(foto: ingresso principale)
(foto: retro del palazzo del governatore)
(foto: locali presso l'ingresso)
(foto: palazzo del Governatore)
(foto: interno chiesa di Santa Barbara)
(foto: chiesa di Santa Barbara)
(foto: alloggiamento dei soldati)
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Partito in segretezza da Milano sul finire del mese di ottobre 1604, fece tappa a Como per ispezionare le truppe ivi stanziate, il 3 novembre era a Gravedona, da dove, in barca e con sole tre persone al seguito, pervenne al Forte la sera: Forte Fuentes.
Non dev'essere stato facile per un settantacinquenne affrontare quello che per quei tempi sarebbe stato un lungo e faticoso viaggio, fatto a dorso di cavallo d'ordinanza e barca. Ma non era andato a Colico per godersi uno fra i tanti più bei panorami del mondo - quello che si gode dal suo lungolago - bensì per controllare coi propri occhi il risultato della sua cocciutaggine. Cozzando contro il volere dei confinanti Grigioni Svizzeri, che non vedevano di buon occhio la creazione di una fortezza al confine col loro stato, aveva voluto tenacemente la creazione di quel gioiello dell'architettura militare.
Non dev'essere stato facile per un settantacinquenne affrontare quello che per quei tempi sarebbe stato un lungo e faticoso viaggio, fatto a dorso di cavallo d'ordinanza e barca. Ma non era andato a Colico per godersi uno fra i tanti più bei panorami del mondo - quello che si gode dal suo lungolago - bensì per controllare coi propri occhi il risultato della sua cocciutaggine. Cozzando contro il volere dei confinanti Grigioni Svizzeri, che non vedevano di buon occhio la creazione di una fortezza al confine col loro stato, aveva voluto tenacemente la creazione di quel gioiello dell'architettura militare.
Fin dai primi tempi della dominazione spagnola Milano era stata messa in sicurezza, chiudendola entro possenti mura, che sono tuttora motivo d'orgoglio per milanesi e spagnoli nostalgici. A tal proposito sarà bene ricordare che le Mura Spagnole di Milano (delle quali però non è rimasto praticamente più nulla) sono state la più grande opera civile realizzata in Europa nel XVI secolo. Resa inespugnabile la città, bisognava ora coprirle le spalle da eventuali invasioni massicce e su larga scala. Il punto cruciale, il più facile dal quale sarebbero potute agevolmente passare orde invadenti, sarebbe stata la punta all'estremo nord del lago di Como, là dove convergono tre valli distinte, dai cui passi alpini potevano infiltrarsi gli eserciti o le bande provenienti dal centro-nord Europa. Il punto più debole dell'anello era appunto Colico, o meglio quel tratto di terra che in ricordo degli spagnoli del Fuentes ha preso il nome di Pian di Spagna. Zona strategica, e nello stesso tempo malarica a quei tempi. Un agguerrito avamposto militare dislocato in tale zona avrebbe potuto controllare e sbarrare il passo a forze nemiche provenienti da nord attraverso i tre più facili punti d'accesso della Val Chiavenna, Valtellina e Passo San Jorio.
Il Conte Fuentes, divenuto governatore di Milano in tarda età, al termine di una gloriosa carriera militare, avendo intuito delle macchinazioni in corso tra francesi e grigioni per annettersi, riprendersi o conquistare le tre valli suddette, con conseguente perdita anche di tutto l'Alto Lario, ruppe perentoriamente gli indugi e decise su due piedi per la costruzione di una grande fortezza a Colico; mandò subito esperti militari a sondare luogo e posizione e ad appena sette giorni dalla decisione fu data piena attuazione al progetto, informandone il Re di Spagna a cose compiute. La prima pietra veniva posta il 28 ottobre 1603 alla presenza del Governatore di Como in rappresentanza del Fuentes. Dopo neanche un mese di lavori, il 24 novembre, volendo vi si sarebbe già potuta installare stabilmente una guarnigione di soldati.
Agli appassionati di storia lombarda consiglio la lettura del seguente post, Il Conte di Fuentes,
dove ho trascritto pagine da un libro raro e introvabile (ne esiste una sola copia in una biblioteca del lecchese, tra l'altro consultabile solo in loco). Vi ho copiato la storia del Conte di Fuentes e quella della costruzione della fortezza, delle quali questo post è un breve saggio, tralasciando però di ricopiare testo e tabelle dei corposi 11 allegati dell'intero capitolo.
Tralascio i racconti della breve vita del forte e vado al suo epilogo. Con l'arrivo degli austriaci, il Forte fu dichiarato inutile dal punto di vista militare (un pò come la Linea Maginot dei tempi più recenti) e se ne stabilì l'abbattimento o la vendita. Si optò per la vendita che pare si sia aggiudicato l'ultimo Governatore della fortezza stessa, il colonnello Schroder, che aveva agito per il tramite della prestanome Anna Casanova vedova Campioni. Con l'arrivo di Napoleone sulla scena europea, questi, per assecondare un desiderio dei vicini Grigioni, in cambio della loro neutralità ne ordinò la distruzione. Distruzione che avvenne per il tramite di agguerrite squadre di devastatori Grigioni (ben lieti di assolvere al compito da tempo agognato). Alle spese per la distruzione fu obbligato lo stesso popolo comense che aveva a suo tempo pagato per la sua costruzione.
Nel post Dresda e Lodi, città del fato scrissi che, secondo una mia tesi, nel bene e nel male il mito napoleonico era nato a Lodi. Tra le sue pagine nere vi è senzaltro da ascrivere l'abbattimento di Forte Fuentes, il quale, se invece fosse ancora in piedi, sarebbe già da tempo iscritto nel novero del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco, anzichè essere ridotto a ruderi come da foto. Ruderi sempe più difficili e costosi da conservare, e dove la vegetazione sta lentamente prendendo il sopravvento su tutto.
Il Conte Fuentes, divenuto governatore di Milano in tarda età, al termine di una gloriosa carriera militare, avendo intuito delle macchinazioni in corso tra francesi e grigioni per annettersi, riprendersi o conquistare le tre valli suddette, con conseguente perdita anche di tutto l'Alto Lario, ruppe perentoriamente gli indugi e decise su due piedi per la costruzione di una grande fortezza a Colico; mandò subito esperti militari a sondare luogo e posizione e ad appena sette giorni dalla decisione fu data piena attuazione al progetto, informandone il Re di Spagna a cose compiute. La prima pietra veniva posta il 28 ottobre 1603 alla presenza del Governatore di Como in rappresentanza del Fuentes. Dopo neanche un mese di lavori, il 24 novembre, volendo vi si sarebbe già potuta installare stabilmente una guarnigione di soldati.
Agli appassionati di storia lombarda consiglio la lettura del seguente post, Il Conte di Fuentes,
dove ho trascritto pagine da un libro raro e introvabile (ne esiste una sola copia in una biblioteca del lecchese, tra l'altro consultabile solo in loco). Vi ho copiato la storia del Conte di Fuentes e quella della costruzione della fortezza, delle quali questo post è un breve saggio, tralasciando però di ricopiare testo e tabelle dei corposi 11 allegati dell'intero capitolo.
Tralascio i racconti della breve vita del forte e vado al suo epilogo. Con l'arrivo degli austriaci, il Forte fu dichiarato inutile dal punto di vista militare (un pò come la Linea Maginot dei tempi più recenti) e se ne stabilì l'abbattimento o la vendita. Si optò per la vendita che pare si sia aggiudicato l'ultimo Governatore della fortezza stessa, il colonnello Schroder, che aveva agito per il tramite della prestanome Anna Casanova vedova Campioni. Con l'arrivo di Napoleone sulla scena europea, questi, per assecondare un desiderio dei vicini Grigioni, in cambio della loro neutralità ne ordinò la distruzione. Distruzione che avvenne per il tramite di agguerrite squadre di devastatori Grigioni (ben lieti di assolvere al compito da tempo agognato). Alle spese per la distruzione fu obbligato lo stesso popolo comense che aveva a suo tempo pagato per la sua costruzione.
Nel post Dresda e Lodi, città del fato scrissi che, secondo una mia tesi, nel bene e nel male il mito napoleonico era nato a Lodi. Tra le sue pagine nere vi è senzaltro da ascrivere l'abbattimento di Forte Fuentes, il quale, se invece fosse ancora in piedi, sarebbe già da tempo iscritto nel novero del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco, anzichè essere ridotto a ruderi come da foto. Ruderi sempe più difficili e costosi da conservare, e dove la vegetazione sta lentamente prendendo il sopravvento su tutto.
Le foto sono state offerte da Angela Acerboni che ne rivendica il Copyright
33 commenti:
Marshall
trovi sempre cose interessanti!!
Ti ho inviato, scannerizzate, due pagine tratte dalla Storia degli italiani di C.Cantù ed una tratta dalla Storia d'Italia di Carlo Botta (edito nel 1835) parlano di Fuentes non troppo bene...
Il libro del Botta prosegue la storia d'Italia da dove finisce quella scritta dal Guicciardini.
Entrambi danno notizie della costruzione del Forte Fuentes.
ciao
il post incomincia lasciandoci sulle spine...perchè non dalle primissime righe si capisce di chi si parla:-)
Lo scopriamo dopo, poco a poco.
Molto belle le foto.
Interessante la commistione architettura militare-fortificazione milanese-ispanica (le mura spagnole) e bellezza dei luoghi.
Che assurda però la distruzione del Forte. Cosa non si deve fare a volte per convenienza politica...
dal post
"Alle spese per la distruzione fu obbligato lo stesso popolo comense che aveva a suo tempo pagato per la sua costruzione."
pensa che assurdità!
vado a leggermi qualche dettaglio in più sul Conte di Fuentes all'altro post.
Bel post, Marshall, in linea col tuo gusto per le ricerche su luoghi ed eventi storici poco conosciuti. Questo Forte Fuentes, di cui non sapevo nulla, mi ha ricordato subito un vecchio film western visto nella mia adolescenza, "L'avamposto degli uomini perduti" (Hesperia e Josh che masticano di cinema più di noi magari se lo ricordano), dove un manipolo di soldati era costretto in una perenne attesa dell'attacco nemico (un po' come nella fortezza del "Deserto dei Tartari" di Buzzati). Questo si immagina debba essere il destino di queste fortezze poste nei luoghi strategici, dove il nemico potrebbe irrompere da un momento all'altro per invadere valli e città. Il fatto che siano quasi sempre ridotte in rovina o già scomparse (al di là delle vicende specifiche da te narrate che hanno ridotto nelle attuali condizioni il Forte Fuentes), testimonia non già che gli uomini abbiano superato il timore delle invasioni da parte del nemico, ma che oggi esistono altri mezzi per essere invasi, e le fortezze ormai non servono più per opporsi ad esse.
Marcello,
è per via dell'evoluzione della specie: sto cercando di dedicarmi a cose utili e interessanti, per sfruttare al meglio il "tempo che mi rimane". Utili per il mio arricchimento spirituale e interessanti perchè mi insegnino qualcosa di appassionante.
Anche il post precedente, quello di Dionisio, "Paolo Uccello, la funzione magica della prospettiva e della matematica" rientra tra quelli interessanti, anche se non l'ho ancora commentato: sto solo cercando di capire dove stà l'appiglio matematico, dal momento che io e te siamo (scusate l'immodestia) forti in matematica (onore al merito, soprattutto tuo!).
Ma tornando nello specifico di questo post, m'aspettavo da te un intervento del genere, sul fatto che Cesare Cantù e Carlo Botta non parlino troppo bene del personaggio, visto che hai avuto la bontà e la pazienza di andare a leggere le loro pagine in merito alla vicenda Fuentes. Mi sono però di consolazione le pagine di quello studioso più contemporaneo, del quale ho trascritto due suoi capitoli in AQUAEDUCTUS/STORIA (vedere il link nel post).
L'autore, in sostanza, era ben consapevole di queste "dicerie" sul Conte Fuentes, ma si è molto ricreduto dopo averlo studiato a fondo (non a caso, come detto, è vissuto in epoca successiva a quella del Cantù e del Botta).
Ora vado subito a vedere le tue pagine scannerizzate.
Ciao.
Marcello,
ho dimenticato di dirti (ma l'avevo scritto nel post, e poi cancellato per essere breve) che Manzoni è pittosto ironico nei confronti del Fuentes: lo cita infatti nel I° capitolo dei Promessi Sposi "prendendolo sottilmente in giro".
Ciao.
Dionisio (e scusami Josh se ti salto per un momento),
parlando di evoluzione della specie, anche tu ti sei parecchio evoluto; nel senso che ti abbiamo conosciuto come archeologo e ti ritroviamo ultimamente come "grande" esperto di letteratura (ma nel mio prossimo post, se non farò una driblata improvvisa ti farò concorrenza parlando anch'io di archeologia, e di archeologia ancor più datata di quella del presente post) e, da ultimo, di pittura (e che!: vuoi fare concorrenza a Josh??).
Anch'io non sapevo assolutamente nulla di questo Forte Fuentes fino all'estate trascorsa. E' stato per merito dei miei padroni di casa delle vacanze che mi ci sono introdotto. Ma ti dirò di più, perfino i locali dei paesi vicini, per esempio di quello dov'ero in vacanza, ne ignorano l'esistenza. Sanno solo che in quei paraggi c'è un ipermercato che si chiama IPER FUENTES.
Del film che citi, avendone visti molti, chissà se questo l'ho visto?
Ma visto che mi citi Il Deserto dei Tartari, chissà ancora se Dino Buzzati in fondo in fondo non avesse preso ispirazione dalla Fortezza Fuentes, anche se questa son solo ruderi, e anche se essa si trova a quasi livello del lago anzichè essere la su in alto come è la fortezza immaginata dallo scrittore?
E' per me malinconica, vera ma malinconica, la tua conclusione: "oggi ci sono altri modi per invadere il nemico, e quindi le fortezze, non servendo più, vengono abbattute". Però tu pensa a quant'erano belli questi castelli turriti e queste fortezze, a volte che gioielli di architettura!
E infatti, c'è stato un periodo della mia vita che ho a lungo sognato di abitare in un castello (un pò scomodo però per chi abbia problemi di deambulazione, per via delle numerose barriere architettoniche ivi presenti e che non si possono togliere).
Ciao.
Josh,
Il lasciarvi sulle spine, l'ho quasi ideato apposta per catturare l'attenzione del lettore (sappi che, almeno per questa serie di post dedicati al lago, ci sono molti altri lettori, direi occasionali, per questa serie di post, che non lasciano o non lasceranno commenti!, ma ci sono!).
E come ben vedi, parlo anche assai poco di date, personaggi vari, episodi vari, ecc., ma questo l'ho fatto per brevità, e per non...stancarvi troppo.
Ciao.
Marshall
faccio un piccolo OT.
Visto che devi ancora commentare Dionisio guarda questa immagine di Paolo Uccello e noterai il riscontro matematico.E' geometria proiettiva con un accenno di geometria analitica ben prima di Cartesio.
http://sarcastycon3.files.wordpress.com/2010/10/paolouccellostudiodivasoinprospettiva1.jpg
ciao
Josh,
era un forte a pianta quasi trapezoidale, delle dimensioni massime di m.370 x 125, dotata di alte mura che nei punti più bassi credo raggiungessero i 6 m., ma dove c'erano avvallamenti del terreno, stando ad una delle "famose" undici tabelle allegate al saggio, credo raggiungessero anche i 12 m. e più; e di esse non c'è più traccia.
La chiesa stessa (tutta affrescata) e la casa del Governatore, come si può intuire dalle foto dei ruderi, erano gioiellini architettonici (e nel giro di un anno fu tutto completato. Stupore !!!).
Anche se son rimasti solo dei ruderi a testimonianza, credo verrà presa in considerazione la sua conservazione da parte dell'Unesco.
Certo che Napoleone la fece davvero grossa, distruggendola!
Purtroppo i comensi furono tar-tassati prima per la sua costruzione, poi, duecento anni dopo, forono iper tar-tassati per la sua demolizione. I Grigioni, che ci tenevano tanto a vederla rasa al suolo, avrebbero perlomeno dovuto "abbatterla" (sob!) gratuitamente.
Marcello,
mi dice "Fail not Found".
Adesso lo cerco alla mia maniera.
Marshall
questo dovrebbe andare
http://sarcastycon3.files.wordpress.com/2010/10/paolouccelloprospettiva.jpg
OT per
Marcello,
niente da fare, in nessun modo riesco ad andare o a trovare il file:
http://sarcastycon3.files.wordpress.com/2010/10/paolouccellostudiodivasoinprospettiva1
Se ne riparla domani.
Ciao.
C'è sempre qualcosa da imparare sui tuoi post che trattano di territori così vicini e così lontani, caro Marsh.
Non conoscevo la storia di Fort Fuentes e il racconto dell'arzillo 75enne.
L'unica cosa che non condivido è la disinvoltura con cui i nostri migliori siti geografici diventano "patrimonio dell'umanità" con la sigla UNESCO. Per me, una forma di cessione di sovranità agli organismi dell'Onu.
In questo senso, è il caso di dire che il Forte, l'ha scampata bella.
@Dionisio sul cine:
'L'avamposto degli uomini perduti' non è, a mio avviso, straordinario tra i western (che non sono il mio genere preferito) ma ho capito cosa te lo ricordava. Comunque è di Gordon Douglas, e c'è Gregory Peck.
Detesto i clichè, e di stereotipi nei western ce ne sono anche troppi....così se devo scegliere tra i western...mi vengono in mente 'western con qualcos'altro', contaminati o cinematograficamente rivoluzionari per contenuto o forme, quindi, a caso:
_'Corvo rosso non avrai il mio scalpo'/Sidney Pollack72;
_'Il mucchio selvaggio'/ Sam Peckimpah 69;
__'Johnny Guitar'/Nicholas Ray 54;
-'Duello al sole' /King Vidor, 48;
-'L'occhio caldo del cielo'/Robert Aldrich 61
Interessante cmq il tuo parallelo con 'Il Deserto dei tartari' di Buzzati, di cui, a questo punto, ricordo esiste un'ottima versione cinematografica del 1976, diretto da Valerio Zurlini (ottimo regista sottovalutato), di cui si ricorda anche il crepuscolare 'La prima notte di quiete' del 72 (uno dei miei film 'minori' preferiti non tanto per la trama ma per lo stile di ripresa e l'atmosfera).
@Marshall su Dionisio:
Mario scrivi "vuoi fare concorrenza a Josh?"
Ma nooo non si tratta di concorrenza:-)) Poi
Dionisio vedi è ben titolato a scrivere di letteratura e anche di pittura (pure di altro) se non altro perchè la letteratura la fa (scrive libri) e anche la pittura (ottimo pittore).
Io, Marshall, non scrivo libri e non dipingo (almeno non ufficialmente), sono solo uno che talvolta insegna e analizza, non creo cioè l'arte, ma la seziono e la porgo e basta. Insomma c'è tutta la differenza tra un critico che interpreta e un artista che crea.
L'apsetto creazione dell'opera- nessi interni lo interpreto solo, ma non lo creo...insomma Dionisio ha tutti i crismi per parlare di letteratura e pittura:-))
@ Hesperia, quoto dal tuo comm.:
"L'unica cosa che non condivido è la disinvoltura con cui i nostri migliori siti geografici diventano "patrimonio dell'umanità" con la sigla UNESCO. Per me, una forma di cessione di sovranità agli organismi dell'Onu."
Sì perchè sembra talvolta che se un luogo nazionale diventa 'patrimonio dell'umanità' non è più tuo,
sembra il tutto vada nella direzione dell'espropriazione non poi tanto simbolica:
sono nate così, intendo da sofismi simbolici, anche le altre perdite: di sovranità, monetaria, politica, territoriale....
Hesperia,
riprendo con ritardo dal tuo gradito commento, ma sono stato impegnato alacremente su altri fronti, come voi potrete ben immaginare.
L'interessante del tuo commento,
"L'unica cosa che non condivido è la disinvoltura con cui i nostri migliori siti geografici diventano "patrimonio dell'umanità" con la sigla UNESCO. Per me, una forma di cessione di sovranità agli organismi dell'Onu.
In questo senso, è il caso di dire che il Forte, l'ha scampata bella.",
è che non avevo mai pensato in questi termini alla perdita di territorialità quando un nostro sito archeologico, storico o locale (come i Sassi di Matera, tanto per fare un facile esempio) diventa Parimonio Mondiale dell'Umanità. E siccome i nostri bei siti, diventati patrionio dell'Unesco sono ormai tanti/tanti, non vorrei che a lungo andare si approprino di tutta l'Italia: anche il più "banale" dei nostri circa 8100 comuni ha qualcosa di storico da tramandare alle future generazioni. Si prenda il caso de "paesello" dove da generazioni e generazioni avevan vissuto i miei avi, dove è storicamente accertato che San Benedetto lo attraversava spesso, e vi si fermava per una sosta, per poi raggiungere l'Abbazia di Montecassino (vedere il post La città e l'Acropoli di Cassino , alla stregua di tanti siti non sarebbe degno di essere annoverato tra il Patrimonio Mondiale dell'Umanità? In fondo, se l'Umanità non è stata trascinata indietro di oltre mille anni dall'incalzare della barbarie, lo si è dovuto a lui.
Dionisio,
mi spiace, sei caduto male.
Avrei dovuto avvisarti che Josh è il grande esperto di cinematografia di questo blog.
Ricordo ancora con piacere le lezioni da grande esperto in merito che mi fece.
Per quanto riguarda il tuo post su Paolo Uccello, prima di commentarti in merito alla matematica del grande Pittore (così finora l'ho scoperto tale: grande, ma poco divulgato e quindi rimasto semisconosciuto), sto seguendo alcuni link che mi ha mandato Marcello.
Non ho capito il senso del tuo ultimo commento, Marshall. Ho capito benissimo da solo che Josh è esperto in molte cose (di cinema, di pittura, di letteratura e altre cose ancora), così come oguno di noi ha conoscenza o esperienza in questi come in altri settori. Ma poiché so anche che ognuno di noi ha sempre da imparare, io mi pongo nella posizione di chi ascolta volentieri e con gratitudine ciò che chiunque di noi esprima qui e da cui io possa trarre qualche insegnamento.
L'ultima cosa che mi interessa è atteggiarmi a esperto di qualcosa, perché l'unica certezza che ho è che ciò che so è comunque insufficiente. Nè, certamente, desidero mettermi, su questo piano, in competizione con altri.
Dionisio,
il senso è molto chiaro, come credo lo sia stato per tutti: è una semplice battuta di spirito, una goliardata e nient'altro.
Mia spiace che l'hai presa in tutt'altro verso.
Ciao
Ecco, questo intervento di Dionisio, mi dà modo di sottolineare una cosa importante. Nel Giardino non ci sono esperti di settore. Tutti possono "suggerire" argomenti tra i più vari. Ogni suggestione sarà sempre gradita.
Tanto per essere chiara, non c'è l'esperto in letteratura, poesia, in cinema, in storia, in politica, nelle arti, nella moda o altro.
Dico questo perché non vorrei che poi qualcuno si sentisse "costretto" a parlare sempre della stessa cosa o di uno stesso argomento. Ciao a tutti.
Hesperia,
la mia "battuta" è nata semplicemente dal ricordo di un commento di Josh, relativamente al post Cinematografia: Voglio essere profumo
questo:
Josh ha detto...
Sono stato in ferie, ripasso e commento leggendo con più cura Marshall.
Un appunto Marshall: niente di personale, e so che la mia puntualizzazione è infantile e sa involontariamente e scherzosamente di 'lesa maestà'....Aretusa ed Hesperia, come dici, hanno scritto ottimi pezzi sul cinema, io ho solo commentato ampiamente i loro post cinematografici, specie quelli di Hesperia con cui c'è un idemsentire in molte cose...cmq, senza togliere nulla a nessuno, a parte la laurea in lettere ne ho anche una in filmologia/storia del cinema :D
ma nel mio caso sono però un 'perito' di cinema, nel senso proprio di morto, specie dopo gli 8000 film smontati per analizzarne il montaggio e il découpage:)"
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Una semplice, banale e a questo punto forse mia stupida battuta. Tutto lì.
Ciao
Marshall
tornando al post
Anch'io la penso un po' come Hesperia, certi organismi internazionali, come l'UNESCO, tendono a globalizzare quello che non può e non deve essere globalizzato come la cultura di una Nazione.
ciao
OK per la goliardata, e OK alla puntualizzazione di Hesperia. Comunque è vero che Josh ci sorprende spesso perché fa certe osservazioni acute e pertinenti che non si potrebbero osare senza una conoscenza approfondita degli argomenti.
Sugli argomenti di cui trattiamo qui, va da sé che ciascuno sceglie in ogni caso i temi che gli sono più congeniali e su cui sa di poter esprimere qualcosa di non ovvio, di non già detto da altri e possibilmente di non banale.
Dichiaro in ogni caso la mia incompetenza a parlare di musica (di cui, tecnicamente, sono perfettamente digiuno, anche se l'ascolto di quella classica e, in parte, lirica, mi appassiona).
Dionisio,
pace fatta quindi? Visto che avevi franinteso tutto? Chissa mai cosa avevi capito da quella che la mia era stata solo una battuta spiritosa.
Io si, che avendo in mente di cimentarmi per la prima volta in un pezzo di archeologia, poco battuto da altri - dove invece tu sei veramente forte -, al momento non saprei ancora da che parte cominciare. E' tutto in mente, o quasi. La difficoltà sta nel tradurre il pensiero in uno scritto organico; ciò che invece a te risulterebbe molto più facile avendolo già sperimentato in quei due pezzi, i primi tuoi post, scritti molto,molto bene.
Mi fermo qui con la sviolinata: non vorrei essere ancora frainteso.
Ciao.
Marcello,
m'avete quasi messo in crisi, tu ed Hesperia, con la teoria sulla globalizzazione dei siti storici di pregio. Pensa che ho pensato al paesello dei miei avi, il quale veniva di frequente attraversato da San Benedetto durante i suoi spostamenti da Subiaco a Montecassino; e quindi, alla stregua di altri siti storici, passati per ragioni analoghe sotto tutela dell'Unesco, lo potrebbe essere presto anch'esso. Se ciò avvenisse, come si sentiranno gli abitanti di quelle terre, della Terra di San Benedetto? Italiani o Globalizzati?
Marshall
Forse è meglio non inquinare questo blog con la politica: abbiamo spazi più che sufficienti sui nostri.
Che ci sia almeno un blog dove si possa risollevare lo spirito discutendo piacevolmente di cose serie, belle,interessanti e soprattutto senza veleni politici.
ciao
@Marshall: quel mio commento lì che hai ripreso dal passato, a parte il cine e le battutacce, l'avevo anche scritto perchè a volte ti avevo lasciato lunghi commenti, tu per varie ragioni tardavi a rispondermi, e allora era un modo per sollecitarti a leggere i miei interventi:-)
@Dionisio: dici "Comunque è vero che Josh ci sorprende spesso perché fa certe osservazioni acute e pertinenti che non si potrebbero osare senza una conoscenza approfondita degli argomenti."
seeee vabbè...mi confondete....in linea di massima scrivo quel che mi viene in mente, un modo anche per sfogarsi, per me.
Più che altro, la verità è che sono un tizio un po' sfasato e basta, eh:-)
Josh,
ben mi sta la stoccata sui tempi lunghi che a volte ho nel rispondere. Il fatto è che dopo una o due ore di computer devo staccare, altrimenti vado letteralmente in pallone; proprio staccare per dedicarmi ad altro.
Quindi la tua delle ferie era stata una metafora, mi eran parse strane quelle ferie in aprile? Per richiamare la mia a volte lungaggine! Ma se è per questo, starai sicuramente aspettando altre risposte da me, come quelle del post su Demetrio Pianelli .
Per quest'ultime vedrò però di rispondere con un post, facendo un parallelismo con Piccolo Mondo Antico di Antonio Fogazzaro.
Ciao.
perfetto Marshall, non ti affaticare, e quanto devi staccare dal pc, stacca.
No, quelle di aprile erano le ferie di Pasqua, qualche giorno proprio, insomma non una metafora.
Ah su Demetrio Pianelli rimase qualcosa in sospeso è vero. Però ti spiegai il perchè delle mie scelte in una possibile versione cinematografica e perchè avevo scartato la Jolie e Crowe, anche solo per causa fisiognomica. Ciao.
Josh,
tornando all'OT sul Demetrio Pianelli, e di una sua nuova versione cinematografica, il ruolo di Beatrice Chiesa vedova Pianelli lo farei fare alla Jolie proprio per le sue caratteristiche fisignomiche (e non ti stò a spiegare le mie ragioni personali).
In alternativa lo avrei fatto fare a Clara Clayton, al secolo Mary Steenburgen, la maestrina fidanzata di Emmett Brown, lo scienziato "pazzo" di RITORNO AL FUTURO - Parte III, la quale però, essendo questo film di fine anni '80, sarà pure lei nel frattempo leggermente invecchiata, per cui non più adatta per una versione aggiornata del Demetrio Pianelli.
Oggi, 27 maggio 2011, Striscia la Notizia a fatto un bel servizio su Forte di Fuentes, curato da Moreno Morello, soprannominato il Moreno Jons per questa particolare puntata.
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