mercoledì 26 marzo 2008

Scandalo al cinema

Fin dagli albori il cinema ha fatto scandalo, o meglio “è stato” scandalo: ogni gesto della vita, fissato sulla pellicola, prende corpo, si fa carne e sangue, infiamma la vista e fa abbassare lo sguardo. Là dove la letteratura suggerisce il cinema mostra, trasformando in atto visibile e reale, la seduzione, l’erotismo, il sesso o la crudeltà e la violenza. Dà corpo al sublime, ma anche alle abiezioni dell’animo umano. Motivo per cui, spesso, le forbici della censura hanno tagliato impietosamente capolavori indimenticabili.
L’epoca del muto fu ancora una “zona franca”, al punto da lasciar passare le “ divagazioni” erotico-feticiste di Bunuel (autore di uno dei film più contestati della storia: L’age d’or) e le orge di nudi di Von Stroheim (Femmine Folli, Marcia nuziale).
Negli anni trenta sul cinema calò la “mannaia” del Codice Hays, dal nome del suo creatore Will H. Hays, il Production Code, una serie di linee-guida che per molti decenni ha falcidiato le produzioni Usa. Dobbiamo a lui, per esempio, il fatto che fino agli anni sessanta, anche i coniugi dormissero in letti separati, per scongiurare qualsiasi allusione al sesso, anche se coniugale.
Eppure, quelle severissime censure stimolavano la fantasia dei registi, costringendoli a ingegnarsi per rendere una scena quanto più sensuale possibile senza violare il “comune senso del pudore” e le ritorsioni dei censori. Penso siano nate così sequenze indimenticabili della storia del cinema. Quelle in cui non si vede niente, ma ciò che i gesti e gli sguardi suggeriscono va oltre ogni immaginazione: la T-shirt bianca e sudata di Marlon Brando in “Un tram che si chiama desiderio”, il lecca-lecca di Lolita, , i corpi che si rotolano sulla sabbia in Zabrisky Point, le calze nere di Laura Antonelli in Malizia, Richard Gere che fa ginnastica in American Gigolò, la corsa a tre in Jules&Jim…

André Bazin, fondatore dei prestigiosissimi "Cahiers du Cinèma" e padre teorico-spirituale dei registi della "Nouvelle Vague" era sostenitore del principio secondo il quale il cinema può dire tutto ma non mostrare tutto: “Come la morte, l'amore si vive e non si rappresenta, non è senza ragione che lo si chiama piccola morte, o almeno non lo si rappresenta senza violazione della sua natura. Questa violazione si chiama oscenità”.
Concetto che condivido in toto. Difficile, infatti, coi tempi che corrono, parlare di vero e sano erotismo nel cinema, facile parlare di pornografia (che con l’erotismo ha ben poco da spartire), si è passati dalla rappresentazione della tensione emotiva dell’erotismo alla semplice concatenazione di atti sessuali di ogni tipo legati da un labile filo narrativo, dove l’atto stesso è protagonista insieme al corpo dell’attore/attrice. Niente di meno erotico.
Un infelice esempio di tale degrado è rappresentato dal “cinema” di Tinto Brass autore di film falsamente scandalosi (quelli di ieri) e “ginecologici” (ipse dixit) quelli di oggi. Film che non esaltano l'erotismo, ma lo sviliscono, perchè banalmente e insopportabilmente "pruriginosi".

Aretusa



26 commenti:

Hesperia ha detto...

Come non condividere queste riflessioni sull'elusione e allusione eroticA nei film?
La verità è che se prima bastava una Rita Hayworth che si sfilava il guanto per far sognare plotoni di marines durante la Guerra in Corea, ora è tutto esplicitato con molta (troppa) mercanzia in esposizione. L'industria del porno uccide fantasia ed erotismo e la verità è che la cinematografia vi si è adeguata, al punto che taluni film con la (o le) scene hard diventano lo specchietto per le allodole per attirare spettatori a discapito di trama,contenuti e qualità recitative. C'è stato quel filmaccio dal titolo "Il macellaio" con la Parietti che è stato publicizzato per la scena di sesso lunga 20 minuti. Per la felicità dei gonzi. E molti altri ne sono seguiti. Lo stesso Basic Instinct2 con la Stone, noto per l'ammucchiata o o Caos calmo con un Moretti male in arnese (altro che Gere!). Siamo davvero lontani dalla scena dell'impermeabile di ciré nero sul corpicino bianco e ignudo della Bardot in "La ragazza del peccato", o dalle stupende sottovesti bianche di Elizabeth Taylor ne La gatta sul tetto che scotta. Potremmo aggiungere che con la morte dell'erotismo avviene anche la morte del divismo stesso, ad esso intimamente collegato. Ciao Are, sono ancora in giro e torno domani notte.

Anonimo ha detto...

Condivido anch'io l'insegnamento di André Bazin. Il cinema che rende tutto troppo esplicito e palese, toglie l'effetto sorpresa e non ci meraviglia più. Ovvio che questo avvenga anche nel sesso. Le storie d'amore perdono tensione e mancanza di poesia e ne restano sminuite. Chi non ricorda ad esempio, la scena del lunghissimo appassionato bacio tra Burt Lancaster e Deborah Kerr in "Da qui all'eternità" sulla spiaggia mentre l'onda si infrangeva sui corpi dei due? Non basteranno tutti gli effetti speciali (e nemmeno la più rozza pornografia) a toglierci da questo impasse. Post molto interessante, come al solito, qui in questo Giardino.
Demetra

Anonimo ha detto...

Credo che il problema dal punto di vista commerciale (parlo del solito botteghino degi incassi) non sia tanto il cinema che imita la pornografia molto più di quanto non sia la pornografia a imitare il cinema, ma il nudo e il sesso del VIP. Se si spoglia un Pinco Pallino o una Pinco pallina qualsiasi, nessuno ci fa più caso e ci siamo assuefatti. Se invece si spoglia Demi Moore e fa lo strip tease, o Sharon Stone che fa l'ammucchiata, allora tutti corrono come lepri a guardare. "Per la felicità dei gonzi" dice Hesperia. Certo tutti gonzi, ma è così che funziona.
The Flying Dutchman

Hesperia ha detto...

Flying Dutchman, mi fai riflettere su un qualcosa a cui non avevo pensato. Infatti mi chiedevo come mai le gente corresse a vedere scene di nudo e scene di sesso al cinema di cui si danno anticipazione sui giornali, nell'era della pornografia dilagante. Evidentemente perché attira il nudo "griffato" o la scena osée fatta da questa o quell'attrice famosa. Tutto questio evidentemente pizzica curiosità e voyeurismo di massa. Ciao.

Aretusa ha detto...

Ciao a tutti vedo che abbiamo identiche idee, sull'eros al cinema...
Quanto al nudo griffato...boh, a me il solo pensiero di Moretti nudo che fa sesso mi mette una tristezza....e anche una leggera nausea
Ciao e buona domenica a tutti
Are

Anonimo ha detto...

Uhm... che argomento controverso. Si potrebbe anche vedere la cosa in modo diametralmente diverso. Un brutto film con una trama così così può venire riscattato da una scena osée dove compare una bella donna senza veli. E' il caso del primo "Basic Instinct" con l'espressiva Sharon Stone con quell'abito bianco conturbante, i capelli biondi tirati su, la sigaretta mentre accavalla le gambe senza slip. Il film non varrà un granché, ma tutti ricordano la scena di lei al commissariato di polizia dove è lei a catturare i poliziotti e non viceversa.
Philip Marlowe

unedame ha detto...

Sono anche io in linea con Aretusa e Hesperia...come sempre! :-)

Io non sopporto piu' le scene di sesso spiaccicato qua e là, tanto per fare, e squalifico subito il film.
Ho notato pero' che ultimamente nel cinema americano di buon livello, le scene di sesso esplicito si sono diradate, mentre nel cinema provincialissimo del Québec, si va sempre sul sesso pesante che é una barba che ti fa stramazzare e dormire.
Ma faglielo capire ai cineasti quebecchesi finanziati dallo Stato che siamo stufi dei contorsionismi e delle deviazioni sessuali!

Invece vorrei ricordare il film di Scorsese (?) tratto da Edith Warton, l'Età dell'innocenza, dove il massimo é il bacio che lui riesce a dare sul polso di lei, tra il guanto e la manica del cappotto.

Meglio piuttosto la letteratura erotica. Il cinema cosiddetto erotico é noioso e ripetitivo, difficile che abbia una trama.

Il postino che bussa due volte...anche quello non era male...
Meglio il primo che il remake americano.

unedame ha detto...

Scusate, ero io, Egle!
E saluti a tutti! :-)

Nessie ha detto...

La Dame, dove è finito l'avatar con la tua mela d'oro di Egle?
Marlowe, e te pareva che non citavi la scena della Stone a gambe accavallate. Non c'è uomo che se ne dimentichi. Qualcuno sa se il Drago è finito in letargo per glaciazione?

Aretusa ha detto...

Ma...caro Marlowe, francamente per me non basta una scena, per quanto stuzzicante a rivalutare un film.
Una scena come quella della Stone, crea al limite un'icona sessuale che rimane nell'immaginario popolare.
Infatti tutti ricordano la scena e nessuno la trama del film.
Questo nuoce alla buona cinematografia e poi...ha ragione Egle che barba!
Scene del genere non sono nemmeno eccitanti.
Meglio allora la letteraura erotica o il porno vero e proprio.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Anch'io Egle non sopporto le scene di sesso cinematografico, e non per moralismo, ma perchè come te le trovo noiose e artefatte. Corpi statuari (perché anche attrici come la Roberts usano controfigure), lucidi e in posa...nessuna naturalezza, nessun eros.
Figure patinate come quelle della pubblicità.
In effetti é più eccitante una scena come quella che hai citato tu, dall'Età dell'Innocenza(bellissimo film) oppure la passione "soffocata" e virile di Brandon verso Marianne in "Ragione e sentimento".
O anche la lotta contro il proprio sentimento di Darcy nei confronti di Lizzie (Orgoglio e Pregiudizo). La scena nel gazebo sotto la pioggia, dove lui cede alla forza del suo amore é...eroticissima, almeno per me.
Non so, trovo che il cinema ginecologico (quello di Tinto Brass) o quello patinato alla "basic instinct" sia soporifero..
Ciao Are

Anonimo ha detto...

O Donne Esperidi, lasciate che un uomo parli da uomo e una donna parli da donna. Tutte cose interessanti le notazioni di Aretusa e anche quelle di Egle. Ma che rivelano il "sentire erotico" tipicamente femminile. ;-) Gli uomini la pensano diversamente.
Philip Marlowe

Hesperia ha detto...

Il problema dei fondo schiena con controfigura (è il caso di Pretty Woman con Julia Roberts) non è di poco conto. Il fatto che i creduloni adorino attrici che neanche sono più loro, poi, fa pensare al fatto che l'arte dell'inganno ha raggiunto punte impensabili da quando è nata Hollywood. E anche Kim Basinger in "Nove settimane e mezzo", mostrava un nudo non suo e in controfigura. Resta pur sempre l'indimenticabile streap in sottoveste con la musica di Joe Cocker. Però, è vero quel che sostiene Are: in fondo trattasi di film patinati che rassomigliano un po' agli spot pubblicitari.

Egle ha detto...

Carissima Aretusa, mi sono trattenuta dal parlare dei film da Jane Austin, perché non ho osato tanto in presenza di eventuali uomini!
Niente é piu' eroticoooo!
Al cinema, dico. A partire da Lawrence Olivier nella parte di Darcy.
Ma, per carità, sussurriamolo solo, perché molti potrebbero scandalizzarsi! :-D
Forse ha ragione Marlowe...Venere e Marte hanno due visioni un po' diverse...

Aretusa ha detto...

Eheheheh Marlowe...le donne parlano venusiano e gli uomini marziano.
Hai ragione.
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Vero Hesperia anche la sottoveste bianca di Kim Basinger é entrata nell'immaginario maschile...noi donne siamo più esigenti e raffinate;-)
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Egle, Mr Darcy é il sogno proibito di molte donne...
Devo dire che ho visto molte versioni di Orgoglio e Pregiudizio (oltre aver letto il libro), da quella da te menzionata, con Olivier, poi quella per la televisione inglese con Colin Firth e infine il film di Joe Wright, con Keira Knightley, Matthew MacFadyen...quest'ultimo mi é piaciuto molto.
Lui é perfetto nel ruolo e molto "agréable"....da mangiare:-)
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Quanto all'avvenenza maschile, m'intrigano di più gli uomini scanzonati e un po' imbranati (poco però)...i super-machi tutti pettorali e testosterone mi fanno ridere, perchè si prendono troppo sul serio.
Ultimamente mi piace Hugh Grant...maturando, é diventato più interessante.
Ciao Are
PS se fossi un uomo impazzirei per Julianne Moore..

Hesperia ha detto...

Beh, visto che parlate di uomini con un certo appeal, ho appena finito di vedere "La voce nella tempesta" con Laurence Olivier tratto dal celeberrimo "Cime tempestose. Heathcliff è prorprio lui: Olivier, uno splendido eroe byroniano un po' tenebroso che pareva uscito dalle pagine della Bronte.
Are, il dvd del '39 te lo devi assolutamente procurare: impedibile tra le 4 o 5 versioni di mediocri remake che hanno rifatto.
Ve ne offro un assaggio, e guardate un po' che meraviglia...LUI è uno splendore. Alro che le mezze cartucce che circolano in giro oggi:
http://www.youtube.com:80/watch?v=uxX8f6sVOOw&feature=related

Egle, purtroppo non ho mai visto la versione di "Orgoglio e pregiudizio" con il Sir Laurence.

Aretusa ha detto...

Bellissimo il video Hesp...
E' un po' che cerco questa versione di Cime Tempestose, non mi rimane che provare su internet.
Certo Sir Laurence era veramente una "forza della natura"...ma di uomini così non ce ne sono più.
Non esistono semplicemente.
Non me ne viene in mente uno solo.
Quello che passa il mercato oggi, é infinitamente più banale.
E poi diciamocelo ma quanto manca in questa società patinata, il romanticismo di EmilY Bronte, di Jane Austen...
Ciao Are

Anonimo ha detto...

Ciascuno coltiva i suoi sogni e le sue icone. E anch'io ho le mie.
Ad esempio, mi guardo in giro e non vedo donne vestite come questa di questo link, perchè ormai sono tutte imbragate in pantalonacci scuri e non sai manco che gambe abbiano:
http://www.youtube.com/watch?v=Nj_UbqqdrRE&feature=related

Con una donna dall' abito rosso così, dai tacchi così e dalla biancheria di raso rosso così, mi ridurrei esattamente come quel povero bamba che la guarda fulminato dal finestrino dell'auto. Ma ormai donne come queste, le si vedono solo al cinema.
Philip Marlowe

Aretusa ha detto...

Hai proprio ragione Marlowe:-)
e comq la signora in rosso er un bel vedere.
Kelly Le Brock era di una bellezza "imbarazzante"...ma il tempo é stato veramente inclemente con lei.
Ciao Are

Hesperia ha detto...

Ne "La signora in rosso" la scena è una bel citare (con altro cromatismo) quella di "Quando la moglie è in vacanza" con Marilyn dall'abito bianco e plissettato gonfiato dalla metropolitana. Ma la voglia di abitini fru-fru è davvero tanta. Specie da quando la vita moderna e movimentata ci porta a usare l'auto e l'abbigliamento sportivo.
Il link messoci a disposizione da Marlowe ci fa ricordare che a volte è bene sacrificare il bello al pratico.
Certo che Gene Wilder con quella faccia da pirla e che cerca pure di imitarla danzando con impermeabile e borsa da ufficio è un vero spasso :-)

Hesperia ha detto...

Errata corrige. Volevo dire esattamente il contrario: che è bene sacrificare "il pratico appannaggio del Bello" :-)

Egeria ha detto...

Bravissima Aaretusa, hai perfettamente ragione.Proprio oggi ho parlato di Bette Davis e di come i film di alcuni anni fa raccontassero storie soprattutto, non si servissero del sesso spinto solo per fare cassetta.E del resto come non fare riferimento a Moretti?Prima per fare soldi fa un filmaccio su Berlusconi, ora recita in un film del quale si ricordano solo le scene Hot con la Ferrari..com'è caduto in basso!!!

Aretusa ha detto...

Grazie Egeria. Purtroppo vedo solo ora il tuo commento.
Hai ragione Moretti é veramente caduto in basso...ammesso che sia mai stato in alto;-)
Ciao Are