lunedì 3 marzo 2008

Anche la fotografia è arte

In passato un’opera d’arte per essere considerata tale aveva canoni ben precisi.
Oggi si dice che se “una bottiglia di latte entra dentro un museo diventa immediatamente un'opera d'arte”, questo perché l’arte contemporanea si avvale di mezzi diversi per esprimersi, uno dei quali è appunto la fotografia, anzi è proprio grazie ad essa, che ritrae perfettamente il mondo circostante, che la pittura ha potuto abbandonare la riproduzione minuziosa della realtà, per esprimersi in altre forme più fantasiose.
Gli impressionisti, per esempio, analizzavano i rapporti variabili di luce all’interno della natura con l’ausilio di una macchina fotografica, per ottenere in seguito, nelle loro opere, una migliore resa dell’atmosfera.
Il modo d’intendere la fotografia una forma d’arte, iniziò quindi nel 1890, raggiunse il suo apice nel 1910 e si diffuse in tutto il mondo, ma soprattutto in Francia, patria dell’impressionismo.
Luis Ducon du Hauron ideò nel 1889 un dispositivo per ottenere il cosiddetto “trasformismo” in fotografia (immagini alterate da specchi deformanti), che però non piacque al pubblico.
A questo link, potete leggere un interessante saggio sulle connessioni fra arte pittorica e fotografia fin dagli albori della seconda.
Non è facile stabilire quando la fotografia diventa arte, e non è detto che sia appannaggio solo dei grandi fotografi, vi sono al mondo dei fotografi dilettanti che scattano fotografie meravigliose.
Ed è questo il grande pregio della fotografia, il poter esprimere il proprio estro artistico, anche se non si conoscono nozioni tecniche complicate.
Chi non ha mai provato a “rubare” alla natura la sua grande maestria di pittrice di se’ stessa?
In ogni modo, per avvicinarsi all’arte, dietro alla fotografia ci dev’essere un pensiero. Deve esprimere, cioè un concetto, sociale, politico, legato al tempo in cui stiamo vivendo, inquinamento, povertà, opere umane, forze della natura, ecc. tutto può essere filtrato dall’obiettivo e può trasformarsi in arte, basta che dietro ci sia “un pensiero”.
In questo senso illuminante è la storia di una fotografa americana, Nan Golding, segnata dal suicidio della sorella, è proprio fotografando la sua famiglia e gli amici punk drogati e disperati che ha iniziato il suo lavoro fotografico, rimasto ignorato per molto anni.

Nan era poverissima, poi un giorno, qualcuno si è accorto della sua bravura perché lei, Nan Golding, era dentro il “mondo” che descriveva, la sua opera è inseparabile dalla sua vita.
Il
Whitney Museum of American Art, un museo di arte contemporanea americana di New York ha realizzato una mostra su un book di sue fotografie. Nan Golding, oggi, vende moltissimo, dopo essere stata poverissima per tutta la vita. Questo perché lei ha raccontato, dal di dentro e molto bene, (senza sapere niente di storia della fotografia, dell'arte, della composizione) il mondo “estremo” in cui viveva. Oggi le sue fotografie costano cifre da capogiro, e pur non pensando minimamente di fare arte, Nan Golding è arte, perché è dentro un museo.










Francesco Cito, Corleone, 1989


















Antonio Biasucci, Fango stampa Lambda ai sali d'argento su alluminio



















Rebecca Norris Webb, Veracruz, Mexico, 2003

















Isabel Muñoz, Torso d'uomo con ornamenti di fango


Isabel Muñoz, Maschio nero rannicchiato su se stesso a braccia incrociate
Aretusa

27 commenti:

Hesperia ha detto...

Sì, anche la fotografia è arte benché più vicina alla serialità della pittura e pertanto come diceva Benjamin "arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica". Ricordo, a tale proposito la mitica mostra di Henri Cartier-Bresson a MI alla Rotonda della Besana, in assoluto il mio preferito con quelle sue tonalità di grigi morbidi , tipici della sua inseparabile Leica. E chi non ricorda il suo celebre ritratto di Giacometti a Parigi mentre si ripara dalla pioggia con l'impermeabile tirato fin sulla testa? se lo trovo ti invio il link, perché è una foto carica di grazia. Poi ovviamente la grande Gisèle Freund, anche lei come Cartier-Bresson dell'agenzia di fotoreportage Magnum.
Per chi vuole straziarsi l'anima, Diane Arbus e i suoi derelitti, o Dorothea Lange, fotografa della grande depressione del '29 in America.
A Milano, se non erro c'è ancora la mostra di Richard Avedon, anche lui grande ritrattista.
Helmut Newton, invece, lo trovo grande e talentuoso, ma decisamente glamour e patinato. Diciamo, un po' da Penthouse.

Nessie ha detto...

Trovata! Si intitola "Giacometti in Rue d'Alésia a Parigi". Siamo in pieno impressionismo.Ecco il link:
http://www.scrivi.com/pubblicazioni.asp?id_pub=298229

Anonimo ha detto...

...secondo me la fotografia potrebbe essere un'arte solamente se al fotografo sarebbero concessi solo dieci fotogrammi da scattare e non centinaia di migliaia. Se egli riuscisse in in quei dieci fotogrammi a sublimizzare l' immagine perfetta, allora si che avrebbe creato un'opera d'arte perche' in fin dei conti se si darebbe la possibilita' di fare centomila scatti ad una modella a chi non ha mai avuto tra le mani una macchina fotografica, scommettiamo che ci sarebbero fra questi centomila scatti almeno un migliaio di ottime e bellissime fotografie? O no?....
L'olandese volante

Aretusa ha detto...

Grazie Hesperia per il link, anche per me Cartier-Bresson é uno dei preferiti.
Immortale il suo bacio all'Hotel de Ville http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/electra/blog/Doisenau%20-%20bacio%20hotel%20de%20ville2.jpg
Devo dire che amo molto il bianco e nero, e Cartier-Bresson é il massimo.
Quanto a Diane Arbus, mi sembra che recentemente hanno fatto un film sulla sua vita, con Nicole Kidman, ricorda un po' Nan Golding nella scelta dei soggetti...
Avedon e Newton non sono nelle mie corde.
Preferisco fotografi impegnati nel sociale.
Scatti come "la madonna algerina" http://www.poco.it/public/Madonna-di-Algeri.jpg
o quello celeberrimo del ragazzo che fermò la fila di tank a Piazza Tienanmen...oltre che bellissime sono dense di significati storici ed etici.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Caro Olandese a volte un fotografo sublimizza un'immagine con un solo scatto, vedi la madonna algerina di cui ho messo il link sopra.
L'arte nella fotografia non é da confondere con una bella immagine.
Una bella immagine possiamo farla tutti, e anche con pochi scatti.
E' quello che c'è dietro l'immagine.
Il pensiero che sorregge quella immagine, il messagio che riesce a veicolare...
E' per questo che ho citato Nan Golding nel post, le cui immagini non si possono certe catalogare come "belle", ma hanno una tale forza espessiva, da essere considerate arte.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

E.C. espressiva

Hesperia ha detto...

Poi ci sono immagini "utili" e perfino "necessarie" come quelle dei reporter di guerra. Robert Capa, sarà ricordato come il fotografo della Guerra civile spagnola, ad esempio. In questo caso, la rapidità è tutto.

Egle ha detto...

A me piacciono le fotografie di oggetti...cappelli,bicchieri.. cose quotidiane e trascurate che prendono una dimensione speciale. Nature morte insomma.
E il bianco e nero vince per la sua drammaticità.
Pero' non sono una brava fotografa, malgrado gli insegnamenti di mio padre che prese anche dei premi all'epoca sua.
Ora, con la fotografia digitale e tutti i trucchi che si possono fare senza fatica, si possono realizzare cose impensabili e a volte anche molto interessanti.
Si possono trovare capolavori anche nelle pubblicità ( tranne che nel caso del cretino Oliviero, naturalmente. Capolavori di sintesi e di significato.
Non é facile fare una bella foto...Cioé, é facile, solo che se non hai l'occhio abituato a cogliere la cosa vera che passa dietro l'obbiettivo, fai una cosa banale.
Vabbé, forse sto straparlando perché é tardissimo..
Ciao Are!

Aretusa ha detto...

Ciao Egle:-)
Hai ragione fare una bella foto é più difficile di quanto si pensi...a me piace fotografare, soprattutto bambini e animali, e a volte é proprio il caso a regalare un bello scatto.
Magari si fanno 50 foto, tutte banali e poi un solo veloce scatto ti regala un'immagine bellissima.
Adesso con le digitali é tutto più facile, puoi scattare quanto vuoi, scaricare sul PC e scegliere le foto più belle.
Ma l'arte é tutta un'altra cosa...
Ciao Are
PS. Vedo che su Oliviero Toscani la pensiamo tutte alolo stesso modo;-)

Hesperia ha detto...

Anch'io trovo che la fotografia in bianco e nero abbia qualcosa in più. Certe volte si ha come la sensazione che il colore involgarisca e impasti il tutto. Occorre in ogni caso, saperlo usare. Della vecchia guardia mi piace Robert Doisneau e la foto del famoso bacio:
http://www.exibart.com/profilo/imgpost/rev/218/rev21218(1)-ori.jpg

Ci mancano le puntuali osservazioni di Josh, ma dov'è?
E pure quelle del Drago.

Anonimo ha detto...

Indubbiamente la fotografia assume anche un valore affettivo molto forte. Chi fotografa i momenti più allegri della propria vita è chiaro che non intende fare nessuna "opera d'arte", ma semplicemente fissare sulla carta degli attimi preziosi. Per taluni indigeni esiste addirittura un legame magico nello scattare una foto e si rifiutano in molti casi di farsi fotografare perché pensano che gli si rubi l'anima. Non ricordo bene se si trattava dei Masai del Kenia o cos'altro.
Demetra.

Aretusa ha detto...

Hai ragione Demetra, le foto sono anche ricordi bellissimi del passato...in tal caso, l'arte non c'entra.
Ho sentito di quella credenza indigena, ma non ricordo a che tribù appartenesse...
Ciao mary

Aretusa ha detto...

Hesperia...la memoria mi gioca brutti scherzi, ero convinta che il bacio all'Hotel de Ville fosse di Cartier-Bresson...e invece é di Robert Doisneau.
Bravissimo anche lui:-)
piace molto anche a me.
Ciao Are

Egle ha detto...

E le foto oggi, cosi' accessibili sul pc, possono ispirarci un disegno o una pittura. Ci avevo provato con Newton e il carboncino..
Pero' bisogna copiare bene aggiungendoci qualcosa di nostro, altrimenti entrano in gioco i diritti d'autore.
L'anno scorso ho seguito un corso di trattamento delle foto e ogni tanto mi diverto a trasformare le mie.Posso lisciare righe, abbronzare, levare cose che non mi piacciono, e anche aggiungere dei defunti in una foto di gruppo...:-D

Un saluto alle mie care compagne di svago..

(Ma dove son finiti i nostri guardiani? Qualcuno potrebbe assalirci! )

Hesperia ha detto...

Già è proprio vero che il mondo senza uomini non è bello :-) Nemmeno virtualmente (checché ne dicano le femministe). Ora fanno davvero prodigi meravigliosi con le digitali e i ritocchi. Ma il fascino di una vecchia foto che magari scruta bene il volto, le rughe di un personaggio famoso, per me resta impagabile. Pensa alle attrici cinematografiche come sembrano eternamente giovani proprio grazie a quello scatto che le ha immortalate: Greta Garbo tra luci e ombre di Cecil Beaton. O i ritratti di Oriana Fallaci scattati da Ugo Mulas (anche lei prediligeva il bianco e nero, guarda caso).
Insomma, come ha scritto Demetra, gli indigeni avevano qualche ragione nel credere che una fotocamera ti carpisse anche l'anima.Dopotutto il volto e l'anima sono indissolubilmente legati.

Drago Draghi ha detto...

X Aretusa

Bravissima l'hesperide fotografa, ma niente Toscani please.
Purtroppo sono una bestia in materia (oltre che tout court). :-)

X Egle

L'unico sorvegliante autorizzato e' il sottoscritto... non c'era di meglio sul "mercato" :-)

ps
certo che aggiungere i defunti alle foto... mi tocco rispettosamente la punta della coda.

Anonimo ha detto...

Il surrealista Man Ray trasformò la fotografia nell'arte più soggettiva che ci sia. Basta isolare u n dettaglio tagliandolo fuori dal contesto e la tanto decantata oggettività sparisce. Senza contare che Escher ha dimostrato che forme e strutture possono essere percepite in modo multifunzionale e che questo è possibile da realizzare anche in fotografia.
Come dimostrano queste foto qui:
http://images.google.it/images?q=man+Ray+&hl=it&um=1&ie=UTF-8&sa=X&oi=images&ct=title
Poi ci sono stati i fotomontaggi di John Heartfield del periodo dadaista tedesco. Non a caso perseguitati da Hitler, visto che Heartfield faceva delle belle caricature.
Philip Marlowe

Lo PseudoSauro ha detto...

Mi sa che a Marlowe ci manca la "Z" :-)

E dai che sei un fotografo, esprimiti.

Anonimo ha detto...

Zeta? Giusto. La rivista per cui lavorava John Heartfield si chiamava A/Z e il suo vero nome prima che riparasse a Londra come esule era Helmut Herzfeld.
Philip Marlowe

Egle ha detto...

Finalmente il Drago é tornato!

Mi sembrava una cosa carina aggiungere qualche caro estinto in foto di gruppo di famiglia...:-))
Ma poi non l'ho messo in pratica..

Marlowe: bell'esempio Man Ray!Non mi era proprio venuto in mente..

Aretusa ha detto...

Grazie Drago ben tornato:-)
Hanno ragione le mie due care amiche Hesp ed Egle...il mondo senza voi "maschiacci", é come una torta di mele senza le mele, o una tazza di cioccolato senza la panna:-)))))
Ciao
Are

Anonimo ha detto...

Un saluto a tutti/e. Il post è interessante, e anche i commenti.
x Hesperia: dove sono finito è davvero domanda azzeccata: non saprei, in senso simbolico. Periodo nero, rivoluzione copernicana subita e non voluta, cambi di vita inattesi, non mi sento di raccontarlo e non ho la testa di rispondere ai post, troppi problemi improvvisi in più settori. E' un OT, ma una risposta almeno la dovevo. Non si risolverà nulla, devo adattarmi a nuove situazioni davvero traumatiche e per me impensate che mi cambiano tutto da lavoro, ad affetti, a progetti di vita futura collaudati da anni, salute, e sogni: una serie di bombe a raffica ha colpito la mia esistenza in pratica nelle cose più care. Pare fuori luogo scriverlo qui. Se vuoi, cancella il comm. dopo letto. Prega per me, se senti e ritieni opportuno...che ce n'è bisogno...te ne sono grato già da subito. Abbracci, anche perchè era bello confrontarsi qui con spiriti a volte affini, una rarità, in questo mondo di matti spesso scriteriati e senza etica.

Drago Draghi ha detto...

X Josh

Abbi fiducia. Un abbraccio.

Hesperia ha detto...

Qualunque sia (o siano) la (o le) ragioni che ti allontanano da questo Giardino, ti facciamo tutti i nostri più fervidi auguri di un immediato ripristino di serene condizioni di vita e contiamo di averti al più presto, nostro graditissimo ospite nonché animatore di così numerosi e interessanti spunti di conversazione.Sì, è bello scambiare idee con menti affini e pregherò per te. A presto, caro Josh.

Hesperia ha detto...

Philip Marlowe, di Heartfield (o Herzfeld) ci sono le proverbiali caricature in fotomontaggio di Adolf Hitler che inghiotte denaro e vomita piombo. Oggigiorno sembra quasi un giochetto da ragazzi fare dei fotomontaggi, ma un tempo era davvero strabiliante.

Sul grande Man Ray è vero quel che ricordi. E cioè, che siamo alla soggettività della cosidetta obiettività fotografica. Dal realismo e verismo, al surrealismo. E da quest'ultimo, all'iperrealismo. Ma qui siamo già quasi vicini ai "ready made" di Duchamp e a quella che poi sarà tutta la pop-art di Andy Warhol. Con tutti i limiti e i difetti che sappiamo di un'arte troppo collusa con l'universo pubblicitario. Peccato non ci sia Josh a concludere il mio pensiero nel merito.

Aretusa ha detto...

Caro Josh, ho letto sempre con grande interesse i tuoi commenti, mi mancheranno.
Ti auguro con tutto il cuore di risolvere i tuoi problemi.
Un abbraccio
Are

Egle ha detto...

Oh, mi spiace per te, Josh!
Ti auguro di cuore che la nottata passi presto, é bello averti con noi!
Se ne avrai il tempo, tienici al corrente!