assegnavano.
E difatti si innamorò della Loren, di Faye Dunaway, della Deneuve ecc.

Hesperia ha detto...

Quanto alla tenacia e all'ostinazione del suo carattere, se credi all'astrologia è dell'Ariete :-).
Inoltre, il bambino avuto in età assai precoce la portò a sentirsi responsabile e a voler guadagnare per essere indipendente. Curiosa la vicenda con Cristaldi, sposati (lui per sposarla si fece annullare il precedente matrimonio con la Sacra Rota), ma in qualche modo distanti e con ruoli di subordine da parte sua.

Hesperia ha detto...

Ma soprattutto curiosa la reazione furiosa quando lei volle andarsene con Squitieri. Non facevano nemmeno vita insieme, chi mai avrebbe detto che fossero scattate simili "rappresaglie"?

L'unica cosa che non perdono alla Cardinale è proprio Pasquale Squitieri. Per il resto, è stata una grande testimonial del nostro miglior cinema.

Dio solo lo sa come abbia fatto a innamorarsi di un uomo simile, per me assai antipatico.
Ma evidentemente, l'amore è cieco e sordo. :-)

Vanda S. ha detto...

Una Donna come ce n'erano una volta. Icone della femminilità, eleganza, classe come lei, Monica Vitti, Anna Magnani, Eleonora Rossi Drago, Valentina Cortese, Alida Valli e tante altre ormai attempate ma decorose signore.

Hesperia ha detto...

Ecco, dici bene Vanda : icona della femminilità. Saranno tanto chic le Gwineth Paltrow o le Kidman (senza nulla togliere alla bravura interpretativa di quest'ultima), ma sembrano delle Barbie.

Johnny 88 ha detto...

Già, una volta avevamo delle vere dive come lei, la Loren, la Magnani, la Mangano, la Vitti, la Lollobrigida, la Melato, la Masina, la Lisi. Oggi al massimo abbiamo la Bellucci, bellissima donna, ma attrice decisamente mediocre. Forse l'unico rimpianto che può avere la Cardinale è quello di non aver ottenuto la stessa celebrità del duo Loren-Lollobrigida all'estero (è abbastanza conosciuta ma non come loro). Si dice sia stata la sua paura di volare a impedirle di avere la stessa fama globale delle dive italiane del suo tempo.

Hesperia ha detto...

Sulla Bellucci ti do ragione: gran bella donna, ma recita da cani.

Per ciò che concerne la Cardinale, io ascoltando le interviste sulla Tv francese ho altre informazioni. Se per "estero" intendiamo anche l'Europa, in Francia, Gran Bretagna e in Germania è conosciutissima. E del resto "Fitzcarraldo" di Herzog (grandissimo regista) nel '82 è una freccia nel suo arco di tutto rispetto.
"I professionisti" del grande Richard Brooks (autore di "La gatta sul tetto che scotta", solo per citare un suo famoso film) non è certo un credito da buttare.
"Il circo e la sua grande avventura" di Hathaway con il popolarissimo John Wayne e Rita Hayworth è un altro film fatto negli Usa.
"Il figlio della Pantera Rosa " di Blake Edwards pure. E poi se cerchi la filmografia vedrai da te che anche quella all'estero è più che esauriente.

Lo stesso "C'era una volta il west" di Leone si discosta dagli altri spaghetti-western low cost, dato che è già una produzione Paramount. Perciò fatto con capitali americani.

Certo io ho soprattutto insistito sul filone del cinema d'autore italiano, perché è quello che l'ha lanciata e valorizzata.

Hesperia ha detto...

PS: JOhnny, la faccenda della paura del volo della Cardinale, non mi risulta. Non è che ti confondi con Anna Magnani, nota per soffrire di aerofobia al punto tale che per recarsi in Usa dovette prendere la nave?

http://www.altritaliani.net/spip.php?page=article&id_article=1612

Johnny 88 ha detto...

Hesperia forse hai ragione tu e ho confuso la Magnani con la Cardinale per la paura di volare. Mi pareva di aver letto fosse la Cardinale, ma mi sa che ricordavo male.

Comunque riguardo la Cardinale, non volevo dire fosse poco conosciuta all'estero tutt'altro. Solo che, a quanto ho potuto apprendere per il pubblico internazionale è un po' meno conosciuta rispetto a Loren e Lollobrigida. Cioè, quando ho avuto occasione di parlare con persone straniere tutti conoscevano la Loren e la Lollo, ma non tutti ricordavano la Cardinale. Forse perché non ha avuto gli stessi riconoscimenti. La Loren ha vitno un Oscar, la Lollo ha avuto candidature importanti come il Golden Globe e il BAFTA, lei invece è sempre stata un po' snobbata, a mio avviso immeritatamente, dalle premiazioni più importanti.

Hesperia ha detto...

Sì, ma se guardi bene di film all'estero ne ha fatti esattamente quanti la Loren. POi è vero che per Sofia c'è stato l'Oscar per La Ciociara. E gli Oscar si ricordano. Anche se a dirtela tutta la mia interpretazione preferita della Loren è "Una giornata particolare" di Ettore Scola dove ha toni più sobri. Ma è questione di gusti.

Vanda S. ha detto...

La Cardinale e' sempre stata bilingue (italiano/francese) e molto apprezzata anche in Francia. Non capisco il perché, ma ho visto dei film francesi dove la Bellucci (che recitava in francese) era molto brava. La Loren deve il suo successo americano alla nostra comunità italo-americana, che in lei a visto rappresentata la bellezza verace e popolana delle donne dei loro paesi. La stessa comunità ha invece ignorato la bellissima e brava Virna Lisi, forse troppo nordica ed algida per un gruppo di predominanza meridionale.

Hesperia ha detto...

Infatti, Vanda. E difatti io "per estero" intendevo fuori dall'Italia. E perciò anche la Francia. E non solo il mercato angloamericano.
Su Virna Lisi (che è bravissima), il vero problema l'ha posto lei al mercato angloamericano. Negli Usa la volevano eccome e le fecero fare anche una commedia con Jack Lemmon dal titolo "Come uccidere vostra moglie"

http://it.wikipedia.org/wiki/Come_uccidere_vostra_moglie

Ma poi i contratti con Hollywood esigono che l'attore 0 attrice si trasferiscano stabilmente laggiù, e lei non volle separarsi dalla sua famiglia. Sulla Loren, oltre che per la comunità italiana che ricordi, l'essere stata ingaggiata dalla casa di produzione Ponti-De Laurentiis (che lavorava moltissimo in Usa) le ha facilitato la carriera. Consideriamo anche che era la moglie di POnti, il quale produsse colossi come "Il dottor Zivago".

Anonimo ha detto...

Bello questo viaggio intorno al volto della Cardinale, che sta a indicare anche le tappe del nostro cinema. Un po' mi intendo di fotografia e la mia impressione è che il viso e i lineamenti della Cardinale si adattino meglio al bianco e nero piuttosto che al colore.
Ben doveva averlo capito Visconti i cui colori nel Gattopardo non sono mai troppo vividi e accesi.

Vincenzo

Hesperia ha detto...

Grazie Vincenzo, sei gentile. Anch'io ho l'impressione che il bianco e nero le doni di più del colore. Ma non sarà forse perché nel cinema in bianco e nero CC era più giovane?

Johnny 88 ha detto...

Hesperia, chiedo venia. Era la Magnani e non la Cardinale che, si diceva, aveva paura del volo hai ragione tu. Ho confuso le due.

Hesperia ha detto...

Ma figurati Johnny, siamo bombardati da mattina a sera di informazioni, perciò è facile sbagliarsi.